From: Claudia Cernigoi <nuovaalabarda @ yahoo . it>
Date: September 2, 2007 2:21:33 PM GMT+02:00
To: "Coord. Naz. per la Jugoslavia"
Subject: Re: [JUGOINFO] Visnjica broj 672

Sarà un caso che il noto terrorista nero Giusva Fioravanti è uscito
in semilibertà dal carcere per andare a lavorare nell'associazione
"Nessuno tocchi Caino"?
Sarà un caso che la sua degna sposa, Francesca Mambro, avesse fatto
carriera nel partito radicale?
Sì, sono domande polemiche.
Claudia Cernigoi


> "Coord. Naz. per la Jugoslavia" ha scritto:
>
> "NESSUNO TOCCHI KAGAME "
>
>
> http://www.contropiano.org
>
> Nigrizia contesta il premio assegnato dai radicali (Nessuno tocchi
> Caino) al presidente del Ruanda, Kagame
>
> Dura presa di posizione del mensile dei missionari comboniani
> "Nigrizia" al premio di ‘Abolizionista dell’anno’ conferito oggi al
> presidente del Rwanda Paul Kagame dall’associazione italiana ‘Nessuno
> tocchi Caino'. Ecco il testo che ci è stato inviato con richiesta di
> diffusione.
>
> "Paul Kagame, presidente del Rwanda, che ha conquistato il potere con
> le armi nel 1994, è uno degli uomini politici più discussi d’Africa.
> Discusso perché non sono affatto state chiarite le circostanze che
> hanno scatenato il genocidio del 1994 (morirono almeno 500.000 tutsi
> e hutu moderati) e l’eventuale ruolo dello stesso Kagame. Discusso
> per come si è mosso in questi anni nell’area dei Grandi Laghi e, in
> particolare, nei confronti della Repubblica democratica del Congo,
> contro la quale ha condotto una guerra (1998-2003) per accaparrarsi
> risorse e fette di territorio. Discusso per come si rapporta con i
> vari tribunali che si occupano del genocidio. Discusso per come sta
> gestendo, all’interno del paese, l’amministrazione della giustizia in
> relazione ai sospettati e condannati per il genocidio. Discusso
> perché il suo regime non garantisce le libertà fondamentali.
> Nonostante tutto ciò, “Nessuno tocchi Caino”, l’associazione
> presieduta da Marco Pannella ha pensato bene di premiare il
> presidente Kagame, perché ha abolito la pena di morte. Il premio gli
> verrà consegnato oggi pomeriggio dal presidente del consiglio Romano
> Prodi. Nigrizia, che segue giorno dopo giorno le vicende di paesi
> africani, ritiene che si tratti di una premiazione paradossale, che
> fa il gioco di un regime autoritario e che non tiene conto di
> numerosi aspetti “problematici” che punteggiano la carriera politica
> e l’attuale vita pubblica del generale Kagame. A questo riguardo,
> segnaliamo la reazione di padre Aurelio Boscaini, un missionario
> comboniano che ha lavorato a lungo in quell’area e che ieri ha
> inviato una protesta agli organizzatori del premio. Ne diamo alcuni
> stralci. «Esprimo tutto il mio sdegno nell’apprendere che oggi verrà
> consegnato il premio “L’abolizionista dell’anno 2007” al presidente
> del Rwanda, Paul Kagame. È come se mi si volesse raccontare – a me
> che sono stato missionario in Rwanda – una blague (barzelletta)! Mi
> sono chiesto se conoscete veramente questo assassino, che dovrebbe
> avere sulla coscienza qualche milione di morti. O credete che questo
> generale sia il Caino convertito? Magari!!! Chi ha ammazzato i
> milioni di persone nella Repubblica democratica del Congo, dopo il
> genocidio del 1994? Chi ha scatenato la guerra contro Kabila padre?
> Chi ha abbattuto l’aereo su cui si trovava Habyarimana? O siete di
> quelli che credono al film Hotel Rwanda?!». «Basta che un generale
> annunzi l’abolizione della pena di morte, e voi siete così... ingenui
> da credergli? Dov’è la democrazia in Rwanda? Avete chiesto a
> Bizimungu, primo presidente dopo il genocidio, cosa pensa di Kagame?
> E l’avete domandato alle decine di migliaia che marciscono nelle
> prigioni rwandesi? Volete dare il premio Nobel della pace a un
> Hitler?». «Sono contro tutte le guerre (quante ne ho viste in
> Africa!) e contro la pena di morte in assoluto. Dovete chiedere
> l’abolizione, non la moratoria. Anche se so benissimo che si fa un
> passo alla volta! Mi sembra vogliate gridare: “Viva l’Africa dei
> generali!”. I tutsi sono riusciti in una impresa mediatica fantastica
> e voi vi accodate!». «L’Italia che premia un génocidaire!? Se davvero
> i tutsi sono stati uccisi in così grande numero (come tutti
> raccontano), non ce ne sarebbero più in giro! Ma so che non si deve
> parlare né di tutsi né di hutu, come se i nostri fratelli africani
> avessero dimenticato a quale etnia o clan appartengono! Ma gli
> africani sono orgogliosi delle loro origini etniche, e quelli che non
> hanno nulla da perdere, le riconoscono gioiosamente!». «Viva,
> comunque, l’Africa e chi vi muore per la libertà, senza mai aver
> sparato. Il giorno della libertà è vicino anche per il Rwanda, se gli
> Stati Uniti non sosterranno più Kagame né acquisteranno più il coltan
> che il generale-presidente va a rubare in Congo!".
> (Misna)