Calcio e politica nell’ex Jugoslavia dall’era socialista ai giorni nostri
 
 

Una passione balcanica. Calcio e politica nell’ex Jugoslavia dall’era socialista ai giorni nostri

 

17.00

 
Product ID: 7993Collana:  99Codice ISBN: 978-88-3629-134-2
Categoria: saggistica/Storia dei Balcani
Numero di pagine: 304
Data di pubblicazione: Novembre 2023
 

Descrizione

Lo sport è un fenomeno a tutto tondo, che assume dimensioni politiche, ideologiche e culturali, meritando di essere indagato alla pari di altre realtà sociali. Il calcio, in particolare, attira un’attenzione mediatica senza pari e assume valenze ideali, economiche e persino politiche che gli altri sport raramente raggiungono; è la disciplina che più si presta a divenire oggetto di analisi e ciò è vero soprattutto nel contesto politico e sociale dei Balcani. Nelle società balcaniche il calcio mantiene infatti un potenziale simbolico di primaria importanza e il mondo del tifo regionale rappresenta un terreno di indagine interessantissimo. 

Tenendo ben presenti potenzialità, confini e contesto dell’oggetto di studio, questo volume analizza la realtà storica e sociale dei paesi jugoslavi attraverso la lente degli stadi e delle curve.

Con la prefazione di Dejan Savićević

 
GIORDANO MERLICCO, dopo la laurea in Relazioni internazionali, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia. Ha insegnato in vari atenei in Italia e all’estero, dalla Sapienza di Roma all’Algeria, dal Myanmar alla Tunisia, dai Balcani a Wuhan, in Cina. Ha scritto rapporti per il Parlamento della Repubblica ed è autore di numerose pubblicazioni di storia e relazioni internazionali.  
 

Recensioni

 
 
 

Una passione balcanica

 

Recensione di un importante libro di Giordano Merlicco: “Una passione balcanica. Calcio e politica nell’ex Jugoslavia dall’era socialista ai giorni nostri.” Edizione Besa Muci.

 
Dopo che gli Europei di calcio hanno contrapposto gli Azzurri di Spalletti alla Croazia, riprendiamo tra le mani “Una passione balcanica. Calcio e politica nell’ex Jugoslavia dall’era socialista ai nostri giorni”, di Giordano Merlicco, storico, pubblicista, esperto di Balcani nonché, naturalmente, appassionato di pallone. Il libro ripercorre più di un secolo di storia balcanica attraverso il mondo del calcio; appartiene ad un genere di cerniera tra la sociologia sportiva e la storia politica. Merlicco descrive le vicende calcistiche della penisola balcanica dalla fine del dominio asburgico fino ai giorni nostri, passando per la lotta partigiana, il secondo dopoguerra, le trasformazioni degli anni 80 che preludono all’affermazione di un modello ultrà carico di implicazioni nazionaliste. Il calcio nei Balcani conserva ancora oggi un forte legame tra città, squadre e tifosi, con una ricca tradizione simbolica che trova espressione nei loghi dei club, seguiti dall’autore in tutte le loro vicissitudini storiche. Alcuni grandi momenti della storia del calcio balcanico fanno da sfondo all’intero libro. Tra questi, due episodi centrali a cavallo della dissoluzione jugoslava: la gloriosa vittoria della Coppa dei Campioni a Bari della Stella Rossa (1991), ultimo grande momento epico del calcio jugoslavo, e il famoso calcio di Boban a un poliziotto durante l’invasione di campo nella partita tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa, svoltasi poco dopo l’affermazione del movimento nazionalista croato di Tudman. Non a caso, quell’incontro è entrato nella mitologia del nazionalismo croato, pur fra una serie di manipolazioni e strumentalizzazioni minuziosamente documentate nel libro. Il tifo ultras è presentato città per città, squadra per squadra, fornendo chiavi di lettura storiche e sociologiche: dalla Torcida di Spalato, di chiara ispirazione brasiliana, ai celeberrimi Delije di Belgrado, fino ai Bad Blue Boys di Zagabria. Il movimento ultrà jugoslavo, benché tardivo rispetto al tifo organizzato europeo, cresce rapidamente, divenendo alla svolta dell’89-91 oggetto di “una battaglia per l’anima dei giovani”. Assorbendo sia la matrice inglese dello “scontro di strada” che quella italiana prettamente “coreografica”, il tifo plasma una sottocultura giovanile le cui premesse erano difficilmente rintracciabili nella Jugoslavia socialista degli anni 60 e 70. “Una passione balcanica” introduce il lettore alla comprensione delle esibizioni nazionaliste delle curve balcaniche, spiegando con dovizia di dati, documenti e interviste come le curve (in particolare serbe e croate) siano state massa di manovra al servizio di settori politici, riportando peraltro in auge un armamentario simbolico sepolto da tempo, come quello ustascia, per i croati, e quello cetnico per i serbi. I tre capitoli finali offrono uno spaccato di tre casi specifici: Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina. Impareggiabile la cronaca dei primi momenti dell’assedio di Sarajevo, in bilico tra eventi calcistici e militari. Ma a nostro giudizio è il caso croato quello più interessante. Il volume non a caso si sofferma sulla figura del presidente Tudman, tratteggiata nella sua lunga traiettoria di intersezioni tra calcio e politica, dagli esordi, come giovane generale al vertice del Partizan di Belgrado (1958-1962), fino all’ascesa al potere a Zagabria, dove si premurò subito di creare una nazionale croata, mentre ancora era viva e vegeta quella jugoslava, unica peraltro a godere del riconoscimento di UEFA e FIFA. Del resto il legame tra sport e politica non è un’esclusiva balcanica, dato che, come spiega Merlicco, esso interessa vari contesti, a cominciare dal Sudamerica, dove brillano i casi dell’Argentina al mondiale del 1978 e della guerra tra El Slavador e Honduras. In conclusione, vogliamo unirci a Dejan Savicevic, che nella prefazione spiega che “Passione balcanica” è sì un testo sullo sport, ma anche una dimostrazione della complessità delle dinamiche politiche e sociali.