Slovenia/Croazia: quali sono i confini della UE? (2)

Continui incidenti diplomatici sul "confine" tra Slovenia e Croazia


1. Ai margini della polemica sui confini rispunta la "zona
ittico-ecologica. Juri: "Affidiamo la questione agli arbitri
internazionali" (1/9/2004)

2. Slaven Letica e Tonči Tadić firmano il «Memorandum di Salvore»: «Giù
le mani da metà del Golfo»
Ivo Vajgl e Miomir Žužul si incontrano a Maastricht. Continua il
dialogo tra Lubiana e Zagabria (5-6/9/2004)

3. GRAVE INCIDENTE SUL "CONFINE" (22-25/9/2004)


( NOTA: una prima parte e' stata diffusa su JUGOINFO lo scorso 1/9/2004
- vedi al nostro archivio
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages )

FONTI:
La Voce del popolo (quotidiano degli italiani in Istria)
http://www.edit.hr/lavoce/index.html
ANSA Balcani
http://www.ansa.it/balcani/


=== 1 ===

Da "La Voce del popolo", Rijeka -Fiume, 1. settembre 2004
 
Ai margini della polemica sui confini rispunta la "zona ittico-ecologica

Juri: "Affidiamo la questione agli arbitri internazionali"

LUBIANA – Le questioni legate ai confini e i rapporti con la Croazia:
sembrano essere questi i temi più cavalcati dai politici sloveni nei
giorni che precedono l’avvio ufficiale della campagna elettorale per le
politiche in programma il 3 ottobre prossimo. Come previsto, data
l’importanza dei temi e la loro forte risonanza nell’opinione pubblica
le soluzioni prospettante sono le più varie e comprendono tutto uno
spettro di proposte che vanno dall’affidamento alla decisione degli
arbitri internazionali alla richiesta di rendere più severo il regime
praticato ai valichi.
Nei giorni scorsi si è inserito nel dibattito sviluppatosi in merito a
dette questioni anche il sindaco di Capodistria e deputato eletto sulla
lista dell’ZSLD, Aurelio Juri. Egli si è rivolto per iscritto al
ministro degli Affari Esteri sloveno, Ivo Vajgl, per proporre di
ricorrere all’arbitrato internazionale per chiarire i dubbi ancora
vigenti in merito al confine sulla terraferma e a quello marittimo. A
suo avviso, infatti, l’attuale situazione è “insostenibile e dannosa
sia per i rapporti con la Croazia che per l’immagine della Slovenia
nell’Unione europea”. “Gli incidenti che si registrano al confine in
merito al quale non è stato raggiunto un accordo potrebbe compromettere
in modo serio l’ingresso della Slovenia nel regime di Schengen nei
termini previsti” – si legge nella lettera di Juri, che prosegue
affermando che – “per la Slovenia accettare una soluzione diversa da
quelle contemplate nell’accordo Drnovšek-Račan significherebbe
comportarsi in maniera autolesionista in quanto l’accordo in questione
ha ricevuto un grande supporto dell’opinione pubblica slovena”.
Ben diversa è invece la posizione riguardo il “problema confine” quella
assunta dal presidente del Partito nazionale sloveno (SNS), Zmago
Jelinčič. Mosso dal quesito inerente i tempi necessari per assicurare
un controllo adeguato dei confini con la Croazia considerato il fatto
trattasi del confine esterno dell’Unione europea Jelinčič si è rivolto
al ministro degli Affari Interni, Rado Bohinc, sostenendo che l’attuale
regime praticato ai valichi con la Croazia non ha portato altri
risultati al di fuori di controlli più rigorosi praticati dalla polizia
italiana ai confini sloveno-italiani.
Rimanendo sempre sul discorso confini una dichiarazione è giunta anche
dal Segretario di Stato presso il MAE sloveno, Andrej Logar,
relativamente all’attuazione dell’allargamento della giurisdizione
croata nell’Adriatico in base alla decisione avvallata dal Sabor.
Ricordando che il regime della zona ittico-ecologica croata non
riguarderebbe nell’immediato i Paesi membri dell’UE, la Slovenia e
l’Italia, Logar ha fatto presente che nel caso i diritti sovrani
verrebbero praticati dalla Croazia anche nelle “acque contese”
dell’Adriatico settentrionale Lubiana reagirebbe inviando una nota di
protesta alla Commissione europea e all’ONU.


=== 2 ===

"La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, 5-6/9/2004

Slaven Letica e Tonči Tadić firmano il «Memorandum di Salvore»

«Giù le mani da metà del Golfo»

SALVORE – Sull'ammiraglia della flotta peschereccia salvorina, è stato
firmato sabato scorso il "Memorandum di Salvore" tra il Partito dei
diritti (HSP) e il candidato presidenziale Slaven Letica . Un documento
che contempla, oltre ai reciproci impegni, in caso di vittoria
elettorale, pure importanti cambiamenti nel modo di condurre la
politica nel Golfo di Pirano-Vallone di Salvore.
Il tutto all'indomani dell'ultimo incidente, che a 150 metri da
Salvore, si è verificato venerdì scorso. Primo Ossich, capitano del
peschereccio "Bukva", nonché i massimi rappresentanti della Assopesca
del Buiese Željko Majdenić (presidente), Danilo Latin (vicepresidente )
e Daniele Kolec (membro della Presidenza) hanno portato sul posto
dell'ultimo incidente uno stuolo di giornalisti croati e sloveni.
"Ecco vedete, dove gli sloveni vengono a calare le reti – hanno detto i
pescatori a Letica e Tadić –: a 150 metri dalla Torre della Marina,
dunque appena fuori porto Salvore". Letica, il quale ha detto che se
diventasse presidente della Croazia nominerebbe Tonči Tadić
ambasciatore croato a Roma, si è detto preoccupato della situazione
attuale in quello specchio di mare appena fuori Salvore.
Il "Memorandum di Salvore", come viene chiamato il documento firmato
sul "Bukva" da Letica e Tadić, dice tra l'altro che i guai nel Golfo
sono iniziati dopo che la Slovenia si è "regalata" tutto il Golfo nel
1993, dando il via a una specie di "guerra del baccalà", come quella
scoppiata nel 1986 tra Islanda e Inghilterra. Sempre stando al
documento, la Croazia non deve rinunciare alla metà del Golfo e deve
far valere l'articolo 15 della Convenzione delle Nazioni Unite sui
diritti sul mare che prevede la divisione dei golfi a metà. Inoltre la
Croazia non può e non deve risolvere i problemi con la Slovenia in
"pacchetto" ma li deve separare per importanza. Una cosa è la centrale
nucleare di Krško, un'altra è Sveta Gera e un'altra ancora è il confine
marittimo.
Per quanto concerne il famoso "SOPS" sul regime provvisorio di pesca,
la Croazia deve abolire l'articolo 39 che prevede agli stranieri di
pescare nelle acque territoriali croate. Inoltre deve far valere la
Zona economica esclusiva e intensificare la presenza sia della polizia
che della nuova guardia costiera croata nella zona di Salvore-Valle di
Salvore o Vallone o Golfo che dir si voglia.
Un riferimento, il Memorandum di Salvore, lo fa anche sul confine
terrestre: "La Croazia e il suo Ministero degli Interni – si dice nel
documento – devono rispondere in modo adeguato a tutte le provocazioni
che provengono dall'altra parte...". Chiaro il riferimento a Joško
Joras, il quale non riconosce la sovranità della Croazia sulla sponda
sinistra del fiume Dragogna.
Insomma, Letica e Tadić dicono di voler ottimi rapporti di amicizia e
di collaborazione con la vicina Repubblica, ma dicono anche di non
voler rinunciare a metà Golfo. Questo "Memorandum di Salvore" ha
sicuramente messo di malumore più di un politico croato, soprattutto
ora che al potere è ritornato l'Accadizeta e che il malcontento
dell'opinione pubblica è aumentato per questa improvvisa
"accelerazione" della politica estera slovena anche in riferimento alla
volontà di controllare tutto il Golfo, fin sotto alle spiagge di
Canegra e Salvore.

Franco Sodomaco

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Ivo Vajgl e Miomir Žužul si incontrano a Maastricht

Continua il dialogo tra Lubiana e Zagabria

VALKENBURG/LUBIANA – Il Governo croato e quello sloveno continueranno a
dialogare onde trovare una soluzione alle questioni aperte che oberano
i rapporti tra i due stati, innanzi tutto a quelle legate all’entrata
in vigore dello Zona ittico-ecologica protetta nel Mare Adriatico. Lo
ha annunciato sabato scorso il ministro degli Affari esteri sloveno,
Ivo Vajgl, dopo aver discusso della faccenda con il proprio omologo
croato, Miomir Žužul.
I capi delle diplomazie di Lubiana e Zagabria hanno avuto modo di
affrontare l’argomento ai margini dell’incontro informale dei ministri
degli Esteri dell’Unione europea svoltosi nei pressi di Maastricht.
All’appuntamento è stato invitato a partecipare per la prima volta
anche il ministro degli Affari esteri croato. Ivo Vajgl non ha celato
che Lubiana è preoccupata per l’imminente entrata in vigore della Zona
ittico-ecologica protetta nell’Adriatico (3 ottobre). Benché le
restrizioni da essa previste non saranno applicate agli stati membri
dell’UE, una parte della flotta slovena batte bandiera
extracomunitaria. Il ministro Žužul non ha voluto commentare
l’argomento. Egli si è limitato a affermare che si tratta di un
problema di carattere tecnico e che l’intento di Zagabria quando ha
deciso di proclamare la Zona ittico ecologica protetta, non era di
turbare i propri vicini, bensì di salvaguardare il Mare Adriatico. Per
quanto riguarda i confini marittimi, Miomir Žužul ha ammesso che le due
parti hanno atteggiamenti divergenti. Egli ha anche espresso l’opinione
che per risolvere definitivamente la vicenda sarà necessario ricorrere
all’arbitraggio internazionale.
In merito ai rapporti croato-sloveni è intervenuto anche l’ex
presidente Milan Kučan. Nel corso di un suo intervento l’ex capo di
Stato sloveno ha rilevato che persino il primo presidente croato,
Franjo Tuđman era favorevole agli sloveni. "Nel corso delle
conversazioni che ho intrattenuto con Tuđman, egli ha dato a intendere
di condividere le mie opinioni, ossia che bisogna trovare una soluzione
che accontenti gli interessi di entrambe le parti. Cioè che la Slovenia
ottenga lo sbocco al mare aperto e che la Croazia possa confinare con
l’Italia. In questo senso una delle possibili soluzioni transitorie
consisteva nel dare in affitto, per alcuni decenni, alla Slovenia una
parte della penisola di Salvore. L’idea però non è stata mai affrontata
a livello ufficiale", ha spiegato Kučan.


=== 3 ===

SLOVENIA-CROAZIA: ROP, NON SOSTENIAMO PIU' INGRESSO IN UE

(ANSA) - ZAGABRIA/LUBIANA, 23 set - Lubiana non sosterra' piu'
l'adesione della Croazia all'Ue. Lo ha dichiarato oggi il primo
ministro sloveno Anton Rop dopo aver richiamato a Lubiana ''per
consultazioni'' l'ambasciatore sloveno a Zagabria Peter Bekes a causa
di un incidente ieri al confine tra i due paesi. Lo hanno reso noto i
media. La polizia croata ha fermato, verso le 16.30 di ieri, nei pressi
del valico di Plovania, 12 cittadini sloveni, membri del Partito
popolare sloveno (Lsl), tra cui anche Janez Podobnik, parlamentare e
presidente del Partito, per ''passaggio illegale di confine''. Il
gruppo, trattenuto nella stazione di polizia di Buje per accertamenti,
e' stato rilasciato verso le 22.00. Da ieri Lubiana ha inviato al
governo di Zagabria una serie di proteste e da stamani ha avviato una
campagna di internazionalizzazione dell'incidente. Il premier Rop oggi
ha dichiarato che ''l'incidente inaccettabile di mercoledi' significa
che la Slovenia non potra' piu' sostenere l'ingresso della Croazia
nell'Unione europea''. (ANSA) COR
23/09/2004 14:40

SLOVENIA-CROAZIA: ROP, NON SOSTENIAMO PIU' INGRESSO IN UE (2)

(ANSA) - ZAGABRIA/LUBIANA, 23 SET - A causa dell'incidente di ieri, il
ministro degli esteri sloveno Ivo Vajgl ha anticipato il rientro da New
York, dall'Assemblea generale dell'Onu, e ne ha informato
immediatamente l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e
di sicurezza Javier Solana che, secondo quanto riferito dallo stesso
Vajgl, si e' detto ''scioccato che simili fatti possano accadere''.
Lubiana ha ufficialmente informato anche la Commissione europea e il
caso verra' presentato alla prossima riunione dei ministri degli esteri
dei paesi membri. Secondo il premier Rop, l'incidente ''non e' stato
diretto contro la Slovenia, ma contro l'Unione europea, e ci aspettiamo
pertanto che Bruxelles reagisca in modo adeguato''. Da parte croata il
primo ministro Ivo Sanader ha commentato che ''non ci puo' essere
tolleranza contro quelli che non rispettano il confine di stato ed
entrano in Croazia senza documenti, violando le leggi''. Sanader ha
collegato il comportamento dei politici sloveni alla campagna
elettorale per le politiche del 3 ottobre, definendo l'incidente
''completamente inutile''. Per il presidente croato Stipe Mesic
''l'accaduto e' la prova che nessuna questione aperta puo' essere
risolta con la forza e la linea di frontiera puo' essere definita
solamente ad un tavolo di negoziati''. I dodici membri del Partito
popolare sloveno (Sls) si erano recati ieri pomeriggio, accompaganti
dai media, nel villaggio di Milni, nei pressi del valico Plovanija, per
una visita a Josko Joras, candidato del Sls, che sostiene che la sua
casa non si trova in territorio croato bensi' in Slovenia. Nel cortile
di Joras hanno piantato un albero di tiglio, simbolo dello Stato
sloveno. Sulla via del ritorno, senza passare per il valico ufficiale,
sono stati fermati dalla polizia croata per passaggio illegale di
confine e condotti in questura per l'accertamento di identita',
poiche', secondo Zagabria, non avevano voluto mostrare i documenti.
Secondo il presidente del Sls, Janez Podobnik, al momento del fermo la
polizia croata ha usato la forza e lui stesso sarebbe rimasto
lievemente ferito. Da piu' di un decennio Zagabria e Lubiana non
riescono a definire la frontiera marittima e alcuni tratti di quella
terrestre, questione che di tanto in tanto aumenta la tensione tra i
due paesi e viene regolarmente riaperta dai politici di entrambe le
parti durante le campagne elettorali. L'anno scorso, in settembre,
Lubiana aveva gia' richiamato l'ambasciatore da Zagabria, protestando
per l'intenzione della Croazia di proclamare una zona ecologico-ittica
in Adriatico che, secondo Lubiana, avrebbe pregiudicato la definizione
della frontiera marittima nel golfo di Pirano. In quel momento la
Slovenia, che fa parte dell'Ue dallo scorso primo maggio, aveva solo
minacciato di ritirare il sostegno alla candidatura di Zagabria
all'Unione. La Croazia e' stata ammessa tra i paesi candidati all'
ingresso nell'Ue al vertice europeo di giugno e i negoziati dovrebbero
cominciare all'inizio del 2005. (ANSA). COR
23/09/2004 16:00

SLOVENIA-CROAZIA: UE TURBATA VUOLE INDAGINE ZAGABRIA

(ANSA) - BRUXELLES, 23 SET - La Commissione europea e' 'turbata'' per
l'incidente di confine tra Slovenia e Croazia e si aspetta che Zagabria
stessa conduca un'indagine sui fatti. ''Siamo turbati per le notizie
che abbiamo letto'', ha detto oggi a Bruxelles la portavoce del
Commissario europeo alle relazioni esterne Chris Patten. ''Ci
aspettiamo - ha aggiunto - che le autorita' croate vogliano condurre
indagini su questo incidente e siamo molto ansiosi di vedere il
risultato di questa inchiesta''. ''Finche' non abbiamo a disposizione
fatti - ha detto ancora la portavoce, Emma Udwin - non possiamo dare
una risposta piu' precisa''. (ANSA). CAL
23/09/2004 16:57

CROAZIA-SLOVENIA: CRISI, RICHIAMATO AMBASCIATORE LUBIANA

(ANSA) - ZAGABRIA, 23 SET - Un incidente ieri sera al confine con il
fermo di 12 sloveni, tra i quali il presidente del Partito popolare
(Sls) Janez Podobnik, ha scatenato la nuova crisi tra Croazia e
Slovenia che ha sullo sfondo il problema irrisolto della definizione
delle frontiere tra i due paesi e che ha provocato il richiamo, per
consultazioni, dell' ambasciatore sloveno a Zagabria. Impegnati in
campagna elettorale per le politiche del 3 ottobre, 12 esponenti
dell'Sls, tra i quali appunto Podobnik, sono andati ieri pomeriggio nel
villaggio di Mlini, in Istria presso Buie, situato a pochi metri del
valico di confine Plovanija. Si sono fatti fotografare dai media mentre
piantavano un tiglio, simbolo dello Stato sloveno, nel cortile del loro
collega di paritito e candidato al parlamento Josko Joras che da piu'
di un decennio sostiene che la sua casa si trova in territorio sloveno
e non quello croato, come invece afferma Zagabria. La polizia croata ha
fermato i politici sloveni perche' avevano percorso una strada che
evita il valico di frontiera fra i due paesi e, dopo aver rifiutato di
mostrare i documenti, secondo la polizia, sono stati portati con la
forza alla stazione di Buje e denunciati per ''passaggio illegale di
confine''. I dodici sloveni sono stati rilasciati solo dopo sei ore e
Podobnik sostiene che il comportamento della polizia croata e' stato
''brutale'' e che lui stesso e altri suoi colleghi sono rimasti feriti
nel momento dell'arresto. Le reazioni di Lubiana sono state immediate e
gia' in tarda serata l'ambasciatore sloveno a Zagabria Peter Bekes e'
stato richiamato a Lubiana per consultazioni. Il primo ministro Anton
Rop ha denunciato l'episodio a Bruxelles definendo l'incidente ''un
attacco all'Unione europea''. La Slovenia dallo scorso maggio fa parte
dell'Unione europea mentre la Croazia invece e' stata da pochi mesi
ammessa tra i candidati all'Ue. Il ministro degli esteri slovena Ivo
Vajgl ha anticipato il rientro da New York, dall'Assemblea generale
dell'Onu, ed ha subito informato dell'incidente l'Alto rappresentante
Ue per la politica estera e sicurezza Javier Solana che, secondo quanto
ha riferito lo stesso Vajgl, si sarebbe detto ''scioccato che simili
fatti possano accadere.'' A differenza di altre crisi, questa volta la
Slovenia, da maggio membro dell'Unione europea, ha reagito da posizioni
di forza e oggi Rop ha annunciato che ''la Slovenia non puo' piu'
sostenere l'adesione della Croazia all'Ue''. ''Quello che ha fatto e'
inaccettabile e noi non possiamo tollerarlo - ha aggiunto - e pertanto
avvieremo una procedura adeguata contro Zagabria''. Il ministro degli
esteri da parte sua ha dichiarato che ''finche' non c'e' un accordo
sulla frontiera, per noi quello e' territorio sloveno''. Da Zagabria,
il presidente Stipe Mesic ha definito l'accaduto ''una prova che
nessuna questione aperta puo' essere risolta con la forza, ma solo a un
tavolo di negoziati''. Secondo Mesic i politici sloveni hanno
''oltreppasato la linea del buongusto''. Il premier Ivo Sanader e'
rimasto irremovibile nel difendere l'operato della polizia, affermando
che ''non ci puo' essere tolleranza contro quelli che non rispettano il
confine di stato ed entrano in Croazia senza documenti''. Collegando
l'accaduto alla campagna elettorale in Slovenia, Sanader ha auspicato
la situazione non degeneri ed ha ribadito la proposta di Zagabria di un
arbitrataggio internazionale, piu' volte rifiutata da Lubiana. (ANSA)
COR
23/09/2004 20:08

CROAZIA-SLOVENIA: ZAGABRIA, CAUSA CRISI PRETESE TERRITORIALI

(ANSA) - ZAGABRIA, 24 SET - La reazione del governo di Lubiana, che
ieri, dopo un incidente sul confine tra i due paesi ha richiamato
l'ambasciatore da Zagabria e negato il sostegno all'ingresso della
Croazia nell'Unione europea, potrebbe essere qualificata dal governo
croato come ''un'aperta pretesa territoriale''. Lo ha detto il
sottosegretario agli esteri Hido Biscevic ai giornalisti stranieri
invitati oggi al ministero degli esteri.
L'incidente che ha provocato la crisi tra i due paesi e' avvenuto
mercoledi' scorso presso il valico di Plovanija, nei pressi di Buie, in
Istria, quando la polizia croata ha fermato, per ''passaggio illegale
del confine'', dodici esponenti del Partito popolare sloveno (Sls), tra
cui due parlamentari, e li ha trattenuti per sei ore nella stazione di
Buje. Impegnati in campagna elettorale per le politiche del 3 ottobre,
gli sloveni, guidati dal presidente dell'Sls Janez Podobnik, non erano
passati per il valico di frontiera sostenendo di trovarsi sul
territorio sloveno e di non avere percio' alcun motivo di mostrare i
documenti d'identita' ai poliziotti croati.
Il fatto che Lubiana, in un comunicato diffuso ieri, abbia parlato di
''comportamento brutale e non-europeo della Croazia contro cittadini
sloveni in territorio sloveno'', riflette, secondo il governo di
Zagabria, una pretesa territoriale su quattro villaggi nei pressi del
valico di Plovanija e un tratto di confine lungo sette chilometri.
I villaggi sono oggetto di contesa sin dall'indipendenza dei due paesi
nel 1991. Da allora sono controllati dalle autorita' croate che si
richiamano alla situazione di fatto nel 1991, al momento del
riconoscimento internazionale, mentre la parte slovena insiste sui dati
del registro catastale di Pirano che li assegna alla Slovenia.
Secondo il sottosegretario Biscevic il vero problema non sono i quattro
villaggi, ma la questione della frontiera marittima nel golfo di
Pirano. L'incidente e la reazione slovena, ha aggiunto, sono stati
''completamente inutili, irresponsabili e nocivi per i rapporti
bilaterali; la Croazia vuole evitare ulteriori tensioni e invita il
paese vicino al tavolo dei negoziati, riproponendo anche la
possibilita' di ricorrere all'arbitraggio internazionale''.
Che la Slovenia adoperi la sua posizione di forza come membro dell'Ue
''e' completamente improprio e senza esempio nei precedenti turni di
allargamento'', ha concluso Biscevic. In numerose dichiarazioni e
comunicati diffusi ieri il governo e il parlamento croato hanno
ribadito ''l'indubbia appartenenza alla Croazia'' del territorio
conteso, collocando il comportamento del gruppo sloveno nel contesto
della campagna elettorale, mentre la reazione della polizia croata
viene difesa come ''completamente legale e corrispondente a quello che
farebbe la polizia di frontiera di qualsiasi altro paese europeo''.
Alla campagna di internazionalizzazione dell'incidente, intrapresa ieri
da Lubiana presso le istituzioni di Bruxelles, la Croazia ha reagito
con un'intensa attivita' diplomatica per chiarire le proprie posizioni.
(ANSA)
24/09/2004 15:51

CROAZIA: UE, RESTA VALIDA CANDIDATURA ZAGABRIA

(ANSA) - BRUXELLES, 24 SET - La Commissione europea non ritiene di
dover cambiare la propria linea politica nei confronti della Croazia
solo a causa delle prime informazioni sull'incidente di frontiera
dell'altro ieri con la Slovenia. Bruxelles pero' insiste per essere
informata sull'inchiesta che dovra' in ogni caso essere condotta dalla
magistratura croata. ''Per il momento non c'e' motivo di cambiare la
nostra politica nei confronti della Croazia - ha detto oggi a Bruxelles
la portavoce del Commissario europeo alle relazioni esterne Chris
Patten - ma vogliamo piu' informazioni su quel particolare incidente''.
Il riferimento e' al fermo di 12 sloveni, tra i quali il presidente del
Partito popolare (Sls) Janez Podobnik, che ha scatenato una nuova crisi
tra Croazia e Slovenia sul problema irrisolto della definizione delle
frontiere tra i due Paesi. Solo nel giugno scorso la Croazia si era
vista concedere lo status di ''Paese candidato'' ad entrare nell'Ue,
candidatura che ora la Slovenia - Paese dell'Unione europea a tutti gli
effetti dal primo maggio - dice di non voler piu' sostenere come invece
fatto finora. La portavoce di Patten ha ribadito che l'esecutivo Ue e'
''turbato'' per il fermo degli sloveni e ''si aspetta'' che i croati
indaghino sull'episodio informando sui risultati.(ANSA). CAL
24/09/2004 15:01


=== * ===


Ti, 'ex'-jugoslavenu/ko,
odgovori!
1) Koje si nacionalnosti? Da li znas - ili ne znas?
2) Daju li ti pasos?
3) Kuda prolaze nove granice?
a. izmedju tebe i tvoga supruga/e?
b. izmedju tebe i tvoj djece?
c. izmedju tvoje i susjedove kuce? ...

(Milena Cubrakovic, 1994)


Tu, 'ex'- jugoslava/o,
rispondi!
1) Di che nazionalita' sei? Lo sai - o no?
2) Ti danno un passaporto?
3) Dove passano le nuove frontiere?
a. fra te ed il tuo coniuge?
b. fra te ed i tuoi figli?
c. fra la tua casa e quella del tuo vicino?
Chi ti rilascia il visto sul passaporto per
andarlo a trovare? ...

(Milena Cubrakovic, 1994)