Occupazione italiana della Jugoslavia e sue conseguenze
 
1) R. Lolli: Militari dell'Aquilano al fronte jugoslavo, 1941-1943
2) Chi ha paura dei fantasmi di Dušan Golubović e Milan Tomović?
 
 
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Il racconto corale, composto dalle voci di combattenti dell’esercito italiano provenienti dalla provincia dell'Aquila, ad un tempo spettatori ed attori di avvenimenti drammatici che il destino aveva riservato loro, evidenzia le molte ombre, non disgiunte da qualche tardiva luce, della occupazione militare in Jugoslavia.

Si tratta per lo più di testimonianze frammentarie tratte dagli stralci collazionati nelle relazioni dell’Ufficio Provinciale di Censura da telegrammi, lettere e cartoline in franchigia quasi sempre ad opera di soldati semplici, raramente di ufficiali, indirizzate a parenti, amici, fidanzate e che raccontano in presa diretta di vicende personali, destini che si intrecciano alla tragica realtà di una guerra di invasione. Non mancano spietate descrizioni dei crimini di guerra commessi:

"Dove passiamo noi alpini tutti piangono; non sanno più dove si devono nascondere; le povere donne e i bambini tutti piangono, però noi, sempre più crudi, ammazziamo tutti, nessuno lasciamo indietro; dove passiamo noi alpini non si trova altro che mucchi di morti dei ribelli e case bruciate; tutti ci ubriachiamo e mangiamo maialetti e galline tutti i giorni."

"Hanno fatto la rivoluzione perché non vogliono stare sotto di noi. Ma ora prendono dei gravi provvedimenti. Uomini, vecchi, donne, fanciulli sono presi in massa, rinchiusi in qualche casa e poi bruciati come sacchi di paglia.."
 
"I paesi dove risiedeva quella gente sono stati tutti bruciati, ci è ancora qualche piccolo movimento ma stanno facendo tutti la fine del porco."

L’invasione delle potenze dell’Asse in Jugoslavia nell’ aprile 1941 e il lungo assedio seguitone sono ancora praticamente assenti dalla memoria collettiva nazionale, cancellati dall’overdose politico-mediatica sulle "foibe" e confusi nello stereotipo dell’italiano brava gente. La minuziosa ricerca di Riccardo Lolli, che qui proponiamo in un corposo file PDF illustrato (114 pagine, 7 MB), benché circoscritta al microcosmo delle località di provenienza, tutte della provincia dell’Aquila, squarcia il velo di Maja di tale rimozione e dimostra quanta storiografia sia ancora da fare sui fatti della Seconda Guerra Mondiale, solo avendone la volontà e l'onestà. 

 

Dello stesso Autore su questo sito si vedano anche:

Due medici partigiani nelle "Brigate giovanili di lavoro" (Radne akcije)

I "Battaglioni speciali" (posebni bataljoni) in Abruzzo

Gli internati jugoslavi nell'Aquilano

Profili di combattenti antifascisti abruzzesi in Jugoslavia: Quirino D'AlòVittorio Mondazzi.

 
 
 
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Tra i catturati e deportati nella repressione italiana sui territori jugoslavi occupati si contano anche le migliaia di antifascisti montenegrini prigionieri nelle "Casermette" di Colfiorito di Foligno (PG):
 
Inizio messaggio inoltrato:
Da: Partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana <partigiani7maggio @ tiscali.it>
Oggetto: Chi ha paura dei fantasmi di Dušan Golubović e Milan Tomović?
Data: 19 agosto 2020 12:17:39 CEST
 
Il Direttivo di Jugocoord Onlus stigmatizza duramente le motivazioni addotte dal Comune di Foligno per bloccare l'istanza per la apposizione della lapide agli antifascisti reclusi nelle Casermette di Colfiorito.
Nel comunicato sull'argomento, reso pubblico in questi giorni, si fa appello alla sinistra antifascista folignate e umbra perché si assuma le proprie responsabilità, esplicitando la centralità dell'ex campo di concentramento delle Casermette per la memoria dell'antifascismo e prodigandosi per la realizzazione in loco di una lapide e/o altra struttura permanente. 

Il campo di concentramento di Colfiorito è stato oggetto di ricerche storiografiche significative solo negli ultimi vent'anni, ma la sua importanza come centro di irradiazione della Resistenza locale, in particolare per quanto attiene al contributo prestato dagli antifascisti jugoslavi lì rinchiusi, era già nota: ad esempio, esso è menzionato nel documentario "La pavoncella becca sul prato. Antifascismo e Resistenza in Umbria dal 25 luglio alla Liberazione" di RAI/TRG Umbria, risalente al 1995. Raccomandiamo la visione di tale documentario, solo recentemente reso disponibile online, anche perché si tratta probabilmente dell'unica produzione RAI in cui sia esplicitamente, e correttamente, menzionato il ruolo dei combattenti jugoslavi nella nostra Resistenza (si veda soprattutto da 36'48'' a 39'50'').

Tuttavia, fino all'uscita del nostro opuscolo "La lotta antifascista dei prigionieri di Colfiorito" nessuna fonte italiana aveva mai dato il necessario risalto ad alcuni fatti importanti: 
 
  • l'uccisione di Dušan Golubović, il 22 febbraio 1943, per essersi avvicinato troppo alla recinzione del campo;
 Fonte della foto: CdD "G. Torre", fondo Ivanovic, serie 1 racc.1/1
 
  • l'esistenza di una Risoluzione del Comitato del Fronte di Liberazione che fu formato dai prigionieri (inizio settembre 1943), in cui si ripercorrono per sommi capi le vicende degli internati jugoslavi, all’interno della più generale lotta in corso per la liberazione del loro paese.
 
  • Per la prima volta, inoltre, nell'opuscolo è stato pubblicato un registro dettagliato degli ex internati fuggiti dalle Casermette che hanno reso la loro vita per la Liberazione d’Italia, dal quale risultano, tra i montenegrini di Colfiorito, almeno 30 caduti nella Resistenza, più 11 tra assiderati, dispersi, morti di stenti o in circostanze non chiare dopo la fuga.

L'elenco non comprende veri e propri eroi come Milan Tomović, ex internato di Colfiorito poi combattente nella zona di Spello, che morirà per la tisi contratta nella prigionia. 

La sua figura di partigiano è oggetto della narrazione fatta in due video – VIDEO I e VIDEO II – curati dalla Sezione ANPI di Perugia che ne porta il nome. Il testo è ricavato dalla toccante testimonianza di Enzo Rossi (da: Antifascismo e Resistenza nella Provincia di Perugia, su "Cittadino e Provincia", Gruppo III, Anno V Giugno 1975, Amministrazione Provinciale di Perugia, 1975).  Anche di questi video raccomandiamo la visione, perché sia chiaro che il rifiuto di onorare il sacrificio di questi antifascisti è uno scandalo ancor più grave nel momento in cui viene da parte istituzionale.
 
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I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA
Storie e memorie di una vicenda ignorata

Roma, Odradek, 2011
pp.348 - euro 23,00

Per informazioni sul libro si vedano:
Il sito internet: http://www.partigianijugoslavi.it
La scheda del libro sul sito di Odradek: http://www.odradek.it/Schedelibri/partigianijugoslavi.html
La pagina Facebook: http://www.facebook.com/partigianijugoslavi.it

Ordina il libro: http://www.odradek.it/html/ordinazione.html

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