Ghino Tacconi Gaja | Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
17/05/2021
Massimo D'Alema, in una vecchia intervista rilasciata a Piazza Pulita, con i giornalisti Forimigli e Damilano (https://www.youtube.com/watch?v=8TENlLtCkVA&t=863s), ha ribadito che il suo governo, per quanto possano non piacere, fece cose "grandi".
Recentemente, confinato ai margini di un'ala sinistra fuoriuscita dal Partito Democratico, D'Alema ha strizzato l'occhio alle legittime proteste del popolo di sinistra per l'aggressione israeliana alla Palestina, criticando il suo ex Ministro delle Politiche Europee Enrico Letta per l'eccessiva ed acritica solidarietà alle azioni del governo israeliano. Lo stesso Letta, cercando di salvarsi in corner, ha trasformato la solidarietà ad Israele in una sorta di "Si, ma…", che non ha convinto forse nemmeno lui stesso.
Tuttavia, non è dato sapere se tra le cose "grandi" del suo Governo (a cui parteciparono due protagonisti dell'attuale politica italiana: Enrico Letta e Sergio Mattarella), l'ex Presidente del Consiglio dei Ministri includa la partecipazione fondamentale dell'Italia all'operazione "Allied Force", la quale è consistita in un massiccio bombardamento di obiettivi militari, industriali e civili della Federazione Jugoslava, condotta con una forza aerea e sistemi d'arma soverchianti e preponderanti.
La missione non venne affatto autorizzata dall'ONU: iniziò infatti il 24 marzo 1999 senza il permesso delle Nazioni Unite e non fu nemmeno approvata da tutti gli Stati appartenenti alla NATO.
Nell'ambito del diritto costituzionale italiano, si trattava di una vera e propria azione di guerra che dava luogo ad uno "stato di guerra". Ciononostante, il Governo D'Alema procedette ad attuare le operazioni militari senza richiedere alle Camere la deliberazione dello Stato di Guerra e il conferimento al Governo dei poteri necessari, come esige l'art. 78 della Costituzione.
L'azione militare si rivelava altresì una plateale aggressione bellica secondo il diritto internazionale, dal momento che non fu autorizzata dalle Nazioni Unite ed il suo svolgimento violò diverse norme del diritto bellico e del diritto delle genti. Furono colpiti obiettivi civili, fu bombardata la sede della televisione jugoslava con 18 morti tra funzionari e civili, Vennero rasi al suolo numerosi ponti stazioni e aereporti con incidenti a treni e pullman che trasportavano civili, Le bombe caddero anche sui quartieri civili della città di Belgrado. In pochi giorni le vittime civili furono oltre 160 e maggiori i feriti, come si può vedere nel video di Riccardo Jacona. (https://www.youtube.com/watch?v=H8-3JQcKWkg ) La potenza militare (fondamentale) messa in campo dall'Italia e l'ingentissimo costo della missione per il Bilancio Italiano sono riassunte qui di seguito:
L'Italia, secondo notizie rinvenibili con una certa difficoltà in siti specializzati in materia di arma aerea (tra cui : https://www.aviation-report.com/24-marzo-1999-venti-anni-fa-iniziava-operazione-allied-force-contro-la-serbia/) partecipò con i seguenti sistemi d'arma:
8-12 Tornado ADV in missioni CAP (Combat Air Patrol - pattugliamento aereo) lungo l'Adriatico, operando dalla base aerea di Gioia del Colle; 256 sortite per complessive 645 ore di volo.
12 F-104S: dodici aerei hanno eseguito missioni di Ground Alert (allerta a terra), anche a causa della limitata autonomia, con prontezza operativa di 15', e più di una volta sono decollati su allarme (Scramble). Operavano con armamento standard di 1 AIM-9L e un Aspide, o 2 AIM-9L. Gli F-104 sono serviti soprattutto a integrare la rete di difesa NATO dello spazio aereo Italiano, effettuando 158 sortite per 183 ore di volo.
6-12 Tornado ECR in preziosissime missioni SEAD, fondamentali nell'aggressione. Simili missioni possono essere eseguite (oltre che dall'Italia) solo dalla Germania e dagli USA, anche se questi ultimi con capacità inferiori, a causa del sistema d'arma non soddisfacente. Nelle loro missioni impiegano due (più di rado quattro) missili antiradiazione AGM-88 Harm in grado di autodirigersi sul bersaglio, anche se questo non è già noto prima della missione. I Tornado ECR italiani, immessi in prima linea proprio in quel periodo, hanno operato da Piacenza. Non è ancora dato sapere quante missioni abbiano effettuato, tuttavia, in totale gli aerei SEAD italiani hanno lanciato 115 missili AGM-88 Harm.
10 Tornado IDS: missioni di supporto aereo ravvicinato (CAS), di interdizione aerea (BAI) e di ricognizione, svolgendo anche missioni "precise" con impiego di bombe a guida laser GBU-16 (Mk.83 da 500 kg con kit di guida Paveway II). 338 sortite per un totale di 1.285 ore di volo. Tra Tornado IDS ed AMX sono state impiegate ben 517 bombe Mk.82 da 250 kg, e il Tornado ha impiegato anche 79 GBU-16.
12 AMX Ghibli: da Amendola, con 252 sortite per un totale di 667 ore, condividendo col Tornado le 517 Mk.82 sopra descritte, e impiegando anche 39 bombe a guida IR Opher, di fabbricazione israeliana, e con corpo di Mk.83, da 500 kg.
2 B-707T/T: aerei convertiti in Tanker (cisterne volanti) per rifornire in volo i vari pacchetti aerei alleati, sia italiani sia di altre forze NATO. 87 sortite per 338 ore di volo, erogando circa 1 300 tonnellate di carburante.
4 AV-8B II+ Harrier: jump jet della Marina Militare Italiana in trenta sortite per 63 ore di volo, a bordo dell'incrociatore portaeromobili Garibaldi. Hanno impiegato Mk.82, ma anche missili AGM-65 "Maverick", nonché GBU-16, supportati da altri aerei per l'illuminazione laser.
Inoltre vari G.222 e C-130H italiani hanno effettuato numerose missioni di supporto tattico-logistico, per 257 sortite in totale e 419 ore di volo.
L'Esercito Italiano schierò in Puglia le batterie antiaeree del 4º Reggimento artiglieria controaerei "Peschiera", con dispiegamento basato su quattro batterie Hawk a Punta Contessa di Brindisi, Torre Veneri di Lecce, Torre Cintola di Monopoli e all'Aeroporto di Bari-Palese, che hanno contribuito ad assicurare la protezione degli aeroporti della Puglia. Circostanza che prova in modo inoppugnabile che il nostro Paese si trovò pienamente nello "Stato di Guerra" descritto dall'art. 78 della Costituzione.
L'Italia, per la partecipazione fondamentale ad "Allied Forces", ha dovuto affrontare costi particolarmente alti. Il costo delle sole missioni dell'Aeronautica Militare è stato di 65 miliardi e mezzo di lire (equivalente a quasi 34 milioni di euro), al quale va aggiunto lo schieramento navale che, oltre al Garibaldi con il suo gruppo aereo, includeva anche la fregata Zeffiro. A tutto questo bisogna aggiungere poi lo schieramento logistico in supporto alla NATO.
Il 29 marzo 1999 Il governo approvava inoltre la missione umanitaria "Arcobaleno" a favore dei soli profughi kosovari. La gestione della missione provocherà polemiche e iniziative giudiziarie, mentre durante il precedente attacco Nato furono uccisi in bombardamenti definiti errati anche numerosi kosovari in fuga.
A tutt'oggi si contesta un uso massiccio di armamenti con uranio impoverito nel bombardamento.
Il Governo D'Alema 1, oltre ai Democratici di Sinistra (oggi PD) e ai Popolari (oggi PD: tra essi vi era Enrico Letta, attuale segretario del PD e idolo della trasmissione radical Propaganda Live che ricopriva il fondamentale ruolo di Ministro per le Politiche Comunitarie e Sergio Mattarella, attuale Presidente della Repubblica, allora Vicepresidente del Consiglio) era sostenuto anche da lla seguente pattuglia parlamentare:
1) Unione Democratica 26 deputati
2) Rinnovamento Italiano 23 deputati
3) Partito dei Comunisti Italiani : 21 deputati, 2 Ministri 3 sottosegretari, tra cui il Segretario Oliviero Diliberto Ministro della Giustizia.
4) Federazione dei Verdi: 15 deputati
5) Socialisti Democratici Italiani: 8 deputati
Nessuno di questi partiti tolse la fiducia al Governo responsabile dell'attacco militare, limitandosi a richiedere pratiche di cretinismo parlamentare, volte più che altro a tacitare le rispettive basi elettorali, che però non misero mai in crisi la maggioranza di Governo.
Così, quando qualcuno parla di cose "grandi", occorre ricordare che alcune furono terribili, come i momenti che il popolo Palestinese soffre sotto le bombe di una soverchiante potenza militare ed aerea, paragonabile a quella schierata dalla Nato contro la Jugoslavia.
Così, quando qualcuno si erge a vergine e censore delle questioni internazionali e del diritto internazionale per acquistare le simpatie politiche del momento, occorre tenerne bene a mente atti ed opere.
Ghino Tacconi-Gaja, pescatore d'asterischi.
На округлом столу је поред осталог речено да, ако је Резолуција 1244 СБ УН 1999. године док је земља била под бомбама НАТО представљао максимум могућег – Резолуција 1244 данас предстаља минимум испод кога не сме да се иде у дијалогу о решењу статуса КиМ.
На скупу су говорили: Владика мохачки Исихије, др Момчило Вуксановић (председник Српског националног савјета ЦГ), Константин Затулин (посланик Државне думе Русије,који се онлајн јавио из Крима), проф. др Даница Грујичић, генерал Миломир Миладиновић (председник Клуба адмирала и генерала Србије), Никола Шаиновић, генерал Обрад Стевановић, проф. Слободан Рељић, др Небојша Вуковић (Институт за међународну политику и привреду), проф. Душан Пророковић (Институт за међународну политику и привреду), генерал Лука Кастратовић (председник Извршног одбора Клуба генерала и адмирала Србије), Раде Дробац (потпредседник Београдског форума) и Живадин Јовановић (председник Београдског форума). Скупу су присуствовали и представници Амбасаде Русије и Амбасаде Палестине.
Такође је речено да ничим не треба умањивати одговорност НАТО-а за људске жртве, разарања и за коришћење забрањеног оружја, као што су пројектили са осиромашеним уранијумом и касетне бомбе. Речено је да је то био нуклерни рат ниског интезитета.
Изнесено је мишљење да се Нови хладни рат огледа у наметнутим поделама на алијансу демократских земаља и земаља које Запад назива „ауторитарним системима“. Нови хладни рат је довео до порасти неповерења и конфронтације на глобалном плану, трке у наоружању, економског рата санкцијама и ратно-хушкачке пропаганде. Таква ситуација неминовно рађа и непредвидиве инциденте и развоје. У том смислу је наведено да НАТО лансира масовне војне вежбе, највеће по обиму од краја Другог светског рата, попут Defender Euro 21 и Defender Indo-Pacific 21, које обухватају три континента истовремено - Европу, Африку и Азију. Чини се као да неко жели да постави челични обруч око Русије и Кине.
Изражено је мишљење да Бриселски дијалог о Косову и Метохији има конструкциону грешку јер почива на фикцији о статусној неутралности ЕУ, односно Немачке. Зато су изостали резултати и изневерени интереси Србије.
На округлом столу одато је признање председнику Чешке, Милошу Земану, који се извинио због учешћа Чешке у агресији НАТО и изражено је уверење да ће то пробудити савест лидера других земаља да следе Земанов пример. Ако не сада, то се у будућности мора десити зато што није само у интересу Балкана, него и у интересу Европе како би она почела да води аутономну политику. Признање је одато и судији Приске Матимба Ијамбе из Замбије на изводеном мишљењу на пресуду Хашког трибунала генералу Ратку Младићу.
Le relazioni tra Stati Uniti e Cina tendono ormai a diventare tesisissime nel presente e nel futuro. Ma è anche dal passato che emerge un nuovo scheletro nell’armadio sul quale fino ad oggi c’era stato una sorta di accomodamento per non disturbare le relazioni tra i due paesi.
L’agenzia Nova news, riferisce che una serie di articoli recuperati dal quotidiano giapponese Nikkei getta una nuova luce sul bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado durante l’aggressione della Nato alla ex Jugoslavia nel 1999.
Gli Stati Uniti avevano sempre sostenuto che il bombardamento sull’ambasciata cinese fosse avvenuto per errore, e che le cinque bombe di precisione sganciate da un bombardiere stealth statunitense B-2 fossero destinate ad una vicina installazione industriale jugoslava.
La Cina, però, non ha mai accettato tale giustificazione, ed ha sempre sostenuto che il bombardamento, che uccise tre cittadini cinesi e ne fer’ venti, fosse stato deliberato. Il bombardamento innescò vaste proteste antiamericane in Cina e in molte città del mondo dove è presente la diaspora cinese. Anche a Roma ci fu una sorprendente e imponente manifestazione di cittadini cinesi indignati.
Secondo gli articoli rilanciati da “Nikkei”, gli Usa bombardarono l’ambasciata per distruggere i resti di un loro cacciabombardiere stealth F-117 Nighthawk abbattuto circa un mese prima dalle Forze armate serbe. L’aereo abbattuto si era schiantato su terreno rurale, e alcuni dei rottami erano stati esibiti più tardi presso il Museo dell’aria di Belgrado. Pare però che una volta venuti a conoscenza dell’abbattimento del velivolo, agenti cinesi avessero acquistato più componenti possibili dai contadini vicini al luogo dello schianto, e li avessero immagazzinati presso l’ambasciata cinese a Belgrado, in vista del loro successivo trasporto in Cina per poterne studiare la tecnologia.
Gli Usa sarebbero venuti a conoscenza della presenza dei rottami grazie al segnale radio di una delle componenti del velivolo abbattuto, e avrebbero deciso di bombardare l’ambasciata per evitare che la Cina si impadronisse di tecnologie per la realizzazione di velivoli stealth, cioè invisibili ai radar.
Ai tempi della guerra Nato contro la Serbia, il B2 della Lockheed era l’unico modello di aereo da combattimento “invisibile ai radar” al mondo. Stando alle ricostruzioni del Nikkei, però, il bombardamento Usa fu del tutto inutile: una delle cinque bombe sganciate sull’ambasciata cinese raggiunse il seminterrato dell’edificio, ma non esplose, lasciando intatti i rottami del velivolo. Gli analisti si interrogano ancora se lo studio sui resti dell’F-177 statunitense abbattuto mel 1999 in Serbia abbiano giocato un ruolo nella rapida evoluzione dell’industria aerospaziale cinese nei vent’anni successivi all’incidente.
La Cina infatti ha dedicato 10 anni a migliorare la sua tecnologia stealth per i propri aerei e ha condotto ricerche approfondite sui missili a guida laser. Un servizio dell’Associated Press del 2011 indica che la tecnologia per il caccia stealth cinese J-20 potrebbe provenire proprio dall’aereo F-117 abbattuto nel 1999, anche se il giornale cinese Global Times nega questo versione.
China embassy was bombed to destroy F-117's remains, recent articles say
JUNE 3, 2021
"Why was the Chinese embassy in Yugoslavia attacked by U.S. precision-guided bombs in 1999?" reads the headline of one.
The U.S. has always maintained that the bombing 22 years ago was an accident and that the NATO operation intended to bomb a nearby Yugoslav facility.
But what really happened that night has been a captivating topic for Chinese citizens. That such information is coming out now is a strange phenomenon, almost as if somebody is intentionally trying to reveal the secrets behind the incident.
The articles that recently surfaced dig right into the issue. The real reason the Chinese embassy was targeted was the existence of the wreckage of a U.S. stealth fighter in the embassy, the articles hint.
Just over a month before the embassy bombing, a U.S. F-117 Nighthawk stealth fighter sent over the Kosovo conflict was shot down by a Russian-made surface-to-air missile fired by the Serbia-led Yugoslavian military.
The wreckage was strewed over farmland, and some parts were later displayed at Belgrade's air museum. But Chinese agents also crisscrossed the area, buying up parts of the plane from local farmers, Adm. Davor Domazet-Loso, then military chief of staff in neighboring Croatia, told The Associated Press in 2011.
"We believe the Chinese used those materials to gain an insight into secret stealth technologies," Croatia's Domazet-Loso was quoted by AP as saying in an interview, "and to reverse-engineer them."
According to the recent Chinese articles, China asked the Yugoslavian government to share the remains of the recovered wreckage, and after consultations, succeeded in obtaining the guidance system, the stealthy main body and heat-resistant engine-nozzle parts.
Bound in secrecy, it was difficult for the Chinese to transport the treasures by sea or by air. As a result, China was left with no choice but to temporarily store them in the basement of the Chinese embassy, the articles say.
The U.S. military detected positioning signals coming from the wreckage and became aware of its new basement home, the articles continue.
After that, China spent 10 years upgrading its stealth technology and conducted in-depth research on laser-guided missiles. A 2011 AP story says that the technology for China's J-20 stealth fighter may have originated from the downed F-117 aircraft.
In the two decades since the embassy bombing, China, with a chip on its shoulder, has narrowed the gap in national power with the U.S. As evidenced by the recent meeting of top Chinese and U.S. diplomats, China has no need to fear any country as long as it has real power, the articles say.
Notably, the articles do not write in definitive terms. When it comes to the core facts, they use indirect references such as "said to be" and "the most widely supported analysis circulating on the internet."
That is likely because, if true, that the embassy was hiding sensitive material in its basement, putting the lives of embassy staff at risk, bodes ill for China's image.
Back in 2011, China's hawkish Global Times had denied the tech-theft theory.
As such, it is difficult to determine which parts of the articles are true and which are speculative. It is too early to say that the articles have revealed the truth about the 1999 incident.
Why, then, have Chinese authorities given the de facto green light?
To begin with, most Chinese have believed that the embassy bombing was deliberate. Tossing in "evidence" to that argument further highlights the past sins of the Americans and unites the people behind the Chinese government as relations deteriorate.
Secondly, Chinese authorities are apparently highlighting the exponential advancement in its military technologies since the "humiliation in Belgrade."
Both outcomes make the articles suitable content ahead of the July 1, 100th anniversary of the Chinese Communist Party's establishment.
During the 1999 anti-U.S. demonstrations, Chinese students held banners with slogans such as "Don't underestimate the Chinese people" and "China will become the world's strongest country sometime in the future."
It seemed to be a mere pipe dream at the time, but the goal is now within reach.
For China, military technologies form the core of the science and technology field.
Amid concerns about a possible supply chain disruption in the tech sector due to its confrontation with the U.S., China is clamoring for independent development of tech products that can help it march toward technological supremacy.
In its ultra-long-term plan to 2035, China seeks to catch up with the U.S. militarily as well as economically.
One day after Xi's speech, state-run China Central Television's main evening news program showed footage of J-20 stealth fighters flying in formation while the anchors discussed Xi's call for "sci-tech self-reliance and self-strengthening."
CCTV treated the J-20 as a source of national pride.
At his joint news conference with Selakovic, Wang said China's cooperation with Central and Eastern European countries "focuses on pragmatic economic and trade cooperation, which does not involve the field of defense and security."
China's cooperation with Central and Eastern European countries "has never had geostrategic intentions, and [China] has no intention of engaging in any sphere of influence," Wang said.
But when Chinese Defense Minister Wei Fenghe visited Serbia in March, he and Serbian President Aleksandar Vucic exchanged views on military cooperation. Together, they inspected a military drill by Serbian armed forces.
China and Serbia have historically had close security links. It is a relationship that has gained prominence due to the recent U.S.-China confrontation.
Now, 22 years on, the embassy bombing is not a mere piece of history but an element of today's complicated international relations ... and of China's domestic politics.
L'avvocato Srdan Aleksic, che per diversi anni si è occupato della raccolta di prove, ha affermato che ricorsi giudiziali simili saranno presentati in altre città serbe, quali Novi Sad, Kragujevac, Nis e Vranje.
Le persone colpite sono soldati e poliziotti della Repubblica di Jugoslavia che morirono o si ammalarono in servizio nel Kosovo nel 1999.
Il legale serbo nella sua opera è coadiuvato dall'avvocato italiano Angelo Fiore Tartaglia, che ha rappresentato con successo gli interessi dei soldati italiani e ha ottenuto oltre 185 decisioni giudiziarie già entrate in vigore in Europa.
Si tratta di malattie provocate dall'uso dell'uranio impoverito in militari italiani impegnati nelle missioni nei Balcani, dalla Bosnia ed Erzegovina, dove la NATO ha usato l'uranio impoverito per la prima volta, al Kosovo e Metochia.
Intervistato da Sputnik, l’avvocato Tartaglia ha detto che la sinistra europea non gli ha mai supportato, "si è avvicinata adesso”. Ma anche in Italia “ho sempre avuto lo sfavore della politica”, afferma.
La risposta della Nato?
“Non mi preoccupa molto la risposta della Nato, quanto piuttosto la risposta dei giudici. La Nato per me è semplicemente un avversario giuridico, una controparte nel processo come qualsiasi controparte.”
E altri Paesi?
"Quali altri paesi l’hanno contattata ora? Sappiamo che la Repubblica Ceca ha chiesto", chiede corrispondente di Sputnik a Tartaglia.