Riportiamo l'articolo di Patrizia
Raveggi apparso il 18 aprile 2022 sul
periodico online dell'ANPI "Patria Indipendente"
Pavel Rušt, eroe sloveno. Dal monte Nanos a Forte
Bravetta
Vipava č un paesino della Primorska, il litorale
sloveno: dietro la piazza principale si vedono gli altopiani
carsici del fiume che dŕ il nome a tutta la valle, uno spiazzo
sovrastato da una ripida erta quasi montana e incastrato tra
rocce coperte di muschio. Davanti si allarga una laguna a
colori marezzati, cangianti, frequentata da germani reali. La
piazza principale del paesino, un tempo fiorente centro di
commerciale, č adiacente al Parco Barocco completato nel 1702
per volere della nobile famiglia Lanthieri, da cui erano stati
in visita – tra gli altri il papa Pio VI, l’imperatore
Leopoldo I e l’imperatore Carlo VI, Carlo Goldoni e la
pittrice Rosalba Carriera.
C’č un’altra piazza con edifici settecenteschi, che č il vero
cuore della cittadina, dove si respira un’atmosfera di grazia
appartata e molto urbana. Č intitolata a Pavel Rušt e in
questo 2022 vorrei richiamare alla memoria proprio la vicenda
di Pavel Rušt, l’eroe partigiano ricordato nella toponomastica
cittadina.
Pavel nasce suddito austriaco nel 1909 da una famiglia di
piccoli contadini a Gradišče, frazione di Vipava. Il
territorio dopo la Prima guerra mondiale, con il Trattato di
Rapallo viene annesso al Regno d’Italia.
A Vipava italianizzata Vipacco, Pavel frequenta la scuola
dell’obbligo. Cresce perň privato dei diritti fino a poco
tempo prima garantiti dall’Austria alle varie nazionalitŕ, i
cognomi cambiati d’autoritŕ, abolite scuole e lingua slovena,
soppressa ogni associazione. Piů tardi si sposta poi a Roma
per prestare diciotto mesi di servizio militare come
granatiere.
Persi entrambi i genitori, nel 1941 entra nel Movimento di
liberazione nazionale sloveno, ignorando la chiamata alle armi
dell’Esercito italiano. Audace, possente e di grande
inventiva, ben presto č a capo di una propria brigata e, tra
le tante azioni cui prende parte, resta epica la battaglia del
monte Nanos (monte Re in italiano), il 18 aprile 1942.
Pavel Rušt e i suoi uomini vengono circondati a quota 887
metri. Una sparuta compagnia di meno di 60 uomini contro piů
di 800 soldati organizzati. Gli scontri durano oltre otto ore
e riportano un bilancio tragico: dieci partigiani cadono
durante i combattimenti, undici vengono catturati e nove
fucilati in seguito, mentre gli altri riescono a sfuggire
all’accerchiamento, coperti dalla mitragliatrice che nelle
mani del leggendario comandante Pavel Rušt per quattordici
volte respinge gli attacchi. Fino all’esaurimento delle
munizioni, almeno: i pochi rimasti sono quindi costretti alla
ritirata e riescono a nascondersi in una grotta. Ma anche quel
rifugio viene scoperto e colpito dal nemico: per diverso tempo
Pavel (riportando ferite profonde alle mani) riesce
raccogliere le bombe e rilanciarle contro i fascisti, ma
nonostante i grandi sforzi alla fine la compagnia viene
sopraffatta.
Dopo la cattura, i sopravvissuti sono tradotti a Roma, a
Regina Coeli. Torturato, Pavel non rivela nulla, il Tribunale
speciale per la difesa dello Stato condanna a morte lui e
altri partigiani del gruppo “Fratelli Maslo”, alcuni in
contumacia.
La
sentenza viene eseguita a Forte Bravetta, tristemente
nota fabbrica di morte del fascismo. Il 26 giugno 1942
alle 6 del mattino Pavel Rušt, Anton Bele, Ivan Cekada,
Viljem Dolgan, Leopold Frank, Joze Hreščak, Karlo Kaluza,
Franc Srebot e Franc Vičič sono fucilati. Pavel Rušt č
sepolto nel cimitero del Verano
[trattasi di uno
tra i molti resti non identificati, ndr]; le
sue gesta restano una leggenda in tutto il litorale sloveno e
la sua figura ricordata ogni anno nelle commemorazioni del 18
aprile.
Nel 2019, le celebrazioni nell’anniversario della battaglia
sono state particolarmente solenni, con l’inno Sollevazione
del Litorale cantato in apertura dal Coro di voci
maschili Srečko Kosovel di Ajdovščina, accompagnato
dall’orchestra dell’esercito sloveno.
Inno detto Della Sollevazione del Litorale [Vstala Primorska, ndr]:
Un tempo come una
malattia soffocavamo in noi stessi/l’umiliazione, il
dolore,/sopprimevamo il grido di vendetta sulle nostre
labbra/lo seppellivamo nel profondo del cuore./Ma guarda,
č calata una tempesta troppo forte,/ha strappato le catene
come ragnatele,/il bagliore di un nuovo giorno splende di
nuovo/fino alle ultime case della Primorska./le
mitragliatrici hanno cantato la loro canzone,/l’aria č
scossa dal rombo dei cannoni,/le vaste pianure in
fiamme,/il grido di libertŕ echeggia dai boschi/Ti sei
sollevata oh Primorska a nuova vita,/a testa alta marci
verso i tempi nuovi!/Lotte, umiliazioni, vittorie,
sofferenze/in essi il tuo volto trovato hai vero.
Nelle descrizioni delle battaglie cui prese parte Pavel, ho
ritrovato tratti e dettagli che mi hanno riportata all’epopea
partigiana di Minuetto per chitarra (l’autrice di
questo articolo č anche la traduttrice dell’edizione del libro
pubblicata da Voland nel 2019), opera biografica in cui un
altro partigiano sloveno, lo scrittore Vitomil Zupan, racconta
la sua esperienza resistenziale. Le bombe a mano rilanciate
contro il nemico, la grotta come rifugio, gli attacchi
(multipli) respinti, il disperdersi e il ritrovarsi dei
combattenti, la volontŕ di proteggere i feriti (non importa se
a rischio della propria vita) sono solo alcuni degli elementi
che accomunano i due partigiani.
I fratelli e le sorelle di Pavel dopo la sua cattura
emigrarono tutti in Belgio. Intanto, la casa di famiglia,
costruita nella zona piů povera, fredda e umida di Gradišče,
va lentamente in rovina, ma su una porta di legno spicca
ancora la scritta OF, Fronte di Liberazione. Il Comune di
Vipava/Vipacco non esclude la possibilitŕ di restaurare la
casa e trasformarla in museo della liberazione. Quest’anno
l’ottantesimo della battaglia verrŕ solennemente ricordato il
27 aprile a Boben, proprio a quota 887, sul monte Nanos.
Patrizia Raveggi
18 aprile 2022
Ultimo aggiornamento di
questa pagina: 13
maggio 2022
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