Vicenza
APPELLO DEI
LAVORATORI CONTRO LA GUERRA
- A TUTTE/TUTTI COLORO CHE VOTANO SI’ ALLA CONSULTAZIONE sul "Dal Molin" domenica 5 ottobre.
- A TUTTI COLORO CHE COMUNQUE si oppongono alla base militare
- A CHI HA FIRMATO IL PROGETTO DI LEGGE QUADRO nazionale PER IL CONTROLLO POPOLARE SU TRATTATI INTERNAZIONALI, BASI E SERVITÙ MILITARI, contribuendo alla sua presentazione in Parlamento.
Il voto per difendere i beni comuni minacciati da un’altra base di guerra in un territorio già troppo militarizzato e per difendere lo stesso diritto di espressione democratica dalla prepotenza e dall’arroganza di chi pretende di rappresentare una società CIVILE (vedi Consiglio di Stato); così come la presentazione di una legge di iniziativa popolare (62 MILA FIRME) che contrasta totalmente le politiche e l’economia della guerra permanente: questi sono atti di cittadini liberi e solidali, non di sudditi e servi stupidi di un sistema iniquo e distruttivo.
Ma sappiamo tutti che LE OPINIONI NON BASTANO!
LA LOTTA PER ESTIRPARE LE CAUSE PROFONDE DELLA GUERRA E DELLO SFRUTTAMENTO PERVERSO DELLE RISORSE (COMPRESA LA VITA STESSA DEI LAVORATORI) da parte dei centri di potere e di privilegio NON PUÒ E NON DEVE ESAURIRSI IN ATTI DI DEMOCRAZIA FORMALE. DOBBIAMO RINFORZARLA CON LE MOBILITAZIONI, PER RIVENDICARE E COSTRUIRE IN PRATICA LE BASI DI UNA SOCIETÀ PIÙ GIUSTA.
COMINCIAMO DA ORA!
INVITIAMO TUTTI E TUTTE A TROVARCI
DOMENICA 5 DALLE 20
ALLA ROTONDA DI VIALE FERRARIN
PER ANDARE INSIEME VERSO
L’EX AEROPORTO CIVILE
A RIVENDICARE IL RISULTATO DELLA VOTAZIONE!
Presidio informativo e di vigilanza 5 ottobre
Patto permanente contro la guerra – Vicenza
3. La seconda questione attiene all’analisi della realtà internazionale e alle sue ricadute nel nostro paese. C’è ancora qualcuno che oggi vede la questione dell’uscita dalla NATO come un obiettivo politico obosoleto? Gli eventi di questa estate in Georgia ce ne hanno rivelato piuttosto tutta la sua attualità, gravità e le contraddizioni. La NATO appare spesso come un dogma inamovibile e a fortissimo consenso bipartizan nel nostro paese. A sinistra pochi o nessuno se la sentono di riaprire la questione dell’adesione (e della subalternità) dell’Italia alla NATO. Alcuni per snobismo, altri per una sorta di pavida rassegnazione. Eppure le sue contraddizioni interne e le crepe che si delineano al suo interno sono reali. Gli effetti della crisi finanziaria negli USA rivelano le divergenze strategiche crescenti con le altre potenze europee. Tali divergenze sono emerse chiaramente anche dentro la NATO nei vertici di Riga e di Bucarest e nella gestione della crisi nel Caucaso. Non è errato affermare che oggi la NATO è in crisi così come lo sono gli istituti della concertazione internazionale tra le potenze capitalistiche (FMI, WTO, BM) che hanno agito sotto l’egemonia USA dal dopoguerra a oggi.