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Date sent: Tue, 16 Jan 2001 10:41:39 +0100
To: pck-pace@...
From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@...>
Subject: la relazione di PeaceLink al Parlamento Europeo
Comunicato stampa di PeaceLink
------------------------------
Fra poche ore PeaceLink leggera' a Strasburgo, in un'audizione aperta a
tutti i parlamentari europei, una relazione scientifica sull'uranio
impoverito.
Alla relazione e' allegato un CD-ROM che contiene il sottosito di PeaceLink
in cui e' archiviato tutto il meteriale che abbiamo raccolto e prodotto su
questa emergenza.
Questa documentazione sara' acquisita agli atti del Parlamento Europeo.
Tutti i documenti prodotti per strasburgo si trovano all'indirizzo Internet
http://www.peacelink.it/dossier/strasburgo/
Riportiamo qui di seguito
a) la relazione di Carlo Gubitosa, segretario di PeaceLink;
b) la lista degli esperti europei invitati all'audizione presso il
Parlamento Europeo.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it
a.marescotti@...
A HEARING WITH MAJOR WITNESSES ON THE "BALKANS SYNDROME"
Tuesday 16 January 2001
Room S 2,1 from 15.00 - 16.30
EUROPEAN PARLIAMENT - STRASBOURG
Mi chiamo Carlo Gubitosa, e vi parlo a nome dell'associazione PeaceLink,
una associazione di volontari che dal 1992 lavorano utilizzando le nuove
tecnologie dell'informazione, per offrire una alternativa ai messaggi
proposti dai grandi gruppi editoriali e televisivi. PeaceLink collabora con
associazioni di volontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si
occupano di Pace, nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli oppressi,
rispetto dell'ambiente e libertà di espressione. L'associazione non e' legata a
nessun partito o movimento politico e la nostra unica forma di finanziamento
sono i liberi contributi dei cittadini che vogliono sostenerci.
Durante i bombardamenti del 1999 contro la Repubblica Federale di
Jugoslavia, grazie all'impegno di tutti i volontari che hanno raccolto
documenti e notizie, abbiamo creato un circuito alternativo di informazione
attraverso l'internet. Accanto all'informazione "ufficiale" delle agenzie di
stampa, dei giornali e della televisione, si e' sviluppata una informazione
popolare, su iniziativa di cittadini e gruppi di volontari interessati ad
approfondire i problemi del Kossovo con un atteggiamento critico, che hanno
voluto assumere un ruolo attivo nel processo di elaborazione delle
informazioni.
Dal 1999 ad oggi abbiamo raccolto ininterrottamente sulle nostre pagine
internet mappe, articoli, pubblicazioni scientifiche e molte altre
informazioni dettagliate e provenienti da fonti dirette e qualificate, per
documentare l'utilizzo militare e civile delle scorie nucleari note con il
nome di "uranio impoverito".
Nelle scorse settimane abbiamo continuato ad aggiornare la nostra raccolta
di documenti sull'uranio impoverito, e utilizzando dei dati di pubblico
dominio abbiamo realizzato alcume mappe del Kossovo in cui vengono
segnalati con precisione i luoghi in cui la Nato nel 1999 ha effettuato dei
bombardamenti utilizzando uranio impoverito.
In base alle informazioni raccolte abbiamo maturato alcune forti
convinzioni in merito alle questioni legali, scientifiche e sanitarie
relative all'utilizzo militare e civile dell'uranio impoverito.
- Aspetti legali
Il comitato politico della Nato, riunito il 9 gennaio a Bruxelles, ha
rifiutato la proposta italiana di una moratoria nell'uso di armi all'uranio
impoverito, coerentemente a quanto affermato dallo stesso portavoce Nato,
Mark Leaty. Leaty ha dichiarato testualmene che i proiettili all'uranio
impoverito "sono armi legali, di cui nessuno ci ha chiesto, e che nessuna
legge nazionale ci impone, la messa al bando".
Le affermazioni di Leaty sono smentite da una risoluzione delle Nazioni
Unite approvata il 29 agosto 1996, un documento ufficiale ONU in cui si
richiede testualmente ai paesi membri di "guidare le loro politiche
nazionali in base alla nacessità di mettere freno alla produzione e alla
diffusione di armi per la distruzione di massa o con effetti
indiscriminati, in particolare armi nucleari, armi chimiche, bombe
fuel-air. napalm, bombe a grappolo, armi biologiche e armi contenenti
uranio impoverito".
Un'altra fonte del diritto internazionale che proibisce l'utilizzo di armi
capaci di provocare dei danni ambientali e' il primo protocollo aggiuntivo
alle Convenzioni di Ginevra, che all'articolo 55 stabilisce che "la guerra
sarà condotta curando di proteggere lambiente naturale contro danni
estesi, durevoli e gravi. Tale protezione comprende il divieto di impiegare
metodi o mezzi di guerra concepiti per causare o dai quali ci si può attendere
che causino danni del genere allambiente naturale, compromettendo, in tal
modo, la salute o la sopravvivenza della popolazione".
Un ulteriore documento che dovrebbe rappresentare un freno per l'impiego
dell'uranio impoverito e' il "principio di precauzione" stabilito
all'articolo 15 della "Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo del
giugno 1992". Nel testo di questo articolo si afferma che "Per favorire la
protezione dell'ambiente, l'approccio precauzionale dovra' essere
largamente applicato dagli Stati in base alla loro possibilita'. Nei casi in cui
ci siano minacce di danni seri o irreversibili, la mancanza di conoscenze
scientifiche complete non dovra' essere un motivo per rimandare misure
efficaci per la prevenzione del degrado ambientale".
In base al principio di precauzione, riteniamo che in assenza di certezze e di
fronte al rischio per l'integrita' dell'ambiente naturale, delle popolazioni
civili e dei militari a diretto contatto con l'uranio impoverito, sia un dovere
etico fermarsi a riflettere con serieta' su questi rischi, sospendendo
l'utilizzo di questo materiale fino a quando non sia completamente
dimostrata la totale assenza di pericolo.
Il fatto che una risoluzione delle Nazioni Unite sia passata inosservata
mentre il dibattito interno alla Nato avveniva sotto i riflettori dei mezzi di
informazione e' per noi un preoccupante segnale di indebolimento
dell'autorita' delle Nazioni Unite, un grave sintomo della crisi di una
istituzione che ancora oggi racchiude le speranze di chi non si rassegna
all'idea che il mondo debba essere governato da un'alleanza militare
regionale di 19 paesi anziche' da un'assemblea planetaria di Nazioni.
L'accoglimento di questa risoluzione Onu da parte dell'Europa avrebbe un
significato politico che andrebbe molto al di la' delle conseguenze pratiche
della messa al bando dell'uranio impoverito. Sarebbe un forte segnala di
rafforzamento e rivalutazione delle Nazioni Unite e dei valori da essa
rappresentati.
- Aspetti scientifici
Per quanto riguarda il dibattito scientifico in merito alla pericolosita'
dell'uranio impoverito, attualmente esiste una serie preoccupante di
evidenze scientifiche che ci portano a credere che esista un effettivo
rischio per i militari e le popolazioni civili che entrano in contatto con
questo materiale.
In base ai documenti che abbiamo esaminato, e in base al rapporto
presentato dal gruppo di studio italiano "Scienziate e scienziati contro la
guerra" riteniamo che l'uranio impoverito, sia relativamente innocuo allo stato
inerte, diventando pero' altamente dannoso se, in seguito alla sua
combustione o alla sua ossidazione, viene inalato o ingerito sotto forma di
pulviscolo o di ossido. Ai danni provocati dalla radioattivita' bisogna inoltre
aggiungere quelli causati dalla tossicita' chimica di questo materiale.
Questa tesi, sostenuta da numerose pubblicazioni scientifiche, e'
confermata anche da due filmati realizzati dalle forze armate statunitensi,
intitolati "Depleted uranium: hazard awareness" e "Contaminated and
damaged equipment management operation", in cui vengono illustrate tutti i
possibili rischi di contaminazione e le necessarie misure di precauzione.
Una copia di questi filmati e' stata messa a disposizione su supporto ottioc
per una eventuale consultazione da parte delle persone interessate.
Un altro punto critico riguarda l' effettiva composizione delluranio
impoverito, che può essere prodotto sia come scarto dalla fabbricazione del
combustibile nucleare che come riprocessamento del combustibile esaurito.
In questo ultimo caso, che sarebbe confermato da fonti militari, oltre alla
presenza di vari isotopi di uranio vi potrebbero essere anche tracce di
elementi transuranici come il plutonio oltre che di uranio-236, che si produce
nei reattori. Nel materiale informativo allegato a questa relazione abbiamo
riportato un documento del dipartimento dell'energia degli stati uniti, in cui
viene confermata la presenza di plutonio all'interno dell'uranio impoverito
presente in alcuni depositi americani.
In sintesi non basta parlare semplicemente di "uranio impoverito" ma e'
anche importante specificare qual e' la provenienza di questo uranio, il
processo industriale con cui e' stato ottenuto, e la sua composizione
chimica, perche' l'eventuale presenza di plutonio puo' rendere l'uranio
impoverito radiologicamente dannoso anche in assenza di combustione o
ingestione.
- Usi civili dell'uranio
Un vasto settore delle applicazioni dell'uranio impoverito riguarda anche
gli utilizzi civili. L'uranio impoverito viene utilizzato come contrappeso
nelle code degli aerei, negli elicotteri, nelle chiglie delle navi, nei
muletti per il sollevamento dei pancali, nelle mazze da golf, come additivo in
alcuni coloranti e come brillantante nelle pajettes. Anche in questo caso non
basta sapere che si utilizza uranio impoverito per avere una misura effettiva
della pericolosita' di questo utilizzo, ma bisogna conoscere, oltre alla
composizione dell'uranio, l'utilizzo che viene fatto del materiale. Maggiore e'
la possibilita' di ossidazione e di combustione dell'uranio impoverito,
maggiori saranno i rischi e i potenziali danni per la salute. Anche la quantita'
di materiale utilizzato e' un parametro fondamentale per valutare l'entita' dei
rischi potenziali. In base a questi fattori riteniamo che, per quanto riguarda
le applicazioni a scopo civile dell'uranio impoverito, i rischi maggiori siano
legati all'utilizzo di questo materiale come contrappeso nelle code degli
aerei, poiche' l'ingente quantita' di uranio impoverito necessaria per i
contrappesi avrebbe un fortissimo impatto ambientale in caso di incidente
aereo.
Oltre alla combustione in caso di incidente va tenuto in considerazione il
fenomeno di corrosione del materiale, che puo' avere come effetto la
dispersione nell'aria di particelle di uranio impoverito, le quali una
volta ingerite o inalate rappresentano una grave minaccia per la salute.
Alla luce di questi rischi sarebbe auspicabile favorire la sostituzione dei
contrappesi all'uranio impoverito con dei contrappesi realizzati con altro
materiale, ad esempio il tungsteno. I costi da sostenere per la sostituzione
dei contrappesi sono solo una minima parte dei costi ambientali e sanitari
che si renderebbero necessari in caso di incidente o di avaria di un
aeroplano, con il conseguente incendio dei contrappesi.
E' auspicabile inoltre che negli stati membri vengano resi pubblici i dati
relativi all'attuale utilizzo di uranio impoverito all'interno degli aerei
di linea, per mettere in condizione i vigili del fuoco in servizio presso
gli aeroporti di realizzare efficaci misure di prevenzione, dotandosi di
attrezzature adeguate al rischio di contaminazione radioattiva e valutando
i rischi connessi al transito e allo stazionamento di velivoli contenenti
uranio impoverito.
Per gli stessi motivi e' altrettanto importante che i cittadini europei
siano in grado di verificare direttamente quanto uranio impoverito e'
presente nei paesi dell'Unione, quali sono le aziende che importano,
esportano, utilizzano o lavorano uranio impoverito, e in quali settori
dell'industria viene impiegato questo materiale.
Consultando via internet i dati della International Trade Commission
americana siamo riusciti ad ottenere i dati relativi alle importazioni
europee di uranio impoverito dagli Stati Uniti, ma non ci e' ancora dato di
sapere la composizione del materiale, per determinarne il grado di
pericolosita', ne' sappiamo in che modo questo uranio viene impiegato, quali
sono le aziende che lo utilizzano, dove viene immagazzinato, e quali sono le
norme di sicurezza per evitare il rischio di una contaminazione.
- La guerra dell'informazione.
Il 23 aprile 1999, con il bombardamento della televisione serba RTS, la
Nato ha dimostrato che al di fuori del territorio dell'alleanza la politica di
guerra ormai considera l'informazione, o la censura dell'informazione, come
un obiettivo prioritario, importante quanto le installazioni militari, o forse
anche di piu'.
Quello che ci chiediamo e': perche' per la politica di pace l'attivita' di
informazione, di documentazione, di dibattito, di ricerca non e' un ambito
privilegiato di attivita'? Noi siamo convinti del fatto che se ci fosse
stata informazione corretta e trasparente ora non saremmo col dubbio (come
sono in molti) o con la certezza (come siamo noi) che nei Balcani sia
successa una catastrofe umana e ambientale; tutto questo sarebbe stato
fermato, o chiarito, quando si era ancora in tempo.
Utilizzando dati di pubblico dominio, abbiamo realizzato delle mappe del
Kossovo evidenziando le zone contaminate dai proiettili all'uranio
impoverito utilizzati dalla Nato durante i bombardamenti. Improvvisamente
le nostre pagine internet hanno registrato un aumento esponenziale del
numero di accessi, e solo dopo alcuni giorni gli stessi dati sono stati
diffusi dal ministero italiano dell'ambiente. Familiari di soldati
continuano a scriverci per chiederci dei dati sulle condizioni dei
territori in cui si trovano i loro figli. Aiutando queste persone il
sentimento che si aggiunge a quello della solidarieta' e' quello della
rabbia per la solitudine e la mancanza di informazioni che colpiscono tutte le
persone che vorrebbero sapere qualcosa in piu' sui problemi relativi alla
possibile contaminazione dei loro figli.
Una cosa che sperimentiamo quotidianamente con la nostra attivita' di
volontariato dell'informazione e' proprio la mancanza di dati concreti a
disposizione dei cittadini. Sembra assurdo che in un paese civile debbano
essere dei volontari pacifisti a tutelare la salute dei militari realizzando in
proprio le mappe con i dati della contaminazione, mentre questo compito
spetterebbe alle istituzioni pubbliche.
Una grande lezione che ci viene dal dibattito sull'uranio impoverito e' che i
rapporti tra le istituzioni politiche, l'apparato militare, i mezzi di informazione
e la popolazione devono essere improntati alla massima trasparenza,
altrimenti si innesca un meccanismo che porta alla rovina generale, un
"effetto domino" che colpisce tutti, con il rischio di pagare con la salute e con
la vita. Quando il segreto militare uccide dei soldati, si trasforma in alto
tradimento.
Riteniamo pertanto che sarebbe un grave tradimento continuare a negare la
risposta ad alcune domande ormai urgenti. E' tempo di sapere quali sono le
armi all'uranio impoverito in dotazione agli eserciti europei, quante sono
queste armi, dove e come sono state utilizzate in Bosnia e in Jugoslavia.
Gli abitanti del Kossovo, che abbiamo cercato di difendere dalla violenza,
hanno il diritto di sapere quali sono i rischi e le possibili violenze che
potrebbero subire a causa della presenza di uranio impoverito nel terreno,
nelle falde acquifere o in sospensione nell'aria. Se abbandoneremo quelle
persone a loro stesse, senza assumerci la responsabilita' della
decontaminazione e del risarcimento dei danni ambientali provocati dalla
nostra azione militare, la nostra forma di governo non si dimostrera'
migliore della dittatura che le bombe all'uranio volevano abbattere.
Alla luce dei fatti accaduti finora la struttura, le regole e le dottrine
militari, in particolare quella della sicurezza e della segretezza, devono
essere riviste. Oggi i moderni strumenti di guerra sono profondamente
differenti rispetto al passato della storia dell'uomo. La tecnologia puo'
generare processi irreversibili, come la contaminazione nucleare e chimica,
le biotecnologie. Altri scenari che si stanno delineando possono innescare
processi che sfuggono al controllo degli stessi militari.
Occorre quindi ridiscutere l'idea di sviluppo, non verticale ma orizzonale, e
quella della sicurezza, costruita con la solidarieta' e non con la violenza e la
restrizione. Oltre che un fatto puramente monetario, il rafforzamento e la
coesione dell'Unione Europea possono essere una grande opportunita' per
riscrivere le regole della pace e dei rapporti internazionali. E' una vostra
responsabilita', signori deputati, fare in modo che i cambiamenti del futuro
siano una spinta e non un freno per il progresso dell'Europa e dell'umanita'. A
breve ci saranno alcune decisioni fondamentali per il futuro dell'UE, come lo
sviluppo della forza europea di reazione rapida, la militarizzazione dello
spazio europeo, i vincoli al commercio delle armi, l'atteggiamento di fronte al
progetto di scudo spaziale degli usa, il monitoraggio dell'ambiente, l'effetto
serra.
Sara' importante ricordare l'insegnamento appreso dall'emergenza
ambientale dei Balcani, per evitare che in futuro uno stato possa
nuovamente riversare le proprie scorie nucleari su un altro stato sovrano,
spacciando questo fatto come un intervento umanitario. Chi e' convinto che
la verita' sia un'altra e' invitato a dimostrarlo, per trasparenza verso i cittadini
europei e per onesta' verso le popolazioni che raccoglieranno dalla loro terra
i frutti dei nostri semi all'uranio.
Carlo Gubitosa - Associazione PeaceLink
c.gubitosa@...
http://www.peacelink.it
----------------- lista degli invitati all'audizione --------------------
A HEARING WITH MAJOR WITNESSES
ON THE "BALKANS SYNDROME "
Tuesday 16 January 2001
Room S 2,1 from 15.00 - 16.30
EUROPEAN PARLIAMENT - STRASBOURG
Abraham Béhar
President of the international association Doctors for the Prevention of
Nuclear
(this association gained the Nobel Peace Prize in 1985)
Falco Accame
President of the Association Victims in the Armed Forces, former
President of the Defence Committee of the Italian Chamber of Deputies
Pekka Haavisto
One of the authors of the Report of the "United Nations Environment
Programme" (UNEP) on the dangers of depleted uranium munitions (to be
confirmed)
Christine Abdelkrim
Journalist, author of the book A dirty clean war
Carlo Gubitosa
National Secretary of the "PeaceLink" network and responsible for research
into depleted uranium in Kosovo
Athanassios Geranios
Professor at the University of Athens Department of Nuclear Physics
The goal of this initiative is to contribute to the maximum of transparency on
all the dimensions of this affair. Firstly, the human dimension: the
consequences for the soldiers and the civil population. Then, the military
dimension: the demystification of the "clean war". Finally, the political
dimension: the strategy of NATO and the responsibility of European leaders
in this matter.
Without waiting, the GUE/NGL Group demands an immediate halt to the use
and manufacture of depleted uranium munitions. It also demands that the
Secretary General of Nato at the time of these incriminating events, Mr
Solana, today high responsible for the common foreign and security policy of
the European Union, come to explain himself next week before the European
Parliament.
This hearing is open to all MEPS and the press.
GUE/NGL PRESS OFFICE: Gianfranco Battistini +32-(0)475-646628
------- End of forwarded message -------
------
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
Sito WEB : http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only")
Archivio di JUGOINFO:
> http://www.ecircle.it/an_ecircle/articles?ecircleid%c2%91979 oppure
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Date sent: Tue, 16 Jan 2001 10:41:39 +0100
To: pck-pace@...
From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@...>
Subject: la relazione di PeaceLink al Parlamento Europeo
Comunicato stampa di PeaceLink
------------------------------
Fra poche ore PeaceLink leggera' a Strasburgo, in un'audizione aperta a
tutti i parlamentari europei, una relazione scientifica sull'uranio
impoverito.
Alla relazione e' allegato un CD-ROM che contiene il sottosito di PeaceLink
in cui e' archiviato tutto il meteriale che abbiamo raccolto e prodotto su
questa emergenza.
Questa documentazione sara' acquisita agli atti del Parlamento Europeo.
Tutti i documenti prodotti per strasburgo si trovano all'indirizzo Internet
http://www.peacelink.it/dossier/strasburgo/
Riportiamo qui di seguito
a) la relazione di Carlo Gubitosa, segretario di PeaceLink;
b) la lista degli esperti europei invitati all'audizione presso il
Parlamento Europeo.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it
a.marescotti@...
A HEARING WITH MAJOR WITNESSES ON THE "BALKANS SYNDROME"
Tuesday 16 January 2001
Room S 2,1 from 15.00 - 16.30
EUROPEAN PARLIAMENT - STRASBOURG
Mi chiamo Carlo Gubitosa, e vi parlo a nome dell'associazione PeaceLink,
una associazione di volontari che dal 1992 lavorano utilizzando le nuove
tecnologie dell'informazione, per offrire una alternativa ai messaggi
proposti dai grandi gruppi editoriali e televisivi. PeaceLink collabora con
associazioni di volontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si
occupano di Pace, nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli oppressi,
rispetto dell'ambiente e libertà di espressione. L'associazione non e' legata a
nessun partito o movimento politico e la nostra unica forma di finanziamento
sono i liberi contributi dei cittadini che vogliono sostenerci.
Durante i bombardamenti del 1999 contro la Repubblica Federale di
Jugoslavia, grazie all'impegno di tutti i volontari che hanno raccolto
documenti e notizie, abbiamo creato un circuito alternativo di informazione
attraverso l'internet. Accanto all'informazione "ufficiale" delle agenzie di
stampa, dei giornali e della televisione, si e' sviluppata una informazione
popolare, su iniziativa di cittadini e gruppi di volontari interessati ad
approfondire i problemi del Kossovo con un atteggiamento critico, che hanno
voluto assumere un ruolo attivo nel processo di elaborazione delle
informazioni.
Dal 1999 ad oggi abbiamo raccolto ininterrottamente sulle nostre pagine
internet mappe, articoli, pubblicazioni scientifiche e molte altre
informazioni dettagliate e provenienti da fonti dirette e qualificate, per
documentare l'utilizzo militare e civile delle scorie nucleari note con il
nome di "uranio impoverito".
Nelle scorse settimane abbiamo continuato ad aggiornare la nostra raccolta
di documenti sull'uranio impoverito, e utilizzando dei dati di pubblico
dominio abbiamo realizzato alcume mappe del Kossovo in cui vengono
segnalati con precisione i luoghi in cui la Nato nel 1999 ha effettuato dei
bombardamenti utilizzando uranio impoverito.
In base alle informazioni raccolte abbiamo maturato alcune forti
convinzioni in merito alle questioni legali, scientifiche e sanitarie
relative all'utilizzo militare e civile dell'uranio impoverito.
- Aspetti legali
Il comitato politico della Nato, riunito il 9 gennaio a Bruxelles, ha
rifiutato la proposta italiana di una moratoria nell'uso di armi all'uranio
impoverito, coerentemente a quanto affermato dallo stesso portavoce Nato,
Mark Leaty. Leaty ha dichiarato testualmene che i proiettili all'uranio
impoverito "sono armi legali, di cui nessuno ci ha chiesto, e che nessuna
legge nazionale ci impone, la messa al bando".
Le affermazioni di Leaty sono smentite da una risoluzione delle Nazioni
Unite approvata il 29 agosto 1996, un documento ufficiale ONU in cui si
richiede testualmente ai paesi membri di "guidare le loro politiche
nazionali in base alla nacessità di mettere freno alla produzione e alla
diffusione di armi per la distruzione di massa o con effetti
indiscriminati, in particolare armi nucleari, armi chimiche, bombe
fuel-air. napalm, bombe a grappolo, armi biologiche e armi contenenti
uranio impoverito".
Un'altra fonte del diritto internazionale che proibisce l'utilizzo di armi
capaci di provocare dei danni ambientali e' il primo protocollo aggiuntivo
alle Convenzioni di Ginevra, che all'articolo 55 stabilisce che "la guerra
sarà condotta curando di proteggere lambiente naturale contro danni
estesi, durevoli e gravi. Tale protezione comprende il divieto di impiegare
metodi o mezzi di guerra concepiti per causare o dai quali ci si può attendere
che causino danni del genere allambiente naturale, compromettendo, in tal
modo, la salute o la sopravvivenza della popolazione".
Un ulteriore documento che dovrebbe rappresentare un freno per l'impiego
dell'uranio impoverito e' il "principio di precauzione" stabilito
all'articolo 15 della "Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo del
giugno 1992". Nel testo di questo articolo si afferma che "Per favorire la
protezione dell'ambiente, l'approccio precauzionale dovra' essere
largamente applicato dagli Stati in base alla loro possibilita'. Nei casi in cui
ci siano minacce di danni seri o irreversibili, la mancanza di conoscenze
scientifiche complete non dovra' essere un motivo per rimandare misure
efficaci per la prevenzione del degrado ambientale".
In base al principio di precauzione, riteniamo che in assenza di certezze e di
fronte al rischio per l'integrita' dell'ambiente naturale, delle popolazioni
civili e dei militari a diretto contatto con l'uranio impoverito, sia un dovere
etico fermarsi a riflettere con serieta' su questi rischi, sospendendo
l'utilizzo di questo materiale fino a quando non sia completamente
dimostrata la totale assenza di pericolo.
Il fatto che una risoluzione delle Nazioni Unite sia passata inosservata
mentre il dibattito interno alla Nato avveniva sotto i riflettori dei mezzi di
informazione e' per noi un preoccupante segnale di indebolimento
dell'autorita' delle Nazioni Unite, un grave sintomo della crisi di una
istituzione che ancora oggi racchiude le speranze di chi non si rassegna
all'idea che il mondo debba essere governato da un'alleanza militare
regionale di 19 paesi anziche' da un'assemblea planetaria di Nazioni.
L'accoglimento di questa risoluzione Onu da parte dell'Europa avrebbe un
significato politico che andrebbe molto al di la' delle conseguenze pratiche
della messa al bando dell'uranio impoverito. Sarebbe un forte segnala di
rafforzamento e rivalutazione delle Nazioni Unite e dei valori da essa
rappresentati.
- Aspetti scientifici
Per quanto riguarda il dibattito scientifico in merito alla pericolosita'
dell'uranio impoverito, attualmente esiste una serie preoccupante di
evidenze scientifiche che ci portano a credere che esista un effettivo
rischio per i militari e le popolazioni civili che entrano in contatto con
questo materiale.
In base ai documenti che abbiamo esaminato, e in base al rapporto
presentato dal gruppo di studio italiano "Scienziate e scienziati contro la
guerra" riteniamo che l'uranio impoverito, sia relativamente innocuo allo stato
inerte, diventando pero' altamente dannoso se, in seguito alla sua
combustione o alla sua ossidazione, viene inalato o ingerito sotto forma di
pulviscolo o di ossido. Ai danni provocati dalla radioattivita' bisogna inoltre
aggiungere quelli causati dalla tossicita' chimica di questo materiale.
Questa tesi, sostenuta da numerose pubblicazioni scientifiche, e'
confermata anche da due filmati realizzati dalle forze armate statunitensi,
intitolati "Depleted uranium: hazard awareness" e "Contaminated and
damaged equipment management operation", in cui vengono illustrate tutti i
possibili rischi di contaminazione e le necessarie misure di precauzione.
Una copia di questi filmati e' stata messa a disposizione su supporto ottioc
per una eventuale consultazione da parte delle persone interessate.
Un altro punto critico riguarda l' effettiva composizione delluranio
impoverito, che può essere prodotto sia come scarto dalla fabbricazione del
combustibile nucleare che come riprocessamento del combustibile esaurito.
In questo ultimo caso, che sarebbe confermato da fonti militari, oltre alla
presenza di vari isotopi di uranio vi potrebbero essere anche tracce di
elementi transuranici come il plutonio oltre che di uranio-236, che si produce
nei reattori. Nel materiale informativo allegato a questa relazione abbiamo
riportato un documento del dipartimento dell'energia degli stati uniti, in cui
viene confermata la presenza di plutonio all'interno dell'uranio impoverito
presente in alcuni depositi americani.
In sintesi non basta parlare semplicemente di "uranio impoverito" ma e'
anche importante specificare qual e' la provenienza di questo uranio, il
processo industriale con cui e' stato ottenuto, e la sua composizione
chimica, perche' l'eventuale presenza di plutonio puo' rendere l'uranio
impoverito radiologicamente dannoso anche in assenza di combustione o
ingestione.
- Usi civili dell'uranio
Un vasto settore delle applicazioni dell'uranio impoverito riguarda anche
gli utilizzi civili. L'uranio impoverito viene utilizzato come contrappeso
nelle code degli aerei, negli elicotteri, nelle chiglie delle navi, nei
muletti per il sollevamento dei pancali, nelle mazze da golf, come additivo in
alcuni coloranti e come brillantante nelle pajettes. Anche in questo caso non
basta sapere che si utilizza uranio impoverito per avere una misura effettiva
della pericolosita' di questo utilizzo, ma bisogna conoscere, oltre alla
composizione dell'uranio, l'utilizzo che viene fatto del materiale. Maggiore e'
la possibilita' di ossidazione e di combustione dell'uranio impoverito,
maggiori saranno i rischi e i potenziali danni per la salute. Anche la quantita'
di materiale utilizzato e' un parametro fondamentale per valutare l'entita' dei
rischi potenziali. In base a questi fattori riteniamo che, per quanto riguarda
le applicazioni a scopo civile dell'uranio impoverito, i rischi maggiori siano
legati all'utilizzo di questo materiale come contrappeso nelle code degli
aerei, poiche' l'ingente quantita' di uranio impoverito necessaria per i
contrappesi avrebbe un fortissimo impatto ambientale in caso di incidente
aereo.
Oltre alla combustione in caso di incidente va tenuto in considerazione il
fenomeno di corrosione del materiale, che puo' avere come effetto la
dispersione nell'aria di particelle di uranio impoverito, le quali una
volta ingerite o inalate rappresentano una grave minaccia per la salute.
Alla luce di questi rischi sarebbe auspicabile favorire la sostituzione dei
contrappesi all'uranio impoverito con dei contrappesi realizzati con altro
materiale, ad esempio il tungsteno. I costi da sostenere per la sostituzione
dei contrappesi sono solo una minima parte dei costi ambientali e sanitari
che si renderebbero necessari in caso di incidente o di avaria di un
aeroplano, con il conseguente incendio dei contrappesi.
E' auspicabile inoltre che negli stati membri vengano resi pubblici i dati
relativi all'attuale utilizzo di uranio impoverito all'interno degli aerei
di linea, per mettere in condizione i vigili del fuoco in servizio presso
gli aeroporti di realizzare efficaci misure di prevenzione, dotandosi di
attrezzature adeguate al rischio di contaminazione radioattiva e valutando
i rischi connessi al transito e allo stazionamento di velivoli contenenti
uranio impoverito.
Per gli stessi motivi e' altrettanto importante che i cittadini europei
siano in grado di verificare direttamente quanto uranio impoverito e'
presente nei paesi dell'Unione, quali sono le aziende che importano,
esportano, utilizzano o lavorano uranio impoverito, e in quali settori
dell'industria viene impiegato questo materiale.
Consultando via internet i dati della International Trade Commission
americana siamo riusciti ad ottenere i dati relativi alle importazioni
europee di uranio impoverito dagli Stati Uniti, ma non ci e' ancora dato di
sapere la composizione del materiale, per determinarne il grado di
pericolosita', ne' sappiamo in che modo questo uranio viene impiegato, quali
sono le aziende che lo utilizzano, dove viene immagazzinato, e quali sono le
norme di sicurezza per evitare il rischio di una contaminazione.
- La guerra dell'informazione.
Il 23 aprile 1999, con il bombardamento della televisione serba RTS, la
Nato ha dimostrato che al di fuori del territorio dell'alleanza la politica di
guerra ormai considera l'informazione, o la censura dell'informazione, come
un obiettivo prioritario, importante quanto le installazioni militari, o forse
anche di piu'.
Quello che ci chiediamo e': perche' per la politica di pace l'attivita' di
informazione, di documentazione, di dibattito, di ricerca non e' un ambito
privilegiato di attivita'? Noi siamo convinti del fatto che se ci fosse
stata informazione corretta e trasparente ora non saremmo col dubbio (come
sono in molti) o con la certezza (come siamo noi) che nei Balcani sia
successa una catastrofe umana e ambientale; tutto questo sarebbe stato
fermato, o chiarito, quando si era ancora in tempo.
Utilizzando dati di pubblico dominio, abbiamo realizzato delle mappe del
Kossovo evidenziando le zone contaminate dai proiettili all'uranio
impoverito utilizzati dalla Nato durante i bombardamenti. Improvvisamente
le nostre pagine internet hanno registrato un aumento esponenziale del
numero di accessi, e solo dopo alcuni giorni gli stessi dati sono stati
diffusi dal ministero italiano dell'ambiente. Familiari di soldati
continuano a scriverci per chiederci dei dati sulle condizioni dei
territori in cui si trovano i loro figli. Aiutando queste persone il
sentimento che si aggiunge a quello della solidarieta' e' quello della
rabbia per la solitudine e la mancanza di informazioni che colpiscono tutte le
persone che vorrebbero sapere qualcosa in piu' sui problemi relativi alla
possibile contaminazione dei loro figli.
Una cosa che sperimentiamo quotidianamente con la nostra attivita' di
volontariato dell'informazione e' proprio la mancanza di dati concreti a
disposizione dei cittadini. Sembra assurdo che in un paese civile debbano
essere dei volontari pacifisti a tutelare la salute dei militari realizzando in
proprio le mappe con i dati della contaminazione, mentre questo compito
spetterebbe alle istituzioni pubbliche.
Una grande lezione che ci viene dal dibattito sull'uranio impoverito e' che i
rapporti tra le istituzioni politiche, l'apparato militare, i mezzi di informazione
e la popolazione devono essere improntati alla massima trasparenza,
altrimenti si innesca un meccanismo che porta alla rovina generale, un
"effetto domino" che colpisce tutti, con il rischio di pagare con la salute e con
la vita. Quando il segreto militare uccide dei soldati, si trasforma in alto
tradimento.
Riteniamo pertanto che sarebbe un grave tradimento continuare a negare la
risposta ad alcune domande ormai urgenti. E' tempo di sapere quali sono le
armi all'uranio impoverito in dotazione agli eserciti europei, quante sono
queste armi, dove e come sono state utilizzate in Bosnia e in Jugoslavia.
Gli abitanti del Kossovo, che abbiamo cercato di difendere dalla violenza,
hanno il diritto di sapere quali sono i rischi e le possibili violenze che
potrebbero subire a causa della presenza di uranio impoverito nel terreno,
nelle falde acquifere o in sospensione nell'aria. Se abbandoneremo quelle
persone a loro stesse, senza assumerci la responsabilita' della
decontaminazione e del risarcimento dei danni ambientali provocati dalla
nostra azione militare, la nostra forma di governo non si dimostrera'
migliore della dittatura che le bombe all'uranio volevano abbattere.
Alla luce dei fatti accaduti finora la struttura, le regole e le dottrine
militari, in particolare quella della sicurezza e della segretezza, devono
essere riviste. Oggi i moderni strumenti di guerra sono profondamente
differenti rispetto al passato della storia dell'uomo. La tecnologia puo'
generare processi irreversibili, come la contaminazione nucleare e chimica,
le biotecnologie. Altri scenari che si stanno delineando possono innescare
processi che sfuggono al controllo degli stessi militari.
Occorre quindi ridiscutere l'idea di sviluppo, non verticale ma orizzonale, e
quella della sicurezza, costruita con la solidarieta' e non con la violenza e la
restrizione. Oltre che un fatto puramente monetario, il rafforzamento e la
coesione dell'Unione Europea possono essere una grande opportunita' per
riscrivere le regole della pace e dei rapporti internazionali. E' una vostra
responsabilita', signori deputati, fare in modo che i cambiamenti del futuro
siano una spinta e non un freno per il progresso dell'Europa e dell'umanita'. A
breve ci saranno alcune decisioni fondamentali per il futuro dell'UE, come lo
sviluppo della forza europea di reazione rapida, la militarizzazione dello
spazio europeo, i vincoli al commercio delle armi, l'atteggiamento di fronte al
progetto di scudo spaziale degli usa, il monitoraggio dell'ambiente, l'effetto
serra.
Sara' importante ricordare l'insegnamento appreso dall'emergenza
ambientale dei Balcani, per evitare che in futuro uno stato possa
nuovamente riversare le proprie scorie nucleari su un altro stato sovrano,
spacciando questo fatto come un intervento umanitario. Chi e' convinto che
la verita' sia un'altra e' invitato a dimostrarlo, per trasparenza verso i cittadini
europei e per onesta' verso le popolazioni che raccoglieranno dalla loro terra
i frutti dei nostri semi all'uranio.
Carlo Gubitosa - Associazione PeaceLink
c.gubitosa@...
http://www.peacelink.it
----------------- lista degli invitati all'audizione --------------------
A HEARING WITH MAJOR WITNESSES
ON THE "BALKANS SYNDROME "
Tuesday 16 January 2001
Room S 2,1 from 15.00 - 16.30
EUROPEAN PARLIAMENT - STRASBOURG
Abraham Béhar
President of the international association Doctors for the Prevention of
Nuclear
(this association gained the Nobel Peace Prize in 1985)
Falco Accame
President of the Association Victims in the Armed Forces, former
President of the Defence Committee of the Italian Chamber of Deputies
Pekka Haavisto
One of the authors of the Report of the "United Nations Environment
Programme" (UNEP) on the dangers of depleted uranium munitions (to be
confirmed)
Christine Abdelkrim
Journalist, author of the book A dirty clean war
Carlo Gubitosa
National Secretary of the "PeaceLink" network and responsible for research
into depleted uranium in Kosovo
Athanassios Geranios
Professor at the University of Athens Department of Nuclear Physics
The goal of this initiative is to contribute to the maximum of transparency on
all the dimensions of this affair. Firstly, the human dimension: the
consequences for the soldiers and the civil population. Then, the military
dimension: the demystification of the "clean war". Finally, the political
dimension: the strategy of NATO and the responsibility of European leaders
in this matter.
Without waiting, the GUE/NGL Group demands an immediate halt to the use
and manufacture of depleted uranium munitions. It also demands that the
Secretary General of Nato at the time of these incriminating events, Mr
Solana, today high responsible for the common foreign and security policy of
the European Union, come to explain himself next week before the European
Parliament.
This hearing is open to all MEPS and the press.
GUE/NGL PRESS OFFICE: Gianfranco Battistini +32-(0)475-646628
------- End of forwarded message -------
------
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
Sito WEB : http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
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Archivio di JUGOINFO:
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