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Altre note sull'Anniversario dei bombardamenti NATO

1) Bombardamenti N.A.T.O. sulla Jugoslavia: alcune note bibliografiche (Andrea Martocchia)
2) Red de Intelectuales, Artistas y Movimientos Sociales en Defensa de la Humanidad – capítulo Serbia
DECLARACIÓN SOBRE EL INTERVENCIONISMO GLOBAL Y LA AGRESIÓN DE LA OTAN SOBRE YUGOSLAVIA /
ДЕКЛАРАЦИЈA О ГЛОБАЛИСТИЧКОМ ИНТЕРВЕНЦИОНИЗМУ И НАТО АГРЕСИЈИ НА СР ЈУГОСЛАВИЈУ


Si vedano anche:

24 Marzo 1999 - Marzo 2017 : NOI NON DIMENTICHIAMO (di Enrico Vigna e Forum Belgrado Italia, 24 marzo 2017)

Un 24 Marzo, diciotto anni fa (di Gianmarco Pisa, 24 mar 2017)
Ebbero inizio proprio il 24 Marzo, nel 1999, diciotto anni fa, i bombardamenti su Belgrado e sulla Jugoslavia dell’epoca, da parte degli Stati Uniti e della Alleanza Atlantica, la NATO. Fu il primo di 78 giorni di guerra, una guerra che ha rappresentato un vero e proprio “paradigma”...


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BOMBARDAMENTI N.A.T.O. SULLA JUGOSLAVIA: ALCUNE NOTE BIBLIOGRAFICHE

Il 24 marzo di quest'anno è caduto il 18.mo anniversario dall'inizio dell'attacco della N.A.T.O. contro la Repubblica Federale di Jugoslavia (1999). La ricorrenza continua ad essere celebrata e commentata in Serbia: si svolgono infatti ogni anno cerimonie – soprattutto deposizioni di fiori ai monumenti eretti alle vittime, civili e militari, nelle tante località colpite – e si organizzano conferenze di tema geopolitico e di analisi militare. 

Particolarmente attivo su quest'ultimo fronte è stato in tutti questi anni e continua ad essere il "Forum di Belgrado per un mondo di eguali" (1), organizzazione non governativa presieduta dall'ex Ministro degli Esteri jugoslavo Zivadin Jovanović. Il Forum, nato durante l'ultima presidenza di Milošević per promuovere una rete di collegamenti e solidarietà internazionale attorno al paese subito dopo i bombardamenti, ha prodotto una significativa mole di Atti di tali conferenze ed ha promosso la pubblicazione di alcuni studi e saggi tematici, che dalla fattispecie della aggressione della N.A.T.O., delle sue cause e delle sue conseguenze, estendono la ricerca in altre direzioni contigue: il problema politico-strategico del Kosovo, l'"impazzimento" della politica occidentale e la crisi di identità delle sinistre, la storia militare della Serbia (spec. con riferimento alla I Guerra Mondiale), i rapporti con la N.A.T.O. e la "nuova guerra fredda", la genesi della crisi jugoslava in generale. Su quest'ultimo tema merita di essere segnalato ad esempio il volume del 2016 "Sul carattere delle guerre per la distruzione della Jugoslavia" del prof. Radovan Radinović, generale dell'esercito in pensione (2).
Il Forum di Belgrado si è soprattutto cimentato nella collaborazione a livello internazionale. Il suo presidente Jovanović è diventato un assiduo frequentatore della Cina, dove partecipa a conferenze di geopolitica e macroeconomia e dove rilascia interviste agli organi di stampa principali opportunamente analizzando le trasformazioni in atto verso un mondo multipolare. Da qualche anno, inoltre, il Forum registra l'interessamento e coinvolgimento crescente del mondo russo, segno della nuova fase sotto la presidenza di Putin. È stato costituito a Mosca un "Centro per lo studio della crisi balcanica contemporanea" all'interno dell'Istituto di Studi Slavi della Accademia Russa delle Scienze, animato dalla professoressa Elena Guskova, che con il suo fluente serbocroato assiduamente interviene alle conferenze organizzate dal Forum. Mentre a Belgrado gli interventi della professoressa sono fortemente apprezzati e applauditi dall'uditorio, a Mosca si infittiscono le iniziative editoriali e giornalistiche su questi temi. È di pochi mesi fa, ad esempio, l'uscita di un volume di più autori – "La crisi balcanica" – curato dalla stessa Guskova, contenente contributi di autori serbi e russi (3). 

Quello che però viene lamentato anche in Serbia è la difficoltà a produrre studi specifici sulle conseguenze materiali dei bombardamenti. Dopo le sintesi pubblicate in medias res (cioè già durante quella funesta primavera 1999) o subito dopo (4), non è stato dato seguito con opere di saggistica che potessero fornire un bilancio onnicomprensivo, soprattutto relativamente ai numeri delle vittime sul medio e lungo termine, dovute alle ferite e alle malattie spec. oncologiche. Con il colpo di Stato dell'ottobre 2000, che usufruendo della "manovalanza" di Otpor e affini ha cercato di imporre, con relativo successo, un nuovo corso liberista ed euro-atlantico al paese, è mancata la volontà politica di organizzare i necessari studi epidemiologici, che evidenziassero gli aumenti dei decessi per malattie da stress post-traumatico, spec. cardiovascolari, ma soprattutto per cancro. Ricordiamo che la N.A.T.O. nel '99 ha intenzionalmente colpito depositi di materiali chimici venefici, come il cloruro di vinile monomero delle raffinerie di Pančevo, ed ha cosparso Kosovo, Serbia e Montenegro di uranio depleto, usato per rendere più perforanti i proiettili, con sicuro grave effetto cancerogeno. Sugli aumenti dei decessi esistono pochi articoli sparsi e provvisori, soprattutto in lingua inglese, insufficienti a rendere il quadro definitivo.

In Italia l'interesse per questi argomenti è costantemente e fortemente scemato negli anni, parallelamente al moltiplicarsi delle aggressioni della N.A.T.O. contro i paesi e i popoli "canaglia", che hanno costretto i militanti anti-guerra a disperdere l'attenzione e le informazioni tra troppi scenari diversi; d'altronde, ha pesato e pesa drammaticamente la stessa crisi del movimento contro la guerra, che ha accompagnato la crisi delle sinistre e della politica più in generale. In ambito accademico – contesto che è di per sé in grave crisi per ragioni che esulano dalle tematiche che stiamo affrontando, e su cui non ci soffermiamo – in tutti questi anni sono state prodotte poche tesi e non è stata promossa alcuna attività pubblica a livello istituzionale; a testimonianza di un momento felice dell'impegno e del cimento scientifico che fu, restano i volumi e le iniziative del Comitato Scienziate/i contro la guerra, che però interruppe le attività, per divergenze interne, appena dopo la aggressione all'Iraq (5).

A parte il lavoro scientifico e di saggistica, sui bombardamenti della N.A.T.O. esiste una produzione, meno rilevante, di carattere memorialistico e letterario, prevalentemente segnata dalle prospettive individuali-personali e da una scarsa qualità di scrittura. In lingua italiana sotto questo profilo sono state pubblicate alcune cose interessanti spec. dalle edizioni La Città del Sole di Napoli (6), che comunque non sono focalizzate solamente su quella drammatica primavera, bensì di solito spaziano su archi temporali ben più ampi: si tratta in ogni caso di testimonianze dirette. 
Recentemente siamo venuti a conoscenza della pubblicazione di un romanzo di uno scrittore serbo, tale Saša Stojanović (7), che non abbiamo potuto leggere ma che viene presentato sui siti mainstream di informazione sulla situazione nel sud-est europeo, come Osservatorio Balcani Caucaso, in maniera da rendercelo subito indigesto e sgradito: la difesa dalla aggressione della N.A.T.O. del 1999 è liquidata come una ingiustificata avventura voluta da un "governo che li aveva mandati a uccidere ed essere uccisi" e che "non si prende briga dei suoi uomini". Non è tentata alcuna spiegazione o analisi degli eventi se non "la totale mancanza di senso in quello che accade"... Complimenti! Un simile qualunquismo è un pessimo servizio reso alle vittime: se il romanzo davvero contiene questo, non possiamo che sconsigliarne fortemente l'acquisto.

Andrea Martocchia


(2) Radovan Radinović: "Karakter ratova za razbijanje Jugoslavije". Beograd: Beogradski Forum za svet ravnopravih, 2016 (in cirillico).
(3) Elena Guskova (a cura di): "Balkanska kriza". Moskva: Slovenski institut Ruske akademije nauka (RAN), Centar za izućavanje cabremene balkanske krize, 2016 (ref. in serbocroato ma il libro è in russo).
(4) Ci riferiamo ovviamente innanzitutto ai "Libri bianchi" di fonte governativa ("NATO Crimes in Yugoslavia - Documentary Evidence") e poi alle altre opere edite "a caldo", anche in Italia, delle quali è possibile trovare tutti i riferimenti alla pagina: https://www.cnj.it/24MARZO99/index.htm#biblio
(5) Copia del vecchio sito del Comitato è disponibile all'indirizzo: https://www.cnj.it/scienzaepace/ .
(6) In merito si consiglia di scorrere la pagina https://www.cnj.it/documentazione/bibliografia.htm .
(7) Saša Stojanović: "Var". Ensemble edizioni, 2015 (trad. Anita Vuco).


=== 2 ===

Mreža intelektualaca, umetnika i društvenih pokreta za odbranu čovečanstva


ДЕКЛАРАЦИЈA

О ГЛОБАЛИСТИЧКОМ ИНТЕРВЕНЦИОНИЗМУ И НАТО АГРЕСИЈИ НА СР ЈУГОСЛАВИЈУ

I

Већ три деценије у свету се успоставља и све чешће примењује модел  глобалног интервенционизма. Инструмент који се користи у свим агресијама, од Србије (СР Југославије), Авганистана, Ирака, Либије, до Малија и Сирије, представља НАТО алијанса. Ова стратегија је званично инаугурисана на састанку НАТО-а у Вашингтону 25. априла 1999. године, у време агресије на СРЈ. Са том чињеницом је отпочео двадесет први век и трећи миленијум. 

Уместо прогресивне мобилизације, човечанству се намећу глобалистички монизам, неоимперијализам и колонијализам, где НАТО преузима освајачку улогу и улогу  заступника интереса мултинационалног капитала и војно-индустријског комплекса глобалне олигархије. Упоредо са порастом броја и обима интервенција, одвија се експанзија НАТО-а према Истоку. Иза сваке НАТО интервенције остајали су стравични призори, жртве, миграције, разарања привреде и културне баштине, девастирана друштва, унутрашњи сукоби, пљачке и неописиве патње људи. Научне дисциплине попут међународног права, историје дипломатије, спољне политике или ратоводства и интелектуални кругови показале су фрапантну инертност за разумевање настајућих интервенционизама, динамичних промена међународних односа и противуречности савремене глобализације, а повремено су и сами стављани у службу обликовања јавног мњења сагласно империјалистичким интересима. 

II

Мрежа интелектуалаца, уметника и друштвених покрета за одбрану човечанства – огранак у Србији, изражава своју забринутост због  гажења успостављених међународних норми, урушавања суверених држава које се опиру наметнутој глобалистичкој матрици, експанзије насиља, тероризма и на тим основама раста антизападног расположења. Зато, желимо учинити доступним основне чињенице о ратним злочинима и тешким повредама међународног права  почињених у периоду од 24. марта до 10. јуна 1999. године од стране НАТО алијансе, пред којом је капитулирао део светских интелектуалаца одричући се жеље за разумевањем карактера, циљева и последица агресије.

III

Агресија НАТО против Србије (СР Југославије), марта 1999. године, предтавља  прекретницу употребе ове војне алијансе у међународним односима. Наметнут је рат независној, сувереној европској држави, на самој граници НАТО зоне, грубим кршењем основних принципа међународног права, а пре свега, Повеље УН и Завршног документа из Хелсинкија. Aгресија je изведена без сагласности и супротно мандату СБ УН, чиме је извршен атентат на темеље саме ОУН и негирање њихове улоге. Наређење америчком генералу Веслију Кларку о нападу на СР Југославију, у то време команданту савезничких снага, дао је генерални секретар НАТО Хавијер Солана, попримивши карактеристике  терористичке кампање усмерене против српског народа и његовог политичког вођства. Такав поступак представља злочин против мира и човечности, који је за последицу имао низ других злочина. Овим преседаном је успостављен  модел интервенционизма који се примењује у свим агресијама ради отимања државне територије , успостављања војних база за даљу експанзију и освајање, за контролу и коришћење стратешких праваца, природних ресурса и главних енергетских токова. Отимањем Косова и Метохије од Србије створени су услови убрзане експанзија САД/НАТО/ЕУ на исток и милитаризацију Европе. Тиме је обесмишљено свако образложење агресије и позивање на „хуманитарне разлоге“ или алтруизам Запада на челу са САД.

Током агресије уз ангажовање 19 чланица НАТО алијансе, убијено је око 3.500, а рањено 12.500 грађана. Од тога, према званичном, објављеном списку, у редовима војске и полиције погинуло је 1.008 бораца, од којих 659 војника и 349 полицајаца. Ракетама и бомбама НАТО оштећено је 25.000 кућа и стамбених зграда и уништено 470 километара путева и 595 километара железничких шина. Оштећено је 14 аеродрома, као и 19 болница, 20 домова здравља, 18 вртића, 69 школа, 176 споменика културе и 44 моста, док је још 38 мостова било потпуно уништено. Потпуно је разорио 7 индустријских и привредних објеката, 11 енергетских постројења, 28 радио и ТВ-репетитора, 29 манастира и 35 цркава. Изведено је 2.300 налета у нападима на 995 објеката по Србији, док је 1.150 борбених авиона испалило скоро 420.000 пројектила укупне масе од 22.000 тона. НАТО је испалио 1.300 крстарећих ракета, бацио 37.000 касетних бомби које су убиле око 200 људи и повредиле још неколико стотина.

 Коришћени су пројектили пуњени осиромашеним уранијумом који трајно угрожава земљиште, воду и ваздух, улази у ланац исхране и изазива далекосежне последице по здравље људи и живих бића уопште. Србија је током бомбардовања засипана и другим отровима а контаминацији су допринела и оштећења индустријских постројења. Дејство загађивача резултирало је чињеницом  да је данас Србија прва у Европи по броју оболелих и умрлих од малигних болести у дечијем узрасту.  Ово је био тихи атомски рат, чије последице ћемо сагледати за 600 година.

 Уништена је једна трећина електроенергетских капацитета у земљи, бомбардоване су две рафинерије нафте, у Панчеву и Новом Саду, а снаге НАТО употребиле су први пут и такозване графитне бомбе нарушавајући функционисање електроенергетског система. НАТО је свесно лишавао снабдевања струјом домаћинства, болнице, породилишта, дечје вртиће, пекаре...

IV

Како се ради о неспорном и грубом кршењу основних норми међународног права, земље чланице НАTO сносе сваку одговорност за ту агресију, укључујући и одговорност за накнаду штете, процењену на износ од преко 100 милијарди САД долара. Одговорни су за коришћење оружја са осиромашеним уранијумом и других недозвољених средстава за масовно уништавање. У вези с тим, сматрамо да Србија има сва права да, пред одговарајућим међународним институцијама, покрене поступак против НАTO пакта и држава чланица, које су учествовале у  агресији, у циљу остваривања права на надокнаду ратне штете, као и појединцима који су били жртве агресије. Тај процес би представљао допринос  демократизацији међународних односа, ојачао улогу Уједињених нација и поштовања принципа суверенитета и равноправности народа.

Мреже за одбрану човечанства – огранак за Србију, очекује подршку својој оцени израженој у овој декларацији, од стране свих независних и слободољубивих удружења и друштвених покрета широм света, као одговор на све облике међународног насиља и кршења међународног и националног права и цивилизацијских тековина. 

Београд 24.фебруар 2017.године

 

                                                                                      ПРЕДСЕДНИК ИО МОЧ

                                                                                           Ратко Крсмановић

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La Red de Intelectuales, Artistas y Movimientos Sociales en Defensa de la Humanidad – capítulo Serbia

 
 

DECLARACIÓN

SOBRE EL INTERVENCIONISMO GLOBAL Y LA AGRESIÓN DE LA OTAN SOBRE YUGOSLAVIA

 

I

Durante tres décadas se aplica el modelo del intervencionismo global. El instrumento usado en todas las agresiones, desde Serbia (ex Yugoslavia), a través de Afghanistán, Iraq, Libia, hasta Mali y Siria, es la OTAN. Esta estrategia fue oficialmente inaugurada en la reunión de la OTAN en Washington, el 25 de abril de 1999, durante el bombardeo de Yugoslavia. Este hecho marcó el inicio del tercer milenio y el siglo XXI.

En vez del progreso, a la humanidad se impone el monismo global, neoimperialismo y colonialismo, donde la OTAN se convierte en un conquistador, defendor de los intereses del capitalismo multinacional y en el complejo militar de la oligarquía global. Junto con el aumento en el número y las proporciones de las intervenciones, se realiza la expansión de la OTAN hacia el Este. Cada intervención de la OTAN fue marcada por las escenas horribles, víctimas, migraciones, la industria y la cultura devastada, sociedad destruida, los conflictos internos, saqueos y el sufrimiento humano inenarrable.

II

La Red de Intelectuales, Artistas y Movimientos Sociales en Defensa de la Humanidad – capítulo Serbia expresa su preocupación por la violación de normas internacionales establecidas, la destrucción de los estados soberanos que se oponen a opresión de la matriz globalista, la expansión de violencia y terrorismo. Por lo tanto queremos hacer disponibles los hechos básicos sobre los crímenes de guerra y las violaciones  graves del derecho internacional, cometidos por la OTAN en el periodo entre 24 de marzo hasta el 10 de junio del 1999, frente la que se entregaron los intelectuales mundiales y renunciaron del deseo para entender el carácter, el objetivo y las consecuencias de la agresión.

III

La agresión de la OTAN contra Serbia en el mes de marzo de 1999 representa un hito histórico en el uso de esta alianza militar en las relaciones internacionales. Violando flagrantemente todos los principios del derecho internacional, y, en primer lugar, la Carta de las Naciones Unidas y el Acta Final de Helsinki, las fuerzas occidentales impusieron la guerra a un estado europeo independiente y soberano que se encontraba en la frontera de la zona de la OTAN. Esta agresión se llevó a cabo sin el consentimiento y en contra del mandato del Consejo de Seguridad de la ONU,  lo cual constituye  un asesinato de los cimientos de la propia ONU, asi como la negación del papel que juega esta organización. El secretario General de la OTAN, Javier Solana, dio la orden para atacar Serbia al general estadounidense, Wesley Clark, quien desempeñó el cargo de Comandante de las Fuerzas Aliadas, convirtiendo esta decisión en una campaña terrorista dirigida contra el pueblo serbio y su liderazgo político. Ese hecho representa un crimen contra la humanidad y la paz, lo cual dio lugar a una serie de otros delitos. Debido a este precedente histórico, fue establecido el modelo intervencionista que se aplica a todas las agresiones que pretenden despojar a los pueblos soberanos de su territorio nacional, y también se hizo posible la creación de bases militares con la finalidad de conquistar, controlar y aprovecharse de los puntos estratégicos importantes, asi como de los recursos naturales y energéticos de dichos pueblos. La violenta e inconstitucional separación de Kosovo y Metohija del territorio serbio creó condiciones para una rápida expansión los EE.UU, la OTAN y la Union Europea hacia el este de Europa y para la militarización del “viejo continente”, por lo cual se hizo imposible justificar dicha agresión por razones “humanitarias o altruistas”.

Durante la agresión que contó con la participación de 19 miembros de la alianza de la OTAN, fueron asesinados alrededor de 3.500 ciudadanos serbios, y hubo más de 12.500 personas heridas. Según los datos oficiales, en las filas del ejército y de la policía murieron 1.008 luchadores, entre los cuales 659 soldados y 349 oficiales de la policía. Las bombas y misiles de la OTAN causaron daño a más de 25.000 casas y edificios, y destruyeron 470 kilómetros de carreteras y 595 kilómetros de vías férreas. Aparte de eso, 14 aeropuertos, 19 hospitales, 20 centros de salud, 18 guarderías infantiles, 69 colegios, 176 monumentos culturales y 44 puentes sufrieron un daño siginicativo, mientras que 38 puentes fueron completamente destruidos en el bombardeo, asi como 7 complejos industriales y comerciales, 11 centrales eléctricas, 28 transmisores de radio y televisión, 29 monasterios y 35 iglesias. Se llevaron a cabo 2.300 ataques contra diferentes instalaciones a lo largo del territorio serbio. Cerca de 1.150 aviones de combate pertenecientes a la OTAN  dispararon  más de 1.300 misiles de crucero y lanzaron 37.000 bombas de racimo que mataron a 200 personas e hirieron a cientos más.

Fueron también utlizados los proyectiles cargados con uranio empobrecido, el cual permanentemente contamina la tierra, el agua y el aire, entrando en la cadena de alimentación y dejando consecuencias de largo alcance para los seres vivos y la salud humana en general. El resultado de esta intoxicación se ve reflejado en el hecho de que hoy en dia Serbia ocupa el ptimer lugar en Europa en el número de pacientes con cáncer y personas fallecidas por enfermedades malignas en la infancia. Esta fue una guerra nuclear silenciosa, cuyas consecuencias se mostrarán en los próximos 600 años.

IV

Dado que se trata de una violación grave e indiscutible del derecho internacional, los países miembros de la OTAN llevan la responsabilidad para esa agresión, incluyendo la indemnización por daños de guerra estimada en más de 100 mil millones de dólares. Son responsables para el uso de armas de uranio empobrecido y otras armas de destrucción masiva ilícitas. En este sentido consideramos que Serbia tiene todo el derecho a, previo a las instituciones internacionales pertinentes, iniciar un procedimiento contra la OTAN y sus países miembros, que participaron en la agresión, con el fin de ejercer el derecho a una indemnización por daños de guerra, así como por las personas que fueron víctimas de la agresión. Ese proceso representaría una contribución a la democratización de las relaciones internacionales y fortalecería el papel de la ONU y el respeto a los principios de la soberanía y la igualdad entre pueblos.

La Red de Intelectuales, Artistas y Movimientos Sociales en Defensa de la Humanidad – capítulo Serbia espera el apoyo, para sus posturas expresadas en esta declaracion, de todas las organizaciones independientes y amantes de la libertad y de los movimientos sociales de todo el mundo, en respuesta a todas las formas de violencia internacional y violaciónes del derecho internacional y nacional y del patrimonio de la civilización.

 

Belgrado, 24 de febrero de 2017

 
Presidente de la RedH-capítulo Serbia
Ratko Krsmanovic