U238 (francais / italiano)

1. Documenti + un nuovo libro sull'U238

2. Uranio, tumori: ipotesi degrado ambientale e inquinamento (la
stampa) / Il senato assolve l'uranio impoverito (il manifesto) /
L'uranio si salva in commissione (il manifesto) /

3. URANIUM APPAUVRI : L'EUROPE CONTAMINEE?
http://www.timesonline.co.uk/ - Mark Gould and Jon Ungoed-Thomas


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DOCUMENTI

scaricabili al sito:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/BombeU238/


1) Relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'Uranio
Impoverito (DU) (1/3/2006)


Fonte: prof. Mauro Cristaldi, 10/3/2006

RELAZIONE AL PRESIDENTE DEL SENATO

AI SENSI DELL'ARTICOLO 2º DELLA DELIBERAZIONE
DEL SENATO DEL 17 NOVEMBRE 2004 SULLE RISULTANZE
DELLE INDAGINI SVOLTE DALLA COMMISSIONE

TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
NELLA SEDUTA DEL 1° MARZO 2006

1. INTRODUZIONE
1.1 Premessa
1.2 L'attività conoscitiva del Parlamento nella XIII Legislatura
1.3 La Commissione Mandelli
2. LA COMMISSIONE D'INCHIESTA
2.1 L'istituzione della Commissione d'inchiesta
2.2 L'insediamento della Commissione
2.3 L'oggetto dell'inchiesta
2.4 Le scelte operative
2.5 L'attività svolta
2.5.1 Le sedute in sede plenaria
2.5.2 Le missioni: Sardegna e Balcani
2.5.3 L'attività in sede informale
3. GLI STUDI SVOLTI SU INCARICO DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA
3.1 Premessa
3.2 Studio su campioni di sieri umani di militari e su campioni di
materiali utilizzati dai contingenti italiani
3.3 Studio sulle conseguenze ecologiche e sanitarie dell'uso di armi
ad uranio impoverito
4. CONCLUSIONI
4.1 Quesito attinente alle cause delle morti e delle gravi malattie
fra i militari impegnati nelle missioni all'estero
4.2 Quesito attinente alle condizioni di conservazione e all'eventuale
utilizzo di proiettili contenenti uranio impoverito nelle
esercitazioni militari sul territorio nazionale
4.3 Proposte di modifica legislativa
ALLEGATI
1. Riassunto delle audizioni effettuate dalla Commissione in sede plenaria
2. Caratterizzazione di micro/nano particelle presenti in campioni di
siero umano di alcuni militari e tentativo di rintracciabilità dello
stesso tipo di particelle in campioni di particolato prelevato in
Kosovo ed in Iraq (a cura di: Armando Benedetti; Ezio Chinelli;
Antonietta Gatti)
3. DUDUST: Progetto di esperimento per valutare le conseguenze
ecologiche e sanitarie dell'uso di proiettili a DU (a cura di: Massimo
Esposito)


2) Terza "Relazione Mandelli" sugli effetti dell'U238 (2002)


scaricabili al sito:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/BombeU238/


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Segnalo l'uscita del mio libro:

M. Zucchetti,

"Uranio impoverito. Con elementi di radioprotezione ed utilizzo delle
radiazioni ionizzanti",

CLUT, Torino, febbraio 2006. ISBN 88-7992-225-4.

Si veda il sito: http://www.clut.it/libro.asp?ID=161
E' anche linkato sul mio sito: http://staff.polito.it/massimo.zucchetti/

Si tratta, per la parte principale, di null'altro che il rapporto che
depositai in occasione dell'audizione davanti alla Commissione Uranio
del Senato della Repubblica nel giugno 2005. In coda ho aggiunto un
centinaio di pagine di nozioni di radioprotezione, che non fanno mai male.

Se potete, diffondete il messaggio su altre liste o indirizzi.

Grazie, saluti
Massimo Zucchetti


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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200602articoli/2776girata.asp

CRONACHE

Uranio, tumori: ipotesi degrado ambientale e inquinamento

Oggi a Roma la relazione conclusiva della commissione d'inchiesta. Le
famiglie dei militari deceduti organizzano un sit in davanti a Palazzo
Chigi

28/2/2006

ROMA. Sei mesi di lavoro, venti audizioni, altrettanti consulenti
esterni: la Commissione d'inchiesta del Senato sull'uranio impoverito
ha terminato il suo lavoro ed è pronta a far firmare la relazione
finale, il cui testo dovrebbe essere approvato martedì prossimo. Per
questo in mattinata si sono date appuntamento in un sit in davanti a
Palazzo Chigi le famiglie dei militari ammalati o deceduti, le
associazioni di tutela e la Infinito edizioni.

IPOTESI SU CAUSA TUMORI: DEGRADO AMBIENTALE E INQUINAMENTO

Le «situazioni di degrado ambientale ed inquinamento» delle zone del
Kosovo e della Bosnia-Erzegovina bombardate, e non direttamente
l'uranio impoverito, potrebbero «verosimilmente» aver giocato un ruolo
nelle morti e nelle gravi malattie fra i militari italiani impegnati
in quelle aree. Sono le conclusioni cui è giunta la Commissione
parlamentare d'inchiesta del Senato, secondo quanto si legge in una
bozza di relazione finale che è però ancora provvisoria, perchè
soggetta anche in queste ore a modifiche.

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il manifesto
01 Marzo 2006

Il senato assolve l'uranio impoverito

Per la commissione d'inchiesta non c'è nessun collegamento diretto con
le malattie
Sì alla causa di servizio I parlamentari chiedono il riconoscimento
degli indennizzi per i militari ammalatisi nei Balcani, ma le cause
sarebbero dovute al «degrado ambientale». Protestano i familiari delle
vittime e l'opposizione
CARLO LANIA

ROMA - Chi si aspetta una parola definitiva sulla cosiddetta Sindrome
dei Balcani, molto probabilmente rimarrà deluso. Dopo circa un anno di
lavori, oggi la Commissione d'inchiesta del Senato sull'uranio
impoverito voterà la relazione finale preparata dal suo presidente,
Rocco Salini, senza però dare alcuna risposta certa sul perché, dal
1998 a oggi, decine e decine di soldati italiani si sono gravemente
ammalati nel corso di missioni compiute all'estero. Quella che verrà
approvata sarà dunque una relazione che esclude responsabilità
dell'uranio impoverito nell'insorgere di patologie particolarmente
gravi, ma che allo stesso tempo sollecita una modifica legislativa che
consenta di allargare il riconoscimento della causa di servizio anche
ai reduci dai Balcani, con la speranza di poter proseguire i lavori
nella prossima legislatura con l'istituzione di una nuova commissione.
Troppo poco per le famiglie dei circa 300 soldati che in questi anni
si sono ammalati di tumore e per quelle dei 44 che nel frattempo sono
deceduti, ma anche per i parlamentari dell'opposizione presenti in
commissione che fino all'ultimo hanno tentato di modificare il testo
della relazione con una serie di emendamenti. «E' accaduto ciò che si
poteva temere - accusa ad esempio il senatore di Rifondazione
comunista Luigi Malabarba -. I commissari di centrodestra che non si
sono mai presentati ai lavori della commissione tentano ora di
stravolgerne le conclusioni». Conclusioni che, del resto, da sole
tradiscono la difficoltà con cui si è lavorato in questi mesi. La
commissione esclude infatti che munizioni e missili all'uranio
impoverito possano essere «direttamente» responsabile dell'insorgere
delle malattie, le cui cause andrebbero invece ricercate nel «degrado
ambientale» dei teatri di guerra nei quali i soldati italiani hanno
operato (ad esempio come possibili conseguenze dell'inquinamento
provocato dal bombardamento di fabbriche chimiche). «L'esistenza di un
rischio significativo per la salute - scrive infatti la commissione -
riconducibile in quanto tale all'uranio impoverito sembra doversi
circoscrivere ai soli soggetti che abbiano potuto inalare l'aerosol
che si sviluppa con l'impatto di proiettili a uranio impoverito».
Circostanza che «non è realisticamente ipotizzabile» per i soldati
italiani nei Balcani, «visto che essi non risultano aver partecipato
ad azioni di guerra sul terreno». Parole che non sono condivise dalla
senatrice dei verdi Tana de Zulueta, che parla di testo «troppo
assolutorio nei confronti dell'uranio».

Nonostante tutto, nella relazione non mancano però le prime ammissioni
di responsabilità. «Certamente si tratta di un compromesso - spiega
Malabarba - ma il parere della commissione è chiaro: l'uranio
impoverito ha perlomeno un "ruolo indiretto" nel promuovere patologie
tumorali, in quanto l'esplosione di munizioni ad altissima temperatura
provoca la dispersione di polveri "anche a grande distanza dal luogo
dell'impatto" e per un lungo periodo». E intanto proprio ieri si è
saputo di un altro militare che si ammalato. Si tratta di un
maresciallo dell'esercito di Quartu Sant'Elena, di 35 anni a cui stata
riscontrata una leucemia mieloide acuta.

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http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/02-Marzo-2006/art53.html

il manifesto
02 Marzo 2006

L'uranio si salva in commissione

Finiti i lavori del Senato. Prime ammissioni sulla pericolosità del
metallo

CARLO LANIA

ROMA - La destra esulta, trasformando anche una questione sanitaria -
e di giustizia - nell'ennesimo e inutile scontro politico. Il
centrosinistra non gioisce, ma cerca di portare a casa quel po' di
buono che è riuscito a strappare in più di otto mesi di lavoro
condotti quasi in solitudine. Ieri la commissione d'inchiesta del
Senato sull'uranio impoverito ha chiuso i battenti dopo aver votato la
relazione finale dei lavori che assolve il «metallo del disonore»
dall'accusa più pesante, quella di aver provocato l'insorgere di gravi
malattie nei soldati italiani in missione nei Balcani. Il testo è
stato approvato con 8 voti a favore, tutti del centrodestra, e
l'astensione di Ds, Prc, Rosso-Verdi e Verdi. Una conclusione resa
possibile dai consiglieri di opposizione, senza i quali sarebbe
mancato il numero legale e i pochi risultati ottenuti a favore dei
reduci ammalati sarebbero andati persi. Pur negando l'assenza di un
rapporto diretto tra l'uranio impoverito e l'insorgere delle
patologie, la relazione ammette infatti per la prima volta la
possibilità che lo stesso possa aver avuto un ruolo «indiretto»,
aprendo così la strada a un possibile riconoscimento della causa di
servizio e ai relativi risarcimenti. Le conclusioni. Nelle intenzioni
dei parlamentari il voto di ieri dovrebbe portare a una sospensione
dei lavori più che a una loro definitiva chiusura. Nuovi studi e
ricerche sulle possibili conseguenze legate all'esplosione di uranio
impoverito dovrebbero in teoria essere svolti nella prossima
legislatura con l'istituzione di una nuova commissione, e questo a
prescindere dal verdetto delle urne. I risultati raggiunti in questi
otto mesi (durante i quali sono state fatte decine di audizioni, due
missioni nei Balcani e nei poligoni della Sardegna ed esperimenti in
Iraq), non avrebbero infatti permesso di trovare risposte certe sulla
pericolosità delle munizioni contenti uranio impoverito. «Non sono
emersi elementi - è scritto infatti nella relazione - che consentano
di affermare che la patologie in questione siano da attribuire a
effetti tossicologi o radiologici derivanti dall'esposizione di
radiazioni o alla contaminazione dovuta a questo tipo di
munizionamento». E' quanto la destra, e ancora di più il ministero
della Difesa, ha sempre sperato di sentir affermare.

Rispetto al passato, e in particolare alle conclusioni raggiunte nel
giugno del 2002 dalla commissione Mandelli, la relazione approvata
ieri presenta però piccole ma importanti novità. Ad esempio si ammette
l'ipotesi di un «ruolo indiretto» dell'uranio impoverito nel
promuovere le patologie, «attraverso l'inalazione di nanoparticelle da
esso generate, che sembrano essere suscettibili di dispersione ance a
grande distanza e per un periodo di tempo allo stato non valutabile».

Altro capitolo importante è quello relativo ai poligoni di tiro
italiani. La commissione avrebbe individuato delle mancanze nei
registri in cui vengono segnate le esercitazioni e nei quali non
risulterebbero quelle compiute dalla cune aziende private. «I nostri
poligoni hanno operato in situazioni di mancato controllo per anni
denuncia la senatrice dei verdi tana de Zulueta - e questo anche dopo
l'introduzione, anni fa, del divieto di impiegare armi all'uranio
impoverito».

Le reazioni «In otto mesi non abbiamo fatto tutto quello che avremmo
voluto, ma crediamo comunque di aver fatto un passo avanti importante
nella ricerca delle cause della malattia dei nostri soldati», è il
giudizio del presidente della commissione, il leghista Paolo Franco.
Toni diversi usa invece il senatore di An Michele Bonatesta, per il
quale le conclusioni della relazione avrebbero permesso di sventare
«un tentativo di speculazione politica» da parte del centrosinistra.
Un risultato da giudicare comunque importante per Luigi Malabarba:
«Ora le cause legali possono raggiungere gli obiettivi di risarcimento
con maggiore facilità - dice il senatore di Prc -. Se si vince su
militari, infatti, è possibile sfondare anche sui diritti ancor più
significativi riguardanti le popolazioni civili nei teatri di guerra e
attorno alle basi». Un giudizio condiviso anche da Domenico Leggiero
dell'Osservatorio militare.


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URANIUM APPAUVRI : L'EUROPE CONTAMINEE?

http://www.timesonline.co.uk/article/0,,2087-2047373,00.html

Les munitions utilisées en Irak mises en causes.
Mark Gould and Jon Ungoed-Thomas


Selon un rapport (de Chris Busby
:[->http://www.llrc.org/aldermastrept.pdf%5d
ndlt), des détecteurs de radiations en Grande Bretagne ont enregistré une
augmentation quatre fois supérieure à la norme des niveaux d'uranium
contenus dans l'atmosphère suite à la campagne de bombardements «
shock and
awe » contre l'Irak.
Les scientifiques en environnement qui ont découvert ces chiffres par le
biais de la loi sur la liberté d'information déclarent évident que
l'uranium
appauvri des munitions a été apporté par les vents jusqu'en Grande
Bretagne.
Cependant, pour le gouvernement cette pointe aiguë d'uranium détectée par
les contrôleurs de radiations du Berkshire ne serait qu'une coïncidence et
proviendrait peut-être d'une source locale.
Les résultats des stations de mesures de l'Atomic Weapons Establishment
(AWE) d'Aldermaston et de quatre autres stations situées dans un rayon de
15km ont été obtenus par Chris Busby, du département d'anatomie humaine et
de biologie cellulaire de l'université de Liverpool.
Chaque détecteur a enregistré une augmentation significative des
niveaux d'
uranium pendant les bombardements de Mars 2003. Les données enregistrées
dans un parc de Reading furent assez élevées pour que l'Agence de l'
Environnement soit alertée.
Busby, qui a informé le gouvernement sur les radiations et se trouve
être l'
un des fondateurs de Green Audit, l'agence de conseil sur l'environnement,
croit que « des aérosols d'uranium » provenant d'Irak ont été largement
dispersés dans l'atmosphère et disséminés par les vents à travers
l'Europe.
« Cette recherche montre qu'au lieu de rester près de sa cible, comme le
prétend l'armée, l'uranium appauvri contamine à la fois les populations
locales ainsi que toutes les autres à des centaines de milliers de
kilomètres », a-t-il déclaré.
Le ministère de la défense (MoD) a rétorqué qu'il était « infaisable »
que l
'uranium ait pu voyager aussi loin. Des experts en radiation disent aussi
que d'autres sources environnementales seraient plus vraisemblablement en
cause.
La campagne « shock and awe » a été l'un des assauts les plus dévastateurs
de la guerre moderne. Dans les premières 24h plus de 1.500 bombes et
missiles ont été déversés sur Bagdad.
Pendant le conflit les avions A10 « tankbusters » - qui utilisent des
munitions en uranium appauvri - ont mis à feu 300.000 pièces. En dépit
de sa
haute performance pour percer les blindages de chars, ce matériau est
controversé en raison de ses effets potentiels sur la santé. Les critiques
avancent qu'il est chimiquement toxique et cancérigène, et les docteurs
Irakiens rapportent une augmentation marquée des cas de cancers depuis son
utilisation dans la première guerre du Golfe.
Les gouvernements US et Britannique disent cependant que l'uranium
appauvri
est relativement sans danger. La Royal Society, l'académie des sciences de
GB, a elle aussi déclaré que le risque lié à l'uranium appauvri était
« très
faible » pour les soldats et les populations dans la zone de conflit.
Le rapport de Busby montre que neuf jours après le début de la guerre
d'Irak
le 19 Mars 03, des niveaux plus élevés d'uranium étaient décelés sur cinq
sites du Berkshire. En deux occasions, les niveaux excédaient le seuil
auquel l'agence de l'environnement doit être informée. Le rapport dit que
les conditions météorologiques durant cette période de la guerre
montent un
flot constant d'air remontant d'Irak vers le nord.
Brian Spratt, qui présidait le rapport de la Royal Society, émet un doute
quant à l'uranium appauvri mais suggère qu'il pourrait s'agir d'uranium
naturel provenant des énormes quantités de terre brassées par shock
and awe.
Selon d'autres experts, des sources locales telles que les centrales
seraient plus vraisemblablement à mettre en cause. Pour l'agence de l'
environnement, les détecteurs d'autres sites n'ayant pas enregistré la
même
augmentation pourrait indiquer une source de contamination locale.
Un porte-parole du MoD a dit qu'il s'agissait d'uranium « d'origine
naturelle » et qu'il n'y avait pas de preuve que l'uranium appauvri d'Irak
ait atteint la Grande Bretagne.


SOURCE : http://fr.groups.yahoo.com/group/alerte_otan/messages
Liste gérée par des membres du Comité de Surveillance OTAN.