SI STANNO REALIZZANDO GLI AUSPICI DEL "VECCHIO LEONE" CHURCHILL?
di Dara Janekovic (da "Hrvatska Ljevica" - Sinistra croata, 1996)
(...) Quelli che da vicino seguivano l'azione e le intenzioni di
Winston Churchill, uomo politico dallo "sguardo offuscato dal whiskey",
come disse a suo tempo anche De Gaulle, affermano che [questi] aveva la
fissazione dei Balcani e del loro futuro. Lo dicono nelle loro memorie
sia il figlio di Churchill che quello di Roosevelt, ma anche il
Comandante in Capo del II Fronte alleato antifascista in Europa nel
1944, Dwight Eisenhower. In una occasione, questi ha affermato che
Churchill non riusciva a concentrarsi sul problema militare immediato,
cio� sull'apertura del II fronte, perch� "il suo primo pensiero era il
futuro dei Balcani". E quale futuro egli desiderasse per i nostri
territori e per la penisola balcanica in generale, lo ha testimoniato
lui stesso nelle sue memorie, per le quali ha ricevuto anche il premio
Nobel per la letteratura nel 1953.
Churchill voleva una variante aggiornata della monarchia
austroungarica, con la formazione di una Federazione danubiano-
cattolica che avrebbe compreso Croazia, Slovenia, una parte
dell'Italia, cio� tutto il suo Nord, l'Austria, l'Ungheria, la Baviera,
per un totale di 267.389 kmq (nel cuore dell'Europa) con 37 milioni di
abitanti! Per realizzare questa sua idea ossessiva, Churchill si �
impegnato fino all'ultimo momento perch� il II fronte (nel 1944) si
aprisse nei Balcani, cio� nella Jugoslavia alleata nella grande
coalizione antifascista, che si trovava gi� verso la fine della grande
guerra di liberazione di tutti i popoli jugoslavi, con a capo Josip
Broz Tito.
Perch� allora uno sbarco sulla costa adriatica? Soltanto perch� cos� si
sarebbe potuto realizzare il suo intento di dividere la Jugoslavia e i
Balcani in "penisola asiatica" e "paesi cattolici" i quali sarebbero
rientrati nella "sua" federazione Pandanubiana e si sarebbero legati
all'Europa Centrale.
Di questa sua intenzione Churchill ha parlato pubblicamente in varie
occasioni. Era un accanito sostenitore dell'attacco alleato alla
Germania dai Balcani, con la scusa che l'Istria e Trieste
sono "l'ascella dell'Europa"...
In una parte delle sue memorie egli scrive: "Sono molto interessato a
quello che riguarda l'Austria e spero che Vienna possa diventare
capitale di una grande federazione pandanubiana". Il suo progetto
Churchill lo sottopose a Stalin e Roosevelt in occasione della
Conferenza a Teheran nel 1943. Diceva che l'asse di questa federazione
danubiana sarebbe stato formato dall'Austria e dalla Baviera. Sembra
che Stalin gli abbia chiesto che cosa ne sarebbe stato dell'Ungheria.
Il premier britannico gli rispose che l'avrebbe vista bene all'interno
delle frontiere di questa federazione.
Delle intenzioni e dei desideri di Churchill era informato anche Josip
Broz Tito, il comandante supremo dell'Armata Popolare di Liberazione e
dei reparti partigiani della Jugoslavia... [Tito] si opponeva
fermamente allo sbarco degli alleati in Jugoslavia, preparandosi anche,
nel caso che questo fosse avvenuto senza il consenso dell'Armata
popolare e suo personale, a reagire con le armi. Questo lo disse anche
pubblicamente. Ricordo molto bene quei giorni e mesi del 1944. (Tito si
incontr� con Churchill quello stesso anno a Napoli).
Josip Broz Tito sapeva anche di quel famoso biglietto sul quale
Churchill scrisse "fifty-fifty", che pass� a Stalin durante la
conferenza di Jalta, quando si parl� della Jugoslavia. Tito menzion�
tante volte quel biglietto e quel "fifty-fifty", quando si esprimeva
pubblicamente contro "l'oppressione e le imposizioni dei potenti, anche
nei confronti dei popoli e degli stati che hanno pagato cara la propria
libert�".
A Jalta, citt� di villeggiatura e porto in Crimea, Churchill, dopo il
fallito sbarco sulla costa adriatica nel 1944 (al quale era decisamente
contrario anche l'allora presidente americano F. D. Roosevelt, che
aveva l'ultima parola), voleva imporre ancora una volta la sua visione
per quanto riguardava il futuro della Jugoslavia e dei Balcani, ma
nemmeno questa volta ebbe successo.
La Jugoslavia aveva grandi meriti come alleata nella lotta
antifascista. Naturalmente Churchill era di nuovo scontento e
arrabbiato; per�, si dice, rimase convinto che la Jugoslavia fosse
destinata a morire e che la sua idea, riguardo alla divisione, prima o
poi, si sarebbe avverata.
Non sta succedendo questo adesso negli anni Novanta in una maniera
simile o peggiore ancora? Perch� proprio l'Austria era ed � rimasta
cos� interessata alla spaccatura della Jugoslavia? E la Germania,
naturalmente, in prima fila?
Leggendo le memorie di Churchill � possibile capire anche tutta la sua
titubanza e le sue contraddizioni riguardo il movimento partigiano, la
Jugoslavia, il governo jugoslavo in esilio a Londra, e verso il capo
cetnico Draza Mihajlovic. Dovette passare del tempo prima che lo stesso
Churchill riconoscesse i veri combattenti contro il fascismo e mandasse
suo figlio Randolph da Tito. Ma, dicono, nemmeno allora aveva desistito
dalla sua idea della spartizione della Jugoslavia.
Churchill � morto il 24 gennaio 1965, ma con lui non � morta la sua
idea di dividere la Jugoslavia e i Balcani. Su questo lavoravano con
fervore diverse forze nel Paese e nel mondo, preparando il male, l'odio
e la divisione, nella quale sono stati gettati tutti i popoli della
Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, per qualcuno fino al
completo sterminio.
Voglio ricordare altri fatti ai quali bisognerebbe pensare e ricordare
in questi tempi malvagi e malsani, con delle persone ancora peggiori,
che non cercano di placare i loro impulsi guerrafondai e barbari!
Getto di nuovo uno sguardo nelle memorie di Churchill, parte VI, "Il
trionfo e la tragedia", pag. 677 e 678! "Il vecchio leone" - come lo
chiamavano i suoi compatrioti durante la II guerra mondiale - pubblic�
alcune delle sue tipiche lettere, che sono pi� attuali ora di allora,
dell'aprile 1945, quando Churchill scriveva al suo Ministro degli
Esteri, Anthony R. Eden, e nelle quali tra l'altro diceva anche
questo: "A questa guerra non si sarebbe mai arrivati se, sotto la
spinta dell'America e dei tempi moderni non avessimo cacciato gli
Asburgo dall'Austria e Ungheria e gli Hohenzollern dalla Germania".
Diciotto giorni pi� tardi, in un'altra lettera, Churchill scriveva (lo
stesso anno, il 1945, subito dopo la disfatta del nazifascismo di
Hitler): "Il mio governo non si opport� all'iniziativa di Otto von
Habsburg per la restaurazione dell'Austria-Ungheria..." (...)
E chi � questo signor arciduca Otto d'Asburgo [ora deputato europeo per
la CSU bavarese e leader del movimento "Paneuropa"- n.d.t.]? "Legittimo
erede al trono", come si presenta lui stesso. Pronipote
dell'imperatrice Maria Teresa! Per quanto si sa dai giornali, questo
signore, con l'epiteto di "Sua Maest� Reale" � partito nel 1940 per gli
USA, ma con la speranza che il suo desiderio si avverasse, cio� che un
giorno gli venisse restituito il trono e alla fine della II Guerra
mondiale venissero fissate nuove frontiere, come avviene dopo ogni
guerra. In questo senso Sua Maest� Reale svolgeva un'attivit� molto
impegnativa, e in ci� veniva aiutato, con anima e corpo, dal vescovo
cattolico newyorchese Speelman [si veda "Ratlines" di Aaron-Loftus,
n.d.t.], il quale gi� nel 1943 aveva visitato il Vaticano e dialogato
per la creazione di un nuovo stato cattolico in europa, del quale
sarebbe stato capo l'arciduca. L'intento era naturalmente anche quello
di aiutare il Vaticano a far ritornare la stima offuscatasi a causa
della politica prohitleriana e promussoliniana, e cos� aiutare e
salvare i fedeli criminali fascisti e i fedeli "quisling" di Hitler,
nell'Ungheria del regente Horthy, nella Slovacchia di monsignor Tiso,
nella Croazia di Ante Pavelic. L'arcivescovo newyorchese si �
incontrato in Vaticano (se i documenti non mentono!) anche con
l'inviato di A. Pavelic, malgrado Pavelic avesse dichiarato guerra agli
USA!.
Ma le cose non seguivano un corso favorevole a Otto d'Asburgo, in quel
periodo. Non si � realizzata l'idea alla quale aspiravano Churchill e,
naturalmente, anche il Vaticano. Non � forse stata ormai ridisegnata
ufficialmente, questa Europa centrale cattolica, con Otto d'Asburgo
quale imperatore, e che riunirebbe intorno a s� Croazia, Slovenia,
Vojvodina, Bosnia, Austria, Ungheria, Slovacchia e Cechia?! Eccoci qui!
Anche la Bosnia e la Vojvodina!
Che gli storici e i politici contrari a un tale "impero" riflettano su
tutto quello che si � tentato dopo e che si � svolto dietro le quinte,
affinch� nel momento giusto, in qualche maniera, questo "impero" si
realizzasse. L'iniziativa "Alpe-Adria", di collegamento e cooperazione
tra gli stati, viene gi� denominata a Zagabria "Danubio-Alpe-Adria"! E
risulta evidente anche da tutto quello che si fa (in questo senso) con
la Bosnia e la Vojvodina - in quest'ultima vivevano ca. 340.000
ungheresi, mentre i croati, secondo il censimento del 1991, erano
soltanto 74.000.
Ogni persona coscienziosa si dovrebbe domandare: non si poteva
sviluppare la cooperazione tra i popoli, forse, senza la guerra, senza
distinzione di religione o nazionalit�? Quanta gente ancora dovr�
perdere la vita, quante generazioni saranno distrutte o storpiate
dall'odio e dalle guerre, perch� si realizzino le intenzioni anche del
Vaticano, che ancora non si � pacificato con lo scisma della Chiesa
greco-ortodossa e dei suoi fedeli, nel 1054?
La Chiesa cattolica, il potente Vaticano, sono molto attivi
nell'espansione dell'ecumenismo e, nello stesso tempo, di un forte
anticomunismo... Soltanto chi � cieco per ignoranza non pu� ravvisare
l'eccezionale ruolo attivo del Vaticano nei Balcani, particolarmente
sul territorio dell'ex-Jugoslavia (sia verso l'ortodossia che verso
l'Islam). Era da molto tempo, nella storia, che non si assisteva ad una
cos� impetuosa, aperta e aggressiva ascesa delle principali religioni
monoteiste anche su questi nostri spazi.
Di questi tempi, mentre il ruolo della religione di fronte al
fantastico sviluppo della scienza e la computerizzazione globale, la
rivoluzione informatica, dovrebbe secondo ogni logica indebolirsi,
assistiamo invece a un suo ampliamento e rafforzamento, e in alcune
regioni quasi si torna al Medioevo, non soltanto nei Balcani, in Russia
e nei paesi dell'Europa Orientale, ma anche altrove. Quasi che le
strutture conservatrici nel mondo non stiano cedendo, ma si stiano
momentaneamente rinforzando; malgrado ostinatamente dappertutto si
faccia molto parlare di "democrazia", sembra che sul piano mondiale si
stiano facendo passi avanti verso un totalitarismo dalle sfumature e
dai colori pi� vari. Siamo gi� alle soglie di pericolosi incendi
mondiali di grandi dimensioni? Nell'imminenza di mosse pazze e
incontrollate di alcuni estremisti conservatori, di alcuni Hitler
contemporanei?! Forse anche peggiori, perch� in possesso di armi
nucleari ancora pi� pericolose (...)
(traduzione di Ivan Istrijan)
fonte:
> http://www.geocities.com/Pentagon/Barracks/3824/opuscolo.htm
> http://www.marx2001.org/crj/opuscolo.zip
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
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di Dara Janekovic (da "Hrvatska Ljevica" - Sinistra croata, 1996)
(...) Quelli che da vicino seguivano l'azione e le intenzioni di
Winston Churchill, uomo politico dallo "sguardo offuscato dal whiskey",
come disse a suo tempo anche De Gaulle, affermano che [questi] aveva la
fissazione dei Balcani e del loro futuro. Lo dicono nelle loro memorie
sia il figlio di Churchill che quello di Roosevelt, ma anche il
Comandante in Capo del II Fronte alleato antifascista in Europa nel
1944, Dwight Eisenhower. In una occasione, questi ha affermato che
Churchill non riusciva a concentrarsi sul problema militare immediato,
cio� sull'apertura del II fronte, perch� "il suo primo pensiero era il
futuro dei Balcani". E quale futuro egli desiderasse per i nostri
territori e per la penisola balcanica in generale, lo ha testimoniato
lui stesso nelle sue memorie, per le quali ha ricevuto anche il premio
Nobel per la letteratura nel 1953.
Churchill voleva una variante aggiornata della monarchia
austroungarica, con la formazione di una Federazione danubiano-
cattolica che avrebbe compreso Croazia, Slovenia, una parte
dell'Italia, cio� tutto il suo Nord, l'Austria, l'Ungheria, la Baviera,
per un totale di 267.389 kmq (nel cuore dell'Europa) con 37 milioni di
abitanti! Per realizzare questa sua idea ossessiva, Churchill si �
impegnato fino all'ultimo momento perch� il II fronte (nel 1944) si
aprisse nei Balcani, cio� nella Jugoslavia alleata nella grande
coalizione antifascista, che si trovava gi� verso la fine della grande
guerra di liberazione di tutti i popoli jugoslavi, con a capo Josip
Broz Tito.
Perch� allora uno sbarco sulla costa adriatica? Soltanto perch� cos� si
sarebbe potuto realizzare il suo intento di dividere la Jugoslavia e i
Balcani in "penisola asiatica" e "paesi cattolici" i quali sarebbero
rientrati nella "sua" federazione Pandanubiana e si sarebbero legati
all'Europa Centrale.
Di questa sua intenzione Churchill ha parlato pubblicamente in varie
occasioni. Era un accanito sostenitore dell'attacco alleato alla
Germania dai Balcani, con la scusa che l'Istria e Trieste
sono "l'ascella dell'Europa"...
In una parte delle sue memorie egli scrive: "Sono molto interessato a
quello che riguarda l'Austria e spero che Vienna possa diventare
capitale di una grande federazione pandanubiana". Il suo progetto
Churchill lo sottopose a Stalin e Roosevelt in occasione della
Conferenza a Teheran nel 1943. Diceva che l'asse di questa federazione
danubiana sarebbe stato formato dall'Austria e dalla Baviera. Sembra
che Stalin gli abbia chiesto che cosa ne sarebbe stato dell'Ungheria.
Il premier britannico gli rispose che l'avrebbe vista bene all'interno
delle frontiere di questa federazione.
Delle intenzioni e dei desideri di Churchill era informato anche Josip
Broz Tito, il comandante supremo dell'Armata Popolare di Liberazione e
dei reparti partigiani della Jugoslavia... [Tito] si opponeva
fermamente allo sbarco degli alleati in Jugoslavia, preparandosi anche,
nel caso che questo fosse avvenuto senza il consenso dell'Armata
popolare e suo personale, a reagire con le armi. Questo lo disse anche
pubblicamente. Ricordo molto bene quei giorni e mesi del 1944. (Tito si
incontr� con Churchill quello stesso anno a Napoli).
Josip Broz Tito sapeva anche di quel famoso biglietto sul quale
Churchill scrisse "fifty-fifty", che pass� a Stalin durante la
conferenza di Jalta, quando si parl� della Jugoslavia. Tito menzion�
tante volte quel biglietto e quel "fifty-fifty", quando si esprimeva
pubblicamente contro "l'oppressione e le imposizioni dei potenti, anche
nei confronti dei popoli e degli stati che hanno pagato cara la propria
libert�".
A Jalta, citt� di villeggiatura e porto in Crimea, Churchill, dopo il
fallito sbarco sulla costa adriatica nel 1944 (al quale era decisamente
contrario anche l'allora presidente americano F. D. Roosevelt, che
aveva l'ultima parola), voleva imporre ancora una volta la sua visione
per quanto riguardava il futuro della Jugoslavia e dei Balcani, ma
nemmeno questa volta ebbe successo.
La Jugoslavia aveva grandi meriti come alleata nella lotta
antifascista. Naturalmente Churchill era di nuovo scontento e
arrabbiato; per�, si dice, rimase convinto che la Jugoslavia fosse
destinata a morire e che la sua idea, riguardo alla divisione, prima o
poi, si sarebbe avverata.
Non sta succedendo questo adesso negli anni Novanta in una maniera
simile o peggiore ancora? Perch� proprio l'Austria era ed � rimasta
cos� interessata alla spaccatura della Jugoslavia? E la Germania,
naturalmente, in prima fila?
Leggendo le memorie di Churchill � possibile capire anche tutta la sua
titubanza e le sue contraddizioni riguardo il movimento partigiano, la
Jugoslavia, il governo jugoslavo in esilio a Londra, e verso il capo
cetnico Draza Mihajlovic. Dovette passare del tempo prima che lo stesso
Churchill riconoscesse i veri combattenti contro il fascismo e mandasse
suo figlio Randolph da Tito. Ma, dicono, nemmeno allora aveva desistito
dalla sua idea della spartizione della Jugoslavia.
Churchill � morto il 24 gennaio 1965, ma con lui non � morta la sua
idea di dividere la Jugoslavia e i Balcani. Su questo lavoravano con
fervore diverse forze nel Paese e nel mondo, preparando il male, l'odio
e la divisione, nella quale sono stati gettati tutti i popoli della
Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, per qualcuno fino al
completo sterminio.
Voglio ricordare altri fatti ai quali bisognerebbe pensare e ricordare
in questi tempi malvagi e malsani, con delle persone ancora peggiori,
che non cercano di placare i loro impulsi guerrafondai e barbari!
Getto di nuovo uno sguardo nelle memorie di Churchill, parte VI, "Il
trionfo e la tragedia", pag. 677 e 678! "Il vecchio leone" - come lo
chiamavano i suoi compatrioti durante la II guerra mondiale - pubblic�
alcune delle sue tipiche lettere, che sono pi� attuali ora di allora,
dell'aprile 1945, quando Churchill scriveva al suo Ministro degli
Esteri, Anthony R. Eden, e nelle quali tra l'altro diceva anche
questo: "A questa guerra non si sarebbe mai arrivati se, sotto la
spinta dell'America e dei tempi moderni non avessimo cacciato gli
Asburgo dall'Austria e Ungheria e gli Hohenzollern dalla Germania".
Diciotto giorni pi� tardi, in un'altra lettera, Churchill scriveva (lo
stesso anno, il 1945, subito dopo la disfatta del nazifascismo di
Hitler): "Il mio governo non si opport� all'iniziativa di Otto von
Habsburg per la restaurazione dell'Austria-Ungheria..." (...)
E chi � questo signor arciduca Otto d'Asburgo [ora deputato europeo per
la CSU bavarese e leader del movimento "Paneuropa"- n.d.t.]? "Legittimo
erede al trono", come si presenta lui stesso. Pronipote
dell'imperatrice Maria Teresa! Per quanto si sa dai giornali, questo
signore, con l'epiteto di "Sua Maest� Reale" � partito nel 1940 per gli
USA, ma con la speranza che il suo desiderio si avverasse, cio� che un
giorno gli venisse restituito il trono e alla fine della II Guerra
mondiale venissero fissate nuove frontiere, come avviene dopo ogni
guerra. In questo senso Sua Maest� Reale svolgeva un'attivit� molto
impegnativa, e in ci� veniva aiutato, con anima e corpo, dal vescovo
cattolico newyorchese Speelman [si veda "Ratlines" di Aaron-Loftus,
n.d.t.], il quale gi� nel 1943 aveva visitato il Vaticano e dialogato
per la creazione di un nuovo stato cattolico in europa, del quale
sarebbe stato capo l'arciduca. L'intento era naturalmente anche quello
di aiutare il Vaticano a far ritornare la stima offuscatasi a causa
della politica prohitleriana e promussoliniana, e cos� aiutare e
salvare i fedeli criminali fascisti e i fedeli "quisling" di Hitler,
nell'Ungheria del regente Horthy, nella Slovacchia di monsignor Tiso,
nella Croazia di Ante Pavelic. L'arcivescovo newyorchese si �
incontrato in Vaticano (se i documenti non mentono!) anche con
l'inviato di A. Pavelic, malgrado Pavelic avesse dichiarato guerra agli
USA!.
Ma le cose non seguivano un corso favorevole a Otto d'Asburgo, in quel
periodo. Non si � realizzata l'idea alla quale aspiravano Churchill e,
naturalmente, anche il Vaticano. Non � forse stata ormai ridisegnata
ufficialmente, questa Europa centrale cattolica, con Otto d'Asburgo
quale imperatore, e che riunirebbe intorno a s� Croazia, Slovenia,
Vojvodina, Bosnia, Austria, Ungheria, Slovacchia e Cechia?! Eccoci qui!
Anche la Bosnia e la Vojvodina!
Che gli storici e i politici contrari a un tale "impero" riflettano su
tutto quello che si � tentato dopo e che si � svolto dietro le quinte,
affinch� nel momento giusto, in qualche maniera, questo "impero" si
realizzasse. L'iniziativa "Alpe-Adria", di collegamento e cooperazione
tra gli stati, viene gi� denominata a Zagabria "Danubio-Alpe-Adria"! E
risulta evidente anche da tutto quello che si fa (in questo senso) con
la Bosnia e la Vojvodina - in quest'ultima vivevano ca. 340.000
ungheresi, mentre i croati, secondo il censimento del 1991, erano
soltanto 74.000.
Ogni persona coscienziosa si dovrebbe domandare: non si poteva
sviluppare la cooperazione tra i popoli, forse, senza la guerra, senza
distinzione di religione o nazionalit�? Quanta gente ancora dovr�
perdere la vita, quante generazioni saranno distrutte o storpiate
dall'odio e dalle guerre, perch� si realizzino le intenzioni anche del
Vaticano, che ancora non si � pacificato con lo scisma della Chiesa
greco-ortodossa e dei suoi fedeli, nel 1054?
La Chiesa cattolica, il potente Vaticano, sono molto attivi
nell'espansione dell'ecumenismo e, nello stesso tempo, di un forte
anticomunismo... Soltanto chi � cieco per ignoranza non pu� ravvisare
l'eccezionale ruolo attivo del Vaticano nei Balcani, particolarmente
sul territorio dell'ex-Jugoslavia (sia verso l'ortodossia che verso
l'Islam). Era da molto tempo, nella storia, che non si assisteva ad una
cos� impetuosa, aperta e aggressiva ascesa delle principali religioni
monoteiste anche su questi nostri spazi.
Di questi tempi, mentre il ruolo della religione di fronte al
fantastico sviluppo della scienza e la computerizzazione globale, la
rivoluzione informatica, dovrebbe secondo ogni logica indebolirsi,
assistiamo invece a un suo ampliamento e rafforzamento, e in alcune
regioni quasi si torna al Medioevo, non soltanto nei Balcani, in Russia
e nei paesi dell'Europa Orientale, ma anche altrove. Quasi che le
strutture conservatrici nel mondo non stiano cedendo, ma si stiano
momentaneamente rinforzando; malgrado ostinatamente dappertutto si
faccia molto parlare di "democrazia", sembra che sul piano mondiale si
stiano facendo passi avanti verso un totalitarismo dalle sfumature e
dai colori pi� vari. Siamo gi� alle soglie di pericolosi incendi
mondiali di grandi dimensioni? Nell'imminenza di mosse pazze e
incontrollate di alcuni estremisti conservatori, di alcuni Hitler
contemporanei?! Forse anche peggiori, perch� in possesso di armi
nucleari ancora pi� pericolose (...)
(traduzione di Ivan Istrijan)
fonte:
> http://www.geocities.com/Pentagon/Barracks/3824/opuscolo.htm
> http://www.marx2001.org/crj/opuscolo.zip
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