Caro Mantovani,
la tua risposta sfiora tantissime questioni, sulle quali potremmo
scrivere libri interi, ma siamo costretti a ribattere per punti. Essa
evidenzia troppi equivoci e le conseguenze del mancato approfondimento
e della mancata chiarificazione. Per noi e' triste verificare che
nemmeno chi vive di politica, ed al servizio di un partito come il PRC,
abbia sentito in questi anni l'urgenza di allargare i propri orizzonti
di conoscenza e guardare le cose al di la' della superficie e della
propaganda dei nostri media.
> Da: Ramon Mantovani <ramon.mantovani@...>
> A: <crj@...>
> Oggetto: R: Lettera aperta
> Data: gioved� 1 marzo 2001 20.33
>
> Caro Ivan, o meglio: cari compagni del Coordinamento Romano per la
> Jugoslavia, visto che dalla firma mi pare di capire si tratti di una
> lettera
> inviata a nome del comitato,
>
> rispondo volentieri alla tua del 23/2/2001 (che a me � giunta il 1�
> marzo via
> email). Mi scuso per il ritardo ma il periodo � piuttosto fitto di
> impegni e di viaggi.
>
> Francamente non ricordo l'episodio dell'articolo sulla Bosnia, ma mi
> sembra
> probabile visto che, come � risaputo, i titoli non vengono fatti da
> chi
> scrive gli articoli. In ogni caso le posizioni che assunsi all'epoca
> dell'intervento NATO in Bosnia credo parlino da sole.
> Quanto alla mia dichiarazione pubblicata il 17 febbraio da
> "Liberazione" si
> tratta di un dispaccio ANSA. Non so nemmeno dire quante volte l'ANSA,
> diramando dispacci relativi a mie dichiarazioni, abbia, nel corso di
> questi
> ultimi anni, definito il sottoscritto e/o il PRC filo-Milosevic.
> Ma...tant'�, che ci posso fare?
> Lo stesso dicasi per la questione "signora Milosevic". Il giornalista
> ANSA,
> che mi contatt� per telefono, quando pronunciai la sigla Jul mi
> chiese:
> "quello della moglie di Milosevic?" Risposi di si. Anche qui: che ci
> posso
> fare? Del resto non si trover� nessuno scritto di mio pugno nel quale
> la Jul
> venga definita in quel modo.
Non entriamo nel merito di questo tuo rapporto con l'ANSA, con
"Liberazione" e con i media in generale perche' crediamo che,
purtroppo,
quello che hai qui raccontato si commenti da solo! "Liberazione" non
e' il quotidiano del tuo partito!?
> Ma passiamo alle questioni di sostanza.
> Effettivamente ho definito, e definisco, Rugova pacifista. Il fatto
> che propugni l'indipendenza non lo rende per questo un guerrafondaio.
A dire il vero la nostra critica a Rugova non c'entra con i mezzi, ma
proprio con gli obiettivi della sua politica.
Prima ancora di entrare nel merito, lasciaci premettere che
l'errore e' a monte, quando ci si proclama favorevoli ad una revisione
dei confini nei Balcani. I confini delle Repubbliche jugoslave
ex-federate erano AMMINISTRATIVI, e questa non e' una puntualizzazione
da niente, poiche' in quelle Repubbliche e regioni autonome hanno
vissuto e vivono tuttora tanti popoli mischiati fra loro, come in un
sistema di scatole cinesi. Pretendere di trovare confini "piu' giusti"
a separare le popolazioni ed a dividerle al loro stesso interno e'
come pretendere di voler separare il caffe' dal latte dopo aver fatto
il cappuccino. Ricordiamo ad esempio le decine di migliaia di
schipetari che vivono in Serbia e nella stessa Belgrado, o quelli
nella FYROM ed in Montenegro... Staccare il Kosovo-Metohija significa
anche porre il problema di tutti questi altri schipetari, ed e' questo
uno dei motivi per cui tantissimi kosovari - di ogni nazionalita' - si
sono opposti e si oppongono tuttora alla "indipendenza del Kosovo", e
tanto piu' si oppongono in quanto lo stesso Rugova afferma da sempre
che la secessione e' solo il primo passo verso l'annessione all'Albania
(vedi interviste e dichiarazioni rilasciate alla stampa locale e
straniera almeno dal 1992, da noi tradotte e raccolte su "Nuova Unita'"
n.5/1997).
Inoltre: come puoi, da comunista, appoggiare un leader che e' da sempre
filo-occidentale, il cui partito partecipa ai lavori della
internazionale
democristiana, che ha stretti rapporti con tutte le cancellerie e con
il Vaticano, e che - dulcis in fundo - solo quattro mesi fa ha
dichiarato a "Der Spiegel" tutto il suo amore per la occupazione
militare del suo territorio da parte della NATO ? E a che scopo tutto
questo credito dato ad uno dei tanti personaggi dell'anticomunismo
dell'Europa centrorientale - come Walesa, Havel,... - dal quale, come
comunisti, mai otterremo alcun riconoscimento per il nostro sostegno?
> Ma forse
> Ivan potrebbe pensare che anche Tito fosse un nemico, visto che nella
> Costituzione della Repubblica Federale Jugoslava (fino al 1989) il
Kosovo
> godeva del diritto di autodeterminazione.
La Costituzione del 1974 fu promulgata, lo ricordiamo,
dopo una fase intensa di terrorismo da parte degli irredentisti
pan-albanesi, analoga a quello degli anni successivi denunciata dallo
stesso patriarca serbo-ortodosso in una lettera a Tito ancora nel 1979,
e che lo stesso Rugova riconosce nelle parole rivolte all'ex-
ambasciatore
USA nella RFSJ Zimmermann nel 1996. E comunque essa concedeva il
diritto di autodeterminazione ai soli "POPOLI COSTITUTIVI" :
serbi, croati, sloveni, montenegrini, macedoni e (dagli anni Sessanta)
musulmani di Bosnia. Questa facolta' chiaramente non implicava alcuna
corrispondenza con i confini amministrativi interni di Repubbliche e
meno che mai regioni !
> Quando si afferma un diritto lo si
> fa, credo, sapendo che pu� essere agito. O no?
Come spiegato sopra : NO.
Nel 1989 furono abrogate esclusivamente le disposizioni che concedevano
alla provincia del Kosovo-Metohija il diritto di veto sulle decisioni
del governo serbo - veto che poteva bloccare la vita istituzionale di
una repubblica federata e per il quale, inoltre, non esisteva alcuna
reciprocita' !
> A Rugova e agli altri (ma poi
> torneremo sugli altri) non andai, anzi andammo visto che si trattava
> di una
> delegazione ufficiale del PRC i cui obiettivi politici furono discussi
> (senza obiezione alcuna) dalla segreteria nazionale del partito, a
> dire che noi eravamo per l'indipendenza.
La tua frase non si capisce, visto il tuo precedente richiamo ad un
presunto "diritto alla autodeterminazione" : eravate o no favorevoli
alla "indipendenza" ?
> Andammo a dire che eravamo contro
> l'intervento della NATO e contro l'escalation violenta portata avanti
> dall'UCK. Rugova ci disse che disperava di poter controllare il
> movimento
> visto che l'intransigenza di Belgrado lo stava spingendo dritto nelle
> mani
> di un'UCK che nel frattempo andava trasformandosi nel cavallo di troia
> dello
> scatenamento della guerra. La stessa cosa ci disse Demacj, che di li a
> qualche giorno divent� il portavoce ufficiale dell'UCK. Anzi, a dire
> il vero
> Demacj disse, a differenza di Rugova che un gesto di Belgrado, e cio�
> il
> ripristino del diritto all'autoderteminazione,
...mai esistito...
> avrebbe evitato il conflitto
> armato e avrebbe riproposto il problema dell'indipendenza in termini
> pacifici. Ma chi � Demacj? Un agente della CIA? Demacj �
semplicemente un
> reduce da 18 anni di prigione trascorsi nelle galere jugoslave con
> l'accusa di essere filo-Enver Hoxha.
Demaci nei momenti piu' difficili della guerra
fredda tra Jugoslavia titina ed Albania staliniana simpatizzava e
lavorava alacremente a favore della controparte. Eppure in quello
stesso periodo c'era un altro Hoxha, Fadil, leader comunista e poi
addirittura membro della Presidenza collegiale, che come altri leader
schipetari jugoslavi, pur esercitando ogni diritto nella RFSJ nemmeno
ne possedeva il passaporto ! Questo la dice lunga sulla presunta
"oppressione nazionale" dell'epoca. Ma al di la' di tutto, e'
sorprendente questo tuo richiamo alla presunta fede "marxista-
leninista" di questa gente: stai prendendo partito nella
contrapposizione Tito-Hoxha ? Oppure sostieni che Demaci e' OGGI
comunista ?
> Naturalmente la mia parola per Ivan non vale
> nulla. Allora citiamo Domenico Losurdo: "una componente dell'UCK
pretendeva
> di essere erede di Enver Hoxha, pretendeva e pretende di essere
> marxista-leninista, pretendeva di richiamarsi a un dirigente che era
alla
> testa della lotta contro il revisionismo e contro il trotskismo." Si
> tratta di un discorso di Losurdo pronunciato in occasione di un
> convegno a Torino per la costruzione di un vero partito comunista e
> pubblicato da AGINFORM che � il bollettino della Fondazione Nino
> Pasti.
> Sebbene le affermazioni di Losurdo siano seguite da altre
> considerazioni che individuano finalmente nell'UCK uno strumento
> dell'imperialismo (e da altre secondo le quali il PRC "non � e non
> sar� mai comunista") rimane il fatto che l'origine dell'UCK non � cos�
> il frutto di una operazione dei servizi segreti occidentali come si
> vorrebbe far intendere, bens� qualcosa di molto pi� complesso.
Puo' darsi, pero' il ruolo ATTUALE di quella formazione e' quello di
piede di porco dell'imperialismo, ed e' proprio questo che Losurdo
chiarisce in maniera incontrovertibile, con una analisi concreta della
situazione concreta.
> Del
> resto lo stesso Demacj rimarr� portavoce dell'UCK per ben poco tempo,
> sar� presto sostituito da altri ben pi� allineati con la NATO e con i
> suoi progetti di intervento. Tu stesso, Ivan, parli di una Jugoslavia
> multinazionale, ed infatti lo era, fino a che negli anni ottanta
> l'applicazione delle ricette del FMI, accettate ed implementate dalla
> Lega dei Comunisti non accentuarono le differenze, come succede
> dovunque vengano applicate, fra le diverse repubbliche e fra le classi
> sociali. Continuo a pensare che l'elemento veramente disgregativo
> della Jugoslavia vada ricercato nella politica economica applicata
> allora. Lo stesso � successo in Italia con il Nord, ma a differenza
> della Jugoslavia non si sono sommate questioni religiose ed etniche.
> Di fronte a quella disgregazione regionale e sociale esponenti della
> Lega dei Comunisti cominciarono a dividersi fra serbi croati musulmani
> albanesi ecc. E alle mire separatiste delle regioni pi� forti
> economicamente come la Croazia e la Slovenia, e non abbiamo mai smesso
> di denunciare le responsabilit� vaticane, tedeche ed europee, la
> risposta di Belgrado fu una sorta di serbizzazione di tutta la
> Jugoslavia.
Questa interpretazione ("serbizzazione") e' assolutamente infondata, e
fa parte del "bignamino" dei secessionismi. Per smentirla basterebbe
guardare agli elenchi dei Ministri, degli ambasciatori, dei vertici
militari della RFSJ nonche' alla stessa Presidenza, dove rimase
la rappresentanza su basi proporzionali... Anzi, poiche' la politica
si fa con i fatti e non con le leggende, ti alleghiamo l'elenco
relativo alla situazione negli ultimi mesi prima della disgregazione !
Il tuo rimprovero alla classe dirigente serba per noi va capovolto,
perche' essa va semmai accusata di non aver usato TUTTI I MEZZI
necessari per impedire quelle secessioni.
Nel 1989 fu proposto, da parte jugoslava, l'ingresso della Federazione
nella Comunita' Europea. Ricordiamo che gli standard erano uguali a
quelli della Spagna. Tu che ti occupi di questioni degli Esteri
saprai quale e' stato allora il ruolo delle grandi istituzioni
internazionali, spec. del FMI e degli USA. Mentre il FMI ruppe
unilateralmente i rapporti per rivolgersi in maniera differenziata
alle varie Repubbliche federate, il Senato USA nel novembre 1990
approvo' la legge 101-513 che bloccava ogni rapporto economico ed
inizio' a discriminare esplicitamente tra le varie Repubbliche.
Il 29 novembre dello stesso anno tutti i quotidiani pubblicarono le
"rivelazioni" della CIA che prevedeva (cioe' : provvedeva) che "la
Jugoslavia esistera' ancora 18 mesi" - non a caso proprio il 29
novembre
venne scelto per lanciare questa sfida mafiosa, poiche' era
l'anniversario della fondazione della RFSJ, Festa Nazionale celebrata
dal 1943 !
> Una politica cieca incapace di rimuovere o almeno
> modificare le cause economiche e sociali del disastro e subalterna,
> invece, perch� a nazionalismi oppose altri nazionalismi. E'
> esattamente in quel contesto che viene rimosso il diritto
> all'autodeterminazione del Kosovo,
...mai esistito. Tra l'altro dovremmo parlare a lungo (ma forse abbiamo
qualche anno di ritardo ?...) sul significato di questi termini
("autodeterminazione", "indipendenza") in scenari di ricolonizzazione,
dove cioe' le secessioni hanno favorito esclusivamente l'ingerenza e la
politica di rapina dell'imperialismo straniero.
> ed � esattamente in ragione di
> questa concezione nazionalista che comincia una repressione culturale
> ed etnica nei territori controllati da Belgrado.
Falso, come dimostrano persino i recenti fatti in Macedonia! Mai e'
stato attaccato il bilinguismo, il diritto all'espressione culturale e
politica, mai sono state chiuse scuole od altre istituzioni in lingua
albanese (compresi i corsi in albanese all'Universita' di Pristina) -
bensi' queste, in quanto istituzioni jugoslave, sono state
BOICOTTATE dagli stessi schipetari in base alla politica segregazionista
su base etnica decisa dai loro leader.
Domanda: i sudtirolesi hanno forse una Universita' in lingua tedesca?
Se la avessero, potrebbero forse seguire l'ordine degli studi di Vienna
o Berlino?
> Potremmo discettare
> all'infinito su questo punto ma resto convinto che quando si scivola
> da posizioni di classe a posizioni nazionaliste la sinistra, ed i
> comunisti in particolare, siano sconfitti in partenza. Nel corso di
> tutti gli anni novanta in Kosovo si sviluppa un movimento nazionalista
> che rivendica l'indipendenza, Rugova ne � il leader e si tratta di un
> movimento dichiaratamente pacifico. La risposta di Belgrado, che
> infatti unifica il PSS, la Jul e tutti i gruppi dell'opposizione
> compresa quella monarchica e fascista, � improntata all'ideologia
> nazionalistica pi� bieca: il Kosovo � serbo da non so quanti secoli,
> abbiamo salvato l'occidente dalla barbarie musulmana ecc. Quando
> l'UCK, visti gli insuccessi della linea pacifica di Rugova, sorge e
> comincia una qualche attivit� il Dipartimento di Stato USA la
> classifica come gruppo terroristico.
Quelli che chiami "insuccessi" della linea di Rugova erano in effetti
la naturale conseguenza dell'umore della stragrande maggioranza dei
cittadini kosovari di ogni nazionalita' - schipetari compresi
(soprattutto sulla scorta di quello che era successo in Croazia e
Bosnia). E poi, e' indicativo che di tutte le altre nazionalita' della
provincia non si parlasse per niente all'epoca e tu stesso le
dimentichi,
benche' siano "saltate fuori" con le conseguenze dei bombardamenti
della NATO : Rom, Gorani, Turchi, Musulmani slavi, eccetera.
La tua interpretazione sulle posizioni occidentali rispetto all'UCK
per noi lascia il tempo che trova : vero e' che l'Occidente ha
appoggiato il secessionismo pan-albanese, insieme a tutti gli altri
secessionismi, gia' negli anni precedenti, come dimostra il fatto che
la
agenzia di disinformazione "Ruder&Finn Public Global Affairs" ha
lavorato
per il partito e per le "istituzioni parallele" - etno-separatiste - di
Rugova gia' all'inizio degli anni Novanta (cfr. Merlino 1993).
Per quanto riguarda il solito bla-bla sull'"ideologia nazionalistica
piu' bieca: il Kosovo e' serbo da non so quanti secoli, abbiamo salvato
l'Occidente dalla barbarie musulmana", eccetera, questa e' semplicemente
la storia, ed e' assurdo che essa venga interpretata come un'offesa,
quando
tutto cio' viceversa viene ricordato solamente in senso difensivo. A
commento
riportiamo senza le parole di Andre' Malraux (1974, ripreso da "Rivista
di Studi
Slavi", Parigi 1984, e da noi tradotto per "Nuova Unita'") : "Il Kosovo
non e'
solo il paese della vostra storia, esiste nel cuore della vostra
cultura, e la cultura
quando si tratta del valore piu' alto che hai non e' mai il passato".
Per gli italiani certo richiamarsi alla "storia" e' raro e non e'
facile : nel caso
specifico dei Balcani cio' implica dover fare i conti con la rimozione
dei crimini
commessi... nel caso del Kosovo-Metohija significa dover dire che tra
il 1941
ed il 1943 le truppe fasciste contribuirono a ripulire la provincia da
100mila
slavi sostituendoli con schipetari provenienti dall'Albania.
Facciamo nostre le parole di un comunista jugoslavo che tu - troppo
impegnato
ad intrattenerti con Rugova e compagnia bella - non hai mai incontrato,
Stevan
Mirkovic : chiedersi chi e' arrivato prima non ha senso, oggi le
frontiere sono quelle
e non si devono cambiare ; gli schipetari hanno diritto a vivere in
Kosovo-Metohija
con gli stessi diritti ed anche con gli stessi doveri di tutti gli
altri.
> Siamo all'indomani degli accordi
> di Dayton sulla Bosnia e cio� nel momento in cui Milosevic �
> considerato ufficialmente dagli USA e da tutta la banda un
> interlocutore credibile.
...e per questo tu credi di metterlo in ridicolo, mentre se non
avesse collaborato a trovare una soluzione pacifica lo avreste
definito "fanatico" e "guerrafondaio"...
> Noi, da soli e nell'isolamento pi� totale,
> criticammo gli accordi di Dayton proprio perch� fondavano nuove
> istituzioni sulla base della conquista etnica del territorio
> legittimendo ogni malefatta, e le malefatte furono una pratica di
> tutte le componenti etniche. Allo stesso tempo eravamo contro
> l'embargo nei confronti della Serbia e della Jugoslavia, anzi
> consideravamo l'embargo uno strumento per indurre una maggiore
> destabilizzazione della regione, oltre che un'ingiustizia contro le
> incolpevoli popolazioni. E' in quella fase che si produce l'affare
> Telecom ed � per questo che ho detto che considero del tutto
> plausibile quanto � emerso in seguito. Sull'affare Telecom avrai
> certamente letto il mio intervento alla camera che Liberazione ha
> pubblicato integralmente. Sono stato testimone diretto di un Congresso
> del PSS nel quale la parola d'ordine era privatizzare tutto il
> possibile, diventare un Partito socialista dell'Internazionale,
> entrare in Europa.
A nostro avviso la questione-Telekom per la Jugoslavia puo' essere
stato un modo di aggirare astutamente l'embargo ed ottenere valuta
pregiata, mentre per l'Italia il caso viene tutto giocato a fini di
politica
interna. La tua posizione su questo per noi rimane enigmatica. Tra
l'altro e' paradossale che tu e tanti altri esponenti del tuo partito
ve
la prendiate con Milosevic "privatizzatore" laddove avete per anni
sostenuto un governo che oltre a privatizzare ha compiuto scelte
sociali devastanti, come la legalizzazione del caporalato. In realta'
le
privatizzazioni in Jugoslavia hanno seguito il criterio del 51 per
cento
statale, o "golden share", da voi tanto decantato !
> Poi c'� una svolta. Mentre sembra svanire l'embargo
> e molte multinazionali cominciano a posare il loro sguardo sugli
> enormi affari che si possono fare in Jugoslavia ecco che compare l'UCK
> e comincia la lotta armata in Kosovo. Sull'UCK ho gi� detto prima, ma
> come mai gli USA cominciano a sostenerla? Come mai le aperture
> politiche europee a Milosevic cominciano a richiudersi? Come mai?
> Perch� la Jugoslavia � un baluardo del socialismo? Perch� la zona � un
> boccone prelibato dal punto di vista economico? Per favore non
> scherziamo! Di socialismo in Jugoslavia non c'era pi� nemmeno l'ombra
> fin dagli anni ottanta. Pensare che si scateni una guerra imperialista
> per conquistare ci� che si pu� tranquillamente comprare con un
> centesimo della spesa � veramente ridurre la teoria dell'imperialismo
> ad una caricatura. La verit� � che si coglie un'occasione per
> preparare una guerra il cui obiettivo � di molto pi� ambizioso, e pi�
> grave! Rilanciare la NATO come gendarme mondiale e dare un ulteriore
> colpo all'ONU, umiliare ancora di pi� la Russia fino a ridurla
> definitivamente a potenza regionale e indirizzare il processo di unit�
> europea in senso atlantico e mercantile, riaffermare in tutto questo
> processo l'egemonia americana. Tutti obiettivi raggiunti, purtroppo.
> Anche a causa del fatto, e non si pu� ignorare, che un nazionalismo,
> che per giunta commette crimini (e non si dica che siccome la pulizia
> etnica in Kosovo � stata esagerata a dismisura dai media � stato un
> fatto insignificante!), pu� anche resistere nei confronti dei nuovi
> assetti imperialistici, ma � destinato a sicura sconfitta visto che
> non rappresenta e non propone nessuna alternativa. Gli USA hanno
> voluto la guerra, ma i paesi europei membri della NATO non l'hanno
> subita, l'hanno voluta anch'essi. Del resto basta guardare al fatto
> che la guerra � stata conclusa dal G8, a dimostrazione che uno degli
> obiettivi fondamentali della guerra era ed � fare del G8 il nucleo del
> nuovo governo reale del mondo. Ma forse qui bisognerebbe aprire
> un'altra discussione relativa al capitalismo contemporaneo, alla
> globalizzazione e all'indirizzo ultraatlantico e mercantile che ha
> preso l'Unione Europea. Ma questa � un'altra discussione. Che per� mi
> piacerebbe fare senza che le mie/nostre posizioni vengano bollate con
> anatemi ideologici e senza fare a gara a chi la spara pi� grossa.
> Fermo restando il fatto che a me sembra molto pi� radicalmente
> anticapitalista ed antimperialista la denuncia della costruzione di un
> nuovo ordine mondiale unipolare che la denuncia di un imperialismo che
> ha come obiettivo principale abbattere Milosevic ed impossessarsi del
> Kosovo. Infine alcune precisazioni. Liberazione � stata attaccata da
> pi� parti e per motivi opposti, come filo-milosevic e come
> anti-milosevic. Mah! Anch'io avrei delle critiche da fare a
> Liberazione ma questa ginnastica muscolare di organizzare invio di fax
> a sostegno dell'una e dell'altra tesi mi sembra, lo devo proprio dire,
> une emerita stupidaggine. Marcon � stato uno fra quelli che dirigono
> associazioni ed ONG a promuovere la NON partecipazione di molte org
> non governative alla missione Arcobaleno, proprio perch� considerata
> interna alla guerra e non umanitaria. Come si fa descriverlo come fai
> tu? Mah! La pulizia etinica � "un'invenzione da un punto di vista
> storico". Si tratterebbe di una repressione antiterroristica? Allora
> ha ragione la Turchia con i curdi? L'iran con i comunisti, i fedayn e
> i mujaydin iraniani? Saddam con il Partito comunista iracheno? Suvvia!
Ogni paragone di questo tipo e' ingrato, ma quando citi i curdi - per
tacere di Ocalan... - dovresti quantomeno chiederti se i curdi della
situazione, nei Balcani, non siano i SERBI ! Infatti mentre si va
verso
tutte le secessioni, verso la "Grande Albania" e la "Grande Croazia",
solo ai serbi e' stato pervicacemente negato il diritto alla
"autodeterminazione", e questo non per caso ma
perche' proprio i serbi svolgono, oggi come storicamente, il ruolo di
componente aggregatrice in quelle terre, in contrasto con le mire
imperialistiche.
E poi, non conosciamo altri casi simili a questo in cui un popolo -
quello
kosovaro-albanese - e' stato ridotto cosi' in basso dai propri leader,
al punto
da plaudire al bombardamento NATO della propria terra !
> Cerchiamo di essere seri e di non fare gli struzzi che mettono la
> testa sotto la sabbia! La realt� � quello che �, a nulla serve
> nasconderla o giustificare crimini giudicandoli con due pesi e due
> misure. Ma non solo per una questione etica. Per essere veramente
> efficaci contro chi commette crimini ancor pi� grandi e pi� gravi.
> Infine, nella tua lettera si parla di "una parte del PRC". Quale?
> Perch� vedi, caro Ivan, ogni presa di posizione e decisione inerente
> la nostra politica contro la guerra Nato in Jugoslavia e su tutti gli
> avvenimenti seguenti, elezioni politche recenti comprese, sono state
> discusse in segreteria del partito e in direzione. Non c'� mai stato
> un voto contrario o la richiesta di una riunione per esaminare altre
> posizioni. So bene che ci sono, sia in segreteria sia in direzione
> compagne e compagni che hanno posizioni ben diverse, basta leggerle su
> riviste di corrente come l'Ernesto. E' loro diritto averle, esprimerle
> nei modi e nelle forme che vogliono. E' loro diritto cercare di farle
> diventare maggioritarie nel partito. Ma non si pu� delegittimare ci�
> che viene deciso e praticato con il loro assenso o con il loro
> silenzio dagli organismi dirigenti del partito, come se fosse il
> segretario o il sottoscritto a prendere posizioni e decisioni di
> parte. Del resto se non si presentano emendamenti alle tesi dei
> congressi, se non si vota in dissenso quando si prendono decisioni
> impegnative, se si abbandonano silenziosamente le riunioni della
> direzione per non votare documenti politici fondamentali, credo lo si
> faccia perch� si sa di essere in minoranza. Io personalmente sono
> stato molte volte in minoranza, sia nel PCI sia in Rifondazione quando
> Cossutta, e la sua demagogia, andava per la maggiore. Penso si possa e
> si debba rischiare il posticino per una battaglia politica di grande
> valore. Ma non pretendo di applicare questo principio a tutti. Se non
> fanno una battaglia aperta negli organismi dirigenti del partito
> avranno le loro buone ragioni. Ma finch� non la faranno non hanno il
> diritto di dire che le posizioni del PRC sono di una parte o di parte.
Sulle questioni interne del PRC speriamo che si esprimano i diretti
interessati, che ci sembrano pure soggetti a discriminazioni
all'interno
del partito in questa fase preelettorale. Per quanto ci risulta, il PRC
otterrebbe molto piu' consenso se fosse guidato da esponenti informati,
coraggiosi e conseguenti : se questi oggi sono in minoranza ci
rammarica,
ed e' sicuramente un guaio per tutto il partito, che a nostro avviso
oggi
non e' capace di indurre coscienza e consapevolezza su questioni cosi'
fondamentali, nemmeno per i suoi stessi militanti. Ci sembrate un po'
come
quel papa che fa sempre avanti-indietro con l'America Latina e parla
alle
masse di pace e giustizia mentre taglia le gambe alla Teologia della
Liberazione.
Ivan (Coordinamento Romano per la Jugoslavia)
>
> ciao
>
> Ramon Mantovani
>
> PS siccome non so a chi sia stata spedita la lettera aperta spero tu
> voglia far conoscere la mia risposta allo stesso indirizzario
PS.
1 - stiamo completando la traduzione di una serie di articoli degli
anni Ottanta sui fatti nella provincia del Kosmet, raccontati da un
professore di nazionalita' schipetara : sara' per tutti una rivelazione
leggerli.
2 - in questa nostra risposta usiamo apposta il termine "schipetari"
poiche' esso indica precisamente il carattere "etnico" e non la
cittadinanza - "albanese" e' il cittadino della Repubblica di Albania.
ALLEGATO
Dirigenza politica della Jugoslavia 1980-1991
PRIMI MINISTRI FEDERALI :
* V. Djuranovic MONTENEGRINO
* M. Planinc CROATA
* B. Mikulic CROATO DI BOSNIA
* A. Markovic CROATO
MINISTRI DEGLI ESTERI :
* J. Vrhovec CROATO
* L. Mojsov MACEDONE
* R. Dizdarevic MUSULMANO DI BOSNIA
* B. Loncar CROATO
PRESIDENTI DELLA PRESIDENZA COLLEGIALE :
* L. Kolisevski MACEDONE
* S. Krajger SLOVENO
* P. Stambolic SERBO
* F. Hoxha ALBANESE-KOSOVARO
* S. Dolanc SLOVENO
* V. Zarkovic MONTENEGRINO
* L. Mojsov MACEDONE
* R. Dizdarevic MUSULMANO DI BOSNIA
* J. Drnovsek SLOVENO
* B. Jovic SERBO
* S. Mesic CROATO
DIRIGENZA DELLA ARMATA POPOLARE JUGOSLAVA -
GIUGNO 1991 (al momento della disintegrazione):
MINISTRO FEDERALE DELLA DIFESA
Generale V. Kadijevic JUGOSLAVO
VICE MINISTRO FEDERALE DELLA DIFESA
Ammiraglio S. Brovet SLOVENO
CAPO DI STATO MAGGIORE
Generale B. Adzic SERBO
COMANDANTE DELLA PRIMA ZONA MILITARE (SERBIA)
Generale A. Spirkovski MACEDONE
COMANDANTE DELLA QUINTA ZONA MILITARE (CROAZIA E SLOVENIA)
Generale K. Kolsek SLOVENO
COMANDANTE DELLA TERZA ZONA MILITARE (BOSNIA-ERZEGOVINA)
Generale A. Luketic CROATO
COMANDANTE DELLA MARINA
Ammiraglio Z. Letica CROATO
COMANDANTE DELLA ZONA MARITTIMA
Ammiraglio P. Grubisic CROATO
COMANDANTE DELL'AVIAZIONE JUGOSLAVA
Generale A. Tus CROATO
AMBASCIATORI DELLA JUGOSLAVIA IN ALCUNI PAESI STRANIERI -
GIUGNO 1991:
STATI UNITI D'AMERICA
Dz. Mujezinovic MUSULMANO DI BOSNIA
UNIONE SOVIETICA
A. Runjic CROATO
FRANCIA
B. Gagro CROATO
REGNO UNITO
S. Rikanovic SERBO
REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Z. Dragan SLOVENO
NAZIONI UNITE - NEW YORK
D. Silovic CROATO
NAZIONI UNITE - GINEVRA
N. Calovski MACEDONE
AUSTRIA
I. Brkelic CROATO
CITTA' DEL VATICANO
I. Mastruko CROATO
SPAGNA
F. Dizdarevic MUSULMANO DI BOSNIA
UNGHERIA
R. Sova UNGHERESE
EGITTO
I. Ivekovic CROATO
TURCHIA
T. Petrovski MACEDONE
IRAN
T. Trajkovski MACEDONE
ARGENTINA
R. Mazuran CROATO
INDONESIA
V. Koprivnjak CROATO
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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la tua risposta sfiora tantissime questioni, sulle quali potremmo
scrivere libri interi, ma siamo costretti a ribattere per punti. Essa
evidenzia troppi equivoci e le conseguenze del mancato approfondimento
e della mancata chiarificazione. Per noi e' triste verificare che
nemmeno chi vive di politica, ed al servizio di un partito come il PRC,
abbia sentito in questi anni l'urgenza di allargare i propri orizzonti
di conoscenza e guardare le cose al di la' della superficie e della
propaganda dei nostri media.
> Da: Ramon Mantovani <ramon.mantovani@...>
> A: <crj@...>
> Oggetto: R: Lettera aperta
> Data: gioved� 1 marzo 2001 20.33
>
> Caro Ivan, o meglio: cari compagni del Coordinamento Romano per la
> Jugoslavia, visto che dalla firma mi pare di capire si tratti di una
> lettera
> inviata a nome del comitato,
>
> rispondo volentieri alla tua del 23/2/2001 (che a me � giunta il 1�
> marzo via
> email). Mi scuso per il ritardo ma il periodo � piuttosto fitto di
> impegni e di viaggi.
>
> Francamente non ricordo l'episodio dell'articolo sulla Bosnia, ma mi
> sembra
> probabile visto che, come � risaputo, i titoli non vengono fatti da
> chi
> scrive gli articoli. In ogni caso le posizioni che assunsi all'epoca
> dell'intervento NATO in Bosnia credo parlino da sole.
> Quanto alla mia dichiarazione pubblicata il 17 febbraio da
> "Liberazione" si
> tratta di un dispaccio ANSA. Non so nemmeno dire quante volte l'ANSA,
> diramando dispacci relativi a mie dichiarazioni, abbia, nel corso di
> questi
> ultimi anni, definito il sottoscritto e/o il PRC filo-Milosevic.
> Ma...tant'�, che ci posso fare?
> Lo stesso dicasi per la questione "signora Milosevic". Il giornalista
> ANSA,
> che mi contatt� per telefono, quando pronunciai la sigla Jul mi
> chiese:
> "quello della moglie di Milosevic?" Risposi di si. Anche qui: che ci
> posso
> fare? Del resto non si trover� nessuno scritto di mio pugno nel quale
> la Jul
> venga definita in quel modo.
Non entriamo nel merito di questo tuo rapporto con l'ANSA, con
"Liberazione" e con i media in generale perche' crediamo che,
purtroppo,
quello che hai qui raccontato si commenti da solo! "Liberazione" non
e' il quotidiano del tuo partito!?
> Ma passiamo alle questioni di sostanza.
> Effettivamente ho definito, e definisco, Rugova pacifista. Il fatto
> che propugni l'indipendenza non lo rende per questo un guerrafondaio.
A dire il vero la nostra critica a Rugova non c'entra con i mezzi, ma
proprio con gli obiettivi della sua politica.
Prima ancora di entrare nel merito, lasciaci premettere che
l'errore e' a monte, quando ci si proclama favorevoli ad una revisione
dei confini nei Balcani. I confini delle Repubbliche jugoslave
ex-federate erano AMMINISTRATIVI, e questa non e' una puntualizzazione
da niente, poiche' in quelle Repubbliche e regioni autonome hanno
vissuto e vivono tuttora tanti popoli mischiati fra loro, come in un
sistema di scatole cinesi. Pretendere di trovare confini "piu' giusti"
a separare le popolazioni ed a dividerle al loro stesso interno e'
come pretendere di voler separare il caffe' dal latte dopo aver fatto
il cappuccino. Ricordiamo ad esempio le decine di migliaia di
schipetari che vivono in Serbia e nella stessa Belgrado, o quelli
nella FYROM ed in Montenegro... Staccare il Kosovo-Metohija significa
anche porre il problema di tutti questi altri schipetari, ed e' questo
uno dei motivi per cui tantissimi kosovari - di ogni nazionalita' - si
sono opposti e si oppongono tuttora alla "indipendenza del Kosovo", e
tanto piu' si oppongono in quanto lo stesso Rugova afferma da sempre
che la secessione e' solo il primo passo verso l'annessione all'Albania
(vedi interviste e dichiarazioni rilasciate alla stampa locale e
straniera almeno dal 1992, da noi tradotte e raccolte su "Nuova Unita'"
n.5/1997).
Inoltre: come puoi, da comunista, appoggiare un leader che e' da sempre
filo-occidentale, il cui partito partecipa ai lavori della
internazionale
democristiana, che ha stretti rapporti con tutte le cancellerie e con
il Vaticano, e che - dulcis in fundo - solo quattro mesi fa ha
dichiarato a "Der Spiegel" tutto il suo amore per la occupazione
militare del suo territorio da parte della NATO ? E a che scopo tutto
questo credito dato ad uno dei tanti personaggi dell'anticomunismo
dell'Europa centrorientale - come Walesa, Havel,... - dal quale, come
comunisti, mai otterremo alcun riconoscimento per il nostro sostegno?
> Ma forse
> Ivan potrebbe pensare che anche Tito fosse un nemico, visto che nella
> Costituzione della Repubblica Federale Jugoslava (fino al 1989) il
Kosovo
> godeva del diritto di autodeterminazione.
La Costituzione del 1974 fu promulgata, lo ricordiamo,
dopo una fase intensa di terrorismo da parte degli irredentisti
pan-albanesi, analoga a quello degli anni successivi denunciata dallo
stesso patriarca serbo-ortodosso in una lettera a Tito ancora nel 1979,
e che lo stesso Rugova riconosce nelle parole rivolte all'ex-
ambasciatore
USA nella RFSJ Zimmermann nel 1996. E comunque essa concedeva il
diritto di autodeterminazione ai soli "POPOLI COSTITUTIVI" :
serbi, croati, sloveni, montenegrini, macedoni e (dagli anni Sessanta)
musulmani di Bosnia. Questa facolta' chiaramente non implicava alcuna
corrispondenza con i confini amministrativi interni di Repubbliche e
meno che mai regioni !
> Quando si afferma un diritto lo si
> fa, credo, sapendo che pu� essere agito. O no?
Come spiegato sopra : NO.
Nel 1989 furono abrogate esclusivamente le disposizioni che concedevano
alla provincia del Kosovo-Metohija il diritto di veto sulle decisioni
del governo serbo - veto che poteva bloccare la vita istituzionale di
una repubblica federata e per il quale, inoltre, non esisteva alcuna
reciprocita' !
> A Rugova e agli altri (ma poi
> torneremo sugli altri) non andai, anzi andammo visto che si trattava
> di una
> delegazione ufficiale del PRC i cui obiettivi politici furono discussi
> (senza obiezione alcuna) dalla segreteria nazionale del partito, a
> dire che noi eravamo per l'indipendenza.
La tua frase non si capisce, visto il tuo precedente richiamo ad un
presunto "diritto alla autodeterminazione" : eravate o no favorevoli
alla "indipendenza" ?
> Andammo a dire che eravamo contro
> l'intervento della NATO e contro l'escalation violenta portata avanti
> dall'UCK. Rugova ci disse che disperava di poter controllare il
> movimento
> visto che l'intransigenza di Belgrado lo stava spingendo dritto nelle
> mani
> di un'UCK che nel frattempo andava trasformandosi nel cavallo di troia
> dello
> scatenamento della guerra. La stessa cosa ci disse Demacj, che di li a
> qualche giorno divent� il portavoce ufficiale dell'UCK. Anzi, a dire
> il vero
> Demacj disse, a differenza di Rugova che un gesto di Belgrado, e cio�
> il
> ripristino del diritto all'autoderteminazione,
...mai esistito...
> avrebbe evitato il conflitto
> armato e avrebbe riproposto il problema dell'indipendenza in termini
> pacifici. Ma chi � Demacj? Un agente della CIA? Demacj �
semplicemente un
> reduce da 18 anni di prigione trascorsi nelle galere jugoslave con
> l'accusa di essere filo-Enver Hoxha.
Demaci nei momenti piu' difficili della guerra
fredda tra Jugoslavia titina ed Albania staliniana simpatizzava e
lavorava alacremente a favore della controparte. Eppure in quello
stesso periodo c'era un altro Hoxha, Fadil, leader comunista e poi
addirittura membro della Presidenza collegiale, che come altri leader
schipetari jugoslavi, pur esercitando ogni diritto nella RFSJ nemmeno
ne possedeva il passaporto ! Questo la dice lunga sulla presunta
"oppressione nazionale" dell'epoca. Ma al di la' di tutto, e'
sorprendente questo tuo richiamo alla presunta fede "marxista-
leninista" di questa gente: stai prendendo partito nella
contrapposizione Tito-Hoxha ? Oppure sostieni che Demaci e' OGGI
comunista ?
> Naturalmente la mia parola per Ivan non vale
> nulla. Allora citiamo Domenico Losurdo: "una componente dell'UCK
pretendeva
> di essere erede di Enver Hoxha, pretendeva e pretende di essere
> marxista-leninista, pretendeva di richiamarsi a un dirigente che era
alla
> testa della lotta contro il revisionismo e contro il trotskismo." Si
> tratta di un discorso di Losurdo pronunciato in occasione di un
> convegno a Torino per la costruzione di un vero partito comunista e
> pubblicato da AGINFORM che � il bollettino della Fondazione Nino
> Pasti.
> Sebbene le affermazioni di Losurdo siano seguite da altre
> considerazioni che individuano finalmente nell'UCK uno strumento
> dell'imperialismo (e da altre secondo le quali il PRC "non � e non
> sar� mai comunista") rimane il fatto che l'origine dell'UCK non � cos�
> il frutto di una operazione dei servizi segreti occidentali come si
> vorrebbe far intendere, bens� qualcosa di molto pi� complesso.
Puo' darsi, pero' il ruolo ATTUALE di quella formazione e' quello di
piede di porco dell'imperialismo, ed e' proprio questo che Losurdo
chiarisce in maniera incontrovertibile, con una analisi concreta della
situazione concreta.
> Del
> resto lo stesso Demacj rimarr� portavoce dell'UCK per ben poco tempo,
> sar� presto sostituito da altri ben pi� allineati con la NATO e con i
> suoi progetti di intervento. Tu stesso, Ivan, parli di una Jugoslavia
> multinazionale, ed infatti lo era, fino a che negli anni ottanta
> l'applicazione delle ricette del FMI, accettate ed implementate dalla
> Lega dei Comunisti non accentuarono le differenze, come succede
> dovunque vengano applicate, fra le diverse repubbliche e fra le classi
> sociali. Continuo a pensare che l'elemento veramente disgregativo
> della Jugoslavia vada ricercato nella politica economica applicata
> allora. Lo stesso � successo in Italia con il Nord, ma a differenza
> della Jugoslavia non si sono sommate questioni religiose ed etniche.
> Di fronte a quella disgregazione regionale e sociale esponenti della
> Lega dei Comunisti cominciarono a dividersi fra serbi croati musulmani
> albanesi ecc. E alle mire separatiste delle regioni pi� forti
> economicamente come la Croazia e la Slovenia, e non abbiamo mai smesso
> di denunciare le responsabilit� vaticane, tedeche ed europee, la
> risposta di Belgrado fu una sorta di serbizzazione di tutta la
> Jugoslavia.
Questa interpretazione ("serbizzazione") e' assolutamente infondata, e
fa parte del "bignamino" dei secessionismi. Per smentirla basterebbe
guardare agli elenchi dei Ministri, degli ambasciatori, dei vertici
militari della RFSJ nonche' alla stessa Presidenza, dove rimase
la rappresentanza su basi proporzionali... Anzi, poiche' la politica
si fa con i fatti e non con le leggende, ti alleghiamo l'elenco
relativo alla situazione negli ultimi mesi prima della disgregazione !
Il tuo rimprovero alla classe dirigente serba per noi va capovolto,
perche' essa va semmai accusata di non aver usato TUTTI I MEZZI
necessari per impedire quelle secessioni.
Nel 1989 fu proposto, da parte jugoslava, l'ingresso della Federazione
nella Comunita' Europea. Ricordiamo che gli standard erano uguali a
quelli della Spagna. Tu che ti occupi di questioni degli Esteri
saprai quale e' stato allora il ruolo delle grandi istituzioni
internazionali, spec. del FMI e degli USA. Mentre il FMI ruppe
unilateralmente i rapporti per rivolgersi in maniera differenziata
alle varie Repubbliche federate, il Senato USA nel novembre 1990
approvo' la legge 101-513 che bloccava ogni rapporto economico ed
inizio' a discriminare esplicitamente tra le varie Repubbliche.
Il 29 novembre dello stesso anno tutti i quotidiani pubblicarono le
"rivelazioni" della CIA che prevedeva (cioe' : provvedeva) che "la
Jugoslavia esistera' ancora 18 mesi" - non a caso proprio il 29
novembre
venne scelto per lanciare questa sfida mafiosa, poiche' era
l'anniversario della fondazione della RFSJ, Festa Nazionale celebrata
dal 1943 !
> Una politica cieca incapace di rimuovere o almeno
> modificare le cause economiche e sociali del disastro e subalterna,
> invece, perch� a nazionalismi oppose altri nazionalismi. E'
> esattamente in quel contesto che viene rimosso il diritto
> all'autodeterminazione del Kosovo,
...mai esistito. Tra l'altro dovremmo parlare a lungo (ma forse abbiamo
qualche anno di ritardo ?...) sul significato di questi termini
("autodeterminazione", "indipendenza") in scenari di ricolonizzazione,
dove cioe' le secessioni hanno favorito esclusivamente l'ingerenza e la
politica di rapina dell'imperialismo straniero.
> ed � esattamente in ragione di
> questa concezione nazionalista che comincia una repressione culturale
> ed etnica nei territori controllati da Belgrado.
Falso, come dimostrano persino i recenti fatti in Macedonia! Mai e'
stato attaccato il bilinguismo, il diritto all'espressione culturale e
politica, mai sono state chiuse scuole od altre istituzioni in lingua
albanese (compresi i corsi in albanese all'Universita' di Pristina) -
bensi' queste, in quanto istituzioni jugoslave, sono state
BOICOTTATE dagli stessi schipetari in base alla politica segregazionista
su base etnica decisa dai loro leader.
Domanda: i sudtirolesi hanno forse una Universita' in lingua tedesca?
Se la avessero, potrebbero forse seguire l'ordine degli studi di Vienna
o Berlino?
> Potremmo discettare
> all'infinito su questo punto ma resto convinto che quando si scivola
> da posizioni di classe a posizioni nazionaliste la sinistra, ed i
> comunisti in particolare, siano sconfitti in partenza. Nel corso di
> tutti gli anni novanta in Kosovo si sviluppa un movimento nazionalista
> che rivendica l'indipendenza, Rugova ne � il leader e si tratta di un
> movimento dichiaratamente pacifico. La risposta di Belgrado, che
> infatti unifica il PSS, la Jul e tutti i gruppi dell'opposizione
> compresa quella monarchica e fascista, � improntata all'ideologia
> nazionalistica pi� bieca: il Kosovo � serbo da non so quanti secoli,
> abbiamo salvato l'occidente dalla barbarie musulmana ecc. Quando
> l'UCK, visti gli insuccessi della linea pacifica di Rugova, sorge e
> comincia una qualche attivit� il Dipartimento di Stato USA la
> classifica come gruppo terroristico.
Quelli che chiami "insuccessi" della linea di Rugova erano in effetti
la naturale conseguenza dell'umore della stragrande maggioranza dei
cittadini kosovari di ogni nazionalita' - schipetari compresi
(soprattutto sulla scorta di quello che era successo in Croazia e
Bosnia). E poi, e' indicativo che di tutte le altre nazionalita' della
provincia non si parlasse per niente all'epoca e tu stesso le
dimentichi,
benche' siano "saltate fuori" con le conseguenze dei bombardamenti
della NATO : Rom, Gorani, Turchi, Musulmani slavi, eccetera.
La tua interpretazione sulle posizioni occidentali rispetto all'UCK
per noi lascia il tempo che trova : vero e' che l'Occidente ha
appoggiato il secessionismo pan-albanese, insieme a tutti gli altri
secessionismi, gia' negli anni precedenti, come dimostra il fatto che
la
agenzia di disinformazione "Ruder&Finn Public Global Affairs" ha
lavorato
per il partito e per le "istituzioni parallele" - etno-separatiste - di
Rugova gia' all'inizio degli anni Novanta (cfr. Merlino 1993).
Per quanto riguarda il solito bla-bla sull'"ideologia nazionalistica
piu' bieca: il Kosovo e' serbo da non so quanti secoli, abbiamo salvato
l'Occidente dalla barbarie musulmana", eccetera, questa e' semplicemente
la storia, ed e' assurdo che essa venga interpretata come un'offesa,
quando
tutto cio' viceversa viene ricordato solamente in senso difensivo. A
commento
riportiamo senza le parole di Andre' Malraux (1974, ripreso da "Rivista
di Studi
Slavi", Parigi 1984, e da noi tradotto per "Nuova Unita'") : "Il Kosovo
non e'
solo il paese della vostra storia, esiste nel cuore della vostra
cultura, e la cultura
quando si tratta del valore piu' alto che hai non e' mai il passato".
Per gli italiani certo richiamarsi alla "storia" e' raro e non e'
facile : nel caso
specifico dei Balcani cio' implica dover fare i conti con la rimozione
dei crimini
commessi... nel caso del Kosovo-Metohija significa dover dire che tra
il 1941
ed il 1943 le truppe fasciste contribuirono a ripulire la provincia da
100mila
slavi sostituendoli con schipetari provenienti dall'Albania.
Facciamo nostre le parole di un comunista jugoslavo che tu - troppo
impegnato
ad intrattenerti con Rugova e compagnia bella - non hai mai incontrato,
Stevan
Mirkovic : chiedersi chi e' arrivato prima non ha senso, oggi le
frontiere sono quelle
e non si devono cambiare ; gli schipetari hanno diritto a vivere in
Kosovo-Metohija
con gli stessi diritti ed anche con gli stessi doveri di tutti gli
altri.
> Siamo all'indomani degli accordi
> di Dayton sulla Bosnia e cio� nel momento in cui Milosevic �
> considerato ufficialmente dagli USA e da tutta la banda un
> interlocutore credibile.
...e per questo tu credi di metterlo in ridicolo, mentre se non
avesse collaborato a trovare una soluzione pacifica lo avreste
definito "fanatico" e "guerrafondaio"...
> Noi, da soli e nell'isolamento pi� totale,
> criticammo gli accordi di Dayton proprio perch� fondavano nuove
> istituzioni sulla base della conquista etnica del territorio
> legittimendo ogni malefatta, e le malefatte furono una pratica di
> tutte le componenti etniche. Allo stesso tempo eravamo contro
> l'embargo nei confronti della Serbia e della Jugoslavia, anzi
> consideravamo l'embargo uno strumento per indurre una maggiore
> destabilizzazione della regione, oltre che un'ingiustizia contro le
> incolpevoli popolazioni. E' in quella fase che si produce l'affare
> Telecom ed � per questo che ho detto che considero del tutto
> plausibile quanto � emerso in seguito. Sull'affare Telecom avrai
> certamente letto il mio intervento alla camera che Liberazione ha
> pubblicato integralmente. Sono stato testimone diretto di un Congresso
> del PSS nel quale la parola d'ordine era privatizzare tutto il
> possibile, diventare un Partito socialista dell'Internazionale,
> entrare in Europa.
A nostro avviso la questione-Telekom per la Jugoslavia puo' essere
stato un modo di aggirare astutamente l'embargo ed ottenere valuta
pregiata, mentre per l'Italia il caso viene tutto giocato a fini di
politica
interna. La tua posizione su questo per noi rimane enigmatica. Tra
l'altro e' paradossale che tu e tanti altri esponenti del tuo partito
ve
la prendiate con Milosevic "privatizzatore" laddove avete per anni
sostenuto un governo che oltre a privatizzare ha compiuto scelte
sociali devastanti, come la legalizzazione del caporalato. In realta'
le
privatizzazioni in Jugoslavia hanno seguito il criterio del 51 per
cento
statale, o "golden share", da voi tanto decantato !
> Poi c'� una svolta. Mentre sembra svanire l'embargo
> e molte multinazionali cominciano a posare il loro sguardo sugli
> enormi affari che si possono fare in Jugoslavia ecco che compare l'UCK
> e comincia la lotta armata in Kosovo. Sull'UCK ho gi� detto prima, ma
> come mai gli USA cominciano a sostenerla? Come mai le aperture
> politiche europee a Milosevic cominciano a richiudersi? Come mai?
> Perch� la Jugoslavia � un baluardo del socialismo? Perch� la zona � un
> boccone prelibato dal punto di vista economico? Per favore non
> scherziamo! Di socialismo in Jugoslavia non c'era pi� nemmeno l'ombra
> fin dagli anni ottanta. Pensare che si scateni una guerra imperialista
> per conquistare ci� che si pu� tranquillamente comprare con un
> centesimo della spesa � veramente ridurre la teoria dell'imperialismo
> ad una caricatura. La verit� � che si coglie un'occasione per
> preparare una guerra il cui obiettivo � di molto pi� ambizioso, e pi�
> grave! Rilanciare la NATO come gendarme mondiale e dare un ulteriore
> colpo all'ONU, umiliare ancora di pi� la Russia fino a ridurla
> definitivamente a potenza regionale e indirizzare il processo di unit�
> europea in senso atlantico e mercantile, riaffermare in tutto questo
> processo l'egemonia americana. Tutti obiettivi raggiunti, purtroppo.
> Anche a causa del fatto, e non si pu� ignorare, che un nazionalismo,
> che per giunta commette crimini (e non si dica che siccome la pulizia
> etnica in Kosovo � stata esagerata a dismisura dai media � stato un
> fatto insignificante!), pu� anche resistere nei confronti dei nuovi
> assetti imperialistici, ma � destinato a sicura sconfitta visto che
> non rappresenta e non propone nessuna alternativa. Gli USA hanno
> voluto la guerra, ma i paesi europei membri della NATO non l'hanno
> subita, l'hanno voluta anch'essi. Del resto basta guardare al fatto
> che la guerra � stata conclusa dal G8, a dimostrazione che uno degli
> obiettivi fondamentali della guerra era ed � fare del G8 il nucleo del
> nuovo governo reale del mondo. Ma forse qui bisognerebbe aprire
> un'altra discussione relativa al capitalismo contemporaneo, alla
> globalizzazione e all'indirizzo ultraatlantico e mercantile che ha
> preso l'Unione Europea. Ma questa � un'altra discussione. Che per� mi
> piacerebbe fare senza che le mie/nostre posizioni vengano bollate con
> anatemi ideologici e senza fare a gara a chi la spara pi� grossa.
> Fermo restando il fatto che a me sembra molto pi� radicalmente
> anticapitalista ed antimperialista la denuncia della costruzione di un
> nuovo ordine mondiale unipolare che la denuncia di un imperialismo che
> ha come obiettivo principale abbattere Milosevic ed impossessarsi del
> Kosovo. Infine alcune precisazioni. Liberazione � stata attaccata da
> pi� parti e per motivi opposti, come filo-milosevic e come
> anti-milosevic. Mah! Anch'io avrei delle critiche da fare a
> Liberazione ma questa ginnastica muscolare di organizzare invio di fax
> a sostegno dell'una e dell'altra tesi mi sembra, lo devo proprio dire,
> une emerita stupidaggine. Marcon � stato uno fra quelli che dirigono
> associazioni ed ONG a promuovere la NON partecipazione di molte org
> non governative alla missione Arcobaleno, proprio perch� considerata
> interna alla guerra e non umanitaria. Come si fa descriverlo come fai
> tu? Mah! La pulizia etinica � "un'invenzione da un punto di vista
> storico". Si tratterebbe di una repressione antiterroristica? Allora
> ha ragione la Turchia con i curdi? L'iran con i comunisti, i fedayn e
> i mujaydin iraniani? Saddam con il Partito comunista iracheno? Suvvia!
Ogni paragone di questo tipo e' ingrato, ma quando citi i curdi - per
tacere di Ocalan... - dovresti quantomeno chiederti se i curdi della
situazione, nei Balcani, non siano i SERBI ! Infatti mentre si va
verso
tutte le secessioni, verso la "Grande Albania" e la "Grande Croazia",
solo ai serbi e' stato pervicacemente negato il diritto alla
"autodeterminazione", e questo non per caso ma
perche' proprio i serbi svolgono, oggi come storicamente, il ruolo di
componente aggregatrice in quelle terre, in contrasto con le mire
imperialistiche.
E poi, non conosciamo altri casi simili a questo in cui un popolo -
quello
kosovaro-albanese - e' stato ridotto cosi' in basso dai propri leader,
al punto
da plaudire al bombardamento NATO della propria terra !
> Cerchiamo di essere seri e di non fare gli struzzi che mettono la
> testa sotto la sabbia! La realt� � quello che �, a nulla serve
> nasconderla o giustificare crimini giudicandoli con due pesi e due
> misure. Ma non solo per una questione etica. Per essere veramente
> efficaci contro chi commette crimini ancor pi� grandi e pi� gravi.
> Infine, nella tua lettera si parla di "una parte del PRC". Quale?
> Perch� vedi, caro Ivan, ogni presa di posizione e decisione inerente
> la nostra politica contro la guerra Nato in Jugoslavia e su tutti gli
> avvenimenti seguenti, elezioni politche recenti comprese, sono state
> discusse in segreteria del partito e in direzione. Non c'� mai stato
> un voto contrario o la richiesta di una riunione per esaminare altre
> posizioni. So bene che ci sono, sia in segreteria sia in direzione
> compagne e compagni che hanno posizioni ben diverse, basta leggerle su
> riviste di corrente come l'Ernesto. E' loro diritto averle, esprimerle
> nei modi e nelle forme che vogliono. E' loro diritto cercare di farle
> diventare maggioritarie nel partito. Ma non si pu� delegittimare ci�
> che viene deciso e praticato con il loro assenso o con il loro
> silenzio dagli organismi dirigenti del partito, come se fosse il
> segretario o il sottoscritto a prendere posizioni e decisioni di
> parte. Del resto se non si presentano emendamenti alle tesi dei
> congressi, se non si vota in dissenso quando si prendono decisioni
> impegnative, se si abbandonano silenziosamente le riunioni della
> direzione per non votare documenti politici fondamentali, credo lo si
> faccia perch� si sa di essere in minoranza. Io personalmente sono
> stato molte volte in minoranza, sia nel PCI sia in Rifondazione quando
> Cossutta, e la sua demagogia, andava per la maggiore. Penso si possa e
> si debba rischiare il posticino per una battaglia politica di grande
> valore. Ma non pretendo di applicare questo principio a tutti. Se non
> fanno una battaglia aperta negli organismi dirigenti del partito
> avranno le loro buone ragioni. Ma finch� non la faranno non hanno il
> diritto di dire che le posizioni del PRC sono di una parte o di parte.
Sulle questioni interne del PRC speriamo che si esprimano i diretti
interessati, che ci sembrano pure soggetti a discriminazioni
all'interno
del partito in questa fase preelettorale. Per quanto ci risulta, il PRC
otterrebbe molto piu' consenso se fosse guidato da esponenti informati,
coraggiosi e conseguenti : se questi oggi sono in minoranza ci
rammarica,
ed e' sicuramente un guaio per tutto il partito, che a nostro avviso
oggi
non e' capace di indurre coscienza e consapevolezza su questioni cosi'
fondamentali, nemmeno per i suoi stessi militanti. Ci sembrate un po'
come
quel papa che fa sempre avanti-indietro con l'America Latina e parla
alle
masse di pace e giustizia mentre taglia le gambe alla Teologia della
Liberazione.
Ivan (Coordinamento Romano per la Jugoslavia)
>
> ciao
>
> Ramon Mantovani
>
> PS siccome non so a chi sia stata spedita la lettera aperta spero tu
> voglia far conoscere la mia risposta allo stesso indirizzario
PS.
1 - stiamo completando la traduzione di una serie di articoli degli
anni Ottanta sui fatti nella provincia del Kosmet, raccontati da un
professore di nazionalita' schipetara : sara' per tutti una rivelazione
leggerli.
2 - in questa nostra risposta usiamo apposta il termine "schipetari"
poiche' esso indica precisamente il carattere "etnico" e non la
cittadinanza - "albanese" e' il cittadino della Repubblica di Albania.
ALLEGATO
Dirigenza politica della Jugoslavia 1980-1991
PRIMI MINISTRI FEDERALI :
* V. Djuranovic MONTENEGRINO
* M. Planinc CROATA
* B. Mikulic CROATO DI BOSNIA
* A. Markovic CROATO
MINISTRI DEGLI ESTERI :
* J. Vrhovec CROATO
* L. Mojsov MACEDONE
* R. Dizdarevic MUSULMANO DI BOSNIA
* B. Loncar CROATO
PRESIDENTI DELLA PRESIDENZA COLLEGIALE :
* L. Kolisevski MACEDONE
* S. Krajger SLOVENO
* P. Stambolic SERBO
* F. Hoxha ALBANESE-KOSOVARO
* S. Dolanc SLOVENO
* V. Zarkovic MONTENEGRINO
* L. Mojsov MACEDONE
* R. Dizdarevic MUSULMANO DI BOSNIA
* J. Drnovsek SLOVENO
* B. Jovic SERBO
* S. Mesic CROATO
DIRIGENZA DELLA ARMATA POPOLARE JUGOSLAVA -
GIUGNO 1991 (al momento della disintegrazione):
MINISTRO FEDERALE DELLA DIFESA
Generale V. Kadijevic JUGOSLAVO
VICE MINISTRO FEDERALE DELLA DIFESA
Ammiraglio S. Brovet SLOVENO
CAPO DI STATO MAGGIORE
Generale B. Adzic SERBO
COMANDANTE DELLA PRIMA ZONA MILITARE (SERBIA)
Generale A. Spirkovski MACEDONE
COMANDANTE DELLA QUINTA ZONA MILITARE (CROAZIA E SLOVENIA)
Generale K. Kolsek SLOVENO
COMANDANTE DELLA TERZA ZONA MILITARE (BOSNIA-ERZEGOVINA)
Generale A. Luketic CROATO
COMANDANTE DELLA MARINA
Ammiraglio Z. Letica CROATO
COMANDANTE DELLA ZONA MARITTIMA
Ammiraglio P. Grubisic CROATO
COMANDANTE DELL'AVIAZIONE JUGOSLAVA
Generale A. Tus CROATO
AMBASCIATORI DELLA JUGOSLAVIA IN ALCUNI PAESI STRANIERI -
GIUGNO 1991:
STATI UNITI D'AMERICA
Dz. Mujezinovic MUSULMANO DI BOSNIA
UNIONE SOVIETICA
A. Runjic CROATO
FRANCIA
B. Gagro CROATO
REGNO UNITO
S. Rikanovic SERBO
REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Z. Dragan SLOVENO
NAZIONI UNITE - NEW YORK
D. Silovic CROATO
NAZIONI UNITE - GINEVRA
N. Calovski MACEDONE
AUSTRIA
I. Brkelic CROATO
CITTA' DEL VATICANO
I. Mastruko CROATO
SPAGNA
F. Dizdarevic MUSULMANO DI BOSNIA
UNGHERIA
R. Sova UNGHERESE
EGITTO
I. Ivekovic CROATO
TURCHIA
T. Petrovski MACEDONE
IRAN
T. Trajkovski MACEDONE
ARGENTINA
R. Mazuran CROATO
INDONESIA
V. Koprivnjak CROATO
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
> http://www.tuttinlotta.org
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