Uranio impoverito: ultime notizie di fonte jugoslava
sull'indagine delle Nazioni Unite (programma per l'ambiente).
Traduzione di Zivkica Nedanovska. A cura di A. Tarozzi.

1. FONTE: Glas Javnosti.
2. TITOLO: Portate il vostro veleno.
3. INDICE: L'UNEP ha confermato la presenza di uranio impoverito.
4. SITO INTERNET:
http://arhiva.glas-javnosti.co.yu/arhiva/2002/04/01/srpski/T02033101.shtml
5. AUTORE: Aleksandra Klaric.
6. NUMERO DI PAGINE: 2.
7. DATA: 01/04/02.

Le particelle di uranio impoverito sono ancora presenti
nell'aria della Serbia meridionale, secondo i dati dell'UNEP,
pubblicati recentemente. Infatti, dopo tre anni dai bombardamenti
della NATO, l'UNEP ha pubblicato "che è stata riscontrata
contaminazione diffusa ma di poca intensità in cinque localita'
in Serbia ed una in Montenegro". Klaus Tepfer, direttore esecutivo
dell'UNEP, dice che la contaminazione è stata misurata a Pljackovica
(presso Vranje), Borovac, Bratoselce, Bukurevac, Reljani e sulla
penisola di Arza (Montenegro), e "non è stato determinato il
livello della radioattività, che potrebbe rappresentare un pericolo
diretto per l'ambiente e la salute umana". Tuttavia, nella relazione
dell'UNEP si raccomandano misure di cautela e controlli regolari
della qualità dell'acqua, mentre Pekko Haavisto avvisa che qualsiasi
sommovimento del suolo può liberare particelle di uranio impoverito
nell'aria. Nonostante il fatto che i dati siano drasticamente modesti,
è già stato fatto un progresso, secondo Snezana Milacic, perchè si
riconosce apertamente l'esistenza di materie radioattive in queste
regioni. I dati dell'Istituto di Vinca (vicino a Belgrado) dell'anno
scorso dimostrano che con l'uranio impoverito sono stati bombardati
110 obiettivi in Jugoslavia.
"La relazione dell'UNEP è un progresso perchè con essa si riconosce
la contaminazione del terreno. Infatti, nell'ottobre del 2001,
l'UNEP, in presenza dei nostri esperti, ha visitato le regioni
contaminate ed ha preso i campioni. Adesso è stato constatato un
aumento della radioattività nel suolo e nell'aria", dice Snezana
Milacic, esperta dell'Istituto per la medicina e la protezione
radiologica di Belgrado. "In quell'occasione sono stati presi i
campioni di terra, di piante e dei resti di munizioni. I campioni
sono stati esaminati nei laboratori in Svizzera e in Italia e da
noi, all'Istituto di Vinca. La ricerca dell'UNEP è stata indirizzata
verso l'aspetto ecologico. Però, allora, i nostri esperti hanno
monitorato 29 persone adulte di Vranje, Bujanovac e dei villaggi
vicini. Il campione doveva mostrare cambiamenti ai tessuti più
delicati e sensibili, per una ricerca nuova da intraprendere. I
risultati sono stati positivi perchè dal 20% di soggetti monitorati,
cioè in sei casi, sono riscontrati cambiamenti nei cromosomi e nelle
cellule del sangue. Risultati simili sono stati ottenuti alcuni
anni fa su di un gruppo di 21 persone nei pressi di Strpce, dove
era stato riconosciuto l'uso di armi radioattive. Attualmente, non
possiamo dimostrare che si tratti di una conseguenza del
bombardamento con uranio impoverito, ma è molto indicativo che
cambiamenti del genere si manifestino proprio nelle persone che
sono state esposte all'effetto diretto delle materie radioattive.
Però, questo non possiamo confermarlo con sicurezza finchè l'esistenza
di uranio impoverito non si evidenzia nell'urina", dice la signora
Milacic. "Per questo ci vogliono analisi specifiche. Comunque, il nostro
problema sta nel fatto che noi non abbiamo i soldi per comprare i
reagenti necessari, anche se ci sono gli esperti e l'apparecchiatura.
Per un programma del genere ci vorrebberro 150.000 euro, che i nostri
esperti cercano di ottenere dal nostro Governo. Dobbiamo decontaminare
queste regioni prima che l'uranio impoverito entri nella catena
alimentare. Il Montenegro ha incominciato la decontaminazione
nella penisola di Lustica. Il problema grosso è dove possiamo deporre
quelle scorie, cioè come dobbiamo trattarle, come nostre o come scorie
di importazione. L'unico posto dove deporre il nostro scarto radioattivo
da noi è Vinca. Però, visto che qui si tratta di tonnellate, che in
nessun modo possono essere deposte vicino a Belgrado (Vinca),
anche una relazione del genere dell'UNEP è un passo avanti. Infatti,
la relazione riconosce che lo scarto radioattivo è conseguenza dei
bombardamenti della NATO, nonchè dell'uso di munizioni radioattive.
Sulla base di tutto questo, possiamo chiedere almeno che lo scarto sia
deposto al di fuori del nostro paese", conclude Snezana Milacic.