(3-4-5/5: fine) Sui compiti urgenti di un movimento antimilitarista
1) CRISI UCRAINA E RUMORI DI GUERRA:
Comunicato della redazione di Marx21.it, 3 Maggio 2014
IL CONVEGNO DEL 25 APRILE ALL’ARENA DI VERONA: TRA SILENZI ED OMISSIONI, CONTRADDIZIONI E CONFLITTI DI INTERESSE.
I risultati del convegno che si è svolto nel giorno della Liberazione all’Arena di Verona, per quanto emerge dai resoconti di “arenadipaceedisarmo.org”, sono caratterizzati, come purtroppo ampiamente previsto, da parole d’ordine ispirate ad un pacifismo generico e da una proposta concreta che entra in evidente contraddizione con la realtà dei fatti che avvengono nel mondo, che anzi vengono sempre sistematicamente ignorati.
Naturalmente è certamente condivisibile la richiesta di annullamento dell’acquisto delle costose macchine di morte chiamate F-35 e sono apprezzabili gli inviti, peraltro generici, a sostenere campagne per un disarmo generale, che pure sono stati presentati nell’ambito del convegno.
Ma perché gli organizzatori ed i partecipanti non sono scesi sul terreno dei fatti concreti che stanno avvenendo nel mondo e che dimostrano un pericoloso e tragico scivolamento verso scenari di guerra totale? Perché non denunciare il chiaro coinvolgimento dello stesso governo italiano in questi fatti?
Per ricordare solo i fatti più importanti:
Da più di 12 anni le nostre truppe sono impegnate, insieme ad altre truppe della NATO, in una sanguinosa guerra in Afghanistan che sta finendo di distruggere quel martoriato paese.
Negli anni ’90 le nostre truppe hanno partecipato, insieme ad altre truppe della NATO, alle guerre contro la Yugoslavia che hanno portato al definitivo smembramento di quel paese.
Nel 1999 il nostro governo ha aderito ad un rinnovamento dei trattati NATO che hanno trasformato l’alleanza da organizzazione difensiva in un’alleanza offensiva. In seguito l’alleanza è stata aggressivamente spostata verso l’Est Europa inglobando paesi dell’ex-Patto di Varsavia, dell’ex-Yugoslavia e dell’ex-Unione Sovietica, arrivando a schierare basi e batterie di missili quasi ai confini della Russia in Polonia, Repubblica Ceca, ecc.
Nel 2003 le basi militari italiane sono servite a lanciare un micidiale attacco distruttivo contro l’Iraq sulla base di bugie evidenti (le famose armi di distruzione di massa).
Nel 2011 l’esercito italiano ha partecipato direttamente all’attacco della NATO contro la Libia che ha ridotto quel paese, un tempo il più ricco dell’Africa, nel caos totale.
Dal 2011 ad oggi il governo italiano partecipa alle riunioni del gruppo “amici della Siria” dove vengono programmati finanziamenti ed aiuti militari alle bande di fanatici che stanno devastando e tentando di destabilizzare il paese.
Il governo italiano appoggia attualmente il tentativo degli USA e di alcuni paesi europei di estendere l’influenza della NATO anche sull’Ucraina, dove un colpo di stato di estrema destra, ispirato direttamente dagli USA, ha abbattuto il presidente Janucovitch eletto in regolari elezioni. Ricordiamo che l’azione statunitense era stata apertamente rivendicata, già prima dell’inizio dei disordini a Kiev, dalla vice-ministra degli Esteri statunitense, Sig.ra Nuland, che aveva anche indicato il nome del nuovo presidente Yaseniuch, poi effettivamente imposto dai golpisti.
Nel meeting di Verona, invece di esaminare questi concreti problemi e denunciare le eventuali responsabilità, la proposta principale è stata quella di spostare fondi nell’ambito del Ministero della Difesa italiano dalle spese militari ad un Dipartimento di Difesa Civile. Lo scopo sarebbe quello di finanziare dei Corpi Civili di Pace che dovrebbero, ad esempio, fare azioni di interposizione in caso di guerre. Ci risulta tra l’altro che già circa 9 milioni di Euro siano stati forniti dal governo italiano per attività già svolte da organizzazioni presenti al meeting.
Ma gli organizzatori del convegno non si sono resi conto dell’inestricabile groviglio di contraddizioni e conflitti di interesse che questa proposta creerebbe in assenza di un’analisi concreta della situazione esistente.
Visto che in concreto tutte le ultime guerre scatenate negli ultimi 20 anni hanno visto la partecipazione della NATO e dello stesso governo italiano, i Corpi di Pace dovrebbero essere finanziati da quello stesso governo che scatena guerre violando l’art. 11 della nostra Costituzione? Forse i membri dei Corpi di Pace dovrebbero fare azione di interposizione tra due schieramenti di cui uno è finanziato dal medesimo governo che dovrebbe finanziare i Corpi stessi?
Ci si può anche chiedere: i costosi e sofisticatissimi F-35 della Lockeed contro chi dovrebbero essere schierati? Contro i prossimi nemici della NATO come sembra debbano essere considerati Russia e Cina, potenze emergenti che fanno ombra agli USA? E se invece degli F-35 fossero schierati gli Eurofighters di fabbricazione europea, questo sarebbe più accettabile?
Si può ritenere che i silenzi e le evidenti omissioni degli organizzatori e partecipanti di Verona su ciò che sta concretamente avvenendo nel mondo di fatto servano a coprire le contraddizioni cui le loro proposte ed il loro pacifismo generico vanno inesorabilmente incontro.
Vincenzo Brandi (della Rete No War Roma)
Fermiamo l'aggressione militare e le violenze fasciste in Ucraina. Isoliamo la giunta golpista di Kiev sostenuta da USA e UE
Comunicato della redazione di Marx21.it
Apprendiamo con orrore che, nel corso dell'operazione repressiva scatenata dalla giunta golpista di Kiev contro le popolazioni del Sud-Est dell'Ucraina, colpevoli solo di rivendicare la costruzione di un assetto federale del paese, in cui siano salvaguardati i diritti delle minoranze nazionali e dei cittadini ucraini che parlano la lingua russa, gruppi nazifascisti, che coadiuvano l'esercito di Kiev, hanno appiccato il fuoco alla Casa dei Sindacati di Odessa, dove si riuniscono gli attivisti per il referendum sull'assetto federale e gli oppositori della giunta di Kiev, provocando (dopo avere bloccato tutti gli accessi all'edificio) la morte di decine di persone che stazionavano nell'edificio, in massima parte militanti del Partito Comunista di Ucraina e di altre organizzazioni di sinistra.
Un altro atto efferato che si aggiunge agli innumerevoli pogrom attuati negli ultimi mesi dai gruppi paramilitari dell'estrema destra e ai massacri perpetrati dalle truppe dell'esercito di Kiev in tutte le principali città di questa parte dell'Ucraina, in particolare a Slavjansk, assurta a simbolo della resistenza antifascista.
Gravissime sono le responsabilità degli Stati Uniti e dei governi dell'UE, compreso quello italiano, che invece di contribuire alla messa in pratica degli accordi di Ginevra stanno gettando benzina sul fuoco, appoggiando apertamente la giunta di Kiev e dislocando truppe e armamenti nei paesi dell'Europa orientale facenti parte della NATO.
In questo contesto drammatico, riteniamo in particolare esecrabile il comportamento dell'apparato mediatico nel nostro paese, che si caratterizza per l'uso sfacciato della menzogna e per l'allineamento supino alla propaganda degli aggressori.
Nel manifestare il nostro sdegno per la crudeltà con cui viene portata avanti l'operazione criminale della giunta golpista di Kiev, per il cinismo degli strumenti utilizzati e per l'uso sfacciato delle squadracce fasciste, esprimiamo la nostra piena solidarietà alle popolazioni ucraine in lotta per i loro diritti e contro il fascismo e ai nostri compagni del Partito Comunista di Ucraina, in prima fila in questa sacrosanta battaglia profondamente democratica.
Rivolgiamo un invito pressante a tutte le forze democratiche del nostro paese perché uniscano la loro voce alla nostra nella ferma denuncia dell'aggressione fascista e imperialista, sviluppando un ampio movimento di opinione in grado di ottenere dal nostro governo la piena revisione del suo attuale approccio di completa subalternità alle iniziative di guerra della giunta di Kiev, sostenute da USA, UE e NATO.
La redazione di Marx21.it
E' evidente come si tratti di uno scontro tra i due blocchi imperialisti che si vanno ricostituendo: da un lato la Russia con le sua ambizioni imperiali, dall'altro gli USA (pure in difficoltà economiche. situazione nella quale gli americani hanno sempre cercato di risolvere le cose con l'aggressività bellica) che stanno chiedendo all'Europa di tornare alla situazione pre-caduta del muro con un allineamento totale alla cosiddetta fedeltà atlantica.
Si tratta di una situazione pericolosissima che porterebbe ad uno stato di tensione pre-bellica (se non direttamente già bellica) in una delle situazione strategicamente fondamentali con il rischio, davvero, dell'esplodere di un conflitto di proporzioni gigantesche, considerato anche l'esistenza di situazioni molto delicate su altri scacchieri: dal Medio all'Estremo Oriente.
Il ruolo di pace dell'Europa è fondamentale ma non basta esprimerlo a parole: è necessaria un'azione politica che richieda la neutralità e la smilitarizzazione, sapendo che si tratta di situazioni molto complicate e di difficile approccio, anche sul piano organizzativo richiedendo infatti un afflato internazionalista e una dimensione transnazionale.
Il modello non può che essere quello dei pochi che, nel 1914, si opposero all'allineamento dei grandi partiti socialisti europei, significativamete dell'SPD alla logica delle Union Sacree e della votazione dei crediti di guerra.
E' ancora la storia del movimento operaio e dei comunisti che ci indica la strada in questo momento di fortissima difficoltà: chiedere la neutralità dell'Europa, fare della pace un obiettivo strategico, connettere tutti i soggetti antagonisti attorno a questo obiettivo può fornire davvero un senso profondo all'idea del controsemestre europeo.
Non basta però rifletterci, è necessario agire.
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E' stata una notte di scontri nell'Ucraina orientale. Dopo che venerdì la guerra era scoppiata in tutta la sua violenza. Ma arriva anche una buona notizia: gli osservatori militari dell'Osce in ostaggio a Sloviansk sono stati liberati. Lo ha reso noto Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today.
I morti
Strage a Odessa
Il ministro ucraino
La dinamica della strage
Scontri tra polizia anti-sommossa e tatari (minoranza etnica musulmana) sono scoppiati oggi in Crimea, vicino al confine dell'Ucraina, quando il leader storico tataro, Moustafa Djemilev, ha tentato di rientrare nella penisola riannessa alla Russia, dopo esserne stato espulso qualche settimana fa. Djeminev, che ha denunciato a più riprese l'annessione della Crimea alla Russia, aveva già cercato di tornare tra la sua gente prendendo un aereo, ma a Mosca era stato respinto e costretto a rientrare a Kiev. La Medjlis, assemblea dei Tatari di Crimea, ha deciso allora di attendere il proprio capo al posto di frontiera di Armiansk. Circa 2 mila tatari si sono scontrati con la polizia locale, senza però riuscire a far rientrare il loro leader. Il governatore ad interim della Crimea, Serghei Axionov ha denunciato la provocazione, accusando Djemilev di «voler seminare il caos». I tatari della Crimea rappresentano il 12% della popolazione della penisola riannessa unilateralmente alla Russia.
=== Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - ONLUS https://www.cnj.it/ http://www.facebook.com/cnj.onlus/ === * ===
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