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Date sent: Tue, 16 Jan 2001 10:41:39 +0100
To: pck-pace@...
From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@...>
Subject: la relazione di PeaceLink al Parlamento Europeo


Comunicato stampa di PeaceLink
------------------------------

Fra poche ore PeaceLink leggera' a Strasburgo, in un'audizione aperta a
tutti i parlamentari europei, una relazione scientifica sull'uranio
impoverito.

Alla relazione e' allegato un CD-ROM che contiene il sottosito di PeaceLink
in cui e' archiviato tutto il meteriale che abbiamo raccolto e prodotto su
questa emergenza.

Questa documentazione sara' acquisita agli atti del Parlamento Europeo.
Tutti i documenti prodotti per strasburgo si trovano all'indirizzo Internet
http://www.peacelink.it/dossier/strasburgo/

Riportiamo qui di seguito
a) la relazione di Carlo Gubitosa, segretario di PeaceLink;
b) la lista degli esperti europei invitati all'audizione presso il
Parlamento Europeo.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it
a.marescotti@...



A HEARING WITH MAJOR WITNESSES ON THE "BALKANS SYNDROME"


Tuesday 16 January 2001
Room S 2,1 from 15.00 - 16.30
EUROPEAN PARLIAMENT - STRASBOURG



Mi chiamo Carlo Gubitosa, e vi parlo a nome dell'associazione PeaceLink,
una associazione di volontari che dal 1992 lavorano utilizzando le nuove
tecnologie dell'informazione, per offrire una alternativa ai messaggi
proposti dai grandi gruppi editoriali e televisivi. PeaceLink collabora con
associazioni di volontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si
occupano di Pace, nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli oppressi,
rispetto dell'ambiente e libertà di espressione. L'associazione non e' legata a
nessun partito o movimento politico e la nostra unica forma di finanziamento
sono i liberi contributi dei cittadini che vogliono sostenerci.


Durante i bombardamenti del 1999 contro la Repubblica Federale di
Jugoslavia, grazie all'impegno di tutti i volontari che hanno raccolto
documenti e notizie, abbiamo creato un circuito alternativo di informazione
attraverso l'internet. Accanto all'informazione "ufficiale" delle agenzie di
stampa, dei giornali e della televisione, si e' sviluppata una informazione
popolare, su iniziativa di cittadini e gruppi di volontari interessati ad
approfondire i problemi del Kossovo con un atteggiamento critico, che hanno
voluto assumere un ruolo attivo nel processo di elaborazione delle
informazioni.


Dal 1999 ad oggi abbiamo raccolto ininterrottamente sulle nostre pagine
internet mappe, articoli, pubblicazioni scientifiche e molte altre
informazioni dettagliate e provenienti da fonti dirette e qualificate, per
documentare l'utilizzo militare e civile delle scorie nucleari note con il
nome di "uranio impoverito".


Nelle scorse settimane abbiamo continuato ad aggiornare la nostra raccolta
di documenti sull'uranio impoverito, e utilizzando dei dati di pubblico
dominio abbiamo realizzato alcume mappe del Kossovo in cui vengono
segnalati con precisione i luoghi in cui la Nato nel 1999 ha effettuato dei
bombardamenti utilizzando uranio impoverito.


In base alle informazioni raccolte abbiamo maturato alcune forti
convinzioni in merito alle questioni legali, scientifiche e sanitarie
relative all'utilizzo militare e civile dell'uranio impoverito.


- Aspetti legali


Il comitato politico della Nato, riunito il 9 gennaio a Bruxelles, ha
rifiutato la proposta italiana di una moratoria nell'uso di armi all'uranio
impoverito, coerentemente a quanto affermato dallo stesso portavoce Nato,
Mark Leaty. Leaty ha dichiarato testualmene che i proiettili all'uranio
impoverito "sono armi legali, di cui nessuno ci ha chiesto, e che nessuna
legge nazionale ci impone, la messa al bando".


Le affermazioni di Leaty sono smentite da una risoluzione delle Nazioni
Unite approvata il 29 agosto 1996, un documento ufficiale ONU in cui si
richiede testualmente ai paesi membri di "guidare le loro politiche
nazionali in base alla nacessità di mettere freno alla produzione e alla
diffusione di armi per la distruzione di massa o con effetti
indiscriminati, in particolare armi nucleari, armi chimiche, bombe
fuel-air. napalm, bombe a grappolo, armi biologiche e armi contenenti
uranio impoverito".


Un'altra fonte del diritto internazionale che proibisce l'utilizzo di armi
capaci di provocare dei danni ambientali e' il primo protocollo aggiuntivo
alle Convenzioni di Ginevra, che all'articolo 55 stabilisce che "la guerra
sarà condotta curando di proteggere l’ambiente naturale contro danni
estesi, durevoli e gravi. Tale protezione comprende il divieto di impiegare
metodi o mezzi di guerra concepiti per causare o dai quali ci si può attendere
che causino danni del genere all’ambiente naturale, compromettendo, in tal
modo, la salute o la sopravvivenza della popolazione".


Un ulteriore documento che dovrebbe rappresentare un freno per l'impiego
dell'uranio impoverito e' il "principio di precauzione" stabilito
all'articolo 15 della "Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo del
giugno 1992". Nel testo di questo articolo si afferma che "Per favorire la
protezione dell'ambiente, l'approccio precauzionale dovra' essere
largamente applicato dagli Stati in base alla loro possibilita'. Nei casi in cui
ci siano minacce di danni seri o irreversibili, la mancanza di conoscenze
scientifiche complete non dovra' essere un motivo per rimandare misure
efficaci per la prevenzione del degrado ambientale".


In base al principio di precauzione, riteniamo che in assenza di certezze e di
fronte al rischio per l'integrita' dell'ambiente naturale, delle popolazioni
civili e dei militari a diretto contatto con l'uranio impoverito, sia un dovere
etico fermarsi a riflettere con serieta' su questi rischi, sospendendo
l'utilizzo di questo materiale fino a quando non sia completamente
dimostrata la totale assenza di pericolo.


Il fatto che una risoluzione delle Nazioni Unite sia passata inosservata
mentre il dibattito interno alla Nato avveniva sotto i riflettori dei mezzi di
informazione e' per noi un preoccupante segnale di indebolimento
dell'autorita' delle Nazioni Unite, un grave sintomo della crisi di una
istituzione che ancora oggi racchiude le speranze di chi non si rassegna
all'idea che il mondo debba essere governato da un'alleanza militare
regionale di 19 paesi anziche' da un'assemblea planetaria di Nazioni.
L'accoglimento di questa risoluzione Onu da parte dell'Europa avrebbe un
significato politico che andrebbe molto al di la' delle conseguenze pratiche
della messa al bando dell'uranio impoverito. Sarebbe un forte segnala di
rafforzamento e rivalutazione delle Nazioni Unite e dei valori da essa
rappresentati.


- Aspetti scientifici


Per quanto riguarda il dibattito scientifico in merito alla pericolosita'
dell'uranio impoverito, attualmente esiste una serie preoccupante di
evidenze scientifiche che ci portano a credere che esista un effettivo
rischio per i militari e le popolazioni civili che entrano in contatto con
questo materiale.


In base ai documenti che abbiamo esaminato, e in base al rapporto
presentato dal gruppo di studio italiano "Scienziate e scienziati contro la
guerra" riteniamo che l'uranio impoverito, sia relativamente innocuo allo stato
inerte, diventando pero' altamente dannoso se, in seguito alla sua
combustione o alla sua ossidazione, viene inalato o ingerito sotto forma di
pulviscolo o di ossido. Ai danni provocati dalla radioattivita' bisogna inoltre
aggiungere quelli causati dalla tossicita' chimica di questo materiale.


Questa tesi, sostenuta da numerose pubblicazioni scientifiche, e'
confermata anche da due filmati realizzati dalle forze armate statunitensi,
intitolati "Depleted uranium: hazard awareness" e "Contaminated and
damaged equipment management operation", in cui vengono illustrate tutti i
possibili rischi di contaminazione e le necessarie misure di precauzione.
Una copia di questi filmati e' stata messa a disposizione su supporto ottioc
per una eventuale consultazione da parte delle persone interessate.


Un altro punto critico riguarda l' effettiva composizione dell’uranio
impoverito, che può essere prodotto sia come scarto dalla fabbricazione del
combustibile nucleare che come riprocessamento del combustibile esaurito.


In questo ultimo caso, che sarebbe confermato da fonti militari, oltre alla
presenza di vari isotopi di uranio vi potrebbero essere anche tracce di
elementi transuranici come il plutonio oltre che di uranio-236, che si produce
nei reattori. Nel materiale informativo allegato a questa relazione abbiamo
riportato un documento del dipartimento dell'energia degli stati uniti, in cui
viene confermata la presenza di plutonio all'interno dell'uranio impoverito
presente in alcuni depositi americani.


In sintesi non basta parlare semplicemente di "uranio impoverito" ma e'
anche importante specificare qual e' la provenienza di questo uranio, il
processo industriale con cui e' stato ottenuto, e la sua composizione
chimica, perche' l'eventuale presenza di plutonio puo' rendere l'uranio
impoverito radiologicamente dannoso anche in assenza di combustione o
ingestione.


- Usi civili dell'uranio


Un vasto settore delle applicazioni dell'uranio impoverito riguarda anche
gli utilizzi civili. L'uranio impoverito viene utilizzato come contrappeso
nelle code degli aerei, negli elicotteri, nelle chiglie delle navi, nei
muletti per il sollevamento dei pancali, nelle mazze da golf, come additivo in
alcuni coloranti e come brillantante nelle pajettes. Anche in questo caso non
basta sapere che si utilizza uranio impoverito per avere una misura effettiva
della pericolosita' di questo utilizzo, ma bisogna conoscere, oltre alla
composizione dell'uranio, l'utilizzo che viene fatto del materiale. Maggiore e'
la possibilita' di ossidazione e di combustione dell'uranio impoverito,
maggiori saranno i rischi e i potenziali danni per la salute. Anche la quantita'
di materiale utilizzato e' un parametro fondamentale per valutare l'entita' dei
rischi potenziali. In base a questi fattori riteniamo che, per quanto riguarda
le applicazioni a scopo civile dell'uranio impoverito, i rischi maggiori siano
legati all'utilizzo di questo materiale come contrappeso nelle code degli
aerei, poiche' l'ingente quantita' di uranio impoverito necessaria per i
contrappesi avrebbe un fortissimo impatto ambientale in caso di incidente
aereo.


Oltre alla combustione in caso di incidente va tenuto in considerazione il
fenomeno di corrosione del materiale, che puo' avere come effetto la
dispersione nell'aria di particelle di uranio impoverito, le quali una
volta ingerite o inalate rappresentano una grave minaccia per la salute.
Alla luce di questi rischi sarebbe auspicabile favorire la sostituzione dei
contrappesi all'uranio impoverito con dei contrappesi realizzati con altro
materiale, ad esempio il tungsteno. I costi da sostenere per la sostituzione
dei contrappesi sono solo una minima parte dei costi ambientali e sanitari
che si renderebbero necessari in caso di incidente o di avaria di un
aeroplano, con il conseguente incendio dei contrappesi.


E' auspicabile inoltre che negli stati membri vengano resi pubblici i dati
relativi all'attuale utilizzo di uranio impoverito all'interno degli aerei
di linea, per mettere in condizione i vigili del fuoco in servizio presso
gli aeroporti di realizzare efficaci misure di prevenzione, dotandosi di
attrezzature adeguate al rischio di contaminazione radioattiva e valutando
i rischi connessi al transito e allo stazionamento di velivoli contenenti
uranio impoverito.


Per gli stessi motivi e' altrettanto importante che i cittadini europei
siano in grado di verificare direttamente quanto uranio impoverito e'
presente nei paesi dell'Unione, quali sono le aziende che importano,
esportano, utilizzano o lavorano uranio impoverito, e in quali settori
dell'industria viene impiegato questo materiale.


Consultando via internet i dati della International Trade Commission
americana siamo riusciti ad ottenere i dati relativi alle importazioni
europee di uranio impoverito dagli Stati Uniti, ma non ci e' ancora dato di
sapere la composizione del materiale, per determinarne il grado di
pericolosita', ne' sappiamo in che modo questo uranio viene impiegato, quali
sono le aziende che lo utilizzano, dove viene immagazzinato, e quali sono le
norme di sicurezza per evitare il rischio di una contaminazione.


- La guerra dell'informazione.


Il 23 aprile 1999, con il bombardamento della televisione serba RTS, la
Nato ha dimostrato che al di fuori del territorio dell'alleanza la politica di
guerra ormai considera l'informazione, o la censura dell'informazione, come
un obiettivo prioritario, importante quanto le installazioni militari, o forse
anche di piu'.


Quello che ci chiediamo e': perche' per la politica di pace l'attivita' di
informazione, di documentazione, di dibattito, di ricerca non e' un ambito
privilegiato di attivita'? Noi siamo convinti del fatto che se ci fosse
stata informazione corretta e trasparente ora non saremmo col dubbio (come
sono in molti) o con la certezza (come siamo noi) che nei Balcani sia
successa una catastrofe umana e ambientale; tutto questo sarebbe stato
fermato, o chiarito, quando si era ancora in tempo.


Utilizzando dati di pubblico dominio, abbiamo realizzato delle mappe del
Kossovo evidenziando le zone contaminate dai proiettili all'uranio
impoverito utilizzati dalla Nato durante i bombardamenti. Improvvisamente
le nostre pagine internet hanno registrato un aumento esponenziale del
numero di accessi, e solo dopo alcuni giorni gli stessi dati sono stati
diffusi dal ministero italiano dell'ambiente. Familiari di soldati
continuano a scriverci per chiederci dei dati sulle condizioni dei
territori in cui si trovano i loro figli. Aiutando queste persone il
sentimento che si aggiunge a quello della solidarieta' e' quello della
rabbia per la solitudine e la mancanza di informazioni che colpiscono tutte le
persone che vorrebbero sapere qualcosa in piu' sui problemi relativi alla
possibile contaminazione dei loro figli.


Una cosa che sperimentiamo quotidianamente con la nostra attivita' di
volontariato dell'informazione e' proprio la mancanza di dati concreti a
disposizione dei cittadini. Sembra assurdo che in un paese civile debbano
essere dei volontari pacifisti a tutelare la salute dei militari realizzando in
proprio le mappe con i dati della contaminazione, mentre questo compito
spetterebbe alle istituzioni pubbliche.


Una grande lezione che ci viene dal dibattito sull'uranio impoverito e' che i
rapporti tra le istituzioni politiche, l'apparato militare, i mezzi di informazione
e la popolazione devono essere improntati alla massima trasparenza,
altrimenti si innesca un meccanismo che porta alla rovina generale, un
"effetto domino" che colpisce tutti, con il rischio di pagare con la salute e con
la vita. Quando il segreto militare uccide dei soldati, si trasforma in alto
tradimento.


Riteniamo pertanto che sarebbe un grave tradimento continuare a negare la
risposta ad alcune domande ormai urgenti. E' tempo di sapere quali sono le
armi all'uranio impoverito in dotazione agli eserciti europei, quante sono
queste armi, dove e come sono state utilizzate in Bosnia e in Jugoslavia.
Gli abitanti del Kossovo, che abbiamo cercato di difendere dalla violenza,
hanno il diritto di sapere quali sono i rischi e le possibili violenze che
potrebbero subire a causa della presenza di uranio impoverito nel terreno,
nelle falde acquifere o in sospensione nell'aria. Se abbandoneremo quelle
persone a loro stesse, senza assumerci la responsabilita' della
decontaminazione e del risarcimento dei danni ambientali provocati dalla
nostra azione militare, la nostra forma di governo non si dimostrera'
migliore della dittatura che le bombe all'uranio volevano abbattere.


Alla luce dei fatti accaduti finora la struttura, le regole e le dottrine
militari, in particolare quella della sicurezza e della segretezza, devono
essere riviste. Oggi i moderni strumenti di guerra sono profondamente
differenti rispetto al passato della storia dell'uomo. La tecnologia puo'
generare processi irreversibili, come la contaminazione nucleare e chimica,
le biotecnologie. Altri scenari che si stanno delineando possono innescare
processi che sfuggono al controllo degli stessi militari.


Occorre quindi ridiscutere l'idea di sviluppo, non verticale ma orizzonale, e
quella della sicurezza, costruita con la solidarieta' e non con la violenza e la
restrizione. Oltre che un fatto puramente monetario, il rafforzamento e la
coesione dell'Unione Europea possono essere una grande opportunita' per
riscrivere le regole della pace e dei rapporti internazionali. E' una vostra
responsabilita', signori deputati, fare in modo che i cambiamenti del futuro
siano una spinta e non un freno per il progresso dell'Europa e dell'umanita'. A
breve ci saranno alcune decisioni fondamentali per il futuro dell'UE, come lo
sviluppo della forza europea di reazione rapida, la militarizzazione dello
spazio europeo, i vincoli al commercio delle armi, l'atteggiamento di fronte al
progetto di scudo spaziale degli usa, il monitoraggio dell'ambiente, l'effetto
serra.


Sara' importante ricordare l'insegnamento appreso dall'emergenza
ambientale dei Balcani, per evitare che in futuro uno stato possa
nuovamente riversare le proprie scorie nucleari su un altro stato sovrano,
spacciando questo fatto come un intervento umanitario. Chi e' convinto che
la verita' sia un'altra e' invitato a dimostrarlo, per trasparenza verso i cittadini
europei e per onesta' verso le popolazioni che raccoglieranno dalla loro terra
i frutti dei nostri semi all'uranio.



Carlo Gubitosa - Associazione PeaceLink
c.gubitosa@...
http://www.peacelink.it



----------------- lista degli invitati all'audizione --------------------

A HEARING WITH MAJOR WITNESSES
ON THE "BALKANS SYNDROME "


Tuesday 16 January 2001
Room S 2,1 from 15.00 - 16.30
EUROPEAN PARLIAMENT - STRASBOURG


Abraham Béhar
President of the international association “Doctors for the Prevention of
Nuclear”
(this association gained the Nobel Peace Prize in 1985)


Falco Accame
President of the Association “Victims in the Armed Forces”, former
President of the Defence Committee of the Italian Chamber of Deputies


Pekka Haavisto
One of the authors of the Report of the "United Nations Environment
Programme" (UNEP) on the dangers of depleted uranium munitions (to be
confirmed)


Christine Abdelkrim
Journalist, author of the book “A dirty clean war”


Carlo Gubitosa
National Secretary of the "PeaceLink" network and responsible for research
into depleted uranium in Kosovo


Athanassios Geranios
Professor at the University of Athens Department of Nuclear Physics


The goal of this initiative is to contribute to the maximum of transparency on
all the dimensions of this affair. Firstly, the human dimension: the
consequences for the soldiers and the civil population. Then, the military
dimension: the demystification of the "clean war". Finally, the political
dimension: the strategy of NATO and the responsibility of European leaders
in this matter.


Without waiting, the GUE/NGL Group demands an immediate halt to the use
and manufacture of depleted uranium munitions. It also demands that the
Secretary General of Nato at the time of these incriminating events, Mr
Solana, today high responsible for the common foreign and security policy of
the European Union, come to explain himself next week before the European
Parliament.


This hearing is open to all MEPS and the press.




GUE/NGL PRESS OFFICE: Gianfranco Battistini +32-(0)475-646628

------- End of forwarded message -------

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Bollettino di controinformazione del
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ITALIA E NATO: CONSIDERAZIONI GIURIDICHE

Intervento del Prof. Ugo Villani, docente di diritto internazionale
presso
l'Universita di Bari.

Tratto dal convegno Sindrome dei Balcani: non solo uranio, organizzato a
Bari il 17/1/2001 dall'associazione "Un ponte per Belgrado"



Non vi sono delle specifiche norme o convenzioni che vietano l'uso delle
armi all'uranio impoverito. Io mi limito a osservare ipotesi e normative
alla stregua delle quali le armi all'uranio impoverito possono essere
valutate. E qui il riferimento va ad un Protocollo del 1977 di Ginevra
che
si aggiunge alle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e che rientra
nel
diritto internazionale umanitario, cioè quel contesto di norme dirette
ad
umanizzare, nei limiti del possibile i conflitti internazionali.
Nell'ambito
del Protocollo del 1977 l'ipotesi più interessante è quella che le armi
all'
uranio impoverito rientrino nel divieto di attacchi indiscriminati e
cioè
sono gli attacchi militari che per i metodi ed i mezzi utilizzati non
siano
idonei a distinguere obiettivi militari da obiettivi civili e pertanto
possono procurare un danno ad obiettivi civili, luoghi e persone non
militari; quindi nel caso che le armi all'uranio impoverito fossero in
grado
di provocare tumori, leucemie o altre malattie, danni all'ambiente,
potrebbero rientrare nel divieto suddetto. Un'altra norma vieta l'uso di
quei mezzi dai quali ci si possono attendere danni estesi, durevoli e
gravi
all'ambiente tali da determinare danni successivi alla salute umana. Nel
caso in cui le armi all'uranio impoverito comportassero danni gravi,
estesi
e durevoli all'ambiente tali da nuocere alla salute umana, queste armi
rientrerebbero nella proibizione di questa norma. Altri principi che
credo
vadano richiamati sono: il principio di precauzionalità posto a tutela
di
obiettivi civili e della popolazione il quale prescrive ai belligeranti,
a
chi comanda, ordina, organizza o esegue l'azione militare di usare tutte
le
precauzioni necessarie per impedire che l'attacco militare provochi
danni a
luoghi e persone civili; il principio per cui gli eventuali danni a
luoghi e
persone civili siano non eccessivi rispetto ai risultati militari. Norma
questa che potrebbe sembrare un po' cinica e forse lo è, la quale dunque
prevede che solo nel caso di un obiettivo militare importante si possano
giustificare danni collaterali. Del Protocollo di Ginevra non ne fanno
parte
la NATO, gli Stati Uniti, la Francia e la Turchia e quindi questi Stati
non
sono vincolati al suo rispetto, essendo le convenzioni internazionali
non
dissimili dai contratti di diritto interno , e quindi vincolanti solo
chi li
stipula.

Ciò vuol dire che la NATO, gli Stati Uniti, la Francia, laTurchia erano
liberi di non rispettare queste norme? No, perché gran parte di queste
norme
sono da considerarsi corrispondenti agli usi o consuetudini
internazionali
come tra l'altro ha sostenuto la Corte Internazionale di Giustizia in un
suo
parere riguardo al principio che vieta attacchi indiscriminati, cioè
conclusi con armi che non sappiano distinguere tra obiettivi civili e
militari. Paradossalmente anche gli Stati Uniti nel loro codice militare
hanno recepito questi principi di diritto umanitario. Per quanto
riguarda la
richiesta di riparazione del danno da parte dell'Italia nei confronti
della
NATO, questa sembra essere assurda, perché l'Italia sapeva dell'uso di
proiettili all'uranio impoverito e non perché lo sapeva il Governo, ma
in
quanto lo sapevano tutti a cominciare dai giornalisti che forse oggi
dimenticano gli articoli durante la guerra che parlavano dell'uso di
queste
armi. Tra l'altro quello che pare sicuro è che i militari americani
fossero
stati informati dell'utilizzo di queste armi e sulle cautele da
prendere.
Quindi l'Italia ha fatto male a non seguire questo esempio. Ma c'è una
ragione più importante che, a mio parere, rende ipocrita la posizione
dell'
Italia nel rimproverare la NATO e gli altri paesi, e cioè che l'Italia
ha
partecipato a pieno titolo a questa campagna militare e quindi da un
punto
di vista giuridico-internazionale qui non c'è un'Italia vittima di altri
paesi, ma ci sono le vittime della Repubblica Federale Jugoslava, della
Bosnia e dell'Iraq. Possibile che quelli che dicevano che la guerra era
giusta ora si arrabbiano e chiedono i danni?.

A parte l'uso delle armi all'uranio impoverito che probabilmente non è
il
problema più grande, io mi sentirei di fare delle affermazioni più nette
e
sicure su di un'altra serie di illeciti commessi nell'ultima guerra.
Pensiamo all'abbattimento di ospedali, scuole, ponti, ferrovie, mercati
che
vanno contro il divieto di colpire obiettivi civili e contro il dovere
di
usare tutte le precauzioni per evitare effetti collaterali; pensate ad
un
altro grave illecito che è l'uccisione deliberata di civili e mi
riferisco
al bombardamento del 23 aprile 1999 sulla televisione di Belgrado
diretto ad
uccidere dei civili. Si è cercato di giustificare questa uccisione
affermando che nella televisione si faceva propaganda, allora penso io
sulla
RAI cosa ci dovrebbero fare?!. Secondo l'impostazione della NATO la
televisione di Belgrado operava anche come strumento militare e forniva
informazioni; ma anche questa affermazione è da respingere, perché le
stesse
norme che vietano l'attacco ad obiettivi civili pongono anche la
presunzione
che gli obiettivi civili non abbiano utilità militare. Perciò
spetterebbe
dimostrare con elementi chiari il contrario per giustificare il
bombardamento. Infatti lo stesso Dini espresse una forte condanna e fu
immediatamente zittito, mentre Solana legittimò l'operazione militare.
Altre
norme violate sono quella che vieta la distruzione di risorse essenziali
per
la sopravvivenza della popolazione civile e cioè strade, ponti, centrali
elettriche, idriche e quella che vieta la distruzione di luoghi di
culto,
artistici, norma relativa ad una Convenzione del 1954. Come conseguenza
di
queste violazioni esiste un obbligo di risarcimento del danno che
esisterebbe anche qualora l'intervento della NATO fosse stato lecito. Di
fatto l'unico risarcimento effettuato fino ad adesso è quello di 28
milioni
di dollari sborsati dagli Stati Uniti alla Cina per il bombardamento
dell'
ambasciata cinese.

Ma le norme di diritto internazionale umanitario prevedono anche la
responsabilità degli individui che hanno agito, ordinato, programmato
gli
atti criminali o crimini di guerra, i quali hanno una responsabilità
penale
personale per cui possono essere giudicati sia dai giudici interni che
dal
Tribunale penale per la ex Jugoslavia. L'Italia, in particolare ha una
responsabilità non solo per aver partecipato ai bombardamenti, ma già
dal
momento in cui ha messo a disposizione degli alleati le basi militari e
quindi non può chiedere nessun risarcimento. Responsabilità che non può
essere attenuata da un inesistente obbligo di solidarietà con la NATO
per
cui l'Italia avrebbe dovuto tenere fede ai patti. Il trattato NATO,
infatti,
obbliga ad intervenire anche militarmente solo nel caso di aggressione
ad
uno Stato membro (art.5). Per quello che riguarda, invece, le violazioni
costituzionali già nel 1949 l'On. Gaspare Ambrosini, futuro presidente
della
Corte Costituzionale, rilevava, nel presentare alla camera la relazione
di
ratifica del trattato NATO, come l'obbligo di assistenza anche nel caso
dell
'art.5 doveva essere deciso, nei metodi e nei mezzi, rispettando gli
obblighi costituzionali e quindi sottoponendo al Parlamento la decisione
di
intervento. In prosieguo è da rilevare come la stessa NATO abbia
lasciato
libero ogni Stato di aderire all'operazione e comunque sempre nel
rispetto
delle proprie regole costituzionali. Infatti la NATO solitamente o
decide
all'unanimità o non decide e d in ogni caso c'è per qualsiasi Stato la
possibilità di estraniarsi dalla decisione come ha fatto la Grecia non
partecipando alla guerra alla Jugoslavia. Quindi vi è stata una libera
scelta del Governo che ha esautorato il Parlamento ed ha violato anche
il
principio costituzionale del ripudio della guerra, perché di guerra si è
trattato e non di operazione di polizia internazionale. Le uniche
mozioni
approvate dalle Camere il 13 aprile 1999 autorizzavano l'invio in
Albania di
un contingente di forze armate "il cui impiego è volto esclusivamente a
funzioni di supporto logistico, soccorso sanitario e protezione della
missione umanitaria" nulla avendo a che vedere con la guerra. Ma persino
il
Governo quando emanava un decreto-legge il 21 aprile 1999 per
giustificare l
'intervento diceva con grande ipocrisia che autorizzava l'invio ." per
partecipare alla forza multinazionale della NATO di stanza in Albania
per
soccorrere i profughi del Kossovo ed in particolare allo scopo di
approntare
campi di accoglienza ed ospedali da campo e inoltre per garantire il
regolare flusso e la distribuzione degli aiuti umanitari nonché le
necessarie condizioni di sicurezza per le missioni internazionali".
Tutto
ciò è avvenuto con grande sovvertimento delle nostre regole
costituzionali.
Del resto lo stesso Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dell'
epoca, Marco Minniti, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera
l'
11 giugno 1999 affermava che" i nostri parlamentari si interrogavano
sull'
opportunità di un intervento aereo mentre gli aerei erano già in volo.
Il
Parlamento discuteva mentre tutto stava già accadendo. Ma noi non
potevamo
farci niente". In conclusione ed in ordine agli ultimi due teatrini
degli
ultimi giorni, sembra strano che oggi si richiedano chiarimenti a Solana
il
quale dovrebbe essere imputato penalmente per il bombardamento alla
televisione serba e allo stesso tempo Carla del Ponte abbia dichiarato
di
volere aprire un procedimento penale per l'uso di uranio impoverito
quando
ella stessa nel giugno del 1999 dichiarò il non luogo a procedere per i
crimini commessi dalla NATO nella ex Jugoslavia.

---

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-------- Original Message --------
Oggetto: soppressione ministero per l'ambiente in jugo
Data: Sat, 13 Jan 2001 22:24:38 +0100
Da: Alberto Tarozzi

1.FONTE: "Glas Javnosti".
2.TITOLO: Il Segretariato per la protezione dell'ambiente.
3.INDICE: "Glas Javnosti " indaga.Si sopprime il Ministero per
l'ambiente?
4.SITO INTERNET:
http://arhiva.glas-javnosti.co.yu/arhiva/2001/01/12/srpski/P01011106.shtm

5.NUMERO DI PAGINE: 2.
6.DATA: 12.01.2001.

Il nuovo Governo della Repubblica di Serbia diminuisce il numero dei
Ministeri dal 26 al 17. Nel gruppo di quelli che si stanno sopprimendo,
si
trova anche il Ministero per l'ambiente. Il nuovo Governo propone la
costituzione del Segretariato per l'ambiente al posto del Ministero.
Con la costituzione del Governo federale al posto del Ministero per
l'ambiente viene formato un settore nell'ambito del Ministero per la
salute
che, secondo le parole di Dragisa Gajic, ha mantenuto tutte le sue
competenze. È solamente diminuito il numero degli impiegati.

---

JUGOSLAVIA: BANCA CENTRALE ANNUNCIA FLUTTUAZIONE DINARO

(ANSA) - BELGRADO, 5 GEN - La semi-convertibilita' del dinaro jugoslavo
inizia da oggi con un decreto per la fluttuazione dei cambi annunciato
dal
governatore della Banca centrale Mladjan Dinkic.
In una conferenza stampa a Belgrado, Dinkic ha precisato che d'ora in
poi
il valore del dinaro verra' stabilito dalle contrattazioni valutarie sul

mercato interbancario. Finora il cambio della moneta jugoslava era stato

fissato dal governo federale.
Con il regime di Slobodan Milosevic, il cambio era stabilito a sei
dinari
per un marco tedesco, una quotazione politica molto diversa dalla
realta'
del mercato nero. Con l'avvento della democrazia, il dinaro e' stato
svalutato del 500%, e con un marco tedesco (che equivale a circa 1.000
lire
e a cinquanta centesimi di euro) e' possibile ora acquistare 30 dinari.
Al
momento questa valutazione e' stabile da diverse settimane, ed e'
applicata
anche dai rimasugli del mercato nero valutario dell'era Milosevic, che
ora
non ha piu' ragione di essere.
Dinkic aveva annunciato nelle scorse settimane provvedimenti per la
parziale convertibilita' del dinaro, ma aveva indicato che la
fluttuazione
sarebbe venuta solo dopo la formazione di un nuovo governo serbo: che e'

stato pero' ritardato dalla decisione di ripetere le elezioni
parlamentari
repubblicane in 19 seggi. (ANSA)
OT 05-GEN-01 20:16 NNNN
05/01/2001 21:03

Jugoslavia: Albright, "Milosevic può essere processato in patria"

WASHINGTON - Il segretario di stato americano non si oppone a che
Slobodan
Milosevic sia processato a Belgrado. Madeleine Albright ha detto in
un'intervista esclusiva alla Reuters, che l'ex presidente jugoslavo può
essere giudicato in patria per i crimini di guerra nei Balcani, purché
il
tribunale sia quello delle Nazioni Unite, che ha sede all'Aia.
(Repubblica
on line 5/1)

JUGOSLAVIA: TPI, MILOSEVIC VA PROCESSATO ALL'AJA

(ANSA) - L'AJA, 5 GEN - Il Tribunale penale internazionale (Tpi) per la
ex-Jugoslavia e' tornato oggi a respingere l'ipotesi che l'ex-presidente

jugoslavo Slobodan Milosevic possa essere processato a Belgrado.
''Il processo deve tenersi a l'Aja'', ha detto oggi un portavoce del Tpi

sottolineando che il procuratore generale Carla del Ponte insiste
affinche'
nella citta' olandese sede del tribunale si svolgano tutti i processi
contro alti funzionari e persone accusati di crimini contro l'umanita'.
L'ipotesi di un processo di Milosevic a Belgrado era stata appena
riformulata - questa volta dal ministro degli esteri jugoslavo, Goran
Svilanovic - anche se il Tpi l'aveva gia' respinta in piu' occasioni.
La capitale jugoslava, ha detto ancora il portavoce, ''non e' un luogo
neutrale ed e' impossibile immaginare che le vittime vi vengano a
testimoniare''. Inoltre, ha fatto notare, alti responsabili del regime
jugoslavo sono gia' stati processati all'Aja e non si capisce perche' si

debba fare un'eccezione per Milosevic.(ANSA).
CAL
05/01/2001 18:28

JUGOSLAVIA: MINISTRO ESTERI IN USA, COLLABOREREMO CON TPI

(ANSA) - NEW YORK, 5 GEN - Il governo jugoslavo collaborera' con il
tribunale per i crimini di guerra dell'Aja (Tpi) che intende processare
l'ex presidente Slobodan Milosevic per i crimini nei conflitti balcanici
e
proporra' un processo a Belgrado. Lo ha detto il ministro degli esteri
jugoslavo Goran Svilanovic, che si e' incontrato a Washington con il
segretario di Stato americano Madeleine Albright.
La visita e' la prima di un esponente del governo jugoslavo dopo i
bombardamenti della Nato durante la guerra del Kosovo nel 1999.
''Terremo fede ai nostri compiti e alle nostre responsabilita' riguardo
alla collaborazione con il tribunale dell'Aja'', ha detto Svilanovic
durante una conferenza stampa, al fianco della Albright. Il ministro
degli
esteri ha detto che proporra' al procuratore del Tribunale
internazionale,
Carla del Ponte, di valutare la possibilita' di un processo a Belgrado,
sotto la giurisdizione della giustizia dell'Aja. ''Mi incontrero' con il

procuratore Del Ponte a Belgrado - ha detto Svilanovic - ed
approfondiremo
questa possibilita'''.
Il segretario di Stato americano ha sottolineato che ''solo sei mesi fa
un
incontro come questo sarebbe sembrato impensabile''. ''Non ci sono dubbi
-
ha aggiunto Madeleine Albright - che la Jugoslavia ha svoltato e si sta
muovendo nella direzione positiva verso l'Europa e la democrazia''.
Il ministro degli esteri del governo di Belgrado restera' alcuni giorni
negli Usa e incontrera' anche i collaboratori del futuro segretario di
Stato Colin Powell, ma non lo stesso Powell, che ha scelto di non
incontrare leader stranieri fino a quando non assumera' l'incarico.
BM 05-GEN-01 01:34 NNNN
05/01/2001 18:23

JUGOSLAVIA-USA: MINISTRO ESTERI SVILANOVIC VA A WASHINGTON
(ANSA) - BELGRADO, 3 GEN - Il ministro degli esteri jugoslavo Goran
Svilanovic parte oggi per Washington per la prima visita ufficiale di un

responsabile della diplomazia di Belgrado dalla costituzione della
Federazione serbo-montenegrina del 1992. Al centro dei colloqui che
Svilanovic avra' con il segretario di stato americano Madeleine Albright
ci
saranno la guerriglia albanese in atto nel sud della Serbia, il problema

del Kosovo, i rapporti fra Belgrado e il Montenegro, la crisi economica
e
gli aiuti internazionali alla neonata democrazia serba. Un capitolo
particolare sara' sicuramente dedicato alla richiesta di estradizione
per
l'ex presidente Slobodan Milosevic avanzata dal Tribunale penale
internazionale dell'Aja, una istanza fortemente appoggiata
dall'amministrazione del presidente uscente degli Usa Bill Clinton. Il
presidente jugoslavo Vojislav Kostunica ha ribadito piu' volte di non
considerare il problema come prioritario e ha sottolineato che comunque
l'attuale costituzione non permetterebbe una tale estradizione. In
Serbia
si moltiplicano poi le richieste di processare in patria Milosevic,
accusato fra l'altro dai democratici di appropriazione indebita dei beni

statali ed esportazione illegale di capitali. Anche su altri problemi
c'e'
una certa freddezza fra Washington e la nuova dirigenza di Belgrado, che

accusa gli americani di favorire in Kosovo il Partito democratico
dell'ex
comandante dell'Esercito di liberazione kosovaro (Uck) Hashim Thaqi e di

avere incoraggiato, almeno per quanto riguarda il passato, le
aspirazioni
secessioniste del presidente montenegrino Milo Djukanovic. Pur
dichiarandosi esplicitamente filoeuropeisti, Kostunica e il suo governo
federale puntano comunque a rilanciare i rapporti con gli Stati Uniti,
dopo
la ripresa delle relazioni diplomatiche che recentemente ha posto fine
alla
rottura decisa nel marzo 1999, alla vigilia dei bombardamenti della
Nato.
Gli Stati Uniti hanno stanziato aiuti per 11,5 milioni di euro alla
Jugoslavia del dopo Milosevic, e prevedono investimenti per altri 182
milioni di euro nella ricostruzione delle infrastrutture energetiche del

paese. E' probabile che nei tre giorni della sua visita Svilanovic
cerchi
anche incontri con l'entourage del nuovo presidente George Bush, anche
se
al momento il programma ufficiale non lo prevede. (ANSA). OT
03/01/2001 15:56

JUGOSLAVIA: MILOSEVIC FORSE PRESTO PROCESSATO, SENATORI USA
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 31 DIC - L'ex presidente jugoslavo Slobodan
Milosevic potrebbe essere giudicato da un tribunale di Belgrado nel
febbraio o nel marzo prossimo, secondo quanto affermato oggi da due
senatori statunitensi al termine di incontri con i nuovi governanti
della
Repubblica federale di Jugoslavia. Ne da' notizia l'agenzia Beta.
I repubblicani Arlen Specter e George Voinovic, primi esponenti del
senato
Usa a recarsi in Jugoslavia dopo la ripresa delle relazioni diplomatiche

tra Washington e Belgrado in novembre, hanno sottolineato che Milosevic
dovra' essere giudicato per crimini di guerra per consentire la piena
reintegrazione dello Stato balcanico nella comunita' internazionale.
Il nuovo presidente jugoslavo Vojislav Kostunica ha respinto la
richiesta
di consegnare Milosevic al Tribunale penale internazionale (Tpi)
dell'Aja,
che nel maggio 1999 lo incrimino' per crimini di guerra e contro
l'umanita'
perpetrati durante il conflitto in Kosovo. Nei giorni scorsi il vice
premier serbo Nebojsa Covic non ha escluso che Milosevic e sua moglie
Mira
Markovic siano arrestati in gennaio. (ANSA-AFP).
PZ

BALCANI: USA, BUSH INZIERA' RITIRO TRUPPE A SUO INSEDIAMENTO

(ANSA) - LONDRA, 31 DIC - Non appena George W. Bush si sara' insediato
come
prossimo presidente americano, ordinera' il ritiro delle truppe
statunitensi dai Balcani e nel giro di quattro anni solo poche unita'
specializzate resteranno nella regione.
E' quanto scrive oggi il settimanale britannico 'Sunday Times' citando
personalita' vicine al prossimo inquilino della Casa Bianca.
Gli Stati Uniti hanno dislocato circa 10 mila uomini tra Bosnia e Kosovo
e
gia' da tempo si parla di un loro possibile richiamo. Nella campagna
elettorale, Bush ha piu' volte detto che se fosse andato al potere
avrebbe
attuato una politica assai meno interventista rispetto a quella
dell'amministrazione Clinton.
''Quando Bush sara' alla Casa Bianca ci sara' un grande cambiamento di
filosofia, la riduzione della presenza americana (nei Balcani) iniziera'
da
subito e in quattro anni sara' completata'', ha detto al settimanale
inglese John Hulsman, uno dei futuri collaboratori del presidente.
Hulsman ha detto anche che i repubblicani sono sempre piu' scettici
circa
l'utilita' di missioni umanitarie che, tutto sommato, non hanno alcun
rapporto con gli interessi nazionali degli Stati Uniti.
Un ex collaboratore di Bush padre, Richard Perle, ha precisato comunque
che
nessuna iniziativa verra' presa senza avere consultato gli alleati.
Stando
a Pearle potrebbero essere la Germania ad assumersi gran parte degli
oneri
cui il presidente eletto intende rinunciare. (ANSA).
COR-ZU

31/12/2000 18:50

JUGOSLAVIA: EPURATO GENERALE ACCUSATO DI CRIMINI DI GUERRA

(ANSA-REUTERS-AFP) - BELGRADO, 30 DIC - Il presidente jugoslavo Vojislav

Kostunica ha mandato in pensione 13 alti ufficiali, incluso il generale
Dragoljub Ojdanic, un ex ministro della difesa ed ex capo di stato
maggiore
accusato di crimini di guerra dal tribunale dell'Onu. Lo ha riferito
oggi
l'agenzia Tanjug. Ojdanic e' stato incriminato nel maggio 1999 dal
tribunale dell'Aja per i crimini di guerra assieme all'allora presidente

jugoslavo Slobodan Milosevic e ad altri tre dirigenti per asserite
atrocita' compiute dall'esercito ai danni della minoranza albanese del
Kosovo. Kostunica ha anche sostituito il comandante del secondo corpo di

armata di stanza in Montenegro, il generale Milorad Obradovic, e del
capo
della marina jugoslava, ammiraglio Milan Zec, il cui trasferimento era
stato chiesto dalle autorita' montenegrine per il loro sostegno a
Milosevic. Tra gli epurati non figura tuttavia il generale Nebojsa
Pavkovic, attuale capo di stato maggiore ed alleato di Milosevic fino
alla
rivolta popolare che in ottobre provoco' il crollo del suo regime.
Diversi
leader della coalizione dell'opposizione democratica delle Serbia (Dos),

tra cui il premier designato Zoran Djindjic, avevano chiesto invano il
siluramento del generale. Kostunica ha anche promosso diversi alti
ufficiali, tra cui il generale Vladimir Lazarevic, comandante del terzo
corpo d'armata, di stanza in Serbia meridionale e in Kosovo. I
cambiamenti
ai vertici delle forze armate confermano recenti notizie di stampa circa
un
accordo tra Kostunica e il presidente montenegrino Milo Djukanovic per
l'allontamanento di comandanti accusati dai governanti della piccola
repubblica federata con la Serbia di aver tentato di rovesciarli ai
tempi
di Milosevic. (ANSA-AFP-REUTERS). PZ
30/12/2000 19:09

Belgrado: Kostunica, la Jugoslavia va riformata

BELGRADO - La Repubblica federale di Jugoslavia, formata nel 1992 da
Serbia
e Montenegro, ha un "difetto di costruzione" e deve essere rifondata,
secondo il suo nuovo presidente Vojislav Kostunica. "La Repubblica
federale
di Jugoslavia presenta un difetto di costruzione. E' uno stato nato da
un
accordo tra due partiti al potere", ha detto Kostunica in un'intervista
pubblicata dal quotidiano di Belgrado Blic nella sua edizione di
Capodanno.
"Conviene rifondare tutto conservando gli elementi sani e durevoli che
contiene", ha detto il presidente aggiungendo che la ricerca di una
soluzione legale accettabile per Serbia e Montenegro è una priorità del
nuovo governo federale. (Da Repubblica on line 30/12/00)

KOSOVO: E' POSSIBILE SOLO SOLUZIONE DIPLOMATICA, KOSTUNICA

(ANSA-AFP) - BELGRADO, 30 DIC - Una soluzione diplomatica e' la sola
possibile per il Kosovo: Lo sostiene il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica in un'intervista che sara' pubblicata dal quotidiano Blic
nella
sua edizione di Capodanno.
''Dobbiamo essere pronti ad aspettare il tempo necessario per giungere
ad
una soluzione diplomatica perche' non abbiamo altra scelta'', ha detto
Kostunica, denunciando il principio dell'ultimatum. ''La questione non
e'
sapere se noi siamo nella posizione di dare alla Nato delle date sotto
la
minaccia di un'azione di forza ma comprendere che tale azione non sara'
giustificata'', ha detto Kostunica.
In un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, in edicola oggi,
Zoran
Djindjic, prossimo primo ministro serbo, ha dichiarato che la forza di
pace
Kfor ha 20 giorni di tempo per risolvere la crisi nel sud della Serbia,
al
termine dei quali le forze di Belgrado passeranno all'azione. Kostunica
ha
avvertito che ad un intervento armato contro i separatisti albanesi, che
si
fanno chiamare 'Esercito di liberazione di Presevo, Medvedja e
Bujanovac'
(Ucpmb), seguirebbe dopo le inevitabile perdite di vite umane la via
negoziale. ''Meglio allora negoziare subito sia con i terroristi sia con
la
Kfor, partendo da buone posizioni'', ha aggiunto Kostunica. Il
neopresidente jugoslavo ha detto infine che rinnovera' la sua offerta di

dialogo al leader moderato degli albanesi del Kosovo Ibrahim Rugova,
presidoente della Lega democratica del Kosovo. Questi ha declinato la
sua
offerta ma Kostunica reputa che la sua risposta ''non fosse del tutto
negativa''.
Per Kostunica ''il problema del Kosovo e' innanzitutto un problema
serbo-albanese e nessun altro puo' risolverlo a lungo termine'' anche se

non esiste ''una soluzione istantanea''. A suo parere la scena politica
kosovara e' effervescente e l'avvenire della provincia ''dipende molto
dai
risultati di questi sommovimenti''. Ma una cosa, ha concluso Kostunica,
e'
''evidente'': ''la popolazione ne ha abbastanza dell'estremismo''.
(ANSA-AFP)
KIP

JUGOSLAVIA: DJINDJIC NON ESCLUDE ESILIO MILOSEVIC A CUBA
(ANSA) - BERLINO, 29 - Zoran Djindjic, futuro premier serbo, non esclude
un
esilio di Slobodan Milosevic a Cuba sostenendo al tempo stesso che il
controllo e la detenzione dell'ex dittatore non e' la prima priorita'
delle
nuove autorita' democratiche di Belgrado. ''E perche' non dovremmo
consentire un suo esilio a Cuba? Noi non dobbiamo trattenerlo a ogni
costo,
questo non rientra nelle nostre priorita' '', ha detto Djindjic in
un'intervista all' ultimo numero del settimanale tedesco Der Spiegel
domani
in edicola. Il leader dell'opposizione democratica rispondeva a una
domanda
dell'intervistatore che gli faceva notare come l'ex direttore del
giornale
governativo 'Politika', Dragam Antic, starebbe per l'appunto preparando
il
terreno per un esilio di Slobodan Milosevic nell'isola caraibica.
''Milosevic non e' sotto osservazione permanente'', ha aggiunto
Djindjic.
Il futuro premier serbo ha poi detto che la giustizia di Belgrado sara'
in
grado di definire tutte le eventuali accuse nei confronti di Milosevic
al
piu' tardi entro la prossima primavera. ''Se dovessero emergere reati a
suo
carico, dovra' risponderne al pari di qualsiasi altro cittadino'', ha
detto
Djindjic. Nella stessa intervista Djinjic ha anche minacciato un
intervento
militare contro gli albanesi del Kosovo nel caso continuino gli
attacchi,
in particolare nel sud della Serbia, appunto al confine amministrativo
tra
Serbia e Kosovo. In tal senso, il futuro premier ha dato una sorta di
ultimatum alle forze della Nato perche' facciano decantare il problema
entro 20 giorni. (ANSA). QN
29/12/2000 16:50

JUGOSLAVIA: DA DOMANI IN CIRCOLAZIONE NUOVO DINARO
(ANSA) - BELGRADO, 14 DIC - Nuove banconote del dinaro saranno messe in
circolazione da domani, ha annunciato oggi il governatore della Banca
centrale jugoslava Mladjan Dinkic. La nuova banconota sara'
convertibile,
sempre all'interno del paese.
''Noi introduciamo la convertibilita' generale dei biglietti da 100, 50
e
20 dinari che entreranno in circolazione venerdi''', ha detto Dinkic in
una
conferenza stampa riportata dall'agenzia Beta.
Le nuove banconote sono conformi alle norme europee e ''piu' protette''
contro la loro falsificazione rispetto ai dinari precedenti, ha aggiunto

Dusko Jovanovic, della Zecca jugoslava.
Le banconote, con l'effigie di personalita' storiche del paese, sono
verdi
(quelle da 20 dinari), rosse quelle da 50 e blu quelle da 100. Il
governatore ha presentato anche le nuove monete da uno, due, cinque
dinari,
e quella da mezzo dinaro, cioe' da 50 para.
''Venerdi' sara' un giorno storico per la Jugoslavia, il dinaro diventa
convertibile in tutte le transazioni. conformemente allo statuto del
Fondo
monetario internazionale (Fmi), ha dichiarato Dinkic. ''Gli jugoslavi -
ha
proseguito - potranno cambiare il loro denaro con le valute di qualunque

paese straniero, senza limitazioni di ammontare''.
Il vecchio dinaro sara' in circolazione parallelamente al nuovo fino
alla
fine di gennaio. Moneta di riferimento restera' il marco tedesco.
Dall'inizio di dicembre, il nuovo governo di Vojislav Kostunica ha
fissato
il cambio ufficiale a 30 dinari per un detschemark (0,5 euro),
adeguandosi
in pratica al cambio al mercato nero. Dal primo gennaio, il cambio del
dinaro potrebbe fluttuare, ha concluso Dinkic. (ANSA). COR-PAN
14/12/2000 19:01

---

Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
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