L’Italia torna al 1940
1) Svegliati Europa, l’Italia è tornata al 1940 (SucarDrom)
2) PIANO SICUREZZA DEL MINISTRO AMATO: Un passo indietro sul terreno dei diritti, dell’inclusione e della lotta alla discriminazione.
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci
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Riceviamo e volentieri giriamo questo comunicato dell'Associazione SucarDrom.
Cogliamo comunque l'occasione per notare amaramente che il richiamo all'Europa è forse troppo ottimistico: come infatti dimostra la cronaca di tutti i giorni, che quotidianamente ci tocca rendere nota attraverso questa lista JUGOINFO, non è solo l'Italia a ritornare al 1940, ma è proprio l'Europa! È l'Europa "unita", l'Unione Europea, quella che ha squartato la Jugoslavia, quella che ogni giorno distrugge le conquiste di chi ha lottato contro il nazifascismo ed il razzismo, e che arriva fino ad accanirsi contro i monumenti ed i sepolcri di quei combattenti.
(Andrea Martocchia, responsabile politico CNJ)
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http://sucardrom.blog.tiscali.it/cn3280338/
Svegliati Europa, l’Italia è tornata al 1940
11 settembre 1940, il Ministro dell’Interno da mandato ai Prefetti di internare di tutti i Sinti e i Rom Italiani e di allontanare di tutti i Rom Europei. 18 maggio 2007, il Ministro dell’Interno da mandato ai Prefetti di internare in "speciali campi" alcuni Sinti e Rom ed allontanare i Sinti e i Rom in "esubero". Nella sola Roma il Prefetto Serra è pronto alla cacciata di 10.000 persone (fonte, la Repubblica, pagina 6, 19 maggio 2007).
Alla fine è successo l’inevitabile. Il Ministro Amato e il Viceministro Minniti firmano gli accordi tra governo ed enti locali per contrastare la criminalità (fonte, Ministero dell’Interno : http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/sicurezza/2007_05_18_Patti_sicurezza_Roma_Milano_.html ).
I Cittadini Italiani ed Europei, residenti in Italia e appartenenti alle minoranze sinte e rom, da oggi sono dei criminali e lo Stato Italiano sancisce questo assioma ufficialmente con il Governo Prodi che doveva impegnarsi a riconoscerne lo status di minoranze etniche linguistiche a queste popolazioni.
Roma ( http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/13/2007_05_18_Patto_per_Roma_sicura.pdf ) e Milano ( http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/13/2007_05_18_Patto_per_Milano_sicura.pdf ) sono solo le prime due città a sottoscrivere gli accordi ma presto se ne aggiungeranno altre, trasformando l’Italia nella prima nazione occidentale dove viene calpestata con un atto ufficiale la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ( http://www.sucardrom.eu/internazionale.html#universale ). Poteri speciali alle forze di polizia che avranno le “mani libere” di infrangere tutti i diritti costituzionali per controllare i "campi", dove saranno concentrati i Sinti e i Rom.
Nella tragedia c’è anche chi getta benzina sul fuoco come l’articolo di Repubblica ( http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/cronaca/rom-sinti-chi-sono/rom-sinti-chi-sono/rom-sinti-chi-sono.html ), dove esprime il suo punto di vista l’Opera Nomadi Nazionale: "Oltre ai 160 mila tra rom, sinti, camminanti e rom romeni già presenti in Italia, potrebbero aggiungersi nei prossimi mesi almeno altri 60 mila rom romeni che andranno a modificare quei già difficili equilibri raggiunti dopo lunghi anni di compromessi e fallimenti".
La giornalista Claudia Fusani si “impegna” e di seguito scrive: “In Romania c'è una "bomba" potenziale di due milioni e mezzo di rom in partenza verso l'occidente per cui si stanno spalancando le porte dell'Europa”.
A Milano tutto questo costerà allo Stato diversi milioni di euro, la prima stima per il 2007 è di 132 milioni. A Roma non si sa nulla e per questo Alemanno (Alleanza Nazionale) contesta il protocollo d’intesa e chiede che siano previste nuove norme per sanzionare: il vagabondaggio, l’accattonaggio e l’occupazione abusiva.
Interessante uno dei commenti dell’autore di questa vergogna nazionale, il Ministro Amato: “Il tragico errore della sinistra è che pensa che il problema della sicurezza sia un problema dei ricchi che hanno qualcosa da difendere. Il problema della sicurezza, oggi, nella società, lo sente chi ha pochissimo da difendere e che, per questo, si difende ancora più aspramente, diventando nemico di chi gli sarebbe simile.” (fonte, la Repubblica, pagina 6, 19 maggio 2007).
Il ministro continua e si raggiunge il paradosso: “Questa è la peggiore azione che si può fare e che ha l’effetto di «desolidarizzare», di allontanare coloro che hanno difficoltà l’uno dall’altro”. E infatti pensa, insieme a Serra, di costruire quattro “campi” isolati nella campagna romana, dove rinchiudere cinque mila persone, sotto stretto controllo di una forza speciale di polizia; il resto sarà cacciata e si ritroverà disperata e braccata nel resto dell’Italia.
Certo la stangata elettorale in Sicilia ha fatto male al centro-sinistra e per questo non perde tempo nel confezionare un “pacchetto sicurezza” che farebbe arrossire qualsiasi esagitato razzista che nemmeno nei suoi sogni più arditi ha mai osato considerare.
Le parole d’ordine nel centro sinistra sono altre: tutti pronti per le prossime elezioni amministrative (uno sguardo al nuovo governo francese di destra non farebbe male agli amiconi dei nascenti: partito democratico e sinistra europea) nella speranza che superando arditamente gli esagitati di alcune formazioni politiche di centro-destra nostrane, si possa stravincere e riportare il Paese al 1940.
A questo punto chiediamo: Europa dove sei?
Associazione Sucar Drom
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ARCI Immigrazione
UFFICIO STAMPA
Andreina Albano
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COMUNICATO STAMPA
PIANO SICUREZZA DEL MINISTRO AMATO
Un passo indietro sul terreno dei diritti, dell’inclusione
e della lotta alla discriminazione
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci
Il piano sicurezza del Ministro degli Interni, Giuliano Amato, ci
sembra un segnale preoccupante, perché il governo rischia di
intraprendere la strada della persecuzione e della criminalizzazione
dei migranti e dei rom.
Facendo leva sulla ormai abusata retorica della sicurezza, si
vogliono creare nuovi spazi di esclusione, ricorrendo all’abusata e
ingiusta sovrapposizione tra immigrazione e problemi di ordine
pubblico. Una rappresentazione distorta che rischia di rendere ancora
più difficile la vita agli stranieri e di consolidare la percezione
negativa nei loro confronti.
E’ ovvio che la sicurezza, come la legalità, siano problemi reali e
necessitino di una risposta adeguata, anche con mezzi straordinari se
occorre, ma un provvedimento come quello che andrà al varo domani con
la firma del Ministro, e che prevede vigilanza dei campi rom e
attribuzione di poteri straordinari ai Prefetti, serve solo ad
alimentare l’isteria che identifica lo straniero come criminale. Se
di lotta alla criminalità si tratta, si intervenga allora in maniera
più efficace sul disagio urbano, sull’esclusione sociale e sulla
discriminazione, le piaghe su cui la criminalità prospera e recluta
la sua manodopera.
Le prime vittime dei criminali nelle aree di disagio urbano, come
dimostrano le statistiche, sono proprio stranieri e rom e
bisognerebbe proteggerli anziché criminalizzarli.
Una risposta alla richiesta di più sicurezza della popolazione va
trovata sul piano culturale con misure specifiche di costruzione di
relazioni locali e interventi di prossimità, attraverso momenti di
incontro e di dialogo, non indicando facili capri espiatori.
Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per quella che sembra
essere una risposta repressiva alla domanda di diritti della la
fascia più debole della popolazione. I problemi sociali vanno
affrontati con le giuste riforme legislative (ed il ddl Amato/
Ferrero, nel suo percorso di consultazione, sembra averne tutti i
requisiti), con un impegno forte e inclusivo che parli di accesso
alla casa, al sistema sanitario, alla scuola.
Le soluzioni dei tanti problemi delle comunità locali, compresa la
localizzazione e il degrado di molti campi rom, vanno costruite con
le istituzioni, i soggetti sociali e le associazioni che operano sul
territorio, dando la parola ai diretti interessati. L’attribuzione di
poteri speciali ai Prefetti verrebbe letta anche da noi, come una
scelta che esclude la partecipazione e il protagonismo sul territorio.
Bisogna trovare risposte equilibrate, che rispettino le esigenze e i
diritti di tutti.
Roma, 17 maggio 2007
Filippo Miraglia
Responsabile Immigrazione ARCI
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