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Belgrade Forum for a world of equals

1) INTERNATIONAL CONFERENCE, 200 FOREIGN PARTICIPANTS: A SUCCESS

2) Dichiarazione finale della Conferenza Internazionale di Belgrado del 23-24 Marzo 2009

3) Belgrado 22-23-24 Marzo 2009 - a cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia

4) Anti-NATO forces in Serbia mark 10th year since bombing of Yugoslavia

5) La delegazione guidata dal Segretario generale è a Belgrado

6) Dačić: Priznavanje jednostrane secesije Kosova - nastavak agresije / Dacic: UDI is "continued NATO aggression"


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INTERNATIONAL CONFERENCE, 200 FOREIGN PARTICIPANTS
Belgrade, March 23

A two-day international conference titled “Objectives and consequences of NATO aggression on Yugoslavia (Serbia and Montenegro) – ten years after” opened today in the Belgrade Sava international conference center. 

Besides Serbian scientists and other public figures it is attended by about 200 foreign guests from over 40 countries from all the continents. 

Today more than 20 speakers have presented their papers, all emphasizing that the aggression ten years ago was an act against peace and stability aimed at promoting the expansion of NATO, spreading militarization and interventionism on a global scale and the decomposing of sovereign states. 

The Conference continues on 24rth of March. It was preceded by the opening of an exhibition of photographs, books and documentary films on the aggression. 

The organizers are the Belgrade Forum for a World of Equals and the Association of Generals and Admirals of Serbia founded by high-ranking officers who lost their jobs after the “democratic” changes in that country in October 2000. 

Zivadin Jovanovic
Belgrade Forum for a World of Equals

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BELGRADE FORUM FOR THE WORLD OF EQUALS
 
 
BELGRADE CONFERENCE SUCCESS
NATO TO BE DESOLVED, HAAG TRIBUNAL CLOSED
 
Belgrade, March 27. Two days International conference in Belgrade marking 10 years of the start of the NATO aggression on Yugoslavia (Serbia and Crna Gora) ended up with the calls to dissolve NATO as the aggressive global alliance aiming at replacing the United Nations and to close up the Hag tribunal (ICTY) as prolonged NATO anti-Serbian arm. The Conference initiated establishment of the International Tribunal of the Human Consciences (Tribunal International de la Consciance Humaine).
The participants reiterated that the 1999 NATO war on Yugoslavia was the war to weaken Europe, dislocate American troops in the Balcan, control Caspian, Middle East and Central Asia regions and to encircle Russia. the precedent to be followed later by aggression on Iraq. They stated that NATO violated the UN Charter, the OSCE Helsinki Final document and basic principles of the International relation in order to create precedent and concluded that it was a crime against peace and humanity.
The Conference considered that the first War in Europe after the Second World War was waged to justify existence of NATO, rise of military expenditure and to impose the Alliance as global police force.
The Conference supported the view that 1999 USA/NATO aggression has been continuing through the past 10 years by economic, political and propaganda means culminating by imposed illegal self proclamation of independence of Serbia’s province of Kosovo and Metohija in February 2008.
Referring to over 3.500 killed and over 10.000 wounded, two thirds of which are civilians, to the economic damage of over 100 billion of USD, the Conference reiterated the right of Serbia to the war compensation. It also called that the consequences of the massive use of nuclear weapons (ammunition with depleted uranium) during the aggression be carefully studied and findings made public.
The Conference hosted by Belgrade Forum for the World of Equals, an independent, non-party, non-profit association of Serbian intellectuals was attended by over 600 scientists, writers, diplomats, military specialists and other public figures from over 40 countries, was also attended by high Serbian State representatives in spite of the fact that the Government refused to assist its organizers.
Among the speakers were the former US Attorney General Ramsey Clark, renown Swiss ecologist Franz Weber, Canadian scientist Michel Chossudovsky, Russian general Leonid Ivashov, Former French minister of defense General Pierre Marie Galois, Greek politician Aleka Papariga, British politician Alice Mahon, Bulgarian scientist Velko Valkanov and about 60 other speakers. Ten of them were presented by special Belgrade Forum Friendship Charter for their outstanding contribution in spreading the truth and upholding the principles of Law and Justice.
 
BELGRADE FORUM FOR THE WORLD OF EQUALS



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www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 31-03-09 - n. 267

Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
 
Dichiarazione finale della Conferenza Internazionale di Belgrado del 23-24 Marzo 2009:
- "La NATO deve essere sciolta",
- " Il Tribunale dell'Aja per l'ex Yugoslavia ( ICTY) deve essere chiuso".
 
La Conferenza Internazionale di due giorni in Belgrado che ricordava i 10 anni dell'inizio dell'aggressione della Nato sulla Repubblica Federale Jugoslava (Serbia e Montenegro) si è chiusa con le parole d'ordine dello scioglimento della Nato come alleanza globale ed aggressiva che mira a sostituire le Nazioni Unite e della chiusura del Tribunale dell'Aja (ICTY) come braccio anti-serbo della Nato. La Conferenza si è aperta con l'intento di costituire un Tribunale Internazionale delle Coscienze Umane.
 
I partecipanti hanno ribadito che la guerra della Nato del 1999 contro la Jugoslavia è stata una guerra per indebolire Europa, per la dislocazione di truppe americane nei Balcani, controllare l'area Caspica, il Medio Oriente e regioni dell'Asia Centrali e circondare la Russia.
Un precedente che poi è seguito con l'aggressione sull'Iraq.
 
Gli interventi hanno evidenziato che la NATO violò la Carta dell'ONU, il documento finale di Helsinki dell'OSCE e i principi di base delle relazioni internazionali per creare un precedente, e hanno ribadito che è stato un crimine contro la pace e l' umanità.
 
La Conferenza ha sottolineato come questa è stata la prima Guerra in Europa dopo la Seconda Guerra mondiale, ed è stata intrapresa per giustificare l'esistenza della Nato, l'aumento della spesa militare ed imporre l'Alleanza come forza di polizia globale.
 
La Conferenza ha sostenuto il punto vista che l'aggressione di USA/NATO del 1999 è continuata attraverso questi 10 anni passati attraverso strumenti economici, politici e di propaganda, culminati con l’auto proclamazione illegale e imposta, di indipendenza della provincia serba del Kosovo Metohija nel febbraio 2008.
 
In merito agli oltre 3.500 uccisi e gli oltre 10.000 feriti, due terzi dei quali civili, al danno economico di oltre 100 bilioni di dollari, la Conferenza ha ribadito il diritto della Serbia ad ottenere il risarcimento dei danni di guerra.
 
Inoltre è stato ricordato che le conseguenze dell’uso massiccio di armi nucleari ( munizioni con uranio impoverito), durante l’aggressione sono state attentamente studiate e i loro esiti sono stati denunciati e resi pubblici.
 
La Conferenza organizzata dal Forum Belgrado per un Mondo di Eguali, una associazione indipendente, apartitica, senza scopi di lucro, costituita da personalità serbe, è stata seguita da oltre 600 accademici, scrittori, diplomatici, militari, studiosi e altre figure pubbliche provenienti da oltre 40 paesi.
 
Alla Conferenza hanno portato un saluto anche alti esponenti dello Stato serbo nonostante che il Governo avesse rifiutato di sostenere la sua organizzazione.
 
Tra i relatori vi erano l’ex ministro della Giustizia USA Ramsey Clark, il noto ecologista svizzero F. Weber, lo studioso canadese M. Chossudovsky, il Generale russo L. Ivashov, l’ex ministro della Difesa francese il Generale P. M. Galois, la deputata greca A. Papariga, la deputata inglese A. Mahon, l’accademico bulgaro V. Valkanov e circa altri 60 oratori.
 
Dieci di loro hanno ricevuto la speciale Carta di Amicizia del Forum Belgrado per il loro contributo straordinario nella difesa della verità e dei principi della Legalità e della Giustizia.
 
Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia
 

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www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 01-04-09 - n. 267

Belgrado 22-23-24 Marzo 2009
 
A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia
   
La dichiarazione finale del Forum Belgrado sintetizza in modo chiaro lo svolgimento e l'esito della riuscita Conferenza Internazionale intitolata: “ 1999-2009: Per non dimenticare. L'aggressione della NATO 10 anni dopo”.
 
L'apertura è avvenuta la sera di domenica 22 marzo, con l'inaugurazione della mostra fotografica sugli effetti dei bombardamenti, con il saluto alle delegazioni straniere ed una lettura di poemi contro la guerra, recitati dall’attrice attivamente impegnata per il suo popolo, Ivana Zigon.
 
Lunedì, la Presidenza, oltre al Presidente del Forum Belgrado Z. Jovanovic, era composta dal segretario dello stesso Forum, dal segretario generale del World Peace Council e dal segretario del WPC Europa.
 
Dopo aver osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime dei bombardamenti ed una emozionante recita degli “ambasciatori” del Kosovo serbo: i bambini serbo kosovari del gruppo teatrale “Peonie del Kosovo”, diretti da I. Zigon, sono poi iniziati gli interventi.
 
Come già riportato il livello è stato altissimo, con deputati russi, greci, ambasciatori di vari paesi, accademici, un esponente della Chiesa Ortodossa serba, economisti, generali e militari serbi, greci, portoghesi, russi, brasiliani, tedeschi, francesi, storici, giornalisti, esponenti di movimenti internazionali per la Pace. Per l'Italia sono intervenuti F. Grimaldi, J. Toschi Marazzani Visconti ed E. Vigna per il Forum Belgrado Italia.
 
Nella mattinata del 24, una delegazione della Conferenza si è recata al Monumento dei bambini vittime dei bombardamenti della NATO ed ha deposto una corona di fiori, a nome di tutti.
 
La Conferenza si è chiusa alle 18 di martedì, anche per permettere ai partecipanti di andare alla manifestazione nella Piazza della Repubblica, dove hanno parlato oltre a numerosi relatori della Conferenza, esponenti delle forze patriottiche e nazionali serbe. Nonostante un clima di forte tensione emotiva, la realtà è stata una manifestazione assolutamente al di sotto delle aspettative, anche per la situazione in Serbia che vede una forte divisione delle forze politiche della sinistra e patriottiche, oltre a quelle nazionaliste. Tutto questo, frutto di un profondo lavoro di disgregazione diretto dall'esterno, e dalla mancanza di una forza reale capace di orientare ed indirizzare anche organizzativamente il popolo serbo verso una ripresa politica e sociale. Questa è una tremenda realtà, con cui tutte le forze sane ed oneste di quel paese dovranno fare i conti, sicuramente per molti anni a venire. Questo preoccupa fortemente se si pensa al possibile destino della resistenza popolare serba nel Kosovo occupato, ma questa è la realtà su cui i compagni ed amici di là convengono pienamente.
 
E solo da là possono venire risposte, progettualità di ripresa sociale e politica e…futuri vivibili.

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Intervento/relazione alla Conferenza, 24 marzo 1999
 
Con questo intervento, intendo portare una sintetica riflessione su quale è la realtà del Kosovo Metohija oggi…a dieci anni dall'inizio dei bombardamenti e dell'aggressione alla Repubblica Federale di Jugoslavia…motivata dalla necessità di fermare una “pulizia etnica”, un “genocidio” e ripristinare i “diritti umani” nella provincia. Queste furono le tre basi fondanti su cui la cosiddetta Comunità Internazionale: cioè gli otto paesi più ricchi della Terra, cioè il loro braccio armato, la NATO (in quanto i governi dei 2/3 dell'umanità tra voti contrari e astensioni, erano contrari alla guerra) hanno decretato l'aggressione alla Jugoslavia il 24 Marzo 1999.
 
“…Ho appena dato mandato al comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale Clark, di avviare le operazioni d'aria (ndt: bombardamenti aerei…) sulla Repubblica federale di Jugoslavia…Tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione politica negoziata alla crisi del Kosovo sono falliti e non ci sono alternative all'intraprendere l'azione militare…”.
 
Così, il 23 marzo 1999, l'allora Segretario generale della NATO J. Solana, davanti ai mass media del mondo, decretava l'inizio della fine della “piccola” Jugoslavia e del popolo serbo in particolare…
 
Molti autorevoli interventi in questa Conferenza hanno spiegato dettagliatamente quali erano e sono, le strategie geopolitiche e geostrategiche, che c'erano dietro la “crisi del Kosovo” e Rambouillet; io intendo soffermarmi sinteticamente sulle menzogne e sulla “disinformazione strategica” pianificate, che oggi dopo 10 anni sono di dominio pubblico, pianificate per cancellare la RFJ e annichilire il popolo serbo. Userò il mio tempo per parlare della situazione oggi nel Kosovo Metohija e della Resistenza del popolo serbo kosovaro per non essere annullato fisicamente, socialmente, culturalmente e moralmente.
 
Prima di tutto porto a questa prestigiosa Conferenza i fraterni saluti del Forum Belgrado Italia di cui sono onorato di esserne il portavoce per l’Italia e dell’Associazione di Solidarietà SOS Yugoslavia- SOS Kosovo Metohija.
 
Il nostro lavoro in Italia si fonda su due aspetti che da sempre abbiamo ritenuto indispensabili e legati tra loro: un lavoro di Informazione e uno di Solidarietà Concreta con la popolazione. L’Informazione è un arma per lottare per la verità contro la disinformazione strategica, per costruire coscienza. La Solidarietà Concreta come passaggio conseguente concreto, è un arma per costruire legami, relazioni conoscenza e amicizia tra i popoli, ed anche questo pensiamo sia uno strumento per la lotta contro le guerre e per la pace.
 
Qual è oggi la realtà del Kosovo dopo 78 giorni di bombardamenti e dopo 10 anni di “ristabilita” democrazia, di “ristabiliti” diritti umani, “ristabilita” multietnicità,,, di “ritrovata” libertà?
 
Sono da cinque anni coordinatore per i Progetti di Solidarietà con il Kosovo Metohija, quindi parlo di una realtà che conosco direttamente sul campo, vissuta in prima persona con il popolo serbo oppresso di là (ma anche con famiglie rom, di altre minoranze e anche kosovari albanesi lealisti alla Jugoslavia ed alla convivenza multietnica), oltre che documentata e non basata su racconti o Internet.
 
I nostri Progetti sono costruiti con profughi, con lavoratori disoccupati delle enclavi, con vedove di guerra, con i figli dei rapiti del Kosovo e con l’Associazione Sclerosi Multipla del Kosovo Metohija.
 
La realtà sul campo è esattamente il contrario delle verità ufficiali raccontate dalla NATO, dall’UNMIK, dall’OSCE o dalla cosiddetta Comunità Internazionale.
 
Dopo 10 anni dove sono la cosiddetta “pulizia etnica”, il “genocidio”, “le fosse comuni” conle decine di migliaia di albanesi kosovari dentro?
 
Quando, secondo i documenti CIA, FBI, OSCE, Unmik, NATO….a tutt’oggi: sono stati ritrovati 2108 corpidi tutte le etnie; secondo l’UNCHR i primi profughi sono stati registrati il 27 marzo 1999, cioè 3 giorni dopo l’inizio dei bombardamenti; sono stati uccisi dal giugno ’99 ad oggi 3.000 serbi, rom, albanesi jugoslavisti, e di altre minoranze; sono stati rapiti 1300 serbi; oggi si sa (tramite le memorie della ex procuratrice del tribunale dell’Aja per la Yugoslavia, Carla Del Ponte) che loro sapevano di 300 serbi rapiti dalle forze terroriste dell’UCK portati in Albania per estirpargli gli organi ad uno ad uno.
 
– Cos’è la democrazia quando per motivi etnici, le persone (serbi e le altre minoranze) non possono lavorare, studiare, avere l’assistenza sanitaria, camminare fuori dalle enclavi (campi di concentramento a cielo aperto) con il rischio di essere assassinati?
 
- Che significato ha il termine “diritti umani”, quando per motivi etnici un uomo, un giovane, un bambino in ogni momento può essere ucciso? Quando oggi nel 2009, tutti i “diritti umani” fondamentali sanciti nella Carta Universale dei Diritti Umani fondante l’ONU…sono ogni giorno negati per tutti i non albanesi ed anche per migliaia di kosovari albanesi?
 
- Cosa significa la parola multietnicità, quando oggi il Kosovo è una provincia etnicamente pulita, mentre fino al 1999 vivevano lì 14 minoranze diverse, con gli stessi diritti sanciti nella Costituzione jugoslava? Quando 148 monasteri e luoghi sacri ortodossi sono stati distrutti dalle forze terroriste dell’UCK?
 
- Che significato ha la parola “libertà”, quando ad un popolo per motivi etnici è negata la possibilità di lavorare, studiare, essere curato, privato dei diritti politici, civili o religiosi? Quando in uno stato fantoccio creato dalla forza militare della NATO, la sua leadership è formata da criminali, terroristi, da trafficanti di droga, di armi, di donne, di organi umani, come indicato e documentato da svariati organismi giuridici internazionali e dalla stessa DEA (Agenzia antidroga statunitense), che ha definito il Kosovo un narcostato nel cuore dell’Europa? Un lavoratore e le persone oneste di qualsiasi etnia, sono libere in una realtà simile?
 
Come può essere libero un popolo o una regione quando sulla sua terra costruiscono una base militare straniera, come Camp Bondsteel, la più grande base militare americana dai tempi del Vietnam? Per cosa un tale investimento di denaro e forze? Per controllare alcune decine di migliaia di serbo kosovari chiusi dentro alcune enclavi? O forse (!) per i loro disegni ed obiettivi geostrategici?
 
Menzogne! Menzogne! Menzogne!
 
Per questo dobbiamo lavorare per una informazione di verità e per una solidarietà concreta per il popolo serbo del Kosovo occupato, che resiste nelle enclavi assediate dalla violenza e dall’odio.
 
La battaglia per la verità è battaglia per la giustizia. Senza verità non può esserci giustizia. Senza giustizia non ci può essere pace per nessun popolo.
 
Indipendenza nazionali, sovranità nazionali, integrità nazionali, sono gli obbiettivi concreti e realistici, oggi da difendere e su cui costruire politiche di pace e reale sviluppo, in Serbia comeper ogni paese e popolo.
 
Cari partecipanti a questo importante e prestigioso Meeting, come modesta voce delle enclavi resistenti del Kosovo Metohija usurpato, vi chiedo col cuore e con la coscienza che possedete di uomini e donne liberi e consapevoli, di certamente non dimenticare l’aggressione criminale al popolo jugoslavo del 1999, ma altrettanto fortemente di non dimenticare la resistenza del popolo serbo del Kosovo Metohija occupato, OGGI.    
 
Grazie per avermi dato la possibilità di esporre queste schematiche parole, a nome di tutti coloro che lavorano e si impegnano in Italia con il Forum Belgrado Italia e con l’Associazione SOS Yugoslavia- SOS Kosovo Metohija; ma soprattutto GRAZIE a nome dei nostri fratelli e sorelle delle enclavi, un popolo senza più voce, senza più televisioni, senza più giornali, ma ancora là in piedi, tenace e fiero a difendere la loro esistenza ma anche il diritto di qualsiasi popolo ad esistere.
 
Nel mezzo della piana, la più ampia ampiezza. 
Nel mezzo del mare, il fondo più profondo. 
Nel mezzo del cielo, l’altezza più alta. 
Nel Kosovo, il campo di battaglia più alto.
 
(Poema epico popolare serbo)
 
Grazie.
 
Enrico Vigna
 


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Anti-NATO forces in Serbia mark 10th year since bombing of Yugoslavia

By Heather Cottin 
Belgrade, Serbia 
Published Mar 29, 2009 8:53 PM

March 23—Hundreds of representatives are meeting in Belgrade on March 23-24 to commemorate the 10th anniversary of the U.S.-led 78-day bombing of Yugoslavia and the heroic resistance of its people and military during NATO’s aggressive and illegal war. Participants came from many European countries, including Bulgaria, Belgium, Russia, Germany, Greece, Italy, Ireland, Britain, Spain, Portugal and Serbia, as well as Palestine, Angola, Brazil, Venezuela and the United States.

In 1999, thousands of courageous students rallied at huge rock concerts on bridges the U.S. and its NATO allies were bombing in Belgrade. Wearing shirts emblazoned with bull’s-eyes, they protested the criminal NATO violation of Yugoslavia’s sovereignty, proclaiming themselves “NATO targets.”

The Belgrade Forum met to “remember the defense of the county” that coincided with NATO’s first step of Western military expansion into the former socialist countries. The U.S.-led NATO assault killed over 2,000 civilians and bombed chemical and water treatment plants, resulting in permanent destruction of the country’s ecology. The Pentagon used bombs and shells with depleted uranium in Kosovo and the rest of Serbia 10 years ago. Now cancer rates there have skyrocketed to over 300 percent above prior rates.

Speakers at the two-day conference said the U.S.-NATO war—allegedly to “liberate” Kosovo—was designed to build Camp Bondsteel, now the largest U.S. military base in southeastern Europe. The U.S.-NATO plan was to transform the Balkans into a launching pad for further military expansion into Eastern Europe and Southwest Asia, which has happened.

Ivan Dimitrov from Bulgaria, one of the speakers at the Belgrade Forum, apologized to Serbs for his nation’s role as the military base from which the U.S. launched many of the aerial attacks during the 78-day war on Yugoslavia. Belgrade, he said, is unique, a city that was bombed by both the Nazis and by NATO. He continued, “The capitalist system is the focus of all the evil in the world.”

In the Yugoslavia of 1989, some 20 million people of many nationalities lived in six republics. Some 70 percent of the country’s productive capacity was publicly owned.

Since Yugoslavia’s breakup, everything has been privatized. The factories are closing. The fancy Benetton, Gap, Ann Taylor and computer stores have few customers. Unemployment is in double digits. In Kosovo, a former province of Serbia that NATO has turned into an abject colony, unemployment is 70 percent.

Protests of NATO ‘celebration’ planned

Most speakers at the Belgrade Forum condemned the world capitalist press for suppressing the truth about what NATO began in Yugoslavia, but noted that this spring marked a new beginning for a worldwide fightback against NATO militarism and the putrefying capitalist system it protects.

The most pro-capitalist, rightist and subservient politicians in Georgia, Ukraine, Azerbaijan, Poland, Bulgaria and other “new” NATO member-states came into office after establishing their loyalty to the West and to neoliberal policies supporting “globalization.” That is, they backed U.S. and European Union imperialist investment and control, turning their countries into Western colonies to defend their own narrow interests.

The workers in Eastern Europe, robbed of free health care, education, the guarantee of jobs and culture, face double-digit unemployment.

Now the U.S. and NATO look to the working-class and farmer youth of Eastern Europe’s “new” NATO members for cannon fodder for its colonial adventures. These youths’ job is to kill and die for NATO in Afghanistan, while NATO military expenditures strain the budgets of these poorer member nations.

The 60th anniversary of NATO in early April has become the focus of protest all over Europe and also in Canada, beginning now. In Montreal, Rome, Brussels and Belgrade people are gathering to say no to NATO expansion, with major protests planned for April 2-4 in and around Strasbourg, France.


Articles copyright 1995-2009 Workers World. Verbatim copying and distribution of this entire article is permitted in any medium without royalty provided this notice is preserved. 

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www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 25-03-09 - n. 266

da Partito Comunista della Grecia (KKE) - inter.kke.gr - in www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
La delegazione guidata dal Segretario generale è a Belgrado
 
24/03/2009
 
Una delegazione del Partito Comunista della Grecia, guidata dal Segretario generale del partito, la compagna Aleka Papariga, è a Belgrado per partecipare alla conferenza internazionale organizzata dal Forum di Belgrado e dal Consiglio Mondiale della Pace [WPC] in occasione del 10° anniversario dei bombardamenti della NATO.
 
La conferenza vede la presenza dei rappresentanti delle organizzazioni e movimenti antimperialisti di 45 paesi.
 
La compagna Papariga, che ha incontrato il Presidente del Parlamento serbo Slavica Djukic-Dejanovic, ha affermato che “Siamo a Belgrado per ricordare e mostrare il nostro rispetto al popolo serbo per i barbari attacchi da parte di 19 stati appartenenti alla NATO, e più specificamente dagli Stati Uniti, Unione Europea e NATO, e per rinnovare i rapporti di amicizia tra i due popoli. Noi siamo uniti da problemi comuni per via della crisi economica, come per il fatto che la guerra non ha abbandonato la nostra regione. Col presidente del Parlamento abbiamo discusso del nostro contributo allo sviluppo delle relazioni tra i due Parlamenti. Ciò che è fondamentale e concreto è che i popoli esercitino pressioni sul Parlamento affinché sia promosso l’aiuto disinteressato di un popolo all’altro nelle attuali pesanti circostanze”.
 
Nel primo pomeriggio di lunedì 23 marzo, la compagna Papariga ed i membri della delegazione del KKE hanno visitato la città natale dell’ultimo presidente Slobodan Milosevic, Pozarevac, ed hanno deposto una corona di fiori sulla sua tomba.
 
“Siamo venuti qua per ricordare che sono trascorsi 10 anni dall'inizio della guerra imperialista contro la Yugoslavia e che i crimini non hanno un inizio e una fine. In questo momento ricordiamo il sostanziale rapimento di Milosevic, il quale ha demistificato il mito e svelato del tutto la natura della cosiddetta democrazia europea. Proprio su questa terra di Europa, che apparentemente possiede grande cultura e umanesimo, ha avuto luogo il sequestro di una persona per processarla sulla base di menzogne e morire poco prima della conclusione, ricordando che la lotta di un popolo non ha mai fine.
 
La morte di Milosevic arrivò prima della sentenza finale, il popolo della Serbia ed i popoli dell'Europa devono condurre la lotta per la definitiva condanna dell’imperialismo. Al di là del castigo divino, in cui credono alcuni, esiste anche il giudizio popolare.
 
Il Segretario generale del CC del KKE, la compagna Aleka Papariga, lunedì 23 marzo ha incontrato le delegazioni del Nuovo Partito Comunista di Yugoslavia e del Partito dei Comunisti Serbi, mentre martedì 24 marzo ha pronunciato un discorso alla conferenza organizzata dal Forum di Belgrado in occasione del 10° anniversario dei bombardamenti NATO.


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Dačić: Priznavanje jednostrane secesije Kosova - nastavak agresije

23. mart 2009. 12:33     (Izvor: Međunarodni radio Srbija)

Potpredsednik Vlade Srbije Ivica Dačić, ocenio je da jednostrano proglašenje secesije Kosova i njeno priznanje od nekih država predstavlja  nastavak pritisaka i agresije, koju je NATO izvršio 1999. godine na SRJ. Dačić je, obraćajući se u ime Vlade Srbije učesnicima dvodnevne međunarodne konferencije "Agresija NATO na SRJ - deset godina posle", podsetio da je bombardovanje SRJ sprovedeno bez odluke SB UN i da su njime prekršeni Povelja UN i osnovni principi međunarodng prava. Dačić je ukazao da je do jednostranog priznavanja nezavisnosti Kosova došlo takođe bez odluke SB UN. Dvodnevnu konferenciju koja se odžava u Centru "Sava" organizovali su beogradski Forum za svet pravednih i Klub generala i admirala Vojske Srbije. Otvaranju su, između ostalih, prisustvovali predsednica Skupštine Srbije Slavica Đukić-Dejanović, predsednica Svetskog mirovnog pokreta Sokoro Gomeš i predstavnici više ambasada u Beogradu, među kojima i ruski ambasador Aleksandar Konuzin.

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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php? yyyy=2009&mm=03&dd=23&nav_id=58033

Tanjug News Agency - March 23, 2009

Dacic: UDI is "continued NATO aggression"

BELGRADE - First Deputy PM and Interior Minister Ivica Dacic on Monday in Belgrade addressed a
conference dubbed, "NATO Aggression against Serbia: Ten Years After".

Dacic said that the process of the unilateral proclamation of the secession of Kosovo and its recognition
by certain states presents "a continuation of the bombing, pressure and aggression" which NATO
carried out against Serbia and then Federal Republic of Yugoslavia (SRJ) for 78 days in 1999.

Tanjug news agency reports that he addressed the gathering on behalf of the government, to point out
that the air strikes on Serbia were carried out without a decision of the United Nations Security Council,
that they present a violation of the UN Charter, the Paris Charter, the closing acts of the Organization
for Security and Cooperation in Europe (OSCE), as well as the elementary principles of international
law.

"The bombing of Serbia was a consequence of a false accusation of genocide and ethnic cleansing,
because of a stage-managed massacre, and the alleged guilt of the Serbian forces in Racak," Dacic said.

The attacks against Serbia presented the closing stage of all the pressures put on the country since the
beginning of the 1990s, according to the minister, who is also the leader of the ruling Socialists (SPS).

"It is similar today. Just as then, it also happened now that the unilateral recognition of the
independence of Kosovo and Metohija took place without a decision of the UN Security Council," Dacic
said, pointing out that "the unilateral proclamation of secession and its recognition by certain states
present a continuation of the bombing, pressure and aggression that were in force at that time".

"On the grounds of the illegal manner of the air strikes, the lack of a UN Security Council decision, and
the consequences of the bombing for the Serbian people, the NATO aggression constituted a crime,"
stated the minister.

It was announced last week that the Serbian government will on Tuesday hold a special session
dedicated to Remembrance Day for the victims of the NATO air strikes.

For the first time since 2000, throughout the country citizens will suspend their activities and observe a
minute of silence for the innocent victims as sirens are sounded at noon on March 24 -the 10th
anniversary of the beginning of the attacks.

The government session will be open to the public and it will be addressed by Prime Minister Mirko
Cvetkovic.