(srpskohrvatski / italiano)

Il vaso di Pandora kosovaro

1) Il processo che ha diviso il mondo / Proces koji je podelio svet
2) L'Inghilterra ha accusato la Serbia di ingannare il tribunale / Engleska optužila Srbiju da obmanjuje sud

(sul procedimento in corso alla Corte Internazionale di Giustizia - Cig, che ha sede a L'Aja ma non va confusa con il paralegale "Tribunale ad hoc per i crimini commessi sul territorio della ex Jugoslavia" - in merito alla dichiarazione di "indipendenza" kosovara ed al suo riconoscimento da parte di alcuni Stati si veda anche:


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Il processo che ha diviso il mondo

I sostenitori dell'indipendenza del Kosovo hanno affermato che i loro Stati non avrebbero riconosciuto mai più questo diritto a nessuno, mentre i difensori degli interessi della Serbia hanno avvertito che il "vaso di Pandora" non si potrà mai più chiudere.

 


Non era mai accaduto, nei 54 anni di storia della Corte Internazionale di Giustizia, che un processo provocasse tanta attenzione nell'opinione pubblica mondiale, com'è avvenuto con la procedura appena terminata, per cui i giudici delle Nazioni Unite dovranno deliberare il parere se la provincia meridionale serba abbia il diritto alla secessione. Davanti al consiglio di quindici giudici si sono presentati tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna e Francia - e hanno potuto dimostrare la loro perizia giuridica quasi tutti i maggiori esperti in diritto internazionale.

Nel corso di dieci giorni, le lance nel Palazzo della Pace si sono spezzate sulla questione se il principio di integrità territoriale, su cui si basano l'ONU e l'ordine di tutto il mondo, abbia ancora un significato, come aveva fino al 1 dicembre di quest'anno. In particolare, i sostenitori dell'indipendenza del Kosovo e soprattutto i rappresentanti delle grandi potenze che hanno sostenuto gli albanesi del Kosovo e riconosciuto loro il diritto a un loro Stato, hanno cercato di dimostrare che nel caso specifico si dovrebbe fare un'eccezione, ammettendo che una nazione abbia il diritto alla secessione da uno Stato sovrano esclusivamente a causa della repressione a cui è stata sottoposta per molti anni. I sostenitori di queste opinioni hanno costantemente ribadito nei giorni scorsi che adottano questa tesi solo nel caso del Kosovo e che i loro paesi non riconosceranno tale diritto a nessun altro popolo nel mondo.

Contrapponendosi a loro, i paesi che hanno difeso il diritto della sovranità serba sul tutto il suo territorio hanno argomentato che la repressione, per quanto grande possa essere stata, non poteva essere la ragione per la secessione, perché se una tale posizione si assumesse in questo momento, nel mondo si potrebbero costituire molti nuovi Stati.

La contesa ha anche riguardato il fatto che l'inviato speciale ONU per i negoziati sul Kosovo, Martti Ahtisaari, ha potuto deliberare da solo in modo tale da porre praticamente fine agli eventuali futuri colloqui sul Kosovo, "legalizzando" la indipendenza del Kosovo. E mentre i paesi che hanno riconosciuto il Kosovo hanno spesso fatto riferimento alla decisione di Ahtisaari, i difensori degli interessi serbi hanno sostenuto che egli non aveva alcun diritto di farlo, e che è diritto esclusivo del Consiglio di Sicurezza dichiarare la fine del processo negoziale.

Anche intorno alla Risoluzione 1244 son state sollevate molte controversie, cosicchè si sono potute sentire delle interpretazioni completamente divergenti di questo atto - da quella secondo cui la Risoluzione non vieta esplicitamente la secessione da nessuna parte, fino all'opinione per cui essa garantisce l'integrità territoriale della Repubblica Federale di Jugoslavia, e della Serbia come suo successore legale.

Secondo Kesic, analista politico di Washington, la comparizione dell'America in questo processo parla delle sue contraddizioni, perché essa partecipa solamente ai processi in cui non è parte convenuta.
 
"Le argomentazioni statunitensi in questo processo minacciano direttamente le posizioni espresse dall'amministrazione di Barack Obama, e da lui stesso. Quando ha ricevuto il Nobel per la Pace, Obama ha detto che i cambiamenti fondamentali nella politica estera degli Stati Uniti sono che l'America rispetta il diritto internazionale, mentre ora il principale argomento che l'America utilizza per l'indipendenza del Kosovo è che sussistono delle eccezioni nel diritto internazionale. Si tratta dello stesso atteggiamento del presidente Bush", ha detto Kesic.

Egli ritiene che il parere della Corte sarà molto interessante, perché vi è la possibilità di aprire più ampia instabilità in tutto il mondo. Se il quesito posto ai giudici si discutesse nel modo tradizionale, la conclusione deliberata dal Tribunale potrebbe essere positiva per la Serbia. Tuttavia, tutti sostengono che è irrealistico aspettarsi qualcosa del genere, e che, come dice Kesic, si assume un elemento nuovo nel diritto internazionale, che può essere pericoloso.

"Qualunque fosse il verdetto, esso apre la possibilità che l'argomentazione espressa possa già da adesso venire utilizzata in varie aree di crisi ed in vari contesti. Abbiamo visto che i palestinesi e gli abitanti di Timor Est stanno già utilizzando parallelismi con il Kosovo. Se ora si ottenesse una base giuridica per tali richieste, questo provocherebbe ancora più rischi per la stabilità internazionale", ha avvertito Kesic.

Per Dusan Reljic del German Institute for International and Security Policy, è chiaro che al di fuori dell'esito del processo, il Kosovo nel prossimo futuro non diventerà membro delle Nazioni Unite.

"L'emersione di nuovi paesi è politicamente molto costosa, perché si può trasformare in violenza. Se ora si sta creando una sorta di precedente, sono tutti interessati a vederne l'esito, perché potrebbe diventare un percorso o una costruzione di cui certi attori si potrebbero servire in future richieste per la creazione di nuovi Stati," sottolinea Reljic.

Molti paesi, dice, adegueranno il loro comportamento a proposito del Kosovo per adattarsi a ciò che il giudice comunicherà. Per coloro che sostengono l'indipendenza del Kosovo, come gli Stati Uniti, questo potrebbe significare che possono attendersi una situazione in cui un gran numero di paesi, forse decine, riconosceranno il Kosovo. D'altra parte, se la decisione fosse contro la fondatezza giuridica dell'indipendenza del Kosovo, gli Stati marginali rispetto a questi eventi si tratterrebbero e non lo riconoscerebbero. In ogni caso, entrambe le parti guadagnerebbero alcuni punti politici. Così ora tutte le parti stanno facendo il massimo lobbying possibile per facilitare il percorso alle loro argomentazioni politiche.

Reljic ritiene che, tuttavia, qualunque parere si raggiunga, non si può sperare che le grandi potenze cambino i loro atteggiamenti, cosa che non ci si può aspettare neanche da Belgrado e da Pristina.

"E' illusorio credere che gli Albanesi cambino opinione e cerchino negoziati. Non vedo alcuna base per questo, viste le mutate relazioni su scala globale tra Russia e America. Così come neanche la Serbia cambierà il proprio parere, qualora la sentenza della Corte fosse a favore del Kosovo. Inoltre, nessuno sarà in grado di convincere i Curdi che loro, per via della decisione del Tribunale, non dovranno un giorno tentare di crearsi il proprio Stato. Il nazionalismo è più forte delle frontiere. Molti sperano che sarà ad ogni modo stabilita una specie di regola e che avranno l'opportunità di fare riferimento a qualcosa. Io questo non chiamerei la storia, ma una nota a piè di pagina della storia," valuta Reljic.

A suo avviso, il processo politico tra Pristina e Belgrado deve funzionare in un modo diverso. Il Presidente Boris Tadić, ricorda, ha detto più volte che sarebbe necessaria una maggiore flessibilità nei negoziati. Così si prepara il pubblico alla parte successiva del processo politico, che seguirà dopo il verdetto dell'Aja".

Jelena Cerovina
[pubblicato il: 13/12/2009]

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Nezavisnost Kosova pred sudom

Proces koji je podelio svet

Zagovornici kosovske nezavisnosti tvrdili da njihove zemlje više nijednom narodu neće priznati to pravo, dok su zastupnici interesa Srbije upozoravali da se „Pandorina kutija“ više neće moći zatvoriti

U 54 godine dugoj istoriji Međunarodnog suda pravde nije se desilo da jedan proces izazove toliku pažnju svetske javnosti kao što je to bio slučaj sa upravo završenim postupkom u kome sudije UN treba da donesu mišljenje da li je južna pokrajina Srbije imala pravo na otcepljenje. Pred petnaestočlanim sudskim većem pojavilo se svih pet stalnih članica Saveta bezbednosti, SAD; Kina, Rusija, Velika Britanija i Francuska, a svoje pravno umeće pokazali su gotovo svi vodeći stručnjaci za međunarodno pravo.
Tokom deset dana u Palati mira koplja su se lomila oko toga da li princip teritorijalnog integriteta na kome počivaju UN i ceo svetski poredak još uvek ima takav značaj kakav je imao do 1. decembra ove godine. Naime, zagovornici kosovske nezavisnosti, a pre svega predstavnici velikih sila koje su podržale kosovske Albance i priznale im pravo na sopstvenu državu, pokušavali su da dokažu da se u slučaju ovog principa mora napraviti izuzetak i priznati jednom narodu da je imao pravo na secesiju od jedne suverene države i to isključivo zbog represije kojoj je dugo godina bio izložen. Zastupnici ovakvih stavova uporno su proteklih dana ponavljali da takav stav zastupaju samo u slučaju Kosova i da to pravo njihove države neće priznati nijednom drugom narodu u svetu.
Oponirajući im, zemlje koje su branile pravo Srbije na suverenost na čitavoj svojoj teritoriji iznosile su argumente da represija koliko god velika bila ne može biti razlog za secesiju, jer ako bi se takav stav usvojio u ovom trenutku u svetu bi moglo biti formirano još mnogo novih država.
Borba se vodila i oko toga da li je specijalni izaslanik UNza pregovore o Kosovu Marti Ahtisari mogao da sam donese rešenje kojim je praktično stavio tačku na dalje razgovore o Kosovu čime je „ozakonio“ nezavisnost Kosova. I dok su se one države koje su priznale Kosovo često pozivale upravo na Ahtisarijevu odluku, branioci srpskih interesa su tvrdili da on nije imao pravo da to uradi već da je isključivo pravo Saveta bezbednosti da kaže kada je kraj pregovaračkog procesa.
Mnogo sporenja izazvala je i Rezolucija 1244 jer su se čula potpuno različita tumačenja ovog akta –od onoga da ona ne zabranjuje nigde izričito secesiju do toga da garantuje teritorijalni integritet SRJ, odnosno Srbije kao njene pravne sledbenice.
Prema rečima Obrada Kesića, političkog analitičara iz Vašingtona, pojavljivanje Amerike u ovom procesu govori o njenoj nedoslednosti, jer učestvuje isključivo u procesima u kojima nije tužena strana.

„Argumenti Amerike u ovom procesu direktno ugrožavaju stavove koje je iznosila administracija Baraka Obame, ali i on sam. Kada je primao Nobelovu nagradu za mir rekao je da su ključne promene u američkoj spoljnoj politici to što će Amerika da poštuje međunarodno pravo, a sad glavni argument koji Amerika koristi za nezavisnost Kosova jeste da postoji izuzetaka u međunarodnom pravu što je isti stav koji je imao i predsednik Buš“, kaže Kesić.
On smatra da će mišljenje suda biti jako zanimljivo, jer postoji mogućnost da otvori širu nestabilnost po ceo svet. Ako se pitanje koje je postavljeno sudijama tretira u tradicionalističkom smislu zaključak suda bi morao da bude pozitivan za Srbiju. Međutim, svi govore da je to nerealno očekivati tako da se, kako kaže, unosi novi elemenat u međunarodno pravo koji može biti opasan.
„Kakva god presuda bila to otvara mogućnost da se argumentacija koja je iznesena već sada može koristiti u raznim kriznim područjima i u raznim kontekstima. Videli smo da Palestinci i stanovnici Istočnog Timora već koriste paralele sa Kosovom. Kada bi se sad dobio i pravni temelj za takve zahteve to bi izazvalo još veću opasnost za međunarodnu stabilnost“, upozorava Kesić.
Za Dušana Reljića iz nemačkog Instituta za međunarodnu politiku i bezbednost jasno je da bez obzira na to kakav bude ishod procesa Kosovo u dogledno vreme neće postati član UN.
„Nastanak novih država je politički vrlo skupa stvar jer može da se pretvori u nasilje. Ako se sada stvara neka vrsta presedana svi su zainteresovani da vide kako će to izgledati jer bi to bila putanja odnosno konstrukcija za koju bi mogli da se uhvate kada se pojave budući zahtevi za stvaranje novih država“, ističe Reljić.
Mnoge zemlje će, kako kaže, svoje ponašanje u odnosu na Kosovo prilagoditi onome što sud bude saopštio. Za one koji podržavaju nezavisnost Kosova, kao što su SAD to bi značilo da mogu da očekuju da jedan veliki broj zemalja, možda nekoliko desetina, prizna Kosovo. S druge strane, ako odluka bude protiv pravne zasnovanosti nezavisnosti Kosova zemlje koje su na periferiji svih tih zbivanja ostale bi suzdržane i ne bi ga priznale. U svakom slučaju neki politički poeni bi se dobili, na jednoj ili drugoj strani. Zato sada sve strane lobiraju koliko god mogu svuda okolo da olakšaju put svojim političkim argumentima.
On smatra da se ipak, ma kakvo mišljenje bilo doneto ne može očekivati da velike sile promene svoje stavove kao što se to ne može očekivati ni od Beograda i Prištine.
„Iluzorno je verovati da će se Albanci predomisliti i tražiti pregovore. Ne vidim nikakvu osnovu za to pri promenjenim globalnim odnosima između Rusije i Amerike. Kao što ni Srbija neće promeniti svoje mišljenje ako sud presudi u korist Kosova. Isto tako niko neće moći da ubedi Kurde da zbog odluke međunarodnog suda oni ne treba da pokušaju jednog dana da stvore državu. Nacionalizam je jači od granica. Mnogi se nadaju da će se ipak neka vrsta pravila uspostaviti, da će imati priliku da se pozovu na nešto. Ja ovo ipak ne bih nazvao istorijom već jednom fusnotom u istoriji“, ocenjuje Reljić.
Prema njegovom mišljenju,politički proces između Prištine i Beograda mora drugačije da funkcioniše. Predsednik Boris Tadić je, podseća, već nekoliko puta rekao da je potrebna veća fleksibilnost u pregovorima što je, kaže, priprema javnosti za naredni deo političkog procesa koji sledi posle presude u Hagu“.

Jelena Cerovina
[objavljeno: 13/12/2009]


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L'Inghilterra ha accusato la Serbia di ingannare il tribunale

Rappresentanti rumeni hanno dichiarato che la Serbia nel febbraio 2008 quando fu dichiarata l'indipendenza del Kosovo, era un paese completamente diverso rispetto al 1999.
 
Con la tesi che i giudici non possono obbligare le coppie litigiose a rimanere sposate, il rappresentante britannico Daniel Bethlehem ieri davanti alla Corte internazionale di giustizia ha cercato, usando un modo figurativo, di dare sostegno al suo paese che ha riconosciuto l'indipendenza del Kosovo. "La Serbia ha chiarito che non accetterà mai l'indipendenza del Kosovo, mentre il Kosovo non vuole mai più far parte della Serbia", ha detto Bethlehem, come informano le agenzie di stampa.

Un altro rappresentante britannico, James Crawford, accusa la Serbia di avere un approccio "fuorviante" perché desidera che la Corte valuti la legittimità della dichiarazione, ma ignori gli eventi che hanno portato ad essa. I giuristi britannici hanno concluso  la loro esposizione dicendo che la posizione del loro paese, la Serbia non dovrebbe recepirla come antagonistica. Londra, come hanno detto, auspica un ravvicinamento della Serbia e del Kosovo all'interno della UE, tra l'altro, anche "perché la democrazia serba non è molto più vecchia della kosovara". Egli ha sottolineato che la Gran Bretagna non ha sostenuto frettolosamente né facilmente l'indipendenza del Kosovo.

Difendendo la posizione del suo paese, secondo cui l'indipendenza del Kosovo è contraria al diritto internazionale, il rappresentante della Romania Kosmin Dinesku ha detto che la Serbia nel febbraio 2008, quando fu dichiarata l'indipendenza del Kosovo, era un paese completamente diverso rispetto al 1999 e che, quindi, la decisione sulla dichiarazione di indipendenza non può essere basata su circostanze di 10 anni fa. La Serbia, ha detto lui, nell'ultimo decennio del secolo scorso ha violato i diritti umani fondamentali della popolazione in Kosovo, ma nel febbraio del 2008 Belgrado non aveva alcun controllo sul Kosovo. Sebbene questa provincia abbia uno status particolare in Jugoslavia, questo non giustifica la secessione. Dinesku ha fatto ricordare che la disintegrazione della Jugoslavia era terminata nel 1992, e che da allora, il Kosovo era parte integrante della Serbia.

J. Cerovina

[pubblicato il: 11/12/2009]

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Engleska optužila Srbiju da obmanjuje sud


Rumunski predstavnici konstatovali da je Srbija bila u februaru 2008, kada je proglašena nezavisnost Kosova, potpuno drugačija država u odnosu na 1999.

Argumentom da sudovi ne primoravaju zavađene parove da ostanu u braku, zastupnik velike Britanije Danijel Betlehem juče je pred Međunarodnim sudom pravde pokušao na slikovit način da potkrepi stav svoje zemlje koja je priznala jednostrano proglašenu nezavisnost Kosova. „Srbija je jasno stavila do znanja da nikada neće pristati na nezavisnost Kosova, a Kosovo da nikada više ne želi da bude deo Srbije”, rekao je Betlehem, a prenose agencije.
Drugi britanski zastupnik Džejms Kroford optužio je Srbiju da ima „obmanjujući” pristup jer želi da sud oceni legalnost deklaracije, a da zanemari događaje koji su do nje doveli. Svoje izlaganje britanski pravnici su zaključili tvrdnjom da stav njihove zemlje Srbija ne bi trebalo da shvati kao protivnički. London se, kako je rekao, nada približavanju Srbije i Kosova u okviru EU, između ostalog, i zato što „srpska demokratija nije mnogo starija od kosovske”. On je naglasio da Britanija nije naprečac ni olako podržala nezavisnost Kosova.
Braneći stav svoje zemlje da je nezavisnost Kosova protivna međunarodnom pravu, predstavnik Rumunije Kosmin Dinesku rekao je da Srbija bila u februaru 2008,kada je proglašena nezavisnost Kosova, potpuno drugačija država u odnosu na 1999. godinu te da zato odluka o proglašenju nezavisnosti ne može biti zasnovana na okolnostima od pre 10 godina. Srbija je, kako je rekao, u poslednjoj deceniji prošlog veka kršila osnovna ljudska prava stanovništva na Kosovu, ali u februaru 2008. godine Beograd nije imao nikakvu kontrolu nad Kosovom. Iako je ova pokrajina imala specifičan status u SFRJ, to ne opravdava secesiju. Dinesku je podsetio da je raspad SFRJ okončan 1992. godine i da je od tada Kosovo bilo sastavni deo Srbije.
J. Cerovina

[objavljeno: 11/12/2009]