(english / italiano)
"Racist hate speech", Joint submission by network of Italian associations
Observations submitted to the CERD for the thematic discussion - 28 August 2012, Palais des Nations - Genève
1 PRESENTATION OF THE WORK .......................................................................................... 3
2 RACIST HATE SPEECH AND FREEDOM OF OPINION AND EXPRESSION ................4
2.1 RACIST HATE SPEECH IN POLITICAL LIFE: STATEMENTS AND BEST PRACTICES ................................ 4
2.1 RACIST HATE SPEECH IN POLITICAL LIFE: STATEMENTS AND BEST PRACTICES ................................ 4
2.2 RACIST HATE SPEECH IN THE MEDIA: STATEMENTS AND BEST PRACTICES .....................................10
2.3 RACIST HATE SPEECH IN INTERNET AND SOCIAL NETWORKS.......................................15
3 RACIST HATE SPEECH TOWARD ROMA AND SINTI ..................................................... 19
4 CONCLUSIONS AND RECOMMENDATIONS ................................................................... 23
3 RACIST HATE SPEECH TOWARD ROMA AND SINTI ..................................................... 19
4 CONCLUSIONS AND RECOMMENDATIONS ................................................................... 23
5 ANNEX...................................................................................................................................... 26
5.1 THE AUTHORS...............................................................................................................................................26
6 APPENDIX................................................................................................... 28
6 APPENDIX................................................................................................... 28
Download the report: http://www.asgi.it/public/parser_download/save/osservazioni_cerd_28082012.pdf
Razzismo. "In Italia politica, media e web incitano all’odio"
giovedì 30 agosto 2012
Il rapporto di otto associazioni al Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite. Dalle "zingaropoli islamiche" della campagne elettorali ai gruppi anti immigrati su facebook
Roma – 30 agosto 2012 - Preoccupa la diffusione in Italia dell’incitamento all’odio razziale nel discorso pubblico politico e mediatico, specialmente nei confronti di rom e sinti, così come l’incremento del razzismo diffuso attraverso internet e i social network.
È l’allarme lanciato da un network di otto associazioni italiane in un rapportopresentato martedì a Ginevra davanti al Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD). Si tratta di un contributo alla discussione tematica sull’incitamento all’odio razziale , il cosiddetto “racist hate speech”.
L’Italia, spiegano le associazioni, “può essere considerato un caso esemplare dell’uso strumentale di migranti, rom e rifugiati da parte di movimenti e partiti nazionalisti e xenofobi per guadagnare il favore dell’opinione pubblica”. E anche se con l’attuale governo “sembra iniziata una nuova fase”, la prossima campagna elettorale “potrebbe esacerbare nuovamente il dibattito su immigrazione e rom con il ritorno di una retorica xenofoba, antirom e anti immigrati”.
Il rapporto cita ad esempio la campagna per le amministrative del 2011 a Milano, quando Lega Nord e Popolo delle Libertà parlarono del rischio della trasformazione di Milano in un “zingaropoli islamica” se avesse vinto il centrosinistra. Così come il movimento di estrema destra Forza Nuova, che nel suo programma presenta l’immigrazione come una “dolorosa ferita nella armoniosa convivenza dei popoli” e ha diffuso manifesti con un appello ad espellere i rom stampato sull’ immagine di uno stupro.
Le associazioni puntano il dito contro “le pene minime”, i “dubbi interpretativi” e soprattutto “la scarsa applicazione” della norme penali italiane contro l’incitamento all’odio razziale, sebbene più organismi internazionali, a partire dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, hanno ribadito che questo non può essere giustificato con la libertà di espressione. Rari i casi di condanna (il rapporto cita i leghisti Gentilini e Tosi), mentre ci sono “diversi esempi di discorsi contro i quali non è iniziato alcun procedimento penale”.
I media hanno colpe gravi e non solo perchè raramente danno voce alle minoranza. Se i bersagli principali della rappresentazione razzista degli “altri” sembrano essere i Rom e i Sinti, l’insistente specificazione dei paesi d’origine di chi commette reati, la cosiddetta ”etnicizzazione del crimine”, crea nel lettore “la convinzione che un certo tipo di crimine è sistematicamente imputabile a una certa minoranza, creando una sorta di responsabilità criminale collettiva”.
Altro capitolo preoccupante è quello dell’incitamento all’odio razziale su internet e sui social network. “Se la penna è più potente della spada, le tastiere dei computer oggi possono essere più potenti di carri armati e mitragliatrici e ugualmente distruttivi”. Il web “offre una cappa di anonimato che spinge spesso le persone a digitare cose che non direbbero mai in faccia a qualcuno” e così diventa un “potente veicolo di odio”.
L’Italia ha firmato ma non ancora ratificato il protocollo addizionale alla convenzione europea sul cyber crime, che prevede un giro di vite contro atti di razzismo e xenofobia compiuti sulla rete. Intanto, crescono su Facebook gruppi come “Rispediamo indietro gli immigrati”, “3 ragioni per cui E.T. è meglio degli immigrati” o “Se loro protestano con i bastoni, noi replicheremo con i cannoni”.
Le associazioni, spiega una nota, “hanno richiesto ai membri del Comitato dell’ ONU di formulare una general recommendation per rafforzare gli strumenti internazionali esistenti in tema di lotta contro le discriminazioni razziali”. Il rapporto è frutto della collaborazione: Archivio delle Memorie Migranti, Articolo 3 – Osservatorio sulle discriminazioni, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Associazione 21 Luglio, Associazione Carta di Roma, Borderline Sicilia Onlus, Lunaria, Unione forense per la tutela dei diritti umani.
Roma – 30 agosto 2012 - Preoccupa la diffusione in Italia dell’incitamento all’odio razziale nel discorso pubblico politico e mediatico, specialmente nei confronti di rom e sinti, così come l’incremento del razzismo diffuso attraverso internet e i social network.
È l’allarme lanciato da un network di otto associazioni italiane in un rapportopresentato martedì a Ginevra davanti al Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD). Si tratta di un contributo alla discussione tematica sull’incitamento all’odio razziale , il cosiddetto “racist hate speech”.
L’Italia, spiegano le associazioni, “può essere considerato un caso esemplare dell’uso strumentale di migranti, rom e rifugiati da parte di movimenti e partiti nazionalisti e xenofobi per guadagnare il favore dell’opinione pubblica”. E anche se con l’attuale governo “sembra iniziata una nuova fase”, la prossima campagna elettorale “potrebbe esacerbare nuovamente il dibattito su immigrazione e rom con il ritorno di una retorica xenofoba, antirom e anti immigrati”.
Il rapporto cita ad esempio la campagna per le amministrative del 2011 a Milano, quando Lega Nord e Popolo delle Libertà parlarono del rischio della trasformazione di Milano in un “zingaropoli islamica” se avesse vinto il centrosinistra. Così come il movimento di estrema destra Forza Nuova, che nel suo programma presenta l’immigrazione come una “dolorosa ferita nella armoniosa convivenza dei popoli” e ha diffuso manifesti con un appello ad espellere i rom stampato sull’ immagine di uno stupro.
Le associazioni puntano il dito contro “le pene minime”, i “dubbi interpretativi” e soprattutto “la scarsa applicazione” della norme penali italiane contro l’incitamento all’odio razziale, sebbene più organismi internazionali, a partire dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, hanno ribadito che questo non può essere giustificato con la libertà di espressione. Rari i casi di condanna (il rapporto cita i leghisti Gentilini e Tosi), mentre ci sono “diversi esempi di discorsi contro i quali non è iniziato alcun procedimento penale”.
I media hanno colpe gravi e non solo perchè raramente danno voce alle minoranza. Se i bersagli principali della rappresentazione razzista degli “altri” sembrano essere i Rom e i Sinti, l’insistente specificazione dei paesi d’origine di chi commette reati, la cosiddetta ”etnicizzazione del crimine”, crea nel lettore “la convinzione che un certo tipo di crimine è sistematicamente imputabile a una certa minoranza, creando una sorta di responsabilità criminale collettiva”.
Altro capitolo preoccupante è quello dell’incitamento all’odio razziale su internet e sui social network. “Se la penna è più potente della spada, le tastiere dei computer oggi possono essere più potenti di carri armati e mitragliatrici e ugualmente distruttivi”. Il web “offre una cappa di anonimato che spinge spesso le persone a digitare cose che non direbbero mai in faccia a qualcuno” e così diventa un “potente veicolo di odio”.
L’Italia ha firmato ma non ancora ratificato il protocollo addizionale alla convenzione europea sul cyber crime, che prevede un giro di vite contro atti di razzismo e xenofobia compiuti sulla rete. Intanto, crescono su Facebook gruppi come “Rispediamo indietro gli immigrati”, “3 ragioni per cui E.T. è meglio degli immigrati” o “Se loro protestano con i bastoni, noi replicheremo con i cannoni”.
Le associazioni, spiega una nota, “hanno richiesto ai membri del Comitato dell’ ONU di formulare una general recommendation per rafforzare gli strumenti internazionali esistenti in tema di lotta contro le discriminazioni razziali”. Il rapporto è frutto della collaborazione: Archivio delle Memorie Migranti, Articolo 3 – Osservatorio sulle discriminazioni, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Associazione 21 Luglio, Associazione Carta di Roma, Borderline Sicilia Onlus, Lunaria, Unione forense per la tutela dei diritti umani.
EP
Scarica il rapporto:
Observations submitted to the CERD for the thematic discussion "Racist hate speech", Joint submission by network of Italian associations
http://www.asgi.it/public/parser_download/save/osservazioni_cerd_28082012.pdf
http://www.asgi.it/public/parser_download/save/osservazioni_cerd_28082012.pdf
Vedi anche:
Cresce l’incitamento all’odio razziale in Italia
Paola Totaro, 31/8/2012
*** SEGNALAZIONE DA TRIESTE: Razzismo su "Il Piccolo"***
Il giornale di domenica 26 agosto 2012 ha dedicato 2 pagine intere (pagg. 22 e 23) al 'caso Lignano', con un richiamo in prima: 'Il massacro della villetta - Svolta a Lignano: prelievo del Dna su decine di persone'. Le indagini sono a tutto campo, brancolano nel buio, ma "Il Piccolo" presume che i colpevoli siano stranieri, anzi balcanici... In apertura d'articolo a pag. 23 (firmato C.S.):
'Dalla rapina sfociata in tragedia al raptus d'ira, fino alla vendetta orchestrata scientificamente. Con il passare dei giorni, gli inquirenti hanno preso e abbandonato diverse piste investigative, precisando sempre di non voler tralasciare alcuna ipotesi.'
L'articolo prosegue elencando tutte le incertezze dell'inchiesta, a cominciare dal movente. Buio completo. Nonostante questo, l'articolista nelle ultime righe riesce a scrivere gratuitamente:
'L'autopsia ha confermato che (le due vittime) prima di essere sgozzate sono state picchiate. Più che un omicidio causato da uno scatto d'ira, insomma, la loro è sembrata un'esecuzione. Con modalità che hanno ricordato [? sic] quelle di alcune bande dell'Est.'
In apertura di pag. 22 si va molto oltre la gratuità dell'accusa razzista. L'articolo è firmato da Laura Borsani. Dopo una cinquantina di righe l'autrice si sbizzarrisce in ipotesi senza alcun fondamento:
'Gli inquirenti lavorano alacremente, ampliando il raggio d'azione anche nel vicino Veneto, per individuare gli autori del duplice omicidio. Si sonda nel giro delle bande di ladri e di rapinatori che, provenienti dall'Est, fanno base nella regione veneta, da dove poi si spostano per compiere reati in zone limitrofe e tornare in regione. Una delle ipotesi, la matrice balcanica, tenuta già in considerazione, valutando le modalità e l'estrema violenza del duplice fatto di sangue, facendo pensare alla totale mancanza di scrupoli e del benché minimo rispetto per la vita umana.'
Mercoledì 29 "Il Piccolo" ritorna sulla vicenda: gli inquirenti non hanno dato alcuna indicazione sulla pista da seguire, ma i giornalisti rincarano la dose usando una pseudoantropologia razzista. Il pezzo, alla pag. 17 della edizione di Trieste, si intitola 'Dai soldi all'arma, tutte le tessere del puzzle'. Al capitolo 'Pista balcanica', senza che alcuna motivazione o indicazione sia giunta dagli inquirenti in questo senso, l'articolista scrive:
'I cognugi Burgato sono stati massacrati dai fendenti, entrambi sgozzati. Una violenza e una modalità che hanno fatto pensare a una 'matrice balcanica' per il duplice delitto, opera di chi non ha scrupoli'.
(segnalato da J.E., che ringraziamo)