www.resistenze.org - popoli resistenti - bielorussia - 15-05-07 

Da BELTA

 

Lukashenko chiama a preservare la memoria dell'atto di valore del popolo sovietico e a non permettere nessuna distorsione della storia. 

 

10.05.2007 

 

Il 9 maggio scorso il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha preso parte alle celebrazioni per il Giorno della Vittoria, alla parata dei veterani di guerra e alla cerimonia di posa dei fiori al Monumento della Vittoria di Minsk.

 

Partecipavano alti ufficiali, rappresentanti dello stato, di organizzazioni pubbliche, CIS, diplomatici, ecclesiastici, militari, soldati, giovani, ospiti stranieri - è quanto BELTA ha appreso dall'ufficio stampa presidenziale - in tutto pressoché 10.000 persone.

 

In Piazza della Vittoria il capo di stato e le altre autorità hanno deposto ghirlande ai piedi del Monumento alla Vittoria. Il corteo ha quindi osservato un minuto di silenzio in tributo a quelli che morirono durante la Grande Guerra Patriottica. 

 

Durante il discorso Alexander Lukashenko ha insistito sulla grandiosità e l'importanza storica del Giorno della Vittoria, che non è mutata negli anni. 

 

“Per noi questa è una festa della vita, un simbolo dell'immortalità dell'atto di valore dei difensori della madrepatria che pagarono un caro prezzo per la libertà e l'indipendenza. Oggi noi celebriamo il 62mo anniversario della vittoria sulla Germania nazista. Questa non solo è una data sacra per il nostro popolo ma per l'umanità intera. Noi non possiamo certo dimenticare che l'aggressore nazista puntò alla dominazione del mondo. 

 

Il presidente ha ricordato che fu qui, in Bielorussia, che la macchina militare nazista si inceppò per la prima volta. “Chiunque poté imbracciare un'arma andò a combattere contro i nazisti. Questa guerra divenne veramente grande e patriottica. C'erano un milione e mezzo di bielorussi nell'Armata Rossa e circa mezzo milione di nostri compagni contadini nel movimento di resistenza”, ha rilevato. Dal 1943 i partigiani controllavano metà del territorio del Bielorussia e furono create dozzine di zone libere partigiane. 

 

“Noi ricordiamo il sacrificio che la Bielorussia ha compiuto. Un bielorusso su tre morì durante la guerra”, ha fatto notare Lukashenko, aggiungendo che non tutti sono disposti a ricordare le lezioni che la storia ci ha impartito dal momento che ci sono stati più di 250 conflitti armati dopo la guerra. 

 

“Coloro che placarono le pretese di dominio sul mondo, oggi tentano di usare la guerra come strumento della loro politica estera. Ricorrono alla forza per difendere i loro disegni geopolitici e i loro interessi economici depredatori. Sopprimono i paesi che scelgono un percorso di sviluppo indipendente”. 

 

“Essi travestono il loro animo aggressivo con parole ingannevoli su democrazia, tutela dei diritti umani e libertà. Le azioni di questi 'peacekeepers' lasciano ferite aperte nelle varie regioni del pianeta, come ad esempio nell’ex Jugoslavia, in Afghanistan ed in Iraq”.  

 

“Particolarmente allarmante è la rapidità di questa corsa agli armamenti. La Nato si è estesa in piena violazione dei trattati e degli accordi internazionali. Nuove basi militari stanno nascendo lungo i confini di paesi pacifici, in primo luogo vicino i nostri confini”. 

 

“Questi cosiddetti difensori della democrazia fanno affidamento sulle forze distruttive all'interno di un paese. Ci sono stati ripetuti tentativi di innescare una 'rivoluzione colorata' nella pacifica Bielorussia. In Bielorussia comunque, queste tattiche hanno ricevuto un secco e giusto rifiuto popolare” ha continuato Lukashenko. 

 

Il saggio e coraggioso popolo bielorusso ha scelto la pace e la stabilità e nessuno ci farà deviare dal cammino intrapreso, assicura il presidente, spiegando che la Bielorussia sta prendendo le misure necessarie per proteggere l'indipendenza e l'integrità territoriale del paese, i confini dello Stato dell'Unione. “Le nostre forze armate sono, insieme con la fraterna Russia, pronte a dare una risposta appropriata a tutte le minacce e le sfide del 21 secolo”. 

 

Il Presidente ritiene la politica estera della Bielorussia “un importante fattore nell'assicurare la sicurezza internazionale”. La voce del paese risuona fiduciosamente in così prestigiose organizzazioni come le Nazioni Unite e il Movimento dei non allineati. 

 

Lukashenko ha proseguito ricordando l'importanza del non permettere la revisione di un passato eroico. “Il nostro dovere è conservare una sacra memoria per quelli che sacrificarono le loro vite per la libertà della madrepatria, essere successori degni della generazione dei Vincitori, non consentire che la storia eroica venga distorta, dissacrando così il più grande atto di valore del popolo sovietico”. 

 

“Il mondo intero può vedere con che rispetto la Bielorussia onora la memoria di coloro che salvarono la civiltà dal nazismo - proseguiva il capo di stato - perciò noi condanniamo atti come la rimozione del Monumento al Guerriero-Liberatore Sovietico in Estonia o la chiusura da parte delle autorità polacche dell'esposizione sovietica nel museo del campo di concentramento di Auschwitz. I tentativi di falsificazione storica sono inutili perché non si può riscrivere la storia.” 

 

“La Grande Vittoria dimostrò la forza e l'unità del popolo nella lotta contro l'aggressore, nella difesa del diritto alla vita. Oggi è importante che le persone che amano la pace siano unite”. 

 

Il capo di stato ha indirizzato quindi parole di profonda gratitudine ai veterani: “Voi avete adempiuto al vostro dovere difendendo il paese contro l'aggressore. Voi avete difeso il diritto di essere cittadini di uno stato sovrano e indipendente. Voi siete ancora soldati. Voi siete per noi un esempio di indomabile coraggio e forza di volontà”. 

 

Dopo la parata il presidente ha parlato con i veterani e con i rappresentanti del corpo diplomatico accreditati in Bielorussia. Di seguito ha condiviso con i giornalisti le sue impressioni sulle celebrazioni del Giorno della Vittoria.  

 

“Le mie impressioni ed emozioni riguardano i molti bambini che hanno partecipano alla celebrazione. Questa è divenuta parte della vita delle generazioni più vecchie e gradiremmo che il Giorno della Vittoria rimanesse nella memoria delle persone per sempre. La partecipazione di un grande numero di bambini e giovani: in questo vedo la successione delle generazioni”. 

 

Allo stesso tempo il presidente avvertiva che la mancanza di rispetto per la memoria dei soldati della Grande Guerra Patriottica in alcuni paesi ha svelato il sentimento patriottico dei bielorussi. 

 

“Questi atti brutali nei paesi vicini dell'ex Unione Sovietica di cui siamo testimoni, hanno rimescolato il sentimento patriottico delle persone spingendole a cambiare il loro atteggiamento verso il Giorno della Vittoria. La gente ha capito che questa festa rischia di essere portata via, che la Vittoria è sotto attacco. E questa folla enorme nella piazza centrale di Minsk oggi afferma che noi non rinunceremo la Vittoria. Noi salveremo quello che i nostri nonni e padri hanno conquistato”, ha dichiarato Lukashenko. 

 

“Al contempo credo che oggi troppa attenzione è data a quelli che, rimuovendo monumenti e simboli, si prendono gioco della memoria degli eroi.” 

 

“Quello che sta avvenendo nei paesi vicini - la derisione della memoria dei soldati liberatori - credo che non abbia niente a che fare col popolo. Io credo che in Estonia e negli altri paesi che simpatizzano con l'Estonia ed in Polonia il popolo capisca e sappia tutto. Io credo che per questi paesi verranno tempi migliori quando le persone celebreranno questa festa nobile - il Giorno della Vittoria - insieme coi loro governanti”.

 

Traduzione per resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare