15. ITA
Le pensioni di Salò: un importante
intervento di Enzo Collotti
14. SLO +
ITA Trst/Trieste
14.-15./12:
MEJE, ODPORNISTVO, SPOMINI
13. ITA
Iniziativa italo-tedesca per la
memoria a Costermano
12. ITA
In 250 sui percorsi della
Resistenza (ANPI
Giovani, Sarzana)
11. ITA
La Liberazione comincia da Sud (Ediz. La Città del Sole)
10. ITA
CREMONA 30 APRILE 2005: CONTRO LA
PRESENZA IN PUBBLICO DI ELEMENTI E ORGANIZZAZIONI
NAZIFASCISTE, RIVENDICHIAMO IL DIRITTO A RESISTERE
9. FRA
Jour de la libération - 8 mai 2005 - jour de
victoire (F.I.R.)
8. ITA
Il mercato chiede foibe,
Repubblica risponde (R.
Pignoni)
7. ITA
Una nuova PETIZIONE, promossa da un
gruppo di studiosi di Storia, contro l'imminente approvazione
di una legge sullo status di militari combattenti ai seguaci
della Repubblica Sociale Italiana
6. ITA
IL CONTRIBUTO BULGARO ALLA LIBERAZIONE
DELL'EUROPA SUD-ORIENTALE DAL NAZIFASCISMO: Iniziativa a
VERONA - SABATO 19 MARZO 2005, ORE 15.00
Associazione Bulgaria-Italia
5. ITA
La PETIZIONE dell'ANPPIA contro il
disegno di legge che prevede il riconoscimento dei militari di
Salò come esercito belligerante
4. ITA
Invito all'ascolto di "Le storie di
Stanka e Maria"
Opera Nomadi / Radio Parole
3. ITA A
PROPOSITO DEL FILMATO IL CUORE NEL POZZO IN PROGRAMMAZIONE RAI
Comitato contro le falsificazioni
storiche (Trieste)
2. ITA + SLO
Iniziativa dell'Associazione Promemoria su "Il cuore nel
pozzo" / Promemoria - Društvo za
zašcito vrednot protifašizma in protinacizma
1. ITA
Dall'Associazione
di Amicizia Italia-Cuba
Collegamenti
ulteriori:
ITA
da Torino: Convegno e materiali sulla figura di PIETRO SECCHIA
--> resistenzaaccusa.htm
ITA Testi di Claudio
Sommaruga e Gino Candreva:
14
lager e 75 no / Una storia "affossata" (sulla vicenda degli
IMI - "Internati militati italiani") / Recensione al "Cuore nel
Pozzo"
--> http://www.resistenza.org/Materiali.htm
ITA
60° anniversario della
Resistenza:
ricordare il passato vigilando contro i pericoli del
presente e del futuro
Celebrazione tenuta da
Sergio Ricaldone insieme a Giovanni Pesce e Nori
Brambilla il 2 giugno 2005 a Cologno Monzese.
-->
http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuan5l21.htm
ITA
Comunicato del KKE (Partito Comunista di Grecia) contro la
falsificazione della storia
--> http://www.resistenze.org/sito/te/po/gr/pogr5e15.htm
ITA
Comunicato del PCP (Partito Comunista Portoghese) sul 60.mo
della Liberazione
--> http://www.resistenze.org/sito/te/po/pt/popt5e13.htm
ITA
Polemiche nel Partito della Rifondazione
Comunista sulle iniziative della maggioranza bertinottiana in
merito alle "foibe":
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4327
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4308
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4271
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4196
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3179
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3095
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3088
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2852
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2838
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2830
ITA
APPELLO CONTRO IL RICONOSCIMENTO AI REPUBBLICHINI DELLA
QUALIFICA DI BELLIGERANTI
(Alessandro
Rizzo - FORUM ANPI - Rete Civica di Milano)
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4266
La loro legge: SS uguali ai partigiani (W.
Settimelli, da L'Unità del 14/2/2005)
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4281
ITA
La mancata estradizione e l'impunità dei
presunti criminali di guerra italiani accusati
per stragi in Africa e in Europa
--> http://www.criminidiguerra.it/EstradizBBC.htm
--> http://www.criminidiguerra.it/DocumentiE.htm
ITA La Resistenza e il fascismo di Salò nel
dibattito sul revisionismo in Italia (di Guido Pisi)
--> http://www.partigiani.de/nachkrieg/pisiit.htm
ITA
Due interventi di una esule istriana sul "Giorno
delle Smemoranze" (10 Febbraio) e sulle vere cause
dei drammi con i quali si è conclusa la II Guerra Mondiale
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4255
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4239
ITA
IN MERITO AL FILM “IL CUORE NEL POZZO” PRODOTTO DA ANGELO
RIZZOLI PER RAI FICTION:
Foibomania nei media e libri
italiani (Armando Cernjul)
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4233
Dalla
redazione de "La Nuova Alabarda" (Trieste - settembre 2004)
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3793
Que viva Novak! (La Plebe -
settembre 2004)
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3798
ITA
Angelo Del Boca: Intervento nel 59° anniversario dell'Eccidio
di Fondotoce (20 giugno 2003)
--> https://www.cnj.it/PARTIGIANI/delboca.htm
ITA
Porrajmos - il genocidio dimenticato (Opera Nomadi)
--> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4199
ITA
Attorno al libro di Giampaolo Pansa "Il sangue dei vinti" (Tiziano Tussi)
--> http://www.resistenze.org/sito/te/cu/li/culi5a15.htm
ITA
ALTRI LINK UTILI SI TROVANO
IN FONDO ALLA PAGINA DELLE ADESIONI
Documentazione in
distribuzione:
(da richiedere a:
partigiani7maggio @ tiscali.it
)
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/04-Gennaio-2006/art4.html
il manifesto
04 Gennaio 2006
STORIA
Le pensioni di Salò
«Belligeranti» tutti uguali Torna il progetto di legge per
riconoscere come militari i combattenti della Rsi. Obiettivo
dell'iniziativa è far sancire al parlamento l'equiparazione
tra repubblichini e partigiani
Enzo Collotti
Alla vigilia della
cessazione dell'attività parlamentare della legislazione
prossima a spirare i nostri postfascisti non vogliono perdere
l'occasione per lanciare un ultimo velenoso messaggio
destinato a infliggere una nuova lesione all'identità
resistenziale della nostra repubblica. La riproposizione al
Senato del progetto di un provvedimento legislativo tendente
al riconoscimento della qualifica di militari belligeranti per
coloro che nel periodo 1943-45 prestarono servizio sotto le
bandiere della Repubblica sociale non deve passare sotto
silenzio.
Non si tratta di un banale
provvedimento di ordinaria amministrazione ma di una ennesima
insidiosa manovra equiparabile ad un vero e proprio atto
eversivo. Obiettivo dell'iniziativa è infatti arrivare a fare
sancire dal parlamento della repubblica l'equiparazione tra i
combattenti della Rsi e i combattenti per la libertà della
Resistenza: un risultato che equivarrebbe ad una sorta di
suicidio ideologico del parlamento repubblicano, indotto da
una maggioranza priva di senso storico e di responsabilità
civica a smentire le proprie origini. Soltanto l'insensibilità
istituzionale e l'indifferenza ai valori su cui è stata
costruita questa repubblica potrebbero consentire un esito
positivo all'iniziativa in questione. Ci si potrebbe anche
domandare se i n un paese più attento alla memoria delle
proprie origini e meno incline a ipocrisie perdoniste il
presidente del Senato non avrebbe dovuto dichiarare
irricevibile una proposta di legge che mira a rinnegare i
valori su cui è stata fondata la rinascita democratica
dell'Italia dopo il fascismo. Si tratta fra l'altro di una
iniziativa che nasce anche da premesse false e menzognere,
come se la repubblica democratica non avesse dato mai prova di
indulgenza nei confronti dei combattenti della Rsi. Sul numero
65 (maggio-giugno del 2005) della rivista Passato e Presente
un attento studioso dei nostri ordinamenti militari, Agostino
Bistarelli, ricorda le sanatorie e i benefici che non sono
stati lesinati nei fatti ai militari della Rsi negli scorsi
decenni, al punto che molti di essi furono riassunti in
servizio nelle forze armate della repubblica: di quanti
partigiani si potrebbe dire altrettanto?
E' evidente che con il
provvedimento ora in agenda non si intendono tutelare
posizioni individuali ma proporre un provvedimento generale
destinato a capovolgere un paradigma interpretativo di
fondamentale importanza per l'identità della repubblica
antifascista. Il significato infatti del disegno di legge non
è di risarcire nessuno: il centro del problema è quella di
riabilitare i combattenti della Rsi e attraverso di essi
l'intera esperienza della Repubblica sociale di Mussolini. E
contemporaneamente, così facendo, si realizza la
delegittimazione della Resistenza e della Repubblica che ne è
stata l'esito. A questo punto giungerebbe a conclusione anche
il processo di lento svuotamento dei contenuti antifascisti
della Repubblica tenacemente perseguito dai cosiddetti
postfascisti al governo con l'indifferenza ideologica e il
consenso di una maggioranza insensibile ai valori e
interessata soltanto alla conquista di posizioni di potere
senza alcuna pregiudiziale etica né politica.
La posta in gioco non è di
poco conto. Non si tratta di salvaguardare prerogative
amministrative e piccoli benefici per pochi ma di una
questione di principio, che non investe come surretiziamente
vorrebbe dare a intendere l'intitolazione del progetto di
legge soltanto l'esercito della Rsi, che già di per sé sarebbe
grave, ma il complesso delle forze armate della Repubblica
sociale, come risulta dalla relazione che accompagna il
disegno di legge dalla quale traspare esplicita l'intenzione
di ricevere un certificato di buona condotta per i
comportamenti di quanti dopo l'8 settembre del 1943 si sono
schierati dalla parte di Mussolini e del Terzo Reich. Non si
tratta soltanto di ristabilire le coordinate storiche degli
eventi di allora ma anche di capire quale memoria si vuole
trasmettere con l'autorità di una sanzione parlamentare.
Ancora una volta tornano a galla i problemi sollevati
dall'ambiguità di chi ha continuato a perseguire ad ogni costo
una memoria condivisa di fronte all'arroganza dei nostri
postfascisti (ma poi, perché post?), che oltre a volersi
presentare come vittime della repubblica democratica, che ha
lasciato loro fin troppo spazio consentendo a fior di
manigoldi della Rsi di sedere precocemente negli organismi
rappresentativi della nostra repubblica, vogliono oggi
prendersi la rivincita sulle forze che hanno restituito la
libertà a questo paese. Per costoro nessun atto conciliatorio
della repubblica sarebbe stato mai sufficiente a mettere a
tacere le rivendicazioni di orgoglio patriottico di quanti
dopo l'8 settembre hanno scelto di continuare la lotta dalla
parte dei nazisti. Dall'amnistia Togliatti ai molti atti di
clemenza scaturiti dalle sentenze di una magistratura anche
troppo incline a minimizzare la drammaticità di comportamenti
criminali a carico di seviziatori di partigiani, di delatori
di ebrei e antifascisti, di responsabili di deportazioni
risoltesi nella più parte dei casi in viaggi senza ritorno ai
campi di sterminio: è su questo che bisognerebbe riflettere
prima di considerare normale che gli eredi di questo torbido
passato si possono arrogare il diritto di fare il processo
alla Resistenza e di portare a conclusione la loro resa di
conti con l'antifascismo e con le origini resistenziali del
nostro stato.
Bisogna smetterla di
indulgere ad atteggiamenti che volendo essere equanimi
finiscono per essere equidistanti o peggio, come se si
trattasse di giustapporre combattenti al di qua e al di là
della linea di demarcazione rappresentata dal fronte alleato e
dal fronte nazifascista. Non è un caso che gli studi che negli
ultimi anni si vanno moltiplicando sulla Rsi (da Ganapini a
Gagliani, da Germinario ai più recenti e più giovani)
analizzano con particolare evidenza la specificità della
violenza esercitata dai corpi armati (non solo esercito, ma
Gnr, bande e polizia, SS) della repubblica di Salò, ben al di
là di una rinnovata insorgenza neosquadristica. Non di
violenza cieca o folle si deve parlare ma di premeditata
violenza politica e ideologica, come è stato opportunamente
sottolineato. Era questa la lezione appresa dal nazismo, con
la guerra di sterminio all'est e lo sterminio degli ebrei, che
le forze armate e il fascismo di Salò si studiarono di imporre
anche in Italia dopo l'8 settembre: è di questo che si deve
parlare quando si discute dell'equiparazione di combattenti di
Salò e di partigiani e non della retorica di fedeltà
all'alleanza con la Germania nazista o di cuore e orgoglio
patriottico. E' anche per questo che la sfida lanciata ai
parlamentari del centro-sinistra e almeno in parte della
stessa maggioranza dagli irriducibili del neofascismo può
essere battuta soltanto con una convinta battaglia di civiltà
e di cultura ispirata alla consapevolezza dei valori che
allora si contrapposero e che oggi ancora rappresentano i
connotati distintivi di una cultura politica democratica.
Da: sandi volk
Data: Lun 5 dic 2005
09:29:40 Europe/Rome
Oggetto: vabilo na
simpoziji/invio a conferenza
Spoštovani/e
Pripenjam vam program
simpozija "Meje, odporništvo, spomini", ki bo v Trstu 14. in
15. decembra 2005
Lep pozdrav
za NŠK-OZ
Sandi Volk
Egregi/e
vi allego il programma della
coferenza "Confini, resistenze, memorie" che si terrà a
Trieste il 14 e 15 dicembre 2005
per la Sezione Storia della
Biblioteca nazionale slovena e degli studi
di Trieste
Sandi Volk
---
Istituto regionale
per la storia del movimento di liberazione
nel Friuli Venezia Giulia – Trieste
Narodna in _tudijska knjiznica – Odsek za zgodovino
Biblioteca nazionale slovena di Trieste – Sezione storia
Convegno internazionale
di studio
Mednarodni _tudijski
posvet
CONFINI, RESISTENZE,
MEMORIE
MEJE, ODPORNISTVO,
SPOMINI
Trieste, 14 e 15 dicembre
2005
Trst, 14. – 15. december
2005
Aula magna della Facoltà di Economia (g.c.), p. le
Europa 1
Sejna dvorana Ekonomske
fakultete, Trg Europa 1
14 dicembre 2005 / 14. decembra 2005, 15 – 18.30
Confini e resistenza
nell'Europa meridionale
Meje in odpornistvo v juzni
Evropi
- Milan Ristovic (Univerzitet u Beogradu / Università di
Belgrado /
Univerza v Beogradu),
Tra aiuto ed interferenza: la Jugoslavia tra la lotta di liberazione e la
guerra civile in Grecia (1946-1949) -
Pomo_ in vme_avanje:
Jugoslavija in civilna vojna v Gr_iji (1946 – 1949)
- Joze Pirjevec (Università di Trieste e Univerza na Primorskem
/ Università del Litorale – Koper/Capodistria),
Le resistenze slovene (TIGR,
OF), le ideologie e i confini - Slovensko odporni_ko gibanje
(TIGR, OF), ideologie in meje
- Gianni Perona (Università di Torino / Univerza v Turinu),
Resistenza e società alpine
al confine occidentale italiano – Odporni_ko gibanje in dru_ba
na italijanski zahodni meji
- Giuseppe Ferrandi (Museo storico in Trento / Zgodovinski muzej
v Tridentu),
Ribelli di confine: la
Resistenza in Trentino – Uporniki na meji: Odpornistvo
na Tridentinskem
15 dicembre 2005 / 15. decembra 2005, 9 – 12.30
La complessa liberazione nella
Venezia Giulia - Primorska
Zapletena osvoboditev Julijske
krajine - Primorske
- Giancarlo Bertuzzi (Università di Trieste / Univerza v Trstu
),
La resistenza italiana a
Trieste e la liberazione della città – Italijansko odporni_ko
gibanje v Trstu in osvoboditev mesta
- Nevenka Troha (Institut za novej_o zgodovino v Ljubljani /
Istituto per la storia contemporanea di Lubiana),
La liberazione di Trieste
nella primavera del 1945 e la questione dei confini –
Osvoboditev Trsta spomladi leta 1945 in vpra_anje meje
- Georg Meyr (Università di Trieste / Univerza v Trstu),
Gli alleati angloamericani e
la liberazione di Trieste – Angloamericki zavezniki in
osvoboditev Trsta
- Milan Pahor (Narodna in _tudijska Knjiznica - Odsek za
zgodovino / Biblioteca nazionale slovena di Trieste
- Sezione storia),
Sloveni e italiani
insieme nella liberazione della città di Trieste nella
primavera del 1945 (L'azione militare del Comando della città
di Trieste e dell'Unità operaia) – Slovenci in Italiijani
skupaj v boju za osvoboditev Trsta. Delavska enotnost in
Komanda mesta Trst.
- Damijan Gu_tin, (Univerza v Ljubljani / Università di
Lubiana),
La lotta di liberazione
slovena al confine austriaco e italiano – Slovenski
narodnoosvobodilni boj na mejnih obmo_jih Avstrije in Italije.
Osvoboditev Primorske.
15 dicembre 2005 / 15. decembra 2005 , 15 - 18.30
Resistenza: i confini
della memoria
Odporni_ko gibanje: meje
spomina
- Olga Manojlovi_ Pintar (Institut za noviju istoriju Srbije /
Istituto per la storia contemporanea della Serbia / Institut za
novej_o zgodovino Srbije),
De-costruzioni del passato. I
monumenti in Serbia dopo la Seconda guerra mondiale –
Raz – gradnja preteklosti. Spomeniki v Srbiji po drugi
svetovni vojni
- Anna Di Gianantonio (Irsml Fvg),
La memoria della Resistenza
tra ricordo privato e discorso pubblico – Spomin na
odporni_tvo: zasebni spomini in javno pri_evanje
- Marta Verginella (Univerza v Ljubljani / Università di
Lubiana),
La memoria degli sloveni del
Litorale – Spomin Slovencev na Primorskem
- Christoph H. von Hartungen, (storico, Bolzano / zgodovinar,
Bocen),
La memoria dei tedeschi del
Sud Tirolo tra glorificazione e rimozione – Spomin ju_nih
Tirolcev med poveli_evanjem in pozabo
È
previsto il servizio di traduzione simultanea.
Zagotovljeno
je simultano prevajanje.
Iniziativa italo – tedesca "Per
la memoria a Costermano"
Comunicato
Nel cimitero militare tedesco
di Costermano in provincia di Verona, su una collina che si
affaccia sul lago di Garda, sono sepolti 22000 soldati della
Wehrmacht e militi delle SS. Non tutti condivisero progetti e
pratiche criminali del nazismo. Molti si videro costretti a
divenire strumenti di una guerra di aggressione contro le loro
convinzioni. Condividiamo il lutto per tanti soldati di leva,
spesso giovanissimi, mandati a morire per il Reich hitleriano.
Ma a Costermano sono sepolti anche responsabili e esecutori
del programma nazista di "eutanasia" e dei campi di sterminio
di Treblinka, Belzec, Sobibor, Majdanek. Assieme a militari
coinvolti nelle stragi di civili in Italia. Ciò nonostante
tutti i caduti vengono presentati come "vittime della guerra".
Fino all'estate scorsa venivano menzionati in "albi d'onore",
che solo in seguito alle nostre proteste sono diventati "libri
dei nomi".
La memoria, dunque, non c’è
ancora a Costermano e ciò è un danno non solo per i disertori
e i tanti soldati mandati nemmeno ventenni al massacro che la
guerra porta con sé e onorati indistintamente con i carnefici,
ma anche per quei “peccati di memoria” dati dai mancati
processi per le innumerevoli stragi nazifasciste che hanno
insanguinato l’Italia e per gli efferati crimini fascisti in
Africa e in Jugoslavia, che distorcono la memoria e la
coscienza dei nostri Paesi, tanto da indurre a credere al
falso mito degli “italiani brava gente” o a mitizzare la
Wehrmacht. Riteniamo pertanto che sia importante portare
avanti il nostro lavoro, quello dell’iniziativa italo tedesca
per la memoria a Costermano, affinché le richieste contenute
nella lettera aperta vengano esaudite dalla lega per la cura
dei cimiteri tedeschi (VDK Volksbund Deutsche
Kriegsgräberfürsorge).
Per questo organizziamo anche
quest’anno un doppio appuntamento in concomitanza con il
giorno di lutto del popolo tedesco (Volksvertrauertag) che
viene celebrato ogni seconda domenica di novembre: sabato 12
novembre un convegno nel quale vorremmo riflettere sulle
ragioni di questo silenzio. E ridare la parola alla memoria
delle vittime e domenica 13 manifestazione a Costermano per
ricordare le vittime.
Per info scrivere a Lia Arrigoni: roberto.lia @ tin.it
Sabato 12 novembre 2005
Sala Elisabetta Lodi -
Via San Giovanni in Valle, 13 B - Verona
Convegno
L'obbedienza non è una virtù
Ore 9.30
Presentazione a cura
dell’Iniziativa italo tedesca “Per la memoria a Costermano”
Ore 10.00
Manfred Steinkühler, già
console tedesco a Milano - Berlino
Bernd Schlünder, nipote di
uno dei disertori sepolti a Costermano - Iserlohn
Ore 11.30 Pausa caffè
Ore 12.00
Peter Gingold, partigiano
tedesco - Francoforte
Eva Schmidt - Watschkow,
figlia di uno dei disertori sepolti a Costermano - Berlino
Ore 13.00 Pausa pranzo
Ore 15.00
Matthias Durchfeld, storico e
membro dell’ISTORECO di Reggio Emilia - Reggio Emilia
Ludwig Baumann, disertore,
presidente dell'Associazione delle vittime dei tribunali
militari nazisti - Brema
Ore 16.30 Pausa caffè
Ore 17.00
Corrado Lampe, figlio di un
disertore tedesco - Berlino
Domenica 13 novembre
Manifestazione a Costermano:
per ricordare le vittime
In occasione della
commemorazione ufficiale dei soldati caduti, saremo dalle 11
alle 13 davanti al cimitero militare tedesco per proporre una
nuova iscrizione.
Un pullman per Costermano
partirà da Verona, via Città di Nimes (davanti alla stazione
Porta nuova) il 13 novembre alle 9.30
Iniziativa italo – tedesca
"Per la memoria a Costermano"
Segreteria organizzativa e
ufficio stampa
Per l’Italia:
Lia Arrigoni 3401769879 –
roberto.lia @ tin.it
Paola Bonatelli 3333405377 –
rebeldes @ interfree.it
Per la Germania:
Guido Ambrosino
00493061073101 g.ambrosino @ t-online.de
Matthias Brieger
0049913164676 – 0049911534646 –mbrieger @ resistenza.de
Heike Herzog 00499131202318
-heike-herzog @ gmx.net
maggiori informazioni su
http://www.schiavidihitler.it/Pagine/Lettera_aperta.htm
IN 250 SUI PERCORSI DELLA
RESISTENZA
E' stata una bellissima
iniziativa quella di sabato 23 aprile a Sarzana (La Spezia),
in occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione.
Per ricordare gli eventi del
1945, che videro la liberazione della citta' da parte dei
partigiani della Brigata Garibaldina "Ugo Muccini" due giorni
prima della liberazione di Milano, l'ANPI e l'ANPI -Giovani di
Sarzana hanno organizzato una marcia di 20 km sulle colline
sopra la Val di Magra denominata "Percorsi della Resistenza",
seguendo un percorso che transita per alcuni luoghi dove si
svolsero eventi importanti della Guerra di Liberazione
Nazionale. Ritornare in quei luoghi e rivivere quei momenti
nelle parole dei partigiani ha voluto significare riaffermare
quegli ideali che animarono una popolazione ad opporsi al
nazifascismo ed alla barbarie di una guerra imposta con la
forza, ringraziare con la presenza, le popolazioni civili per
i sacrifici che sopportarono aiutando i combattenti in quello
scontro impari, riaffermare ancora una volta che in quei tempi
ci fu chi diede la propria giovinezza o, cosa ancor piu'
grave, la vita per la Liberta' mentre altri combatterono per
negarla, contrastare lo strisciante, continuo, tentativo
politico di confondere torti e ragioni, lanciare un messaggio
di Pace a tutti perche' la guerra possa essere cancellata dal
mondo in cui viviamo, tema molto caro a chi ha vissuto questa
follia sessanta anni fa ed ancora ne porta i segni dentro di
se.
Ma cominciamo dall'inizio,
quando lo scorso autunno i ragazzi dell'ANPI-Giovani hanno
concepito questa manifestazione, proponendola alle varie
realta' dislocate sul territorio, raccogliendo immediatamente
il consenso di tutti. In primo luogo quello dell'ANPI
(Associazione Nazionale Partigiani Italiani), i cui esponenti
sono intervenuti nella manifestazione offrendo la propria
testimonianza dei fatti vissuti all'epoca, ma anche quello del
CAI (Club Alpino Italiano) che ha fornito il supporto
organizzativo per la marcia, individuando il sentiero da
seguire, quello della Protezione Civile e della Vigilanza
Boschiva che hanno fornito i propri mezzi per il trasporto di
chi non e' stato in grado di fare tutto il percorso, senza
dimenticare il patrocinio delle province della Spezia e di
Massa Carrara, entrambe Medaglia d'Oro al valor militare.
Alla manifestazione sono state
invitate anche due bande musicali: gli Ottoni a Scoppio di
Milano, che hanno accompagnato i camminatori durante la
marcia, ed i Batebalengo della Spezia, che hanno ritmato la
piazza di Sarzana all'arrivo della comitiva.
La manifestazione ha avuto un
successo ben oltre le aspettative degli organizzatori:
infatti, malgrado il tempo incerto, in 250 sono stati i
partecipanti. Oltre ai sarzanesi ed agli spezzini, sono
infatti arrivate persone di tutte le eta' da altre province
della Liguria nonche' da Milano: bimbi e nonni, ma soprattutto
giovani, tutti insieme a ricordare che sono sempre vivi i
valori della Resistenza. Ben 30 partecipanti arrivavano da
Montaretto (frazione di Bonassola), con la straordinaria
partecipazione di Renato De Franchi "Tigre", partigiano
combattente che nonostante l'eta' ha percorso tutto il
tragitto. Alle 8:00 della mattina i neopartigiani si sono
ritrovati in Piazza Terzi, dove si sono muniti del fazzoletto
rosso, identificativo della Brigata Garibaldina "Ugo Muccini"
che opero' nella zona 60 anni fa, e hanno preso la corriera
per Ponzano al Monte, da dove e' iniziata la marcia. La prima
sosta e' stata a Monte Grosso, dove i partigiani dell'A.N.P.I.
di Santo Stefano di Magra hanno narrato i combattimenti che
li' ebbero luogo, leggendo inoltre alcune poesie. I
camminatori hanno poi proseguito per Canepari, che nel 1944
ospitava il comando della brigata Garibaldina "Ugo Muccini".
Qui ha preso la parola Paolino Ranieri "Andrea" che fu
commissario politico della brigata, raccontando del
rastrellamento del 29 novembre 1944, quando 964 partigiani
riuscirono, con una resistenza esemplare, a tenere la
posizione fino a notte mettendosi in salvo rompendo
l'accerchiamento dei nazifascisti, enormemente superiori a
loro in numero.
La sosta successiva e' stata
fatta in localita' Le Prade, dove i partecipanti hanno potuto
visitare il Museo Audiovisivo della Resistenza
e hanno sottoscritto la
petizione contro il riconoscimento della qualifica di militari
belligeranti ai repubblichini di Salo'
(www.anppia.it/salo.htm); ma soprattutto hanno potuto
rifocillarsi con i panini e le bevande offerti dall'ANPI. Dopo
pranzo, la brigata partigiana si e' rimessa in cammino ed e'
ritornata a Sarzana. Qui alle 18:00 ha fatto un ingresso
trionfale in Piazza Matteotti, preceduta dal rullo dei tamburi
dei Batebalengo, ed e' stata accolta davanti al Municipio
dalla popolazione e dalle autorita' (Sindaco di Sarzana e
Presidenti delle Province della Spezia e di Massa Carrara). A
sorpresa i ragazzi dell'ANPI-Giovani hanno dispiegato un lungo
striscione scritto con i colori della pace: "Le donne e gli
uomini liberi ringraziano ancora una volta i partigiani".
Il buon esito della
manifestazione ci spinge ad una riflessione sopra la
necessita' di tenere sempre alta l'attenzione e la
partecipazione civile rispetto ai principi fondamentali della
convivenza fra gli uomini fondati sul rispetto reciproco e sul
riconoscimento dei valori e dei principi che sono le colonne
della nostra Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza.
ANPI Giovani Sarzana
(segnalato da F. Marenco)
27 settembre 2004 – 9 maggio
2005
60° anniversario della Liberazione
La liberazione comincia da sud
Il 27
settembre 1943 la resistenza segna il primo passaggio
significativo verso la liberazione del territorio nazionale
dall’occupazione nazista e dalle squadre fasciste.
Con le
quattro giornate di Napoli, l’insurrezione popolare costata
311 caduti, quasi tutti giovanissimi, i nazisti sono
costretti a lasciare la città. Il primo ottobre
entreranno le truppe angloamericane.
Corrado Barbagallo, storico dell’epoca, a soli
sei mesi di distanza da quell’evento ne consegna alla
cronaca e alla storia una registrazione attenta ed essenziale
in Napoli
contro il terrore nazista, una sorta di instant book dell’epoca.
Il testo,
pagine per i tipi de La Città del Sole è stato riproposto al
grande pubblico il 25 aprile 2003 a Napoli, nel corso della
manifestazione culturale L’altro libro per la Liberazione.
Si tratta di un’edizione
curata dall’Archivio storico del movimento operaio a Napoli,
attraverso il lavoro di Sergio
Mazzupappa e con una
presentazione di Luigi Parenti, docente di Storia dei partiti
politici all’Università Orientale di Napoli.
Una lezione di storia con il
comandante visone
Si tratta dell’incontro che Giovanni Pesce, comandante
nella guerra di Liberazione prima in Spagna e poi in Italia,
tenne nel liceo scientifico Galileo Ferraris di Varese diversi
anni fa, coadiuvato dal Prof. Fabio Minazzi che, insieme a Giovanni Pesce,
ha poi ricavato un testo, Attualita’ dell’antifascismo.
Il libro, 200 pagine
con una prefazione di Tiziano Tussi, riporta attraverso le
domande e le risposte, il confronto tra i giovani del Liceo e
Giovanni Pesce, che conclude la prima parte del testo con un
ricordo di Dante di Nanni, giovane gappista caduto a soli 19
anni.
Nella seconda parte Fabio
Minazzi , con Attualita’ dell’antifascismo, La nascita
della repubblica tra continuita’ e discontinuita’, traccia un
profilo esaustivo delle contraddizioni che la nascita della
Repubblica lascia aperte fino ai nostri giorni, introducendo
il contributo con una citazione di Ludovico Geymonat: “Gran parte dei giovani ha ormai
compreso che questo Stato corrotto e scettico non
rappresenta la vera Italia, come non la rappresentava la
dittatura fascista. Essa ha compreso che questo Stato non è,
se non a parole, l’erede della guerra di liberazione(…)”,
citazione significativa, tenuto conto che la Resistenza
è oggi nuovamente nell’occhio del ciclone del dibattito
politico ed è oggetto di molteplici e virulenti attacchi
civili, storici e culturali.
Il libro, anch’esso edito da
La Città del Sole, è la produzione editoriale più recente a
cura dell’Archivio storico del movimento operaio, Collana
diretta da Alexander
Hobel e Sergio Mazzupappa.
Per la stessa collana, sono
disponibili:
P. TOGLIATTI
La politica di unità nazionale
dei comunisti
G. ARAGNO
La camera del lavoro di Napoli
ABENANTE
Biagio Bonzano
Un comunista esemplare
Archivio storico del movimento
operaio
La Città
del Sole – Napoli
Via
Giovanni Ninni, 34
00135
Napoli
Tel.
081 42 06 374
Per
contatti e informazioni
Cell.
333 35 10 598
Con preghiera di
pubblicazione e diffusione - per info 339 195 66 69
CONTRO LA PRESENZA IN PUBBLICO DI ELEMENTI E
ORGANIZZAZIONI NAZIFASCISTE,
RIVENDICHIAMO IL
DIRITTO A RESISTERE.
Il 25 aprile 1945 è la data che segna la
sconfitta storica del dominio nazifascista in Italia ed in
Europa. I paesi governati da sistemi fascionazisti come
l'Italia, la Germania e il Giappone produssero guerra,
terrore, violenza, persecuzione e repressione, provocando
milioni di morti.
Oggi la retorica
patriottarda e ipocrita tende a far dimenticare questi dati oggettivi. Si
sceglie coscientemente di manipolare, di confondere, di
stravolgere tutti i fatti storici, che proprio perché fatti
storici sono documentati, codificati dalla storiografia
contemporanea e raccolti in centinaia di libri e quindi
inconfutabili. Tutto il resto è chiacchiericcio
qualunquista, appartenente alla categoria della bassa
politica ignorante(in senso latino di non conoscere) e non
alla storia.
Gli oppressi, i morti, i
torturati, i gasati
sono messi sullo stesso piano degli assassini, dei criminali
di guerra e dei torturatori. I traditori e gli assassini
della Repubblica di Salò, asserviti ai criminali di guerra
nazisti che costituivano la forza occupante, si tenta di
porli sullo stesso piano dei partigiani( AN ha depositato in
tal senso una proposta di legge in senato, coerentemente con
le sue radici fasciste).
La menzogna, la falsità e
la manipolazione della storia antifascista e della
resistenza sono
continuamente utilizzati dal governo di centro-destra per
contrastare gli avversari politici ed impedire la
costruzione di movimenti antagonisti a questa società. Di
fronte a tutto questo non vi è ancora una sufficiente ed
estesa ribellione culturale ed etica . Una notevole parte
delle stesse componenti della sinistra sottovalutano e, in
alcuni casi, avallano questi meccanismi, consentendo una
lenta, ma inesorabile cancellazione o vanificazione degli
obiettivi e degli ideali per cui combatterono gli
antifascisti.
In questo contesto generale
vanno ad inserirsi i gravi episodi di presenza nazifascista che si sono verificati negli
ultimi 10 giorni a Crema e Cremona, proprio in concomitanza
con le iniziative in programma per il 60° della Liberazione.
Iniziative pubbliche di
rimasugli nazifascisti costituiscono di per sé un fatto
gravissimo ed ILLEGALE, che vanno sempre e comunque contrastati e
denunciati. Ma altrettanto grave è il fatto che le due
amministrazioni di centro-sinistra abbiano concesso gli
spazi pubblici, in nome di una presunta concezione
democratica, secondo cui occorre garantire a tutti la
libertà di riunione e di espressione. Questa è una
giustificazione insostenibile, perché concedendo spazi
pubblici ad organizzazioni che nei loro programmi, statuti e
simboli si rifanno esplicitamente al fascismo, si viola la
legge Scelba, la legge Mancino e soprattutto la COSTITUZIONE
italiana che impedisce esplicitamente non solo la
ricostituzione del partito fascista, ma anche l'apologia
dello stesso e la propaganda SOTTO QUALSIASI FORMA di
simboli che si richiamano al fascismo. Chi parla in queste
circostanze di democrazia lo fa strumentalmente, o in mala
fede, sapendo di utilizzare una MENZOGNA come
giustificazione.
Vogliamo ricordare che per
noi DEMOCRAZIA vera è, fra l'altro, non concedere nessun
tipo di spazio ai nazifascisti. DEMOCRAZIA è impedire il
risorgere di rigurgiti nazifascisti, che in questi mesi si
sono manifestati con l'aggressione ai compagni, a singoli
cittadini, a centri sociali e ad altre sedi democratiche.
Ricordiamo a questi signori che i partigiani e tutti gli
antifascisti hanno combattuto per la liberazione del nostro
paese dai nazifascisti e non per vederli scorrazzare ancora
impunemente dopo 60 anni dal 25 Aprile.
NOI RIVENDICHIAMO IL
DIRITTO DI RESISTENZA contro questi rifiuti della storia, coperti ed
utilizzati strumentalmente dal centro-destra per contrastare
la crescita di un movimento antagonista a questo tipo di
società capitalista.
Noi affermiamo che oggi la
RESISTENZA continua contro il governo Berlusconi e le sue
leggi antidemocratiche, contro l'organizzazione
capitalistica del lavoro e della società e a fianco dei
popoli in lotta contro l'aggressione dell'imperialismo USA
in Iraq, Cuba, Palestina, Venezuela, Colombia, Ecuador ecc.…
PER TUTTI QUESTI MOTIVI
INVITIAMO TUTTI GLI ANTIFASCISTI ALL'ASSEMBLEA
ANTI-FASCISTA DI CREMONA DEL GIORNO 30 APRILE.
L’ INIZIO E' ALLE 13,30 DAVANTI AL CSA
DORDONI DI VIA MANTOVA, IN CONCOMITANZA CON LA MESSA NERA
IN RICORDO DEL CRIMINALE MUSSOLINI, CHE DOVREBBE TENERSI
DAVANTI AL CIMITERO DI CREMONA CON IL BENEPLACITO
DELL'AMMINISTRAZIONE DI CENTRO-SINISTRA, ALLA QUALE, PER
L'ENNESIMA VOLTA, CHIEDIAMO DI COMPIERE UN ATTO DI IGIENE
DEMOCRATICA REVOCANDO L'AUTORIZZAZIONE ALL'INIZIATIVA DI
CHIARO STAMPO FASCISTA
(RIFONDAZIONE COMUNISTA, SE
CI SEI ANCORA ( IN GIUNTA) BATTI UN COLPO!)
Cremona, 29 aprile 2005
CSA Dordoni Cremona
Associazione L’altra
Lombardia – SU LA TESTA
CSA Kavarna Cremona
Federazione dei Comunisti
Anarchici Cremonesi
S.O. Mulini Crema
Giovani Comunisti Cremona
Giovani Comunisti Crema
ANPI Cremasca sez.
Guaiarini
Progetto Comunista
CAP (Comitato Antifascista
Permanente) territorio cremonese
Collettivo studenti "SU LA
TESTA" di Crema
Associazione
L'Altra
Lombardia - SU LA TESTA
Sede
nazionale Milano
Telefoni:
339 195 66 69 - 338 987 58 98
e-mail:
laltralombardia@ laltralombardia.it o laltralombardia@
tele2.it o laltralombardia@ libero.it
sito
web: www.laltralombardia.it
Fédération
Internationale des Résistants (FIR)
Jour
de la libération - 8 mai 2005 - jour de victoire
Il y a 60 ans, au 8.Mai 1945 l'humanité a éprouvé
casser militaire final du fascisme allemand. Cette date
marque la victoire sur un régime inhumain du fascisme de
Hitler
-
qu'adversaires politiques dehors-encadrés, poursuivis et
arrêtés
- cela a
assassiné des millions seuls d'humains d'une origine raciale
conçue comme juifs, comme gitans, comme slave
-
qu'apporte le métier et la destruction de guerre à tous les
états de voisin en Europe et même pays et à peuples dans
d'autres régions du monde, une guerre qui coûte la vie de 50
millions de personnes.
Les plans
fascistes de domination du monde ont été arrêtés par
l'action commune de la coalition - contre - Hitler.
Elle a
été faite par les membres des forces armées de les alliées,
surtout les membres de l'armée soviétique, qui a supporté la
charge principale de la guerre, qui a cassé cette menace
également militairement.
Elle a
été faite par les partisans et les combattants de résistance
en tout de pays occupés par fascisme allemand, ceux qui ont
donné leur vie pour la liberté de là possèdent le pays.
Une
partie de ceci coalition - contre - Hitler étaient également
des anti-fascistes allemands, qui illégalement en Allemagne,
dans des structures des partisans ou ainsi que les forces
armées alliées combattent pour la libération de leur pays.
Le 8.Mai
1945 est de ce fait le jour de la libération
- pour tout le fascisme allemand a menacé des
peuples
- pour
arrêtés des camps de concentration fascistes, qui avaient
été toujours envoyés dans la agonie du régime nazi sur la
marche de la mort
- pour
les travailleurs obligatoires, ceux fonctionnent comme
esclaves dans différentes formes pour l'industrie allemande,
dans l'agriculture et pour la politique de guerre
- pour
les adversaires du Nazi en Allemagne.
Nous
rappelons à l'occasion de cet anniversaire également de lui
: Le 8.Mai 1945 marque le commencement d'une nouvelle
politique dans les relations internationales.
L'action
commune de tous les adversaires du Nazi a créé la base pour
établir les Nations Unies et pour ajuster les fondations du
droit international, qui ont représenté la base pour la
poursuite et la condamnation des criminels principaux de
guerre dans le tribunal de Nuremberg. L'idée commune de tous
les anti-fascistes à ce moment-là s'est appelée : « plus
jamais !» C'est l’obligation pour aujourd'hui et demain.
En même
temps que les membres des générations actuelles nous
agissons
• contre
le néo- fascisme et la droite extrême,
• contre
la xénophobie, racisme et anti-sémitisme,
• contre
la guerre et terrorisme aussi bien que leurs racines
sociales.
Sur la
base du combat commun contre le fascisme barbare les
organismes de membre de la FIR tiennent aujourd'hui vers le
haut
• pour
la paix,
• pour
les droits politiques et sociales de l'homme
pour la
démocratie.
Ainsi
nous créons un « monde nouveau de la paix et liberté! »
Da: Roberto Pignoni
Data: Mar 22 Mar 2005
17:02:14 Europe/Rome
Oggetto: Il mercato chiede
foibe, Repubblica risponde
Il mercato chiede foibe,
''Repubblica'' risponde
L'ultimo
numero del ''Venerdi' '', in edicola il 18 marzo, contiene un
ampio servizio che trae spunto da un'iniziativa dal titolo
''Resistenze'', che si terra' in Friuli, alla Villa Manin di
Passariano dal 16 aprile al 2 giugno. Essa avra' per fulcro
un'esposizione di ritratti fotografici di partigiani di ieri e
di oggi, allestita con la consueta professionalita' e
dedizione da Danilo De Marco.
Nelle
immagini pubblicate dal Venerdi' i lineamenti dei partigiani
fotografati da Danilo De Marco sono tesi e sofferti. Chi
conosce la loro odissea personale, la persecuzione sistematica
di cui furono oggetto negli anni successivi alla guerra,
quando per lavorare era indispensabile il benservito del prete
e i comunisti erano condannati a emigrare mentre le posizioni
di potere venivano rioccupate da chi le aveva tenute durante
il ventennio, non puo' non provare un senso di rispetto per la
purezza dei loro sguardi, per la geometria incavata e solenne
delle loro fisionomie.
Un volto
puo' dire quello che non si trova sui giornali, in
televisione, sui manuali delle scuole.
Ora, come
la vede Repubblica?
Il titolo
dell'articolo ci introduce alle loro immagini in questi
termini:
''Noi,
partigiani al confine slavo (sic!) al tempo delle foibe''.
Come se
non bastasse, il sommario insinua che l'espressione intensa e
dolente di quei volti si deve al fatto
''... di
aver saputo. E di avere taciuto.''
Segue,
nel corpo dell'articolo, una serie di considerazioni piuttosto
rozze, perfettamente in linea con le direttrici dell'offensiva
di disinformazione che ha investito i media negli ultimi mesi.
I luoghi
comuni ci sono tutti, senza indulgere in sfumature: il
''cinismo di Tito'', il suo ''tradimento'' della Resistenza,
la sua determinazione ad annettersi buona parte del Friuli
come ''bottino di guerra'', la scia di sangue che ne sarebbe
seguita, a partire dall'eccidio di Porzûs ordinato, si
sostiene, dal IX Corpus (l'organizzazione militare dei
partigiani sloveni) allo scopo di togliere di mezzo i patrioti
che si opponevano alle mire espansionistiche jugoslave.
Conosco
abbastanza bene alcune delle persone che vengono raffigurate
sul ''Venerdi' '' di Repubblica e so che la loro visione di
quanto accadde in quegli anni e' sensibilmente diversa.
Uno di
essi ha pagato di persona, con un lungo periodo di
internamento nel carcere militare di Gaeta, il coraggio con
cui smaschero' una provocazione contro la Jugoslavia imbastita
lungo il confine da un gruppo di militari anticomunisti (erano
le prime avvisaglie della Gladio), nei mesi successivi alla
conclusione della guerra.
Dubito
fortemente che, quando imbracciarono le armi, Attila,
Cinccènt, Cino da Monte e il Cid si preoccupassero di trovarsi
''al confine slavo''. Quello di cui erano dolorosamente,
fisicamente consapevoli era di abitare in una regione ceduta
al Terzo Reich dai fascisti: l'Adriatisches Kustenland,
istituita per decreto del Führer il 10 settembre del 1943, e
comprendente le provincie di Udine, Gorizia, Trieste, Fiume,
Pola, oltre a una porzione consistente dell'attuale Slovenia.
Ci
teneva, Hitler, a quei territori, e si affretto' a inviarvi
uno dei suoi fedelissimi: l'Hoherer SS und Polizeifuhrer Odilo
Globocknik con la sua squadra di specialisti,
l'Einsatzkommando Reinhard, che si era gia' occupata con
successo dello sterminio degli ebrei polacchi.
Le
conseguenze di tanta attenzione, a partire dalla Risiera di S.
Sabba, sono tristemente note.
Tale, il
contesto.
Con
queste premesse, lo scontro fu durissimo, e non ebbe nulla di
''locale'', dal punto di vista partigiano.
In quegli
anni, nelle stesse formazioni di Attila, Cinccènt, Cino da
Monte e del Cid combattevano italiani, sloveni, rom, spagnoli,
e un buon numero di disertori austriaci, tedeschi e cosacchi.
Il loro
sacrificio ci ha permesso di liberarci dal Terzo Reich e
riconquistare una sovranita' che ci era stata tolta
da quei
fascisti, collaboratori di Kesserling e Globocknik, che oggi
si vorrebbe definitivamente riabilitare.
Non
cercate lumi su questo, sulle pagine di Repubblica.
Non vi
troverete la storia di Fulmine, partigiano friulano, liberato
dalle carceri di Udine grazie a un'azione perfetta portata a
termine da un distaccamento della G.A.P. (i ''Diavoli Rossi''
di Romano il Mancino) di cui facevano parte, fra gli altri,
combattenti russi e ungheresi.
Esiste
una foto terribile, ripescata negli archivi dell'A.N.P.I. da
Danilo De Marco.
E'
trascorso qualche mese dall'azione alle carceri. Il corpo di
Fulmine e' quasi segato in due dalla raffica del plotone
d'esecuzione. In primo piano, legata a un altro palo, la
sagoma di un uomo piegato su se stesso. Non sappiamo se il
partigiano senegalese trucidato insieme a Fulmine fosse
consapevole di morire nelle vicinanze di quello che Repubblica
chiama ''il confine slavo''.
Il suo
corpo e' un nero, doloroso arco che segna un altro confine,
che separa due umanita', due sentimenti della vita e del
mondo. L'universo di rapporti, l'idea di convivenza per cui si
sacrificarono Fulmine e il suo anonimo compagno sono ancora da
realizzare.
La
curvatura amara degli zigomi dei partigiani, sulle pagine di
Repubblica, ci ricorda questo.
Nel loro
sguardo, si riflette la stessa luce che illuminava le marce
lungo i crinali ''del confine slavo''.
Frequentandoli,
lavorando
con loro, ho potuto prendere coscienza della ricchezza di un
mondo, di una cultura,
di una
dimensione etica da cui dovremmo ripartire, non solo per
comprendere quello che e' successo sessant'anni fa, ma
soprattutto per dotarci di strumenti adeguati ad affrontare le
minacce cui e' esposto oggi quel fragile tessuto che chiamiamo
''democrazia''.
Roberto
Pignoni
Di seguito l'appello
sottoscritto da numerosi storici italiani contro l'imminente
approvazione di una legge sullo status di militari
combattenti ai seguaci della Repubblica Sociale Italiana:
"La maggioranza parlamentare
di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi ha portato in
parlamento e sta per approvare il disegno di legge n.224,
presentato dai parlamentari di Alleanza Nazionale, che in soli
due articoli rovescia il senso della Resistenza e della
contrapposizione tra i giovani che scelsero di lottare contro
i tedeschi occupanti, il terrore nazista e i fascisti della
repubblica sociale e quelli che all'opposto decisero di
arruolarsi nelle file dell'esercito di Salo' e combatterono
per venti mesi contro i partigiani e gli alleati
angloamericani.
Il disegno di legge
stabilisce che ai soldati e agli ufficiali che militarono
nell'esercito della repubblica sociale italiana deve essere
riconosciuto lo status di militari combattenti equiparato a
quanti combatterono nei diversi paesi in conflitto durante la
seconda guerra mondiale.
Si mette cosi' sullo stesso
piano la scelta di chi ha lottato e versato il proprio sangue
per costruire in Italia la democrazia parlamentare e la
giustizia sociale, e quella di chi non solo non ha rinnegato
gli obiettivi politici e ideologici della dittatura fascista,
ma ha ritenuto di poter condividere la visione hitleriana e
razzista dell'Ordine nuovo nazista, simboleggiato dall'orrore
di Auschwitz.
E' il primo passo per
ottenere che ai fascisti di Salo' vengano concesse medaglie al
valor militare e decorazioni per la battaglia sostenuta con i
nazisti contro l'indipendenza nazionale dell'Italia, contro la
democrazia e la liberta'.
Invitiamo l'opposizione
parlamentare e l'opinione pubblica democratica del nostro
paese a reagire con tutti i mezzi per impedire che questo
rovesciamento di valori sia sancito dal Parlamento e diventi
legge dello Stato. Qui non si tratta, come giusto, di
rispettare i caduti di ogni colore, ma di difendere i valori
della Resistenza e della lotta di Liberazione e i principi
fondanti della Repubblica e della Costituzione contro una
maggioranza che vuole sradicare le basi stessi della nostra
convivenza civile e della nostra identita' democratica."
Hanno gia' aderito
all'appello:
Daniela Adorni, Aldo
Agosti, Bruno Anatra, Massimo Baioni, Francesco Barbagallo,
Ornella Bianchi, Bruno Bongiovanni, Camillo Brezzi, Franco
Carboni, Sandro Carocci, Carlo Felice Casula, Enzo Cervelli,
Enzo Collotti, Pietro Corrao, Claudio Della Valle, Giovanni De
Luna, Giancarlo Jocteau, Maria Ferretti, Vincenzo Ferrone,
Roberto Finzi, Massimo Firpo, Patrizia Gabrielli, Marco Galeazzi, Benedetta
Garzarelli, Raffaele Licinio, Fiamma Lussana, Sergio Luzzatto,
Luisa Mangoni, Aldo Mazzacane, Brunello Mantelli, Guido Melis,
Giovanna Merola, Giovanni Miccoli, Giovanni Murgia, Claudio
Natoli, Adolfo Pepe, Rossano Pisano, Giuliano Procacci,
Leonardo Rapone, Giuseppe Ricuperati, Maurizio Ridolfi,
Giuseppe Sergi, Simonetta Soldani, Gianfranco Tore, Francesco
Tuccari, Rosario Villari, Giovanni Vitolo, Albertina Vittoria
Chi vuole aderire all'appello puo' scrivere a:
Nicola Tranfaglia
Dipartimento di Storia, Università di Torino, via S. Ottavio
20
email: nicola.
tranfaglia@ unito. it
In occasione del 60° anniversario della Liberazione,
l'Associazione Bulgaria-Italia, in collaborazione con
l'Istituto veronese per la storia della Resistenza,
organizza un incontro sul tema:
IL CONTRIBUTO BULGARO ALLA
LIBERAZIONE DELL'EUROPA SUD-ORIENTALE DAL NAZIFASCISMO
VERONA - SABATO 19 MARZO 2005, ORE 15.00
Sala Conferenze "Erminio Lucchi", Piazzale Olimpia 3
Il programma prevede:
- Apertura dei
lavori
- Saluto del Dott. Maurizio
Zangarini, direttore Istituto veronese per la
storia della Resistenza
- La resistenza
in Bulgaria (1941-1944) e la partecipazione dell'esercito
bulgaro alla liberazione della Jugoslavia, Ungheria ed
Austria (1944-1945)
Dott. Nedjalko Dacev,
Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione
nel Friuli-Venezia Giulia
- La resistenza
bulgara vista attraverso i diari di Georghi Dimitrov
Prof. Giuseppe Dell'Agata,
Università degli Studi di Pisa
- Una donna
partigiana: Vela Peeva. Lettura di brani dei poeti della Resistenza a cura
dell'Associazione Bulgaria-Italia
- Dibattito e conclusioni
(ore 18.00 circa)
Ulteriori informazioni:
http://www.bulgaria-italia.com/bg/events/20050319.asp
Per aderire all'iniziativa scrivere a: associazione
@bulgaria-italia. com
RELATORI:
Nedjalko Dacev
, nato a Sofia,
si è laureato all'università di Trieste. Profondo conoscitore
della storia e dei sistemi politici e sociali dei paesi
balcanici, ha collaborato con le maggiori riviste
specializzate del settore. Collabora con l'istituto regionale
per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia
Giulia.
Giuseppe Dell'Agata
è
professore ordinario di Filologia Slava presso l'Università di
Pisa, dove tiene anche il corso di Lingua e Letteratura
Bulgara. Profondo conoscitore della cultura bulgara ha curato
la traduzione in italiano di alcuni dei più importanti autori
bulgari del novecento.
ASSOCIAZIONE BULGARIA-ITALIA
email: associazione @bulgaria-italia. com
website: http://www.bulgaria-italia.com/bg/associazione/
PETIZIONE
dell'Anppia
contro il disegno di legge che prevede il riconoscimento dei
militari di Salò come esercito belligerante
Presto
essa sarà presente anche sul
sito
dell'ANPPIA. Chiediamo a tutti voi di darci una mano
nella raccolta delle firme, nella speranza che una forte
opposizione delle cittadine e dei cittadini italiani possa
fermare questa inqualificabile iniziativa del Governo. Vi
preghiamo quindi di rinviarci le firme raccolte tramite
posta, fax o e-mail.
Grazie a tutti
Serena Colonna
ANPPIA
Corsia Agonale 10, 00186 Roma
tel. 066869415 fax 0668803986
anppia @anppia.it, anppia @tiscali.it, anppia @libero.it
http://www.anppia.it
PETIZIONE CONTRO IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI MILITARI
BELLIGERANTI
AI REPUBBLICHINI DI SALÒ
I parlamentari di Alleanza Nazionale hanno
presentato un disegno di legge che andrà presto in
discussione al Senato, con il quale coloro che prestarono
servizio militare nell’esercito della Repubblica Sociale
Italiana di Salò, vengono riconosciuti come militari
belligeranti e equiparati a quanti prestarono servizio nei
diversi eserciti in conflitto durante la Seconda guerra
mondiale.
L’ANPPIA
(Associazione Nazionale
Perseguitati Politici Italiani Antifascisti)
esprime tutta la sua sdegnata contrarietà a questo disegno di
legge che
*
attribuisce di fatto la qualifica di Governo legittimo al
governo fantoccio della Repubblica di Salò, creando quindi
una sostanziale parificazione sul piano interno e
internazionale tra il Governo legittimo del Regno d’Italia,
presieduto dal maresciallo Badoglio, guidato dal Comitato di
Liberazione Nazionale e sostenuto dagli angloamericani e
quello illegittimo della Repubblica Sociale, privo di
sovranità perché nato in territorio occupato dalle truppe
naziste e ad esse subordinato;
* mette sullo stesso piano i partigiani e le
forze militari italiane che combatterono a fianco delle
truppe Alleate per costruire un’Italia unita, democratica,
libera e indipendente, e coloro che non solo non
rinnegarono gli obiettivi politici e ideologici della
dittatura fascista ma ritennero di poter condividere la
visione hitleriana e razzista dell'Ordine nuovo nazista e
combatterono spesso agli ordini dei comandi tedeschi,
partecipando a stragi efferate di partigiani e di civili
inermi.
L’ANPPIA
chiede a tutte le Italiane e gli Italiani di aderire alla
nostra petizione e di sostenere la nostra battaglia contro
questa legge pericolosa e sbagliata.
La Storia è fatta di vicende complesse e di
dolorose storie individuali, ma la memoria di un Paese e
di un Popolo non permette ambiguità e cedimenti.
L’unità e l’indipendenza
dell’Italia, la Costituzione repubblicana e i valori che
la animano sono il frutto dell’Antifascismo, della
Resistenza umana, politica e culturale di coloro che
soffrirono il carcere e il confino; del sacrificio di
Gobetti, Matteotti, Amendola, Don Minzoni, dei fratelli
Rosselli; di chi a Rodi e a Cefalonia combatté contro le
truppe naziste, e non al loro fianco; di quanti nella
guerra partigiana e di liberazione nazionale e nel rinato
esercito italiano combatterono per 20 mesi contro
l’occupante nazista e contro i suoi servi di Salò.
Di tutti coloro, in
definitiva, che si schierarono contro e non con la
Repubblica Sociale Italiana.
Se l’Italia dovesse
smarrire questa memoria perderebbe il fondamento della sua
coscienza civile e nazionale.
- Per
queste ragioni la lotta contro questa legge non riguarda il
passato, ma il presente e il futuro.
- Per queste ragioni i sottoscritti sono contrari a questa
legge
Associazione nazionale
perseguitati politici italiani antifascisti (ANPPIA)
Invito all'ascolto di "Le
storie di Stanka e Maria"
La deportazione dei Sinti e dei Rom in Friuli Venezia Giulia
Invito all'ascolto di:
Le storie di Stanka e Maria
un documentario radiofonico di
Andrea Giuseppini
prodotto dall'Opera Nomadi
con il patrocinio e il
contributo dell'Assessorato alla cultura della Regione Friuli
Venezia Giulia
© Opera Nomadi e Radioparole
2005
Prima parte
In Friuli Venezia Giulia vive
una comunità Rom di origine slovena. Le famiglie che la compongono si
chiamano, per lo più, Braidich, Hudorovich e Levakovich. In pochi però
conoscono la loro storia. Per esempio quella di Stanka.
Stanka ha 75 anni ed è nata
in provincia di Lubiana. Nel 1942, dopo l'occupazione e l'annessione
della Slovenia da parte dell'Italia fascista, Stanka e la sua famiglia, la
madre e otto tra fratelli e sorelle, vengono deportate nel campo di
concentramento di Gonars, in provincia di Udine.
In questo campo sono state
recluse decine di migliaia di civili sloveni e croati e sono morte di stenti e
malattie quasi 500 persone.
Nei ricordi di Stanka ci sono
la terribile fame, il grande freddo e le morti, tra le quali anche quella
di una piccola bambina Rom. A Gonars, infatti, furono deportate dal
fascismo diverse altre famiglie Rom slovene e croate.
L'8 settembre del 1943 le
guardie fasciste abbandonano il campo di Gonars, e Stanka e gli altri prigionieri
sono liberi di andarsene.
Ma il racconto di Stanka non
finisce qui. Con l'arrivo dei tedeschi e l'occupazione nazista si apre,
infatti, un altro capito nella storia della deportazione e persecuzione dei
Rom e dei Sinti in Friuli Venezia Giulia nel corso della seconda guerra
mondiale.
Seconda parte
Maria è nata a Trieste nel
1929. Anche suo padre è nato e vissuto nella stessa città. La loro è una
famiglia sinta italiana di musicisti e giostrai.
Quando, nel 1943, i tedeschi
occupano il Friuli Venezia Giulia, Maria e la sua famiglia, per fuggire ai
pericoli del conflitto si spostano nella campagna friulana.
Vivono di elemosina e, in
cambio di qualche lavoro, trovano ospitalità in alcune famiglie di contadini.
Più volte però vengono fermati dai soldati tedeschi.
Finché una notte le SS
arrestano il giovane fratello di Maria.
Negli stessi giorni anche il
fratello di Stanka e altri ragazzi Rom e Sinti vengono fermati. Saranno tutti
deportati nei campi di concentramento nazisti.
Dopo qualche mese anche la
madre di Stanka viene deportata dal carcere di Udine al lager di Ravensbruck.
Oltre alle testimonianze di
Stanka e Maria, ascolterete, nella prima parte, la ricostruzione della storia
del campo di concentramento fascista di Gonars proposta dalla voce di
Alessandra Kersevan. Mentre, nella seconda parte, lo scrittore sloveno Boris Pahor,
ricorderà un episodio della sua deportazione nel lager Natzweiler, lo stesso
in cui passò anche il fratello di Maria.
Sempre nella seconda parte,
la partigiana Rosina Cantoni, deportata a Ravensbruck, racconterà del suo
incontro con la madre di Stanka
grazie a:
Stanka e Maria, Alessandra Kersevan, Rosa Cantoni, Boris Pahor,
Eva Rizzin, Lavio Rainard, Renato Grego, Ida Braidic e Nada
Braidic
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A PROPOSITO DEL FILMATO IL CUORE NEL POZZO IN PROGRAMMAZIONE RAI
NEL FEBBRAIO 2005.