JUGOSLAVI IN PUGLIA: IL CONTESTO STORICO
Questa sezione è stata redatta
da Gaetano Colantuono
Questa
documentazione
fotografica
sulle spedizioni delle prime tre Prekomorske Brigade è
tratta da Scotti 1974
Il recente volume
di Giacomo Scotti, Il
bosco dopo il mare (Scotti 2009), fornisce alcuni
elementi ulteriori di ricostruzione.
La prima
tappa per gli jugoslavi era costituita dall’arrivo a
Bari, presso il campo della frazione Carbonara. Lì
coesistevano, in modo non sempre pacifico, simpatizzanti
cetnizi e volontari partigiani: la guardia era affidata
agli inglesi (tratto ricorrente).
Già in questa prima fase emersero alcune personalità, in
parte già note altre richiamate dal libro (il col. Stane Bobnar ed
altri).
Poi si ebbe il trasferimento dell’intero settore
partigiano a Gravina,
per separarlo dai cetnizi; i rapporti con gli inglesi
non furono inizialmente pacifici. A questo punto si
realizzò l’ospedale partigiano di Grumo Appula.
---
L'ex senatore e ora presidente dell'ANPI di Bolzano
Lionello Bertoldi ci segnala la vicenda di Costantino Marzari,
già fuochista della Marina Militare, che dopo l'8
Settembre da Brindisi "con uno di Brescia" raggiunse "a
piedi Gravina di Puglia. Qui vi era un campo di
prigionieri iugoslavi, che si erano organizzati per
tornare a combattere i nazisti: di dove sei? Sono di
Rovigo. Ah sei di Rovigno: arruolato nella Dobromoska
Brigada [leggi: Prekomorska Brigada]. In
diversi italiani a bordo di una vedetta inglese
risalimmo [è lo stesso Marzari che parla] l’Adriatico sino a
Lissa. In più di cento italiani formammo il battaglione Gramsci,
con la nostra bandiera italiana e la stella rossa al
centro, al posto dello scudo sabaudo. Comandante era un
ex caporale di Gallarate, Marsagalli Renato, e Ivan Rakić era il
commissario. Fummo però ben presto divisi ed anche la
bandiera sparì durante le varie azioni sino a Dubrovnik.
Rientrai in Italia dopo l’11 aprile 1945." [fonte: Patria indipendente,
15 giugno 2003]
LUOGHI E VICENDE
Questa sezione è stata redatta
da Gaetano Colantuono
[p.226ss.:] Quello che segue è un
primo inventario della presenza jugoslava in Puglia
nel corso della II Guerra Mondiale, che abbiamo potuto
stilare essenzialmente sulla base di precedenti studi,
di ambito jugoslavo o regionale. Esso non ha dunque
pretese di completezza, ma rappresenta piuttosto un
invito a nuove ricerche di storia locale
contemporanea.
Manfredonia.
Sede di un contingente militare. Nel
campo di addestramento furono ospitati reparti
femminili.
San Ferdinando di Puglia.
Sede di un ospedale per ammalati tisici.
Andria.
Sede di ospedali.
Bari.
Fu sede di una base dell’EPLJ. Costituita già il 2
ottobre 1943, questa base ebbe come sistemazione prima
su una nave piroscafo, la Bakar, poi in un
edificio nella centrale via de Rossi. A questa
missione militare erano affidati anche alcuni compiti
delicati, come quelli di collaborazione con gli
Alleati e di liberazione dei connazionali, oltre
ovviamente a estendere l’influenza dell’EPLJ, a
discapito di altre correnti politiche, fra gli
jugoslavi e gli altri profughi presenti. La base
barese sarà trasferita a Spalato in seguito alla
liberazione della città dalmata.
Barletta.
Sede di un contingente militare e di un ospedale.
In una sezione del cimitero comunale troverà spazio,
nei primi anni Settanta, un
apposito spazio monumentale destinato ad Ossario
jugoslavo, dove verranno raccolti i resti di oltre
ottocento partigiani slavi. [...] Negli stessi anni
Barletta ha siglato un gemellaggio con la cittadina di
Herceg Novi; diverse iniziative hanno sottolineato
l’amicizia ed in particolare il legame tra l’Archivio
della Resistenza e della Memoria di Barletta e i
veterani montenegrini, tra i quali qualcuno ha ancora
memoria positiva delle cure ricevute, in tempo di
guerra, nell’ospedale militare “Raffaele Musti”.
Carbonara (frazione di Bari).
Un campo profughi fu allestito in contrada Torre
Tresca (Carbonara), già campo di internamento per
prigionieri di guerra. Il campo di Carbonara divenne
un centro di arruolamento della Resistenza jugoslava:
qui si costituì (20 ottobre 1943) la I Brigata
d’Oltremare, al cui interno era attivo un Plotone
Speciale Ebraico. Questa si imbarcherà per combattere
a fianco dell’esercito guidato da Tito (EPLJ) nel mese
successivo. [...]
[p.227:] Gravina di Puglia.
Un
rilevante luogo di sistemazione per gli jugoslavi
che intendevano aderire alla lotta partigiana fu
Gravina di Puglia, dove avveniva l’addestramento
militare e furono istituiti corsi tecnici per
determinate figure militari. Qui infatti si
costituirono (a partire dal dicembre ’43 al febbraio
’44) tre brigate partigiane [...]
Di seguito
l'immagine aerea del sito ove sorgeva il campo
militare del NOVJ (EPLJ) tra Gravina e Altamura:
Visualizzazione
ingrandita della mappa
SI VEDA LA PAGINA
DEDICATA SUL SITO JUGOCOORD: Una base dell'esercito partigiano
jugoslavo a Gravina-Altamura
Il 15.1.2024 RAI
Storia ha trasmesso in anteprima il documentario,
disponibile anche su RAI Play: Gli uomini
di Altamura. Memorie da un campo di prigionia
(St 2024, 51 min).
Esso è dedicato all'ex Campo
di concentramento n.65 "di Gravina", che dopo l'8
Settembre 1943 fu per più di un anno destinato alla
accoglienza, all'addestramento e all'arruolamento di
antifascisti e partigiani, jugoslavi ma anche italiani, a
cura dell'Esercito Popolare di Liberazione della
Jugoslavia (NOVJ): il tema è toccato nel documentario
a partire dal minuto 23. Commenti e aggiornamenti su FB
[...] Trascrizione di
un'epigrafe del comune di Gravina di Puglia attestante il
ricordo della presenza jugoslava, che è
collocata all'ospedale
di Gravina (segnalazione di Milena Fiore):
LA CITTÀ DI GRAVINA
AI VALOROSI PARTIGIANI
DELLA REPUBBLICA FEDERATIVA
SOCIALISTA DELLA IUGOSLAVIA
- PER LA GENEROSA OPERA
DI ASSISTENZA MEDICA
PROFUSA AL POPOLO
NEL 1944-’45
DURANTE LA PERMANENZA
IN QUESTA TERRA
- E PER IL RICONOSCIMENTO
DEL SENSO
DI CORDIALE OSPITALITÀ
CON CUI LA POPOLAZIONE
DI GRAVINA LA RICAMBIÒ
ADDÌ 25 APRILE 1977.
|
Le
due foto dell'epigrafe di Gravina sono state fornite da
Milena Fiore.
[p.228:] Grumo Appula.
[...] L’edificio
scolastico conserva una memoria epigrafica di questa fase
come ospedale partigiano. Si tratta di un’iscrizione,
apposta nel 1977 nell’atrio interno dell’ingresso
principale dell’attuale scuola, attestante anche la
prosecuzione delle sue funzioni per il 1945.
La lapide nell'ex
ospedale di Grumo Appula (oggi Scuola elementare «G.
Devitofrancesco») recita:
A RICORDO DEL CONTRIBUTO
DATO DA QUESTO LUOGO ALLORA OSPEDALE
AI PARTIGIANI IUGOSLAVI
DAL 1944 AL 1945
GRUMO 25 APRILE 1977
|
Foto d'epoca
imprecisata dell'edificio scolastico di Grumo
Appula (attualmente scuola elementare
"Devitofrancesco") utilizzato come ospedale EPLJ
nel 1944 (fonte: Sirago
2006)
Un ulteriore ricordo della presenza partigiana è
conservato nel cimitero comunale, il cui ingresso ha
infatti ospitato le sepolture scavate nel suolo di
numerosi jugoslavi, precisamente nella zona antistante la
cappella cimiteriale (attualmente, dopo l’esumazione delle
salme, l’area si presenta in forma di prato). Sulle
sepolture, in numero elevato, erano collocate croci
bianche. Una particolare usanza funeraria ha colpito la
curiosità locale ed è ricordata da testimonianze
recentemente raccolte: i tre spari in alto, in occasione
di ogni sepoltura.
Al termine della guerra, in questo luogo venne apposto un
monumento commemorativo, ancora presente, che riporta la
data 29-XI-1945. Si tratta di un cippo in pietra a
sviluppo verticale (per un’altezza totale pari a due
metri) costituito da più livelli e circondato da un basso
recinto quadrato (m 3 x 3) in cemento aperto sulla parte
anteriore. Su una base quadrangolare (1.10 m per lato) si
poggia un secondo livello, anch’esso quadrangolare (cm 52
di lunghezza x 65 di larghezza x 84 di altezza), sulla
quale si solleva una porzione centrale che presenta tre
facciate inscritte (cm 52 di larghezza, m 1, 08 di
altezza). Le tre steli sono sormontate da altrettanti
timpani che formano un ulteriore livello (cm 40 di
altezza), al cui centro erano apposte le stelle a cinque
punte (ne rimane integra solo una, quella frontale, mentre
delle altre restano ben visibili i fori d’attacco). Alla
sommità del monumento è sormontata da una croce latina. Su
ciascuna delle tre facciate mediane del cippo è apposta
un’iscrizione di lingua serbo-croata in caratteri latini,
al cui vertice, come detto, si presenta una stella.
Nella stele del
cimitero di Grumo Appula si evidenzia un elemento
peculiare, per presenza al contempo di una croce e delle
stelle a cinque punte, mentre nei restanti monumenti ai
partigiani in Jugoslavia non si trovano in genere
simboli religiosi. Parrebbe, pertanto, un caso di
sincretismo, per di più raro in un contesto di sepolture
collettive, dal momento che accanto a partigiani
cristiani (nelle varie confessioni), ve n'erano anche di
musulmani e non appartenenti a nessuna confessione
religiosa; in realtà, il legame fra partigiani jugoslavi
e presenza religiosa (nello specifico, cattolica) non
costituisce un unicum in assoluto. Anche in Salento, a
Leuca, la presenza dei soldati slavi si lega alla
presenza di "propri" sacerdoti (comunque slavi e
congiunti con gli altri). A ciò si aggiunga che la
stella era simbolo non specificamente politico-marxista
ma della nuova Jugoslavia e in ciò non in chiara
antitesi con la croce sommitale. Tale croce può essere
considerata, in via ipotetica, anche una traccia della
composizione prevalente fra quei partigiani, ossia
cristiana, di stanza nell’ospedale grumese.
PALIM
HEROJIMA
U NARODNO OSLOBODILAČKOJ BORBI
PROTIV FAŠISTIČKIH OKUPATORA
ZAHVALNA DOMOVINA
29-XI-1945
|
Agli eroi caduti
nella Lotta Popolare di Liberazione
contro gli occupatori fascisti
la Patria riconoscente
29 novembre 1945 |
ŽIVOT
MLADOST
NE ŽALIMO MI
AL FAŠISTE PROTJERAT
SMO SE ZAKLELI |
La
vita,
la gioventù
non rimpiangiamo
di cacciare l'invasore
abbiamo giurato |
PADOSTE
ŽRTVOM
DADOSTE SVE
KRV ŽIVOT MLADOST
RADI
SLOBODE
|
Cadeste
come vittime
offriste tutto
sangue vita gioventù
per il bene
della libertà |
Accurate si presentano tanto l’impaginazione quanto
l’incisione dei testi, come attesta la presenza dei segni
diacritici ignoti all’italiano, segno probabilmente di
un’esecuzione affidata ad un esperto lapicida slavo. Il
testo, a sua volta, si presenta notevolmente connotato in
senso retorico, anzi si configura come un componimento
poetico soprattutto per la seconda facciata: il registro
letterario, anziché quello della lingua parlata, è
comprovato dal tono commosso ed elevato, nonché da figure
retoriche, quali l’anastrofe e la climax, impiegate. La data apposta
sull'epigrafe - 29 Novembre - è la data celebrativa
della Giornata della Repubblica, festa nazionale nella
della Jugoslavia socialista che proprio il 29 novembre
del 1943 era stata fondata al convegno di Jajce:
dettaglio che aggiunge un ulteriore significato
celebrativo al testo scolpito.
I resti dei soldati jugoslavi sepolti a Grumo Appula
furono successivamente traslati nel cimitero di Barletta.
La stele al cimitero di
Grumo.
Nel
seguito, altre foto della stele al cimitero di Grumo:
Nel
corso di nostre ricerche nel fondo d'archivio dell'ex
partigiano, ufficiale della JNA e storico militare Jovan
"Lola" Vujošević – che fu Capo e coordinatore della
missione del Segretariato Federativo per il lavoro e la
politica sociale della RFSJ dedicata all'erezione dei
monumenti-sacrari agli jugoslavi caduti morti e
scomparsi nel territorio della Repubblica Italiana (si
veda ad es. in
merito ai lavori per l'erenzione del Sacrario di
Sansepolcro) – abbiamo reperito un elenco degli
jugoslavi sepolti a Grumo Appula. L'elenco è in due
copie, di cui una riportante aggiunte e appunti scritti
a mano:
ELENCO MILITARI JUGOSLAVI INUMATI A GRUMO APPULA (fonte:
DACG Podgorica, fondo "Lola" Vujošević, b.18 f.
azzurro), scarica il PDF: versione "pulita" /
versione con
appunti a mano
[p.230ss.:]
Modugno.
Sede
di un primo ospedale per jugoslavi, successivamente
trasferito nella vicina Grumo Appula.
Monopoli.
Sede di una base militare con compiti navali e logistici.
Terlizzi.
Sede di un contingente militare.
Trani.
Sede di un contingente militare e di un ospedale.
SALENTO
Eric
Gobetti ci trasmette questa fotografia, scattata
probabilmente a Savelletri o a Carovigno cioè in uno dei
campi predisposti per le attività di addestramento e
operative dell'aviazione della NOVJ. Almeno uno tra i
personaggi raffigurati è italiano: si tratta di un
giovane volontario che scelse di partecipare con gli
jugoslavi alla Resistenza oltre Adriatico.
Se qualcuno riconosce le persone ritratte o la
circostanza in cui fu scattata la fotografia
è pregato di contattarci: partigiani7maggio
@ tiscali.it
27.5.2020: Giacomo Scotti ci informa che "il
secondo dei due seduti sull'ala del velivolo è il
tenente pilota LUIGI RUGI al quale ho dedicato il volume IL PARTIGIANO DEL CIELO" (Scotti
2004). Questo elemento corrobora la tesi che
l'aereoporto in questione sia quello di Carovigno:
Carovigno.
Il campo di addestramento fu sede di corsi per piloti.
Castro.
Sede di un contingente militare. È attestato un campo di
formazione battaglioni. ((De
Paz 1944.))
Grottaglie.
Sede di un ospedale.
Lecce.
Sede di un ospedale.
Maglie.
Sede di un ospedale.
L'immagine (fonte: Claudio
Taccioli) raffigura una stele bilingue collocata
nel cimitero di Maglie (LE), che nella versione
italiana recita:
IL POPOLO CHE I
MORTI RISPETTA SUL PASSATO FONDA L'AVVENIRE
DIVELTI DALLA TERRA NATALE QUI ALL'ESTERO RIPOSANO I
NOSTRI FIGLI
OLOCAUSTO PER LA LIBERTA' DELLA NOSTRA STRAZIATA
JUGOSLAVIA
Mesagne.
Sede di un contingente militare.
Savelletri (frazione di Fasano).
Il campo di addestramento fu sede di corsi di lingua
inglese e di conferenze politiche.
Santa Maria di Leuca.
La presenza di una colonia di profughi dalla Jugoslavia
(dagli inizi del ’44) e di un connesso comando partigiano
è documentata dalla Cronaca del convento e parrocchia
Cristo Re di Marina di Leuca, del sacerdote Anselmo
Raguso.
Taranto.
Già nel settembre ’43 fu allestito un campo profughi alla
periferia di Taranto, gestito dall’AMGOT. Nella stessa
città fu attivato anche un ospedale per jugoslavi.
ALTRE LOCALITÀ
L'arch. Aldo Summa ci segnala che in Bistarelli 1996
è attestata l'esistenza di ulteriori basi di
rappresentanza, raccolta, reclutamento e addestramento
gestite dagli jugoslavi:
[Tra i comandi militari jugoslavi, sia
partigiani che del Governo reale] particolare
importanza hanno il “Comando stella rossa” ed il
“Comando della Real Marina jugoslava” a Bari,
nonché l’Ufficio dei partigiani e quello della Real
marina jugoslava a Taranto, il primo in via Ciro
Giovinazzi 20, il secondo in Corso Umberto 199. I [campi
di concentramento e di raccolta] sono invece di
due tipi, campi di concentramento e lavoro e
ospedali/sanatori. Queste strutture sono situate a
Monopoli (“cittadina in cui risiedono migliaia di
partigiani ed il cui porto serve praticamente solo
alle piccole unità jugoslave”), Altamura,
Bitritto,
Mola,
Maruggio,
Oria,
Aversa [in Campania?], Torre
Tresca [Carbonara], Bari, Brumo [Grumo?],
San Ferdinando.
NOTE STORIOGRAFICHE
Questa
sezione è stata redatta da Gaetano Colantuono
1987: una delegazione
jugoslava è accolta ufficialmente a Gravina di Puglia
(archivio Milena Fiore).
La fotografia qui sotto (cortesia
archivio privato Fanelli) attesta invece rapporti che
intercorsero a livello ufficiale per decenni tra
l'amministrazione locale di Grumo Appula e
la Jugoslavia. La bandiera affissa - pur scorrettamente:
è infatti capovolta - è quella della Repubblica
Socialista del Montenegro.
Ultimo aggiornamento di
questa pagina: 18
gennaio 2024
Scriveteci all'indirizzo partigiani7maggio @ tiscali.it