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Subject: [icdsm-italia] Testo tradotto della Lettera di Marko Milosevic
Date: September 7, 2006 9:12:42 AM GMT+02:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com
( The original text of this letter, in english, can be found here:
LETTERA DI MARKO MILOSEVIC (figlio di Slobodan - N.d.T.) AGLI ORGANI DELL’ICTY (Tribunale internazione sui crimini in Jugoslavia – N.d.T.) E ALLE NAZIONI UNITE RIGUARDO ALL’INDAGINE DEL GIUDICE PARKER SULLA MORTE DI SLOBODAN MILOSEVIC
17 luglio 2006
Questa è una lettera aperta da consegnare a:
Il Presidente dell’ICTY
Il Presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Il Segretario Generale dell’ONU
Essa rappresenta la reazione ufficiale della famiglia di Slobodan Milosevic al rapporto dell’ICTY sulle cause della sua morte.
Signor Parker,
Ho ricevuto il suo rapporto sulle cause della morte improvvisa e prematura di mio padre. Sfortunatamente, è esattamente come mi aspettavo che fosse e, come misi in guardia il suo delegato – il giudice francese con cui parlai all’Aia – che non sarebbe dovuta essere.
In primo luogo, devo notare che la sua indagine non fu avviata a causa della “illazione dei media che Slobodan Milosevic fosse stato avvelenato”, come ha detto lei. Le continue giustificazioni del suo rapporto davanti ai media sono sia inadeguate sia offensive.
Benché illegale, l’ICTY deve delle spiegazioni alla famiglia del deceduto, al Consiglio di Sicurezza in quanto organo che ha istituito l’ICTY, all’Assemblea Generale, al Segretario Generale e al pubblico.
In secondo luogo, né noi familiari, né l’esperta equipe di patologi, che conosceva bene la salute di mio padre e aveva ricevuto i risultati dell’equipe olandese, abbiamo mai insinuato la possibilità di avvelenamento. Al contrario, io accettai la diagnosi di attacco cardiaco (infarto) appena ne venni a conoscenza all’Aia. Misi in guardia sia il suo delegato sia il procuratore olandese di non divulgare l’indagine mettendo in piedi un’accusa “inconsistente” come una morte violenta o l’avvelenamento. Le frasi che ha scelto per descrivere “la scena del crimine” sono ingenue, volgari e offensive. Lo stesso rapporto, se redatto da un organo indipendente, sarebbe come minimo deludente. Ma essendo stato rilasciato dal Tribunale, l’istituzione che ha avuto il monopolio sulla salute di mio padre durante il suo periodo sotto la custodia delle Nazioni Unite, è sconcertante. Esso contiene un numero inaspettato di contraddizioni. Il suo contenuto e le sue conclusioni sono assolutamente inaccettabili per una mente sana.
Anche se nutrissimo il sospetto di avvelenamento, sarebbe inutile tentare di dimostrarlo nella circostanza in cui l’unico possibile colpevole è l’investigatore. È come se un accusato commettesse un reato, conducesse le indagini e giungesse alla conclusione scontata che egli è innocente. Un accusato può difendere se stesso, ma è alquanto insolito che l’accusato stesso conduca le indagini, come nel caso della sua investigazione e del suo rapporto.
Dovrei accennare al fatto che l’autopsia fu condotta senza la presenza dell’equipe di esperti inviata dalla famiglia, nonostante le nostre insistenze? O che ai medici russi fu negato l’accesso al cadavere e ai campioni di tessuto? O che ci hanno negato i campioni del suo sangue? Si dà il caso che i dottori e le istituzioni mediche olandesi, che erano già fortemente compromessi agli occhi del pubblico per il loro coinvolgimento con il procuratore dell’ICTY nelle numerose manipolazioni della morte di mio padre, delle sue cure mediche e delle rispettive diagnosi, furono gli unici a gestire i test tossicologici e ad annunciarne i risultati! Ora devo ricordarle la lettera di mio padre indirizzata al Ministero per gli Affari Esteri russo, in cui scrisse – solo poche ore prima di morire – che sospettava di essere avvelenato nell’UNDU. Pertanto, abbiamo qui una situazione in cui si assiste a numerose speculazioni sui campioni del sangue mio padre, egli esprime preoccupazione al riguardo, e poi muore all’improvviso. In seguito arriva la misteriosa autopsia condotta dalle stesse identiche persone che egli accusò nelle sue ultime ore, ed esse concludono che non si tratta di avvelenamento. Persino a lei, pare credibile tutto questo, signor Parker? È un peccato che io non sia nella posizione di poter rivolgere alla signora Del Ponte una domanda anche più semplice: se mio padre era malato, allora perché non ricevette le cure mediche che aveva richiesto? E se non era malato, allora perché è morto?
A mio avviso, siete voi che avete montato questa accusa e adesso, scoprendo che non si è trattato di avvelenamento, potete asserire che l’ICTY è sollevato da qualsiasi responsabilità per la morte di mio padre. Ciò nonostante, resta in piedi davanti al pubblico una verità indiscutibile: l’immagine di mio padre che si rivolge alla vostra cosiddetta “corte” in tribunale chiedendo il permesso di cure mediche, e quella del “giudice” che risponde di non volerlo ascoltare.
La domanda non è se mio padre sia stato o non sia stato ucciso o avvelenato. Il punto è che un ex capo di stato, trattenuto in custodia dalle Nazioni Unite, era gravemente malato e si lamentava continuamente delle sue condizioni fisiche. Il suo stato di salute fu dichiarato disastroso molte volte dai medici. Gli negarono le adeguate (se mai concesse) cure mediche, e poi è morto. Allo stesso tempo, coloro che gli negarono le cure erano innegabilmente consapevoli di quali sarebbero state le conseguenze. Mio padre chiese un rilascio provvisorio per sottoporsi a cure mediche. Il 6 novembre, la dottoressa Shumilina dichiarò che le sue condizioni di salute erano talmente critiche che egli poteva morire da un momento all’altro. Benché nel suo rapporto lei asserisca (tra le altre contraddizioni che non citerò per brevità in questa lettera) che non c’era alcuna indicazione da parte dei medici di mio padre che era necessario un intervento al cuore, persino nel suo stesso rapporto, al paragrafo 65, lei scrive:
“Il 20 dicembre 2005 è stata inoltrata una formale richiesta di rilascio provvisorio del signor Milosevic per sottoporsi a cure mediche presso il Cento Scientifico Bakoulev per la Chirurgia Cardiovascolare di Mosca. In aggiunta ai rapporti di novembre dei tre medici esaminatori, si è fatto assegnamento sull’ulteriore mail della dottoressa Shumilina in data 19 dicembre 2005, inviata ad un consulente del signor Milosevic. In questa mail, la dottoressa Shumilina raccomandava le seguenti analisi aggiuntive: esame ultrasonico complesso della patologia vascolare, specialmente arterie e vene brachiocefale; eco-cardiogramma ed eco-cardiogramma sotto stress; monitoraggio Holter e monitoraggio quotidiano della pressione sanguigna: “valutazione” dell’omeòstasi; indagine dei vasi sanguigni brachiocefali e coronarici con mezzo di contrasto e una PEI (position-emission imaging: immagine posizione-emissione) del cervello e del cuore. La sua mail indicava inoltre la necessità di una decompressione endovascolare o chirurgica dell’arteria vertebrale destra, lo “stenting” delle arterie brachiocefale o cardiache, “endarterectomy” della carotide o addirittura l’applicazione di un bypass.”
(nota bene: quest’ultima parte è in neretto corsivo nel testo originale – N.d.T.)
Le garanzie erano state concesse e l’ICTY le ha ignorate tutte. Deliberatamente, è ovvio, perché erano tutti consapevoli dei fatti, sia evidenti sia oscuri. E così, è morto.
Il Tribunale e tutti gli incaricati hanno commesso un omicidio volontario. L’hanno condannato a morte il 24 febbraio, quando respinsero la sua richiesta di rilascio provvisorio, ignorando tutto: il suo stato di salute, i suoi diritti e gli avvertimenti dei suoi medici che, al contrario del medico della prigione assunto dall’ICTY, avevano sia l’esperienza sia un’indiscutibile competenza, e godevano della sua fiducia. Ignorando persino le garanzie della Federazione Russa (con la spiegazione che i garanti mancavano di credibilità) sembra che il Tribunale si sia arrogato il diritto di valutare la credibilità persino dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. L’ordinanza, emessa il 24 febbraio, entrò in vigore l’11 marzo. Questi sono i fatti e questa è la verità. Qualunque altra speculazione è solo una manovra politica evasiva.
Le dichiarazioni e le opinioni del procuratore dell’ICTY e dei medici olandesi sono stati completamente dequalificati. I medici olandesi subiranno un processo penale nei tribunali del loro paese. La signora Del Ponte si era accanita tanto nel dichiarare mio padre colpevole nonostante il processo non fosse terminato, quanto nell’insistere sul suo “suicidio” ancor prima che avesse luogo l’autopsia. In tali circostanze, sia i medici olandesi sia l’intero Ufficio del procuratore mancano di qualsiasi credibilità per le questioni che riguardano mio padre, dalla responsabilità per i crimini di cui era accusato alle circostanze della sua morte.
È ovvio che anche senza l’avvelenamento, o cose simili, ma con il collasso cardiaco - che lei considera una morte “naturale” - l’ICTY, e le Nazioni Unite che l’hanno creato, sono i soli responsabili della morte di mio padre.
Quel “tribunale” aveva già commesso una serie di violazioni contro mio padre. Ha violato ogni legge e regolamento conosciuti dalla civiltà moderna, sia in Oriente sia in Occidente. Ha fallito addirittura nel rispettare il suo stesso statuto e le sue stesse regole. Ha ignorato le garanzie offerte dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, lo stesso organo che ha creato l’ICTY. E alla fine, ha deliberatamente condotto mio padre ad una morte “naturale”.
Come se ciò non bastasse, lei ha avviato questa grottesca “indagine” per scoprire che “non è stato assassinato”! Dopo tutto ciò, è chiaro che l’Organizzazione delle Nazioni Unite dovrà assumersi la responsabilità per la morte dell’ex Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia e che l’ICTY dovrà essere sciolto, come dissi al suo delegato quattro mesi fa. Non accetto le spiegazioni offerte dal suo rapporto. Lo trovo visibilmente in sintonia con l’Ufficio del procuratore dell’ICTY e, soprattutto, è ovvio che è stato redatto per sollevare l’ICTY da ogni responsabilità, e non per appurare la verità o fare giustizia.
Mi aspetto che gli organi supremi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite respingano il suo rapporto e riprendano in esame la legittimità dell’ICTY, così come il comportamento e l’operato del suo personale. Mi aspetto inoltre che, per salvaguardare la credibilità e l’integrità dell’ONU, l’ICTY venga soppresso.
Marko Milosevic
17 luglio 2006
(La traduzione che abbiamo qui riportato è stata effettuata da G.A.MA.DI. ed ICDSM-Italia ed appare in un opuscolo dal titolo:
"Le lettere che raccontano... del Presidente Slobodan Milosevic e della sua tragica fine"
edito nell'agosto 2006 a cura di M. Pellegrini Ferri. Esso costa 3 euro e si può richiedere ai nostri contatti, indicati più sotto)
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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)
Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
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Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)