Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus aderisce e augura buon successo per la iniziativa del 12 giugno.

Ricordiamo anche l'altro appuntamento fissato a Milano contro le politiche razziste ed i pogrom per il fine settimana: sul nostro sito si può leggere il programma e scaricare la locandina ( https://www.cnj.it/AMICIZIA/rom.htm#manif08 )

Le motivazioni della nostra adesione e partecipazione alle iniziative antirazziste di questi giorni sono spiegate nel comunicato che trovate alla pagina: https://www.cnj.it/AMICIZIA/manif08.htm


----Messaggio originale----
Da: Dijana

 

VI INVITO A DARE LA VOSTRA ADESIONE E FATECI SAPERE LA DISPONIBILITA A PARTECIPARE AL PRESIDIO ENTRO MERCOLEDI' MATTINA. VI PREGO ANCHE A DIFFONDERE QUESTO APPELLO. GRAZIE
CARI SALUTI
DIJANA PAVLOVIC

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

12 GIUGNO ORE 12. LE ASSOCIAZIONI ROM PROMUOVONO UN PRESIDIO CON CONFERENZA STAMPA DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI VERSO ROM E STRANIERI

 
 

L’avvio, nei giorni scorsi, della schedatura su base etnica della popolazione rom e sinta insediata nei campi nomadi comunali e nelle aree private di Milano e Provincia da parte della Prefettura, e non di un normale e utile censimento conoscitivo, è stato accompagnato dall’indignazione e dalla protesta di numerosissimi concittadini che hanno fatto pervenire e continuano ad inviare centinaia di lettere e attestati di solidarietà e condanna.

In questo momento di grande incertezza ed apprensione per l’operato delle Istituzioni, su moltissimi cittadini si stanno infatti scaricando anche gli effetti di una profonda crisi sociale ed economica che ha allargato il divario tra ricchezza, povertà e disuguaglianze, dirottando le paure irrazionali e i problemi reali verso quei soggetti socialmente più deboli, in primis zingari e immigrati, che vengono avvertiti anche come potenziali competitori nella spartizione delle poche risorse ancora disponibili.

Eppure, il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro le abitazioni dei Sinti di Pavia, i raid contro attività commerciali di extracomunitari, le sprangate a un militante gay di Roma, la sassaiola contro una madre e una bambina sinte di Brescia, l’aggressione a Rimini di una donna incinta al settimo mese, l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le città d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono alcune delle tante e diverse punte dello stesso violento iceberg che avvelena il nostro Paese: l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i connotati espliciti della xenofobia e della discriminazione razziale.

Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del suo futuro.

Il silenzio verso le ingiustizie però, può facilmente rendersi complice di chi inneggia quotidianamente, anche all’interno delle sedi istituzionali, all’odio etnico o persegue il fine di considerare e trattare con strumenti e regole eccezionali e umilianti particolari “categorie” di cittadini.

Contro tutto questo vi è stata una pronta e composta reazione civile che comprende persone di ogni età e condizione sociale, forse inaspettata, certamente non scontata.

L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario ci riporta, come tante delle persone che ci hanno scritto, alla memoria del passato, ma soprattutto ci pesa vedere il volto vile di un paese profondamente malato.

Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei loro borghi che “i clandestini possono stuprare i tuoi figli” sono il volto più vile di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta di affrontare la camorra che a Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi dei campi rom, la mafia che controlla la vita e il voto dei siciliani, la'ndrangheta che non solo è padrona del territorio calabrese ma di interi quartieri di città come Milano.

Noi riteniamo indispensabile che nel territorio milanese e della provincia, che con il rogo delle tende di Opera ha inaugurato la caccia al rom e la sua contropartita politica, ci sia una risposta di mobilitazione contro questa degenerazione.

Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali, cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli esclusi, confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e i valori di una cittadinanza per tutti che considera la legge uguale per tutti e protegge chi cerca accoglienza e dignità.

 

Opera Nomadi, OsservAzione, Comitato rom e Sinti insieme, Romanodrom

Per adesioni: operanomadimilano@..., dijana.pavlovic@...