From: icdsm-italia @ libero.it
Subject: [icdsm-italia] Una morte tutt'altro che naturale
Date: March 22, 2006 3:57:36 PM GMT+01:00
To: icdsm-italia @ yahoogroups.com


Una morte tutt'altro che naturale


DOCUMENTI E COMMENTI:

- Slobodan Milosevic: L'ULTIMA LETTERA (8 marzo)
- James Petras: "Ci sono molti indizi che ci sia stato qualcosa di
pianificato" (13 marzo)
- Marino Andolina: "Un uomo sofferente di ipertensione e di stress
estremo può essere ucciso in vari modi" (19 marzo)
- Juergen Elsaesser: "La strada del tribunale è cosparsa di cadaveri"
(13 marzo)
- Giancarlo Lannutti: "Le sue veementi controaccuse finiranno
anch'esse archiviate; le testimonianze a dir poco imbarazzanti da lui
richieste (...) resteranno inascoltate" (12 marzo)
- Alberto Tarozzi: "Come in uno specchio deformante" (22 marzo)
- Aldo Bernardini: Lettera al presidente del "Tribunale" Fausto Pocar
(6 marzo)
- Aldo Bernardini: Lettera a "Liberazione", non pubblicata (13 marzo)

NOTIZIE:

- "Milosevic era ridotto malissimo nei giorni antecedenti"...
(quotidiani serbi)
- MILOSEVIC: ALLA PERIFERIA AJA ULTIMA SOSTA PER SLOBO /ANSA
- MILOSEVIC: SI COMPLICA IL REBUS DEI FARMACI /ANSA
- MILOSEVIC: PATOLOGI RUSSI ESAMINERANNO FOTO (sic) AUTOPSIA SALMA
- MILOSEVIC: TPI, CON MORTE IMPUTATO PROCESSO E' FINITO
- Dispacci da www.radioyu.org
- MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE
- MILOSEVIC: PRESIDENTE TPI, DOCUMENTI PROCESSO SIANO RESI NOTI
- MILOSEVIC: DEDICHIAMOGLI STRADA SAN PIETROBURGO, COMUNISTI
- MILOSEVIC: TPI CERCA DI NASCONDERE SUE COLPE, AVVOCATI
- MILOSEVIC: CERTEZZE SU MORTE, INTERROGATIVI SU CARCERE/ANSA
- MILOSEVIC: CANCELLI APERTI DA OGGI IN 'MAUSOLEO' POZAREVAC

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Una ricca galleria fotografica dell'ultimo omaggio a Milosevic si
trova sul sito anti-jugoslavo "B92":

http://www.b92.net/info/galerija/index.php?nav_category=99

(si veda l'archivio delle giornate dal 16 al 19 marzo)

Un'altra galleria, con commenti in italiano, è stata realizzata da SOS
Yugoslavia di Torino e si trova alle pagine:

http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19.htm
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19a.htm
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19b.htm

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Upisite se u knjigu zalosti / Firmate nel Libro delle condoglianze:

http://www.slobodanmilosevic.info/


=== DOCUMENTI E COMMENTI ===

fonte: quotidiano junge Welt (Germania) del 15 marzo 2006

http://www.jungewelt.de/2006/03-15/003.php

L'ULTIMA LETTERA DI MILOSEVIC

Gentili signore e signori,

Vi invio i miei ringraziamenti per la solidarietà che avete
manifestato dichiarandovi pronti ad accettarmi per una cura medica.
Vorrei informarvi della cosa seguente: credo che l'ostinazione con cui
mi hanno rifiutato un trattamento in Russia sia motivata, in primo
luogo, dal timore che in occasione di esami approfonditi, si
scoprirebbe che sono stati effettuati interventi attivi e maliziosi
allo scopo di nuocere alla mia salute. Questi interventi non possono
restare nascosti a specialisti russi.

Per giustificare le mie accuse, vi presento un semplice esempio che
troverete in allegato. Questo documento, che ho ricevuto il 7 marzo,
mostra che il 12 gennaio una medicina particolarmente forte fu
individuata nel mio sangue e che, come dichiarano loro stessi, essa è
utilizzata per trattare la tubercolosi e la lebbra, benché io non
abbia preso, durante questi cinque anni nella loro prigione, alcun
antibiotico.

Durante tutto questo tempo, non ho mai avuto, a parte l'influenza,
alcuna malattia contagiosa. Anche il fatto che i medici hanno
impiegato due mesi (per informare sui risultati dell'esame, N.d.Red)
può essere spiegato soltanto da una manipolazione. I responsabili di
questi atti non possono realmente curare la mia malattia, e neppure
quelli contro i quali ho difeso il mio paese in tempo di guerra e che
hanno un interesse a farmi tacere.

Cari signori, voi sapete che medici russi sono giunti alla conclusione
che l'esame ed il trattamento dei problemi dei vasi sanguigni nella
mia testa sono necessari ed urgenti. Ecco perché mi rivolgo a voi,
nella speranza che mi aiutiate a difendere la mia salute contro le
attività criminali in questa istituzione che lavora sotto l'egida
dell'ONU, e che io riceva prima possibile un trattamento adeguato nel
vostro ospedale dai medici in cui nutro fiducia totale, come nella
Russia.

Vi prego di accettare, signore e signori, l'espressione del mio
rispetto profondo.

Slobodan Milosevic

(lettera inviata l'8 marzo; ricevuta l'11 marzo all'ambasciata russa;
traduzione originale: AP; versione italiana a cura di ICDSM-Italia)

===

Sulla morte del presidente Milosevic

Io non ho prove che il presidente Milosevic sia stato assassinato
nella sua cella. So che l'autopsia ha escluso la presenza nel suo
corpo di veleni, e ha osservato a livello del suo cuore i segni di un
infarto.
Come medico non posso però escludere che di omicidio si sia trattato.
Un uomo sofferente di ipertensione e di stress estremo, può essere
ucciso in vari modi che non possono essere dimostrati dall'autopsia.
Il primo modo è quello di curarlo in maniera inadeguata e di
impedirgli di accedere a strutture sanitarie in grado di risolvere al
meglio i suoi problemi. Se aveva una cardiopatia perchè non è stato
sottoposto a coronarografia e poi eventualmente a by pass coronarico?
Ho letto che la sua ipertensione era difficile da trattare; è stato
fatto il possibile per controllarla?
E poi ci sono tanti modi per uccidere un uomo senza lasciare tracce;
non è certo il caso di descriverli qui, per evitare di dare consigli a
qualcuno che sarebbe tentato di usarli. Per esempio un modo per far
venire un infarto ad un cardiopatico è quello di usare un farmaco che
aumenta la pressione, un ormone naturalmente presente nel corpo umano,
che all'analisi tossicologica non verrebbe rilevato.
Quindi ribadisco che non ho dati per sospettare si sia trattato di un
crimine, a parte quello di averlo imprigionato per tanti anni, senza
una sentenza; ma l'ipotesi del delitto non cade per il solo dato
dell'autopsia.

Marino Andolina (medico primario, Trieste)
19 marzo 2006

===

Ci sono molti indizi che la morte di Milosevic fu pianificata

Efraín Chury Iribarne intervista James Petras: i governi inglese,
tedesco e nordamericano erano di fronte a due opzioni molto
sfavorevoli, o la presenza (testimonianza) dei leaders occidentali al
tribunale o la fine del procedimento e la liberazione di Milosevic.
Questo sottintende che avevano una grande motivazione per liquidare
Milosevic, perchè si stava creando una situazione scandalosa e
rivelatrice.

Lunedi 13 marzo 2006

Efraín Chury Iribarne:
Ha preso corpo la notizia della morte di Milosevic, si parla della
somministrazione di una medicina non indicata dai medici e ci si
chiede: Questo può esser vero? Si può trattare di un omicidio? Perchè
e chi sarebbe interessato ad ucciderlo?

Petras:
Bene, stiamo considerando la sua morte e ci sono molti indizi che ci
sia stato qualcosa di pianificato. Per due motivi: primo, lui
sospettava che gli stavano mettendo del veleno nel cibo e si sentiva
male, lo stesso avvocato di Milosevic ha detto che la vittima
sospettava che volevano liquidarlo. Secondo, era ben noto che aveva
problemi di salute, soffriva di pressione alta, ipertensione. Si fece
richiesta che gli dessero il permesso per andare in Russia a curarsi,
anche lo stato russo si offrì di averlo in cura e di rimadarlo in
tribunale quando sarebbe finita la cura, ed il giudice Robertson,
benché sapesse dei suoi problemi di salute, compresi i rapporti dei
medici del tribunale, non lo permise. Anche recentemente, quando
Milosevic dovette interrompere la propria difesa perchè aveva
terribili dolori alla testa, gli negarono tutte le cure mediche
affinchè morisse.
E perchè volevano ucciderlo? Per un fatto molto grave, e cioè che
Milosevic avrebbe chiesto che i giudici presentassero a Clinton ed ai
funzionari del Dipartimento di Stato la richiesta di testimoniare in
tribunale, e questo mi sembra che rivelasse i molti interessi degli
USA nelle aggressioni alla Jugoslavia. C'era il rischio che si
richiedesse la presenza di leader come Tony Blair e altri fra i più
colpevoli delle atrocità perpetrate durante al guerra, idem per i
tedeschi.
E se questa linea fosse passata e i testimoni non fossero comparsi
era inevitabile che dovessero finire il processo e liberare Milosevic,
perchè avrebbe interferito con la difesa e non era possibile
continuare con il procedimento se gli implicati non fossero comparsi.
Allora erano di fronte a due opzioni molto sfavorevoli: o la
testimonianza dei leader occidentali in tribunale o la fine del
processo e la liberazione di Milosevic.
Questo vuol dire che i governi inlgese, tedesco e nordamericano
avevano un grande interesse ad assassinare Milosevic, perchè si stava
creando una situazione molto svantaggiosa e altamente rischiosa. Per
questa ragione io credo che l'unico modo di trattare l'affare sia
un'indagine patologico-forense realizzata da persone completamente
indipendenti.
Ora, il problema è che i tossicologi devono agire in fretta perchè ci
sono dei veleni che possono scomparire in tempi brevi, dopo 24 ore già
non si rilevano più. E invece di consentire un'indagine
patologico-forense rapida, hanno consegnato il cadavere ad alcuni
personaggi olandesi e dopo di loro passerà ad altri, e in questo lasso
non si possono rilevare questo tipo di sostanze tossiche che hanno una
tendenza a dissolversi e scomparire.
Allora io credo che per lo meno rimane chiaro che le autorità hanno
permesso il peggioramento della malattia affinchè morisse e perchè
apparisse, per usare l'eufemismo che loro usano, che fu per cause
naturali, che è un'altra cosa molto opinabile.
Per questo, Chury, dico che Milosevic era un testimome altamente
importante per tutto il mondo perchè mostrava che la politica di
accuse false e omicidi non è solo un problema dell'Irak e dei paesi
arabi musulmani, ma che ci sono anche funzionari occidentali invischiati.

(...)

Fonte: CX36 Radio Centenario
http://www.radio36.com.uy/

===
fonte: quotidiano junge Welt (Germania) del 13 marzo 2006

http://www.jungewelt.de/2006/03-13/003.php

"LA STRADA DEL TRIBUNALE E' COSPARSA DI CADAVERI"

Slobodan Milosevic non è la prima vittima da mettere sul conto degli
investigatori dell'Aia.

di Juergen Elsässer

Il tribunale penale per l'ex Jugoslavia (TPJ) è di solito chiamato
tribunale delle Nazioni Unite, cosa che serve ad ammantarlo di
imparzialità. Tuttavia, ciò non corrisponde alla realtà. La decisione
di realizzarlo non fu presa dall'assemblea generale delle Nazioni
Unite, nel 1993, ma dal Consiglio di sicurezza, come se la giustizia
internazionale facesse parte di quei compiti di mantenimento e
applicazione della pace che soli, secondo la carta dell'ONU, entrano
nella competenza di quest'organo supremo.

A contraddire l'imparzialità del tribunale, si può notare che, fra gli
imputati, ci sono più serbi che rappresentanti di altre nazionalità.
Così, dopo la morte di Milosevic, sono ancora due i capi di stato
serbi che sono in galera: l'ex-presidente della repubblica serba della
Bosnia (Republika Srpska), Biljana Plavsic, come pure il presidente
serbo Milan Milutinovic. Un altro, l'ex-presidente dei serbi della
Bosnia, Radovan Karadzic, è ricercato, così come il suo comandante in
capo, Ratko Mladic. Inoltre il comandante in capo jugoslavo del corpo
del Kosovo, Nebojsa Pavkovic, anch'egli è stato consegnato. Fra i
presidenti ed i comandanti in capo degli avversari dei serbi, soltanto
uno è in prigione a Scheveningen: il comandante croati Ante Gotovina.
Le teste dell'esercito clandestino albanese UÇK, Hashim Thaçi ed Agim
Çeku, esercitano ancora oggi le più alte funzioni politiche in Kosovo.
Quest'ultimo è stato eletto, venerdì scorso, primo ministro della
provincia.

La pressione inquisitoria e l'antipatia anti-serba manifestata dal
procuratore capo attuale all'Aia, Carla Del Ponte (Svizzera), e da
quella che la precedeva, Louise Arbour (Canada), hanno condotto ad un
grande numero di morti, ovviamente, solo fra gli imputati ed i
ricercati di nazionalità serba.

Una sintesi non esauriente:

Il 30 gennaio 1996, Djordje Djukic era rapito da militari musulmani in
occasione di un viaggio condotto in accordo con le truppe
d'occupazione IFOR in Bosnia centrale, e veniva trasferito all'Aia
passando per Sarajevo, benché nessun mandato di sentenza esistesse
all'epoca. Djukic, colpito da un cancro, non ricevette le cure mediche
adeguate e morì il 18 maggio 1996.

Il 10 luglio 1997, le unità speciali britanniche SAS, che sono
inquadrate nelle truppe d'occupazione in Bosnia SFOR, uccisero Simo
Drljaca. Il cadavere presentava tre tracce di tiri a distanza nella
parte posteriore e quella di un colpo mortale finale da breve distanza.

Il 29 giugno 1998, Slavko Dokmanovic si sarebbe impiccato nella sua
cella dell'Aia, benché il presunto suicida fosse sottoposto ad un
controllo intensivo e benché il giudizio dovesse essere pronunciato
solo una settimana più tardi.

Il 3 agosto 1998 Milan Kovacevic morì nella sua cella dell'Aia per una
crisi cardiaca. I suoi avvocati si lagnarono che i suoi problemi di
salute erano conosciuti e che avrebbe potuto essere salvato se ci si
fosse occupati di lui tempestivamente.

Il 9 gennaio 1999, unità della SFOR abbatterono Dragan Gagovic,
insegnante di karate, alla presenza di cinque suoi allievi adolescenti
che si trovavano con lui nell'automobile.

Il 13 ottobre 2000, Janko Janjic impedì il suo arresto, al quale
partecipavano tra l'altro soldati tedeschi della SFOR, facendosi
saltare in aria con una granata.

L'11 aprile 2002, il Parlamento serbo, in violazione della
costituzione, votò una legge che permette il trasferimento di sospetti
all'Aia. In segno di protesta, il deputato socialista Vlajko
Stojiljkovic, che appariva sull'elenco dei ricercati dell'Aia, si tirò
una palla nella testa sulle scale della Camera Alta.

Il 5 gennaio 2006, soldati italiani delle truppe d'occupazione in
Bosnia EUFOR assassinarono, in occasione dell'arresto di Dragomir
Abazovic, sua moglie Rada, che secondo le informazioni fatte circolare
avrebbe difeso suo marito con un Kalasnikov. Per quanto riguarda
l'EUFOR, curiosamente non ci fu nessun ferito, mentre la donna serba
fu uccisa da un solo proiettile.

Il 5 marzo 2006 Milan Babic, presidente della repubblica transitoria
serba di Krajina (1991-1995), avrebbe messo fine ai suoi giorni nella
sua cella dell'Aia. Babic si era consegnato al tribunale nel 2003. Vuk
Draskovic, ministro degli esteri di Serbia-Montenegro, criticò i
responsabili della prigione che avrebbero potuto, secondo lui,
impedire la sua morte.

===

http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=8356

Milosevic muore in carcere. Finisce un'era: senza verità

di Giancarlo Lannutti

su Liberazione del 12/03/2006

L'ex presidente jugoslavo si è spento nella sua cella all'Aja, dove
era sotto processo per crimini di guerra e contro l'umanità.
L'avvocato accusa: «Temeva di essere avvelenato»

Slobodan Milosevic è morto. La secca notizia diffusa ieri mattina da
una emittente serba è stata poi confermata dalle fonti ufficiali del
Tribunale penale internazionale dell'Aja: l'ex-presidente prima della
Serbia e poi della "piccola Jugoslavia" è stato trovato morto nella
sua cella alle 9 di ieri mattina, ufficialmente per un fatto cardiaco.
Ma è certo che la sua morte - con il processo a suo carico ancora
pendente dopo ben quattro anni dal suo inizio - susciterà (anzi sta
già suscitando) polemiche e contestazioni, soprattutto essendo
sopravvenuta a pochi giorni dal suicidio, sempre nel carcere dell'Aja,
dell'esponente serbo-croato Milan Babic; ed infatti i sostenitori di
"Slobo", a cominciare dal fratello, già affermano che sia stato
"eliminato" (magari per omissione di cure); il Tribunale ha comunque -
come era del resto prevedibile - ordinato un'inchiesta sulle cause del
decesso.
Ultimo fautore ed interprete della "identità jugoslava" - anche se di
una Jugoslavia fortemente caratterizzata dalla predominanza dei serbi
- la sua scomparsa imprime in ogni caso il sugello a tutta una fase
della storia balcanica del secolo scorso; come conferma il fatto che
dopo la sua cattura e il suo a dir poco discutibile trasferimento
all'Aja nel 2001, anche la "sua" piccola Jugoslavia si è dissolta,
sostituita da una blanda Unione Serbia-Montenegro sempre più
evanescente. Ed ora con la inevitabile archiviazione del procedimento
a suo carico "per decesso dell'imputato" la lunga pagina di cui è
stato protagonista resterà almeno ufficialmente senza risposte
definitive; le circostanze volutamente relegate nell'ombra resteranno
oscure; le sue veementi controaccuse finiranno anch'esse archiviate;
le testimonianze a dir poco imbarazzanti da lui richieste (a
cominciare da quella dell'ex-presidente Bill Clinton e degli altri
leader occidentali che lo osannarono come grande statista nel 1995 per
il suo ruolo nella pace di Dayton per poi demonizzarlo appena tre anni
dopo) resteranno inascoltate; in definitiva il giudizio sulla tragedia
che i Balcani hanno vissuto negli anni '90 resterà affidato
sostanzialmente alle ricostruzioni mass-mediatiche e alla polemica
politica.

Della tragedia della ex-Jugoslavia di Tito, Slobodan Milosevic è stato
comunque il personaggio centrale, l'interprete di primo piano -
insieme certamente al croato Franjo Tudjiman, che però nessuno ha mai
incriminato, finché era vivo, perché amico servizievole degli Stati
Uniti. Osannato in patria dalla popolazione serba (che ai tempi di
Tito si era sentita diminuita nel suo ruolo), demonizzato all'estero,
si è visto attribuire strumentalmente i titoli più contraddittori, da
quello - ricordavamo prima - di grande statista e uomo della pace a
quelli di dittatore e macellaio. In realtà la Serbia di Milosevic,
come la intera "piccola Jugoslavia", non è mai stata una dittatura e
men che mai uno Stato monopartitico, ma piuttosto un regime
caratterizzato da una spregiudicata gestione autoritaria delle
istituzioni; il che tuttavia non ha impedito che ci fosse il
pluripartitismo e che nel 1996 i partiti di opposizione - cosa che non
si è vista in nessuna dittatura - potessero vincere le elezioni
amministrative in tutte le principali città della Serbia, inclusa la
capitale Belgrado.

La sua parabola politica è durata in tutto poco più di quindici anni e
può essere divisa in due fasi distinte, che hanno il punto di
separazione nel famoso raduno di centinaia di migliaia di serbi nella
primavera 1989 a Kosovo Polje, il Campo dei merli, con il rilancio
pubblico e ufficiale dell'"orgoglio nazionale serbo", proclamato non a
caso in quella località in cui si svolse la storica battaglia tra
serbi e turchi del 15 giugno 1389. Fino ad allora dirigente comunista
autorevole quanto schivo e riservato, dopo di allora leader di una
Serbia che rivendicava un suo storico ruolo centrale nei Balcani, con
un graduale passaggio ad una economia di libero mercato ma senza
annullare le acquisizioni basilari del passato, a cominciare dal ruolo
dello Stato nella grande industria. Milosevic nacque il 21 agosto 1941
a Pozarevac, vicino a Belgrado, da un padre insegnante di religione
ortodossa e da una madre che di lì a poco militerà nella Resistenza;
nel giro di pochi anni entrambi i genitori ed anche uno zio generale
moriranno suicidi. All'età di diciotto anni, studente universitario,
si iscrive alla Lega dei comunisti; nel 1962 si laurea in legge ed è
in quegli anni che incontra e sposa Mira Markovic, che dividerà in
toto con lui, nel bene e nel male, la sua intera parabola politica.
Dapprima mostra più interesse per il mondo della economia, e diventa
direttore della Beobanka, responsabile delle relazioni con il Fondo
monetario internazionale. La sua carriera propriamente politica inizia
alla metà degli anni '80. A partire dal 1984 sale rapidamente ai
vertici della Lega dei comunisti di Serbia, nel 1987 ne diventa
presidente, nel 1989 sostituisce il suo mentore, Ivan Stambolic, alla
presidenza della Repubblica, alla quale verrà poi rieletto nel 1992;
nel 1997, non potendo assumere un nuovo mandato, diventerà presidente
della "piccola Jugoslavia". Ma intanto nel 1989 con il raduno oceanico
di Kosovo Polje è salito di prepotenza alla ribalta della scena
balcanica e internazionale, nel 1990 la Lega dei comunisti si è
frantumata nei partiti "nazionali" (in Serbia il partito socialista da
lui guidato) e dopo appena un altro anno le proclamazioni unilaterali
di indipendenza di Slovenia e Croazia - incoraggiate apertamente
dall'Occidente e in prima dalla Germania e dal Vaticano - accendono la
miccia dell'incendio nella ex-Jugoslavia.

Da quel momento la vita e la carriera di Slobo saranno segnate,
direttamente o indirettamente, dalla guerra. Da subito si oppone alla
secessione slovena e croata mobilitando l'esercito federale; chiusa in
poco più di un mese la partita con Lubiana, resterà invece aperta
quella con Zagabria, per la presenza in Croazia di una consistente
minoranza serba, oggi dispersa nei campi profughi della Serbia e della
Repubblica serba di Bosnia. E scoppia intanto il conflitto in Bosnia,
anche qui per l'affrettato riconoscimento occidentale di una entità
nella quale si vorrebbe ripetere a tavolino quella struttura
multietnica e federale che è stata deliberatamente distrutta appena un
anno prima su scala jugoslava. Milosevic non è certo insensibile alle
aspirazioni dei serbi di Bosnia come di quelli di Slovenia e Krajna in
Croazia, vede delinearsi sullo sfondo la possibilità di una Grande
Serbia, sia pure variamente articolata. Ma è troppo accorto e buon
politico per lanciarsi in mosse avventate: l'esercito serbo non ha
alcun ruolo nella guerra di Bosnia, a differenza di quello croato di
Tudjiman; e quando alla metà del 1995 l'intervento della Nato fa
precipitare la situazione, saranno proprio le forti pressioni di
Milosevic a costringere i serbo-bosniaci ad accettare l'accordo di
pace di Dayton. Ironia della sorte: Milosevic è morto ieri in carcere
all'Aja, i serbo-bosniaci Karadzic e Mladic sono ancora uccel di
bosco, quale che sia ovviamente il giudizio sulla legittimità o meno
del tribunale internazionale, voluto fermamente dagli Usa a scopi
essenzialmente politici. Di quella pace gli verrà dato solennemente
atto revocando fra l'altro le sanzioni che erano state adottate contro
il suo Paese. Ma lo spiraglio di pace durerà meno di tre anni, almeno
per la Serbia, perché in Bosnia a undici anni da Dayton la pace è
ancora di là da venire. Nel 1998 scoppia infatti la crisi del Kosovo,
dove Milosevic ha abolito il regime di larga autonomia esistente al
tempo di Tito e dove dopo un susseguirsi di incidenti anche sanguinosi
sono entrate in campo le bande dell'Uck, che si autodefiniscono
"esercito di liberazione" ma che ancora negli ultimi mesi di
quell'anno saranno definite "terroristi" dalla stessa Cia. Ma l'Uck
serve agli Usa, come gli serve l'enfasi mediatica sui presunti
massacri di civili compiuti dai serbi nella provincia albanese: in
realtà nell'atto di accusa dell'Aja ne verranno dettagliati sette, uno
solo dei quali - quello di Racak, risultato poi falso, cioè costruito
dall'Uck - anteriore all'inizio dei bombardamenti su Belgrado; gli
altri, per quanto ovviamente esecrabili, sono dunque riconducibili al
contesto della guerra.

In realtà una Serbia forte, autonoma dalla strategia e dagli interessi
americani e anzi assai vicina alla Russia, costituiva una "anomalia"
da eliminare. Per questo si montò una campagna bellicista senza
precedenti e per questo al famoso e decisivo incontro di Rambouillet
fu presentato alla delegazione serba un progetto di accordo che -
perfino secondo i più onesti fra i leader occidentali - nessun governo
o capo di Stato con un minimo di dignità avrebbe potuto accettare. E
fu la guerra: con i terribili 78 giorni di bombardamenti sulla Serbia,
sul Montenegro e sul Kosovo. Il resto è ormai cronaca: il "golpe
bianco" dell'ottobre 2000 (dopo la sconfitta elettorale) con il
rovesciamento di Milosevic, il suo arresto il 1° aprile 2001,
l'operazione mafiosa con cui il premier Zoran Djindjic (che poi morirà
assassinato) lo prelevò nottetempo per consegnarlo agli americani e al
Tpi scavalcando il presidente Kostunica. Il quale non a caso vuole
vederci oggi chiaro e chiede formalmente che medici serbi partecipino
all'inchiesta sul decesso, mentre la Russia accusa il Tpi di avere
impedito che Slobo fosse curato a Mosca per le sue affezioni
cardiache. Ineffabile la dichiarazione del responsabile esteri europeo
Solana il quale dice di «sperare che la morte di Milosevic aiuti la
Serbia a guardare definitivamente al futuro»: detto da uno dei diretti
responsabili della guerra del 1999 è un epitaffio che si commenta da sé.

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COME IN UNO SPECCHIO DEFORMANTE

condivido una parte delle osservazioni di collon e anche dell'analisi
di vigna e graziosi su jugoinfo.
direi pero che tali analisi rischiano di rimanere oggetto di
riflessione per pochi ''jugoslavisti''.
mi sembra invece che si potrebbe cominciare a prendere in
considerazione qualche elemento di riflessione piu prossimo alla
realta italiana.

diamo allora per assodato, quanto meno in via ipotetica, che la
strategia che sta dietro alla politica statunitense nei balcani,
almeno da un certo punto degli anni 90 in poi, abbia avuto come
obiettivo finale quello di destabilizzare l'europa del
post-bipolarismo proprio nel suo cuore. quello che aveva fruito dei
benefici di costituire una sorta di territorio cuscinetto, dove poteva
starci si il non allineamento della jugo, ma anche una certa agilita
della politica estera italiana (do you remember sigonella?).
questo relativo margine di liberta cessa di avere un senso geopolitico
con la caduta dell'urss.
da qui l'intolleranza verso il debito internazionale jugo, ma anche,
specularmente, quella verso il debito pubblico italiano.
il fmi non rinegozia il debito jugo proprio mentre il governo amato fa
passare la finanziaria ''di sangue'' in italia.
la germania fomenta in jugo la secessione di croazia e slovenia, ma
che ci dice che la lega, in quegli anni, non abbia battuto cassa in
marchi.
qui la strategia usa si coniuga con gli interessi germanici.
in jugo sappiamo come sia finita.
in italia non sappiamo come sarebbe potuta finire se l'alto adige
avesse rappresentato una versione italiana della slovenia (de gasperi
e gruber, involontariamente, l' avevano senza dubbio azzeccata).
altri parallelismi si potrebbero avanzare, ma se il culmine di questa
strategia puo essere visto nella guerra del 99, come primo passo semi
occulto, di un disegno organico statunitense contro l'idea di europa,
allora anche gli eventi piu recenti possono essere letti in una luce
diversa.
procedo ancora per ipotesi.
milosevic è morto avvelenato o è stato lasciato morire, solo per
togliere dalle pesche un tribunale che non sapeva piu che pesci pigliare?
non mi sembra che la donna dal ponte ne abbia gioito.
pure milosevic dichiara a zaccaria de la stampa, poco tempo prima di
morire, (vedi l'articolo di g. zaccaria il giorno dopo la morte), di
avere la sensazione che gli dessero farmaci idonei a vanificare gli
effetti delle medicine.
era lui che se li autosomministrava per andare a mosca? cosi ingenuo
de pensare di sfondare coi giudici?
resta un interrogativo che vigna e graziosi avanzano, ma che credo
meriterebbe di essere portato avanti e che definisce il piu
inquietante dei quadri possibili.
il possibile assassinio di milosevic, sommato all'oscuro suicidio del
leader serbo della krajna babic, sommato all'avvento di ceku in
kosovo, al referendum in montenegro e alle pressioni per l'arresto di
mladic, sembrano fatte apposta per suscitare un'ondata nazionalista in
serbia, mettere fuori gioco l'asse di mediazione kostunica-tadic,
dimostrare che ancora oggi il nazionalismo serbo è estremista e
ingovernabile e cosi dilatare l'area di instabilita dei balcani.
kosovo, bosnia, montenegro, macedonia, e presto il cuore di tutto
questo, la serbia possono diventare ingovernabili, ''l'europa è
impotente'' (gia sentita 7 e 11 anni fa questa storia) e l'intera area
va messa sotto il controllo degli usa e dei suoi piccoli fans locali
(magari con una rosa nel pugno).

qui, per i lettori superstiti, avanzo un'altra ipotesi ancora piu
''estrema'', che si ricollega al tema piu generale, jugo e italia,
storie parallele.
mi domando allora se, una volta perse eventualmente le elezioni,
berlusconi si limitera soltanto, come fece nel 96, a blaterare per un
po' che non ne accetta l'esito (per gli smemorati ando avanti con
questa litania per alcuni giorni).
rendo noto che stavolta ha gia messo le mani avanti parlando di un
milione di schede che i perfidi scrutatori di sinistra gli annulleranno.
... e se questa volta, a differenza del 2001 il premier trovasse
qualche sponda internazionale disposta ad appoggiare i suoi deliri? o
peggio, se i suoi deliri attuali fossero la conseguenza del fatto che,
questa sponda, sa gia di averla?

qui la storia parallela di italia e jugo potrebbe entrare in un
capitolo nuovo e vedere, anche in italia, forme di destabilizzazione
di tipo balcanico, finora solamente sperimentali, come puo essere
stato un premier piduista in un parlamento tutto sommato funzionante.

quale destabilizzazione?
non sono un indovino, ma certo le riflessioni sulla fine di milosevic
avrebbero in tal caso un lugubre significato anticipatore e non solo
quello di un accorata analisi, tutto sommato ancora a distanza, sulle
tristi sorti di un paese cosi vicino e cosi lontano.
potremmo forse specchiare il nostro futuro nel passato e nel presente
dell'exjugo.
come in uno specchio deformante.

alberto tarozzi.
22 marzo 2006

===

http://www.pasti.org/bernar33.html

Roma, 6 marzo 2006

S.E. Fausto Pocar
Presidente dell'International Tribunal
for the former Yugoslavia
Churchillplein 1
2517JW The Hague
The Netherlands

Illustre Presidente, caro Pocar,

perdonami se mi rivolgo a Te personalmente per una questione delicata
che attiene al Tuo Ufficio. Di questo Ufficio do per scontata e
rispetto dunque l'indipendenza, anche se, come penso Tu sappia,
mantengo dubbi sul fondamento giuridico del Tribunale che Tu con forte
prestigio comunque presiedi e dubbi anche su specifiche decisioni e
modi di operare dello stesso Tribunale. Se menziono qui questi
particolari, è perché intendo parlarTi con schiettezza e lealtà assolute.

Come componente del Comitato internazionale per la difesa di Slobodan
Milosevic e come modesto studioso ho le mie idee sulla personalità di
Milosevic e sulla sua complessiva azione nella tragedia balcanica.
Ricordo solo il decisivo contributo da parte sua agli accordi di
Dayton e la sua battaglia, da lui vinta, perché la Costituzione serba
del 1990 e quella jugoslava successiva non fossero ispirate a criteri
etnicistici, a differenza di quelle della maggioranza delle
Repubbliche secessioniste.

Desidero anche ricordare il modo, non so quanto conforme ai criteri
dello stato di diritto, in cui Milosevic è stato "trasferito" da
Belgrado all'Aja. Si trattava comunque di un ex Capo di Stato, il modo
ancor mi offende. Or volge il quinto anno che questo Capo di Stato, al
quale non può disconoscersi grande dignità, è incarcerato, direi ad
irrisione della presunzione di innocenza. Si obietterà che questa
sorte è comune a quella di altri jugoslavi detenuti all'Aja. Ma forse
il suo caso presenta peculiarità tutte proprie: inevitabilmente,
attraverso di lui, non si giudicano fatti specifici, ma, al di là di
questi, linee politiche generali, la decisione e l'azione per
resistere contro la disgregazione della Jugoslavia e mantenere questa
patria non per i Serbi, bensì per tutti coloro che vi si
riconoscessero. E in ciò, nel sottoporre quel dirigente a giudizio,
risulta implicito lo sgravio di chi, anche all'esterno di quello
Stato, ha invece voluto, pianificato, attuato la disgregazione della
Jugoslavia.

Un quadro del genere impone a Milosevic un impegno e uno sforzo
sovrumani con evidenti ricadute sulla salute. Anche in ragione di tale
quadro, e non solo per motivi di principio, sarebbe stato impossibile
per Milosevic farsi sostituire da un legale.

In un contesto come quello accennato, la decisione di negare a
Slobodan Milosevic la possibilità di farsi curare, in una situazione
senza dubbio piuttosto grave della sua salute, da istituti e medici di
fiducia, sotto garanzia internazionale e precisamente di uno Stato
membro permanente del Consiglio di sicurezza, come la Federazione
russa, mi pare non rappresenti un momento felice nell'attività del
Tribunale. Certamente, la responsabilità forse non solo storica di
quanto potrà accadere a Milosevic ricadrà sugli autori di una
decisione che non appare ispirata a principi di giustizia e di
umanità. Essa contrasta, senza bisogno qui di entrare in particolari,
con evidenti principi dei diritti dell'uomo che tanto ci affanniamo a
proclamare. Ricordo solo la dichiarazione di Lisbona sui diritti del
paziente, adottata dalla 34° Assemblea medica mondiale del
settembre-ottobre 1981, che va proprio nel senso della richiesta di
Slobodan Milosevic.

I popoli non dimenticheranno.

Io mi rivolgo a Te, senza nulla chiederTi né attendermi, perché su ciò
si rifletta. Un Tribunale che procedesse sulla strada di una
"giustizia" unilaterale in un quadro, e come strumento, di doppi
standard, oggi fin troppo evidenti sulla scena internazionale, non
favorirebbe la pace e la comprensione fra i popoli. Esso, lungi dal
pronunciare decisioni con valore esemplare, raggiungerebbe l'esito
infausto di fomentare nuovi odi, ostilità e i tragici fenomeni di
quelle reazioni della disperazione che il mondo che si proclama civile
rigetta, ma di cui esso porta responsabilità chiare ed incancellabili.

Perdonami queste parole, che - ripeto - non attendono risposte ma
riflessione serena e umana sulla condizione di Slobodan Milosevic.

Aldo Bernardini

===

http://www.pasti.org/bernar34.html

Roma, 13 marzo 2006

Spett.le "Liberazione"
all'att.ne del Direttore
Piero Sansonetti
Fax 06 – 441 83 254

Caro Direttore,

pur se si prescinde da ipotesi più gravi, certamente l'illegale
Tribunale dell'Aja porta una gravissima responsabilità per la morte di
Milosevic e stiamo studiando la possibilità, certo difficile ma
doverosa, di chiedere in diverse sedi l'incriminazione dei suoi
principali esponenti sotto il profilo almeno della colpevole
negligenza. Le motivazioni con cui il 23 febbraio 2006 è stata
respinta l'istanza di Milosevic, corredata di autorevolissimi referti
medici di specialisti russi, di venire curato a Mosca sono risibili e
offensive, nonché lesive dei diritti di un uomo e di un malato. Hanno
detto che se non si fosse fidato di medici locali (olandesi), i medici
di fiducia avrebbero potuto recarsi all'Aja (medici itineranti!) e che
la garanzia offerta dal governo russo non era sufficiente. Avevo
inviato qualche giorno fa, su richiesta di Milosevic, al Presidente
del Tribunale dell'Aja, l'italiano Fausto Pocar, la lettera che qui
allego e che ora suona, insieme ad altri più autorevoli atti, come
messa in mora di un Tribunale privo di fondamento giuridico e
moralmente e politicamente screditato, in quanto in modo palese "di
parte".

Se mi è possibile qui ricordare Milosevic, lo faccio con quanto mi
disse il 16 agosto 2001 nel carcere di Scheveningen: avevo visto a
Belgrado alla vigilia del suo arresto folle di cittadini e di
militanti socialisti e comunisti che l'avrebbero voluto difendere, mi
rispose che non avrebbe consentito un bagno di sangue. Mi disse pure
che riceveva molte lettere da tutte le parti del mondo e che restava
commosso quando veniva appellato "compagno". Quando osservai che la
lotta contro l'attuale potere sovrastante sul pianeta era ardua e
pressoché impossibile, mi fissò negli occhi e replicò che bisogna
lottare sino in fondo. E' quello che egli ha fatto.

Cordiali saluti.

Aldo Bernardini
Membro del Comitato internazionale
per la Difesa di Slobodan Milosevic

(lettera non pubblicata)


=== NOTIZIE ===


"Milosevic era ridotto malissimo nei giorni antecedenti"...

Un imputato dalla Croazia all'Aja (Kordic) ha riferito di avere avuto
un breve incontro con SM il giorno prima che è morto. SM andava
frequentemente al bagno; camminava con grande fatica, dondolando. Era
ridotto male, non rasato, con le gote rientrate, le occhiaie nere.

"Slobodana Miloševica vidio sam dan uoci njegove smrti. Nekoliko je
puta išao u toalet. Jedva je hodao, gegao se. Bio je oronuo,
neobrijan, vidno upalih obraza i tamnih podocnjaka. Gledao je kroz
staklo u veliku prostoriju u kojoj smo sjedili, kao da je nekoga
tražio..."
(Fonte:
http://www.vecernji-list.hr/newsroom/news/croatia/503322/index.do )

Sul "Glas Javnosti" di Belgrado si legge invece che erano stati
riscontrati anche altri farmaci nelle analisi (tra cui il diazepam, un
banalissimo e bruttissimo farmaco ansiolitico), non dichiarati nel
registro delle cure mediche. Il diazepam non è stato rilevato durante
la prima analisi del sangue, mentre sul test ripetuto sul medesimo
campione, poco dopo, è stato riscontrato.
(Fonte: http://www.glas-javnosti.co.yu/danas/srpski/P06031402.shtml )

(a cura di Dk)

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MILOSEVIC: ALLA PERIFERIA AJA ULTIMA SOSTA PER SLOBO /ANSA

(ANSA) - L'AJA, 13 MAR - Qualche kilometro fuori L'Aja, a due passi
dall'autostrada che porta a Rotterdam: e' in questo luogo che si trova
il 'Nederlands Forensisch Institut', il Centro medico legale-forense
dove sabato e' stato portato Slobodan Milosevic, qualche ora dopo
essere stato trovato cadavere nella sua cella di Scheveningen. Tutta
l'area circostante e' triste e desolata: siamo in piena periferia
industriale olandese, in mezzo ad un grande snodo autostradale.
All'ingresso dell'edificio c'e' un cartello bianco che informa che il
'Nederlands Forensisch' fa parte dell'Enfsi, la rete europea di
istituti di scienza forense, e dipende dal Ministero della Giustizia.
Nei dintorni sorge un inceneritore, si vedono molti capannoni, c'e' un
gran via vai di pullmini e camion. Solo poche abitazioni nella zona e
pochissime vetture che circolano, anche quelle che entrano, o escono,
dal Centro. L'edificio dove riposa Milosevic e' una grande
costruzione: un solido blocco in vetro-cemento, molto basso - solo tre
piani - ma molto largo. Non ci sono giornalisti ne' altri visitatori,
solo qualche cameraman per fare le riprese che saranno mandate in onda
al momento opportuno. E' infatti proprio da qui che nelle prossime
ore, molto probabilmente domani, l'ex leader jugoslavo fara' il suo
ultimo viaggio per Belgrado, dopo il via libera dato oggi dalla Corte
dell'Aja alla consegna della salma alla famiglia Milosevic, che sara'
rappresentata dal figlio, Marko.(ANSA). RIG
13/03/2006 19:28

MILOSEVIC: SI COMPLICA IL REBUS DEI FARMACI /ANSA

(dall'inviato Martino Rigacci) (ANSA) - L'AJA, 13 MAR - E' la
tossicologia la chiave di volta per cercare di comprendere le vere
cause della morte di Slobodan Milosevic: un esperto dell'Universita'
olandese di Groningen, Donald Uges, ha oggi confermato che nell'esame
del sangue di Slobo fatto tempo fa sono state rintracciati resti di
rifampicina, un antibiotico con uno spettro di azione molto ampio. Un
prodotto - precisano gli esperti - certo non leggero e che conferma
quella che e' una tesi della quale all'Aja si e' parlato (non solo dal
fronte dell'ex leader jugoslavo) fin dal primo momento, e cioe' che
nel sangue di Slobo ci fossero sostanze del tutto estranee alle cure
alle quali era sottosto da tempo. Ieri notte, la Corte dell'Aja aveva
confermato che l'ex uomo forte di Belgrado era morto per un ''infarto
del miocardio''. Il Tribunale non aveva pero' spiegato le cause della
crisi cardiaca, rinviando ad una data non precisata per conoscere la
parte tossicologica dell'autopsia. Risultati - ha oggi precisato la
Corte - che saranno noti nel corso della settimana. Le dichiarazioni
odierne di Uges hanno quindi rafforzato la tesi che probabilmente
Slobo assumeva in modo volontario (SIC ANSA) un farmaco che forse
metteva a rischio la terapia che seguiva per i problemi cardiaci.
Anche la ragione di fondo per la quale Uges ha fatto gli esami su
Slobo confermano che negli ultimi tempi al carcere di Scheveningen con
il 'detenuto' Milosevic c'era qualcosa che non andava (SIC ANSA). A
rivolgersi all'esperto di Groningen era infatti stato proprio il
Tribunale, per verificare per quale ragione la cura seguita da Slobo
non dava i risultati attesi. Nelle sue spiegazioni, Uges ha riferito
che la rifampincina e' un prodotto che, se si smette improvvisamente
di assumerlo, e si prende contemporaneamente una dose molto forte di
farmaci per far scendere la pressione arteriosa, puo' causare un
probabile abbassamento della pressione stessa: tanto da poter
provocare un infarto. ''Milosevic ha dovuto avere un consigliere molto
raffinato (SIC UGES) che gli ha fornito tutte queste informazioni'',
ha commentato il medico in un'intervista, precisando che Slobo
''probabilmente sperava che il Tpi gli permettesse di andare in Russia
a farsi curare'', per un viaggio di ''sola andata'': una conclusione,
quella di Uges, che certo esula dalla medicina, ma condivisa da molti
osservatori. C'e' pero' anche chi dissente, come il past president
dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco)
Alessandro Boccanelli, secondo il quale la la rifampincina non
presenta neppure effetti inibitori dei farmaci contro l'ipertensione
(SIC BOCCANELLI), patologia da cui era affetto Milosevic. Un famoso
cardiologo russo, Leo Bokeria, che era pronto ad accogliere Milosevic
a braccia aperte nella rinomata clinica moscovita da lui diretta, ha
invece lanciato un'accusa pesante: ''Milosevic e' deceduto perche' non
e' stato ben seguito, se aveva manifestato sintomi di infarto
bisognava fare una coronarografia. Si sarebbe cosi' scoperto quanto le
sue arterie si erano ristrette e si poteva allora intervenire con i
bypass, come si fa in dozzine di paesi''. La domanda che ci si pone
ora all'Aja e' comunque come ha fatto Slobo ad avere le pillole
'incriminate', che non facevano parte della cura da seguire (PER
ESEMPIO DROGANDOGLI LA DIETA, ndCNJ). Questo interrogativo rimanda
alle regole della Corte sulle visite ed i controlli per l'ingresso
nelle celle di Scheveningen. Gia' da ieri erano circolate voci sul
fatto che - durante una 'perquisizione' non annunciata fatta nella
cella di Milosevic lo scorso 12 gennaio - erano state trovate delle
medicine non prescritte. Di fronte a questi dubbi, fonti della Corte
si limitano a ricordare quelle che sono le norme interne del Tpi:
vengono controllati solo i familiari dei detenuti, non i
rappresentanti legali oppure i diplomatici. CORPO IN PATRIA. In attesa
che si chiariscano questi lati oscuri, all'Aja e' atteso Marko
Milosevic, il figlio di Slobo che sara' il rappresentante della
famiglia al quale le autorita' olandesi consegnaranno la salma dell'ex
presidente jugoslavo. Secondo le ultime notizie, Marko dovrebbe
arrivare domani per riportare la salma del padre in patria: e non
sara' l'unico a giungere all'Aja, visto che da Mosca arriveranno anche
degli esperti patologi. La Russia ha infatti detto chiaramente che non
si fida dell'autopsia realizzata in Olanda. Anche da morto - ed e'
solo l'inizio - Slobo riesce a creare delle accese contrapposizioni
politiche. Per non parlare delle polemiche e dei contrasti che gia'
spuntano in Serbia. (ANSA) RIG
13/03/2006 20:55

MILOSEVIC: PATOLOGI RUSSI ESAMINERANNO FOTO (sic) AUTOPSIA SALMA

(ANSA) - L'AJA, 14 MAR - I patologi russi giunti oggi in Olanda da
Mosca potranno vedere ''delle immagini e delle fotografie''
dell'autopsia realizzata sul cadavere di Slobodan Milosevic domenica
scorsa. Lo ha riferito un portavoce dell'istituto forense olandese
dell'Aja, dove si trova da sabato la salma dell'ex leader
jugoslavo.(ANSA). RIG
14/03/2006 11:55

+++MILOSEVIC: TPI, CON MORTE IMPUTATO PROCESSO E' FINITO+++

(ANSA) - L'AJA, 14 MAR - Con la morte di Slobodan Milosevic il
processo contro l'ex presidente jugoslavo ''si e' concluso''. Lo ha
dichiarato oggi il presidente della Corte, Patrich Robinson, che stava
portando avanti il procedimento giudiziario contro l'ex leader
jugoslavo al Tribunale penale internazionale dell'Aja. L'udienza e'
durata solo pochi minuti ed e' stata subito chiusa, dopo la
dichiarazione di Robinson.(ANSA). RIG-LEN
14/03/2006 09:16

MILOSEVIC: TPI, CON MORTE IMPUTATO PROCESSO E' FINITO (2)

(ANSA) - L'AJA, 14 MAR - All'udienza lampo, iniziata poco dopo le nove
alla Corte dell'Aja erano presenti fra gli altri il procuratore capo
del Tribunale, Carla Del Ponte, e il consigliere legale di Milosevic,
Zdenko Tomanovic. La morte di Milosevic ''ha privato non solo lui ma
tutte le parti interessate'' del verdetto del giudizio, ha
sottolineato il giudice Robinson precisando che ''la sua morte chiude
il processo''. Milosevic, trovato morto sabato mattina nella sua cella
al carcere della Corte, era accusato di genocidio, crimini di guerra,
crimini contro l'umanita' per le sue responsabilita' durante i
conflitti dei Balcani nei primi anni novanta.(ANSA). RIG-LEN
14/03/2006 09:37

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www.radioyu.org
15.03.2006. 17:07

La Duma statale russa ha approvato unanimemente un documento in cui si
è adoperata per un'urgente abolizione del Tribunale dell'Aja e per
l'interruzione di tutti i processi davanti a questo tribunale. Nel
documento, approvato dopo la morte dell'ex presidente della Serbia e
della Repubblica Federale di Jugoslavia Slobodan Milosevic, i deputati
hanno valutato che il Tribunale non ha dimostrato la necessità della
propria esistenza e che il suo ulteriore funzionamento ha perso ogni
senso. La Duma russa valuta che le decisioni prese dal Tribunale siano
caratterizzate da un assoluta politicizzazione ed imparzialità e che
duplici standard siano diventati la norma lavorativa di questo
tribunale. È assolutamente inaccettabile la grave trasgressione dei
diritti umani nella detenzione del Tribunale, cosa che si è dimostrata
anche attraverso nell'insufficiente assistenza medica ai detenuti,
viene sottolineato nel documento. I deputati della Duma ricordano che
la morte di Milosevic non è la prima fra i detenuti serbi.

18.03.2006. 17:31
Piu' di centomila persone si sono radunate oggi davanti all'Assemblea
della Serbia e Montenegro, nel pieno centro di Belgrado, dove sotto un
padiglione era esposta la bara con la salma dell'ex presidente della
Serbia e la Jugoslavia, Slobodan Milosevic. Attorno alla bara, durante
la cerimonia funebre, stavano sempre le guardie d' onore. Oltre agli
alti funzionari del Partito socialista, del quale Milosevic era il
presidente, sulla tribuna c'erano anche gli alti esponenti del Partito
radicale, molti deputati della Duma russa, e i membri del Comitato
internazionale per la difesa di Slobodan Milosevic. Konstantin
Kosacov, il capo del Comitato per la politica estera della Duma, il
parlamento russo, ha detto che la morte di Slobodan Milosevic non
causera' un ribaltamento radicale nella vita politica della Serbia,
aggiungendo comunque che l'atteggiamento negativo dell'Occidente nei
confronti della Serbia potrebbe suscitare la radicalizzazione dei
sentimenti politici nella societa' serba. Il vice presidente del
Comitato internazionale per la difesa di Slobodan Milosevic, il
bulgaro Velko Vlaknov, nel suo discorso ha sottolineato che la morte
precoce di Milosevic ha suscitato la commozione e la rabbia, perche'
il presidente Milosevic e' stato ucciso, e non e' morto di una
malattia naturale. Vlaknov ha accusato i giudici del Tribunale
dell'Aia di averlo ucciso, perche' non erano in grado di condannarlo
in un processo regolare. Il vice presidente della Duma russa Sergej
Baburin, nel suo discorso ha dichiarato che i colpevoli della morte
dell'ex presidente della Serbia e la Jugoslavia devono essere puniti,
e che i detenuti nella prigione dell'Aia devono essere liberati. Il
presidente del Comitato internazionale per la difesa di Slobodan
Milosevic, l'ex procuratore generale degli Stati Uniti ( ex ministro
della giustizia ) Ramsy Clark ha ricordato che l'Occidente era fermo
nella sua decisione di isolare la Jugoslavia, di farla a pezzi e di
imporle la sua volontà, e che il presidente Milosevic si e' opposto a
questa decisione. L'ideologo e uno dei fondatori del partito
socialista Mihajlo Markovic ha valutato che il peccato mortale di
Milosevic era la sua decisione di non piegarsi davanti alla forza dei
potenti, i quali chiedevano l'assoluta obbedienza e la dominazione
coloniale. Il segretario generale del Partito radicale Aleksandar
Vucic ha letto l'ultimo messaggio del presidente del partito Vojislav
Seselj, dal carcere del Tribunae dell'Aia, nel quale è stato
sottolineato che il popolo saprà rispettare il sacrificio di
Milosevic. Il vice presidente del Partito socialista Milorad Vucelic,
nel suo discorso tenuto alla fine della cerimonia commemorativa, ha
dichiarato che la morte di Slobodan Milosevic è il biglietto
d'entrata nella storia scritta dal popolo serbo.

18.03.2006. 17:18

Il capo del Comitato per la politica estera della Duma russa
Konstantin Kosacev ha valutato che la morte di Slobodan Milosevic non
causera' la ribalta radicale della vita politica in Serbia,
aggiungendo comunque che l'atteggiamento dell'Occidente nei confronti
della Serbia potrebbe causare la radicalizzazione dei sentimenti
politici nella societa' serba. »Mi pare che l'Occidente,
sottovalutando l'atteggiamento e gli interessi della Serbia riguardo
alla questione kosovara, passando sotto silenzio la distruzione e il
saccheggio dei monasteri e i monumenti serbi, rallentando
continuamente il processo dell'integrazione della Serbia nella
Comunita' Europea, e negando ogni aiuto, otterra' i risultati migliori
nella radicalizzazione dei sentimenti politci dei serbi, di quanto non
l'abbia fatto la morte di Milosevic, ha dichiarato Konstantin Kosacov.


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MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE

(ANSA) - MOSCA, 14 MAR - Con una risoluzione approvata all' unanimita'
i deputati russi hanno chiesto oggi l'apertura di una inchiesta
internazionale ''indipendente'' sulle circostanze della morte dell'ex
presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e hanno definito
''inopportuna'' l'ulteriore esistenza del Tribunale internazionale
dell'Aja sull'ex Jugoslavia (Tpi). In aula al momento del voto della
risoluzione erano presenti 432 deputati. Si intitoli una strada di San
Pietroburgo a Slobodan Milosevic, ''caduto tragicamente dietro le
sbarre del cosidetto tribunale dell'Aja'': lo chiedono a gran voce i
comunisti dell'ex-capitale zarista, in una lettera aperta alla
governatrice della regione Valentina Matvienko e al presidente
Vladimir Putin. Principale forza di opposizione, i comunisti russi
stanno difendendo a spada tratta l'ex-presidente jugoslavo al punto da
inserirlo nello stesso Pantheon dove venerano Gramsci, Allende, Lenin
e Che Guevara. Hanno anche individuato la strada da ribattezzare cosi'
da ''immortalare la memoria'' del defunto leader serbo: via Belgrado.
Nell'appello a Putin e alla Matvienko si chiede anche che nel parco
vicino all'attuale via Belgrado sia eretto un busto di Milosevic. I
comunisti di San Pietroburgo si dicono convinte che la loro proposta
sara' sostenuta da ''tutte le persone oneste della Russia e
dell'Europa''. (ANSA). LQ (ANSA). LQ
15/03/2006 10:48

MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE (2)

(ANSA) - MOSCA, 15 MAR - A giudizio dei parlamentari russi il
tribunale dell'Aja ha emesso sentenze ''completamente politicizzate e
di parte'' e ha usato ''il doppio standard come norma del suo
lavoro''. La risoluzione della Duma chiede che i casi sotto esame
vengano chiusi ''nel piu' breve tempo possibile'' e che ''l'ulteriore
esistenza del tribunale sia dichiarata inopportuna''. I deputati russi
manderanno la risoluzione ai Paesi della Nato e al tribunale, che
''sono responsabili di gravi violazioni delle leggi umanitarie
internazionali commesse sul territorio del'ex Jugoslavia dopo il
1991''. (ANSA). LQ
15/03/2006 10:49

MILOSEVIC: PRESIDENTE TPI,DOCUMENTI PROCESSO SIANO RESI NOTI

(ANSA) - L'AJA, 15 MAR - Il presidente del Tribunale penale
internazionale sull'ex Jugoslavia, l'italiano Fausto Pocar, ha chiesto
ai giudici del processo contro Slobodan Milosevic che alcuni documenti
finora segreti di tale procedimento giudiziario possano essere viste
dagli esperti delle due inchieste in corso sulla morte dell'ex
presidente jugoslavo. Lo ha sottolineato in una richiesta resa nota
oggi all'Aja lo stesso giudice italiano, precisando che la camera che
portava avanti il processo contro Milosevic dovrebbe ora ''modificare,
o abolire, le misure di protezione poste per alcuni dei documenti del
dossier Milosevic''. Subito dopo la morte dell'ex leader jugoslavo,
sono scattate all'Aja due indagini per accertare le cause del decesso:
la prima da parte delle autorita' olandesi, la seconda interna alla
Corte dell'Aja, disposta dallo stesso Pocar, che si sta svolgendo
sotto la responsabilita' del vice-presidente del Tpi, il giudice Kevin
Parker. E' probabile che fra i ''documenti confidenziali'' dei quali
Pocar chiede l'accesso alle indagini ci siano i risultati delle
analisi medici realizzate su Milosevic negli ultimi mesi. (ANSA) RIG
15/03/2006 12:25

MILOSEVIC: DEDICHIAMOGLI STRADA SAN PIETROBURGO, COMUNISTI

(ANSA) - MOSCA, 15 MAR - Si intitoli una strada di San Pietroburgo a
Slobodan Milosevic, ''caduto tragicamente dietro le sbarre del
cosidetto tribunale dell'Aja'': lo chiedono a gran voce i comunisti
dell'ex-capitale zarista, in una lettera aperta alla governatrice
della regione Valentina Matvienko e al presidente Vladimir Putin.
Principale forza di opposizione, i comunisti russi stanno difendendo a
spada tratta l'ex-presidente jugoslavo al punto da inserirlo nello
stesso Pantheon dove venerano Gramsci, Allende, Lenin e Che Guevara.
Hanno anche individuato la strada da ribattezzare cosi' da
''immortalare la memoria'' del defunto leader serbo: via Belgrado.
Nell'appello a Putin e alla Matvienko si chiede anche che nel parco
vicino all'attuale via Belgrado sia eretto un busto di Milosevic. I
comunisti di San Pietroburgo si dicono convinte che la loro proposta
sara' sostenuta da ''tutte le persone oneste della Russia e
dell'Europa''. (ANSA). LQ
15/03/2006 13:56

MILOSEVIC: TPI CERCA DI NASCONDERE SUE COLPE, AVVOCATI

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - Alcuni degli avvocati di Slobodan
Milosevic hanno accusato oggi il Tribunale penale internazionale
dell'Aja (Tpi) di essere impegnato a ''cercare di cancellare le
tracce'' delle proprie colpe per la morte dell'ex presidente serbo e
jugoslavo, avvenuta nel carcere olandese di Scheveningen sabato
scorso. Parlando a nome anche di altri legali, l'avvocato Branko Rakic
ha sottolineato che non ci sono prove per dire che Milosevic sia stato
ucciso, ma ha aggiunto che gli organismi giudiziari dell'Aja sono
responsabili di non avergli garantito l'assistenza medica necessaria.
E cercano ora di giustificarsi tentando di spacciare la versione
secondo cui Slobo avrebbe assunto deliberatemente rifampicina -
sostanza di cui finora non si e' trovata peraltro traccia negli esami
- per peggiorare le sue condizioni di salute nella speranza di essere
scarcerato. ''Noi non possiamo dire che Milosevic sia stato
assassinato - ha detto Rakic a Belgrado -, ma e' chiaro che ci sono
state alcune negligenze, in conseguenza delle quali egli e' morto''.
Secondo il legale, i vertici del Tpi dopo l'accaduto ''si sono fatti
prendere dal panico e cercano ora di cancellare le tracce delle loro
responsabilita'''. Responsabilita' che a giudizio di Rakic sono legate
innanzi tutto al fatto di aver ''rifiutato a Milosevic le cure'' che
egli aveva chiesto - sollecitando negli ultimi mesi di essere
trasferito in un centro cardiologico specializzato a Mosca - e di cui
''aveva bisogno''. (ANSA). LR
17/03/2006 17:32

MILOSEVIC: CERTEZZE SU MORTE, INTERROGATIVI SU CARCERE/ANSA

(ANSA) - L'AJA, 17 MAR - Dopo una lunga serie di misteri, sulle cause
della morte di Slobodan Milosevic alla Corte dell'Aja e' l'ora delle
certezze. Il presidente del Tpi, l'italiano Fausto Pocar, ha reso noto
che l'ex presidente jugoslavo non solo non e' stato avvelenato, ma che
nel suo sangue non c'erano tracce di farmaci strani. Le dichiarazioni
fatte oggi in una conferenza stampa al Tpi sono giunte una settimana
dopo la morte del sessantaquattrenne Slobo: e sono stati annunci che
hanno chiuso gli interrogativi sulle vere cause del decesso, aprendo
pero' una serie di quesiti sul funzionamento del carcere di
Sheveningen, dove sabato scorso l'ex presidente jugoslavo e' stato
trovato senza vita. TOSSICOLOGIA. In un incontro con la stampa insieme
al cancelliere della Corte, Hans Holthius, Pocar ha letto un rapporto
che in sostanza rileva tre punti chiave: dai risultati ''preliminari''
dell'esame tossicologico non risultano tracce di ''avvelenamento'' ne'
del farmaco ''rifampincina'', mentre ci sono resti di ''medicine
prescritte, ma - ha precisato il giudice - non a livelli di
concentrazione tossica''. Nel sangue di Slobo non c'erano quindi
tracce di rifampincina, il potente antibiotico che avrebbe potuto
neutralizzare gli effetti dei farmaci prescritti che Milosevic
prendeva, visto che oramai da anni soffriva di problemi cardiaci e di
ipertensione. Sempre in merito alla rifampincina, il cancelliere
Holthius ha precisato che resti del prodotto erano stati trovati in
un' analisi realizzata precedentemente, ma non in quelle portate a
termine domenica, in parallelo con l'autopsia. Lo stesso Holthius ha
tenuto a precisare che le tracce della rifampincina scompariscono (SIC
ANSA) dal sangue ''molto rapidamente'', e cioe' in uno o due giorni.
Anche se per i risultati definitivi delle analisi bisognera' attendere
ancora qualche giorno, rimane il fatto che molto probabilmente (SIC)
Milosevic e' morto per un infarto del miocardio, visto che soffriva di
due lesioni cardiache: proprio come aveva stabilito fin dal primo
momento l'autopsia. CARCERE SOTTO LENTE INGRANDIMENTO. Oltre a quello
del 'dossier' tossicologico, l'altro tema affrontato nella conferenza
stampa e' stato quello del funzionamento del centro di detenzione di
Scheveningen, dove Milosevic si trovava fin dal suo arrivo da Belgrado
nel giugno del 2001. Confermando le voci circolate all'Aja questi
ultimi giorni, Holthius ha ammesso che nel gennaio scorso, nella cella
di Slobo vennero scoperti dei ''prodotti introdotti'' nel carcere
furtivamente. Di fronte al pressing dei cronisti, Holthius non ha
d'altra parte saputo spiegare come Slobo abbia potuto avere nella sua
cella medicinali non prescritti, e forse anche bibite alcoliche. Il
fatto quindi che il detenuto piu' illustre del carcere abbia avuto a
disposizione materiale teoricamente non ammesso nel carcere getta
delle ombre sul funzionamento ed i regolamenti in vigore a
Scheveningen. Pur sottolineando la ''professionalita''' del personale
della prigione, Pocar ha fatto sapere di aver disposto ''un'audit'
esterno'' sul funzionamento del centro di detenzione, al fine di
''assicurare la massima trasparenza'': in un modo o in un altro, sulla
morte di Slobo all'Aja ci sono ancora molti punti oscuri. (ANSA) RIG
17/03/2006 18:28

MILOSEVIC: CANCELLI APERTI DA OGGI IN 'MAUSOLEO' POZAREVAC

(ANSA) - POZAREVAC (SERBIA), 19 MAR - Cancelli aperti e prime visite,
da oggi, nel giardino della villa di famiglia di Pozarevac (Serbia
centrale) laddove ieri e' stata tumulata la salma dell'ex presidente
jugoslavo Slobodan Milosevic alla presenza di diverse decine di
migliaia di fedeli. In fila, stamattina, soprattutto concittadini
dell'uomo che fu al potere a Belgrado nel decennio del sanguinoso
tracollo della ex Jugoslavia e che e' morto una settimana fa nel
carcere olandese del tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) chiamato
a giudicare i crimini di guerra degli anni '90. Una figura controversa
e che tuttavia, nel giorno dell'ultimo saluto, si e' riproposta come
simbolo per una certa Serbia profonda, scesa in strada ieri per una
cerimonia funebre trasformatasi in atto di accusa contro il Tpi, gli
Usa, l'Occidente in genere. Una Serbia che nega le responsabilita' del
vecchio regime nei conflitti di Croazia, Bosnia e Kosovo, ed e'
tornata a inneggiare a 'Slobo' come a ''un eroe della difesa della
nazione'' slava e ''della lotta all'imperialismo''. Precedute da due
giorni di esibizione del feretro nei locali del periferico ex Museo
della Rivoluzione, a Belgrado, le esequie - senza alcun onore di Stato
- si sono svolte ieri in due fasi. Dapprima la salma e' stata portata
di fronte alle sede del parlamento federale dove secondo la polizia si
sono riunite 80.000 persone (50.000 stando ad altre fonti, mezzo
milione secondo l'inattendibile calcolo degli organizzatori). Una
folla composta soprattutto da anziani e gente di mezza eta', militanti
nostalgici del Partito socialista (ex comunista) di Milosevic (Sps) e
ultranazionalisti del Partito radicale (Srs), ai quale si sono rivolti
per le orazioni funebri vecchi compagni del defunto e alcuni ospiti
stranieri: comunisti e nazionalisti russi e bulgari in particolare,
oltre all'eccentrico (SIC ANSA) segretario alla giustizia americano
dell'era Carter, Ramsey Clark. Successivamente il corteo si e'
spostato a Pozarevac, cittadina natale di Milosevic a 80 chilometri
dalla capitale, dove l'ex leader e' stato inumato - presenti ancora
70-80.000 persone - in un clima di commozione, sotto una lastra di
marmo ricoperta poi da corone di fiori. Alle esequie non ha
partecipato la famiglia: la moglie Mirjana Markovic e il figlio Marko,
entrambi rifugiati in Russia e alle prese con problemi giudiziari in
patria, hanno inviato l'estremo saluto in due missive nelle quali
hanno accusato le attuali autorita' serbe di tradimento e di
minacciare addirittura la loro vita. La figlia Marija, da parte sua,
e' rimasta in Montenegro, dove vive, poiche' contraria alla sepoltura
paterna in Serbia. (ANSA). LR
19/03/2006 07:14







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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204

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*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)