(english / italiano)

Ukraine: Neo-Nazi Criminal State Looming

1) INIZIATIVE sul golpe euro-fascista in Ucraina ad ANCONA - ROMA - MESSINA
2) La Clinton-Pinchuk Connection (Manlio Dinucci)
3) Ukraine: Neo-Nazi Criminal State Looming (Oriental Review / Global Research)
4) The geopolitical dimensions of the coup in Ukraine (Peter Schwarz / WSWS)
5) DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI sui recenti sviluppi in Ucraina (su proposta di KKE e DKP)
6) NATO expansion a new ‘Drang Nach Osten’ Doctrine – FM Živadin Jovanović (2nd Part of a VoR interview)
7) TUTTO SCORRE E PASSA. Una minuscola smagliatura nell'apparato di disinformazione strategica della RAI…


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ECCO CHI SONO I GRUPPI D’ASSALTO DELLA RIVOLTA DI KIEV
Ecco la foto del gruppo della Gioventù Nazionalista Ucraina, che ha partecipato ad un corso di addestramento di “terrorismo diversivo”, sotto la guida di istruttori NATO, in un campo militare della base militare atlantica in Estonia, nell’estate del 2006. Alcuni di loro sono stati arrestati proprio in queste settimane per gli scontri a Kiev… 
IL PARADOSSO UCRAINO, NAZIONALISTI ED ESTREMA DESTRA PER L’ UNIONE EUROPEA
Marco Palombo / redazione SibiaLiria

L’UCRAINA È LA NUOVA JUGOSLAVIA
Di ilsimplicissimus (Alberto Capece Minutolo), 7 febbraio 2014

I SOLDI USA PER L’UCRAINA
Di ilsimplicissimus (Alberto Capece Minutolo), 25 febbraio 2014

US, EUROPE STEP UP THREATS AGAINST RUSSIA OVER UKRAINE
By Stefan Steinberg (WSWS), 28 February 2014

RUSSIA UNDER ATTACK
By Paul Craig Roberts, February 14, 2014



=== 1: INIZIATIVE ===


*** ANCONA - 28 febbraio 2014:

ore 17, presso la sede ANPI
Via Palestro 6, Ancona

UCRAINA:
L'UNIONE EUROPEA, LA NATO
E UNA CRISI CHE PUO' ALLARGARSI
AL CUORE DELL'EUROPA

introduce: Fabio Pasquinelli
segr. Federazione PdCI Ancona

Intervengono:

Domenico Losurdo
filosofo, pres. Associazione Marx21

Alessandro Leoni
PRC Toscana, direttivo rivista "Essere Comunisti"

Fausto Sorini
segreteria nazionale PdCI, resp. Dip. Esteri

pdcimarche.wordpress.com


*** ROMA - 4 marzo 2014:

ore 17.30, via Giolitti 231 (Staz. Termini) 

UCRAINA: IL VOLTO FASCISTA DELL'UNIONE EUROPEA

con: Marco Santopadre, Collettivo Militant, Giulietto Chiesa

Organizzano: Rete Dei Comunisti, Collettivo Militant 

Mentre Washington scatena l'ennesima manovra destabilizzante per indebolire il governo venezuelano e giustificare un intervento internazionale contro Caracas, l'UE non esita a utilizzare la manovalanza fascista per mettere le mani sull'Ucraina. L'UE si rappresenta come baluardo della libertà e del progresso, ma nel suo "cortile di casa" l'imperialismo europeo si comporta esattamente come quello a stelle e strisce, utilizzando forze paramilitari di estrema destra e xenofobe per imporre i propri interessi egemonici attraverso un vero e proprio golpe.
Così come negli anni '90 in Jugoslavia, l'establishment dell'UE rischia di provocare un'ennesima guerra civile su basi etniche e religiose, spaccando l'Ucraina e portando il conflitto con Mosca a livelli di non ritorno. Intanto la troika - UE, BCE e FMI - si appresta a stringere il cappio attorno all'Ucraina e ad imporre privatizzazioni e sacrifici in cambio della concessione di "aiuti" che il popolo ucraino pagherà molto cari.

evento facebook: https://www.facebook.com/events/1398751650388335/


*** MESSINA - 7 marzo 2014:

ore 17:00, presso il sindacato Orsa (Stazione Marittima – Salone dei Mosaici – Messina) 

Assemblea preparatoria della manifestazione antifascista

L’EUROPA PRECIPITA VERSO IL FASCISMO

In Ucraina è caccia all’uomo. Dall’aggressione avvenuta alla Verhovnaja Rada contro il gruppo comunista, ad opera dei parlamentari fascisti si è passati al tentativo di eliminazione fisica dei cittadini che ancora credono nella sovranità del loro Paese.
I nazi-fascisti, che fanno da sponda alla formazione di un nuovo governo apertamente reazionario, continuano a incendiare, saccheggiare e colpire le sedi, gli uomini e le donne che non si sottomettono alle loro aspettative.
Tali azioni sono accompagnate da una ondata estremamente pericolosa di isteria anticomunista e antisemita, dalla distruzione ovunque dei monumenti a Lenin e della Grande Guerra Patriottica, dagli attacchi dei banditi alle sedi del partito comunista a Kiev e in altre città, dall’ incendio della casa del segretario Petro Simonenko, dal terrore morale e fisico contro i comunisti, dalle richieste di vietare le attività del Partito Comunista dell'Ucraina e, persino, all’incendio di una sinagoga a di Kiev.
Nel contempo l'Occidente, interferendo apertamente e sfacciatamente negli affari interni di quel paese, sostiene le azioni delle forze di destra (dal momento che esse sono indirizzate a un serio cambiamento della situazione geopolitica in Europa e nel mondo, alla distruzione dei secolari legami economici, culturali e spirituali dei popoli russi e ucraini, degli altri popoli fratelli della ex Unione Sovietica) e puntano a fare dell'Ucraina un protettorato di USA, UE, NATO, del Fondo Monetario Internazionale e delle varie corporazioni multinazionali.
Negli stadi italiani si vedono simboli e segni di chiara matrice fascista e organizzazioni di estrema destra si danno appuntamenti pubblici a sostegno della repressione.
Il capitalismo occidentale foraggia i fascisti per realizzare il sogno di banche e banchieri sostenuti con il sangue del popolo.
Siamo indignati e non possiamo stare inermi davanti allo spudorato sostegno che l'Unione Europea neo-imperialista, la Nato, i nazi-fascisti di Forza Nuova, di Alba Dorata e del British National Party stanno dando alla sovversione .
Un compito gravoso ci aspetta. Chi può e vuole svolgere una funzione positiva, lo faccia adesso. Non c’è tempo da perdere, bisogna agire subito assumendoci ognuno le proprie responsabilità.
L’appello è ai democratici, agli antifascisti, ai giovani partigiani per una grande manifestazione antifascista a Messina.
E nel contempo si invitano i membri del Parlamento italiano ed europeo che intendono restare fedeli alla loro coscienza antifascista di fare tutto quello che è in loro potere per indurre le istituzioni nazionali e internazionali ad una pressione politico-diplomatica volta ad arrestare la corsa verso il precipizio.
NO PASARAN!

Azione Antifascista Messina

http://www.marx21.it/italia/antifascismo/23656-leuropa-precipita-verso-il-fascismo.html


=== 2 ===

La Clinton-Pinchuk Connection

Manlio Dinucci 
su Il manifesto del 23/02/2014

Al tavolo di Kiev in cui è stato negoziato l'accordo formale tra governo, opposizione, Ue e Russia non sedeva ufficialmente alcun rappresentante della potente oligarchia interna che, legata più a Washington e alla Nato che a Bruxelles e alla Ue, spinge l'Ucraina verso l'Occidente. Emblematico il caso di Victor Pinchuk, 54nne magnate dell'acciaio, classificato dalla rivista Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo.

La fortuna di Pinchuk inizia quando nel 2002 sposa Olena, figlia di Leonid Kuchma, secondo presidente dell'Ucraina (1994-2005). Nel 2004 l'illustre suocero privatizza il maggiore complesso siderurgico ucraino, quello di Kryvorizhstal, vendendolo alla società Interpipe, di cui il genero è comproprietario, per 800 milioni di dollari, circa un sesto del valore reale. La Interpipe monopolizza in tal modo la fabbricazione di tubazioni in acciaio. Nel 2007 Pinchuk costituisce l'EastOne Group, società di consulenza per investimenti internazionali, che fornisce alle multinazionali tutti gli strumenti per penetrare nelle economie dell'Est. Diviene allo stesso tempo proprietario di quattro canali televisivi e di un popolare tabloid (Fatti e commenti) con una circolazione di oltre un milione di copie. Non trascura però le opere di bene: crea la Victor Pinchuk Foundation, considerata la maggiore «fondazione filantropica» ucraina.

È attraverso questa fondazione che Pinchuk si collega ai Clinton, sostenendo la Clinton Global Initiative stabilita da Bill e Hillary nel 2005, la cui missione è «riunire i leader globali per creare soluzioni innovative alle sfide mondiali più pressanti». Dietro questo altisonante slogan c'è lo scopo reale: creare una rete internazionale di potenti appoggi a Hillary Clinton, la già first lady che, dopo essere stata senatrice di New York nel 2001-2009 e segretaria di stato nel 2009-2013, tenta di nuovo la scalata alla presidenza. La fruttuosa collaborazione inizia nel 2007 quando Bill Clinton ringrazia «Victor e Olena Pinchuk per la loro vigorosa attività sociale e l'appoggio fornito al nostro programma internazionale». Appoggio che Pinchuk concretizza con un primo contributo di 5 milioni di dollari, cui ne seguono altri, alla Clinton Global Initiative. Ciò apre a Pinchuk le porte di Washington: assume per 40mila dollari al mese il lobbista Schoen, che gli organizza una serie di contatti con influenti personaggi, compresa una dozzina di incontri in un anno, tra il 2011 e il 2012, con alti funzionari del Dipartimento di stato. Ciò favorisce anche gli affari, permettendo a Pinchuk di aumentare le esportazioni negli Stati uniti, anche se ora i metallurgici della Pennsylvania e dell'Ohio lo accusano di vendere sottocosto tubi di acciaio negli Usa.

Per rafforzare ulteriormente i legami con gli Stati uniti e l'Occidente, Pinchuk vara la Yalta European Strategy (Yes), «la più grande istituzione sociale di diplomazia pubblica nell'Europa orientale», il cui scopo ufficiale è «aiutare l'Ucraina a svilupparsi in un paese moderno, democratico ed economicamente potente». Grazie alla grossa disponbilità finanziaria di Pinchuk (che solo per festeggiare il suo 50° compleanno in una località sciistica francese ha speso oltre 6 milioni di dollari), la Yes è in grado di tessere una vasta rete di contatti internazionali, che diventa visibile nel meeting annuale organizzato a Yalta. Vi partecipano «oltre 200 politici, diplomatici, statisti, giornalisti, analisti e dirigenti del mondo degli affari provenienti da oltre 20 paesi». Tra questi emergono i nomi di Hillary e Bill Clinton, Condoleezza Rice, Tony Blair, George Soros, Jose Manuel Barroso, Mario Monti (che ha partecipato al meeting dello scorso settembre), ai quali si affiancano personaggi meno noti, ma non per questo meno influenti, tra cui dirigenti del Fondo monetario internazionale. Come ha spiegato Condoleezza Rice al meeting Yes 2012, «le trasformazioni democratiche richiedono tempo e pazienza, richiedono appoggio dall'esterno così come dall'interno». Un'ottima sintesi della strategia che l'Occidente adotta sotto il manto dell'«appoggio dall'esterno» per favorire le «trasformazioni democratiche». Una strategia ormai consolidata, dalla Iugoslavia alla Libia, dalla Siria all'Ucraina: infilare cunei nelle crepe che ogni stato ha, per scardinarne le basi sostenendo o fomentando ribellioni antigovernative (tipo quelle a Kiev, troppo puntuali e organizzate per essere considerate semplicemente spontanee), mentre si scatena una martellante campagna mediatica contro il governo che si vuole abbattere. Per ciò che riguarda l'Ucraina, l'obiettivo è di far crollare lo stato o spaccarlo in due: una parte che entrerebbe nella Nato e nella Ue, un'altra che resterebbe maggiormente collegata alla Russia. In tale quadro si inserisce la Yalta European Strategy dell'oligarca, amico dei Clinton.


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Ukraine: Neo-Nazi Criminal State Looming

Global Research, February 24, 2014

“There are many who do not know they are fascists
but will find it out when the time comes.”
Ernest Hemingway, For Whom the Bell Tolls

After signing a void agreement on “crisis settlement” on Friday, the situation in Ukraine has rapidly got out of control of its signatories and “witnesses”. No provisions of this document were fulfilled. The legitimate authorities fled (or tried to flee) the country, the governmental buildings in Kiev are taken by the revolutionary mob. The radicals are dictating the new rules to façade opposition “leaders” who desperately try to bridle theMaidan.

What happened to Ukraine on February 21, 2014 is essentially a criminal coup committed by the radical armed anarchists and Ukrainian Nazis who have been enjoying a comprehensive financial, military, diplomatic and even religious support and instigation from the Western power groups for the last two decades. Many of Ukraine’s cities are now falling into the chaos of lootings, unprovoked violence, lynch law and political repressions.

The first signs of upcoming chaos were clearly seen as the Ukrainian authorities wavered at the three-month siege of the centre of Kiev by the radical guerrilla elements from Galicia and local criminal gangs. They watched silently when furious fanatics were burning unarmed riot police Berkut officers alivelynching them and pulling out their eyes. They did nothing to stop frantic “freedom fighters” from storming regional administrationshumiliating the officials and looting police and military arsenals in the West Ukraine. They were paralyzed when unidentified snipers were cool-bloodily killing militia personnel, protesters and casual passer-bys from the roofs of Kiev’s buildings. They even declared amnesty (twice!) to those guilty of the brutal crimes against policemen and public order. Thus Yanukovych’s regime itself paved the way for a sinister ghost of the war-torn Libya to come to Ukraine.

Is the guerrilla side a self-organized and self-indoctrinated popular movement tired of a corrupt and inefficient state? That is hardly the case.

Since the collapse of the Soviet Union the international power groups have invested billions of the Federal Reserve notes (aka US$) into Ukrainian “pro-democratic” NGOs and politicians. While preaching “Ukrainian commitment to the European choice and democratic values” in the meantime they clearly saw that there is no short-term historical perspective for making Ukraine a state hostile to Russia, which is evidently the final goal of the globalist Eastern policy. The stakes were placed on the ultranationalist elements in the Western Ukraine and in the Uniate Church, a minority religious Greek-Catholic community of the Eastern rite, created by the Holy See in XVI century in a desperate attempt to weaken close ties of Rzeczpospolita’s Orthodox with Moscow. Since the early 1990s the Uniates enjoyed silent support of the newly-independent central authorities in Kiev. Theit tactic was to aggressively occupy Orthodox cathedrals on the canonic territory of the Moscow Patriarchate. The last thing the Uniate clergy used to preach in the occupied churches for all these years was the Christian call for repentance and peace. Instead they propagated a new crusade against the Orthodox and directly instigated and justified race-motivated prosecutions and even killings, acting exactly like radical jihadist preachers of the militant pseudo-Islamic sects. Suffice to watch a “Sunday sermon” by Mykhailo Arsenych, the clergyman from a local Uniate church in Ivano-Frankovsk region, Ukraine saying: “Today we are really ready for a revolution.The only effective methods of combat are assassination and terror! We want to be sure that no Chinese, Negro, Jew or Muscovite will try to come and grab our land tomorrow!”


The products of such indoctrination were not long in coming. A number of NATO-sponsored training centers for the Ukrainian ultranationalist militants were opened on the territory of the Baltic states immediately after they joined NATO in 2004. The detailed photo report on a Ukrainian group taking a course of subversive activities at a NATO training center in Estonia in 2006 is available here (texts in Russian).

Abundant financial and human resources were directed to bolster the paramilitary units of the radical UNA-UNSOSvoboda and other ultranationalist organizations in the Ukraine. Since 1990s these thugs were participating in the Chechen and Balkan wars on the side of radical Wahhabi (!) militants and committing war crimes against captured Russian and Serbian soldiers and civilian population. One of the notorious guerilla fighters of the Ukrainian origin in Chechnya, Olexander Muzychko (aka criminal leader Sasha Biliy) today is heading a brigade of “Pravyi Sector”, the radical militant driving force of the ongoing coup d’état in Kiev. According to his “official” biography (linkin Russian), in 1994 he was awarded by the then top commander of terroristIchkeria enclave Dzhohar Dudayev with the order “Hero of Nation” for “outstanding military successes against Russian troops”. His “military skills” were quite specific: he used to lure the Russian units operating in remote Chechen locations to guerilla ambushes. Then he personally participated in tortures and beheadings of the captured Russian soldiers. After returning to the Ukraine in 1995, he led a criminal gang in Rovno. Eventually he was prosecuted and sentences for 8 years term for kidnapping for ransom and attempted assassination of a Ukrainian businessman. He entered politics after release from prison in late 2000s.

After the end of Chechen and Balkan wars the British and American private military contractors were routinely recruiting Ukrainian mercenaries for operations in Afghanistan, Iraq, Syria and elsewhere.The Britam Defense scandal revealed the way and scale of how the Ukrainian personnel of the private military contractors were used in provocative clandestine actions to meet Western political goals in the Middle East. Many of them were sent to Kiev to make the job they are paid for – to target both policemen and protesters on “Euromaidan” from the roofs of surrounding buildings.

The real leaders of the protest have already clearly expressed their radical views to the European press (read e.g. the interview with the Pravyi Sector leader Dmitro Yarosh and several recent Guardian’s publications here and here).

That is the sort of people the half-hearted European politicians are about to deal with in the Ukraine. These fanatics are the real authority in today’s Kiev seized by the marauding mobs. They have torn the Friday’s agreement signed by four Ukrainian “leaders” and three European officials before the ink was dry on this paper. Their treatment of Yulia Timoshenko after her emotional speech on the Maidan Saturday night has clearly shown that her nomination de facto head of failing Ukrainian state would be their decision. Latest Western advice to financially support Ukraine with the IMF and the EU funds suggest that they have chosen to buy the loyalty of the ultranationalists for the transition period. Therefore, the ongoing Western policy of appeasement towards the radical insurgents in Kiev very much resembles the Anglo-American connivance in Hitler’s accession to power in Germany in 1933 and the rise of the Third Reich. But if the Western elitist groups suppose that the Neo-Nazi project that they have carefully cherished and supported in Ukraine for decades, would be controlled by political means and set against Russia, they are deadly wrong.After facing furious resistance and blowback at the East and South of the Ukraine, the radical Nazi ideological avalanche encouraged by the illusion of success in Kiev would inevitably enter the degrading European political landscape where the neo-Nazi and hooligan outbreaks are already a notable destabilizing factor. Their established links with the Islamist underground in Europe add another sinister dimension to the murky European future.

Is it the price the Europeans are ready to pay for bringing its eastern neighbors into the “family of civilized nations”?



[IMAGE: Olexander Muzychko today in Kiev (left) and in Chechnya in 1994. ]


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The geopolitical dimensions of the coup in Ukraine

By Peter Schwarz 
27 February 2014

“When the Soviet Union was collapsing in late 1991, Dick wanted to see the dismantlement not only of the Soviet Union and the Russian empire but of Russia itself, so it could never again be a threat to the rest of the world,” wrote former US Secretary of Defense Robert Gates in his recently published memoirs. Gates was referring to the then-Secretary of Defense, and later US Vice President, Dick Cheney.

The statement sheds light on the geopolitical dimensions of the recent putsch in Ukraine. What is at stake is not so much domestic issues—and not at all the fight against corruption and democracy—but rather an international struggle for power and influence that stretches back a quarter of a century.

The Financial Times places the recent events in Ukraine in the same light. In an editorial on February 23, it wrote: “For a quarter of a century this huge territory perched precariously between the EU and Russia has been the object of a geopolitical contest between the Kremlin and the west.” In 2008, a clumsy attempt by President George W. Bush failed to draw the former Soviet republics of Ukraine and Georgia into NATO, “But the Maidan revolution now offers a second chance for all parties to reconsider the status of Ukraine on the fault line of Europe.”

The dissolution of the Soviet Union in December 1991 was an unexpected gift to the imperialist powers. The October Revolution in 1917 had removed a considerable part of the world’s surface from the sphere of capitalist exploitation. This was regarded as a threat by the international bourgeoisie, even long after the Stalinist bureaucracy betrayed the goal of world socialist revolution and murdered an entire generation of Marxist revolutionaries. In addition, the economic and military strength of the Soviet Union presented an obstacle to US world hegemony.

The dissolution of the Soviet Union and the introduction of the capitalist market created conditions for the social wealth created by generations of workers to be plundered by a handful of oligarchs and international finance. The social gains made in the field of education, health care, culture and infrastructure were smashed and left to decline.

This was not enough, however, for the US and the major European powers. They were intent on ensuring that Russia could never again threaten their global hegemony, as is made clear in the above cited statement of Dick Cheney.

By 2009 the US-dominated NATO military alliance had absorbed into its ranks almost all of the East European countries that had once belonged to the sphere of influence of the Soviet Union. But attempts to incorporate former Soviet republics into NATO failed—with the exception of the three Baltic states Estonia, Latvia and Lithuania—due to resistance from Moscow. Ukraine, with its 46 million inhabitants and its strategic location situated between Russia, Europe, the Black Sea and the Caucasus, invariably was at the centre of these attempts.

As far back as 1997, former US National Security Advisor Zbigniew Brzezinski wrote that without Ukraine, any attempt by Moscow to rebuild its influence on the territory of the former Soviet Union was doomed to fail. The core thesis of his book The Grand Chessboard is that America’s capacity to exercise global primacy depends on whether America can prevent the emergence of a dominant and antagonistic power on the Eurasian landmass. (See: “The power struggle in Ukraine and America's strategy of domination”)

In 2004 the US and the European powers supported and financed the “Orange Revolution” in Ukraine that brought a pro-western government to power. The regime rapidly broke apart, however, due to internal strife. The attempt in 2008 to draw Georgia into NATO by provoking a military confrontation with Russia also failed.

Now the US and its European allies are intent to use the putsch in Ukraine to once again destabilize other former Soviet republics as well and draw them into their own sphere of influence. In so doing they risk an open armed conflict with Russia.

Under the headline “After Ukraine, the West Makes Its Move for the Russian Periphery,” the Stratfor think tank, which has close links to the US secret services, writes: “The West wants to parlay the success of supporting Ukraine’s anti-government protesters into a broader, region-wide campaign.”

“A Georgian delegation is currently visiting Washington, and the country’s prime minister, Irakli Garibashvili, is scheduled to meet with U.S. President Barack Obama, Vice President Joe Biden and Secretary of State John Kerry this week,” Stratfor reports. Moldovan Prime Minister Iurie Leanca is also scheduled to visit the White House for a meeting with US Vice President Joe Biden on March 3. “High on the agenda of both visits are the countries’ prospects for Western integration—in other words, how to bring them closer to the United States and the European Union and further from Russia.”

Lilia Shetsova from the US foundation Carnegie Endowment for International Peace (sic) in Moscow, also argues that the coup in Ukraine be extended to other countries and Russia itself. “Ukraine has become the weakest link in the post-Soviet chain,” she writes in a comment for the Süddeutsche Zeitung. “We should keep in mind that similar upheavals in other countries are possible.”

Shetsova stresses a feature of the Ukrainian revolution that she wants to retain at all costs: the mobilization of militant fascist forces. “Yanukovych’s downfall is essentially due to the ‘radical elements’ on the Maidan, including among others, the Right Sector, which have become a serious political force.” She continues: “Ukraine’s future will depend on whether the Ukrainians can maintain the Maidan.”

The “radical elements” which Shetsova wants to retain at all costs are armed fascist militias, which base themselves on the vilest traditions of Ukrainian history: the pogroms and mass murder of Jews and Communists carried out during the Second World War. The future role of these fascist militias will be to terrorize and intimidate the working class.

It took just a few hours for the reactionary social content of the upheaval in Ukraine to become clear. The “European values ” allegedly brought to the country by overthrow of the old regime consist of massive attacks on the already impoverished working class. As a condition for loans the country urgently needs to prevent impending bankruptcy, the IMF is demanding the floating of the exchange rate of the hryvna, a brutal austerity program and a six-fold increase in the price of household gas prices.

The floating of the country’s currency will lead to raging inflation, a corresponding increase in the cost of living, and the destruction of any remaining savings by ordinary Ukrainians. The austerity program will be primarily directed against pensions and social spending and the increase in gas prices will mean that many families cannot heat their homes.

Ukraine is to be reduced to a country where well-trained workers and professionals earn wages far below those currently paid in China. This is of especial interest for Germany, Ukraine’s second largest trading partner (after Russia) and, with a volume of $7.4 billion, the second largest investor in the country.

While for the United States the isolation of Russia stands in the foreground, Germany is interested in the economic benefits of Ukraine, which it has already militarily occupied twice, in 1918 and 1941. It wants to exploit the country as a cheap labor platform and use it to drive down wages in Eastern Europe and Germany even further.

According to statistics compiled by the German Economic Institute, labor costs in Ukraine are at the low end of the international scale. At €2.50 per hour worked, average labor costs (gross wages plus other costs) for workers and clerical employees are already well below those of China (€3.17), Poland (€6.46) and Spain (€21.88). In Germany, an hour of labor costs €35.66, i.e 14 times as much.

The Ukrainian Statistical Office estimates the average monthly wage at 3,073 hryvna (€220). Academics are also very poorly paid.

Former President Yanukovych himself was a representative of Ukrainian oligarchs. He only turned down the Association Agreement with the EU because he feared he would not politically survive the social consequences. Now his downfall serves as a pretext to introduce a level of poverty and exploitation totally incompatible with democratic norms and will lead to new social uprisings. It is precisely in order to suppress future social unrest that the fascist militias are to be retained.



=== 5 ===

www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 26-02-14 - n. 487

Dichiarazione congiunta dei Partiti comunisti e operai sui recenti sviluppi in Ucraina (su proposta di KKE e DKP)

Dichiarazione sugli sviluppi reazionari in Ucraina

Firmatari in calce | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

26/02/2014

I recenti e drammatici sviluppi in Ucraina non rappresentano la "vittoria della democrazia" da parte di presunti "rivoluzionari", come viene descritta dai mass media di Stati uniti ed Unione europea, ma sono uno sviluppo pericoloso, soprattutto per lo stesso popolo ucraino.

Le forze politiche reazionarie, eredi ideologiche dei nazisti, sono salite politicamente in "superficie" con l'assistenza dell'Ue e degli Usa. Queste sono le forze che oltre a distruggere le sedi dei loro avversari, hanno in programma le persecuzioni politiche e la messa al bando di partiti, soprattutto nei confronti dei comunisti, e una legislazione razzista a scapito della popolazione di lingua russa, come quella in vigore da 20 anni nei paesi del Baltico "europeo", con il palese sostegno politico dell'Ue.

I Partiti comunisti e operai firmatari di questa dichiarazione congiunta:

Esprimono la loro solidarietà e sostegno ai comunisti di Ucraina, innanzitutto a quelli che in molti casi sono andati per le strade a difendere i monumenti di Lenin e antifascisti, divenuti "bersagli" della "pulizia" ideologica della storia portata avanti dai gruppi nazionalisti-fascisti armati.

Denunciano gli Usa e l'Ue per il loro coinvolgimento palese negli affari interni dell'Ucraina, per il sostegno diretto che hanno fornito e stanno fornendo ai gruppi fascisti armati, sostenendo il revanscismo storico contro l'esito della II Guerra mondiale, convertendo l'anti-comunismo in politica ufficiale, come abbellendo i gruppi fascisti, la loro ideologia e attività criminale, promuovendo la divisione del popolo dell'Ucraina con persecuzioni pianificate nei confronti della parte russofona.

Sottolineano la pericolosità delle posizioni delle forze opportuniste, che seminano illusioni sulla possibilità che possa esistere un'altra e "migliore Ue", " un diverso e migliore accordo d'associazione dell'Ue con l'Ucraina". L'Ue, come ogni unione capitalista inter-statale, è un'alleanza predatoria dal carattere profondamente reazionario, non può diventare filo-popolare, ma essa agisce e continuerà ad agire contro i diritti dei lavoratori e dei popoli.

Notiamo che gli sviluppi in Ucraina sono connessi all'intervento dell'Ue e degli Usa, sono il risultato della forte competizione tra queste potenze e la Russia per il controllo dei mercati, delle materie prime e delle reti di trasporto del paese. Tuttavia il popolo ucraino, come tutti gli altri popoli d'Europa, non ha interessi a schierarsi con l'uno o l'altro imperialista, con l'una o l'altra alleanza predatoria.

Gli interessi della classe operaia e degli strati popolari dell'Ucraina consistono nell'impedire di essere "intrappolati" in logiche di divisione nazionalista, sulla base di particolarismi etnici, linguistici e religiosi, e nel dare la priorità ai loro comuni interessi di classe, al tracciare il loro percorso di lotta di classe, per i loro diritti e per il socialismo. Il socialismo continua ad essere più opportuno e necessario che mai. Questa è la prospettiva da cui affrontare qualunque unione capitalista inter-statale, per spianare la strada ad un'economia e una società che non operino sulla base del profitto, ma sulle necessità dei lavoratori.

Partito Comunista d'Albania 
Tribuna Democratica Progressista, Bahrain 
Partito dei Lavoratori del Bangladesh 
Partito Comunista del Canada 
Partito Comunista in Danimarca 
Partito Comunista Tedesco 
Partito Comunista Unificato di Georgia 
Partito Comunista di Grecia 
Partito Comunista Giordano 
Partito Comunista del Messico 
Partito Comunista di Norvegia 
Partito Comunista di Polonia 
Partito Comunista Portoghese 
Partito Comunista della Federazione Russa 
Partito Comunista Operaio di Russia 
Partito Comunista dell'Unione Sovietica 
Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia 
Partito Comunista di Svezia 
Partito Comunista di Turchia 
Unione dei Comunisti di Ucraina
 
Partiti non sulla lista Solidnet

Partito del Lavoro d'Austria 
Polo della Rinascita Comunista in Francia


=== 6 ===

The following is the second part of a Voice of Russia interview with former Yugoslav FM Živadin Jovanović


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