(The original article in english can be read at:
http://www.wsws.org/articles/2002/apr2002/oil-a29.shtml)

Kossovo: Camp Bondsteel ed il petrolio del Mar Caspio

(16/07/2002) Camp Bondsteel, la più grande base americana costruita
all'estero dai tempi del Vietnam, è quasi stata completata nella
provincia jugoslava del Kosovo. È localizzata vicino ad oleodotti e
corridoi energetici di vitale importanza, al momento ancora in
costruzione, come ad esempio l'oleodotto trans-balcanico,
sponsorizzato dagli Stati Uniti. Grazie al coinvolgimento
nella costruzione della base alcune società appaltatrici del Ministero
della difesa, come ad esempio la Brown & Root Services (società
affiliata della compagnia petrolifera "Halliburton Oil"), stanno
guadagnando una fortuna.

Nel giugno del 1999, all'indomani della fine dei
bombardamenti NATO sulla Jugoslavia, forze americane
si impossessarono di 1000 acri di terra coltivabile nel
sud-est del Kosovo, in località Urosevac, vicino al
confine con la Macedonia, e incominciarono la costruzione
di una base. Camp Bondsteel è noto come "la grande signora"
di una rete di basi americane attive su entrambi i lati del
confine tra Kosovo e Macedonia. In meno di tre anni è stato
trasformato da un accampamento di tende in una base iper-
tecnologica, autosufficiente, che ospita quasi 7.000 soldati,
tre quarti del totale delle truppe americane presenti in Kosovo.
Vi sono più 25 Km di strade e più di 300 edifici a Bondsteel,
circondati da oltre 14 Km di barriere in cemento e terra, 84
Km di filo spinato e 11 torrette d'avvistamento. È così grande
che ha un centro e anche quartieri periferici, negozi, palestre
aperte 24 ore su 24, una cappella, una biblioteca e l'ospedale
meglio attrezzato d'Europa. Al momento vi sono 55 elicotteri
Black Hawk e Apache, e sebbene non vi sia una pista d'atterraggio
il luogo è stato scelto proprio per le possibilità d'espansione.
Vi sono indizi infatti che suggeriscono che Bondsteel possa
sostituire in un futuro la base dell'aviazione di Aviano in Italia.

Secondo quanto scritto dal Colonnello Robert L. McClure in
una rivista specializzata per ingegneri "la progettazione per la
costruzione di queste basi in Kosovo iniziò mesi prima che la
prima bomba venisse sganciata. I pianificatori volevano utilizzare
la lezione imparata in Bosnia e quindi convincere i 'decision
makers' a sostenere una rapidissima costruzione delle basi militari".
Inizialmente gli ingegneri dell'esercito americani hanno preso
il controllo, per uso militare, di 320 Km di strade, 75 ponti
presenti nell'area circostante, incominciando a definire la
struttura della base, incluse le caserme, eliporti, depositi di
munizioni, etc. McClure spiega come alla brigata del genio
militare fu dato l'ordine di collaborare ed integrarsi con la
società appaltatrice Brown & Root Services Corporation, per
la costruzione non di una, ma di due basi (l'altra è Camp Monteith),
che avrebbero accolto un totale di 7.000 soldati. Secondo McClure,
"Nel punto massimo dell'impegno lavoravano alla costituzione
della base circa 1000 espatriati (ex-personale militare) assunti
dalla Brown & Root, affiancati da più di 7.000 locali albanesi
che si unirono ai quasi 1.700 ingegneri militari. Dall'inizio
di giugno fino all'ottobre 1999 la costruzione di entrambi i
campi continuò 24 ore su 24, sette giorni su sette".

Brown & Root Services provvede a tutti i servizi di
supporto per Camp Bondsteel. Questi comprendono:
600.000 galloni d'acqua al giorno e corrente elettrica
sufficiente a rifornire una città di 25.000 abitanti. Lava
1.200 sacche di panni sporchi al giorno, fornisce 18.000
pasti, controlla il 95% delle attrezzature ferroviarie ed
aeroportuali della base. Si occupa anche della squadra anti-
incendio della base. Al momento la Brown & Root è il
maggiore datore di lavoro in Kosovo, con più di 5.000
Kosovari di etnia albanese impiegati ed altri 15.000 nei
libri paga. Lo staff di Bondsteel raramente esce dalla base
e le sue attività sono segrete. Mentre le altre pattuglie
della KFOR sono piccole e mobili, con soldati che
indossano i berretti, istruiti ad interagire con la popolazione
locale; il personale militare americano lascia Bondsteel o
in elicottero o in convogli pesantemente armati. In interviste
anonime soldati americani si lamentano che l'ostilità della
popolazione locale nei loro confronti è in crescita, dal
momento che confrontano le loro misere condizioni di vita
con la realtà della base. Coloro che hanno visitato la base
descrivono l'esperienza come un viaggio nel futuro di
almeno 100 anni. L'area circostante la base è infatti
estremamente povera, con un tasso di disoccupazione che
raggiunge l'80%. Poi appare all'orizzonte Bondsteel, con
la sua "foresta" di antenne, parabole per la comunicazione
satellitare e minacciosi elicotteri da combattimento.
Brown & Root paga i lavoratori kosovari tra l' uno ed i tre
dollari l'ora. Il manager per i lavoratori locali ha spiegato
che le paghe sono così basse perché "non possiamo gonfiare
gli stipendi, altrimenti causeremo un'inflazione
dell'economia locale".

Quando le truppe americane arrivano a Bondsteel è più
che probabile che incontrino un impiegato della Brown &
Root che li dirige verso i loro alloggi ed i depositi per le
attrezzature. Secondo quanto afferma G. Cahlink in
Government Executive Magazine (Febbraio 2002), i
peacekeepers dell'esercito, scherzando, affermano che
sulle loro mimetiche manca un distintivo: "Ce ne serve
uno che dica: sponsorizzati da Brown & Root". Battuta
che di fatto corrisponde al vero, dal momento che i quasi
10.000 soldati presenti in tutta la regione ormai contano
sulla Brown & Root Services per tutto, dalla colazione ai
pezzi di ricambio per i loro Humvees blindati. Il contratto
per i servizi a Bondsteel è il maggiore di una serie di contratti
militari affidati alla Brown & Root Services. Le sue fortune
sono cresciute di pari passo all'interventismo americano
all'estero. La compagnia è parte della Halliburton Corporation,
la più grande fornitrice di prodotti e servizi all'industria
petrolifera. Brown & Root è salita alla ribalta per la prima
volta nel 1992, quando Dick Cheney, l'allora Segretario alla
Difesa dell'amministrazione Bush Senior, assegnò alla
compagnia il suo primo contratto per la provvigione dei
servizi all'esercito americano nelle sue operazioni
globali. Cheney lasciò poi la politica per entrare nella
Halliburton come Direttore generale nel periodo dal 1995
al 2000. Attualmente è il vice-Presidente nell'amministrazione
Bush Junior. Nel 1992 la Brown & Root costruì e si occupò
della manutenzione delle basi americane in Somalia,
guadagnando qualcosa come $ 62 milioni. Nel 1994 la Brown &
Root costruì basi e sistemi di supporto per 18.000 soldati
presenti ad Haiti, raddoppiando i propri guadagni ed arrivando
a $ 133 milioni.
La compagnia ha ottenuto nel 1999 un contratto della
durata di 5 anni, del valore di $180 milioni ogni anno,
per la costruzione di strutture militari in Ungheria, Croazia e
Bosnia. È stato Camp Bondsteel comunque ad essere
chiamato "la madre di tutti i contratti" dalla Contract
Services Association of America. "Lì, facciamo tutto
ciò che non richiede l'utilizzo di armi", afferma David
Capouya, direttore della Brown & Root. Lo scopo
dell'appaltare ad aziende private il supporto ed i servizi
all'esercito è quello di rendere disponibili più soldati
possibili per le mansioni di combattimento. La rivista del
Dipartimento della Difesa nel 2001 affermava che l'utilizzo
di aziende private sarebbe aumentato: "Solo quelle funzioni
che devono essere svolte dal Dipartimento della difesa
dovrebbero essere mantenute dal Dipartimento. In altri
settori controllati dalle altre potenze occidentali, i soldati
della KFOR, che vivono di solito in palazzi e fabbriche
bombardate, ci scherzano sopra: "Quali sono le due cose
che possono essere viste dallo spazio? Una è la grande
muraglia cinese, l'altra è la base Bondsteel". Più seriamente
un alto ufficiale inglese ha affermato al Washington Post:
"è un segno evidente che gli americani stanno aumentando
la loro presenza nei Balcani e che intendono rimanervi".

Un analista ha descritto il comportamento americano come
un aver sfruttato una serie di condizioni favorevoli in modo
tale da creare le basi necessarie per futuri piani militari. Camp
Bondsteel è diventato un luogo per importanti discorsi politici
dei principali uomini dell'amministrazione Bush. Il 5 giugno
del 2001 il Segretario alla difesa Donald Rumsfeld ha spiegato
alle truppe stazionate a Bondsteel che ruolo esse svolgevano
nella strategia economica della nuova amministrazione. Egli ha
dichiarato:
"Quanto dovremmo spendere per le nostre forze armate? Secondo
la mia visione noi non spendiamo per voi, noi investiamo su di
voi. Gli uomini e le donne che servono nelle nostre forze armate
non sono una perdita per la nostra economia, in verità voi
siete a salvaguardia di essa. Voi non siete un peso per la
nostra economia, voi siete un pilastro fondamentale per la
sua crescita." Un mese più tardi, il Presidente George W.
Bush fece la sua prima visita all'estero per visitare le truppe
di Bondsteel. Giunse direttamente dal Summit del G8 di
Genova, dove le tensioni con i governi europei erano chiaramente
emerse. In un discorso descritto come una chiara sottolineatura
della presenza americana in Europa, Bush insistette che le truppe
americane erano giunte in Kosovo per rimanerci. Poi, infrangendo
il normale protocollo, il Presidente firmò davanti ad una folla
festante di militari una legge approvata dal Congresso che
prevedeva un aumento delle spese militari per un valore di $ 1.9
miliardi. Da allora Camp Bondsteel ha continuato a crescere, primo
passo del progetto di redisposizione della basi americane in
Europa e soprattutto nell'est. Il modello Bondsteel sta adesso
incominciando ad essere applicato in Afghanistan e nelle nuove
basi nelle ex-repubbliche sovietiche. Secondo commenti
trapelati alla stampa, diversi politici europei adesso credono
che gli americani hanno spinto per il bombardamento della
Jugoslavia al solo scopo di costruire Bondsteel. Prima dell'inizio
dei bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia il
Washington Post aveva affermato: "Con il Medio Oriente
sempre più fragile ci servono basi e diritti di sorvolo nei
Balcani, in modo tale da proteggere il petrolio del Mar Caspio.
La percentuale degli investimenti delle compagnie petrolifere
americane nello sfruttamento dei giacimenti del Mar Caspio,
così come la richiesta del Governo per una economia meno
dipendente dal petrolio importato, specialmente dal Medio
Oriente, richiede una soluzione di lungo termine per il trasporto
del petrolio verso i mercati europei ed americani."

Paul Stuart (traduzione a cura della Caritas)
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/index.cfm?fuseaction=news.view2&NewsID=1067