Fermare il massacro in Afghanistan e le politiche di guerra

1) Nuova strage di civili in Afghanistan

2) Oltre 62.000 firme per la Legge d’Iniziativa Popolare su trattati internazionali, basi e servitù militari. Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!


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Il bombardamento ieri notte a ovest di Herat. La Coalizione: "Uccisi 30 insorti"
La denuncia arriva dal ministro degli Interni afghano, che ha aperto un'inchiesta


Strage di civili in Afghanistan
Kabul: "76 morti, molti bambini"


Nei pressi di Kabul feriti tre militari italiani, le loro condizioni non sono gravi


KABUL - Nuova strage di civili in Afghanistan. Un bombardamento degli Alleati ha causato la morte di 76 persone, in maggioranza donne e bambini. Nell'azione militare, condotta ieri notte nel distretto di Shindand, nella provincia occidentale di Herat. La denuncia arriva dal ministro degli Interni afghano, che ha annunciato di avere avviato un'inchiesta sull'episodio. In un primo tempo, Kabul aveva annunciato che nel corso dell'operazione erano 30, perlopiù talebani. Poi la rettifica: negli scontri hanno perso la vita anche molti civili, tra cui 50 bambini e 19 donne. Versione contrastante dell'Isaf, che afferma di non aver colpito la popolazione civile. Secondo il portavoce militare Usa, il colonnello Rumi Nielson-Green, l'operazione ha portato all'uccisione di 30 miliziani, tra cui un importante leader dei guerriglieri talebani. 

Feriti tre militari italiani. Un'esplosione ha investito stamani una pattuglia di militari italiani nei pressi di Kabul: tre sono rimasti feriti, in modo non grave. Un altro soldato della coalizione, la cui nazionalità non è stata resa nota, è rimasto ucciso. Il fatto è avvenuto stamani intorno alle 7.20 ora locale (le 4.50 in Italia) quando un mezzo VM90 protetto del contingente italiano è stato investito da un'esplosione in una zona rurale a circa 20 chilometri a nord da Kabul. 

I militari, spiegano al contingente, stavano andando a svolgere un'attività pianificata di bonifica di ordigni rinvenuti nei giorni scorsi. I feriti, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, sono tutti alpini: uno del 9/o Reggimento dell'Aquila, gli altri due del 2/o Reggimento genio guastatori di Trento. I familiari sono stati informati. Sulla natura dell'esplosione sono ancora in corso accertamenti, ma è molto probabile che a provocarla sia stato un ordigno rudimentale comandato a distanza, che ha colpito la parte posteriore del VM protetto. 

Dall'inizio di agosto sono 41 i soldati delle forze internazionali (Enduring Freedom e Isaf) morti in Afghanistan. Il mese più sanguinoso per i militari stranieri dall'invasione dell'autunno 2001 è stato lo scorso giugno, quando morirono 49 effettivi della coalizione. 

Decapitati quattro dei 10 parà francesi. Quattro dei dieci parà francesi uccisi martedì scorso nell'imboscata talebana di Surobi sono stati decapitati. Lo hanno riferito a PeaceReporter fonti occidentali a Kabul, aggiungendo che la stessa sorte era toccata a due dei nove soldati Usa uccisi dai guerriglieri lo scorso 13 luglio nella provincia orientale di Kunar. La versione ufficiale riferiva che i dieci militari francesi erano morti nel corso di uno scontro a fuoco. 

(22 agosto 2008)


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Oltre 62.000 firme per la
Legge d’Iniziativa Popolare su trattati internazionali, basi e servitù militari.
Un importante risultato politico per le prossime mobilitazioni contro la guerra.
 
Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!
22 agosto 2008
 
Il 7 agosto scorso i rappresentanti del Comitato promotore per  la Legge di Iniziativa Popolare su trattati internazionali, basi e servitù militari hanno consegnato al Parlamento italiano oltre 62.000 firme raccolte in tutta Italia da centinaia di banchetti, incontri, conferenze e manifestazioni.
La campagna per  la Legge , voluta fortemente dalla Rete nazionale Disarmiamoli!, ha attivato e coagulato intorno a sé realtà politiche, sindacali, sociali e culturali, singoli pacifisti indipendenti da quella rappresentanza istituzionale dissoltasi nelle urne elettorali del 13 e 14 aprile 2008.
 
I risultati politici di questa lunga campagna sono molteplici. Emerge con evidenza la capacità propositiva di una parte importante del movimento contro la guerra del nostro paese e la determinazione a marciare con le proprie gambe, con l’obiettivo di riconquistare forza ed egemonia in vasti settori di massa, disorientati e delusi dai voltagabbana di un ceto politico compromessosi totalmente con le scelte belliciste dell’ultimo governo Prodi.
 
Il silenzio intorno alla campagna nazionale per  la Legge , tanto più scandaloso quando è stato esercitato da organi di stampa che ancora oggi si autodefiniscono “di movimento”, non ci ha fatto sentire soli, perché ogni qualvolta proponevamo i moduli per la raccolta delle firme in una qualsiasi iniziativa pubblica di movimento siamo stati oggetto di interesse, approvazione, collaborazione da parte di tantissimi militanti pacifisti ed antimperialisti, portatori di storie e culture differenti ma uniti da un identico obiettivo. Un patrimonio umano, politico, sociale e culturale ancora ben radicato nel paese.
 
Le battaglie che dovremo affrontare nei prossimi mesi, alla luce dei mille focolai di guerra accesi da una competizione globale sempre più forte, sono tante e di vastissima portata.
La guerra guerreggiata si riaffaccia con prepotenza nel cuore dell’Europa, come dimostrato dall’attuale conflitto in Georgia, continua il massacro in Afghanistan ed in Iraq, la situazione in Kosovo, Libano e Palestina rimane incandescente, le minacce d’attacco contro Siria e Iran sono quotidiane.
Il movimento contro la guerra si dovrà attrezzare adeguatamente per contrastare e rispondere a queste micidiali minacce di morte e distruzione.
 
Il risultato ottenuto con la consegna al Parlamento di una Legge d’Iniziativa Popolare che, se approvata, bloccherebbe immediatamente alcuni fondamentali avamposti della cosiddetta “guerra infinita”, è un elemento di forza per tutti coloro i quali nel nostro paese non sono intenzionati ad  abbassare la testa di fronte all’imperante militarismo bipartisan.
 
Un risultato che mettiamo a disposizione di tutto il movimento e delle sue strutture di coordinamento, a partire dal Patto permanente contro la guerra.
 
In autunno promuoveremo iniziative specifiche perché  la Legge d’Iniziativa Popolare su trattati internazionali, basi e servitù militari venga discussa dal Parlamento, imponendo di nuovo all'agenda politica nazionale - senza grandi illusioni sui risultati, se non quelli della agitazione e della propaganda -  la storica parola d’ordine del NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA.
 
La Rete nazionale Disarmiamoli!
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