Comunicati Kosovo

1) dal GAMADI

2) da Rete nazionale Disarmiamoli!

3) da Un Ponte Per...

4) dal Gruppo di Lavoro dell’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

5) dal PdCI



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Tra le iniziative del G.A.MA.DI. segnaliamo anche:

sabato 23 febbraio 2008 ore 22

domenica 24 febbraio 2008 ore 07

a TeleAmbiente 

canale 68 a Roma e nel Lazio; la trasmissione andrà in onda, in differita in orari diversi, anche sulle seguenti emittenti:

TeleDonna (martedi ore 22), TelePerugia, TV1 Sulmona, RTE Ercolano, RTV Acquesio, TeleOrvieto 2.

Per informazioni sulle attività del GAMADI: http://www.gamadilavoce.it/)

il G.A.MA.DI. presenta:

COL KOSOVO NEL CUORE!

con Ivan Pavicevac (CNJ)

Miriam Pellegrini Ferri (G.A.MA.DI.)

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From: "gamadi" <gamadilavoce   @...>
Date: February 21, 2008 1:47:49 PM GMT+01:00
To: "Ambasciata Serbia"
Subject: Solidarietà

All' attenzione dell' illustre ambasciatrice della Repubblica di  Serbia in Roma

Il G.A.MA.DI. unitamente al Coordinamento per la Jugoslavia sente  l' esigenza di inviare piena solidarietà al popolo e al governo  serbo per l' offesa che il riconoscimento della autonomia del  Kosovo arreca a tutti voi e il possibile danno che arreca alla serenità dei popoli europei.
Il riconoscimento espresso dal nostro paese è un insulto a tutti noi, soprattutto a noi partigiani che siamo stati compagni di lotta nella gloriosa Resistenza. Nei limiti delle nostre possibilità e competenze non perderemo occasione per dimostrarvi la nostra amicizia e il nostro appoggio, iniziando col l' invitare l'elettorato a negare il voto a coloro che hanno lavorato a favore dell' aggressione alla Jugoslavia e che oggi operano accettandone impunemente la secessione.
Suo tramite, illustre ambasciatrice inviamo a tutto il popolo serbo e al governo della Repubblica di Serbia i nostri affettuosi saluti

Presidente G.A.MA.DI.

Miriam Pellegrini Ferri
Partigiana di Giustizia e Libertà


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Kosovo: un altro tassello della diplomazia di guerra italiana.

Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!

 

La decisione del governo Prodi di schierarsi attivamente a favore dell’indipendenza del Kosovo chiarisce ulteriormente il ruolo svolto in questi anni dalla diplomazia e dall’esercito italiano nelle varie aree del conflitto.

 

L’attivismo dalemiano di questi giorni, in sede europea e italiana, atto a velocizzare i tempi di una vera e propria “secessione pilotata” dalle pericolosissime conseguenze politiche e militari, nasconde un orientamento dettato dal ruolo che la cosiddetta “azienda Italia” si è ritagliata in questi anni nell’area balcanica, soprattutto in Albania.

 

Nella spartizione di territori e mercati in quella che fu l’Europa “oltrecortina”, l’Italia ha progressivamente trasformato il paese delle aquile in un protettorato de facto. Dall’inizio degli anni ’90 sino ad oggi, il sistema istituzionale albanese, l’esercito, le polizie, la pubblica amministrazione sono stati ricostruiti grazie all’attivo sostegno italiano.
In un contesto di disgregazione istituzionale, sociale ed economica, la debolissima struttura produttiva e commerciale albanese è stata facile preda dell’imprenditoria e della speculazione finanziaria italiana. Basti ricordare il famoso scandalo delle “piramidi finanziarie”, che a cavallo tra il 1996 ed il 1997 ridusse sul lastrico il 50% dei risparmiatori albanesi.
La manodopera a bassissimo costo in loco, un sistema di potere corrotto e permissivo, fanno dei territori albanesi terra di conquista ed affari per le piccole e medie imprese italiane, le quali esternalizzano produzioni altrimenti poco remunerative nel nostro paese.
La “grande Albania” che si intravede dietro l’attuale secessione kosovara è quindi una proiezione del controllo italiano di un territorio ancora più vasto al di là dell’Adriatico.
Il fatto che ciò avvenga in dispregio del diritto internazionale, contro gli accordi che sancirono la fine dei bombardamenti NATO del 1999 poco importa ad una diplomazia determinata a ritagliarsi nicchie di potere nei territori sconvolti da guerre e occupazioni.
L’operazione “Leonte” in Libano, il ruolo centrale giocato dall’esercito italiano in alcune aree strategiche dell’Afghanistan, la firma degli accordi per lo “scudo antimissilistico” USA, l’accordo militare Italia – Israele, l’accettazione di una nuova base operativa dell’esercito statunitense a Vicenza, oggi il sostegno alla secessione kosovara, sono inequivocabili segnali del “destino manifesto” concepito per il nostro paese dalla diplomazia dalemiana.
Nel rispetto delle gerarchie e dei rapporti di forza in campo, che vedono il colosso statunitense dettare legge, le armate del “peacekeeping” italiano occupano fette di territorio oltremare, appannaggio delle industrie tricolori, di Finmeccanica ed ENI.

 

I venti di guerra spirano di nuovo forti sui cieli d’Europa e in Medio Oriente.
Il centro sinistra italiano indica una via per affrontare questa temperie, effettivamente nuova rispetto al ruolo giocato storicamente nel bacino mediterraneo. La vecchia diplomazia della mediazione e dell’equilibrismo tra interessi occidentali e paesi arabi è morta e sepolta.
L’Italia si è trasformata in una penisola corazzata, pronta a salpare verso i nuovi fronti di conflitto armato.

 

Il movimento contro la guerra, in questi giorni difficili a causa del clima pre elettorale, ha battuto un colpo, scendendo in piazza contro il rifinanziamento delle truppe italiane all’estero, votato da un Parlamento oramai delegittimato dalla caduta del Governo. Si decide così di mantenere truppe in guerra all'estero con un atto di “ordinaria amministrazione”.

 

Nei prossimi giorni continueremo ad essere in piazza, contro la guerra e le sue missioni, attraverso i banchetti per la Legge d’iniziativa Popolare contro trattati segreti, basi e servitù militari.

 

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org  info@...  33810281320 3384014989
 

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COMUNICATO STAMPA

Kosovo: 350.000 profughi vittime dell’indipendenza del Kosovo


Sono 350.000 gli uomini e le donne Rom, Ashkali, "Egiziani", Serbi, Turchi, Gorani, Bosniacchi, Croati, Torbesh vittime della pulizia etnica che è stata fatta in Kosovo, durante la guerra alla Jugoslavia e successivamente ad essa. Oggi questi uomini e donne sono le vere vittime della dichiarazione unilaterale di indipendenza che legittima di fatto la cacciata dalle loro case con la violenza e le intimidazioni, il sequestro di fatto delle loro proprietà, l’azzeramento delle loro vite. Sono uomini e donne rei di non essere di lingua albanese del cui destino nessuno si preoccupa.

Quella che era stata annunciata come guerra umanitaria per evitare la violenza etnica si è rovesciata nel suo esatto contrario. E’ una vergogna che l’Italia, che ha permesso questa pulizia etnica, non la citi nemmeno.

Un ponte per..., da sempre al fianco di queste persone con interventi di solidarietà, si attiverà perché i loro diritti vengano riconosciuti.

Non entriamo nel merito di quale dovrebbe essere la “giusta” soluzione della questione kosovara.

Vi sono centinaia di migliaia di uomini e donne che sentono quella terra come luogo delle proprie radici e si sentono oggi espropriati con la violenza e milioni di uomini e donne che ritengono che solo l’indipendenza possa garantirgli un futuro migliore. Solo una soluzione negoziata che tenga conto di tutte queste aspirazioni e degli interessi e dei diritti concreti di tutti e di tutte può essere considerata “giusta”.

Chiudere la questione su base etnica e ideologica, come è stato fatto, porterà ad ulteriori conflitti , ingiustizie e sofferenze per milioni di persone. E non solo nei Balcani.

Il ruolo dell’Europa avrebbe dovuto essere quello di favorire una soluzione negoziale e di accettare solo soluzioni negoziate. Ma ancora una volta l’Europa è mancata, mentre l’iperpotenza statunitense si aggiudica un nuovo territorio ed una nuova base militare, l'immenso Camp Bondsteel, nel Risiko dello scontro globale per il dominio del pianeta. Un Risiko a cui gli uomini e le donne, né serbi, né albanesi, possono giocare.

Ufficio Stampa

Un Ponte Per...

stampa@ unponteper.it

06/44702906


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www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 18-02-08 - n. 215

da http://www.pcp.pt/index.php?option=com_content&task=view&id=31308&Itemid=245

In merito alla situazione nel Kosovo
Dichiarazione del Gruppo di Lavoro dell’Incontro Internazionale
dei Partiti Comunisti e Operai

Lisbona, 16 febbraio 2008

I Partiti Comunisti e Operai presenti a Lisbona il 16 febbraio 2008 in occasione della Riunione del Gruppo di Lavoro dell’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai hanno discusso sugli sviluppi della situazione attorno a ciò che riguarda l’imminente dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, promossa dagli Stati Uniti d’America, dalla NATO e dall’Unione Europea, e dichiarano che:

Un tale passo – che viola frontalmente il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite su tale questione – avrà gravi conseguenze per la regione dei Balcani e a livello internazionale.

Rappresenta un grave pericolo per i popoli, provocando alterazioni delle frontiere, minacciando di coinvolgere tutta la regione in una nuova spirale di conflitti, guerre e interventi internazionali, e creando un pericoloso precedente internazionale.

I nostri Partiti si oppongono alla secessione del Kosovo dalla Repubblica della Serbia. Esigono che i governi dei loro paesi si astengano dal riconoscere l’indipendenza del Kosovo come pure dall’inviare truppe nella regione.

Lisbona, 16 febbraio 2008

I Partiti:

Partito Comunista Sudafricano
Partito del Lavoro del Belgio
Partito Comunista del Brasile
Partito Comunista di Cuba
Partito Comunista di Spagna
Partito Comunista dei Popoli di Spagna
Partito Comunista di Grecia
Partito Comunista dell’India (Marxista)
Partito dei Comunisti Italiani
Partito Comunista Libanese
Partito del Popolo di Panama
Partito Comunista Portoghese
Partito Comunista di Boemia e Moravia
Partito Comunista della Federazione Russa
Partito Comunista di Siria
Partito Comunista di Ucraina

Traduzione dal portoghese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


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From:   internazionale @...
Subject: RICONOSCERE LA SECESSIONE DEL KOSOVO E' UNA SCELTA SBAGLIA TA E PERICOLOSA
Date: February 23, 2008 2:54:58 PM GMT+01:00

E' una scelta cieca e profondamente sbagliata quella di riconoscere la illegale secessione dei kosovaro albanesi dalla Serbia in spregio alla risoluzione ONU 1244 e al diritto internazionale da parte del governo italiano.
Una scelta questa che penalizza gli interessi dei popoli europei e italiani a vantaggio di quelli degli Stati Uniti nel cuore del nostro continente.
Questo riconoscimento rappresenta palesemente un precedente giuridico di estrema gravità foriero di pericolose tensioni e violenze dentro e fuori il continente europeo.
La legalità internazionale viene di nuovo violata a vantaggio degli interessi statunitensi. La legge dei "due pesi e due misure" a vantaggio degli Usa continua ad essere un metodo di giudizio della Unione Europea che va respinto con determinazione.

Andrea Genovali - Vice resp. Esteri PdCI