I ribelli addestrati in Kosovo? Mosca chiede alla Nato di “provvedere”. L'ombra di Al Qaida sulla Siria si fa più forte. Gli avversari di Assad continuano dividersi. Saltata la riunione al Cairo insieme alla Lega Araba. L’Unione Europea aumenta le sanzioni contro la Siria, uno scenario iracheno.
Mosca ha espresso ieri preoccupazione per le notizie secondo cui i ribelli siriani si addestrerebbero in Kosovo. Il ministero degli esteri russo, citato dalla Tanjug, ha fatto riferimento a notizie di stampa su “contatti fra esponenti dell'opposizione siriana e le autorità della cosidetta Repubblica del Kosovo”. Contatti che includerebbero non solo “scambi di esperienze nell'organizzazione di movimenti separatisti diretti a rovesciare governi in carica, ma anche l'addestramento di ribelli siriani in Kosovo”. Le notizie riferite dal ministero degli esteri di Mosca, paralano di centri di addestramento creati in ex basi dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). “Trasformare il Kosovo in una base internazionale per l'addestramento di ribelli di differenti formazioni armate potrebbe rivelarsi un grosso fattore destabilizzante con effetti ben al di là dei Balcani”, ha concluso il ministero russo che ha chiesto per questo alla Forza internazionale della Nato in Kosovo (la Kfor di cui fanno parte anche militari italiani) di adottare “tutte le misure necessarie per prevenire la messa in atto di tali piani”. Accuse fantasiose? Non si direbbe. L’Associated Press rivela che il 26 aprile scorso, al ritorno dagli Stati Uniti, una delegazione di membri dell’opposizione siriana ha fatto tappa a Pristina per tenere colloqui su come impiegare in Siria le conoscenze dell’ Esercito di Liberazione del Kosovo. “Siamo venuti qui per imparare. Il Kosovo ha già compiuto questo cammino e possiede un’esperienza che potrebbe esserci molto utile,” afferma il capo della delegazione siriana Ammar Abdulhamid, “attivista dei diritti” umani nato in Siria. “Soprattutto vorremmo sapere in che modo gruppi armati sparsi si sono infine organizzati nell’UCK.” I leader dell’opposizione siriana hanno promesso di riconoscere subito il Kosovo una volta preso il potere nel paese.
Già nel 2004, il generale statunitense Lewis Mackenzie scriveva sul National Post “Gli albanesi-kosovari ci hanno suonato come uno Stradivari. Noi abbiamo finanziato e indirettamente sostenuto la loro violenta campagna per un Kosovo etnicamente puro e indipendente. Non li abbiamo mai rimproverati per essere stati i perpetratori della violenza nei primi anni ’90 e continuiamo a dipingerli oggi come le vittime designate, a dispetto delle prove del contrario. Quando essi raggiungeranno l’indipendenza con l’aiuto dei proventi delle nostre tasse, combinati con quelli di Bin Laden e di Al-Qaeda, consideriamo allora il messaggio di incoraggiamento che verrà mandato ad altri movimenti d’indipendenza sostenuti dal terrorismo in giro per il mondo”.
E’ stata intanto rinviata a data da destinarsi la riunione delle opposizioni siriane organizzata dalla Lega Araba al Cairo per il 16 e 17 maggio. Lo rende noto un comunicato della stessa Lega Araba, spiegando che la richiesta di rinvio è venuta dal Consiglio Nazionale Siriano e dalla Commissione di Coordinamento Nazionale delle forze per il cambiamento democratico. Giovedì prossimo al Cairo era prevista una riunione di tutte le opposizioni sirianeche però restano divise fra loro. Già ieri, la Commissione per il Coordinamento Nazionale (Ccn), che si dice rappresentante dell’opposizione all’interno del paese, aveva annunciato il boicottaggio della riunione del Cairo, sponsorizzata dalla Lega Araba su richiesta dell'inviato Onu Kofi Annan. I vertici del Consiglio nazionale siriano (Cns, ancora presenti a Roma, avevano detto che anche loro non sarebbero andati al Cairo, perchè “non invitati come Cns ma a titolo individuale”. Il Cns è la piattaforma che riunisce gli avversari di Assad all'estero e che conta tra le sue file i miliziani armati che agiscono all’interno del paese. Dietro le questioni formali si nascondono però nodi politici legati a rivalità interne e personali tra i vari dissidenti all'estero e in patria. Nei giorni scorsi, una commissione mista Ccn e Cns aveva tentato invano di dare vita a una piattaforma congiunta in vista della conferenza del Cairo.
L'Unione Europea ha varato nel frattempo il quindicesimo pacchetto di sanzioni contro la Siria. Da più parti piovono le accuse ai governi europei e statunitense di imporre sanzioni che alla fine colpiscono più il popolo che i vertici del potere siriano, ma l'Alto rappresentante della Ue, Catherine Ashton- così come fece l’allora segretario di stato Usa Madeleine Albright nel caso dell’Iraq, ha affermato il contrario: “Le sanzioni Ue colpiscono il regime siriano, non la popolazione civile. Finchè la repressione durerà, la Ue continuerà a mettere pressione sui responsabili”, ha detto. In Iraq, come noto, i fatti hanno dimostrato il contrario. Con la decisione odierna, salgono a 128 le persone e a 43 le imprese colpite da misure restrittive. I nomi delle nuove tre persone e delle due società colpite saranno pubblicati oggi sulla Gazzetta Ufficiale europea
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Interfax - May 14, 2012
Moscow opposes plans to train Syrian militants in Kosovo
MOSCOW: The Russian Foreign Ministry is concerned by the reports that Syrian militants will be trained in Kosovo, and has urged the international community to prevent that from happening.
"Lately there have been media reports about contacts between Syrian opposition representatives and the authorities of the so-called Republic of Kosovo. This is not just about 'exchange of experience' in organizing separatist movements aimed at toppling existing regimes, it is also about training Syrian militants in Kosovo," the ministry said in a statement issued on Monday.
They intend to use areas that are geographically similar to the Syrian landscape, the ministry said. It is likely that training centers will be opened at the former bases of the Kosovo Liberation Army.
"Such intentions raise concerns. They run counter to the efforts of United Nations-Arab League Special Envoy Kofi Annan, backed by the entire international community. Moreover, turning Kosovo into an international site for training militants from various militant groups could become a serious destabilizing factor spreading beyond the Balkan region," the statement said.
"We are calling on international organizations present in the province to take whatever steps necessary to foil such schemes," the Russian Foreign Ministry said.
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http://en.rian.ru/russia/20120514/173451677.html
Russian Information Agency Novosti - May 14, 2012
Russia Warns Against Training Syrian Rebels in Kosovo
The Russian Foreign Ministry on Monday urged international bodies operating in Kosovo to prevent the region from turning into a training ground for Syrian rebels.
A delegation from the Syrian opposition visited Kosovo in April to allegedly make a deal on exchanging experience in guerilla warfare against ruling authorities.
So far, the fractured Syrian opposition has been unable to form a steady front against the forces of President Bashar al-Assad.
The Russian ministry said in a statement that the talks covered not only the ways of organizing armed resistance against authorities but also the training of Syrian militants in Kosovo.
“There are plans to use the areas [in Kosovo] that resemble the terrain in Syria. The possibility of setting up training camps at the former bases of the Kosovo Liberation Army [KLA] is also being discussed,” the statement said.
“Transforming Kosovo into an international training ground for armed militants may become a serious destabilizing factor that could extend beyond the Balkans,” the document said. “We urge international bodies operating in Kosovo to take all necessary steps to prevent these plans.”
The ethnic Albanian KLA fought a separatist war against the regime of President Slobodan Milosevic in 1998-99. About 10,000 people died in the Kosovo conflict.
Kosovo declared its independence from Serbia in February 2008.
Both Serbia and Russia have refused to recognize Kosovo’s independence.