26 Novembre 2013 11:51 Internazionale - Area ex URSS
da www.solidnet.org | Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Stimati compagni di lotta!
La storia degli ultimi anni ha chiaramente dimostrato: per non annegare tra le onde della crisi crescente del capitalismo mondiale, i principali stati imperialisti tentano di trasformare i paesi borghesi più deboli in donatori che, sotto la pressione dei loro governanti corrotti dall'Occidente, si privano degli organi vitali allo scopo di conservare la salute sociale ed economica dell'Unione Europea e degli Stati Uniti.
Ciò è particolarmente evidente nel caso dell'Ucraina, il cui Partito Comunista ho l'onore di rappresentare al nostro Incontro Internazionale.
Attualmente il mio paese si trova a un crocevia geopolitico Di fronte ad esso ci sono due strade possibili di integrazione. Una è quella occidentale, europea: la firma dell'accordo di associazione con l'Unione Europea e l'ingresso nella sua Zona di libero mercato. L'altra strada è quella orientale, eurasiatica: l'entrata nell'Unione Doganale con Russia, Belarus e Kazakistan.
I comunisti di conseguenza si pronunciano perché l'Ucraina scelga la seconda strada di integrazione, senza dubbio più promettente e attraente dal punto di vista economico. Imboccandola, il nostro paese riceverebbe circa 10 miliardi di dollari di benefici ogni anno. Ciò è dimostrato dai calcoli economici di esperti indipendenti, che nessuno si azzarda a mettere in discussione.
Purtroppo, i politici che propugnano la politica di integrazione europea, non vogliono capire l'evidenza, ad esempio il fatto stesso che l'ingresso nell'Unione Europea non significherebbe affatto la costruzione di un'economia altamente sviluppata, il radicamento degli alti valori europei di libertà, di onesta, concorrenza e democrazia, e neppure potrebbe incidere sulla costruzione in Ucraina di una società civile con un elevato livello di vita e il benessere del popolo.
Un altro fattore obiettivo è anche rappresentato dall'inadeguatezza dell'Ucraina sul piano economico, politico, sociale e umanitario all'integrazione nell'Unione Europea: ad esempio i sistemi per uniformare e sincronizzare tutte le forme dell'economia richiedono l'introduzione di cambiamenti in più di 20.000 aspetti, dal cambiamento degli standard degli elettrodomestici a quello dei programmi statali Twinning, per l'integrazione delle legislazioni attraverso il loro adeguamento agli standard dell'Unione Europea.
L'esperienza dei paesi europei che recentemente si sono uniti all'Unione Europea ci dimostra, per molti aspetti, che l'ingresso nell'Unione Europea non ha significato assolutamente il miglioramento della qualità della vita, ma semmai il contrario. Ci troviamo di fronte l'aumento della disoccupazione, della pressione fiscale, la mancanza di opportunità per l'espansione degli affari con l'introduzione delle quote, la riduzione della sicurezza sociale, la monetizzazione dei benefici ai settori più vulnerabili della società, ecc.
Allo stesso tempo è assolutamente evidente che, come risultato dell'ingresso del nostro paese nella Zona di libero mercato dell'Unione Europea, nella forma ultimativa a cui siamo “invitati” da Bruxelles, verranno poste le basi della rovina di molti settori dell'industria ucraina (in particolare di quelli ad alta tecnologia). I propagandisti di questa strada non possono presentare nessun (io sottolineo, compagni: nessuno!) fattore concreto di beneficio economico, che derivi dalla partecipazione alla Zona di libero mercato. Essi si limitano alle chiacchiere sugli “elevati standard democratici e sociali dell'Unione Europea”.
L'Ucraina interessa a Bruxelles unicamente come appendice politicamente ininfluente, come mercato dei beni e fonte di manodopera a basso costo. E allo stesso tempo, come avamposto orientale dell'Unione Europea e degli Stati Uniti contro la Russia.
Tuttavia, gli oligarchi ucraini, il cui benessere, nella situazione di crisi economica globale, dipende unicamente dai miliardi rubati al popolo e depositati nelle banche occidentali, si sono espressi per una chiara scelta a favore dell'Unione Europea. Sono diventati i custodi degli interessi geopolitici occidentali, sacrificando cinicamente gli interessi nazionali.
Difendendo le posizioni di una ristretta cerchia di oligarchi, tutti, senza eccezione, i partiti borghesi si oppongono categoricamente all'adesione all'Unione Doganale e si pronunciano per la firma dell'accordo di associazione all'Unione Europea e per l'ingresso nella Zona di libero mercato. Compreso quel Partito delle Regioni che sta alla guida dello Stato, arrivato al potere con la promessa di ripristinare relazioni fraterne con la Russia, guastatesi dopo la cosiddetta “rivoluzione arancione”. Insieme all'opposizione nazionalista esso aspira all' “integrazione europea”, ad ogni costo. A qualsiasi condizione, anche la più sfavorevole per l'economia nazionale. E prevede di firmare il relativo accordo nel novembre di quest'anno (gli ultimi sviluppi, dopo la recente visita di Putin in Ucraina, testimoniano della sospensione della firma dell'accordo, ndt).
Oggi il nostro popolo è esposto a una gigantesca operazione di agitazione propagandistica che sconfina nel tentativo di annichilire le coscienze. Il suo obiettivo: con l'aiuto del terrore psicologico per costringere la gente ad accettare la famigerata “scelta europea”, renderlo succube delle scelte della propria borghesia. Tuttavia, i risultati dei sondaggi di opinione dimostrano che gran parte dei miei compatrioti (secondo alcune fonti, la maggioranza) sosterrebbe la strada eurasiatica di integrazione.
Il Partito Comunista di Ucraina ritiene che il popolo, e non gli oligarchi, deve decidere verso quale direzione geopolitica occorra indirizzare il nostro paese. Per questo, abbiamo avviato le procedure di un referendum in merito alla questione della scelta della strada dell'integrazione. Ciò è fatto in armonia con la Costituzione e la legislazione nazionale, nell'osservanza di tutte le procedure giuridiche formali.
Ma i dirigenti borghesi dell'Ucraina, violando pesantemente tutte le norme di diritto vigenti, rifiutano categoricamente di accordare il permesso all'avvio della raccolta delle firme per lo svolgimento del referendum. E i capi dell'Unione Europea, che si vantano continuamente della loro “democraticità”, chiudono volutamente gli occhi davanti a questo oltraggio.
In tal modo, l'Ucraina è trasformata oggi in un poligono, in cui si praticano i metodi per asservire i paesi della “periferia” europea all'imperialismo, trasformandoli in bantustan mendicanti privi di sovranità reale, dove i diritti umani vengono continuamente violati.
Stimati compagni! A conclusione del mio intervento voglio rivolgermi a ciascuno di voi con l'appello a riferire ai lavoratori del vostro paese di come la reazione esterna e interna – non esagero con le parole – stia violentando oggi il popolo dell'Ucraina.
Cari compagni, vi saremmo anche grati per l'aiuto che riterrete di accordare al Partito Comunista di Ucraina e al popolo ucraino sotto forma di supporto informativo alla nostra azione, e anche con interventi e dichiarazioni dei Vostri compagni nei parlamenti e negli organi rappresentativi ad ogni livello, allo scopo di dimostrare al nostro popolo che da altre parti non c'è solo l'Unione Europea a intervenire a sostegno dei sentimenti di integrazione del popolo ucraino.
Il vostro sostegno fraterno avrà un significato per noi inestimabile nella difficile lotta che stiamo conducendo per il futuro della nostra Patria. E, in definitiva, per il futuro dell'Europa e di tutto il mondo.
In questi giorni, i compagni del KPU sono impegnati in una serie di manifestazioni che si contrappongono alle provocazioni. ai disordini e alle intimidazioni dei gruppi ultra-nazionalisti e para-fascisti (sostenitori dell'ex premier Julia Timoshenko), dopo la decisione del governo ucraino di recedere, almeno per il momento, dalla firma dell'accordo di Associazione con l'Unione Europea. Una di queste manifestazioni dei comunisti si è svolta davanti alla sede dell'ambasciata italiana di Kiev, allo scopo di trasmettere anche alle autorità italiane la contrarietà della maggioranza del popolo ucraino ai progetti di annessione coltivati dalla struttura imperialista europea e dalla NATO.
Ukrajina
Ovih se dana u nekim krugovima obilježava godišnjica ukrajinske gladi s početka 30-ih XX. stoljeća, tzv. Holodomora. Tvrdi se da je sovjetska vlast namjerno izazvala glad u Ukrajini jer joj je smetao ukrajinski antisovjetski, pa i antiruski, nacionalizam. Protura se teza da je glad bila rezultat mržnje sovjetskog rukovodstva prema ukrajinskom narodu.
Uzroci gladi i stradanja sovjetskog stanovništva su puno kompleksniji od antikomunističkih teza koje dominiraju dijelom povjesničarskih i medijskih krugova. Ruski povjesničari ističu, s pravom, da se glad nije dogodila samo u Ukrajini, već i u ruskom Povoložju, te Kazahstanu. Glad je bila, kao i sve dotadašnje gladi na tom prostoru, prvenstveno posljedica suša koje su se periodično javljale. I u carskoj Rusiji, glad kao posljedica suše s milijunskim žrtvama je bila čest posjetilac. Važno je napomenuti da je glad početka tridesetih posljednja glad izazvana sušom na prostoru SSSR-a. To pak upućuje na tezu da je glad prvenstveno posljedica slabe centralne vlasti koja nije uspjela intenzivirati poljoprivrednu proizvodnju te stvoriti zalihe hrane kakve je SSSR već 1941. godine imao. Dvadesete godine u SSSR-u bile su zlatne godine demokracije, slobode i stvaralačke energije, nesravnjive s bilo kojim drugim dijelom svijeta. Opća sloboda misli i djela imala je svoju cijenu koja se očitovala u anarhiji i u mnogim dijelovima javnog života gdje joj ne bi smjelo biti mjesta. Poljoprivreda je prepuštena tržištu s tim da je centralna vlast financijski podupirala zadrugarstvo. Ta su sredstva najčešće zloupotrebljavana pa efekta od njih, s izuzetkom zadruga Tolstojevaca, nije bilo. Uz to, kao direktna posljedica Prvog svjetskog rata, strane vojne intervencije, te građanskog rata, uz 18 milijuna civilnih žrtava, bio je i egzodus gradskog stanovništva iz gradova u sela. Krajem dvadesetih, postalo je jasno da SSSR sve više zaostaje za zapadnim zemljama koje sa svoje strane nisu odustajale od rušenja socijalističkog sustava u SSSR-u. Pokrenut je ogromni proces industrijalizacije praćen razvojem znanosti te centralizacijom svih znanstveno-tehničkih resursa. Kad se govori o poljoprivredi, dva su puta bila za povećanje njene efikasnosti i oba su uključivala okrupnjavanje poljoprivrednih površina. Prvi je bio povratak na staro, na poljoprivredu baziranu na velikim zemljoposjedničkim imanjima koja su u carskoj Rusiji, premda koristeći zemlju slabije kvalitete, imali bolji urod po jedinici površine od sitnih zemljoposjednika te proizvodili 40 % ruskog zrna. Drugi je bio kolektivizacija za koju se odlučilo Staljinovo rukovodstvo. Kolektivizacija je provedena raznim metodama gdje je velika većina seljaka dobrovoljno ušla u kolhoze, osobito tzv. srednjaci. Problem je bio desetmilijunski sloj kulaka, seljaka koji su u manjoj ili većoj mjeri bili bogatiji od drugih. Osnovna točka prijepora između kulaka i vlasti je bilo njihovo mjesto u društvu. Kulaci, svi a ne samo ukrajinski, su se, po mišljenju rukovodstva SSSR-a, morali podrediti interesima društva. Isti problem sitnog posjednika imala je i carska Rusija koja je proces raskulačenja započela još u prvom desetljeću XX. vijeka. Raskulačenje je provedeno dosta oštro, ponekad i brutalno, te je izazvalo val protesta ruskih intelektualaca nacionalističkog svjetonazora. Isti su ti intelektualci na kraju počeli podržavati ukupnost mjera sovjetskog rukovodstva jer su one rezultirale ekonomskim i kulturnim oporavkom zemlje te njenim dotad neviđenim uzletom. Dotada je, također, svima postalo jasno da se ponovno sprema vanjska agresija na zemlju te da su provedene mjere bile nužan preduvjet za opstanak sovjetskih naroda, pa tako i ukrajinskog. Pripadnici organa državne represije koji su prekršili zakone SSSR-a tijekom raskulačenja su 1937. i 1938. godine bili sankcionirani, njih 800 000, dok je istovremeno dva milijuna seljaka bilo rehabilitirano. Raskulačenje je donijelo ogroman ekonomski, socijalni i kulturni napredak velikoj većini mladih pripadnika raskulačenih obitelji – te su osobe, koje su bile predodređene na mukotrpni život seljaka, postajale sveučilišno obrazovani građani.
Rat povjesničara na temu Holodomora se uglavnom vodi između ukrajinskih nacionalista i ruskih nacional-komunista dok su argumenti klasičnih ruskih nacionalista antikomunističkog smjera nesupstancijalni, odnosno neprincipijelni. Ukrajinski nacionalisti ističu cifru od minimalno 5 milijuna mrtvih što korespondira s demografskim gubicima cijelog SSSR-a, a ne samo Ukrajine, koji se mogu izračunati uspoređivanjem popisa stanovništva u SSSR-u iz 1926. i 1939. godine. Koristeći se tom metodom dođe se do cifre od 5,5 milijuna nedostajućih građana SSSR-a koji su ili umrli ili prebjegli iz SSSR-a. Teško je reći koliko je ljudi emigriralo, no vjerojatno se ne radi o značajnijoj brojci. S druge strane, ruski povjesničari ističu da se primjenom iste metode dođe do 7-8 milijuna demografskih gubitaka u SAD-u tridesetih godina gdje je također harala suša, a bankari provodili proces okrupnjavanja zemljišnih posjeda, odnosno raskulačenja. Do sličnih demografskih gubitaka je došlo u SSSR-u i početkom devedesetih kad je izgubljeno ne manje od tri milijuna ljudi (premda je vjerojatnija cifra od šest milijuna). I tada, kao i tridesetih, muški dio populacije je daleko više postradao što upućuje na nekoliko činjenica. Prvo, to nije bio genocid jer je postradao samo jedan dio populacije, tradicionalno manje otporne na glad i zarazu, na određenom području te da povećana smrtnost nije bila direktna posljedica gladi, već smanjenog imuniteta ljudi kao posljedica pothranjenosti. Obje gladi bile su rezultat slabe centralne vlasti s tom razlikom što je sovjetska vlast poduzela mjere da se eliminiraju svi preduvjeti moguće buduće gladi dok ruska vlast devedesetih to nije. Treba ipak napomenuti da je sovjetska vlast tridesetih vodila, za današnje prilike nepojmljivo, tvrdu državnu politiku te da se na putu do cilja nije obazirala na žrtve. Na račun izvoza sirovina, ali i žitarica, SSSR je trgovinski deficit iz 1929. godine pretvorio u trgovinski suficit 1935. godine. Te mjere su bile nužan preduvjet pobjede sovjetskih, pa tako i ukrajinskog naroda, u nadolazećem ratu.
Ukrajinski nacionalisti, kao i mnogi zapadni povjesničari, vole isticati da je jedna od posljedica Holodomora bila masovna kolaboracija Ukrajinaca s Hitlerovcima. Zaboravlja se pritom da je Ukrajina kakvu danas poznajemo formirana u vrijeme SSSR-a te da je do 1939. cijela zapadna Ukrajina (i Bjelorusija) bila pod vlašću Poljske te da je upravo taj dio Ukrajine, dio koji nije bio dio SSSR-a u vrijeme Holodomora, imao značajnijeg udjela u kolaboraciji s nacistima. Istočni dio Ukrajine pokazao je izuzetno visoku patriotsku svijest u obrani SSSR-a od vanjske agresije. I statistike to potvrđuju jer Ukrajinci čine 15,9 % poginulih Crvenoarmejaca dok je postotak Ukrajinaca u SSSR-u u to vrijeme iznosio 16,4 %. Cijeli istočni dio Ukrajine je tijekom okupacije bio poprište partizanskog otpora okupatoru. Kolaboracija u Ukrajini je bila raširena u nešto većoj mjeri u zapadnoj Ukrajini i nosila je antipoljski karakter. U fašističkoj Poljskoj međuraća, Ukrajinci, Bjelorusi i Židovi bili su građani drugog reda, što u SSSR-u nije bio slučaj.
Današnja Ukrajina je duboko politički, nacionalno, svjetonazorski i ekonomski podijeljena zemlja. Grkokatolički zapad zemlje, pravoslavni istok, te tatarski Krim predstavljaju tri zasebne kulturne cjeline koje u svakom trenutku mogu dovesti do raspada zemlje. No, puno značajnija je ekonomska podijeljenost gdje se zemlja raskolila, kao uostalom i sve istočnoevropske, na tanki sloj političko-ekonomske elite i rastući sloj siromašnih i bijednih. Ukrajina je nakon raspada SSSR-a izgubila status povlaštene nacije u trgovinskim odnosima s Rusijom. Ruski plin, za razliku od jedne Njemačke, plaća se po punoj, odnosno desetostruko većoj od normalne, cijeni što dovodi do progresivnog osiromašenja stanovništva. Ukrajina je pala u duboke dugove u zapadnim bankama tako da mora slušati političke diktate. Ukrajina će na kraju vjerojatno biti vraćena u rusku sferu utjecaja, odnosno kontrole. Prvi znakovi tog procesa su masovni transferi ukrajinskog duga iz zapadnih banaka u ruske banke, poglavito u Sberbank.
Treba na kraju istaći da ruski narod neće imati nikakve koristi od vraćanja Ukrajine u domenu ruske države.
Azur Sejdić,
potpredsjednik Socijalističke radničke partije Hrvatske