ANNESSIONE


La Unione Europea ha messo nero su bianco le condizioni per la annessione della Croazia. Tra queste figura la privatizzazione generalizzata e la rinuncia da parte del governo croato ad ogni ipotesi di controllo ("golden share") sulle aziende privatizzate. Tra le condizioni invece NON figura alcun riconoscimento né risarcimento ai serbi vittime della pulizia etnica in Krajina e Slavonia, tantomeno ai famigliari dei desaparecidos (che sono tuttora circa duecento). Come premio per la annessione alla UE, i nazionalisti croati avranno la inesistente "lingua croata" annoverata tra le lingue ufficiali dell’Unione. Custode di questo splendido trattato con la Croazia è il governo italiano...

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Fonte: Notiziario Vie dell'Est di mercoledì 28 settembre 2011
http://www.viedellest.eu/articoliNews/articolo05.htm
28 settembre 2011 - Allargamento

Croazia, pronto il Trattato di adesione alla Ue

Il Trattato di adesione della Croazia alla Ue è pronto. E la sua firma  ufficiale dovrebbe avvenire, secondo le indicazioni giunte da Bruxelles, nelle prime settimane di dicembre, probabilmente a Varsavia, dal momento che la Polonia detiene questo semestre la presidenza di turno dell’Unione.
Lo scorso 16 settembre, il primo ministro polacco, Donald Tusk, si è recato a Zagabria per consegnare personalmente il testo inglese del Trattato alla premier croata, Jadranka Kosor. La traduzione croata, che nei prossimi mesi sarà sottoposta a un referendum popolare, è stata poi pubblicata sul sito del Governo. È la prima volta dopo sei anni, tanto è durato il negoziato di adesione, che i croati possono sapere cosa li aspetta nella Ue, quali proroghe alle normative comunitarie sono state accordate, quante sono le quote agricole imposte e quanto dureranno le limitazioni per i croati al diritto di lavorare senza ostacoli in qualsiasi altro stato membro.
Il Governo ha dovuto rinunciare ai diritti speciali nelle grandi aziende parzialmente privatizzate, ovvero alla “golden share” che garantiva il veto su decisioni dei cda in compagnie come quella petrolifera (Ina) o per le telecomunicazioni (Ht), nonostante non avesse più il 50 per cento delle azioni. Sul lato fiscale dovrà essere abolito il tasso zero dell’Iva su pane, latte, libri e medicinali, adesso in vigore, ma potrà essere introdotta una quota minima del cinque per cento. I cittadini degli altri paesi non avranno diritto di acquistare terreni agricoli in Croazia per almeno sette anni. D’altro canto, i 27 Stati membri hanno a loro disposizione una clausola che impedisce per un massimo di sette anni la libera circolazione dei cittadini croati nel mercato del lavoro. Ogni paese può decidere se introdurla o meno e per quanto tempo, e la Croazia ha diritto di imporre la stessa limitazione, nel rispetto del principio di reciprocità. Per ora solo la Germania e l’Austria hanno lasciato intendere di avere intenzione di avvalersi di questa opzione. 
La Croazia avrà dodici deputati all’Europarlamento, sette voti nel sistema decisionale del Consiglio europeo, un commissario, e il croato diverrà una delle lingue ufficiali dell’Unione. Dopo il referendum in Croazia, a pronunciarsi sul Trattato saranno i parlamenti dei singoli Stati per la ratifica del documento. Gli atti di ratifica dovrebbero poi essere trasmessi entro il 30 giugno 2013 al Governo italiano, depositario del Trattato con la Croazia. Il giorno dopo il paese diventerà il 28esimo Stato membro dell’Ue.

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