Segnalazione
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A P P E L L O
Al Consiglio di Sicurezza dell’ONU Al Parlamento Europeo Al Governo italiano In vista della Riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che discuterà della Relazione del Gruppo di Contatto sulle trattative riguardanti lo "status" della regione autonoma serba del Kosovo, i
sottoscritti
esponenti, al livello della rappresentanza politica, delle istituzioni locali della città di Firenze e della Regione Toscana e/o impegnati in enti, strutture ed attività che nel nostro territorio si muovono a favore dei soggetti profughi o migranti, preoccupati si rivolgono alle istituzioni internazionali e nazionali preposte per chiedere che ogni ventilata decisione riguardante la Regione Autonoma del Kosovo, in Serbia, tenga conto dei riflessi che può sortire sia dal punto di vista della pace in quella terra balcanica già tanto martoriata, sia dal punto di vista delle ricadute sociali concrete ed immediatamente visibili sul nostro territorio. Bisogna infatti sapere che sin dall'inizio degli anni Novanta e fino ad oggi la nostra città e la nostra regione hanno vissuto in maniera diretta le conseguenze tragiche degli eventi che hanno interessato la Jugoslavia in generale e la provincia del Kosovo in particolare. Questo coinvolgimento è passato non solo attraverso alcune iniziative di solidarietà che hanno animato singoli, gruppi ed istituzioni, rivolte direttamente a quei territori, ma si è palesato anche nel massiccio afflusso di profughi che da quei territori sono venuti a cercare una vita migliore, o almeno una garanzia di sopravvivenza, in Toscana, poichè la loro stessa esistenza fisica nelle terre dove erano nati ed avevano vissuto era stata messa in discussione. In particolare, ai bombardamenti della primavera del 1999 conclusisi con la occupazione militare del territorio kosovaro da parte di forze internazionali ha fatto seguito una massiccia fuga di centinaia di migliaia di persone che hanno ritenuto in questo modo di sottrarsi alle persecuzioni di carattere etnico-razziale e politico ed alle violenze di cui si sono resi protagonisti i miliziani nazionalisti già inquadrati nell'UCK assieme agli elementi di quel potere criminale che condiziona la vita sociale ed economica del Kosovo post-jugoslavo. Tali persecuzioni e violenze si sono effettivamente protratte fino ad oggi: l'episodio più noto è quello dei pogrom del marzo 2004, ma gli omicidi e le devastazioni - contro le proprietà ma anche contro i tesori del patrimonio storico-artistico - continuano a spingere forzosamente i kosovari di etnia non albanese, oltre a tutti i kosovari non irredentisti, al di fuori e lontano dalla propria madrepatria. Nella città di Firenze e nella Regione Toscana sono arrivati esuli jugoslavi appartenenti all'una o all'altra parte sin dall'inizio del conflitto ed in particolare sin dai tempi della approvazione della Legge Amato (390/1992) che stanziava fondi proprio a questo scopo - benchè questi fondi siano stati probabilmente messi a disposizione troppo parzialmente ed episodicamente. Ricordiamo esperienze come quelle dei quartieri 4 e 5 di Firenze, in particolare nel quartiere 4 da alcuni anni sono state costruiti due villaggi, cittadelle prefabbricate dotate dei servizi essenziali, che ospitano centinaia di kosovari delle etnie oggi perseguitate - soprattutto rom ed askalija; oppure i casi, non molti ma che infondono speranza, di famiglie ritornate ad essere stanziali, sistemate in decorose abitazioni, dopo gli anni della guerra in cui erano state costrette ad un "nomadismo di ritorno". E ricordiamo i tantissimi altri kosovari anche di altre etnie - gorani, "egiziani", slavo-musulmani ("bosgnacchi"), "turchi" e serbi - che sono ospitati in molte località toscane ed italiane in condizioni spesso non altrettanto accettabili. Potremmo menzionare molti singoli casi, come quello della famiglia di 5 persone, askali provenienti da Kosovska Mitrovica, dove non potrebbero ritornare vista l'uccisione di 4 parenti nell'ambito della suddetta pulizia etnica; o il caso delle famiglie del Campo dell'"Olmatello" - definito "campo nomadi" benchè nessun “nomade” viva in questo luogo, bensì tutti ex-cittadini jugoslavi normalmente stanziali. Il problema, che è di portata internazionale, a Firenze è particolarmente grave. Una dopo l'altra, le ondate di fuggitivi si sono sovrapposte creando crescenti difficoltà di integrazione in un contesto sociale-politico nel quale, soprattutto adesso, la problematica dell'immigrazione e dei rom in particolare è agitata in senso razzista e con finalità strumentali. Rispetto alla ventilata “indipendenza” del Kosovo, riteniamo scandaloso che si debbano fronteggiare ulteriori crisi e nuovi afflussi di esseri umani in fuga dalle proprie case a cause di politiche internazionali irresponsabili, fondate su interessi egoistici e sull'ansia di dividere e spaccare secondo impossibili delimitazioni etniche paesi che erano e devono rimanere a carattere multinazionale e multiculturale. È ovvio che la proclamazione di nuove "indipendenze" nei Balcani non chiude, bensì prelude ad un ulteriore "effetto domino", viste le rivendicazioni annessioniste dell'Albania e viste le aspirazioni indipendentiste di altre comunità - ad esempio in Bosnia. Lo scorso 29 Novembre, lo stesso Parlamento italiano, con il voto di maggioranza e opposizione, ha approvato mozioni che impegnano il governo a spingere per «arrivare a una soluzione condivisa» sulla questione kosovara e a «non riconoscere un'eventuale dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte kosovara». Da parte nostra, accogliamo e sosteniamo questo impegno come condizione minimale perchè il nostro paese non si renda corresponsabile di ulteriori sanguinose spartizioni del territorio balcanico, le cui conseguenze portano la loro scìa di sangue fino in Toscana, fino a Firenze, come abbiamo già visto negli anni passati e come non vogliamo più che succeda. Firenze, 4 dicembre 2007
PRIMI FIRMATARI: ALDO MANETTI - CONS. REG. P.R.C. (PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA) MONICA SGHERRI – CONS. REG. P.R.C. CAPOGRUPPO ALESSANDRO LEONI – C.P.N. (COMITATO POLITICO NAZIONALE) P.R.C. JACOPO BORSI – CONS. P.R.C. FIRENZE QUART. 5 SANDRO TARGETTI – CONS. PROV. FIRENZE- CAPOGRUPPO P.R.C. LORENZO MARZULLO – PRES. COMMSSIONE PACE COMUNE DI FIRENZE MARIO LUPI – CONS. REG. CAPOGRUPPO VERDI PER L’UNIONE MAURO ROMANELLI – PORTAVOCE FEDERAZIONE VERDI DELLA TOSCANA STEFANO BARBIERI – UFFICIO STAMPA VERDI REGIONE TOSCANA LUCA RAGAZZO – CONS. PROV. CAPOGRUPPO VERDI PROV. FIRENZE DUCCIO BRACCALONI – PORTAVOCE COMUNE VERDI FIRENZE ALESSIA PETRAGLIA – CONS. REG. S.D. (SINISTRA DEMOCRATICA) GIOVANNINI BRUNA – CONS. REG. S.D. SILIANO MOLLITTI – COORDINAMENTO FIORENTINO S.D. ROBERTO PASSINI – COORDINAMENTO TOSCANO S.D. MARCO MONTEMAGNI – CONS. REG. P.D.C.I. (PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI) MAURO LENZI – SEGR. REGIONE TOSCANA P.R.C. PAOLO FATTORI – CONS. COMUNALE PRATO P.R.C. IVAN PAVICEVAC – PRES. COORDINAMENTO NAZ. PER LA JUGOSLAVIA ANDREA MARTOCCHIA – COORDINAMENTO NAZ. PER LA JUGOSLAVIA PAOLA CECCHI – COORDINAMENTO NAZ. PER LA JUGOSLAVIA BIANCA LA PENNA – OPERA NOMADI – FIRENZE MICHELA ANDREUCCI – PRES. OPERA NOMADI PISA ALBERTO TAROZZI - SOCIOLOGO, UNIV. DEL MOLISE PER ADESIONI E INFORMAZIONI : ALESSANDRO LEONI : tel. 055-2387218 CONSIGLIO REGIONE TOSCANA UFFICIO PRESIDENZA – QUESTORE VIA CAVOUR, 4 50129 FIRENZE E-MAIL : a.leoni@consiglio.regione.toscana.it PAOLA CECCHI : cell. 347-1380980 e-mail: ristori@tin.it APPEAL
To the United Nations' Security Council To the European Parliament To the Italian Government In view of the U.N. Security Council meeting that will discuss the Contact Group results on the status of the autonomous Serbian region of Kosovo, the undersigned spokespeople, as political representatives, of the city of Florence local offices and of the Region of Tuscany, and people engaged in activities to promote the well-being, safety and future lives of refugees and immigrants within our region, ask to international and national institutions that every decision, no matter how small, regarding the Autonomous Region of Kosovo, in Serbia, take into basic account a genuine, real and permanent peace in that land already so martyred by the violence, and that every decision also take into account the real, visible social effects to be directly experienced on our territory. It’s important to know that from the beginning of 1990’s to today our city and our region have been directly impacted by the tragic consequences of the general events in Yugoslavia and in the province of Kosovo in particular. Our involvement has not only been throught the initiatives of solidarity and assistance by individuals, groups and institutions towards those lands, but also through the large number of refugees who sought safety and survival among us in Tuscany, since their lives couldn’t be safe in their native land. 1999 spring bombings particularly and following military occupation by international forces gave impetus to a massive flight of hundreds of thousand people who chose to flee racial and political persecution and to escape the violence of “UCK” militant nationalists and of criminal elements - now heavily affecting the social and economic landscape of post-yugoslav Kosovo. These persecutions and violence continue today. One noteable example is that of March, 2004, murders as well as violent attacks - not only against properties but also against artistic and historic treasures – continue to force many non-Albanians or simple non-nationalists, freedom-seeking Kosovans, to leave and to seek for safety far away from their homeland. Since the beginning of the conflict and especially since the time of Amato’s Law 390/1992 which alloted funds for the Yugoslavia refugees, exiles from all corners of that country arrived to Florence and Tuscany. That money may have been distributed in such an irregular manner that the exiles found help hard to get. As examples, let's mention the cases of Florence' Zones 4 and 5. Specifically in Zone 4, for quite a few years now, there have been two villages with prefab buildings and essential services for hundreds of persecuted Kosovans, especially Romas and Askalijas. The buildings and services are in need of repair. Many other Kosovans belonging to these and other ethnic groups - such as Gorani, “Egyptians”, Muslim Slavs, Turks and Serbs - are living in various sites throughout Tuscany, often substandard. With time passing, some Kosovan families were able to move from such temporary camps to permanent housing in our area. These houses provide the security parents need to raise their families in peace and for a productive future. These fortunate people can offer hope to the others, after years of attempts to resettle in a war free zone. We can mention many individual cases. For instance, there is a family of 5 who are Askalijas from the area of Kosovska Mitrovica. They are unable to return, since 4 relatives of theirs were killed in the ethnic cleansing that occurred. Another example is a family from the Olmatello Camp, otherwise known as "nomad camp", who have been labeled "nomads" although these people are ex-Yugoslav citizens who used to live sedentarily in small neighbourhoods. This, an international problem, is especially serious in Florence. One wave of refugees after another created increasing difficulty for integration in a social context that is highlighted today by strong immigration rates, in particular Rom immigration, and agitated through open racism for wretched political purposes. Regarding the announced “independence” of Kosovo, in our opinion it is a scandal that new crises causing once more human beings to escape from their homes should be faced. This may happen anew because of such irresponsible international policies, based on egoistic interests and the anxiety to crack countries - that had and cannot but preserve a multinational and multicultural character - by dividing them along senseless ethnic borders. Obviously, the proclamation of new “independences” in the Balkans will not close, but rather start “domino”-like processes, as easy to foresee given the Albanian annexionism and the secessionist aspirations of other communities - for example in Bosnia. November 29, 2007, with the bipartizan vote of majority and opposition, the Italian Parliament itself approved declarations which engage the Government to make all possible efforts in order “to promote a shared solution” on the Kosovo issue and “not to recognize any unilateral declaration of independence from Kosovan side”. We also support this engagement as the least condition, so that our country will not support further bloody partitions of the Balkan territory: to avoid that new blood is spread around, until Tuscany, until Florence, as we already saw in the past years, as we do not want to happen any more. FIRENZE, 4 december 2007 ENDORSERS: ALDO MANETTI - REGION TUSCANY COUN. P.R.C. (PARTY OF RIF. COMMUNIST) MONICA SGHERRI – REGION TUSCANY COUN.LEADER P.R.C. ALESSANDRO LEONI – C.P.N. (COMM. POL. NATIONAL) P.R.C. JACOPO BORSI – COUN. P.R.C. FIRENZE QUART. 5 SANDRO TARGETTI – COUN. PROV. FIRENZE- LEADER P.R.C. LORENZO MARZULLO – PRES. PEACE COMM. FIRENZE MARIO LUPI – REGION TUSCANY COUN. LEADER GREEN FOR UNION MAURO ROMANELLI – SPOKESMAN FED. GREEN OF TUSCANY STEFANO BARBIERI – OFF. PRESS GREEN REGION TUSCANY LUCA RAGAZZO – COUN. PROV. FIRENZE- LEADER GREEN DUCCIO BRACCALONI – SPOKESMAN OF FIRENZE GREEN ALESSIA PETRAGLIA –. REGION TUSCANY COUN. S.D. (DEMOCRATIC LEFT) GIOVANNINI BRUNA – . REGION TUSCANY COUN. S.D. SILIANO MOLLITTI – COORD. FIORENTINO S.D. ROBERTO PASSINI – COORD. TUSCANY S.D. MARCO MONTEMAGNI-.- REGION TUSCANY COUN. P.D.C.I. (PARTY OF ITALIAN COMMUNIST) MAURO LENZI – REGION TUSCANY SECR. P.R.C. PAOLO FATTORI – TOWN COUN. PRATO P.R.C. IVAN PAVICEVAC – PRES. COORDINATION NAT. FOR THE JUGOSLAVIA ANDREA MARTOCCHIA – COORDINATION NAT. FOR THE JUGOSLAVIA PAOLA CECCHI – COORDINATION NAT. FOR THE JUGOSLAVIA BIANCA LA PENNA – OPERA NOMADI - FIRENZE MICHELA ANDREUCCI – PRES. OPERA NOMADI PISA ALBERTO TAROZZI – UNIVERSITY MOLISE FOR ADHESION AND INFORMATION: ALESSANDRO LEONI : tel. 0039- 055-2387218 CONSIGLIO REGIONE TOSCANA UFFICIO PRESIDENZA – QUESTORE VIA CAVOUR, 4 50129 FIRENZE - ITALY E-MAIL : a.leoni@consiglio.regione.toscana.it PAOLA CECCHI : cell. 0039 -347-1380980 e-mail: ristori@tin.it Da: Leoni Alessandro Inviato: giovedì 6 dicembre 2007 18.07 Oggetto: COMUNICATO STAMPA su APPELLO per Kosovo Firenze, 6/12/2007 Agli organi d’informazione e stampa COMUNICATO STAMPA I seguenti firmatari dell’ “Appello sulla questione Kosovo in vista della riunione del Consiglio di Sicurezza delle N.U.” : Paola Cecchi, Stefano Barbieri ( VERDI ), Aldo Manetti ( PRC ), Alessandro Leoni (PRC), Mario Lupi hanno incontrato i giornalisti nella Sala stampa del CRT. L’incontro ha permesso di specificare le motivazioni dell’Appello stesso che sta riscuotendo, fra l’altro, particolari consensi anche a livello parlamentare. Si è sottolineato come al timore di una nuova crisi internazionale derivata da eventuali precipitazioni unilaterali, quali, ad esempio, la “proclamazione dell’indipendenza” da parte kosovara si aggiunge l’altrettanto grave considerazione sugli effetti sociali che il riaccendersi del conflitto comporterebbe. Come ha specificato Paola Cecchi ciò che è avvenuto, in queste ore, nella nostra città cioè l’abbattimento, manu militari, dei “ricoveri di fortuna” proprio dei profughi, vittime dell’aggressione NATO del 1999, testimonia il cinismo della politica internazionale “occidentale” che prima crea le condizioni delle varie ondate migratorie ( appunto con guerre e saccheggio delle risorse naturali economiche dei paesi in via di sviluppo ) e poi alimenta il risentimento xenofobo della popolazione locale sulla quale ricadono, effettivamente, le conseguenze della crisi economica. Mario LUPI ( Capogruppo VERDI in CRT ), Aldo MANETTI ( consigliere regionale PRC ), Paola CECCHI ( Coord. per la Jugoslavia ), Stefano BARBIERI ( VERDI ), Alessandro LEONI ( Segreteria region. toscana PRC ) ---
Messaggio di saluto per la conferenza stampa
Mi scuso per non potere intervenire direttamente a questa conferenza stampa. Mi preme sottolineare l'importanza di questa iniziativa dell'Appello, che è forse la prima in assoluto ad essere presa in Italia, dopo più 8 anni dalla occupazione militare del Kosovo, per porre ufficialmente il problema dei profughi kosovari vittime della persecuzione politica e dell'apartheid praticati in Kosovo dal giugno 1999 in poi. Questi profughi, diversamente da quelli strumentalizzati e vezzeggiati ai tempi della famigerata "Missione Arcobaleno", hanno usufruito di pochissimi aiuti e non hanno prospettive ne' di rientro in Kosovo, visto il regime che lì è stato instaurato, ne' di inserimento in Italia, vista la violenta campagna razzista in corso nel nostro paese. Essi incarnano la coscienza sporca di chi ha voluto quella "guerra umanitaria". È importante che ogni soluzione veramente condivisa per il problema del Kosovo e dei Balcani passi anche attraverso di loro, cioè attraverso le loro necessità ed attraverso le loro speranze. Buon lavoro Per il CNJ
ONLUS
Il segretario Andrea Martocchia ---
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Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus
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