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www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - urss e rivoluzione di ottobre - 26-10-07 - n. 200

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Sul 90° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre in Russia (1917)

Dichiarazione del Comitato Centrale del KKE (Partito Comunista della Grecia)



Con ottimismo rivoluzionario, il Comitato Centrale del KKE tributa il suo omaggio al 90° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre. Gli insegnamenti dell'Ottobre guidano la lotta del KKE.

La Rivoluzione di Ottobre richiama alla mente i comunisti della prima Internazionale di Karl Marx e Friedrich Engels, quelli della Seconda Internazionale, l'eroica Comune di Parigi, la prima rivoluzione proletaria che tentò "l'assalto al cielo" ma che per inesperienza non fu in grado di consolidare il suo potere, il motto rivoluzionario "Proletari di tutto il mondo, unitevi!". Affiorano alla memoria l'Armata Rossa, la Terza Internazionale Comunista, i lavoratori rivoluzionari di Canton, Torino, Berlino, Spagna, Ungheria e di tutti i centri proletari del mondo.

Nel glorioso Ottobre, donne e uomini comunisti vedono la realizzazione della missione storica della classe operaia. Sono testimoni della giustezza della teoria di Marx ed Engels esplicitata nel Manifesto Comunista: "Di tutte le classi che oggi stanno di fronte alla borghesia, solo il proletariato è una classe veramente rivoluzionaria. Le altre classi decadono e periscono con la grande industria, mentre il proletariato ne è il prodotto più genuino".

L'Ottobre rivela l'insostituibile ruolo d'avanguardia nella rivoluzione socialista del Partito comunista, come Partito nuovo rispetto ai compromessi partiti socialdemocratici. Rivela la forza dell'internazionalismo proletario. Con grande emozione onoriamo quella moltitudine che diede la vita per il movimento comunista mondiale, quell'invincibile forza rivoluzionaria, quell'eroica sollevazione degli operai e operaie e dei contadini poveri artefici della storia.

Il loro esempio riscatta l'esistenza umana: educa e costituisce l'inestimabile eredità dei comunisti e dei popoli.

La Rivoluzione di Ottobre è stato un evento di proporzioni storiche, il più grande del XX secolo, che ha posto il sigillo per decenni sul corso dell'umanità. Il "fantasma del Comunismo" che alcuni anni prima vagava per l'Europa, assunse il suo significato concreto nella forma del potere proletario.

La vittoriosa Rivoluzione di Ottobre ha segnato il passaggio per il genere umano "dal regno delle necessità al regno della libertà".

"Abbiamo intrapreso il cammino. La questione centrale non è quando esattamente o dopo quanto tempo e in quale nazione i proletari riusciranno a portare a termine il loro cammino. Ciò che è essenziale è che il ghiaccio sia rotto, che la strada sia aperta, il percorso tracciato", scrisse Lenin.

La Rivoluzione di Ottobre è stata la scintilla che ha alimentato la progressiva crescita del Movimento Comunista Internazionale. La sua fiamma ha accelerato la formazione di numerosi Partiti comunisti fra cui il KKE. Ha portato alla creazione della Terza Internazionale Comunista (1919-1943), la cui necessità derivava dalla natura internazionale del potere del capitale, e anche dal tradimento degli interessi dei lavoratori da parte della Seconda Internazionale.

Fin dal 1917, il capitalismo internazionale fu obbligato a tenere conto nell'elaborazione della sua politica, dell'esistenza di un'equivalente forza di contrasto.

Grazie alla Rivoluzione socialista di Ottobre, furono create le condizioni per riconoscere ai lavoratori diritti fin a quel momento negati, anche nei paesi capitalisti più avanzati.

I risultati conseguiti dai lavoratori e dai contadini sotto il potere sovietico hanno portato benefici anche ai lavoratori dei paesi capitalisti. Il confronto competitivo ha obbligato i partiti borghesi di governo, liberali e socialdemocratici a concedere dei diritti alla classe operaia.

Il colpo che la Rivoluzione di Ottobre ha inferto alle fondamenta del vecchio mondo ha avuto un riflesso positivo e immediato sui movimenti di liberazione dal colonialismo. Questi regimi inumani hanno da allora iniziato a sbriciolarsi.

La forza vitale dell'Ottobre ha trovato espressione anche nella cultura, nelle arti e nelle lettere. I più grandi artisti di tutto il mondo confluirono nel Movimento Rivoluzionario Proletario, si ispirarono ai messaggi della Rivoluzione d'Ottobre, e misero il loro lavoro al servizio dei suoi ideali, al servizio della classe operaia internazionale.

Le controrivoluzioni degli anni 1989-1991 non contraddicono che il carattere della nostra epoca sia di transizione dal capitalismo al socialismo, che trova il suo inizio simbolico nella Rivoluzione di Ottobre.

Gli sviluppi storici confutano l'ipotesi della natura utopistica dell'impresa socialista-comunista. Nessun sistema socio-economico è per sempre nella storia dell'umanità, neanche il capitalismo affermatosi dalla sconfitta del feudalesimo. Anche se i teorici e rappresentanti politici della classe borghese hanno decretato la fine delle ideologie, il socialismo resta pertinente e necessario.

La necessità e l'opportunità del socialismo derivano dalle contraddizioni interne al sistema capitalista che generano le precondizioni materiali per la transizione dell'umanità ad un sistema socioeconomico superiore, per quanto al momento differito a causa dell'avverso rapporto di forza che fa apparire invincibile l'aggressività capitalista.

La transizione al socialismo è connaturata al capitalismo stesso nel quale, sebbene lavoro e produzione siano socializzati come mai, i prodotti del lavoro organizzato costituiscono la proprietà privata capitalista.

Questa contraddizione è madre di tutte le crisi verificatesi nelle società capitaliste contemporanee, ma nel contempo indica la necessità e la via per adeguare i rapporti di produzione allo sviluppo delle forze produttive, per l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e la loro socializzazione, per pianificarne l'uso sociale da parte del potere socialista nell'interesse collettivo.

Le teorie che sostengono che non esistessero le condizioni oggettive per la realizzazione della Rivoluzione di Ottobre, sono frutto di propaganda o di superficiali interpretazioni della realtà.

La Rivoluzione di Ottobre crebbe sul terreno dello sviluppo capitalista in Russia, che già evolveva nella fase imperialista, nonostante la profonda arretratezza e la prevalenza di condizioni precapitaliste in grande parte dell'impero zarista. L'esistenza delle condizioni materiali per la trasformazione socialista della Russia può essere provato da statistiche del periodo.

Nella classe operaia della Russia e specialmente nel comparto industriale, furono fondati i soviet come cellule attorno alle quali organizzare la lotta rivoluzionaria per il potere.

Il Partito bolscevico aveva fiducia illimitata nella forza e nelle capacità della classe operaia - anche se allora costituiva una minoranza di tutta la forza lavoro - di attrarre e guidare le masse nella lotta. Il Partito ebbe da imparare dall'iniziativa rivoluzionaria delle masse, dalle istituzioni che si seppe dare nei momenti più duri della lotta di classe. Nello stesso tempo seppe guidarne gli sviluppi ed elevarne il livello di coscienza.

Le parole di Karl Marx hanno dimostrato d'essere vere: la lotta di classe, anche nella sua violenza rivoluzionaria, è "levatrice della storia", e la storia da sempre è storia di lotta di classe. L'Ottobre camminò sulle orme della grande sollevazione degli schiavi condotti da Spartaco, su quelle delle rivolte dei contadini nel Medioevo e delle gloriose rivoluzioni borghesi, prima tra tutte la rivoluzione francese.

L'Ottobre vittorioso costituì l'espressione più alta della superiorità della teoria del socialismo-comunismo scientifico marxista-leninista su qualsiasi altra variante idealista filosofica anti-dialettica su cui poggia l'ideologia borghese. E' provato che il Marxismo costituisce un balzo in avanti rispetto le più avanzate teorie elaborate da mente umana fino al XIX secolo, in filosofia e nelle scienze sociali, superando l'economia politica inglese, la filosofia tedesca e il socialismo utopistico francese.

Gli ideali dell'Illuminismo che hanno ispirato e guidato le rivoluzioni borghesi sono da lungo tempo superati, perché la borghesia ha cessato d'essere una classe in ascesa, ed è diventata classe reazionaria.

Il Partito bolscevico ha trattato la lotta economica, politica ed ideologica della classe operaia come un tutt'uno indivisibile, secondo i principi leninisti: perché un ruolo d'avanguardia richiede una teoria di avanguardia.

L'ideologia socialista-comunista – che spiega le leggi di movimento della società capitalista, le leggi per la transizione rivoluzionaria dal capitalismo al socialismo e generalizza l'esperienza della lotta di classe – è divulgato e sviluppato tra la classe operaia dal Partito comunista rivoluzionario, sua avanguardia cosciente e organizzata. Qui risiede la necessità di un Partito comunista.

La teoria della rivoluzione socialista e stata forgiata nell'incessante lotta contro l'ideologia borghese e contro le diverse teorie riformatrici e opportuniste. E' scientificamente provato che le condizioni della classe operaia non possono mutare sostanzialmente attraverso una lotta per le riforme.

Dopo la costituzione del Partito bolscevico (1903) ed un'intensa lotta ideologica che durò per molti anni tra i leninisti e l'ala opportunista del partito, fu creata, per la prima volta nella storia, un'organizzazione statutaria con diritti e doveri per i membri del partito, operante sul principio del centralismo democratico. Ciò significa diritto di opinione e di critica per i militanti, ma unità di azione e disciplina quando la parola è data, la decisione presa; e forti legami con le masse popolari e lavoratrici, che si rafforzano per la democrazia interna e l'autocritica sviluppata nel partito secondo il supremo principio del primato dell'interesse collettivo.

La complessiva preparazione teorica del Partito bolscevico, sotto il comando di Lenin, lo rese capace di valutare correttamente posizioni e correlazioni tra le forze politiche e sociali; di attuare una politica adeguata e flessibile, senza allontanarsi dalla meta strategica del potere operaio; di risolvere problemi connessi alla politica delle alleanze a beneficio del movimento rivoluzionario; di adeguare le parole d'ordine alle situazioni contingenti, in un quadro fluido, complesso e in continua evoluzione.

Uno dei fattori decisivi per la vittoria della Rivoluzione fu la politica bolscevica durante la I Guerra Mondiale.

Questa era una guerra imperialista, che si poneva l'obiettivo di ridistribuire mercati, le sfere d'influenza e le colonie e che acutizzò al massimo grado tutte le contraddizioni della società russa, provocando un più grande e immediato deterioramento della vita delle masse. Si comprese che la guerra costituiva la continuazione della stessa politica interna con mezzi militari, ossia serviva gli interessi delle stesse classi che sfruttavano la classe operaia ed avevano gettato decine di milioni di contadini in stato di indigenza.

La dirigenza della Seconda Internazionale, invocando la "difesa della madre patria", nascondeva la natura imperialista della guerra. La classe operaia mondiale, che intanto si apprestava a difendere i propri ladri - la borghesia nazionale - veniva così condotta alla frammentazione. Al contrario, i bolscevichi non solo denunciarono la guerra, come fecero i pacifisti, ma addussero ragioni per trasformare la guerra imperialista in guerra di classe, per rovesciare le classi dominanti. Solo questa via avrebbe potuto portare a una pace giusta, con l'eliminazione dello sfruttamento di classe e dell'oppressione imperialista.

Si erano venute a creare le condizioni per l'assalto della Rivoluzione socialista, quelle condizioni, come disse Lenin, indispensabili alla concretizzazione della situazione rivoluzionaria: "1. L'impossibilità per le classi dominanti di conservare il loro dominio senza modificare la forma […] per lo scoppio della rivoluzione non basta ordinariamente che gli strati inferiori non vogliano, ma occorre anche che gli strati superiori non possano vivere come nel passato; 2. un aggravamento maggiore del solito dell'angustia e della miseria delle classi oppresse; 3. in forza delle cause suddette, un rilevante aumento dell'attività delle masse, le quali, in un periodo "pacifico" si lasciano depredare tranquillamente ma in tempi burrascosi sono spinte, sia da tutto l'insieme della crisi che dagli stessi strati superiori, ad un'azione storica indipendente".

Durante la guerra, i bolscevichi non permisero che le masse rivoluzionarie fossero influenzate dalle forze borghesi che salirono al potere nella rivoluzione del febbraio 1917 dopo il rovesciamento del governo zarista, ma le condussero alla Rivoluzione di Ottobre. Non presero parte ai governi borghesi che andavano formandosi tra il febbraio e l'ottobre 1917, ma trassero vantaggio dalla persistenza delle contraddizioni che protraevano la situazione rivoluzionaria e che permisero anche di modificare i rapporti di forza nei soviet. L'ultimo governo borghese, quello di Kerensky, fu incapace di risolvere i problemi che avevano coinvolto milioni di persone in una lotta mortale, incapace di conquistare la fiducia di coloro a cui tutto appartiene e che meritano una vita di pace.

Il motto "Tutto il potere ai soviet!" conquistò la maggioranza della classe operaia e attrasse rapidamente milioni di contadini e fece presa nelle file dell'esercito borghese, dove i soldati rimossero gli ufficiali reazionari che vennero sostituiti con dei rivoluzionari.

La teoria leninista sulla debolezza del sistema imperialista è stata pienamente confermata. Nelle condizioni di ineguaglianza connaturate allo sviluppo economico e politico capitalista c'è la possibilità della vittoria della rivoluzione socialista in alcuni paesi o anche in un solo paese.

Lo stato nuovo, quello della dittatura del proletariato, venne costruito sui soviet, risultato della fiamma rivoluzionaria del 1905-07, e sostituì il vecchio apparato statale schiacciato dalla Rivoluzione di Ottobre.

L'eliminazione delle strutture dello stato borghese è necessaria perché "lo stato moderno, qualsiasi forma assuma, è essenzialmente una macchina capitalista, lo stato dei capitalisti" come scrisse Engels.

"La democrazia si basa sulla proprietà privata o sulla lotta per abolire la proprietà privata? (…) Libertà e uguaglianza per i lavoratori, i contadini, per la classe oppressa! Questo è il nostro motto!" aveva dichiarato V.I Lenin. E aggiunse: "La dittatura del proletariato (…) non è il puro esercizio della violenza contro gli sfruttatori, (…) rappresenta e realizza una forma più alta dell'organizzazione sociale del lavoro".

Lo sforzo del giovane governo sovietico di costruire le fondamenta economiche del socialismo avanzò nelle avverse condizioni di aspra lotta contro gli eserciti stranieri, contro la borghesia nazionale, l'accerchiamento imperialista e la sovversione interna con cospirazioni, sabotaggio e attentati ai bolscevichi.

L'aver effettivamente fondato il socialismo costituisce un atto di valore storico senza precedenti nelle condizioni date. Non è casuale l'accanita offensiva scatenata dalla borghesia e dagli opportunisti. Il vessillo della crociata "antistalinista" è servito a screditare la lotta comunista e le sue prospettive.

L'attività del Partito poggiava sull'ipotesi del socialismo in un paese, un paese tra l'altro delle dimensioni della Russia, in opposizione alla prospettiva trotskista della "rivoluzione permanente". Si basava sull'alleanza della classe operaia con i contadini poveri, presupposto indispensabile per lo sviluppo industriale e la collettivizzazione, nella forma cooperativa, della produzione agricola.

Contribuì significativamente alla costruzione del socialismo l'avanguardia del movimento Stacanovista che contava nelle sue fila milioni di rivoluzionari, la crema della società nuova.

Grazie a tutto questo, l'Unione Sovietica si trasformò in una grande potenza economica e militare alla vigilia della II Guerra Mondiale imperialista.

Il ruolo dell'Unione Sovietica nella vittoria antifascista nella II Guerra Mondiale fu decisivo. L'URSS decimò la macchina militare della Germania e dei suoi alleati che avevano invaso il territorio sovietico. Liberò diversi paesi europei dalle forze di occupazione tedesche. Per la patria socialista oltre 20 milioni di cittadini sovietici diedero la vita, e altri 10 milioni furono feriti o resi invalidi.

Le vittorie dell'Armata Rossa diedero una spinta considerevole allo sviluppo dei movimenti di liberazione nazionale e antifascisti, che contavano in prima linea i Partiti comunisti. Non a caso la loro crescita fu molto vigorosa giusto dopo la battaglia di Stalingrado, che segnò il rovesciamento nelle sorti della guerra a sfavore delle forze dell'Asse.

Le lotte di classe in Cina, a Cuba, in Vietnam, e nella R.D.P. della Corea trovarono nella politica dell'Unione Sovietica un sostegno disinteressato e un appoggio contro l'imperialismo.

L'Unione Sovietica aiutò i popoli dell'Afghanistan, dell'Angola, della Cambogia, dello Yemen Meridionale, dell'Etiopia e di dozzine di altri paesi in Africa, dell'Asia e le Americhe. Sostenne la Palestina e Cipro. Grazie all'URSS e agli altri paesi del Patto di Varsavia, regioni intere, come i Balcani, vissero decenni di pacifica convivenza nonostante le differenze etniche.

L'URSS si impegnò nella realizzazione di una politica di pace e tentò di placare le tensioni e le guerre innescate dall'imperialismo, già responsabile di due guerre mondiali e di un centinaio di conflitti locali. L'Unione Sovietica sottoscrisse dozzine di proposte per l'abolizione o la riduzione degli armamenti nucleari e per la conclusione di accordi di non proliferazione, proposte del tutto vanificate dal carattere aggressivo degli stati capitalisti.

Il Patto di Varsavia – firmato nel 1955, sei anni dopo il Patto imperialista della Nato – fu strumento di difesa, bastione del socialismo. L'Unione Sovietica e gli altri stati membri proposero ripetutamente lo scioglimento simultaneo dei due trattati di alleanza, ma senza risposta. La decisione del Patto di Varsavia di offrire la sua tutela internazionale all'Ungheria (1956) e alla Cecoslovacchia (1968) fu intesa per difendere il potere socialista dalla controrivoluzione. La lotta di classe, tra capitalismo e socialismo si svolse su un piano internazionale.

La stragrande maggioranza dei popoli devono alla Rivoluzione di Ottobre, il diritto a un lavoro stabile, all'istruzione gratuita, alle cure sanitarie e al sistema di previdenza, alla casa e ai diritti politici e civili.

In pochi anni dalla Rivoluzione di Ottobre scomparve la disoccupazione in Unione Sovietica. Dal 1956 fu introdotta la giornata lavorativa di 7 e poi di 6 ore, così come la settimana di cinque giorni.

Fu assicurato tempo libero a tutti i lavoratori e il potere sovietico realizzò le infrastrutture per goderne appieno: come case vacanza, di villeggiatura e campeggi. Una rete enorme di teatri e cinema, associazioni culturali, sportive, artistiche e musicali, e di biblioteche ricoprirono l'Unione Sovietica, raggiungendo il più piccolo villaggio e le zone più remote della Siberia, distese enormi letteralmente trasformate grazie all'eroico impegno di migliaia di lavoratori, molti volontari.

La previdenza era interesse primario per lo Stato sovietico. Il pensionamento era universale, all'età di 55 anni per donne e 60 per uomini. I fondi per la previdenza trovavano copertura nel bilancio di stato e nei contributi delle imprese. La stessa cosa accadeva negli altri paesi socialisti dell'Europa. I lavoratori non sperimentavano mai l'insicurezza e l'ansietà a cui i lavoratori e i giovani sono costretti nei paesi capitalisti.

Il potere sovietico gettò le fondamenta per abolire la discriminazione e l'oppressione contro la donna. Le diede pieni diritti. Tutelò la maternità come questione sociale e non come un fatto privato o un dovere familiare. Alleviò le donne di molte responsabilità nella cura della famiglia, attivando un sistema statale gratuito. Per la prima volta in assoluto affrontò pregiudizi vecchi di secoli e si scontrò con enormi difficoltà oggettive. Mostrò particolare interesse per le giovani coppie. Anche se tutto questo non ha comportato la fine di tutte le disuguaglianze tra donne ed uomini, è certo che il potere sovietico aiutò il genere femminile a sollevarsi dallo stato di subalternità, di seconda classe tra gli esseri umani.

Lo sforzo per innalzare il livello di istruzione pubblica a tutti i livelli è stata parte integrante e sforzo costante della politica sovietica. Oltre i 3/4 dei lavoratori dell'URSS conseguì la laurea o il diploma di istruzione secondaria, mentre l'analfabetismo che nel 1917 affliggeva i 2/3 della popolazione, fu immediatamente sradicato.

I risultati si manifestarono nel fiorire delle scienze, dal primo volo spaziale di Yuri Gagarin, dall'ascesa mondiale di scienziati in tutti i campi: dalla fisica alla matematica, dalla chimica alla medicina, dall'ingegneria alla psicologia, una miniera enorme di conoscenza.

L'economia socialista e lo stato dei lavoratori forgiarono "l'uomo nuovo", creatore della cultura socialista. La sua influenza fu universale e abbracciò tutti i popoli e le regioni di questo enorme paese. I frutti della cultura in tutti i campi furono socializzati e divennero patrimonio delle ampie masse popolari.

Lo stato fornì risorse per l'educazione artistica fin dall'infanzia, finalizzate allo sviluppo della creatività. L'Unione Sovietica non si distingueva solo per i suoi grandi artisti in tutti i campi dell'estetica, ma soprattutto per l'elevato livello culturale delle masse.

Egual cura fu posta nel tutelare e diffondere le più grandi conquiste intellettuali mai raggiunte nella storia dell'umanità. Insieme ai frutti dell'arte socialista e della cultura socialista più in generale, milioni di cittadini sovietici furono capaci di apprendere e godere delle grandi opere frutto dell'intelletto. Dopo il Louvre e il Vaticano, il museo dell'Hermitage aveva la migliore collezione di opere d'arte del mondo, accessibile a tutti. Il popolo sovietico familiarizzò ampiamente con i frutti della cultura sin dall'epoca della Rivoluzione di Ottobre e della guerra civile, quando ancora soffriva la fame, il freddo e moriva di colera o sul campo di battaglia.

I progressi compiuti dalle popolazioni dell'Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti prova la superiorità del modo di produzione socialista rispetto al capitalista. Mostrano un valore anche maggiore, se consideriamo la disparità e l'arretratezza del capitalismo in Russia al tempo della rivoluzione, sia in confronto agli Stati Uniti, ma anche rispetto la Gran Bretagna, la Francia, la Germania e il Giappone.

La costruzione del socialismo iniziò in Russia sulle rovine lasciate dalla I Guerra Mondiale, dalla guerra civile e dagli eserciti inviati da 16 stati imperialisti. A ciò si aggiunga la distruzione ancor più grave della II Guerra Mondiale. La ricostruzione dell'URSS senza alcun aiuto esterno nel giro di soli quattro anni (1945-1949) costituisce un'altra testimonianza del valore del potere sovietico socialista. Viceversa, la ricostruzione dell'Europa capitalista si affidò ampiamente al Piano Marshall statunitense.

La costituzione dell'Unione Sovietica è consistita in un processo di unificazione progressiva e popolare, tutto il contrario "dell'Unione degli Stati Uniti d'Europa sotto il regime capitalista" che è invece un progetto "irrealizzabile e reazionario", come aveva predetto Lenin.

Oggi, le unioni imperialiste sono permeate da contraddizioni insormontabili. La competizione per la supremazia deriva dalla proprietà privata dei mezzi di produzione. Le relazioni della UE con gli altri stati e anche tra gli stati membri sono governate da iniquità e dominio.

Il governo sovietico si oppose al nazionalismo, al localismo e alla xenofobia. Riconobbe il diritto di ogni popolo all'autodeterminazione, fino all'indipendenza. Promosse il rispetto reciproco e l'uguaglianza tra nazioni e gruppi etnici, propugnò la convivenza volontaria nell'unico quadro dell'Unione sovietica.

Questa politica trovava fondamento nell'internazionalismo proletario, il solo principio la cui effettiva applicazione assicura rispetto per le differenze etniche, linguistiche, culturali e l'ugualitaria partecipazione alla costruzione dell'edificio socialista. Al contrario, la violazione dell'internazionalismo proletario, soprattutto in presenza di crisi interne, crea le condizioni per indebolire e allentare i legami, fino all'aperta opposizione all'unificazione.

Il fattore imperialista agendo assieme alle forze interne controrivoluzionarie ha approfittato delle distorsioni ed errori, e ha innescato sentimenti nazionalistici volti a minare il sistema socialista e aggravare tendenze secessioniste.

Il governo sovietico, agendo a vari livelli con così tanti problemi, ha dimostrato che sono propri della natura e impliciti al socialismo-comunismo il continuo miglioramento della qualità della vita e lo sviluppo della personalità dei lavoratori. Tali risultati possono essere raggiunti solamente attraverso la corretta azione dei Partiti comunisti. Le deviazioni e le deroghe a tali principi costituiscono fattori di ritardo, stagnazione e conducono a un declino controrivoluzionario.

Il KKE, nell'analisi e le conclusioni della Conferenza Nazionale del luglio 1995 su "Le cause del rovesciamento del sistema socialista in Europa", ha compiuto un primo passo nello studio di questo funesto sviluppo per i popoli. Ulteriori osservazioni e valutazioni sono state formulate nelle "Tesi del CC del KKE sul 60° anniversario della grande Vittoria Antifascista dei popoli - maggio 2005".

Oggi il KKE, avendo una maggior maturità e conoscenza delle fonti storiche e avendo seguito le discussioni affrontate da studiosi marxisti a livello internazionale e non ritenendo sufficientemente indagata la questione, si sta sforzando di approfondire ulteriormente la comprensione delle cause del rovesciamento controrivoluzionario.

Il rovesciamento del sistema socialista costituisce una controrivoluzione perché ha condotto a una regressione sociale.

Il dominio assoluto del capitalismo ha provocato grandi sofferenze per milioni di persone, sia nei paesi capitalisti che socialisti. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il crimine, la prostituzione e il narcotraffico, la disoccupazione e la depredazione capitalista dell'enorme ricchezza dell'Unione sovietica – sconosciute per sette decenni - sono all'ordine del giorno dopo la controrivoluzione e lo scioglimento dell'URSS. La controrivoluzione ha portato a una distruzione incredibilmente estesa delle forze produttive. La propaganda controrivoluzionaria ha universalmente alimentato l'idea che i disastri della controrivoluzione derivino dall'edificazione socialista.

I popoli sono ora privati di un grande supporto e del più sincero alleato. Migliaia i morti, le vittime dell'aggressione imperialista, i reduci e i rifugiati. Nei Balcani, in Iraq e Afghanistan, nel Ruanda, ad Haiti e in Somalia, le vittime indicative del nuovo rapporto di forza affermatosi su scala globale dopo il 1989-91.