L'EUROPA CHE VORREBBERO

Hitler, il modello dei “democratici” governanti della Georgia?

Da qualche tempo il canale televisivo “Sakartvelo” (“Georgia” in georgiano) trasmette uno spot pubblicitario, in cui i giovani della repubblica caucasica vengono invitati ad arruolarsi nell’esercito. 

Nulla di speciale. I soliti giovani sorridenti che varcano le soglie di una caserma, le stesse immagini che possiamo vedere in ogni spazio di propaganda televisiva per le forze armate di qualsiasi paese del mondo.

Peccato che queste immagini siano accompagnate da una frase che appare sullo schermo e che la dice lunga sulle caratteristiche “democratiche” di un regime, arrivato al potere con una “rivoluzione colorata” e benedetto da tutte le potenze dell’Occidente, che si apprestano ad accoglierlo nella NATO, tra i “combattenti della libertà”: “Dobbiamo comprendere una volta per tutte che non recupereremo mai i territori perduti, né con discorsi trasformati in formalismi, né riponendo speranze nella Lega delle Nazioni. Solo con la forza delle armi. Adolf Hitler. 1932”. Il tutto condito da un commento di un attore che pronuncia, con particolare enfasi, le ultime parole di questa dichiarazione del führer.

Il gravissimo comportamento della televisione georgiana è stato denunciato dalle organizzazioni dei diritti umani presenti a Tbilisi, senza peraltro suscitare alcuna reazione nei media dei paesi alleati del governo di Saakashvili. 

L’episodio, sintomatico della deriva di chiaro stampo fascista del regime georgiano (che continua nella sua politica di repressione di ogni forma di dissenso), è avvenuto in coincidenza con la decisione del governo di abbattere il sacrario dedicato ai caduti della Seconda Guerra Mondiale e in aperta violazione degli impegni, assunti a livello internazionale, a ricercare una soluzione pacifica della questione dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, dopo la catastrofica sconfitta subita nel 2008 nella breve guerra con la Russia, scoppiata in seguito al tentativo georgiano di stroncare con la forza le aspirazioni indipendentiste di queste due regioni caucasiche.


6/01/2010

http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=18693