Segnalazioni iniziative
1) Gorica/Gorizia 24/2: Metamorfosi etniche
2) Montereale Valcellina (PN) 26/2: "Bog i Hrvati" (Iddio e i Croati)
3) Padova 26/2: kosovo AttoUno / ZASTAVA AnnoZerO
=== 1 ===
24 FEBBRAIO ore 17,30
Kulturni Dom - Gorizia
presentazione in lingua slovena del libro di Piero Purini
“Metamorfosi etniche. I cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria. 1914-1975”
Interverrà Mirko Primozic dell’Anpi di Gorizia
=== 2 ===
Sabato 26 febbraio alle ore 16:45
Sala “Menocchio” in via Ciotti, 1 Montereale Valcellina (PN)
"Bog i Hrvati" (Iddio e i Croati)
Per la serie “genocidi dimenticati”, l’olocausto balcanico durante la Seconda Guerra Mondiale. Anteprima nazionale del documentario realizzato dal Ministero della Cultura Serba. Durata: 65’.
Ospiti della serata saranno:
- Vladan Relic: ex presidente della comunità Serbo Ortodossa di Trieste;
- Alessandra Kersevan: storica;
Alle ore 20:00, presso i locali del Circolo, seguirà una cena di finanziamento e presentazione della campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua. Per l’occasione sarà presente Ferruccio Nilia del Comitato Referendario “2 sì per l’Acqua Bene Comune”.
Per info: www.arcitinamerlin.it
=== 3 ===
PROGETTO BAOBAB
ex-Scuderie in Piazza Napoli - ex-Fornace Carotta
Padova - zona Sacra Famiglia
Sabato 26 febbraio – ore 18
ex-Scuderie in Piazza Napoli - ex-Fornace Carotta
Padova - zona Sacra Famiglia
Sabato 26 febbraio – ore 18
Videoproiezioni
del fotoreporter Bruno Maran
del fotoreporter Bruno Maran
kosovo AttoUno
Un reportage degli avvenimenti del febbraio 2008 nella provincia del Kosovo. L'autoproclamata indipendenza della provincia del Kosovo, culla delle più profonde radici storiche e religiose per i serbi, dove la maggioranza albanese è riuscita a staccarsi, dopo la guerra "umanitaria" del '99, con la sospetta connivenza di varie diplomazie occidentali.
Un reportage degli avvenimenti del febbraio 2008 nella provincia del Kosovo. L'autoproclamata indipendenza della provincia del Kosovo, culla delle più profonde radici storiche e religiose per i serbi, dove la maggioranza albanese è riuscita a staccarsi, dopo la guerra "umanitaria" del '99, con la sospetta connivenza di varie diplomazie occidentali.
ZASTAVA AnnoZerO
Il capitale viaggia in prima classe, il lavoro in quarta
Viaggio della globalizzazione
Testimonianza sulla realtà dopo i bombardamenti del ‘99, sullo smantellamento delle ”vecchie” linee, sulla situazione del lavoro nei “nuovi” reparti e per riaffermare che i lavoratori serbi non stanno togliendo lavoro agli operai italiani...
Il capitale viaggia in prima classe, il lavoro in quarta
Viaggio della globalizzazione
Testimonianza sulla realtà dopo i bombardamenti del ‘99, sullo smantellamento delle ”vecchie” linee, sulla situazione del lavoro nei “nuovi” reparti e per riaffermare che i lavoratori serbi non stanno togliendo lavoro agli operai italiani...
Kragujevac, città della Serbia centrale, importante centro industriale e pertanto pesantemente bombardata durante la guerra "umanitaria" del 1999.
Al centro vi è la fabbrica di automobili Zastava, tornata alle cronache per le vicende relative all'acquisizione da parte della Fiat, con le relative ripercussioni sul mondo operaio italiano a causa della prevista delocalizzazione di attività da parte del gruppo torinese in Serbia. La Zastava, fondata nel 1862, divenne, nel secondo dopoguerra, la più importante realtà industriale dei Balcani, vanto della Jugoslavia socialista. Il suo nome era Savodi Crvena Zastava. Fino allo sfascio della Jugoslavia produceva 220mila vetture l'anno, con più di 50mila lavoratori e 280 imprese dell’indotto dislocate in 130 città jugoslave. A Kragujevac erano occupati 32mila operai. Durante la guerra “umanitaria“ fu pesantemente bombardata con 36 missili Cruise, con pericolosi effetti, ancora presenti, sulla popolazione nonché sugli operai, specie tra quelli che rimossero le rovine. Dal 1° febbraio 2010, la Fiat, in accordo col governo serbo, ha preso il completo controllo della fabbrica, occupando circa mille operai con contratto a termine.
Al centro vi è la fabbrica di automobili Zastava, tornata alle cronache per le vicende relative all'acquisizione da parte della Fiat, con le relative ripercussioni sul mondo operaio italiano a causa della prevista delocalizzazione di attività da parte del gruppo torinese in Serbia. La Zastava, fondata nel 1862, divenne, nel secondo dopoguerra, la più importante realtà industriale dei Balcani, vanto della Jugoslavia socialista. Il suo nome era Savodi Crvena Zastava. Fino allo sfascio della Jugoslavia produceva 220mila vetture l'anno, con più di 50mila lavoratori e 280 imprese dell’indotto dislocate in 130 città jugoslave. A Kragujevac erano occupati 32mila operai. Durante la guerra “umanitaria“ fu pesantemente bombardata con 36 missili Cruise, con pericolosi effetti, ancora presenti, sulla popolazione nonché sugli operai, specie tra quelli che rimossero le rovine. Dal 1° febbraio 2010, la Fiat, in accordo col governo serbo, ha preso il completo controllo della fabbrica, occupando circa mille operai con contratto a termine.