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Nostra intervista: Zvonimir Trajkovic
uomo politico ed analista
www.trajkovic.co.yu


PIAZZARE MONTGOMERY ALLA PRESIDENZA DELLA SERBIA

Belgrado, 19 novembre 2002

D: Signor Trajkovic, tempo fa abbiamo saputo dell'incontro tra
Montgomery [attuale ambasciatore statunitense a Belgrado, ndT] e il
presidente Kostunica, durante il quale sembra che l'ambasciatore
americano abbia chiesto a Kostunica di candidarsi obbligatoriamente
alle prossime presidenziali. Quanto può incidere l'America su queste
decisioni, e ritiene che Montgomery abbia avuto un ruolo chiave nel
riportare i deputati del DSS [il partito di Kostunica, che per un
periodo aveva abbandonato i lavori parlamentari, ndT] nel parlamento
della Serbia?

R: Certo che l'America, cioè l'Occidente, ha una influenza su tali
decisioni, come quella che il presidente Kostunica ha preso sulla sua
candidatura alle elezioni presidenziali da ripetere [il prossimo
8/12/2002, ndT]. L'Occidente, e l'America quale paese leader, non
permetteranno naturalmente che alle elezioni vinca Seselj o un'altra
opzione che a loro potrebbe riservare sorprese. Altra questione è se
costoro siano sempre in grado di controllare completamente la
situazione, perché alla fin fine si tratta di elezioni e, in un certo
qual modo, di una libera espressione dei cittadini. E' risaputo che
l'America ha investito da 60 a 74 milioni di dollari nella "spontanea"
distruzione di Milosevic. Pensate davvero che uno che ha investito
tanto denaro lasci decidere al caso chi andrà al potere, dopo la
destituzione di Milosevic, e che lasci decidere a noi? Queste cose non
si lasciano mai al caso e Montgomery, indiscutibilmente, si
intrometterà in tutte queste faccende che possono essere importanti
per la politica americana su questi territori.
Il DOS [attuale coalizione al governo, ndT] è salito al potere con un
grande aiuto dell'Occidente: essa ha chiesto aiuto anche per risolvere
la questione col Montenegro, e il governo di Djindjic si appoggia in
grossa misura al loro aiuto finanziario, perciò è logico che
l'Occidente "incida" su chi si candiderà alle presidenziali. Fino a
quando il DOS sarà al governo - e anche Kostunica fa parte del DOS -
Montgomery sarà sempre presente per calmare questi signorotti serbi in
lite fra di loro, per evitare in qualsiasi momento che questa loro
smania di potere oltrepassi il limite. "Indicherà" loro che è
necessario che i deputati del DSS ritornino nel parlamento della
Serbia, che non è intelligente abbattere il governo di Djindjic, che
nel Sud della Serbia bisogna agire "pacificamente"... Questa è la
parte teorica della sovranità limitata ed è del tutto comprensibile,
se considerate che lo stesso Montgomery, in quanto rappresentante
ufficiale della politica americana, ha sostanzialmente influito perché
lo stesso DOS arrivi al potere.

D: Labus [candidato di Djindjic al precedente round delle
Presidenziali, che non ha avuto esito per il non raggiungimento del
quorum, ndT] è stato il favorito americano alle precedenti elezioni, e
adesso?

R: Sì, in un certo senso, ma in sostanza l'America, anche nelle
precedenti elezioni presidenziali, era solo interessata che passassero
i suoi favoriti, e se alla fin fine avesse vinto Labus oppure
Kostunica per loro non aveva tanta importanza. Siccome Labus, per
queste prossime elezioni, non si è candidato, in quanto si è capito
che non può vincere, l'America ha dovuto esercitare pressione su
Kostunica perché si candidasse lui, per mantenere la continuità della
politica del DOS. Vedremo se l'America alla fine, con Kostunica come
candidato, riuscirà a realizzare i propri scopi, perché qualcosa
dipende anche dai cittadini della Serbia.

D: Lei pensa che neanche stavolta avremo un nuovo presidente?

R: All'America Kostunica andrebbe bene, ma non Seselj, mentre a
Djindjic non andrebbe bene né l'uno né l'altro. Per quanto riguarda i
cittadini, essi sono completamente delusi, anzi si sentono traditi da
questa politica del DOS, perciò credo che non saranno interessati ad
andare a votare.

D: Secondo lei, quanto può incidere il governo della Serbia, cioè
Djindjic quale premier, sulla decisione dei cittadini di andare a
votare?

R: Sostanzialmente nulla. Ma la sua influenza si aggira intorno al 5%
circa. Se Djindjic ne avesse la certezza, si candiderebbe lui stesso e
vincerebbe. Perciò questo non è determinante: determinante è la
scontentezza dei cittadini. Nella completa censura mediatica, quella
che oggi esiste in Serbia, i cittadini non hanno altro modo che
dimostrare la loro scontentezza con il boicottaggio delle elezioni.
Particolarmente se nessuno dei candidati li rappresenta ne' dà loro
alcuna fiducia. Questo è il principale ed unico motivo perché al primo
tentativo hanno votato meno del 50% degli aventi diritto al voto.
Tutti gli altri motivi addotti non sono che l'annebbiamento di questo
dato di fatto. I cittadini della Serbia hanno capito l'inganno che si
trascina già da due anni. E Kostunica e Djindjic sono ambedue un
risultato del DOS, solo che l'Occidente ha cercato di presentare
Kostunica come "nazionalista" perché potesse battere più facilmente
Milosevic. Kostunica non è un nazionalista bensi' segue lo stesso,
servilmente, le decisioni dell'Occidente a danno degli interessi
nazionali. Sembra che questo i cittadini l'abbiano capito e non
vogliano votare per il candidato meno peggio. Essi, nel presidente,
cercano una forte personalità che possa seguire una politica di difesa
degli interessi nazionali.

D: Con questi cambiamenti della legge elettorale, questa condizione
del 50% si sarebbe potuta eliminare, come richiesto dal DSS e da
Kostunica?

R: Per rispondere direttamente: questa condizione non poteva essere
eliminata [pochi giorni fa e' stata approvata l'abolizione del quorum
solamente per il secondo turno o "ballottaggio", ndT]. Che elezioni
sarebbero se tutti i candidati insieme non potessero ottenere la
fiducia neanche del 50% dei cittadini? Se Kostunica ottenesse il 20%,
Seselj il 20% e Pelevic almeno il 10,01%, le elezioni riuscirebbero,
perché adesso al secondo turno non esiste più il limite del 50%. Non
si può diventare presidente della Serbia con meno del 20% di appoggio
dei cittadini. In questo caso sarebbe una vergogna anche per lo stesso
presidente, eletto in questo modo. Un presidente eletto in questo modo
non godrebbe dell'autorità necessaria, il che è molto dannoso, perché
la base fondamentale dell'attività del presidente è la sua personale
autorità, come anche quella istituzionale di presidente. Dobbiamo
anche tenere presente che in queste elezioni, per la prima volta da
quando si tengono le elezioni multipartitiche, dalle liste elettorali
sono stati esclusi circa 1,1 milioni di skipetari del Kosmet [Kosovo e
Metohija, ndT], il che non andava fatto, perché in questo modo
sottintendiamo da soli che Kosovo e Metohija non fanno parte della
Serbia. Se anche questo numero di elettori fosse incluso,
l'astensionismo sarebbe anche più alto. Perciò, per le precedenti
elezioni, l'affluenza alle urne sarebbe stata solo del 39%. Per
confrontare, quando Milosevic è stato eletto per due mandati come
presidente della Repubblica [di Serbia, ndT], ha ottenuto il 64% e il
62% nel primo turno, malgrado anche allora gli skipetari avessero
boicottato le elezioni, il che significa che, nel resto della Serbia,
i votanti in suo favore sono stati il 70%. Non cerchiamo motivazioni
anche lì dove non esistono. I cittadini sono scontenti di questa
politica del DOS, strisciante, servile e, per la Serbia, dannosa, e
non vogliono votare per questi candidati.

D: Di lei dicono che sia un analista politico che non sbaglia nelle
valutazioni. Allora, secondo il suo parere, avremo un nuovo presidente
con le prossime elezioni, e chi vincerà?

R: Tutti possono sbagliare, anch'io. Ma qui non si tratta di errori,
ma di sondaggi ordinati che alcune agenzie statistiche piazzano a loro
piacimento. Io non lavoro così, perciò le mie valutazioni possono
essere più precise. Penso che in queste nuove elezioni si recherà alle
urne circa il 50% dei cittadini, però potrebbe facilmente accadere che
non siano il necessario 50,01%. Seselj questa volta potrebbe avere
molte più chances della volta precedente. Credo che lui e Kostunica
condurranno una corsa testa a testa, e quando usciranno dei risultati
così vicini, vincerà uno dei due per un pelo. Questa sarà l'occasione
per gli americani di dare una "spintarella" al loro candidato, e così
Kostunica arriverà alla vittoria.

L'intervista con il signor Trajkovic è stata condotta da Nenad
Kosovac, redattore del sito Srpska Politika.

[traduzione di Ivan e Manuela, del C.N.J.]