IO STO CON EMERGENCY

Attenzione al cambio di appuntamento: diversamente da quanto precedentemente comunicato la manifestazione si terrà in Piazza San Giovanni

SABATO 17 - ore 14,30
Appuntamento in Piazza San Giovanni ROMA

Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.

Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.

---

Inizio messaggio inoltrato:

Da: "disarmiamoli.org" <info @ disarmiamoli.org>
Data: 15 aprile 2010 9:07:25 GMT+02:00
Oggetto: Stiamo con Emergency non con i Lotti - zzati
Rispondi a: "disarmiamoli.org" <info @ disarmiamoli.org>

Riceviamo e volentieri giriamo

www.disarmiamoli.org


Stiamo con Emergency non con i Lotti-zzati

DA PARTE DI ASSOCIAZIONE CHICO MENDES

E' notevole come Flavio Lotti, "trombato" alle scorse europee,
ritornato quindi per conto del PD alla sua tradizionale poltroncina
della "Tavola", in un "appello per la pace" oggi riesca a totalmente a
dimenticare, da burocratino impenitente ed ipocrita, l'Italia e il
mondo in cui viviamo.

Del resto non sarebbe novitą: nel 1999, solo per fare un esempio,
accolse con tutti gli onori D'Alema grondante fresco fresco dei
sanguinosi bombardamenti umanitari nell'ex Jugoslavia.
La "cultura della pace" comincia con un non fare che in realtą è un
gran darsi da fare: togliere concretamente collaborazione alle
dinamiche di guerra e di violenza.
Ma per potere non collaborare con la violenza, il male e
l'ingiustizia, per prima cosa occorre individuarli, riconoscerli e
nominarli, con intransigente spirito di ricerca della verità.
Tacere sui fatti che concretamente preparano e creano la guerra 
è da sepolcri imbiancati. E' da Lotti-zzati.
Ecco, allora, dei fatti che dovremmo ricordare e additare come
terreno di iniziativa e conflitto da parte di chi realmente intendesse
costruire percorsi di pace:
- il no al livello delle spese militari come insostenibile, il no
all'export bellico, il no alla partecipazione alle guerre nel medio
oriente allargato (spacciate per "missioni di pace"), la conversione
civile di bilanci e produzioni belliche, i soldi buttati nel modello
offensivo di Forze Armate recuperati al reddito di cittadinanza per
tutti;

- il no al rilancio del nucleare civile, la denuclearizzazione civile
e militare, lo scioglimento della NATO come organizzazione militare, il
si alle risorse che, dirottate dal nucleare alle rinnovabili,
risolverebbero il problema della disoccupazione in Italia;

- il no alla chiusura delle frontiere, il no alle guerre interne tra
poveri, il no al territorialismo difensivo, il riconoscimento che "la
Terra l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli" ma anche che "il
territorio lo custodiamo in nome dell'umanitą tutta".
E ci fermiamo per adesso qui.

La Perugia-Assisi andrebbe disertata da tutte le persone con un
minimo di cervello e di coerenza. A cominciare dagli educatori che
possono animare i ragazzi solo se sono portatori essi stessi di un
vissuto di dignitosa obiezione e disobbedienza.

Ancora meglio se si volesse seguire, in forma collettiva, l'esempio
isolato e profetico di Pierluigi Ontanetti, che fece l'Assisi-Perugia
con l'unica compagnia di sè stesso: organizzare una
contromanifestazione che almeno non sputi, nel suo intimo spirito,
sulla memoria di Aldo Capitini.

Partecipare oggi tanto per vedere l'effetto che fa alla Jovanotti dei
tempi d'oro (è qui la festa?) č da irresponsabili privi di spina
dorsale morale.
E' inutile, cari pacifinti, che mostriate di fare gli offesi: in cuor
vostro lo sapete che scherzate, che non fate sul serio, che non
meritate di essere presi sul serio.

In mancanza di meglio, la Perugia-Assisi è sabato, alla
manifestazione "IO STO CON EMERGENCY".
Gino Strada avrą tutti i suoi limiti, sarą scorbutico ed antipatico,
ma ha il pregio di essere coerente testimone di verità scomode in
Afghanistan e di portare un contributo costruttivo non a chiacchiere,
ma esercitando la sua competenza, il suo lavoro, nelle zone calde, a
rischio della pelle.