Babsi Jones


Rizzoli 
collana “24/7″ 
Euro 16,5
2007


---

http://slmpds.net/slmpds_sinossi.htm

Sette giorni di assedio tra le mura sgretolate di un condominio di Mitrovica abitato solo da reietti. La reporter straniera venuta per parlare al mondo intero delle cose sconvolgenti di cui è stata testimone dovrebbe scriverne la cronaca, consegnare al suo Direttore il reportage di questo pogrom, ennesimo episodio balcanico di una guerra senza fine. Ma non ci sono parole per narrare l’inenarrabile, o meglio possono solo esserci parole “che sanno di sangue”. Il taccuino avanza a frammenti, perché il mosaico dello sconquasso bellico non conosce armonia. Nel quasiromanzo di Babsi Jones si aprono divagazioni che “come lebbra si sbranano il corpo narrativo”: mentre la popolazione serba, prima dell’arrivo delle milizie albanesi, viene evacuata, si mette in marcia non si sa verso dove, lei resta e racconta. Quelle lettere al Direttore non saranno mai spedite, perché non è più possibile la nuda cronaca, se non per brevi flash, e la lingua può attingere solo ai toni del dramma, dare origine all’epica di una sconfitta. Mitrovica potrebbe essere Sarajevo o Beirut o Kabul: l’Europa finge comunque di non vedere, riconosce ragioni che non esistono perché l’unica ragione della guerra è che “ci sono vincitori e sconfitti, e un banchetto in cui carnefici e martiri si scambiano troppo spesso di posto”. Sappiano le mie parole di sangue, omaggio ad Amleto (portatore sano di ogni dubbio e di ogni follia), è il romanzo d’esordio di una scrittrice che crede nelle contraddizioni. La sua è una scrittura impura, che rifugge dall’ovvio, dove reale, iperreale e surreale si contaminano. È una scrittura potente che priva il lettore di certezze e lo lega alle pagine che scorrono via rapide inseguendo il ritmo tachicardico del cuore.

[bandella/sinossi di "Sappiano le mie parole di sangue", © Rizzoli 24/7]

---

Rassegna stampa:



=== Sbancor sul libro di Babsi Jones ===

Nel silenzio che solitamente circonda il genio, è uscito per Rizzoli nella collana “24/7″ (Euro 16,5), un autentico capolavoro della letteratura italiana del III millennio, che sarà anche iniziato da poco, ma che in letteratura sembra più promettente che in politica.
Sto parlando dell’opera di Babsi Jones: “Sappiano le mie parole di sangue“. Si tratta di un’opera unica per diversi motivi.

Il primo è che Babsi pratica una scrittura devastante per i paradigmi e le sinapsi del pensiero unico dominante. E’ un esercizio di bio-grafia, nel senso etimologico del termine: scrittura della vita.
L’inchiostro è rosso-sangue.
Il secondo è la sua capacità di mischiare i generi: il reportage di guerra, il dramma, la tragedia, la poesia, il flusso di coscienza.
Nell’ordine i riferimenti potrebbero essere Hemingway e la Fallaci (si proprio lei, quella migliore di Niente e Così Sia e di Inshallah), Shakespeare (Amleto) e Sartre, (La Nausea e Le Mosche) Eschilo (l’Orestea), William Burroghs, James Joyce, Virginia Woolf. Non esagero: chi mi conosce sa che non sono mai tenero nei giudizi. Al limite preferisco non darli.
Il terzo è il tema: la jugoguerra vista nell’assedio e nel pogrom dei serbi di Mitrovica da quattro donne chiuse in un condominio. La jugoguerra è ormai dimenticata dopo le due Torri. Eppure faremmo bene a ricordarcela. A ricordarci gli antislamici filoccidentali di oggi, che ieri si strappavano le vesti per Sarajevo, mentre le milizie di Alija Itzetbegovic arruolavano afghani, pakistani, e sauditi.
“Sappiano le mie parole di sangue” è un’opera scomoda, eretica, impolitica. Un pugno in faccia ai luoghi comuni del politicamente corretto è delll’umanitarismo democratico che produce guerre umanitarie. Insomma è un antidoto preventivo alla prossima presidenza Clinton (Hillary).
“Sappiano le mie parole di sangue” esce sotto un Governo di “sinistra”, mentre fu proprio il primo governo di “sinistra” di questo paese a riportare l’Italia in guerra dopo cinquant’anni di pace, ripercorrendo in Jugoslavia gli stessi sentieri di sangue tracciati dal fascismo di Ciano, dai cattolici di Stepinac, dagli Ustascia di Ante Pavelic e dalla divisione SS Skanderbeg (albanese).
Ciò non gli assicurerà certo grande rilievo sui mainstream.
Non importa. A differenza di molta letteratura di successo e d’occasione, che fra qualche anno nessuno ricorderà, "SLMPDS" è destinato a restare.

Per chi vuol saperne di più c’è un sito-labirinto di oltre 100 pagine: http://slmpds.net/

Pubblicato Settembre 26, 2007 12:19 AM | TrackBack