Avni Er, oppositore politico turco, è attualmente rinchiuso nel CIE di Bari Palese e a rischio di estradizione in Turchia.

Aggiornamenti:
La documentazione passata sul caso di Avni Er è sul nostro sito, alla pagina: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/avni.htm

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Avni Er, giornalista turco, da circa tre settimane è trattenuto nel CIE di Bari.
 
A seguito della richiesta d'asilo politico, la scorsa settimana è stato ascoltato dalla competente Commissione Territoriale che dovrà decidere se accogliere la sua richiesta o rigettarla. Nell'immediatezza del suo trasferimento a Bari, è stato promosso un appello che ha raccolto un grande consenso. Hanno aderito associazioni come l'Arci, l'Asgi, Libera e il Cir, rappresentanti di organizzazioni come il Cnca, Sos razzismo, Centro Astalli, Save the cildren, Banca Etica e ancora uomini e donne della politica e del mondo universitario.
 
Allo stato attuale, non si sa ancora nulla sul futuro di Avni Er.

 

Esprimiamo preoccupazione per la sua vicenda e per l'eventuale trasferimento in Turchia, e temiamo per la sua vita.
Infatti contro Avni pendono due ordini di arresto in contumacia emessi dalla Autorità Giudiziaria turca: nella misura in cui l'interessato dovesse essere espulso verso detta Nazione, sarebbe immediatamente arrestato e condotto in carcere.
 
Il timore è pertanto giustificato da quelle che appaiono le condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti arrestati o condannati per motivi politici, i quali vengono sottoposti a durissime condizioni di vita all'interno delle carceri di "tipo F", ove l'utilizzo di trattamenti disumani e degradanti, il ricorso alla tortura fino alla morte rappresentano pratiche di uso quotidiano secondo quanto costantemente denunciato dalle Organizzazioni internazionali Amnesty International e Human Right Watch nonché dalla Associazione per i Diritti Umani turca (IHD), tanto che la stessa Corte di Giustizia Europea ha reiteratamente condannato detta Nazione a causa delle violazioni delle disposizioni di Diritto internazionali previste in materia perpetrate dalla Turchia

In Turchia la semplice manifestazione delle proprie opinioni politiche, ove le stesse siano difformi da quelle espresse dal regime vigente, comporta la immediata carcerazione preventiva e l'applicazione di sanzione detentive che in Italia e in tutte le Nazioni ove vige lo Stato di diritto non avrebbero e non hanno ragion d'essere.
 
La recente messa al bando del Partito per una società democratica (DTP) , l'arresto di oltre 1500 componenti di detta formazione politica (membri del parlamento, consiglieri regionali, provinciali e comunali, sindaci, ecc.), la privazione della libertà imposta ad oltre 3.000 minorenni aventi una età ricompresa tra i 14 ed i 17 anni - con l'accusa di aver compiuto atti terroristici e che costringe i minori a vivere la reclusione in strutture penitenziarie insieme ad imputati o condannati maggiorenni -, rappresenta la ennesima prova di forza del governo turco contro la popolazione kurda.
 
Il tutto nonostante da oltre un anno le forze politiche e la popolazione kurda cerchino di promuovere una soluzione pacifica del conflitto che ha fino ad oggi prodotto tante morti ed un esodo forzato della popolazione anche in conseguenza della distruzione di interi villaggi da parte delle forze militari turche.
 
Facciamo appello al Governo italiano affinchè Avni Er possa restare in Italia, che venga applicata la normativa internazionale a tutela dei Diritti Umani ratificata e resa esecutiva nel nostro Paese; che Avni Er non venga espulso e che gli sia garantita ogni forma di tutela con il rilascio di un permesso di soggiorno che gli permetta di evitare la morte e ricostruirsi una vita dignitosa in Italia, sulla base dei principi affermati dalla Costituzione (art. 10 Cost.) e dai Trattati e dalla Convenzioni internazionali ovunque vigenti .

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APPELLO PER AVNI ER
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Qualche giorno fa è stato trasferito nel CIE di Bari il cittadino turco Avni Er rispetto al quale il governo turco di Ankara ha avanzato tempo addietro formale richiesta di estradizione.
Avni Er è colpevole solo di aver svolto nel corso degli anni una puntuale denuncia delle violazioni dei diritti umani e della libertà d’informazione in Turchia.
Avni Er è un oppositore politico, accusato di appartenere al partito comunista DHKP-C . Il 1° aprile 2004 un’operazione repressiva ha provocato l’arresto di 82 persone in Turchia ed altre 59 persone tra Germania, Olanda, Belgio, Grecia ed Italia.
Tra loro giornalisti dell’opposizione, membri di organizzazioni democratiche e per la difesa dei diritti umani, avvocati ed artisti.
Avni Er, a seguito di un processo scandaloso durante il quale testimoniarono contro di lui, a volto coperto, i torturatori turchi, fu condannato dalla Corte di Assise di Perugia nel 2006, con successiva conferma della Corte d’Appello di Perugia.
Seguì una vasta campagna di mobilitazione e sensibilizzazione cui aderirono diverse associazioni nazionali (Arci, CRVG- Conferenza nazionale del volontariato della giustizia, Antigone) e vari esponenti politici; ci fu una dichiarazione a tutela dell’incolumità di Avni Er e per il rispetto delle norme internazionali a difesa dei diritti dell’individuo da parte dell’europarlamentare Giulietto Chiesa; ci furono molti ordini del giorno da parte del Consiglio provinciale di Lecce (19 marzo 2008), del Consiglio Regionale della Toscana, della Sardegna e della Campania.
Anche il Consiglio Regionale della Puglia, in data 24 giugno 2008, sottoscrisse una mozione contro l’estradizione di Avni Er in Turchia, con esplicito riferimento all’art.10 della Costituzione italiana che recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge“.
Ricordiamo che secondo associazioni internazionali ed autorevoli come Human Rights Watch, Amnesty International, nonché la Commissione ONU per i diritti umani ed il comitato Europeo per la prevenzione della tortura, in Turchia vi è il fondato timore di violazioni dei diritti, di trattamenti inumani e degradanti, di tortura.
Ricordiamo inoltre che il curdo Ocalan, nonostante il riconoscimento dell’asilo costituzionale rilasciato dal governo italiano, è da 11 anni detenuto in regime di isolamento totale nell’isola di Imrali. Infine, a dimostrazione della condizione politica in Turchia, citiamo il tentativo di qualche giorno fa dell’ennesimo colpo di stato manu militari.
Allo stato attuale, Avni Er ha inoltrato formale richiesta d’asilo nel nostro paese e, per quanto affermato, anche in considerazione che la Corte d’Appello d’Anversa il 7 febbraio 2008, impegnata a giudicare 11 militanti del DHKP-C, si è rifiutata di riconoscere tale organizzazione quale “gruppo terroristico”, prosciogliendo tutti gli imputati;
CHIEDIAMO 
a tutte le forze democratiche, ai partiti, alle associazioni, alla società, ai sindacati, di aderire e sottoscrivere l’appello in favore di Avni Er, affinchè GLI VENGANO RICONOSCIUTE TUTTE LE FORME DI TUTELA ED IL PRINCIPIO DI NON RESPINGIMENTO.

Primi firmatari:
ARCI, Ass. Gruppo Lavoro Rifugiati (Bari), Reteantirazzista (Bari), Undesiderioincomune (Bari), Ass. Saro-wiwa (Bari) Rifondazione Comunista (Bari), Magda Terrevoli (assessore regione Puglia), Silvia Godelli (assessore regione Puglia), Piero Manni (consigliere regione Puglia), Patrizio Gonnella (Antigone), Fulvio Vassallo Paleologo (Università di Palermo), Walter Peruzzi (dir. Guerre e Pace), Paola Altrui (Roma), Patrizia Sentinelli, Loredana de Petris, Massimiliano Smeriglio (assessore Provincia di Roma), Gianluca Peciola (consigliere Provincia di Roma), Onofrio Romano (Università di Bari), Monica mc Britton (Università del Salento), Stefano Cristante (Università del Salento), Vito Lisi, veterinario di Tricase, Michele Rizzi (candidato alla presidenza della Regione Puglia), Massimo Bonfatti (presidente dell’organizzazione per il volontariato”Mondo in cammino”), Donato Pellegrino (consigliere regionale PSI), Vinicio De Vito (coordinamento regionale “Sinistra e Libertà”), Pati Luceri (docente del Liceo Stampacchia di Tricase), Gino Stasi (responsabile di Medicina Democratica, Brindisi), Bobo Aprile (responsabile COBAS di Brindisi), Simone Chiga (presidente Laboratorio delle idee, Zollino), Riccardo Rossi (Rete 28 Aprile, CGIL), Circolo aziendale ferrovieri”Spartaco Lavagnini” – Firenze, Circolo giovanile di Rifondazione comunista – Casamassima, Senza Confine (Roma), Sabino De Razza (segret. provinc. PRC – Bari), Teresa Masciopinto (Bari), Associazione Solidarietà Proletaria (ASP) – Napoli, Circoscrizione dei soci di Banca Etica Bari, Nicola Fratoianni, Onofrio Introna (ass. regione Puglia), Corsina De Palo (insegnante – Bari), Mara Clemente, Silvia Cigoli, Tonia Guerra (segreteria regionale PRC – Puglia), ...