Contro il fascismo e l’imperialismo !
Il Comitato promotore del Convegno: “Foibe: la verità. Contro il revisionismo storico”, svoltosi sabato 9 febbraio a Sesto San Giovanni (Mi), promuove per domenica 20 aprile a Sant’Anna di Stazzema (Lu) una giornata antifascista sulla memoria e le radici del nostro futuro.
Programma della giornata:
- ore 10.30: Assemblea-dibattito
- ore 13-14: pausa pranzo
- ore 14.30: Visita-guidata al Museo e all’Ossario
e incontro con testimoni della strage
Durante il ventennio, il regime fascista si macchiò di orrendi crimini (torture, deportazioni, fucilazioni, distruzione di interi villaggi, assassinii di civili e gente lasciata morire di stenti) attraverso una politica di occupazione nelle colonie africane, in Grecia, in Jugoslavia ... Crimini di guerra, dell’esercito fascista, rimasti impuniti e rimossi all’insegna degli “italiani brava gente”.
Nella Resistenza al nazi-fascismo (1943-45), i fascisti furono zelanti collaboratori e complici dell’occupante tedesco. Furono responsabili di eccidi e stragi come quella di Sant’Anna di Stazzema dove scortarono le divisioni delle S.S. tedesche nei paesi più sperduti, accerchiandoli, per annientare le popolazioni.
Questa infame operazione fu preordinata e si tradusse nella quasi totale eliminazione di una comunità in una zona che doveva essere desertificata per motivi strategici e nella quale, secondo i tedeschi, si muovevano le formazioni partigiane. L’azione stragista aveva come finalità: la repressione antipartigiana, la politica di far “terra bruciata”, il depauperamento del territorio, la preparazione di operazioni militari. Una campagna, tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1945, condotta contro i partigiani e vigliaccamente ai danni delle popolazioni civili.
Dalla testimonianza scritta di Enio Navari, allora tredicenne,: “... Si arrivò in località della Vaccareccia. Lì ci selezionarono: noi bimbi e le donne ci misero in una stalla. Nella stalla dove eravamo ci tolsero delle mucche, e fu lì che uno di quegli sciacalli gridò. “Dai, mora!” trascinando verso la Fontana una mucca che poi uccisero, insieme ad un’altra, con delle revolverate. Rimasi perplesso perché era una frase italiana, e a ripensarci su, quello doveva essere un rinnegato italiano ...”.
Nel 1950 fu condotta un’ulteriore indagine sulla strage di Sant’Anna, per appurare le responsabilità di italiani nel massacro: il commissario di polizia di Viareggio identificò una serie di sospetti legati a organizzazioni fasciste, presenti sul luogo il giorno della strage. Tutti si difesero dichiarando di essere stati rastrellati la sera precedente e costretti a seguire i soldati tedeschi come porta-munizioni o come guide, in alcuni casi obbligati a sparare per avere salva la vita(!). Gli inquirenti evitarono di scavare in profondità. Non si giunse mai ad un’istruttoria sulle colpe italiane nella strage di Sant’Anna, benché tutte le testimonianze dei sopravvissuti avevano confermato una partecipazione attiva di fascisti italiani dall’accento locale nell’attuazione del massacro.
In Toscana, dal settembre ’43 all’aprile ’45, sono stati censiti 229 episodi di violenza dei nazi-fascisti, nel corso dei quali hanno perso la vita 3.824 persone. 204 sono stati commessi dai tedeschi (coadiuvati dai fascisti del posto) con 3.702 vittime, e 25 direttamente dai fascisti. Tra le vittime sono stati accertati 365 bambini.
Sono dati che stimano per difetto il totale dei morti, in quanto non sono inclusi né i partigiani, né le uccisioni compiute nel corso di operazioni belliche.
La strage di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto ’44, con 560 vittime di donne, bambini e anziani, fu una vera e propria operazione di stampo eliminazionista.
Oggi, con sempre più accanimento e da più parti, viene denigrata la Resistenza e attaccato il movimento partigiano e, con ogni sorta di appello alla pacificazione, è in atto il subdolo tentativo di cacciare dalla memoria collettiva quella straordinaria esperienza, allo stesso tempo di lotta d’avanguardia e di mobilitazione di massa.
Denigrano la Resistenza: - per eliminare quel patrimonio teorico e pratico che favorì le lotte e le conquiste del dopoguerra; - per indebolire la classe operaia e le masse popolari per renderle incapaci di resistere alla politica dei sacrifici, alle rapine dello stato sociale e al peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro.
La memoria storica è continuamente insozzata da quel revisionismo che vorrebbe equiparare i partigiani ai “ragazzi di Salò”, riabilitare i repubblichini (con pensioni e prebende), stravolgere a proprio uso e consumo la questione delle Foibe, costruendo, giorno dopo giorno, quel terreno fertile che, come un cancro, nutre i fascisti, portatori di un’ideologia razzista, xenofoba e omofoba e artefici, oggi, di vere e proprie scorribande con accoltellamenti, pestaggi e stupri contro compagni, compagne, antifascisti.
Contro la rivalutazione del fascismo !
Contro la denigrazione della Resistenza !
W i partigiani, promotori e protagonisti della lotta al nazi-fascismo !
W la Resistenza 1943 - 45 che sconfisse il nazi-fascismo !
fotoc. in propr.
il Comitato promotore del Convegno sulle “Foibe”