-------- Original Message --------
Oggetto: qualche notizia da Belgrado
Data: Mon, 5 Feb 2001 17:37:31 +0000 (WET)
Da: Ilaria Damiani
A: scienzaepace@...
----------------------------------------------------------
--- MESSAGGIO SPEDITO DA Ilaria Damiani <damiani@...>
----------------------------------------------------------
Nell'ultima settimana di gennaio sono stata a Belgrado per partecipare
al
X Congresso dei matematici jugoslavi, a cui sono stata invitata insieme
ad
altri colleghi del mio dipartimento (matematica di Tor Vergata) in
virtu'
dell'accordo bilaterale di cooperazione che siamo riusciti a mettere in
piedi subito dopo la guerra come contributo contro l'isolamento a cui la
comunita' scientifica di quel paese e' stata costretta.
Vi mando quindi qualche notizia, scusandomi per il ritardo (ma al mio
rientro ho dovuto rimettermi in pari con gli altri impegni di lavoro),
sperando che possano interessarvi. Le notizie di cui vi scrivo (forse
non
particolarmente originali) riguardano soprattutto quello che sta
avvenendo
all'universita', perche' si tratta dell'ambito in cui ho avuto modo di
avere il maggior numero di contatti, discussioni e informazioni.
Il 10 ottobre 2000 il rettore dell'Universita' di Belgrado, Puric (un
fisico), e' stato costretto a dimettersi. In realta' non si e' dimesso e
ufficialmente il rettore e' ancora lui, ma gli viene materialmente
impedito di entrare nel suo ufficio e di svolgere il suo lavoro di
rettore: lo hanno dimesso di fatto.
Contemporaneamente si e' installata al suo posto una nuova
"autoproclamata" rettrice, Bogdanovic (una sociologa), la quale non ha
attualmente alcuna legittimita' legale. Il risultato di questa
situazione
sono la paralisi e il caos, in attesa che qualcosa succeda e che la
situazione si chiarifichi. Questo "qualcosa" potrebbe essere
rappresentato
dall'insediamento del nuovo governo della Serbia (nominato il 25
gennaio)
che avrebbe il potere di scegliere il rettore.
Il sistema per la nomina del rettore (dei decani delle facolta',
eccetera)
e' stato cambiato 2 anni fa: fino ad allora vigeva un meccanismo
coerente
con il principio dell'autogestione: gli organismi locali (l'analogo dei
nostri consigli di corso di laurea, di dipartimento, di facolta', ecc.)
esprimevano un nome, e un organismo centrale di controllo, formato da
docenti universitari e rappresentanti del governo, ratificava la scelta.
Da due anni a questa parte la legge e' cambiata e rettori e decani
vengono
nominati direttamente dal governo. E' su questo che i sostenitori del
nuovo corso fanno leva: siccome si tratta di un meccanismo
antidemocratico
che ha messo la gestione delle universita' direttamente nelle mani del
potere politico, questa gente va cambiata. In che modo? Utilizzando la
stessa legge e soprattutto lo stesso principio cioe' sostituendo i
precedenti rettori decani eccetera con persone gradite alla nuova classe
dirigente del paese.
In realta' modifiche legislative sono allo studio, e anzi il problema di
riformare l'universita' (sia dal punto di vista normativo sia da quello
dell'organizzazione degli studi) e' in generale al centro della
discussione. Una delle proposte avanzate in materia di nomine e' quella
di
affidare tale compito ad un organismo che preveda la presenza di
rappresentanti internazionali: la gravita' di una simile struttura
basata
sulla dipendenza esplicita dall'estero credo che sia evidente a tutti
senza bisogno di ulteriori commenti. (Di questa proposta ho saputo da
conversazioni varie, non e' detto che sara' la definitiva, ma da' il
senso del clima che si respira in Jugoslavia).
Il clima di "epurazione" c'e' a tutti i livelli (e fa pensare ai metodi
utilizzati dal DOS contro i sindacalisti della Zastava). La facolta' di
matematica ad esempio ha visto nei mesi scorsi il tentativo, fallito, di
rovesciare la decana, Bokan: la sua gestione pare sia stata sempre
estremamente corretta (cosa che ha reso difficile ai suoi avversari
trovare grimaldelli razionali per l'opera di propaganda) e in ogni caso
e'
stata sostenuta dalla grande maggioranza della facolta' (come ultimo
passo
erano state indette, non so esattamente in che termini, delle elezioni,
dalle quali pero' lei e' risultata vincitrice); le era stato
contrapposto
un precedente decano, protagonista ai suoi tempi di un enorme scandalo
legato ad affari edilizio/finanziari che hanno fatto perdere alla
facolta'
svariati milioni di marchi, intorno al quale si e' coagulata la
ex-opposizione ora diventata filogovernativa.
Uno scontro simile e' tuttora in atto contro il direttore dell'Istituto
Matematico dell'Accademia delle Scienze.
Inoltre il rischio di un'epurazione generale tipo quella che e' avvenuta
in Germania Est dopo la riunificazione e' fortemente sentito e temuto a
tutti livelli della docenza, aggravato dal fatto che il periodo di vuoto
di potere e la paralisi degli ultimi mesi hanno impedito la
trasformazione
di molti posti di assistente (che sono precari anche se finora di fatto
sempre rinnovati: ma ora che succedera'?) in posti di professore: queste
"promozioni" in condizioni normali sarebbero stati atti dovuti.
Durante il Congresso (che era grosso e riguardava tutti i livelli, anche
organizzativi e didattici, oltre che di linee di ricerca) e' avvenuto
anche il seguente episodio: un matematico di Novi Sad ha minacciato: ci
faremo la nostra (della Vojvodina) Accademia delle Scienze, utilizzando
i
finanziamenti provinciali. Ho assistito alla discussione tra alcuni
matematici di Belgrado che cercavano di valutare il significato e
l'entita' di questa minaccia: per qualcuno si trattava di una minaccia
isolata, altri pero' facevano notare che i finanziamenti provinciali
erano
stati sbloccati subito dopo il 5 ottobre (proprio per questo tipo di
progetti?) e che le forze centrifughe non possono essere affatto
considerate sotto controllo: neanche ora che forse (?) le potenze
straniere sono soddisfatte del risultato ottenuto e cominciano ad
attuare
una politica di stabilizzazione dell'area, invece che continuare a
destabilizzare i Balcani.
La consapevolezza di una regia esterna, europea e soprattutto americana,
nella storia recente del loro paese mi e' sembrata fortissima: sia in
coloro che sono strenuamente contrari al nuovo corso, sia in coloro che
invece lo appoggiano nella speranza di uscire dall'isolamento degli
ultimi
dieci anni (le dichiarazioni di Carla del Ponte, o ci date Milosevic o
riprendiamo con le sanzioni, sono di quei giorni) ma a parte le mie
impressioni vorrei dirvi alcuni fatti per descrivere e non sottovalutare
il progetto in corso, dietro la nuova politica di apertura e aiuti
dell'Occidente, per omologare la Jugoslavia e cancellare tutte le tracce
residue di socialismo e di un sistema comunque diverso dal capitalismo,
cioe' per colonizzarla, oltre che con la guerra ora con la penetrazione
culturale e ideologica, e per cancellare la storia.
1) Un punto fondamentale del programma del nuovo governo e' la riforma
universitaria (tutto il mondo e' paese, sigh): l'obbiettivo e' anche li'
l'adeguamento e l'integrazione nel sistema euramericano. In questo i
commenti sono unanimi: diventeremo tutti piu' ignoranti, e la cosa
peggiore e' che cio' avviene di proposito, e' lo scopo.
2) A livello di "cio' che dobbiamo imparare dagli altri" in campo di
didattica l'accento viene posto sul bisogno di aiuto per l'insegnamento
della storia.
3) Per quanto riguarda la cooperazione con l'Europa e i progetti Tempus:
fino a poco tempo fa i progetti potevano riguardare le tematiche piu'
varie. Adesso la Comunita' Europea fa sapere che finanziera' solo
progetti
in alcuni ambiti specifici: ricerche in campo di giurisprudenza,
economia,
sociologia.
Scusatemi se l'ho fatta troppo lunga, solo un'ultima cosa pratica: libri
e
riviste costano tantissimo e il problema dell'aggiornamento
bibliografico
e' enorme; uno dei metodi che per esempio la facolta' di matematica ha
seguito per aggiornare la biblioteca (e anche per far conoscere la
propria attivita') e' quello degli scambi. Quindi se qualcuno di voi
pensa
che sia possibile organizzare uno scambio, fornendo le pubblicazioni dei
vostri dipartimenti e ricevendo in cambio quelle dell'universita' e
dell'accademia delle scienze di Belgrado, fatemelo sapere.
Poi: ho avuto modo di parlare con alcuni biologi e naturalisti impegnati
nello studio delle conseguenze ambientali della guerra e nella difesa
della biodiversita'. Sono interessati a progetti e cooperazioni di tutti
i
tipi. Ho pensato a Cristaldi, ma anche a chiunque di voi sia interessato
senza che io lo sappia specificamente. Solo che ora, mi accorgo, ho
lasciato gli indirizzi a casa. Domani vi faccio sapere qualcosa di piu'
preciso.
Scusate ancora per la lunghezza di questo messaggio,
Ilaria
ps Una cosa che forse vale la pena di aggiungere: da quando il nuovo
governo si e' insediato i lavoratori dell'universita' (professori,
assistenti) si sono ritrovati in busta paga molti soldi (non so quanti,
mi
e' stato raccontato da alcuni assistenti della facolta' di matematica):
alcuni erano arretrati ma altri erano soldi che nessuno di noi ha capito
da dove venissero e perche' ce li dessero, mi hanno detto.
Fin qui e' un fatto. La mia impressione e' che si tratti di uno dei modi
in cui il nuovo corso sta cercando di costruire un apparato di consenso,
e
in questo l'adesione degli intellettuali ha come sappiamo un ruolo di
primo piano.
---
A cura del Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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Oggetto: qualche notizia da Belgrado
Data: Mon, 5 Feb 2001 17:37:31 +0000 (WET)
Da: Ilaria Damiani
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Nell'ultima settimana di gennaio sono stata a Belgrado per partecipare
al
X Congresso dei matematici jugoslavi, a cui sono stata invitata insieme
ad
altri colleghi del mio dipartimento (matematica di Tor Vergata) in
virtu'
dell'accordo bilaterale di cooperazione che siamo riusciti a mettere in
piedi subito dopo la guerra come contributo contro l'isolamento a cui la
comunita' scientifica di quel paese e' stata costretta.
Vi mando quindi qualche notizia, scusandomi per il ritardo (ma al mio
rientro ho dovuto rimettermi in pari con gli altri impegni di lavoro),
sperando che possano interessarvi. Le notizie di cui vi scrivo (forse
non
particolarmente originali) riguardano soprattutto quello che sta
avvenendo
all'universita', perche' si tratta dell'ambito in cui ho avuto modo di
avere il maggior numero di contatti, discussioni e informazioni.
Il 10 ottobre 2000 il rettore dell'Universita' di Belgrado, Puric (un
fisico), e' stato costretto a dimettersi. In realta' non si e' dimesso e
ufficialmente il rettore e' ancora lui, ma gli viene materialmente
impedito di entrare nel suo ufficio e di svolgere il suo lavoro di
rettore: lo hanno dimesso di fatto.
Contemporaneamente si e' installata al suo posto una nuova
"autoproclamata" rettrice, Bogdanovic (una sociologa), la quale non ha
attualmente alcuna legittimita' legale. Il risultato di questa
situazione
sono la paralisi e il caos, in attesa che qualcosa succeda e che la
situazione si chiarifichi. Questo "qualcosa" potrebbe essere
rappresentato
dall'insediamento del nuovo governo della Serbia (nominato il 25
gennaio)
che avrebbe il potere di scegliere il rettore.
Il sistema per la nomina del rettore (dei decani delle facolta',
eccetera)
e' stato cambiato 2 anni fa: fino ad allora vigeva un meccanismo
coerente
con il principio dell'autogestione: gli organismi locali (l'analogo dei
nostri consigli di corso di laurea, di dipartimento, di facolta', ecc.)
esprimevano un nome, e un organismo centrale di controllo, formato da
docenti universitari e rappresentanti del governo, ratificava la scelta.
Da due anni a questa parte la legge e' cambiata e rettori e decani
vengono
nominati direttamente dal governo. E' su questo che i sostenitori del
nuovo corso fanno leva: siccome si tratta di un meccanismo
antidemocratico
che ha messo la gestione delle universita' direttamente nelle mani del
potere politico, questa gente va cambiata. In che modo? Utilizzando la
stessa legge e soprattutto lo stesso principio cioe' sostituendo i
precedenti rettori decani eccetera con persone gradite alla nuova classe
dirigente del paese.
In realta' modifiche legislative sono allo studio, e anzi il problema di
riformare l'universita' (sia dal punto di vista normativo sia da quello
dell'organizzazione degli studi) e' in generale al centro della
discussione. Una delle proposte avanzate in materia di nomine e' quella
di
affidare tale compito ad un organismo che preveda la presenza di
rappresentanti internazionali: la gravita' di una simile struttura
basata
sulla dipendenza esplicita dall'estero credo che sia evidente a tutti
senza bisogno di ulteriori commenti. (Di questa proposta ho saputo da
conversazioni varie, non e' detto che sara' la definitiva, ma da' il
senso del clima che si respira in Jugoslavia).
Il clima di "epurazione" c'e' a tutti i livelli (e fa pensare ai metodi
utilizzati dal DOS contro i sindacalisti della Zastava). La facolta' di
matematica ad esempio ha visto nei mesi scorsi il tentativo, fallito, di
rovesciare la decana, Bokan: la sua gestione pare sia stata sempre
estremamente corretta (cosa che ha reso difficile ai suoi avversari
trovare grimaldelli razionali per l'opera di propaganda) e in ogni caso
e'
stata sostenuta dalla grande maggioranza della facolta' (come ultimo
passo
erano state indette, non so esattamente in che termini, delle elezioni,
dalle quali pero' lei e' risultata vincitrice); le era stato
contrapposto
un precedente decano, protagonista ai suoi tempi di un enorme scandalo
legato ad affari edilizio/finanziari che hanno fatto perdere alla
facolta'
svariati milioni di marchi, intorno al quale si e' coagulata la
ex-opposizione ora diventata filogovernativa.
Uno scontro simile e' tuttora in atto contro il direttore dell'Istituto
Matematico dell'Accademia delle Scienze.
Inoltre il rischio di un'epurazione generale tipo quella che e' avvenuta
in Germania Est dopo la riunificazione e' fortemente sentito e temuto a
tutti livelli della docenza, aggravato dal fatto che il periodo di vuoto
di potere e la paralisi degli ultimi mesi hanno impedito la
trasformazione
di molti posti di assistente (che sono precari anche se finora di fatto
sempre rinnovati: ma ora che succedera'?) in posti di professore: queste
"promozioni" in condizioni normali sarebbero stati atti dovuti.
Durante il Congresso (che era grosso e riguardava tutti i livelli, anche
organizzativi e didattici, oltre che di linee di ricerca) e' avvenuto
anche il seguente episodio: un matematico di Novi Sad ha minacciato: ci
faremo la nostra (della Vojvodina) Accademia delle Scienze, utilizzando
i
finanziamenti provinciali. Ho assistito alla discussione tra alcuni
matematici di Belgrado che cercavano di valutare il significato e
l'entita' di questa minaccia: per qualcuno si trattava di una minaccia
isolata, altri pero' facevano notare che i finanziamenti provinciali
erano
stati sbloccati subito dopo il 5 ottobre (proprio per questo tipo di
progetti?) e che le forze centrifughe non possono essere affatto
considerate sotto controllo: neanche ora che forse (?) le potenze
straniere sono soddisfatte del risultato ottenuto e cominciano ad
attuare
una politica di stabilizzazione dell'area, invece che continuare a
destabilizzare i Balcani.
La consapevolezza di una regia esterna, europea e soprattutto americana,
nella storia recente del loro paese mi e' sembrata fortissima: sia in
coloro che sono strenuamente contrari al nuovo corso, sia in coloro che
invece lo appoggiano nella speranza di uscire dall'isolamento degli
ultimi
dieci anni (le dichiarazioni di Carla del Ponte, o ci date Milosevic o
riprendiamo con le sanzioni, sono di quei giorni) ma a parte le mie
impressioni vorrei dirvi alcuni fatti per descrivere e non sottovalutare
il progetto in corso, dietro la nuova politica di apertura e aiuti
dell'Occidente, per omologare la Jugoslavia e cancellare tutte le tracce
residue di socialismo e di un sistema comunque diverso dal capitalismo,
cioe' per colonizzarla, oltre che con la guerra ora con la penetrazione
culturale e ideologica, e per cancellare la storia.
1) Un punto fondamentale del programma del nuovo governo e' la riforma
universitaria (tutto il mondo e' paese, sigh): l'obbiettivo e' anche li'
l'adeguamento e l'integrazione nel sistema euramericano. In questo i
commenti sono unanimi: diventeremo tutti piu' ignoranti, e la cosa
peggiore e' che cio' avviene di proposito, e' lo scopo.
2) A livello di "cio' che dobbiamo imparare dagli altri" in campo di
didattica l'accento viene posto sul bisogno di aiuto per l'insegnamento
della storia.
3) Per quanto riguarda la cooperazione con l'Europa e i progetti Tempus:
fino a poco tempo fa i progetti potevano riguardare le tematiche piu'
varie. Adesso la Comunita' Europea fa sapere che finanziera' solo
progetti
in alcuni ambiti specifici: ricerche in campo di giurisprudenza,
economia,
sociologia.
Scusatemi se l'ho fatta troppo lunga, solo un'ultima cosa pratica: libri
e
riviste costano tantissimo e il problema dell'aggiornamento
bibliografico
e' enorme; uno dei metodi che per esempio la facolta' di matematica ha
seguito per aggiornare la biblioteca (e anche per far conoscere la
propria attivita') e' quello degli scambi. Quindi se qualcuno di voi
pensa
che sia possibile organizzare uno scambio, fornendo le pubblicazioni dei
vostri dipartimenti e ricevendo in cambio quelle dell'universita' e
dell'accademia delle scienze di Belgrado, fatemelo sapere.
Poi: ho avuto modo di parlare con alcuni biologi e naturalisti impegnati
nello studio delle conseguenze ambientali della guerra e nella difesa
della biodiversita'. Sono interessati a progetti e cooperazioni di tutti
i
tipi. Ho pensato a Cristaldi, ma anche a chiunque di voi sia interessato
senza che io lo sappia specificamente. Solo che ora, mi accorgo, ho
lasciato gli indirizzi a casa. Domani vi faccio sapere qualcosa di piu'
preciso.
Scusate ancora per la lunghezza di questo messaggio,
Ilaria
ps Una cosa che forse vale la pena di aggiungere: da quando il nuovo
governo si e' insediato i lavoratori dell'universita' (professori,
assistenti) si sono ritrovati in busta paga molti soldi (non so quanti,
mi
e' stato raccontato da alcuni assistenti della facolta' di matematica):
alcuni erano arretrati ma altri erano soldi che nessuno di noi ha capito
da dove venissero e perche' ce li dessero, mi hanno detto.
Fin qui e' un fatto. La mia impressione e' che si tratti di uno dei modi
in cui il nuovo corso sta cercando di costruire un apparato di consenso,
e
in questo l'adesione degli intellettuali ha come sappiamo un ruolo di
primo piano.
---
A cura del Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
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