Jugoinfo

"Le radici socialiste non saranno estirpate dalla Serbia"

Intervista con il Professor Mihailo Markovic
Filosofo e membro dell’ala critica di sinistra dell’SPS

a cura della Corrente Leninista Internazionale
(un grazie e Luca per la traduzione)

---

(CLI) Quali sono state le ragioni del cinque di ottobre?



(MARKOVIC) Per spiegare il 5 ottobre si deve tener conto di fattori
interni ed esterni. Quelli esterni sono la crescente pressione della
NATO e dell’occidente venuta dopo un’intera decade di sanzioni
finanziarie e commerciali, di interventi militari e di un blocco quasi
totale della Jugoslavia. Ma si deve considerare anche della debolezza
interna del partito socialista. Per prima cosa si evidenzia la crescente
corruzione, specie negli ultimi anni, sia dell’SPS sia della JUL. Quindi
la corruzione è molto legata all’embargo esterno perché era necessaria
per comprare merci, materiali ed energia con ogni mezzo e sviluppò un
gruppo d’individui molto ricchi che collaborarono col governo,
corrompendo le autorità e facendo un sacco di soldi. Questi affaristi
ebbero una notevole influenza sui politici al comando e ad un certo
punto essi furono addirittura dei loro familiari, ad esempio figli di
politici. Il secondo fattore è che da quando il partner di coalizione
dell’SPS era lo JUL, il popolo notava una totale discrepanza tra cosa lo
JUL rappresentava con la retorica di sinistra e dall’altro lato un
comportamento autoritario dei suoi leaders e l’enorme corruzione dei
suoi funzionari. Così la gente provava sempre più antipatia per lo JUL
che non godeva più del supporto delle masse. Per questo lo JUL non è mai
andato alle elezioni da solo ma sempre in coalizione con l’SPS in modo
che non ci si accorgesse quanto debole fosse. D’altro lato legittimando
Milosevic hanno fatto la parte del leone nel governo e nelle
istituzioni.
La terza debolezza era il crescente carattere autoritario della
leadership del partito socialista. Gli ultimi due congressi, il terzo ed
il quarto, furono semplici manifestazioni ed elezioni di liste preparate
completamente in precedenza. Ci fu molto meno dibattito. Ci furono
persone che volevano la discussione e che furono rimosse dai loro
incarichi o perfino espulse. E fu sempre peggio.
Il quarto importante fattore fu qualcosa che i nemici dei socialisti
enfatizzarono in ogni momento. Il modo in cui Milosevic ha guidato la
difesa del paese, cioè molto risolutamente e coraggiosamente all’inizio
e poi improvvisamente crollando non solo facendo concessioni ma
capitolando completamente. Questo era già successo nel passato per
esempio quando i Croati attaccarono le Kraijne non ci fu alcun tentativo
di difesa. E poi ancora in Bosnia con gli accordi di Dayton: Sarajevo,
Brcko e Goradze furono abbandonate; Ci furono delle improvvise
concessioni che forse non erano necessarie. Dopo un certo periodo di
coraggiosa e risoluta difesa venne improvvisamente il momento in cui
questa difesa collassò. Abbiamo motivato queste scelte del passato con
il fatto che difendendosi troppe persone sarebbero morte o, nel caso di
Dayton che la Republika Srpska era già sfinita e perciò era necessario
salvare il salvabile perché c’era il pericolo che Banja Luka, Priedor ed
altre città potessero soccombere. L’ultimo caso, il Kosovo, ha sorpreso
un po’ tutti. Abbiamo difeso le nostre posizioni molto strenuamente e
queste riflettevano appieno l’alto morale del popolo in quel periodo.
Durante i bombardamenti il popolo si concentrava nel centro della città
e cantava canzoni patriottiche. Ciò colpiva molto. Poi vennero Artisari
e Chernomyrdin e minacciarono Milosevic che la Serbia sarebbe stata
completamente abbattuta. Sebbene noi sapessimo che all’interno della
NATO c’erano molti problemi, che c’erano disaccordi tra Americani ed
Europei, Milosevic capitolò improvvisamente e stipulò un patto con
Artisari e Chernomyrdin e successivamente ci furono gli accordi di
Kumanovo e le nostre forze abbandonarono completamente il Kosovo, il che
significava abbandonare la gente del Kosovo mandandoli incontro a molti
patimenti e privazioni. Già questo la gente non lo accettò. Cominciarono
a pensare che ci fosse qualcosa che non andasse nella personalità di
Milosevic a causa dei suoi repentini cambiamenti da un’attitudine
coraggiosa ad una capitolatrice. Forse la NATO avrebbe concluso
l’operazione Kosovo in dieci giorni. Ma, in effetti, in questi dieci
giorni avrebbero potuto uccidere molte persone e distruggere la nostra
economia. Ovviamente adesso molte persone lo hanno capito . Ma al cinque
di Ottobre la maggioranza non capì cosa realmente accadde. Milosevic si
era davvero arreso o c’era stato un tradimento dell’esercito e della
polizia? Secondo le nostre informazioni sembra che dopo le elezioni del
25 settembre, quando arrivarono i primi risultati, ci fu una grande
delusione nel vedere che Milosevic aveva dieci punti meno di Kostunica e
che noi avessimo perso le elezioni locali ovunque. In quel momento in
molti lo raccomandarono, perfino i suoi più fedeli seguaci, di
abbandonare le elezioni presidenziali e di riconoscere la vittoria di
Kostunica perché questo avrebbe lasciato l’assemblea e il governo
federale e l’assemblea ed il governo della repubblica in mano ai
Socialisti. Così si sarebbe trattato di perdere solo la carica di
presidente che secondo la nostra costituzione non ha molti poteri.
L’idea era di difendere le nostre istituzioni, il governo ed il
parlamento federali e della repubblica. Ma a sorpresa Milosevic dichiarò
di voler andare al secondo turno. Aveva ancora dieci punti di distacco e
tutti sarebbero stati contro di lui. L’SPO, i sostenitori di Mihailovic
ed i radicali avrebbero votato contro di lui perché prima delle elezioni
radicali e socialisti andarono incontro ad una rottura. I radicali
andavano raccontando di quanto saggia fosse stata la politica cetnica di
Draza Mihailovic durante il secondo conflitto mondiale. Seselj attaccò
il governo socialista. Ma Milosevic insistè nel voler combattere: a quel
punto nemmeno l’esercito e la polizia vollero seguirlo. Si resero conto
che ci sarebbe stato un grande scontro e che per la prima volta
l’opposizione era unita. L’unione è stata imposta dagli Stati Uniti; da
soli non sarebbero mai stati in grado di riunirsi in quel modo. Di
fronte a una grossa ondata di disaffezione che da Belgrado attraversò
tutta la Serbia, esercito e polizia non seguirono più i suoi ordini. Si
può vedere quanto sia stato testardo!



(CLI) Cosa ha proposto a Milosevic per cambiare la direzione degli
eventi?



(MARKOVIC) Non l’ho visto; non ci ho parlato. Ma lui ha proposto un
comitato per la preparazione di un congresso straordinario invitando me
ed un'altra trentina di persone. Io aderii alla commissione ed
immediatamente espressi il mio punto di vista affermando che nei
documenti del congresso ci dovrebbe essere prima di tutto una parte che
analizzi le cause principali del cinque Ottobre; secondariamente ho
proposto l’idea su come riformare il partito e su come partire
nuovamente, in merito al rinnovo dei quadri ed al ritorno ai principi
originari socialisti, un rinnovamento morale semplicemente per dirci
realmente la verità su quello che è realmente successo e basare la
nostra politica su quella verità. E poi c’era un terzo aspetto
riguardante nuove prospettive del partito socialista, dove c’era una
parte in cui si spiegava che il concetto socialista è ancora attraente
in campo internazionale ed un'altra parte nella quale si analizzava la
tradizione serba a cominciare da Svetozar Markovic ad oggi ed alla fine
ho detto come fosse inevitabile che il DOS farà un numero tale di mosse
che alienerà la gente da loro, di come debbano cominciare con una
terapia d’urto che saranno costretti ad applicare. E come già stiamo
vedendo, l’inizio di questa terapia è la cosiddetta liberalizzazione dei
prezzi, che sono immediatamente saliti.
Il livello di vita della gente era notevolmente peggiorato e molti si
sono accorti che ci sono stati dei cambiamenti, ma in peggio e quindi
molte persone hanno votato contro il partito socialista e per il DOS
poiché non potevano più sopportare i patimenti. Volevano cambiamenti
subito. Questo è il motivo per il quale hanno deciso di votare
l’opposizione sperando che forse ci sarebbero stati cambiamenti. Il
popolo avrebbe tollerato le privazioni se tutti fossero stati nelle
stesse condizioni, ma purtroppo loro dovevano soffrire e morire di fame
mentre vedevano altri vivere nel lusso. A queste condizioni il popolo
non poteva più tollerare. In quella occasione dissi anche che la frase
“società aperta” significava tra le altre cose una terapia shock e che
gli stranieri possano entrare, che molte imprese autogestite sarebbero
state messe in vendita a poco prezzo e sarebbero state chiuse come
abbiamo visto in molte altre nazioni dell’est europeo. L’interesse del
capitale straniero non è di sviluppare la nostra economia ma
semplicemente di guadagnare mercati per imporre l’importazione delle
loro merci. Offriranno crediti per l’importazione di merci straniere e
noi dovremmo costruire debiti come successe negli altri stati est
europei, compresi quelli che, a quanto si dice, “ce l’hanno fatta”, per
esempio la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria, che in un breve
periodo hanno accumulato più di cento milioni di dollari di debito,
cosicché già ora sono costretti a pagare un terzo delle loro entrate
solo per coprire gli interessi. Tale somma potrebbe anche aumentare e
così quei paesi perderebbero il loro futuro restando in uno status
coloniale. Anche la Serbia potrebbe diventare una colonia. Questa è una
situazione ben accetta nel comitato e la gente dice apertamente di
pensarla come Radko Markovic. Il mio testo originale è più o meno
rimasto invariato sebbene ci sono stati dei tentativi da parte di membri
del comitato esecutivo di ammorbidire ed offuscare alcune parti
critiche. La spiegazione data era che Milosevic non vorrebbe essere un
candidato per la presidenza del partito e questo ci aiuterebbe
moltissimo. Ma d’altra parte non dovremmo farlo arrabbiare perché sennò
lui vorrebbe ribaltare questa posizione e se noi criticassimo lui si
arrabbierebbe. Quindi dovemmo stilare un documento senza critica o
perlomeno con meno critiche possibile. Ma il testo iniziale espresse
un’aspra critica anche se era stata ammorbidita. I membri del comitato
esecutivo (Mimic, Milotinovic, e Andjelkovic) portarono il testo a
Milosevic per l’approvazione. Ma lui nonostante tutto si arrabbiò
moltissimo. Disse che “è orribile, come se fosse stato redatto da un
quartier generale di riserva del DOS. Non può essere preso in
considerazione. Vedrò di trovare un testo differente!”. Non abbiamo
ancora saputo chi ha preparato il testo attuale che non contiene
critiche. Io ho aspramente criticato il nuovo testo ed ho immediatamente
chiesto di mettere ai voti le due versioni. Milotinovic, che presiedeva
la seduta, non sentì la mia proposta ed anche quando questa fu ripetuta
da altri membri del comitato lui non rispose perché evidentemente ha
ricevuto ordini di non consentire modifiche al testo. Io me ne andai ed
il testo fu accettato con venti voti a favore e dieci contrari. A me non
fu più permesso di partecipare al congresso.



(CLI) Come autore del programma dell’SPS, che è ancora valido, lei
sosteneva la causa dell’uguaglianza delle forme di proprietà. Cosa
intende con questo e cosa significa per il futuro della Jugoslavia?



(MARKOVIC) Inizialmente, prima della riforma del 1988/89, c’erano due
comitati: uno per la riforma del sistema politico e uno del sistema
economico. Nel comitato per le riforme economiche (nel quale erano
presenti numerosi membri dell’accademia delle scienze di Serbia che
inizialmente furono respinti, ma con Milosevic le cose cambiarono)
girava l’idea che ogni impresa dovrebbe essere responsabile del proprio
successo economico. Non dovrebbe dipendere dal costante aiuto dello
stato. Dovrebbero essere in grado di provvedere agli operai ed avere
successo sul mercato. Ovviamente ci dovevano essere alcune imprese che
offrono dei servizi di base per il popolo alle quali avremmo dovuto
provvedere noi per coprire le spese.
La riforma del sistema politico contiene il riconoscimento dei diritti
politici della gente ed il pluralismo, che nel 1990 fu posto in essere
come sistema multipartitico.
Avevamo proprietà statali e qualcosa di unico che nessun altro paese
socialista aveva: la maggior parte dell’economia era composta di
proprietà sociale, il che significa che i lavoratori sarebbero stati
responsabili della proprietà che essi stessi hanno creato. Avevano il
diritto di partecipare alla fase decisionale e di dividersi gli utili.
Ci sono poi le cooperative che sono diverse dalla proprietà socializzata
ed infine abbiamo la proprietà privata. E’ noto che la gente che ha
risparmiato può non solo spendere i soldi, ma anche investire nella
produzione. Questo avrebbe incrementato l’occupazione. Ai tempi la
proprietà privata copriva circa il 15% dell’economia, salendo poi al
30%. L’idea era che tutte queste forme di proprietà coesistessero. Nelle
imprese autogestite i lavoratori che possiedono una certa percentuale di
capitale hanno il diritto di partecipare all’amministrazione, secondo la
propria quota. Si pensava in ogni caso che la proprietà sociale avrebbe
prevalso. Nel 1995, quando abbandonai il partito socialista, furono
fatti dei passi verso la privatizzazione. In molte imprese i lavoratori
si opposero a questo piano ed il processo non è partito. In quel periodo
non fu privatizzato molto, tanto è vero che ancora oggi la proprietà
privata non supera la metà del totale.



(CLI) Riguardo all’alleanza con il partito radicale molte critiche sono
state mosse contro l’SPS. Pensa che questa alleanza era necessaria per
conservare l’unità del paese o la considera un errore?



(MARKOVIC) I partiti possono essere classificati in conformità a due
principi: uno è quello di destra e sinistra e l’altro è quello di
partiti patriottici e di partiti pronti a collaborare con la NATO e le
cosiddette organizzazioni internazionali. Se si incrociano questi
criteri si ottengono quattro combinazioni: la prima è di una sinistra
patriottica come il partito socialista. Poi ci sono i patrioti di destra
come i radicali ed anche Kostunica. L’SPO non è realmente patriottico
come loro sostengono. Troviamo poi i globalisti non patrioti di sinistra
come lo JUL. In effetti, lo JUL non è di sinistra, anche se loro
sostengono il contrario. E per ultimo c’è il DOS che è un movimento
globalista non patriottico di destra. Perciò i radicali sono chiaramente
di destra ma d’altro canto sono nemici della NATO e delle sanzioni e
bisogna riconoscere loro una certa coerenza. Sono odiati in tutto il
mondo per questo. I socialisti vinsero agevolmente le elezioni del 1990
ma in seguito ebbero appena poco più del 30%. Bisognava perciò
cominciare a formare coalizioni governative. Prima con Nuova Democrazia,
che è un partito di destra, poi con l’SPO di Draskovic che aderì volta
per volta ed infine nel 1996 con i radicali. Non erano solamente molto
patrioti, ma utilizzavano anche una forte demagogia sociale. Nascosero
le loro intenzioni destrorse per il futuro e parlarono anche a favore
dell’uguaglianza sociale e le misure contro la povertà. Così poterono
conquistare molti socialisti delusi dal SPS. Ma in altri momenti
espressero le loro reali opinioni per esempio quando dissero che erano a
favore di una privatizzazione obbligatoria persino per i mezzi di
comunicazione. Non vedevano che questo cozzava con il loro patriottismo,
poiché se si vendono i mezzi di comunicazione questi potrebbero essere
acquistati dal capitale straniero e questo non si adegua agli interessi
patriottici. Solo prima delle ultime elezioni i radicali sono divenuti
molto sleali perché dissero che avrebbero potuto vincere le elezioni e
che quel momento sarebbe arrivato. Hanno sperato di raccogliere i voti
dell’SPO e dei cetnici poiché Draskovic sembrava aver perso una grossa
fetta di sostenitori. Questo è il motivo per cui hanno voltato le spalle
all’SPS in maniera spregevole.



(CLI) Lei ha criticato apertamente gli accordi di Dayton. Ora molte
persone paragonano Dayton a Kumanovo. Crede che la difesa nazionale
sarebbe potuta continuare ed evitare, di fatto, la perdita del Kosovo?



(MARKOVIC) Quando si paragona Dayton agli accordi di Lisbona del marzo
1992, prima della guerra, che avrebbero potuto evitare il conflitto se i
musulmani non si fossero ritirati, si vede che i secondi erano persino
più sfavorevoli. Si prevedeva che la Bosnia Erzegovina sarebbe diventata
un paese indipendente al di fuori della Jugoslavia, che i tre popoli
croati, serbi e musulmani dovevano avere uguali diritti, che lo stato
doveva essere organizzato come un associazione di cantoni e che il
popolo che deteneva la maggioranza in un dato cantone poteva prevalere
sugli altri.
Secondo questo trattato i serbi non avrebbero avuto nessun territorio
unificato mentre Dayton concedeva un territorio unificato per i serbi di
Bosnia che avrebbe potuto, in futuro, unirsi alla Serbia.
Benché Dayton significhi tre terribili perdite (Sarajevo, Brcko e
Goradze), è considerato da alcuni leader della repubblica Sprska come
uno dei migliori accordi per i serbi. Perdipiù Dayton arrivò quando la
republika Sprska era esausta e cominciava a perdere la guerra. Tutto ad
ovest di Brcko era in pericolo e poteva essere perduto. Quindi anche se
si è critici su Dayton non può essere considerato un totale fallimento.
Gli accordi di Kumanovo furono molto sfavorevoli perché significano il
completo ritiro dal Kosovo. Questi accordi si basano sul fatto che il
Kosovo è parte della Jugoslavia ma non della Serbia. E questo de-jure e
non de-facto. Vennero in un momento in cui la NATO non aveva molte
possibilità. Chiaramente in un breve periodo la guerra doveva finire.
Quindi, secondo me sarebbe stato meglio resistere altri dieci giorni che
firmare. Ma non posso esserne sicuro perché ciò dipende se la NATO e gli
USA erano in grado di continuare la distruzione del paese. In dieci
giorni avrebbero distrutto parecchio, come le centrali idroelettriche
che non erano ancora state attaccate. Mi sembra che la maggioranza della
gente che è stata così risoluta nella difesa del paese cominciò ad
essere esausta a quei tempi.



(CLI) Come si sono sviluppate le relazioni tra Kostunica e Djindjic
giacché è ovvio che il DOS è riuscito a vincere grazie alla retorica
nazionalista di Kostunica mentre l’uomo forte del DOS è Djindjic che
oltretutto è un agente dell’occidente?



(MARKOVIC) In base alle precedenti classificazioni Kostunica e Djindjic
appartengono a due differenti settori politici. E’ vero che Kostunica
era la sola persona in grado di vincere le elezioni. E’ stata una mossa
molto astuta degli Stati Uniti. Lo imposero come leader dell’opposizione
perché gli altri non l’avevano mai accettato. Era conosciuto come un
uomo onesto, considerato un nazionalista serbo, si era fortemente
opposto all’aggressione NATO ed ai bombardamenti ed aveva anche
dichiarato che il tribunale dell’Aja non era un istituzione legale e che
non avrebbe mai fatto estradare Milosevic. Tutto ciò è molto diverso dai
discorsi di Djindjic e sin dal principio ci furono dei contrasti tra di
loro che divennero pubblici nei giorni immediatamente successivi al
cinque ottobre, quando Djindjic nominò un suo amico a capo della dogana
e Kostunica si oppose finché l’uomo se ne andò. Ci sono molti altri
episodi simili, come quello sul prossimo primo ministro o sul
governatore della banca della federazione o ancora del ministro degli
esteri. Spesso prevale Kostunica, alcune volte Djindjic. Si pensa che i
contrasti tra i due continueranno. Djindjic è molto ben visto dagli
europei, ma non dagli americani che lo ritengono un uomo della Germania
anche perché li è stato educato.Ma d’altro canto loro hanno in grande
considerazione Kostunica che difficilmente sulla stampa americana è
definito nazionalista, critico verso gli USA e non desideroso di
collaborare con il tribunale dell’Aja (è solito dire che non è una sua
priorità).
Le mie sensazioni subito dopo il cinque ottobre erano che Kostunica non
sarebbe stato tollerato a lungo dagli americani, forse solo un paio di
mesi. Lui stesso dice che non ci metterà più di un anno ad apportare dei
cambiamenti.



(CLI) Mettiamola così: non è stata una vera e propria controrivoluzione
come in Russia, ma ci sono ancora degli equilibri. Per fermare Djindjic
Kostunica è obbligato a contare sul supporto parziale dell’SPS. Sta
facendo l’arbitro tra l’SPS da una parte e le forze pro occidente
dall’altra.



(MARKOVIC) Beh, non c’è per niente equilibrio. Speravamo che ci fosse
equilibrio perché c’era una coalizione socialista di Serbia e Montenegro
tanto che pensavamo di aver vinto le elezioni federali. Ma poi i
socialisti montenegrini si sono accordati con il DOS. Così ci siamo
ritrovati fuori dal governo federale, mentre potevamo avere il controllo
del governo Serbo tramite il parlamento. Poi Milutinovic, il presidente
della repubblica, fece anch’egli un patto con il DOS. Probabilmente
l’hanno ricattato conoscendo qualcosa riguardo le origini delle sue
ricchezze. Gli hanno permesso di restare alla presidenza della
repubblica e lui in cambio ha indetto nuove elezioni per il 23 dicembre
al posto che l’anno prossimo. Benché non siano ancora arrivati molti
aiuti stranieri e la gente comincia a risentire della terapia d’urto,
anche se il DOS perderà molti voti, le elezioni verranno troppo presto
per noi.



(CLI) Pensa che l’esercito, che ha una grande reputazione per la sua
eroica difesa della patria, sia passato totalmente nelle mani del nemico
o al suo interno ci sono ancora forze patriottiche e di sinistra?



(MARKOVIC) Sicuro! Ci sono ancora molti patrioti educati con spirito
socialista nell’esercito. Quanti ne siano restati è un'altra questione.
Kostunica non ha permesso i cambiamenti che Djindjic voleva apportare
all’esercito, ha insistito che nessun cambiamento riguardasse esercito e
polizia. Il cuore dell’esercito rimane a sinistra ma non si sa cosa è
successo a Pavkovic che era enormemente famoso. Fu promosso da Milosevic
ma non ha fatto nulla il cinque ottobre anche se disse di averci
provato.Non sappiamo quanto questo sia vero ma chiaramente ha cercato di
sopravvivere ed ora è un fedelissimo di Kostunica.



(CLI) Pensa che la Jugoslavia e l’SPS sì “evolveranno” in elementi del
nuovo ordine mondiale come negli altri paesi est europei e partiti un
tempo al governo o rimarrà un elemento antagonista?



(MARKOVIC) Ovviamente rimarrà un elemento antagonista. Il popolo non è
pronto a dimenticare cosa ha fatto la NATO ed è avverso all’idea di
nuovo ordine mondiale. Interessante in questo senso è stata la reazione
di Kostunica ai tentativi di normalizzazione portati avanti dagli USA.
Madeleine Albright voleva incontrare ad ogni costo Kostunica, ma lui non
volle e tentò di rimandare più a lungo possibile. Ora il comportamento
di Kostunica è buono, anche se con qualche eccezione. Ho visto il suo
comizio di ieri a Zabreb: nessun sentimento di vendetta, nessuna parola
contro Milosevic. Ha criticato invece l’occidente, sia europeo sia
americano. Se durerà si può supporre che potrebbe evolversi come un
sostenitore dei socialisti. Purtroppo il suo passato è sempre stato di
destra ed è stata proprio questa la sua forza contro le altre
opposizioni: lui è sempre stato lo stesso, un borghese liberale.



(CLI) Qual è il suo parere riguardo le forze di sinistra ed
antimperialiste dopo che si è costatato che l’SPS non potrà recuperare
questo spirito?



(MARKOVIC) L’SPS lo recupererà presto. Non credo che sarà permesso a
Milosevic di continuare a guidare il partito. Con la sua fuoriuscita le
cose cambieranno. Lui è un leader carismatico. Ieri l’altro metà del
congresso era contro di lui ma ieri in qualche modo è riuscito a vincere
di nuovo con un sostegno totale. Un problema è che Milosevic può essere
preso in considerazione solo in coppia con sua moglie che è immensamente
impopolare ed odiata. Perciò avrà vita breve. Ma l’idea socialista non
sarà abbandonata come è successo in altri paesi. Qui ha radici profonde.
In milioni hanno partecipato alla guerra di liberazione ed anche prima
c’era una grande tradizione.



Belgrado, 26 Ottobre 2000

---

Bollettino di controinformazione del
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CON TANTE SCUSE


I quotidiani di alcuni giorni fa riportavano la notizia della
restituzione con tante scuse al "proprietario" di centosessanta lingotti
d'oro che la Finanza aveva trovato
nascosti, svariati anni fa, nella villa del capo della P2 Licio Gelli.
Nessun quotidiano
ha scritto pero' che la probabile origine di tali "riserve auree" e' la
Banca Nazionale Jugoslava, la quale durante la Seconda Guerra Mondiale
subi' il furto completo di tutto il patrimonio da parte dell'esercito
occupante italiano. L'operazione, che fu guidata dal giovanissimo
ufficiale fascista Licio Gelli, e' raccontata ad esempio nel libro "La
caverna dei sette ladri", di G.Piazzesi (Baldini&Castoldi, collana "I
Saggi").

(cfr. anche http://marx2001.org/crj/FASCIO/oro.html; ringraziamo
Riccardo Orioles per la segnalazione)

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11 DICEMBRE 2000

In una montecitorio blindata, quella che doveva essere "un'assemblea
aperta" riportata anche su alcuni quotidiani era in realtà un'incontro
chiuso dove per arrivarci, il signor Kostunica, ha trovato sulla sua
strada qualche sparuto e disorganizzato contestatore.
La questura ha subito provveduto a identificare alcuni compagni e ha
pesantemente portato via un reporter.
Successivamente le identificazioni si sono prolungate verso gli ignari
avventori che giungevano sulla piazza.
Bilancio finale- 1 fermo (forse arresto con l'accusa di offesa a un
capo di Stato estero), 12 identificati (tra cui il prof. Bernardini
colpevole di aver gridato "onore a Milosevic"), una telecamera
sfasciata, videocassette e volantini sequestrati...

(da Convoglio di solidarieta' internazionalista Giorgiana Masi)

---

Limes, rivista italiana di geopolitica e Cespi, Centro Studi di
Politica Internazionale

organizzano il dibattito

"La Jugoslavia in Europa"

Roma - 11 dicembre

Sala della Lupa - Palazzo Montecitorio



introduce

Luciano Violante – Presidente della Camera dei Deputati

partecipano

Giuliano Amato – Presidente del Consiglio dei Ministri

Vojislav Kostunica – Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia

Le riprese video della conferenza saranno disponibili su internet dal
12 dicembre
sul portale "Atlante" di Garamond all'indirizzo: www.garamond.it/limes

-------- Original Message --------
Oggetto: INDESIDERATO
Rispedito-Data: Wed, 13 Dec 2000 20:52:31 +0100
Rispedito-Da: pck-yugoslavia@...
Data: Wed, 13 Dec 2000 20:12:41 +0100
Da: campo 2000 <campo2000@...>
Rispondi-a: pck-yugoslavia@...
A: pck-yugoslavia@...

Kostunica a Roma
CI PERMETTIAMO DI PROTESTARE!

Il governo italiano, lo stesso che ebbe responsabilita' di primissimo
piano
nei devastanti bombardamenti sulla Jugoslavia (e le cui pesanti
conseguenze
si faranno sentire per decenni), ha ricevuto ieri il Signor Kostunica
come
"legittimo Presidente" della Jugoslavia. Salito al potere dopo una
campagna
elettorale ampiamente finanziata dai paesi NATO e dalla CIA in
particolare
(vedi le dichiarazioni della Albright) e sull'onda di una sommossa di
cui
le organizzazioni apertamente capitaliste come il G17 e Otpor sono
state
le vere forze motrici (vedi i loro programmi di privatizzazioni
suggeriti
dal FMI e dalla Banca Mondiale), Kostunica viene in Italia a restituire
quanto dovuto per l'appoggio ricevuto. L'Occidente imperiale chiede a
Kostunica le stesse cose a cui Milosevic rispose no: lo smembramento
della
Jugoslavia in deboli protettorati della NATO, la libera penetrazione dei
capitali, l'adozione di politiche neoliberiste che spazzino via quelle
politiche di protezione sociale che, nonostante il blocco, l'embargo e
la
guerra che durano piu' o meno dal 1991, il governo precedente era
riuscito,
pur a fatica, a mantenere.
Contro ogni ulteriore frantumazione della Jugoslavia e per il rispetto
della risoluzione dell'ONU 1244, per il ritiro di tutte le truppe NATO
dai
Balcani, contro ogni politica neoliberista che condannerebbe i
lavoratori
jugoslavi (come e' gia' accaduto per quelli russi e dell'Est Europa) a
decenni di miseria e di nuovo schiavismo capitalista, per una democrazia
che non sia solo formale ma sostanziale, cioe' poggiata su una politica
di
giustizia ed eguaglianza sociale, le forze migliori della societa' serba
e
jugoslava, non solo i comunisti e i socialisti, conducono oggi una lotta
di
resistenza in condizioini difficili se non disperate.
I gravi errori e i cedimenti compiuti nel passato dal governo capeggiato
da
Milosevic non possono giustificare l'indifferenza, non possono condurre
la
sinistra anticapitalista italiana a fiancheggiare il proprio
imperialismo e
ad accettare eventuali nuove capitolazioni del governo di Belgrado.
Chi in Italia lotta contro la globalizzazione e l'imperialismo e'
chiamato
ad esprimere la sua solidarieta' a coloro i quali, al di la'
dell'Adriatico, non hanno accettato la resa all'Occidente e si oppongono
a
Kostunica che la NATO considera il proprio Cavallo di Troia. E' chiamato
ad
esprimere la sua vibrata protesta, a far sentire a Kostunica che in
questo
paese non ci sono soltanto i satrapi della NATO, che ce' anche un
movimento
antimperialista, vivo e unitario, che si mobilita a fianco di tutti i
popoli oppressi e i paesi che difendono il loro diritto alla liberta',
all'autodeterminazione, alla sovranita' nazionale, contro il "nuovo
ordine
mondiale", contro la NATO, contro l'Europa di Maastricht, contro la
globalizzazione che non e' se non l'ultima forma del colonialismo e
dell'imperialismo.

Campo Antimperialista - Italia
http://www.antiimperialista.com

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KOSTUNICA A ROMA

YUGOSLAV PRESIDENT IN ITALY
ROME, Dec 11 (Tanjug) Yugoslav President Vojislav Kostunica
arrived in Rome on Monday, on a oneday official visit to Italy.
At Rome's Ciampini Airport, Kostunica was welcomed, on behalf
of
the Italian president, by chief of protocol Giuseppe Balboni, and on
behalf
of the Holy See, by Msgr. Laboa.
The busy programme of the visit begins with Kostunica's meeting

with President Carlo Aseglio Ciampi, to be followed by meetings with
Prime
Minister Giuliano Amato and Lower House Speaker Luciano Violante.
Monday's talks are expected in Rome to be devoted to expanding
bilateral cooperation and Italy's substantial support for Yugoslavia's
incorporation in all international institutions.
In the afternoon, Kostunica is expected to address the lower
house
of the Italian parliament, and is scheduled to be received briefly in
audience by Pope John Paul II.
Kostunica arrived in Rome accompanied by Foreign Minister Goran

Svilanovic who, as announced in Rome, is to sign several interstate
accords
in the economic area with his opposite number Lamberto Dini.
YUGOSLAV AND ITALIAN PRESIDENTS MEET IN ROME
ROME, Dec. 11 (Tanjug) Italy will back Yugoslavia both
economically and politically, and support compliance with U.N Security
Council Resolution 1244 on KosovoMetohija, Italian President Carlo
Azeglio
Ciampi said in talks on Monday with Yugoslav President Vojislav
Kostunica.
Kostunica arrived in an oneday official visit to Rome early
today
and around noon met with his host Ciampi.
The Yugoslav president thanked Ciampi for Rome's help to the
new
Yugoslav
authorities, and voiced hope in the continuation of the traditional
friendship between the two countries.
During the afternoon Kostunica is expected to meet with Italian

Prime Minister Guliano Amati.
After the talks, Yugoslav Foreign Minister Goran Svilanovic and

his Italian counterpart Lamberto Dini will sign four bilateral
agreements.

L'UOMO DELLA "RIVOLUZIONE DEMOCRATICA":
"50 ANNI DI POLITICHE SBAGLIATE". CIOE' DAL 1945? 1943? 1941?

PRESIDENT KOSTUNICA:YUGOSLAVIA AIMS TO REVIVE ECONOMY
ROME, Dec 12 (Tanjug) Yugoslavia's new democratic government
will
strive in its transition efforts to avoid the mistakes of the
neighbours,
the Yugoslav president is quoted in Rome on Tuesday as saying.
Vojislav Kostunica told the Manifesto newspaper "it is
necessary
that we understand that we cannot only take foreign help, we must revive
the economy, which has huge potential, not so much in material resources
as
in manpower and knowhow".
Yugoslavia is in a difficult situation economically, because of
50
years of wrong policies, as much as because of years of western
sanctions
and last year's NATO air strikes, said Kostunica, who paid a oneday
official visit to Italy on Monday.
Speaking about the Yugoslav republic of Serbia's
U.N.administered
Kosovo province, he said the Kosovo problem was a difficult one, but not
insoluble.
U.N. Resolution 1244, despite its evident shortcomings, offers
scope enough for a civilised direct dialogue between Serbs and ethnic
Albanians, according to Kostunica.
"I believe this is the only way to solve problems. This is why
I
have directly invited (moderate ethnic Albanian leader) Ibrahim Rugova
to
talks, but have not received an encouraging reply so far.
"However, this is the right way to go about it, and we shall
keep
to it, because anything else would be dangerous cosmetic and no more
than
give the appearance of a solution", he stressed.
He said the situation was settling in southern Serbia's Presevo
Valley, where ethnic Albanians have breached the security zone.
Many things tend to show the southern Serbian police, which
alone
is authorised to patrol the security zone under the 1999 Kumanovo
MilitaryTechnical Accord, could be speedily made to incorporate members
of
various nationalities, not just Serbs, he explained.

ALMENO DA PRESIDENTE KOSTUNICA DICHIARA DI DIFENDERE
L'ESISTENZA DELLA JUGOSLAVIA

PRESIDENT KOSTUNICA ADDRESSES ITALIAN PARLIAMENT
ROME, Dec 11 (Tanjug) Yugoslav President Vojislav Kostunica
told
the Italian parliament Monday that Yugoslavia is a state recognized by
the
entire world and that the democratic authorities in Belgrade wish to lay
sound foundations for the common state of Serbia and Montenegro.
"Yugoslavia exists, and is recognized by the entire world as
confirmed by its admission to the United Nations. This is the principal
difference between us and Montenegrin President Milo Djukanovic, who
does
not recognize the existence of the Federal republic of Yugoslavia",
Kostunica told a meeting on Yugoslavia in Europe held at the Italian
parliament.
It is necessary to change the federal Constitution in order to
guarantee the equality of both federal units and all citizens, Kostunica
said.
After meeting Italian Prime Minister Giuliano Amato earlier in
the
day, Kostunica told the press that Yugoslavia and Italy share the view
that
democratic changes in Yugoslavia are very important both for bilateral
relations and for the Balkans and Europe.
In addition to bilateral relations, whose intensification was
endorsed by the signing of four economic agreements, Kostunica and Amato
discussed the relations between Serbia and Montenegro, the situation in
KosovoMetohija and southern Serbia and the implementation of the
Security
Council Resolution 1244.
President Kostunica was later received by Pope John Paul II in
private audience.

ANCHE L'ITALIA - SECONDO KOSTUNICA - DIFENDE L'ESISTENZA DELLA
JUGOSLAVIA

ITALY SUPPORTS YUGOSLAVIA'S INTEGRITY, SOVEREIGNTY
BELGRADE, Dec 12 (Tanjug) Senior Italian officials on Monday
expressed "clear, firm and unequivocal support" for Yugoslavia's
territorial integrity and sovereignty, according to Yugoslav President
Vojislav Kostunica in Belgrade late on Monday.
Kostunica was speaking to reporters after returning from a
oneday
official visit to Italy, on which he was accompanied by Foreign Minister
Goran Svilanovic.
"They expressed clear, firm and unequivocal support" for
Yugoslavia's territorial integrity and sovereignty ... (and)
understanding
for the complex relations in the (Balkan) region...", Kostunica said.
He said this was evident from their rejection of "the very idea
of
an independent Kosovo", insistence on the application of U.N. Resolution
1244, on refugees' return to Kosovo, and on democratic dialogue in
settling
relations inside the Yugoslav federation.
"This is a constant of (Italy's) foreign policy and its outlook
on
the Balkan situation. "They are obviously aware that even the
smallest change in the borders might have farreaching and fatal
consequences for the peace and stability that are returning to this
region,
heralding a new era in relations between Balkan states", Kostunica said.
Svilanovic, in turn, spoke of four accords he had signed with
his
Italian colleague Lamberto Dini.
Svilanovic described the investment protection and stimulation
accord as "just facilitating future investment", since Italy has been
Yugoslavia's major foreign trade partner even before this.
Accords on regulating navigation and cooperation in the
Adriatic
Sea "should help facilitate traffic, prevent illicit navigation in the
Adriatic and so facilitate communication and the fight against crime and
corruption", he added.

---

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Alcuni scienziati inglesi hanno scoperto che e' sufficiente un rete
di telefoni cellulari collegata a un sistema GPS per individuare e
intercettare un aereo stealth come il costosissimo F117.
Infatti l'aereo passando a bassa quota disturba il segnale
trasmesso tra le stazioni di terra.
Si pensa che proprio in questo modo i serbi riuscirono ad
abbatterne uno nella recente guerra in Jugoslavia.

(Fonte: francesco iannuzzelli francesco@...
associazione peacelink - sez. disarmo http://www.peacelink.it )

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