Il Comitato promotore nazionale della
Legge di Iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi e servitù militari propone
10 - 17 MARZO 2008
SETTIMANA NAZIONALE CONTRO LA GUERRA
RILANCIAMO IN TUTTO IL PAESE LA RACCOLTA FIRME SULLA
LEGGE CONTRO ACCORDI MILITARI, BASI E SERVITU' MILITARI
Il recente decreto "milleproroghe", giustamente definito di guerra, pare abbia messo una pietra tombale sull'argomento. Di missioni militari, delle enormi spese per il sistema militare - industriale italiano, del ruolo centrale giocato dalla diplomazia italiana nel processo di secessione del Kosovo dalla Serbia, della situazione esplosiva in Libano, della guerra in Afghanistan e Iraq non v'è traccia nella campagna elettorale in corso.
"L'ultimo decreto-legge di un governo morto serve a produrre altra morte. Il Parlamento con voto bipartisan ha varato il rinnovo delle truppe in tutte le missioni militari e relativo finanziamento. Solo 50 parlamentari hanno votato contro per rifarsi il look elettorale in vista del 13 aprile, tentando invano di far dimenticare al loro elettorato 20 mesi di scelte belliciste ed aggressive che hanno trasformato la nostra penisola in un avamposto della guerra infinita e la nostra economia in un apparato bellico industriale foraggiato dall'enorme aumento delle spese militari."
Il decreto milleproroghe, votato il 20 febbraio alla Camera e nei prossimi giorni al Senato prevede:
l euro 279.099.588 per l'operazione UNIFIL in Libano
l euro 18.107.529 per l'operazione EUROMARFOR per le navi da guerra di fronte al Libano
l euro 337.695.621 per le truppe in Afghanistan
l euro 94.000.000 per gli aiuti "umanitari portati dalle truppe italiane nei vari fronti di guerra
l euro 8.157.721 per la proroga della partecipazione di personale militare impiegato in Iraq in attività di consulenza, formazione e addestramento delle Forze armate e di polizia irachene.
L'ultima voce di spesa - oltre otto milioni di euro - ci ricorda il coinvolgimento diretto dell'Italia anche nel massacro iracheno, nonostante la strombazzata decisione di "ritiro" ad inizio legislatura. Militari italiani addestrano un esercito, quello iracheno, notoriamente coinvolto in massacri, torture, operazioni di pulizia etnica contro sunniti e palestinesi.
L'attuale muro di silenzio bipartisan su guerre di aggressioni ed occupazioni militari è indicativo della cattiva coscienza di tutte le forze politiche sul tema.
In politica estera esiste un tacito accordo tra tutte le forze politiche di centro destra e di centro sinistra. La guerra non è tema di campagna elettorale. Perché parlarne ai potenziali elettori?
Per rompere questo muro di complice silenzio promuoveremo dal 10 al 17 marzo (anniversario dell'aggressione all'Iraq) una "SETTIMANA CONTRO LA GUERRA", durante la quale sollecitiamo tutte le realtà coinvolte nella raccolta firme sulla Legge di Iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi e servitù militari a scendere in piazza con banchetti, iniziative, dibattiti, volantinaggi e quant'altro.
L'obiettivo è quello delle 20.000 firme in 7 giorni, che ci permetteranno di fare un balzo in avanti verso il raggiungimento dell'obiettivo di PORTARE NEL NUOVO PARLAMENTO LA LOTTA CONTRO LA GUERRA.
Ci auspichiamo che la proposta della "SETTIMANA CONTRO LA GUERRA" venga raccolta da tutto il movimento italiano, da coloro che in questi anni hanno mantenuto salda la barra sulla parola d'ordine del "NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA"
Pretendiamo che si affronti in questa campagna elettorale omologata sull'ipotesi bipolarista il tema del NO ALLA GUERRA , ALLE SUE BASI, ALLE SPESE MILITARI ED ALLE MISSIONI MILITARI ALL'ESTERO
Il Comitato promotore nazionale della
Legge di Iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi e servitù militari