5) Sergey Lavrov on Annan plan
di Thierry Meyssan - 10.06.2012
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=371
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7354
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7350
Da Srebrenica e Racak a Bengasi e Homs
Nella sua esecuzione, le Nazioni Unite vi hanno preso parte a causa del sequestro dei suoi incarichi e uffici da parte di Washington. Ora Kofi Annan è stato nominato al ruolo di mediazione in Siria, ma la sua posizione sul R2P non deve essere trascurata. Né deve esserlo neanche il fatto che gli Stati Uniti e i loro alleati non sono interessati a una pace mediata.
Ignota alla maggior parte delle persone, compresi gli esperti, la più grande operazione militare della NATO nel primo decennio dopo la Guerra Fredda, fu la guerra del Golfo. Il ruolo della NATO iniziò ufficiosamente nell’ombra e fu sulla base di ciò che la NATO, durante la guerra in Iraq e le operazioni militari coincidenti, si attivò in nome dell’”umanitarismo” nel Kurdistan iracheno, che a tempo, avrebbe preparato l’intervento umanitario della NATO nell’ex Jugoslavia. Le no-fly zone che furono create per motivi umanitari in Iraq, furono applicate anche nella ex Jugoslavia e, recentemente nel 2011, in Libia.
In realtà, gli eventi di Srebrenica sarebbero stati utilizzati e deformati per giustificare una massiccia risposta della NATO, sulla base dell’indignazione pubblica. I leader bosniaci si rifiutarono perfino di fornire alla Croce Rossa i nomi delle persone che erano fuggite da Srebrenica, facendo così gonfiare il numero di persone scomparse, e il numero dei morti, anche se in seguito si rivelò significativamente inferiore a quanto inizialmente riportato. I media ritennero che fosse arrivato il momento. Il più alto funzionario delle Nazioni Unite in Bosnia-Erzegovina, Philip Corwin, avrebbe anche prestato la sua voce a coloro che dicevano che i fatti di Srebrenica erano stati distorti per motivi politici e per suscitare l’intervento militare della NATO.
Bill Clinton aveva effettivamente avvertito Alija Izetbegovic che 5.000 bosniaci sarebbero dovuti essere sacrificati per spingere la NATO a intervenire nella guerra. Alcuni sopravvissuti della delegazione bosniaca di Srebrenica avevano dichiarato, su verbale, che Izerbegovic aveva detto che la NATO sarebbe intervenuta militarmente contro la Republika Srpska se almeno 5.000 cadaveri sarebbero stati trovati. La caduta di Srebrenica, un rapporto dell’ONU pubblicato il 15 novembre 1999, cita casualmente anche questo nel paragrafo 115. Il capo della polizia bosniaca di Srebrenica aveva anche confermato la richiesta di Clinton a Izetbegovic per un “sacrificio”, per aprire le porte agli attacchi della NATO contro i serbo-bosniaci.
Nella guerra in Bosnia, atti orribili furono commessi da tutte le parti, ma il crimine dei serbo-bosniaci non era la pulizia etnica, per la NATO. Il crimine dei serbi di Bosnia era che stavano combattendo per mantenere la Jugoslavia. Anche i croati e i bosniaci, in Croazia e Bosnia-Erzegovina, che avevano voluto preservare la Jugoslavia e la pace interetnica furono presi di mira, demonizzati o uccisi. Ad esempio, il bosniaco Fikret Abdic fu accusato come criminale di guerra in Croazia, dopo esser fuggito in Bosnia-Erzegovina, e Josip Rejhl-Kir il capo della polizia croata di Osijek fu ucciso dai nazionalisti croati perché lavorava per preservare l’armonia tra croati e serbi di Croazia.
NATO è intervenuta in Bosnia-Erzegovina per cambiare l’equilibrio di potere. Il serbo-bosniaci erano la forza militare più forte. Se le potenze della NATO non internazionalizzavano i combattimenti ed intervenivano, i serbi bosniaci avrebbero preso il controllo del paese e l’avrebbero mantenuto come parte integrante della Jugoslavia. Questo avrebbe paralizzato o bloccato l’espansione euro-atlantica nei Balcani.
Il 15 gennaio 1999, i combattimenti a Racak tra le forze serbe e l’illegale Esercito di Liberazione del Kosovo, che lo stesso Dipartimento di Stato statunitense aveva etichettato come organizzazione terrorista, sarebbero stati utilizzati per dipingere la parvenza di un quadro di genocidio e pulizia etnica, per giustificare la guerra. A questo punto i serbi vennero demonizzati dalla NATO e dai media quali responsabili della pulizia etnica nella ex-Jugoslavia, così gli sforzi della NATO per diffamare i serbi furono relativamente facili. Era una questione di opinione pubblico su cui la Segretaria di Stato Madeline Albright e la leadership dell’UCK stavano lavorando, per creare un pretesto per l’intervento umanitario. Fu in questo contesto che gli Stati Uniti e la NATO avevano esercitato pressioni sulla Repubblica Federale di Jugoslavia per accettare un accordo in cui le loro forze militari avrebbero lasciato il Kosovo, ma permettendo all’UCK di continuare i suoi attacchi. Questo tipo di tensioni erano ciò che la NATO ha cercato di replicare in Siria, attraverso il cosiddetto Esercito Libero siriano, che in realtà è una organizzazione terroristica legata alla NATO e al Gulf Cooperation Council (GCC).
In Siria, gli Stati Uniti e le sue coorti hanno cercato di utilizzare Homs come un’altra Srebrenica, Racak o Bengasi. Hanno cercato di usare la stessa tattica per acuire le tensioni. Gli Stati Uniti e i loro alleati vogliono costringere l’esercito siriano a smettere di combattere, mentre alle forze ribelli dell’Esercito libero siriano viene data una mano libera nel lanciare attacchi, proprio come hanno fatto con l’esercito jugoslavo e l’UCK. Le richieste dei russi e dei cinesi che entrambe le parti osservino un cessate il fuoco, invalidano questa strategia.
Ciò che ostacola un altro intervento è la fermezza di Mosca e Pechino al Consiglio di sicurezza dell’ONU, nonché la catena di alleanze che la Siria ha stretto con l’Iran. Damasco e i suoi alleati, tuttavia, dovrebbero essere cauti verso le trappole per trascinare politicamente e legalmente la Siria verso il basso, attraverso accordi unilaterali. Né i siriani dovrebbero riporre la loro fiducia nelle Nazioni Unite.
Secondo Richard Holbrooke, intimamente collegato alla balcanizzazione della Jugoslavia, Annan è stata una delle figure più favorevoli alla politica estera degli Stati Uniti nei Balcani. Annan, in realtà, serve a collegare la responsabilità di proteggere (R2P) ai diplomatici canadesi. Inoltre, il signor Annan deve la sua ascesa agli Stati Uniti, agli eventi di Srebrenica e alla guerra nella ex Jugoslavia. Il segretario generale Boutros Boutros-Ghali venen dimesso dagli Stati Uniti per far posto ad Annan a capo delle Nazioni Unite.
Kofi Annan è anche apertamente favorevole alla R2P. Oggi era ad Ottawa come membro del seminario sulla R2P (La responsabilità a proteggere – 10 relazioni su: Riflessioni sul suo passato, presente e futuro) tenutosi presso l’Università di Ottawa il 4 novembre 2011. Prima del suo arrivo Allan Rock, il presidente dell’Università di Ottawa ed ex ambasciatore canadese alle Nazioni Unite, e Lloyd Axworthy presidente dell’Università di Winnipeg ed ex ministro degli esteri canadese, sostenitore della R2P e co-autore di un articolo sulla R2P sull’Ottawa Citizen del 25 ottobre 2011. Sia Axworthy, che sarà nel seminario con Annan, che Allan Rock, che ospiterà Annan presso il Centro per gli Studi di Politica Internazionale, lodavano la guerra in Libia definendola una vittoria della R2P.
Al seminario, Annan dovrebbe inoltre essere affiancato dal parlamentare canadese decisamente pro-NATO Christopher Alexander, del partito conservatore del Canada, al governo. Alexander è il segretario parlamentare di Peter MacKay. Mackay è l’attuale ministro della difesa del Canada e sostenitore dichiarato delle guerre contro la Siria e l’Iran. Christopher Alexander è stato anche inviato diplomatico canadese in Russia per diversi anni, ex ambasciatore canadese nell’Afghanistan presidiato dalla NATO e vicerappresentante speciale della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA). Il seminario sulla R2P è stato moderato da Lyse Doucet, un corrispondente della BBC e un amico di Alexander.
Ciò che è importante da notare del seminario sulla R2P presso l’Università di Ottawa, è che è favorevole alla R2P. Kofie Annan ha anche espresso il suo sostegno all’intervento militare della NATO in Libia. Alla domanda sulla Siria, nessuna risposta è stata data, ma la linea di Annan la supporta. Infine, sia Annan che Axworthy hanno proposto che le organizzazioni regionali dessero il mandato alla R2P. Ad esempio, l’Unione africana dovrebbe essere in grado di intervenire per conto della comunità internazionale nei paesi africani, come l’Uganda e il Sudan, o anche alla Lega Araba altresì dovrebbe essere conferito un mandato R2P in paesi come la Siria.
Questi punti sono dei fattori chiave. Non devono essere trascurati. L’imparzialità di Annan dovrebbe essere messa in discussione, soprattutto alla luce della posizione sulla Libia e delle sue opinioni a sostegno dell’intervento militare della NATO.
All’inizio del 2011, sia la Libia che la Siria erano escluse dal Dialogo Mediterraneo della NATO e hanno avuto anche delle riserve sull’Unione per il Mediterraneo (Upm) dell’UE. Questo significa che effettivamente erano entrambe esterne all’espansione euro-atlantica. Mentre le proteste in Bahrain e Giordania passano inosservate, tutti gli occhi erano diretti sulla Libia e la Siria. Questo perché gli interessi imperialisti hanno sovvertito entrambi gli stati arabi.
L’atlantismo è in marcia. Le operazioni della NATO nei Balcani e nel mondo arabo hanno lo scopo di espandere la zona euro-atlantica. Il suo coinvolgimento nelle missioni dell’Unione africana in Africa orientale, è legato anche a questo. Per tutti gli osservatori danno uno sguardo dettagliato alla ristrutturazione degli stati vinti da parte della NATO, questo dovrebbe essere molto chiaro. L’umanitarismo è diventato il nuovo volto dell’imperialismo moderno.
La Russia protesta contro l’addestramento di fazioni siriane in Kosovo
Traduzione di Alessandro Lattanzio
[1] «Le gouvernement kosovar et le crime organisé», par Jürgen Roth, Réseau Voltaire, 8 avril 2008.
[2] «L’UÇK, une armée kosovare sous encadrement allemand», Réseau Voltaire, 15 avril 1999.
Voice of Russia - June 9, 2012
Rebel groups in Syria backed by NATO?
Interview with Rick Rozoff, the manager and the owner of the STOP NATO website and mailing list, and a regular contributor to the Voice of Russia.
Recorded on June 1, 2012
Audio at URL: http://english.ruvr.ru/2012_06_09/77630671/
Correction: For Operation Phoenix read Operation Cyclone
What correlations do you see between the situation going on in Syria and Kosovo? What do you know about rebel groups in Syria being funded and backed by NATO?
I mean, we all have heard, and it’s a matter of substantiating it, but I think we have enough proof already to establish the fact that...The parallel you Kosovo you draw is remarkable given what occurred early yesterday, where NATO troops and armored personnel carriers - vehicles - faced off against ethnic protesters in the north of Kosovo, firing live ammunition at them as well as deploying helicopters, gunships and so forth and what is currently going on in Syria.
As a matter of fact, the parallels are so striking at times as to suggest that the Western governments, those backing the so-called Free Syrian Army armed rebel forces inside Syria are playing from the same script as they did in Yugoslavia 13 years ago in support of the so-called Kosovo Liberation Army there.
And there are direct connections between the two of them. For example, last month, a self-proclaimed rebel leader or opposition leader, Syrian-born, one Ammar Abdulhamid, who has been living in Washington and was a former visiting fellow, visiting scholar at the Brookings Institution until recently, came to the United States as head of a delegation of opposition figures from Syria to visit with U.S. officials, government officials. And immediately afterwards he flew into Pristine, the capital of Kosovo, to meet with leaders of the government, who are former KLA fighters, such as Prime Minister Hashim Thaci and others, and quite bluntly told Associated Press in May that he was studying the Kosovo example to be replicated in Syria, even stating that he was particularly impressed with how the so-called Kosovo Liberation Army was able to integrate various armed groups - for which we can understand in many instances nothing more than criminal underworld
militias - into a fighting force, which was then coordinated with the United States and NATO during the bombing war against Yugoslavia in 1999.
So we have a direct connection there. And we can also base what’s going on in Syria with reports that fighters in Libya have joined rebel groups inside Syria, so that we have an international network of extremist fighters that first earned their stripes, if you will, in Afghanistan during the CIA Operation Cyclone against the government of Afghanistan and their Soviet backers in the 1980s.
And I am thinking particularly of the commander of the Libyan rebel forces last year, Abdelhakim Belhadj, who had fought in Afghanistan with the Afghan mujahideen, who was rumored to have met with and collaborated with Mullah Omar of al-Qaeda, was subsequently interned as part of the extraordinary rendition program by the United States and returned to Libya, where he was a head of something called the Libyan Islamic Fighting Group, and then became the leader, became the top commander, of the Libyan rebels last year. And that forces loyal to him that had fought under his command are now in Syria is I think is a distinct possibility. So, we see the connections emerging, really of 30 years of the United States...
So, you are saying he was recruited and now his people are in Syria doing the U.S. government’s bidding?
There have been reports for several months that Libyan fighters, those who fought on behalf of the Transitional National Council and in coordination with both the NATO bombing campaign against Libya for six months last year but also with reports of British, French, Italian and other special operations troops as well as those from Arab Gulf states like Qatar and United Arab Emirates fighting in Libya, this would seem to be a model that can be exported to other countries and there have certainly been reports that Libyan and other foreign fighters have crossed the borders from Iraq and Lebanon into Syria to fight with the so-called Free Syrian Army.
Now with this massacre in Houla, the UN’s own observer said it was not the fault of Syrian forces. Despite that Hillary Clinton has been making comments and it seems like the U.S. in continuing with their own narrative.
I mean you're correct that the West, the U.S. in the first instance, and its Western European allies as well as Australia and Japan, which for all intents and purposes are a part of the West, have withdrawn their ambassadors or have expelled, rather, the Syrian ambassadors from their capitals.
And this is a concentrated effort to present the tragedy in Houla - and it is a tragedy that over 100 human lives were lost - as not only the work of the Syrian government, exclusively the work of the Syrian government, whereas Russia, China, Cuba and other countries have urged a methodical, dispassionate investigation into the events, as terrible as they are, to determine the actual cause and the actual perpetrators. So, nobody has a definitive answer to what occurred in Houla and until there is one...This is again evocative of what the U.S. did with Yugoslavia in January of 1999 around the so-called Racak massacre in Kosovo where the bodies of several dozen young ethnic Albanian men were identified as having been massacred by Serbian and Yugoslav security forces even though there are contradictory reports and the Serbian government’s position was these were KLA fighters who had been killed in action.
And the Russian Foreign Ministry a few weeks ago, perhaps less than that, maybe two and a half weeks ago, when the report surfaced of the Syrian delegation going to Kosovo that we spoke about a moment ago, denounced that, saying that in fact what the delegation was going there for was to study the example or receive actual military training for their fighters inside Kosovo with even the observation that some of the topographical similarities between the two countries would make Kosovo an ideal place to study the sort of guerrilla warfare that the KLA conducted in conjunction with NATO during the bombing of Yugoslavia 13 years ago.
Russian Foreign Ministry spokesman Alexander Lukashevich said that the Houla massacre would not have been possible if the perpetrators had not received arms and funding from abroad, meaning from the West.
That's self-evident. We know the Free Syrian Army, so-called, is harbored, is not only given refuge but presumably training and arms inside Turkey. A report of several months ago in the Daily Telegraph of Britain cited a member of the Syrian opposition boasting of having 15,000 fighters inside Turkey, which is a breach of interstate relations.
Savez komunističke omladine Jugoslavije najoštrije osuđuje nove imperijalističke planove SAD i NATO alijanse uperene protiv Sirije. SKOJ naglašava da samo narod Sirije ima pravo da odlučuje o svojoj budućnosti bez mešanja sa strane, ekonomskih i vojnih pritisaka i nametanja rešenja spolja.
Izjave zapadnih zvaničnika o mogućnostima vojne intervencije protiv Sirije jasno govore o planovima NATO alijanse, SAD i EU uperenih na otvaranju novog ratnog žarišta, strahovitih razaranja i ubijanja naroda Sirije u cilju uspostavljanje kontrole nad Sirijom i širim regionom, njenim prirodnim bogatstvima i tržištem.
Osim najave moguće vojne intervencije koju je otvoreno najavio novi predsednik Francuske koji zastupa istu staru imperijalističku politiku Francuske, punu podršku dala je i državni sekretar SAD Hilari Klinton pozivajući na naoružavanje terorista u Siriji i zaštitu njihovih vojnih baza. Ovi potezi zapadnih imperijalističkih krugova jasan su pokazatelj ko stvarno stoji iza tzv. pobunjenika.
Postupci zapadnog kapitala oličeni u agresivnoj udarnoj pesnici - NATO alijansi jasno i nedvosmisleno pokazuju da se kapitalistička "demokratija" koju promovišu SAD i EU ne može humanizovati sve dok ona bude počivala na eksploataciji ljudi i profitu kao pokretaču svega.
Savez komunističke omladine Jugoslavije osuđuje najnovije zločine u Siriji i zahteva objektivnu istragu koja će naj verovatnije pre ili kasnije dovesti do istih onih pokretača rata u Jugoslaviji, Iraku i Libiji - zapadnih obaveštajnih službi.
Sekretarijat za međunarodne veze SKOJ-a
2. jun 2012.god.
RT - June 9, 2012
Annan plan stalled because of those who support intervention, but plan ‘only chance for peace’ - Russian FM
External players provoke the opposition in Syria to continue military action; this may lead to a Libyan scenario, the Russian Foreign Minister warned.
The main reason the Annan peace plan is stalling is because those who support external intervention in Syria impede its implementation, said Sergey Lavrov.
Lavrov said the main reason why the Kofi Annan plan is not making progress is that certain parties “don’t like” the idea of the stabilization it would bring “during the initial period. They want the international community to be filled with indignation and start a full-blown intervention in Syria,” he said.
Lavrov has voiced concern about “the reaction on the part of some foreign players”, who, he said, “support armed groups of the opposition and at the same time demand that the international community take decisive steps to change the regime in Syria.”
He reiterated Russia’s position that it will “never agree to sanction the use of force in the UN Security Council”. He said that this would lead “to severe consequences for the entire Middle East region”.
Referring to the UN commissioner, Lavrov then gave some statistics, saying that the number of refugees from Syria currently stands at around 80,000. He stressed that these people all need support.
The minister said that “in order to justify a foreign intervention they keep talking about the refugees from Syria. However, nobody talks about refugees inside Syria itself.”
“This is similar to the former Yugoslavia. Does anybody think about the refugees from Serbia and Slovenia?” he enquired.
The community, he stressed, should think more helping refugees. “According to some estimates, there are about a million refugees from Iraq and half a million Palestinians in Syria, and I don’t think people talk much about that,” Lavrov said.
Lavrov said the Syrian government is responsible for people’s security and human rights, as well as for everything that is going on in the country.
Nevertheless, tragedies like Houla and the other numerous violent acts are a result of confrontation, which is increasingly actively supported by external forces. He also expressed concern over Russian experts coming under fire in Damascus on Saturday.
The Foreign Minister also touched on media coverage of the events in Syria, saying that “blocking Syrian government and private channels from broadcasting” does not “square well with freedom of speech.” He recalled the airstrikes on TV centers in Serbia’s Belgrade and Libya’s Tripoli. “We should all be on the same page regarding freedom of speech and how it should be respected by the international community to ensure access to information – no matter what kind of information it is,” Lavrov said.
Conference in Moscow to help implement Annan's plan
Moscow has proposed an international conference on the Syrian crisis with all key international players taking part.
Russia has expressed hope that all the parties that can influence the issue will take part, Foreign Minister Sergey Lavrov said following a UN session where the Secretary General announced that Syrian president Bashar al Assad had lost his legitimacy.
“The conference should come under the UN umbrella,” said Lavrov, adding that the global discussion would not be a one-off event.
With some western countries calling to ban Iran from the international conference on Syria, Lavrov said to dismiss Tehran “would be thoughtless at the very least”.
Russia is seriously concerned about the increasing activity of international terrorists and extremist elements, Lavrov said.
The FM listed Qatar, Saudi Arabia, Lebanon, Jordan, Iraq, Turkey, Iran, the League of Arab States, the EU and the Organization of Islamic Cooperation among the “integral parts” to the process.
Also on Thursday Lavrov told journalists he guarantees that “there’ll be no mandate by the UN Security Council for a foreign intervention.”
The Russian Foreign Minister is currently speaking on Syria. More details are to follow.
Colpi di avvertimento russi
La crisi siriana ha cambiato natura. Il processo di destabilizzazione che avrebbe dovuto spianare la strada ad una legittima azione militare dell’Alleanza Atlantica è fallito. Togliendosi la maschera, gli Stati Uniti hanno pubblicamente indicato la possibilità di attaccare la Siria senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza, come hanno fatto in Kosovo, facendo finta d’ignorare che la Russia di Vladimir Putin non è quella di Boris Eltsin. Dopo essersi assicurato il sostegno cinese, Mosca ha sparato due colpi di avvertimento in direzione di Washington. La continuazione delle violazioni del diritto internazionale da parte della NATO e del GCC, può ora aprire un conflitto mondiale.