E' l'imperialismo a minacciare la pace, non la Corea Popolare
Una scalata della tensione militare e dei pericoli di guerra si sta sviluppando già da diverse settimane nella Penisola Coreana. Sugli sviluppi della situazione, l'apparato mediatico al servizio dell'imperialismo si sta esercitando nelle arti di cui è più esperto: tergiversare, distorcere, disinformare e mentire.
I notiziari e gli editoriali vengono confezionati a partire da immagini e frasi selezionate e decontestualizzate, con il deliberato obiettivo di presentare la Repubblica Popolare Democratica della Corea (RPDC) – un paese socialista e rivoluzionario impegnato a costruire la sua economia e a consolidare il potere nazionale sulla base delle proprie forze e dell'esercizio della sua sovranità – come un regime “eccentrico”, “totalitario” e “minaccioso”.
La pace e la sicurezza internazionale sono obiettivi permanenti dei popoli e delle nazioni sovrane, bandiera irrinunciabile dei paesi socialisti nel quadro di relazioni diplomatiche realizzate sui principi del Diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Ciò contrasta con le pratiche unilaterali, imperialiste, egemoniste degli Stati Uniti e dei loro alleati, la cui politica estera è basata su minacce alla sovranità nazionale di popoli e nazioni, sul militarismo, sul monopolio delle armi nucleari, sul saccheggio delle ricchezze nazionali, sulla realizzazione di guerre di aggressione.
La Repubblica Popolare Democratica della Corea è uno dei principali bersagli dell'imperialismo statunitense, che usa il territorio della vicina Corea del Sud come base militare, dove ammassa truppe, armamento convenzionale e nucleare. Lo stato di guerra nella Penisola Coreana non è il risultato di una proclamazione da parte del governo della RPDC. E', prima di tutto, uno stato permanente, la cui principale espressione è la realizzazione frequente di manovre militari congiunte delle forze armate nordamericane e sud-coreane, in cui si mobilitano decine di migliaia di soldati, navi da guerra, aerei da combattimento, artiglieria pesante e armi nucleari.
La Repubblica Popolare Democratica della Corea ha stile e linguaggi propri, ma non risiede nelle sue decisioni e nella sua retorica la causa della tensione nella Penisola Coreana.
La Corea Popolare, nella sequenza dei suoi comunicati, con tutte le ragioni, ha addossato la responsabilità agli Stati Uniti e alla Corea del Sud per la crescente tensione, ha voluto evidenziare la minaccia rappresentata dalle manovre militari su grande scala che gli Stati Uniti attuano insieme alla Corea del Sud, che rappresentano un'esplicita provocazione e mettono a rischio la sua sovranità.
A loro volta, gli Stati Uniti, oltre a confermare la realizzazione di esercitazioni militari congiunte, hanno ordinato l'installazione di un radar di difesa antimissile nell'isola di Guam, situata nel Pacifico, hanno inviato nella regione l'USS Fitgerald destroyer, capace di abbattere missili, in prossimità delle coste della Corea Popolare. Per aggravare ancora di più la situazione, Washington ha inviato nella regione i suoi bombardieri B-52 e B-2, con capacità nucleare, e i caccia F-22. E i portavoce della Casa Bianca, del Pentagono e del Dipartimento di Stato hanno alzato il tono delle loro dichiarazioni, dichiarando che la Corea Popolare è una “grave minaccia” per il mondo.
La vera minaccia proviene dalle politiche militariste e belliciste dell'imperialismo statunitense e dei suoi alleati. Affrontarla e combatterla è compito delle lotte dei popoli di tutto il mondo.
North Korea: ‘U.S. should ponder grave situation’
Editor’s note: Workers World reprints below an official statement from the Korean People’s Army on the dangerous situation created by U.S. military moves close to the boundaries of the Democratic People’s Republic of Korea — north Korea. We think it’s important that people in the U.S. hear directly from the Koreans themselves, especially since the U.S. media are unanimous in blaming People’s Korea for the war danger that exists.
A fact never mentioned in the corporate media in the U.S. is that the NATO powers, and specifically the U.S. government, have never pledged “no first use” of their nuclear weapons. They keep open the “first-strike” option as a threat to the world. Only three countries have pledged “no first use” — the DPRK, China and India. The Soviet Union also made such a pledge, but the Russian government that took over after the fall of the USSR revoked that pledge in 1993.
The spokesperson for the General Staff of the KPA issued the following statement on April 4:
A [touch]-and-go situation is prevailing on the Korean Peninsula.
U.S. formation of B-52s based on Guam flew into the sky above south Korea all of a sudden to stage a drill under the simulated conditions of a nuclear strike at the DPRK and formations of F-22s took off from Japan proper and Okinawa and were deployed in the Osan air force base in south Korea to watch for a chance to make a surprise strike.
B-2s flew into the air over waters of the West Sea of Korea from the U.S. mainland and nuclear-powered guided missile submarines and guided missile destroyers of the U.S. Navy which had been operating in waters of the Western Pacific are busy sailing in the West and East Seas of Korea.
It was reported that [a] super-large nuclear-powered aircraft carrier and its group will enter the waters off the Korean Peninsula soon after leaving waters of the Indian Ocean or the western coast of the U.S. mainland.
South Korea and waters around it are turning into places for display of various types of nuclear strike means of the U.S. imperialist aggressor forces and a dangerous hotbed of a nuclear war in the true sense of the word.
The U.S. high-handed hostile policy toward the DPRK aimed to encroach upon its sovereignty and the dignity of its supreme leadership and bring down its social system is being implemented through actual military actions without hesitation. Days and months have passed on this land amid the constant danger of war but never had the whole Korean Peninsula been exposed to such danger of a nuclear war as today.
Under this situation the towering resentment of the DPRK’s army and people has reached an irrepressible phase as they are all out in the all-out action to defend the sovereignty and prevent a nuclear war of the U.S.
In view of the prevailing situation the world’s people who love justice and value conscience are unanimously becoming critical of the U.S. and its followers for their disgraceful behavior of prodding the UN Security Council into adopting “resolutions on sanctions” against the DPRK and vocal expressing concern over the situation on the peninsula.
The moment of explosion is approaching fast. No one can say a war will break out in Korea or not and whether it will break out today or tomorrow.
The responsibility for this grave situation entirely rests with the U.S. administration and military warmongers keen to encroach upon the DPRK’s sovereignty and bring down its dignified social system with brigandish logic.
In view of this situation, the KPA General Staff in charge of all operations will take powerful practical military counteractions in succession as the KPA Supreme Command had already solemnly declared internally and externally.
We have already sent a strong message to the present puppet authorities and military of south Korea following in the footsteps of traitor [former south Korean President] Lee Myung Bak so that they may understand our position.
As a matter of fact, puppet military gangsters such as [south Korean Minister of Defense] Kim Kwan Jin are human rejects not worth becoming targets of the DPRK’s revolutionary armed forces.
We formally inform the White House and Pentagon that the ever-escalating U.S. hostile policy toward the DPRK and its reckless nuclear threat will be smashed by the strong will of all the united service personnel and people and cutting-edge smaller, lighter and diversified nuclear strike means of the DPRK and that the merciless operation of its revolutionary armed forces in this regard has been finally examined and ratified.
The U.S. had better ponder over the prevailing grave situation.
Rodong Sinmun
Il dovere di evitare una guerra in Corea
“Alcuni giorni fa ho fatto riferimento alle grandi sfide che affronta oggi l’umanità. La vita intelligente è sorta nel nostro pianeta circa 200 mila anni fa, tranne nuove scoperte che dimostreranno il contrario.
Non si può confondere l’esistenza della vita intelligente con l’esistenza della vita che, dalle sue forme elementari nel nostro sistema solare, è sorta milioni di anni fa.
Esiste un numero praticamente infinito di forme di vite. Nel lavoro sofisticato dei più imminenti scienziati del mondo, si concepisce già l’idea di riprodurre i suoni che sono seguiti al Big Bang, la grande esplosione che ha avuto luogo più di 13.700 milioni di anni fa.
Questa introduzione sarebbe troppo lunga se non stessi per spiegare la gravità di un fatto così incredibile ed assurdo, come è la situazione creata nella Penisola della Corea, in un’area geografica dove si raggruppano circa 5 mila dei 7 mila milioni di persone che in questo momento abitano il pianeta.
Si tratta di uno dei più gravi rischi di guerra nucleare dopo la Crisi d’Ottobre nel 1962 attorno a Cuba, 50 anni fa.
Nel 1950 si scatenò là una guerra che costò milioni di vite. Erano passati solo 5 anni da quando due bombe atomiche erano esplose sulle città indifese di Hiroshima e Nagasaki, e in questioni di pochi minuti uccisero e contaminarono centinaia di migliaia di persone.
Nella penisola coreana, il Generale Douglas MacArthur ha voluto impiegare le armi atomiche contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea. Ma nemmeno Harry Truman glielo ha permesso.
Come si afferma, la Repubblica Popolare della Cina ha perso un milioni di bravi soldati per impedire che un esercito nemico s’installasse alle frontiere di questo paese con la loro Patria. L’URSS, da parte sua, aveva fornito armi, appoggio aereo, aiuto tecnologico ed economico.
Ho avuto l’onore di conoscere Kim Il Sung, una figura storica, notevolmente valoroso e rivoluzionario.
Se là scoppiasse una guerra, i popoli di entrambi le parti della Penisola saranno terribilmente colpiti senza beneficio per nessuno di loro. La Repubblica Popolare Democratica della Corea è sempre stata amica di Cuba, come Cuba lo è stata sempre e continuerà ad esserlo della Corea.
Ora che ha dimostrato le sue conquiste tecniche e scientifiche, le ricordiamo i suoi doveri verso i paesi che sono stati suoi grandi amici e che non sarebbe giusto dimenticare che questa guerra danneggerebbe in modo speciale più del 70 % della popolazione del pianeta.
Se lì scoppiasse un conflitto di questo genere, il Governo di Barack Obama nel suo secondo mandato sarebbe sepolto da un diluvio di immagini che lo presenterebbero come il più sinistro personaggio della storia degli Stati Uniti. Il dovere di evitarlo è anche suo e del popolo degli Stati Uniti.
Fidel Castro Ruz
4 aprile 2013
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Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - ONLUS
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