23 Novembre 2016
UN RICORDO DI NELLO MARIGNOLI A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA
di Pietro Benedetti
Nello
Marignoli, figlio di un benzinaio e gommista, è
arruolato nella Regia Marina militare il 26 gennaio
1942 e nel maggio dell’anno successivo inviato come
radiotelegrafista sul fronte greco-albanese a bordo
del dragamine “Rovigno”, col quale compie cinque
missioni. Attraccati al porto di Valona è lui, l’8
settembre, a captare sulle onde corte di Radio Cairo
la notizia dell’armistizio che, in un primo momento,
i suoi superiori credono solo frutto della
propaganda nemica.
Il giorno 12 i militari tedeschi salgono sulla nave
per reclutare quelli che intendono combattere per il
Terzo Reich: uno solo accetta, tutti gli altri
marinai sono presi prigionieri. Nello viene
internato in Bosnia, a Dubrovnik, Zitomislic e
Citluk, dove sopravvive a stento e lavora come
vulcanizzatore di pneumatici. Grazie a uno
stratagemma e con l’appoggio di infiltrati
dell’Esercito popolare di Liberazione della
Jugoslavia, riesce a fuggire nell’agosto ’44 ed
entra nella Resistenza, dove trova migliaia di
alpini della Taurinense e diviene radiotelegrafista
nella X Brigata Herzegovaska con la quale prende
parte a varie battaglie sui fronti di Dubrovnik,
Mostar e Sarajevo. Raggiunge Trieste a maggio del
1945 e a piedi e in autostop torna nella Capitale,
da dove rientra a Viterbo col trenino della Roma
nord.
Per meriti di guerra, Marignoli ottiene il grado di
Maresciallo, la Medaglia di Bronzo al Valor
Militare, una Croce di Guerra e la qualifica di
Partigiano combattente all’estero, oltre alla Spomen
Medalju commemorativa ricevuta da Josip Broz Tito.
Nel dopoguerra segue le orme paterne continuando
l’attività di gommista e dedicando il suo impegno
civile all’ANPI per tutta la vita: nel 2011 è eletto
Presidente onorario del Comitato Provinciale della
sua città.
Ho potuto scrivere e interpretare lo spettacolo Drug
Gojko che parla della sua storia militare civile e
sociale; Nello me l’ha offerta come un dono
particolare, il suo messaggio di pace e di verità
contro ogni guerra.
Aveva la stessa età di mio padre e pensavo di
arrivare da lui come un figlio, ma lui mi ha accolto
come un nipotino e con quel particolare linguaggio
che hanno i nonni, mi ha aiutato con i suoi racconti
a capire perchè essere partigiano, la sua verità dei
sentimenti che aveva provato incontrando un altro
popolo, il suo continuo rispetto per la cultura di
quegli uomini e di quelle donne che lottarono
insieme a lui per la libertà; la sua purezza nel
tornare a casa, al suo lavoro, senza pretendere.
Il solo riconoscimento lo riceve nel 1964 dal popolo
Slavo, e poi questa sua lingua slava
“viterbesizzata” con dolcezza, è così che ho potuto
registrare da spettatore le emozioni di un grande
attore di vita, grazie Nello per avermi insegnato a
diventare testimone per la pace.
Con Nello se n’è andato l’ultimo combattente
partigiano viterbese.
Viterbo,
21 novembre 2015
Diventare testimoni.
UNA TARGA PER NELLO MARIGNOLI
ore 10 -
spettacolo Drug
Gojko, di e con
Pietro Benedetti, regia di Elena Mozzetta
ore 11:30 - consegna del libro Drug
Gojko (Davide
Ghaleb Editore)
ore 12 - apposizione della
lapide
in memoria di Nello Marignoli, in Via Garibaldi 63 a
Viterbo
Il Comune di Viterbo, in occasione dell'anniversario
della morte di Nello Marignoli, 23 novembre 2014, medaglia
di bronzo al valor militare, partigiano e presidente
onorario ANPI Viterbo, in collaborazione con ANPI di
Viterbo, Davide Ghaleb Editore e Real Dreams,
ricorda il proprio concittadino Nello. Intervengono il
Sindaco Leonardo Michelini, l'Assessore alla Cultura e
Scuola Antonio Delli Iaconi e il Presidente dell'ANPI
Silvio Antonini.
Da: "anpi.vt @libero.it"
Oggetto: E' morto Nello Marignoli
Data: 23 novembre 2014 12:40:29 CET
Se ne è andato l’ultimo nostro
Partigiano
NELLO MARIGNOLI
Radiotelegrafista della Marina militare
italiana, Combattente nell’Esercito popolare di
liberazione jugoslavo, Presidente onorario del
Comitato provinciale Anpi Viterbo
Alle 4,30 di questa mattina, presso l’Ospedale di
Belcolle, ricoverato a seguito di un’insufficienza
renale, è morto Nello Marignoli. Nato a Viterbo, il 19
aprile 1923, figlio di Giuseppe, benzinaio - gommista
presso viale Raniero Capocci, Nello è arruolato il 26
gennaio 1942 nella Regia marina militare italiana, in
qualità di radiotelegrafista. Nel maggio dell’anno
successivo è inviato sul Fronte greco - albanese, a
bordo del dragamine Rovigno, ove ha compiuto cinque
missioni. L’Armistizio lo sorprende al porto di Valona.
Proprio in qualità di marconista aveva captato la
notizia dalle emissioni ad onde corte di Radio Cairo.
Portata l’informazione in plancia, il Comandante in
seconda gli aveva puntato la pistola intimandogli di non
divulgare quello che considerava solo un messaggio della
propaganda nemica. Il 12 settembre i tedeschi salgono
direttamente sulla nave e chiedono ai marinai chi vuole
passare immediatamente a combattere per il Terzo Reich.
Solo uno aderirà; gli altri saranno fatti prigionieri.
Marignoli è internato in Bosnia, nei campi di
concentramento di Dubrovnik, Zitomislici e Citluk, dove,
tra sofferenze, soprusi e privazioni d’ogni tipo, svolge
la professione di vulcanizzatore, cioè riparatore di
gomme. Grazie ad uno stratagemma organizzato
dall’Esercito popolare di liberazione jugoslavo (Eplj)
tramite infiltrazioni nel campo di concentramento,
Marignoli riesce ad evadere nell’agosto 1944. A Mostar,
gli ufficiali jugoslavi gli propongono di entrare nella
Lotta di liberazione. Proprio nel passaggio alla
Resistenza, si ritrova in un accampamento con diverse
migliaia di alpini della Divisione Tuarinense, in
procinto di diventare la Taurinense - Garibaldi. Così,
in un esercito che per le comunicazioni si serviva delle
staffette, Marignoli diviene radiotelegrafista presso la
X Brigata Herzegovaska dell’Eplj. Prende parte a diverse
battaglie sul fronte di Bileca, Dubrovnik, Mostar e
Sarajevo sino a raggiungere Trieste, la città contesa,
nel maggio 1945. Durante la Resistenza, Marignoli è
stato, altresì, testimone dei crimini commessi dal
nazifascismo contro le popolazioni balcaniche e contro i
soldati italiani stessi, dopo l’8 Settembre. Farà
ritorno a piedi e in autostop sino a Roma, per giungere
a Viterbo con il treno della Roma nord. Al posto però
della casa, in via Garibaldi, troverà un cumulo di
macerie, in una città semidistrutta dai bombardamenti
alleati. A riconoscerlo, un cugino di secondo grado,
Domenico Morelli, che lo accompagnerà dalla madre,
sfollata con tutta la famiglia in via delle Piagge, nel
quartiere di S. Faustino.
Per i meriti di guerra, Marignoli, riconosciuto con il
grado di Maresciallo, conseguirà la Medaglia di bronzo,
la Croce di guerra e la Qualifica di Partigiano
combattente all’estero, dal Ministero degli interni. Dal
Presidente della Repubblica federativa socialista
jugoslava, Josip Broz Tito, riceverà, nel 1964, la
“Spomen medalju”, la Medaglia commemorativa in ricordo
della Lotta partigiana nel territorio jugoslavo.
Da civile, Marignoli riprenderà l’apprezzata attività di
gommista. Da pensionato otterrà, quindi, il Leone del
Comune per l’impegno nell’imprenditoria.
Iscrittosi all’Anpi nell’immediato Secondo dopoguerra,
ha partecipato assiduamente all’attività
dell’Associazione, presenziando alle cerimonie
pubbliche, finché le condizioni di salute glielo hanno
consentito. Nel Congresso del 29 gennaio 2011, difatti,
il Comitato provinciale Anpi lo ha eletto Presidente
onorario.
In questi anni l’Anpi si è impegnata a divulgare
l’esperienza di Marignoli, promuovendo e sostenendo
pubblicazioni cartacee, audiovisive e drammaturgiche.
Dieci anni fa uscivano le sue memorie di guerra, scritte
su invito del figlio Massimo e curate dall’on. Angelo La
Bella (Diario di guerra di Nello Marignoli,
Radiotelegrafista della Marina Militare, Partigiano
combattente all’estero, Viterbo, Anpi Comitato
provinciale, 2004). Tre anni dopo, veniva prodotta una
docuintervista (Mio fratello Gojko, Intervista a
Nello Marignoli, partigiano viterbese combattente in
Jugoslavia, di Giuliano Calisti e Francesco
Giuliani, Dvd_Italia_2007_60’). Nel 2008, su iniziativa
del Comitato provinciale Arci, le vicende di Marignoli
si inserivano in un progetto per la salvaguardia della
memoria partigiana locale. Ne sortivano uno spettacolo
teatrale - musicale, La Cerimonia, di Ferdinando
Vaselli, e una mostra audiofotografica, Morale della
favola, a cura di Daniele Vita, che riceverà il
premio Epson - Le Logge, completate da una monografia (Morale
della favola, Raccontare la Resistenza oggi, a
cura di Marco Trulli, Roma, Purple Press, 2009). È del
2012 il debutto dello spettacolo Drug Gojko, di
e con Pietro Benedetti, per la regia di Elena Mozzetta,
il cui testo è stato pubblicato presso l’editore Ghaleb:
un monologo teatrale interamente dedicato all’esperienza
bellica di Marignoli, con all’attivo ormai decine e
decine di repliche e migliaia di spettatori in giro per
l’Italia e presto, auspichiamo, anche all‘estero. Sempre
nel 2012, i trascorsi resistenziali di Marignoli sono
inseriti in un volume collettaneo di respiro nazionale
con le testimonianze dei partigiani ancora in vita (Io
Sono l’ultimo, Lettere di partigiani italiani, a
cura di Stefano Faure, Andrea Liparoto e Giacomo Papi,
Torino, Einaudi, 2012, pp. 214-219).
Con Nello se ne va l’ultimo Combattente partigiano di
Viterbo. Per noi viene a mancare una figura umana
esemplare, una testimonianza resistenziale eroica
proprio perché priva di retorica e di autocelebrazione,
un’esistenza onesta segnata dal proprio lavoro
nell‘artigianato, senza prebende o vantaggi dati dalla
politica. Il Partigiano Nello è stato tutto questo, “e
poi.., quello che te dico è poco”.
Facciamo le condoglianze ai figli: Claudio, Giuseppe,
Massimo, ai familiari e ai parenti tutti.
Invitiamo la cittadinanza a
partecipare all’Ultimo saluto, domani, lunedì 24,
ore 10,30, presso la Chiesa del Sacro Cuore al
quartiere Pilastro.
Silvio Antonini
Presidente Cp Anpi Viterbo
23 novembre 2014
SLAVA DRUGU NELU, BORCU ZA SLOBODU
Profondamente addolorati per la notizia della morte di Nello
Marignoli, partigiano italiano nell'Armata Popolare di
Liberazione della Jugoslavia, partecipiamo in particolare al
lutto dei compagni dell'ANPI di Viterbo che in questi anni
hanno saputo valorizzare l'esperienza di Marignoli
raccogliendone accuratamente la testimonianza e trasformandola
in un vivido strumento di mobilitazione delle coscienze.
Le produzioni saggistico-memorialistiche ed artistico-teatrali
basate sui racconti di Marignoli, prima tra tutte la toccante
e bellissima piece "Drug Gojko" curata e magistralmente
interpretata da Pietro Benedetti, rimangono per il presente e
per il futuro. Perciò il compagno Marignoli muore oggi ma non
scompare né oggi né domani: la sua vicenda rimane esempio e
riferimento per tutti noi, nei valori della Libertà (Sloboda)
e della Fratellanza (Bratstvo).
Ai compagni dell'ANPI di Viterbo va il nostro abbraccio
solidale e il nostro giuramento: continueremo insieme,
coscienti di dover combattere ancora a lungo una battaglia
diversa, meno cruenta ma non meno dura di quella che Nello
combattè sui monti della Bosnia. E' la guerra contro l'oblio,
contro il tradimento della Resistenza operato da questa classe
politica, contro il fango che viene continuamente gettato sul
sacrificio eroico dei partigiani italiani e jugoslavi, in
Jugoslavia e in Italia.
HAJDE DRUZE NELO, U TVOJE IME
BORBA SE NASTAVLJA
Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus
24 novembre 2014
A Nello
Il 23
novembre è deceduto drug (amico, fratello,
compagno) Nello Marignoli, partigiano combattente
nell'Esercito Popolare di Liberazione jugoslavo. Ho
potuto scrivere e interpretare lo spettacolo Drug Gojko
che parla della sua storia militare civile e sociale;
Nello me l'ha offerta come un dono particolare, il suo
messaggio di pace e di verità contro ogni guerra.
Aveva la stessa età di mio padre e pensavo di arrivare
da lui come un figlio, ma lui mi ha accolto come un
nipotino e con quel particolare linguaggio che hanno i
nonni, mi ha aiutato con i suoi racconti a capire
perchè essere partigiano, la sua verità dei sentimenti
che aveva provato incontrando un altro popolo, il suo
continuo rispetto per la cultura di quegli uomini e di
quelle donne che lottarono insieme a lui per la
libertà; la sua purezza nel tornare a casa, al suo
lavoro senza pretendere. Il solo riconoscimento lo
riceve nel 1964 dal popolo Slavo, e poi questa sua
lingua slava "viterbenizzata" con dolcezza... è così
che ho potuto registrare da spettatore le emozioni di
un grande attore di vita.
Grazie Nello per avermi insegnato a diventare
testimone per la pace.
Pietro
Benedetti
24 novembre
2014