(srpskohrvatski / italiano)

Riabilitato il leader dei cetnici in Serbia

0) LINKS
1) Uno solo è stato il movimento antifascista. Lettera di un veterano
2) Riabilitato Draza Mihailovic (Tanjug)
3) Cetnici e partigiani, Belgrado non vede più le differenze (C. Perigli)
4) SUBNOR: ПРСТ У ОКО И СЕМЕ РАЗДОРА / UN VERDETTO VERGOGNOSO


=== 0: LINKS ===

IZDAJNIK I RATNI ZLOČINAC DRAŽA MIHAILOVIĆ PRED SUDOM
Stenografske beleške i dokumenta sa suđenja Dragoljubu-Draži Mihailoviću

original na čirilici: Beograd, Savez Udruzenja Novinara FNRJ-e 1946

prijepis originala na latinski: Zagreb, Zaklada "August Cesarec" 2011
ISBN 978-953-95475-3-8

na raspolaganju kod CNJ-onlus / copie disponibili presso CNJ-onlus
// Il traditore e criminale di guerra Draza Mihajlovic dinanzi alla Corte.
Trascrizioni stenografiche e documenti del processo a Dragoljub-Draža Mihailović //
15 euro + spese di spedizione. Per ordini: jugocoord @ tiscali.it


prevod na engleski:

THE TRIAL OF DRAGOLJUB-DRAŽA MIHAJLOVIĆA 

Stenographic records

Belgrade: Union of the journalists' associations of the Federative People's Republic of Yugoslavia,  1946
(download: https://www.cnj.it/documentazione/varie_storia/Trial-indictment.pdf PDF, 9MB)

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Dr Branko Latas: DOKUMENTI O SARADNJI ČETNIKA SA OSOVINOM 
http://www.znaci.net/00001/114.htm

VIDEO: Izdajnici i ratni zlocinci (6/8)
http://www.youtube.com/watch?v=RfHEpIAwCDE

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PROTIV REHABILITACIJE RATNOG ZLOČINCA DRAŽE MIHAILOVIĆA 

SFR Jugoslavija - SFR Yugoslavia, 27 mar 2012

ISTORIJU NE PIŠU POBEDNICI NITI KOMUNISTI VEĆ SAMI UČESNICI I NJIHOVI DOKUMENTI

ČETNIČKI DOKUMENTI O SARADNJI SA SILOM OSOVINE 
http://www.znaci.net/00001/114_1.pdf
DOKUMENTI JUGOSLOVENSKE IZBEGLIČKE VLADE 
http://www.znaci.net/00001/114_2.pdf
DOKUMENTI VELIKE BRITANIJE 
http://www.znaci.net/00001/114_3.pdf
AMERIČKI DOKUMENTI 
http://www.znaci.net/00001/114_4.pdf
DOKUMENTI NEMAČKOG RAJHA 
http://www.znaci.net/00001/114_5.pdf 
DOKUMENTI NDH O SARADNJI ČETNIKA I USTAŠA 
http://www.znaci.net/00001/114_7.pdf
Dokumenti Kraljevine Italije
http://www.znaci.net/00001/114_6.pdf

Nacionalista ne samo da ne osudjuje zlocine koje je pocinila njegova strana, nego ima izvanrednu sposobnost da za njih cak ni ne cuje............
Svakog nacionalistu proganja ubedjenje da se proslost moze izmeniti. On provodi deo svog vremena u svetu maste gde se stvari desavaju onako kako je trebalo da se dese -- u kojoj je, na primer, spanska armada bila uspesna a ruska revolucija ugusena 1918. -- i prenece delice ovog sveta u istorijske udzbenike kad god je to moguce. Veliki deo propagandistickog pisanja u nase vreme svodi se na ciste izmisljotine. Materijalne cinjenice se zataskavaju, datumi menjaju, citati izvlace iz konteksta i krivotvore tako da im se menja znacenje. Izostavljaju se primeri koji, kako se smatra, nisu smeli da se dogode i na kraju se negiraju.

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Revisionismo di Stato in Serbia (JUGOINFO Nov 2012.)

Protiv rehabilitacije četnika i ustaša (JUGOINFO Feb 2013.)

Falsifikovanje istorije na RTS (JUGOINFO Nov 2013.)

Najzad prekinuto snimanje serije "Ravna gora" (JUGOINFO Jan 2014.)

ОТВОРЕНО ПИСМО СУБНОР СРБИЈЕ ДОМАЋОЈ И СВЕТСКОЈ ЈАВНОСТИ
(Рехабилитација Драже Михаиловића – SUBNOR, 19. март 2012.)

КОМЕ  ТРЕБА ТАЈ ЗЛИ  ПОКУШАЈ (Шумадија, Поморавље, 7. март 2015.)

ОРКЕСТРИРАНИ  НАПАД  НА  ИСТИНУ (Нови стари фалсификати, 12. март 2015.)

ЗЛИ ДУСИ  НА СРПСКОМ НЕБУ (Јавни протест, 6. април 2015.)

СВИ ЗАЈЕДНО ПРОТИВ ПОВАМПИРЕЊА ФАШИЗМА (Апел слободара, 8. април 2015.)

САМО  СУ  ПАРТИЗАНИ  ПОБЕДНИЦИ (Реаговање, 9. април 2015.)

ФАЛСИФИКАТОРИМА СЕ ПРИКЉУЧИО РТС (Срамота над срамотама, 29. април 2015.)

СВАКА РЕЧ ЈЕ ЛАЖ (Alla RTS, ogni parola è una bugia / Протест Војводине, 30. април 2015.)

Протест Барајева: http://www.subnor.org.rs/protest-barajeva
Протест Београд: http://www.subnor.org.rs/protest-beograd
(Proteste a Barajevo e Belgrado contro la riabilitazione di Draza)

ДОКЛЕ ТАЈ ОТРОВНИ ЈЕЗИК (Војводина, 12. мај 2015.)

КО КОМЕ ТРЕБА ДА ЗВИЖДИ (СУБНОР Србије одговара саветнику Антићу, 12. мај 2015.)

ПАРТИЗАН САМ, ТИМ СЕ ДИЧИМ (Београд, 13. мај 2015.)

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Altri link su RIABILITAZIONE DEI CETNIZI E RESTAURAZIONE DELL'ANCIEN REGIME


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ORIG.: САМО ЈЕДАН АНТИФАШИСТИЧКИ ПОКРЕТ (Писмо ветерана, 12. мај 2015.)

Lettera di un veterano

12 maggio 2015

UNO SOLO E’ STATO IL MOVIMENTO ANTIFASCISTA 

Nella rassegna stampa mattutina nel giorno della Vittoria, alla TV  Pink,  il Sig. Andjelković, tra l’ altro, ha detto: “possiamo essere fieri perchè la Serbia ha avuto due movimenti antifascisti”. Non citando nessun fatto storico a proposito. Ecco un altro tentativo di revisione della II Guerra Mondiale come ultimamente è sempre più frequente nell’ avvicinarsi della decisione sulla riabilitazione di Draža (Mihajlović).

Il succitato “analista politico” è completamente incompetente nel giudizio perchè non tiene conto dei fatti storici che sono stati definitivamente stabiliti 70 anni fa dai principali statisti e capi della coalizione antifascista, su chi è stato antifascista nel nostro paese e chi no. Draža non viene citato come antifascista nemmeno con una parola ed in nessuna enciclopedia nelle loro valutazioni su chi lo fosse e chi non lo fosse, nella II Guerra Mondiale. Le loro citazioni non possono essere accusate di essere di parte, di avere pregiudizi.

Voglio citare soltanto alcuni dei grandi (statisti e generali) che hanno formato la coalizione antifascista e che hanno potuto valutare meglio il contributo di Tito e del suo esercito alla vittoria sul mostro di  Hitler:

Winston Churchill nell’ agosto del 1944 ha detto: “La ragione per cui abbiamo smesso di aiutare Mihajlović e i suoi cetnizi è semplice. Lui non lottava contro Hitler. Ci siamo schierati decisamente dalla parte di Tito, per la sua grande forza e coraggio contro l’ esercito tedesco... I partigiani sono ora i padroni della situazione e rappresentano il pericolo mortale per i tedeschi...”.

Rooswelt, presidente degli USA: “La deliberazione di Tito di lottare contro il nazismo è il punto di svolta nella storia della II G.M.”.

Stalin scrive: “La eroica lotta del fraterno popolo jugoslavo e del suo glorioso EPL contro l’ occupatore tedesco induce la profonda simpatia dell’ Unione Sovietica e serve come esempio che ispira tutti i popoli schiavizzati d’ Europa” (Mosca, 7 marzo 1944, riportato su “Nova Jugoslavija” il 15 marzo dello stesso anno).

De Gaulle scrive: “Tito è stato un combattente vittorioso, malgrado circostanze tra le più difficili. Tito è un eroe leggendario”.

George Patton, generale americano: “Il maresciallo Tito e i suoi partigiani hanno avuto il coraggio politico e militare di prendere le armi nel mezzo dell’ Europa occupata e quando le cose non andavano bene, per infliggere un inaspettato duro colpo morale a Hitler. E non soltanto morale ma anche un serio colpo militare, il che ha comportato l’ impiego di un gran numero di divisioni tedesche per il fronte jugoslavo che sono state così sottratte al fronte europeo sia orientale che occidentale...”.

Adolf Hitler nella lettera a Mussolini scrive: “Anche se siamo riusciti a sbaragliare una parte delle organizzazioni di Tito e ad infliggere grosse perdite umane e materiali, ci sorprende e  preoccupa la misura in cui è avanzata l’ organizzazione dei ribelli. E’ il momento decisivo di sedare la rivolta, se non vogliamo esporci al rischio che al momento dello sbarco anglosassone nei Balcani prendiamo la coltellata alle spalle...”.

Putin, presidente della Federazione di Russia, il 16 ottobre 2014 disse: “L’ Unione Sovietica e la Jugoslavia insieme hanno condotto la lotta implacabile contro il nazismo... I partigiani tenevano impegnate 10 divisioni di Hitler. Essi non hanno concesso a queste divisioni di essere impiegate contro l’ Unione Sovietica e le sue città di Stalingrado e Kursk...” (su “Vojni veteran”, ottobre 2014)

Il premier serbo Vučić ha detto: “Siamo orgogliosi della lotta contro il fascismo e non nasconderemo né ci vergogneremo di fronte a nessuno per la vittoria riportata sul fascismo in Serbia. Di questo siamo stati sempre orgogliosi e sempre lo saremo”. Vučić anche quest’ anno, durante la celebrazione della Giornata della Vittoria a Belgrado, ha sottolineato che nella II Guerra Mondiale "il nostro paese ha sacrificato se stesso per una grande idea, l’ idea alla base dell’ Europa… Abbiamo dimostrato che abbiamo saputo scegliere sempre tra il bene e il male. I serbi sono antifascisti. Hanno lottato e lotteranno sempre contro il fascismo”. (“Politika”, 10 maggio 2015).

Per quanto riguarda la rivendicazione del succitato analista politico, che in Serbia sarebbero esistiti due movimenti antifascisti che hanno facilitato la nostra strada verso l’ Europa pur estendendo le vecchie divisioni nella nostra società, lascio ai lettori di valutare loro stessi.

 

Branko Gulan

pilota, capitano d’ aviazione, veterano della Guerra di Liberazione Popolare

[trad.: IP]


=== 2 ===

Rehabilitovan Draža Mihailović (Tanjug, 14 Maj 2015)
Viši sud u Beogradu rehabilitovao je komandanta Kraljevske vojske u otadžbini generala Dragoljuba Dražu Mihailovića i vratio mu građanska prava koja su mu bila oduzeta u političko-ideološkom procesu komunističkog režima 1946. godine... 


[segue la traduzione della notizia]:

Riabilitato Draza Mihailovic 

La Corte Superiore di Belgrado ha riabilitato il comandante del Regio Esercito in Patria, generale Dragoljub Draza Mihailovic, e gli ha restituito i suoi diritti civili di cui era stato privato nel processo politico-ideologico del regime comunista nel 1946.

Il Giudice Aleksandar Trešnjev ha dichiarato che il tribunale ha accettato l’esposizione per la riabilitazione ed ha cancellato la condanna con cui Mihajlovic fu sentenziato a condanna di morte il 15 luglio 1946 e fucilato due giorni dopo.

  Ai sensi della Legge sulle riabilitazioni, non è possibile presentare ricorso, vale a dire che questo verdetto è definitivo.

Il Giudice Trešnjev ha detto che la sentenza del Tribunale Supremo della FNRJ nella sua parte in cui si riferiva a Mihajlovic, ora si considera nulla e nulle sono le sue conseguenze giuridiche, così come quelle relative ai beni personali.

"Dragoljub Mihailović ora si considera una persona priva di condanne ", ha detto il Giudice Trešnjev, ricevendo in seguito il forte applauso e saluti dal pubblico in aula.

L’emanazione del verdetto è stata seguita da tanti media e del pubblico, per questo motivo la Sala grande del Palazzo della Giustizia era strapiena.

Diritti di esclusiva per filmare la dichiarazione del proscioglimento sono stati assegnati all’agenzia informativa Tanjug e alla Radio-televisione della Serbia.

Tra i presenti, tra gli altri, erano anche il Principe Aleksandar Karađorđević, il Presidente della Srpska radikalna stranka Vojislav Šešelj, appartenenti del Ravnogorski pokret, dell’Obraz, delle Žene u crnom ed altri interessati, tra cui anche le persone nei costumi etnici e quelli con insegne dei chetnitzi.

Il Tribunale ha stabilito che la sentenza in oggetto, fu emanata dopo un processo illecito, per motivi politici e ideologici.

La prima domanda per la riabilitazione era presentata da nipote di Mihailović, ovvero da Vojislav Mihailović nel 2006, a cui in seguito si sono riunite alcune associazione e partiti politici.

Nel 2006, alla proposta per la riabilitazione, ha aderito il partito di Srpska liberalna stranka di Kosta Čavoški, l’associazione Udruženje pripadnika Jugoslovenske vojske u otadžbini, l’associazione Udruženje političkih zatvorenika i žrtava komunističkog režima, la professoressa del diritto internazionale Smilja Avramov e altri.

Con questo verdetto del Tribunale, si confermano le affermazioni degli esponenti – proponenti della riabilitazione, che Mihailović non ebbe i diritti di difesa durante il processo, che non s’incontrò mai con suo avvocato prima dell’inizio del processo, che non ebbe diritto al processo imparziale, mentre l’imputazione gli fu notificata soltanto sette giorni prima del processo. 

Egli non ebbe diritto di ricorso a quella condanna, e fu fucilato di nascosto, due giorni dopo.

Uno speciale Comitato sta stabilendo il posto esatto del luogo di fucilazione, poiché si presume che sue salme furono trasferite a un posto diverso.

Di Mihailović non esiste la tomba.

In mancanza di altre prove riguardo morte di Mihailović, in base alla Decisione del Primo tribunale ordinario di Belgrado del 2013, come data della morte è stato stabilito il 17 luglio 1946, poiché il tribunale ha stabilito che egli fu fucilato in quel giorno.

[trad.: DK]


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Cetnici e partigiani, Belgrado non vede più le differenze

L’Alta Corte di Belgrado ha accettato la richiesta di riabilitazione di Dragoljub Mihailovic, comandante dei cetnici durante la seconda guerra mondiale

Di Carlo Perigli

14 maggio 2015

Cetnici e partigiani in Serbia sono uguali, ora più che mai. Questa, in estrema sintesi, la conclusione che si può trarre dal percorso iniziato dai primi anni del 2000, e che ha trovato un ulteriore tassello nella sentenza resa oggi dall’Alta Corte di Belgrado, che ha fondamentalmente riabilitato Dragoljub ‘Draza’ Mihailovic, comandante dell’esercito jugoslavo in patria durante la seconda guerra mondiale. Il tribunale ha difatti annullato la sentenza di condanna resa nei confronti del leader dei cetnici il 15 luglio 1945, con la quale Mihailovic veniva condannato a morte per i numerosi crimini di guerra commessi, adducendo come motivazione le interferenze politiche ed ideologiche rese all’epoca dal regime comunista.

Una sentenza che sembra inserirsi alla perfezione in un un percorso più ampio, volto all’equiparazione di cetnici e partigiani, entrambi inquadrati nella comune lotta al nazifascismo. Un periodo di revisionismo iniziato dopo il “colpo di Stato dal volto democratico” del 5 ottobre 2000, che aveva sancito la fine del governo Milosevic e l’insediamento della nuova classe politica, decisamente più vicina ai nazionalisti monarchici e meno invisa agli occhi di Washington. Così, nel 2004 il Parlamento di Belgrado approvò una legge che equipara i diritti dei cetnici a quelli dei partigiani, assegnando anche i primi alcune garanzie previdenziali oltre al certificato di ex combattenti. L’anno successivo l’incontro del movimento cetnico a Ravna Gora per la prima volta veniva finanziata attingendo al budget statale, attraverso una decisione dell’allora governo serbo, il cui ministro degli esteri era Vuk Draskovic, fondatore del Movimento del Rinnovamento Serbo e promotore della sopracitata legge. Un filone a cui hanno partecipato anche gli Stati Uniti, che il 9 maggio del 2005, proprio nella giornata mondiale della celebrazione per la vittoria sulle forze nazifasciste, consegnavano, nei locali dell’ambasciata di Belgrado, la medaglia al merito e la Legion of Merit – la più alta onorificenza prevista da Washinton –  a Gordana Mhailovic, nipote di Dragoljub. 

Soddisfazione è stata espressa da Oliver Antic, consigliere del Presidente della Repubblica Tomislav Nikolic, mentre Aleksandar Karadjordjevic, erede della stirpe che governò in Serbia, ha parlato di una sentenza che sana “un’ingiustizia non solo contro un patriota, ma contro il nostro Paese e la nostra gente”.

Una vulgata che contrasta nettamente con le ricostruzioni avanzate dagli storici nel corso degli anni, nelle quali i cetnici, dopo un primo periodo di avvicinamento alle forze anglo-americane, collaborarono strettamente con gli occupanti nazi-fascisti, in quella che da più parti è stata definita una “lotta senza quartiere” contro il movimento partigiano guidato da Tito. Nessuna lotta anti-fascista, nè tantomeno di liberazione nazionale, le posizioni dei cetnici sono sempre rimaste sulla linea del collaborazionismo con le forze occupanti.

“Con un tratto di penna del giudice – ha dichiarato la Federazione delle Associazioni dei Veterani della Guerra di Liberazione Popolare (Subnor)– la verità è stata drasticamente svenduta e, al tempo stesso, sono stati cancellati il contributo storico innegabile fornito dalla Serbia nella disfatta del fascismo e nell’insuperabile vittoria della coalizione anti-hitleriana di cui sono state degne partecipi le unità dell’esercito popolare partigiano. […] La riabilitazione equivale a spargere il sale su una ferita ancora fresca: essa è un dito infilato nell’occhio degli attuali vicini ma anche dell’intero mondo antifascista che guarda con rispetto al nostro popolo e alla terra innegabilmente gloriosa di combattenti esclusivamente partigiani nella storia del genere umano. Forse che adesso, dopo settanta anni, può un qualche pezzo di carta, alla ricerca di una verità già provata, giustificare chi ha mendicato sotto bandiera straniera, al termine di una guerra di quattro anni, avendo di fronte l’Armata Rossa e l’Esercito popolare di liberazione? Dov’era questo Draza con la sua camarilla al termine del percorso della Liberazione? Perché ha declinato pubblicamente, sia di fronte al governo in esilio che a Pietro II a Londra, all’ordine di unirsi ai partigiani, su cui concordavano ferventemente gli inglesi, gli americani, i francesi e i russi? [..] Sarà con questa triste deriva serba di dolore e incomprensibile indulgenza che si otterrà l’adesione all’Unione Europea, verso cui tendiamo e sappiamo che nella Seconda guerra mondiale ha avuto schiere di collaborazionisti? [...] Senza motivo o necessità si gettano semi di discordia e si indica alla comunità internazionale progressista che l’area dei Balcani è terreno in cui, secondo la propria volontà e arbitrio, senza elementi, si possono tagliare fuori la storia e la verità. E le conseguenze sono incalcolabili. Il SUBNOR di Serbia, con oltre 100.000 soci e una partecipazione attiva nelle organizzazioni internazionali, è molto preoccupato per la situazione. Ma è fermamente convinto che la riabilitazione è immotivata, legalmente infondata e scorretta (come, per esempio, che il condannato non abbia avuto alcun diritto di ricorso), e quindi insostenibile. Nell’interesse del popolo della Serbia e per la reputazione acquisita nella eliminazione del fascismo in Europa, soprattutto in occasione del 70° anniversario della Vittoria”.



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Срамна пресуда
Објављено под Актуелно |  14. мај 2015.

ПРСТ У ОКО И СЕМЕ РАЗДОРА

Савез удружења бораца народноослободилачког рата 1941-1945. и 1999.године, СУБНОР Србије, са запрепашћењем је примио изрицање пресуде по којој је Виши суд у Београду ослободио кривице и рехабилитовао без призива Дражу Михаиловића, команданта четника током Другог светског рата.

Потезом судског пера драстично је прекројена истина и, у исто време, избрисани историјски непорецив допринос Србије у сламању фашизма и ненадмашна победа антихитлеровске коалиције чији су достојан саборац биле јединице народне партизанске војске.

Рехабилитација челника групације која је од 1941. године, избегавајући и, по правилу, сарађујући са окупаторском солдатеском, палила читава села, силовала, пљачкала, камом убијала чак и дечицу у колевци, као казнена експедиција прокрстарила у мучком походу многе крајеве негдашње заједничке државе, представља и нову одмазду над стотинама хиљада жртава и њихових потомака.

Рехабилитација је посипање соли на увек свежу рану, прст у око садашњим суседима, али и читавом антифашистичком свету који са поштовањем гледа на наш народ и непорециво славно место искључиво партизанских бораца у историји човечанства.

Зар сада, после седам деценија, може некакав папир да потре доказану истину, оправда бег под туђим заставама, пред Црвеном армијом и Народноослободилачком војском, на крају четворогодишњег рата?

Где је тај Дража са својом камарилом био на крају победоносног пута ослободилаца, зашто га се одрекла јавно и избегличка влада и Петар II из Лондона и наредио да се прикључи партизанима, због чега су се и Енглези, Американци и Французи и Руси са тим здушно сагласили?

Пада ли некоме у свету и помисао да рехабилитује колаборанте, да ли то чине Французи са маршалом Петеном, Норвежани са премијером Квислингом и многи други?

Хоће ли овим отужним српским путем туге и несхватљивог опроста кренути чланство Европске уније, чијим редовима стремимо и знамо да је у Другом светском рату имало издашних колабораната? Чак и тамо где, баш у ово садашње време, ничу нови следбеници нацистичких фирера.

Опасан, несхватљив преседан прави се у овој нама јединој отаџбини.

Сеје се без разлога и потребе семе раздора и указује слободарској међународној заједници да је Балкан подручје у којем се, по нечијој вољи и налогу, без доказа, могу прекрајати историја и истина. А последице су несагледиве.

СУБНОР Србије, са преко 100.000 агилних чланова и угледним учешћем у међународним ветеранским организацијама, веома је забринут због настале ситуације. Али и чврсто верује, да је рехабилитација без основа, правно неутемељена, чак и нетачна (као, на пример, да осуђени није имао право на жалбу) и због тога неодржива. У интересу народа Србије и стеченог угледа у сламању фашизма у Европи, посебно у години седме деценије победе.

       РЕПУБЛИЧКИ ОДБОР СУБНОР-а СРБИЈЕ

[SLIKE: Молба Драже Михаиловића за помиловање упућена 15. јула 1946.]


--- TRAD.:

Un verdetto vergognoso

14 maggio 2015.

Dito nell'occhio e seme di discordia

La Federazione delle Associazioni dei veterani della Guerra di Liberazione Nazionale del 1941-1945 e del 1999, SUBNOR di Serbia, con stupore ha saputo del verdetto con cui l'Alta Corte di Belgrado ha assolto e riabilitato senza appello Draza Mihailovic, comandante dei cetnici durante la Seconda Guerra Mondiale.

Con un tratto di penna del giudice, la verità è stata drasticamente svenduta e, al tempo stesso, sono stati cancellati il contributo storico innegabile fornito dalla Serbia nella disfatta del fascismo e nella insuperabile vittoria della coalizione anti-hitleriana, di cui sono state degne partecipanti le unità dell'esercito popolare partigiano.

La riabilitazione del leader del gruppo che, dal 1941, mentre eludeva e di norma cooperava con le forze di occupazione, andava bruciando interi villaggi, violentando, saccheggiando, uccidendo a coltellate anche piccoli bambini nella culla, nel corso di spedizioni punitive durante la dura campagna in corso in molte parti dell'ex Stato comune, rappresenta una rivincita su centinaia di migliaia di vittime e sui loro discendenti.

La riabilitazione equivale a spargere il sale su una ferita ancora fresca; essa è un dito infilato nell'occhio degli attuali vicini ma anche dell'intero mondo antifascista che guarda con rispetto al nostro popolo e alla terra innegabilmente gloriosa di combattenti esclusivamente partigiani nella storia del genere umano.

Forse che adesso, dopo settanta anni, può un qualche pezzo di carta, alla ricerca di una verità già provata, giustificare chi ha mendicato sotto bandiera straniera, al termine di una guerra di quattro anni, avendo di fronte l'Armata Rossa e l'Esercito popolare di liberazione?

Dov'era questo Draza con la sua camarilla al termine del percorso della Liberazione? Perché ha declinato pubblicamente, sia di fronte al governo in esilio che a Pietro II a Londra, all'ordine di unirsi ai partigiani, su cui concordavano ferventemente gli inglesi, gli americani, i francesi e i russi?

Ritiene qualcuno al mondo o ha pensato di riabilitare i collaborazionisti? Forse lo fanno i francesi con il maresciallo Pétain, i norvegesi con il primo ministro Quisling, o tanti altri?

Sarà con questa triste deriva serba di dolore e incomprensibile indulgenza che si otterrà l'adesione all'Unione Europea, verso cui tendiamo e sappiamo che nella Seconda guerra mondiale ha avuto schiere di collaborazionisti? Addirittura, proprio in questo momento, con l'apertura a nuovi seguaci del Führer nazista.

Un pericoloso, incomprensibile precedente si verifica in questa che è per noi l'unica patria.

Senza motivo o necessità si gettano semi di discordia e si indica alla comunità internazionale progressista che l'area dei Balcani è terreno in cui, secondo la propria volontà e arbitrio, senza elementi, si possono tagliare fuori la storia e la verità. E le conseguenze sono incalcolabili.

Il SUBNOR di Serbia, con oltre 100.000 soci e una partecipazione attiva nelle organizzazioni internazionali, è molto preoccupato per la situazione. Ma è fermamente convinto che la riabilitazione è immotivata, legalmente infondata e scorretta (come, per esempio, che il condannato non abbia avuto alcun diritto di ricorso), e quindi insostenibile. Nell'interesse del popolo della Serbia e per la reputazione acquisita nella eliminazione del fascismo in Europa, soprattutto in occasione del 70.mo della Vittoria.

COMITATO REPUBBLICANO DEL SUBNOR DI SERBIA

IMMAGINI: La richiesta di perdono di Draza Mihailovic del 15 luglio 1946.