FIKRET ABDIC "BABO" CONDANNATO A 20 ANNI

Il 31 luglio 2002 un tribunale di Karlovac, in Croazia, ha
condannato a 20 anni di prigione Fikret Abdic, con l'accusa
infamante di "crimini di guerra".
Abdic, detto "Babo" dai suoi sostenitori della zona di Velika
Kladusa (presso Bihac, all'estremita' nord-occidentale della
Bosnia-Erzegovina), era stato arrestato il 27 giugno del 2001
su richiesta della magistratura di Sarajevo, ma, avendo anche
passaporto croato, e' stato processato a Karlovac, poiche' la
legge croata non prevede l'estradizione di propri cittadini.

Secondo l'atto di accusa, Abdic, ''in qualita' di comandante
della cosidetta difesa popolare, ha ordinato e organizzato
l'apertura di lager e campi di detenzione a Velika Kladusa,
dove sono stati rinchiusi e trattati in modo disumano, sino
alla morte in alcuni casi, cittadini, e loro familiari contrari
all'istituzione della repubblica" della Zapadna Bosna (Bosnia
Occidentale), "da lui proclamata, costringendoli anche a
combattere nelle file dei paramilitari''. Una accusa esagerata
ed ipocrita. Il 20 settembre 1993 i musulmani della regione
del Bihac, guidati da Abdic, proclamavano l'indipendenza dal
governo nazionalista-musulmano di Sarajevo: e' di questo che
vengono ritenuti colpevoli!

Abdic, uomo d'affari della Agrokomerc - una importante azienda
strutturata su base cooperativa attorno alla quale, nonostante
la grave crisi in tutta la Jugoslavia, si era potuto determinare
uno stato di sostanziale benessere economico in tutta la zona
anche negli anni piu' bui della guerra fratricida (1992-1995) -
era entrato in politica nel 1990, quando ottenne piu' voti
dello stesso Izetbegovic nelle elezioni presidenziali della
Bosnia-Erzegovina. Ma aveva dovuto rinunciare all'incarico a
causa di pressioni dal carattere mai chiarito, nonostante la
sua discreta popolarita' - che lo porta ancora oggi a candidarsi
per le elezioni presidenziali del 5 ottobre prossimo (2002) -
lasciando il posto di presidente al reazionario integralista
Alija Izetbegovic, amico dei sauditi e degli occidentali,
che negli anni successivi sara' il principale responsabile
dell'esplosione sanguinosa della guerra di secessione.

Con la proclamazione dell'indipendenza della sua regione,
Abdic e decine di migliaia di musulmani e semplici "jugoslavi"
della Bosnia sceglievano la strada della collaborazione e della
pacifica convivenza con i croati e con i serbi. E' per questo
motivo che Abdic viene oggi condannato in uno dei tanti processi-
farsa intentati contro presunti criminali di guerra, mentre i
principali e veri responsabili delle divisioni e dei drammi della
popolazione della Bosnia godono di impunita' e di favori da
parte di "quelli che contano" nello scenario internazionale. I
"musulmani del Bihac" non sono mai stati ben voluti dall'Occidente,
che viceversa li ha isolati e non ha alzato un dito per difenderli
di fronte alla prevedibile vendetta di parte integralista musulmana.
Il 19 agosto 1994 il V corpo d'armata bosniaco-musulmano attaccava
la sacca di Bihac causando molti morti e la fuga di decine di migliaia
di persone. Su quei fatti e su quelle persone vigeva e vige tuttora
la congiura del silenzio sulla nostra stampa: i media occidentali,
anche quelli "di sinistra", se ne sono occupati in misura irrilevante,
magari solo per denigrarli come "traditori" poiche' rappresentavano
un grande punto interrogativo sulla presunta natura "democratica e
pluralista" dello Stato bosniaco governato dall'SDA (il Partito di
Azione Democratica di Izetbegovic).

Oggi, la condanna di "Babo" e' una condanna squisitamente politica.
Nel leggere la sentenza, la presidentessa del tribunale, Jasminka
Jerinic Musnjak, ha motivato la scelta di comminare il massimo della
pena con la necessita' di ''dimostrare la condanna della societa'
civile e democratica contro i crimini di guerra, in particolare
quelli commessi da autorita' al vertice della struttura di potere''.
L'agenzia di stampa italiana ANSA rincara la dose con accuse
paradossali, come quella di aver salvato la Agrokomerc dai debiti,
di avere avuto successo nella sua attivita' imprenditoriale, e
di essersi schierato contro l'esercito di Sarajevo "a fianco
dei serbi di Bosnia e anche dei croati (di Bosnia e di Croazia) (...)
pur di fare affari" (sic!). Infine l'accusa e' di essersi rifugiato
nella Croazia di Tudjman: e dove doveva andare?

"Babo" ed i suoi sostenitori sono vittime, non carnefici. Nel
rimpiangere la Bosnia-Erzegovina multinazionale, ispirata ai valori
della Fratellanza e dell'Unita', sentiamo di dover stigmatizzare la
continua disinformazione su queste vicende e condanniamo con
durezza la scelta deliberata di punire, tra tutte le parti in
conflitto, solamente quelle che meno di tutte furono responsabili
dello squartamento del loro paese, e che piu' delle altre operarono
per la pacifica convivenza.

Coordinamento Romano per la Jugoslavia


Fonte ANSA:
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020731171532295288.html
Sul processo-farsa contro Fikret Abdic si veda anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1124