IL PAESE DEI CROCEFISSI

Un arrestato dall’Ispettorato Speciale di PS di Trieste (la famigerata “banda Collotti” al soldo del nazifascismo) nel marzo ‘45 narra di essere stato fatto entrare nella stanza di tortura della sede di via Cologna dove gli dissero: “chi entra in questa stanza deve dire tutto quello che sa e se non parla non esce vivo”. Fu picchiato, torturato con un apparecchio elettrico dal commissario Gaetano Collotti in persona, ed infine appeso per le braccia ad un gancio sul soffitto e tenuto così per mezz’ora.
“Sulla parete – dice – era un crocefisso che mi colpì subito e pensavo che tutti quelli che entravano in quel luogo erano dei poveri Cristi”.
(Testimonianza anonima conservata nell’archivio IRSML Trieste n. 902).
 
Claudia Cernigoi